18 July, 2024
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E’ stata presentata stamane una proposta di legge (primo firmatario il consigliere Paolo Zedda, Art.1-Sdp) su “Utilizzo dei farmaci cannabinoidi per finalità terapeutiche nell’ambito del servizio sanitario regionale”. L’obiettivo è disciplinare l’uso terapeutico e la produzione della cannabis ed aprire un varco nel verso della legalizzazione della marijuana.

«L’utilizzo della cannabis per finalità terapeutiche è lecito in Italia – ha dichiarato Paolo Zedda – serve però che la Regione sarda approvi le norme di attuazione come hanno fatto già Piemonte, Veneto, Liguria, Toscana, Emilia Romagna e Puglia, per garantirne l’acquisto a carico del sistema sanitario nazionale.»

I proponenti gli 11 articoli di cui si compone il provvedimento (Paolo Zedda, Daniele Cocco, Eugenio Lai, Luca Pizzuto di Art.1-Sdp; Pierfranco Zanchetta, Antonio Gaia e Mondo Perra, dei Popolari Socialisti; Alessandro Collu, Rossella Pinna e Gianmario Tendas del Pd; Emilio Usula e Annamaria Busia del Misto) stimano che nell’Isola possano essere assistiti circa 25mila pazienti contro i circa cento che attualmente possono utilizzare i farmaci cannabinoidi con effetto analgesico, antiematico, antianoressico o miorilassante.

«In Sardegna soltanto cinque farmacie – ha spiegato Paolo Zedda – hanno a disposizione il principio attivo della cannabis ma lo Stato ha introdotto il prezzo di vendita bloccato a 9 euro al grammo che è più basso di quello sostenuto dai farmacisti per l’acquisto, a cui si devono aggiungere le spese di confezionamento e trasporto». In Italia si producono, presso l’autorizzato istituto farmaceutico militare di Firenze, circa 100 chilogrammi di cannabis per uso terapeutico ma il fabbisogno potenziale solo nell’Isola sarebbe di almeno 250 chili.

A favore del provvedimento si è pronunciato il presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale, Mondo Perra, che ha ricordato le 57mile firme depositate nel parlamento a favore della legalizzazione della cannabis, per iniziativa dei Socialisti e dei Radicali, nonché l’impiego dei cannabinoidi nelle terapie del dolore e antitumorali.

Pieno sostegno anche da Luca Pizzuto che, insieme con Gavino Sale (Irs, primo firmatario della mozione discussa e respinta recentemente in Aula per l’impiego della cannabis anche per finalità ludiche), hanno auspicato non solo l’approvazione delle norme inerenti l’uso terapeutico della cannabis ma anche una sperimentazione della legalizzazione della marijuana in Sardegna.  

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Ultimi giorni di campagna elettorale per le elezioni amministrative. Domenica Carloforte eleggerà. il nuovo sindaco e il Consiglio comunale per i prossimi cinque anni. Il sindaco uscente Marco Simeone si ripresenta con la lista “Carloforte oltre il 2000”, a contendergli la conferma e il terzo mandato (non consecutivo) saranno Salvatore Puggioni, candidato della lista “Carloforte Rinasce”, e Salvatore Biggio, candidato della lista “Isola di San Pietro”. Tre candidati alla carica di sindaco e 48 candidati alla carica di consigliere comunale.

Di seguito, le tre liste con tutti i candidati:

Lista “Carloforte oltre il 2000”. Candidato a sindaco: Marco Simeone. Candidati alla carica di consigliere comunale: Francesca Aste, Cesare Biggio, Attilio Borghero, Luz Elena Castano, Nunzia Cimmino, Daniela Concas, Carla Demelas, Luigi Feola, Mariano Froldi, Walter Lalli, Roberto Leinardi, Francesca Leone, Cesare Luxoro, Francesco Opisso, Renzo Rivano, Pierpaolo Porcedda.

Lista “Carloforte Rinasce”. Candidato a sindaco: Salvatore Puggioni. Candidati alla carica di consigliere comunale: Aureliana Curcio, Elisabetta Di Bernardo, Antonio Ferraro, Francesco Granara, Gian Franco Grosso, Aureliana Magai, Luigi Migliaccio, Massimo Pala, Gianluigi Mario Penco, Pier Tita Poma, Giambattista Repetto, Cesare Rombi, Stefano Rombi, Sandra Saporito, Angela Marina Strina e Gianni Verderosa.

Lista “Isola di San Pietro”. Candidato a sindaco: Salvatore Biggio. Candidati alla carica di consigliere comunale: Peppino Concas, Giovanni Melis, Anna Maria Valentina Gigli, Giannina Pina Granara, Jennifer Madeddu, Angela Marchetti, Graziella Masala, Giovanni Modaffari, Romualdo Nieddu, Maria Gabriella Olanda, Lorenza Maria del Pilar Parodo, Giuseppe Pascale, Antje Susanne Rath, Anna Maria Scopelliti, Maria Tavella e Carlo Emanuele Volpe.

Nadia Pische ha intervistato i tre candidati alla carica di sindaco: Salvatore Puggioni, Salvatore Biggio e Marco Simeone.

 

 

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«E’ a dir poco allucinante che la politica regionale, per questioni burocratiche assurde, stia portando alla chiusura dello Portovesme srl.»

A sostenerlo è Alessandro Massidda, segretario della Fialc Cisal.

«La Portovesme srl, è l’unica grossa azienda rimasta ancora in piedi e continua a garantire migliaia di buste paga, nel territorio tra i più poveri dell’intero paese, a causa di una devastante disoccupazione – aggiunge Alessandro Massidda -. E’ inaccettabile che si stia rischiando, che le autorizzazioni per la nuova discarica, possano arrivare troppo tardi. Questo territorio, non può più permettersi la perdita nemmeno di un solo posto di lavoro, e in questo caso parliamo di migliaia di posti di lavoro.»

«La tensione è sempre più alta, e il governo regionale, con la sua azione, decisamente poco incisiva, sta seriamente rischiando di far esplodere una bomba sociale, perché un altro colpo del genere, cioè, la chiusura dell’ennesima realtà produttiva, il nostro territorio non sarebbe in grado di sopportarlo, e si potrebbe addirittura mettere seriamente a rischio lo stesso ordine pubblico – conclude il segretario della Fialc Cisal -, se questa vicenda non venisse risolta prima che la fabbrica possa avviare la fermata degli impianti.»

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Moby e Tirrenia sono partner del Rally Italia Sardegna 2017, tappa italiana del World Rally Championship della Fia e grande competizione automobilistica che, da oggi all’11 giugno, vedrà in primo piano le strade dell’Isola.

Moby e Tirrenia hanno garantito il trasferimento del personale addetto all’assistenza e all’organizzazione del Rally dal continente all’Isola, e altrettanto faranno a manifestazione conclusa, fino al prossimo 13 giugno, assicurando gli spostamenti sulle tratte Olbia-Genova, Porto Torres-Genova, Olbia-Livorno e Olbia-Civitavecchia. Nel complesso, alla fine saranno coinvolti migliaia di passeggeri e veicoli (inclusi i mezzi commerciali).

«Il Rally Italia Sardegna è orgoglioso di avere delle partnership prestigiose, dei brand famosi che lavorano quotidianamente per favorire la promozione della Sardegna, intento comune con quello della nostra gara – dichiara Antonio Turitto, coordinatore generale del Rally Italia Sardegna -. Il rally attira molto pubblico, che arriva sull’Isola con ogni mezzo, sapere che vi sono delle realtà professionali importanti che favoriscono questo afflusso garantisce serenità nella pianificazione ed organizzazione dell’evento.»

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Dopo aver ufficializzato l’ingaggio di Scott Douglas Bamforth, la Dinamo Banco di Sardegna sta definendo i dettagli per l’arrivo di Achille Polonara, ala della Grissin Bon Reggio Emilia e della Nazionale. Ora la società guidata dal presidente Stefano Sardara sonda il mercato per un playmaker di stazza e un’ala piccola molto atletica, valutando alternative a Deron Washington se non riuscirà a convincere l’ex Torino, mentre per la cabina di regia un profilo considerato è quello di Julyan Stone se il 29enne esterno non dovesse trovare l’accordo di rinnovo con Venezia. La Dinamo, intanto, ha proposto una proposta biennale ad Andrea Zerini (1988), il lungo che attende l’offerta di rinnovo da Avellino, prima di sciogliere la riserva.

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«Chiediamo che la Giunta rompa il silenzio sulla svendita del patrimonio genetico dei sardi, che 13.000 ogliastrini in buona fede hanno messo a disposizione della scienza per sviluppare la ricerca e migliorare la salute della nostra comunità.»

Lo ha dichiarato il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta, primo firmatario di una mozione, sottoscritta anche da consiglieri regionali di altre forze politiche, con cui si chiede alla Giunta di riferire al Consiglio regionale sulla vicenda che, dopo il fallimento della Shardna Spa, portò alla vendita di 13.000 campioni di Dna prelevati in Ogliastra alla Tiziana Life, una società inglese quotata in borsa.

«Su questo argomento il Consiglio regionale – ha ricordato Angelo Carta – ha già approvato nel 2016 due ordini del giorno con i quali si impegnava la Giunta a garantire il corretto utilizzo scientifico di questo importantissimo patrimonio genetico nell’interesse dei sardi ma, da allora, non è successo nulla e non possiamo accettare questo silenzio, sia da parte della Regione che del Cnr che dovrebbe svolgere un ruolo di riferimento nelle attività di ricerca».

«Nel frattempo – ha concluso il capogruppo del Psd’Az – i cittadini dell’Ogliastra non sono stati con le mani in mano ed hanno costituito una associazione per tutelare i loro sacrosanti diritti in ogni sede giuridica.»

Di questo particolare aspetto della vicenda ha parlato successivamente il presidente dell’associazione Flavio Cabitza che ha annunciato la richiesta di restituzione dei campioni di Dna già avanzata formalmente da 50 cittadini, mentre prosegue la raccolta delle adesioni di tutti i soggetti che, circa 15 anni fa, accettarono di partecipare alla ricerca fornendo un “consenso informato”.

«Un consenso – ha precisato Cabitza – che non può essere trasferito se nel frattempo sono totalmente cambiati sia i soggetti coinvolti che le condizioni, come ha stabilito una pronuncia del Garante della Privacy dell’ottobre scorso; attualmente, quindi, nessuno può utilizzare quei campioni.»

«Tuttavia – ha aggiunto Cabitza – quello che ci preoccupa di più è il silenzio su questa vicenda del presidente Pigliaru e degli assessori Paci ed Arru (che è anche un ematologo), come del Cnr al quale abbiamo chiesto un incontro due mesi fa senza ottenere nessuna risposta. Sappiamo però che le bio-banche sono uno dei motori delle economie più avanzate, soprattutto quando se composte da campioni omogenei appartenenti a comunità ristrette, un dato di conoscenza che rende molto più facile (e meno costoso) ricostruire sia l’incidenza che i percorsi delle malattie. Per fare un esempio degli interessi in gioco (anche economici) basti pensare che i campioni Dna degli islandesi sono stati pagati 450 milioni di euro mentre quelli dei sardi appena 285.000 euro.»

«Delle vicissitudini del patrimonio genetico dei sardi – ha concluso il presidente dell’associazione dei donatori ogliastrini – si è occupata a lungo la stampa locale, nazionale ed internazionale, che ringraziamo per aver tenuto alta l’attenzione su un problema così importante; adesso, attraverso questa mozione. se ne devono occupare sul serio le istituzioni regionali che ci permettiamo di chiamare direttamente in causa, crediamo, a nome di tutti i sardi.»

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Il racconto della crisi economica con la disoccupazione e il lavoro precario fa parte dell’attività quotidiana dei giornalisti che operano in Sardegna e in particolare di coloro che si occupano delle aree più svantaggiate. Il fatto è che i problemi dell’occupazione e della precarietà sono condivisi anche da molti dei giornalisti che ne scrivono. Alla crisi che dura da anni si è aggiunta, poi, per il Sud Sardegna e per il Sulcis in particolare anche il tema dello sbarco dei migranti che introduce, parallelamente al tema dell’accoglienza, anche nuovi indirizzi di sviluppo sociale.
Di tutto questo si parlerà lunedì prossimo, 12 giugno, ad Iglesias, per iniziativa dell’Ordine regionale dei giornalisti della Sardegna, in un seminario dal titolo: “Deontologia, lavoro precario e immigrazione”. L’appuntamento è alle 14.00, nella Sala Branca del Palazzo civico, in Piazza Municipio.

I lavori si concluderanno alle 17.00. Interverranno Francesco Birocchi (presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna), Ferdinando Nonnis (antropologo), Marco Grecu (segretario gen. SPI-Cgil) e Davide Madeddu (giornalista). I giornalisti che parteciperanno avranno diritto a tre crediti formativi.

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Arrivano le risorse per le leggi del settore sanitario, che già dai prossimi giorni saranno trasferite ai Comuni. La Giunta regionale, su proposta dell’assessore della sanità Luigi Arru, ha deliberato l’assegnazione alle amministrazioni comunali dei 48 milioni previsti nella Finanziaria 2017, secondo criteri di ripartizione concordati in sede di Conferenza Regione – Enti locali, e a seguito della comunicazione del fabbisogno da parte di ciascun Comune.
«Con questa delibera procediamo speditamente per permettere ai Comuni di soddisfare le esigenze di cittadini che hanno avuto patologie particolarmente invalidanti – dice l’assessore Arru – e contemporaneamente diamo risposte a quei Comuni che nell’anno precedente non sono riuscite a soddisfare completamente i fabbisogni dei propri cittadini.»
La delibera, infatti, stanzia una quota pari a 1.150.000 euro per le amministrazioni di Alà dei Sardi, Chiaramonti, Collinas, Lula, San Basilio, Santa Maria Coghinas, Sassari, Selargius, Siliqua, Sindia, Sorso, Uras, Usellus e Ussaramanna, che nel 2015 hanno avuto risorse inferiori rispetto al proprio fabbisogno.

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I dati parlano chiaro, negli ultimi dieci anni in Sardegna i Servizi Veterinari hanno mandato in pensione circa 100 veterinari dipendenti impoverendo la pianta organica, infatti, a tutt’oggi, a causa del mancato turnover, su tre servizi veterinari presenti nelle ASSL risultano in organico circa 340 dipendenti a tempo indeterminato, 20 precari e 30 specialisti ambulatoriali.

Dati che potrebbero sembrare non allarmanti se non fosse che questi veterinari devono coprire un territorio molto esteso e spesso di difficile percorrenza. Ventiquattromila chilometri quadrati dove si trovano circa 20 mila aziende ovi-caprine, 17 mila suine e 9.000 bovine; ogni tipologia di allevamento che va da quello avicolo all’apicoltura; le industrie lattiero casearie e per ultimo, ma non per questo meno importanti, i tanti stabilimenti di trasformazione del settore della pesca, della carne e avicolo.

Il tutto aggravato dal fatto che i 340 veterinari impegnati in queste attività, sono spesso sottoposti a ritmi e carico di lavoro non sempre compatibili con l’età, tanto è vero che circa il 50 per cento dei 340 veterinari pubblici in Sardegna supera i 60 anni.

In queste condizioni si determinano spesso casi in cui è impossibile garantire i controlli che permettono il mantenimento dei Livelli minimi di assistenza nelle tre aree funzionali dei servizi veterinari pubblici, la sanità animale, l’igiene degli alimenti di origine animale e l’igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche, anche in considerazione del fatto che, oltre al lavoro di ordinaria amministrazione che, per rendere l’idea sono profilassi di stato, controlli e verifiche della salute e del benessere animali, condizioni igieniche degli allevamenti, dell’alimentazione animale, dell’utilizzo dei farmaci e della loro presenza negli alimenti, controlli igienici sull’attività industriale e artigianale del settore, lotta al randagismo e tanto altro ancora, i veterinari sono chiamati ad affrontare emergenze di non facile gestione, come ad esempio il contrasto alla Blue Tongue e alla Peste Suina Africana.

Nel contesto regionale il settore del patrimonio zootecnico è uno dei cardini principali per lo sviluppo economico, e la veterinaria pubblica assume un’importanza strategica al fine del mantenimento delle qualifiche sanitarie degli allevamenti e quindi delle conseguenti certificazioni dei prodotti ai fini dell’import/export. A tal proposito, il Piano Regionale per il Benessere e la Protezione degli Animali da Reddito (PRBA) è nato dall’esigenza di ottemperare alle disposizioni previste dalle norme comunitarie, nazionali e dal Piano Nazionale del Benessere Animale e al fine di rendere uniformi la programmazione dei controlli a livello regionale e le modalità di esecuzione degli stessi.

Si apprende, inoltre, da una nota del Sindacato dei Veterinari di medicina Pubblica, che: la nuova ATS vorrebbe applicare, nella nostra regione, i parametri dei fabbisogni di personale delle regioni a zootecnica intensiva e a produzioni industriali molto spinte che nulla hanno a che vedere con la nostra realtà regionale, e di voler inoltre imporre turni di mobilità d’urgenza da una ASSL ad un’altra, con percorrenze e carichi di lavoro non indifferenti. E’ evidente che se si creano le condizioni per attivare turni d’urgenza e straordinari l’organico risulta ulteriormente sottodimensionato.

In questo quadro, a dir poco allarmante, è assolutamente necessario prevedere un potenziamento delle piante organiche, stabilizzando il personale precario, aumentando le ore di servizio ai veterinari della specialistica già in organico e assumendo quello inserito nelle graduatorie concorsuali in vigore, questo è un principio rimarcato anche dalle recenti normative nazionali (sblocco turnover) e regionali che, prevedono l’avvio di nuove procedure concorsuali previa verifica dell’esaurimento delle graduatorie preesistenti.

Pietro Comandini

Consigliere regionale Partito democratico

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La Giunta regionale ha approvato il programma preliminare dei primi due interventi per “Edifici intelligenti e reti Smart” per 16 milioni e 600mila euro: efficientamento energetico nell’edilizia residenziale pubblica di proprietà Area (11,6 milioni) e efficientamento energetico per raggiungere l’autosufficienza attraverso accumulatori di energia degli immobili di viale Trento, via Battisti e viale Trieste (5 milioni) a Cagliari.Si avvia così ufficialmente una nuova era per l’energia in Sardegna, quella degli edifici intelligenti che usano solo l’energia necessaria, non la sprecano anzi la autoproducono e, attraverso reti smart, ne trasferiscono la parte in eccesso alle strutture che ne hanno bisogno. Risparmio e migliore qualità della vita, dunque, già con i primi due interventi, approvati su proposta dell’assessore ad interim dei Lavori pubblici Raffaele Paci e dall’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras, che mettono in campo 16,6 dei 90 milioni complessivi del Piano: obiettivo finale è l’autosufficienza energetica degli edifici pubblici regionali e comunali.

«Il futuro è qui, lo sappiamo bene e investiamo risorse per proseguire in una direzione ben precisa, sostituire con le energie rinnovabili quelle fossili – spiega Raffaele Paci -. Con le risorse che investiamo vogliamo allo stesso tempo spingere il mercato in questa direzione, orientarlo verso il settore delle energie rinnovabili che è destinato a generare lavoro e benessere, e vogliamo attivare processi di filiera che consentiranno di attrarre investimenti pubblici e privati.»
«La Regione dà per prima il buon esempio – dice l’assessore Piras -. Iniziamo ad efficientare il palazzo di Viale Trento dopo aver predisposto un programma di interventi destinati agli enti locali, ai Consorzi industriali provinciali e alle Università, il cui bando è di imminente pubblicazione. Con gli stessi contenuti, cioè efficientamento, rinnovabili e smart grid, cominciamo a investire e a distribuire l’energia in modo intelligente nei nostri uffici.»

L’efficientamento energetico degli edifici pubblici, tra cui anche le scuole, sarà realizzato per esempio attraverso opere di isolamento termico dell’involucro degli edifici, impianti di climatizzazione ad alta efficienza, installazione di sistemi intelligenti di telecontrollo, regolazione, gestione, monitoraggio e ottimizzazione dei consumi energetici. Efficientamento energetico, dunque, ma anche costruzione di reti intelligenti che colleghino più edifici e infine la sistemazione di “pile” che accumulano l’energia in surplus e la distribuiscono alle strutture che ne hanno bisogno grazie a un sistema di monitoraggio che controlla costantemente la situazione e regola la distribuzione di energia.