24 November, 2024
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Giovedì pomeriggio, nella sala conferenze dell’Archivio Storico Comunale di Iglesias, si terrà la 2ª Festa del Breve di Villa di Chiesa.

Il Breve di Villa di Chiesa è il documento più importante custodito dall’Archivio Storico Comunale di Iglesias. E’ un prezioso esempio di statuto cittadino, nel quale ben si colgono:  la storia medievale di tutto un territorio, la figura del conte pisano Ugolino della Gherardesca, fondatore della città mineraria e suo dominatore nel periodo più antico della sua esistenza come città medievale, le basi del governo aragonese della città.

Nel 1327 il Codice venne approvato e corretto da Alfonso d’ Aragona che dominò la città dopo i pisani.

L’Amministrazione comunale di Iglesias intende festeggiare anche quest’anno la ricorrenza dell’8 giugno 1327, data in cui l’Infante Alfonso d’Aragona, dopo la conquista di Villa di Chiesa, ratificò il Breve.

Per l’occasione, anche quest’anno, il 690° da quella data, sarà organizzato un convegno dal titolo: “Studi sul Breve tra passato e futuro” nel quale si cominceranno a cogliere i frutti del convegno dello scorso anno a proposito del rilancio degli studi sul prezioso codice di leggi cittadino.

Grazie al prezioso lavoro di studio del Dipartimento di Storia, beni culturali e territorio della Facoltà di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Cagliari, infatti, potremo apprezzare e gustare qualche novità sul Breve di Villa di Chiesa.

Interverranno, oltre all’Amministrazione comunale, nella persona del vicesindaco Simone Franceschi, con importanti novità circa la promozione del patrimonio archivistico cittadino:

– la dott.ssa Sabrina Mingarelli, soprintendente archivistico per la Sardegna, con una riflessione sugli archivi comunali;

– la prof.ssa Cecilia Tasca, vice direttrice del Dipartimento di Storia Beni culturali e territorio, con una relazione dal titolo: “150 anni di studi sul Breve di Villa di Chiesa: dal Baudi di Vesme ai giorni nostri”;

– la prof.ssa Bianca Fadda, docente di Paleografia e Diplomatica, ed il dott. Roberto Poletti, dottore di ricerca in Fonti scritte della civiltà del mediterraneo, dell’Università degli Studi di Cagliari, con la relazione intitolata “Nuovi studi sul Breve di Villa di Chiesa: aspetti codicologici e paleografici”;

– Prof.ssa Betty Medde, vicepreside dell’ Istituto Ipia Galileo – Ferraris.

L’iniziativa è coordinata dalla dott.ssa Daniela Aretino e dalla dott.ssa Giorgia Marcia.

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Si è svolto mercoledì 31 maggio, nella Sala della Regina della Camera dei Deputati, il 1° Congresso Internazionale di Pedagogia Familiare  che ha riscosso una grande partecipazione, costituendo altresì un momento di riflessione e confronto sugli aspetti fondanti della Pedagogia Familiare – come Scienza, ormai quasi trentennale, Professione, nel suo divenire anche legislativo, e Valore universale – la cui straordinarietà risiede nel fatto che è l’unica professione che ha quali linee guida i Diritti Umani e i Diritti dei Bambini.

Vincenza Palmieri, Fondatore della Pedagogia Familiare e Presidente, esprime «grande soddisfazione non solo per le oltre 200 persone che hanno seguito con estremo interesse i lavori, ma anche per le intese manifestate dai Rappresentanti Istituzionali e di Governo, per gli accordi raggiunti e per la presenza di Amministratori Locali con cui avviare protocolli e collaborazioni professionali con i Pedagogisti Familiari». Primo fra tutti il Comune di Anguillara Sabazia, nella persona del suo sindaco Sabrina Anselmo, del vice sindaco ed assessore delle Politiche sociali Sara Galea e dell’assessore alla Pace e ai Diritti Umani Viviana Normando, con cui si è siglata in quella Sede una lettera di intenti e si è già avviato un protocollo per attivare un progetto di Pedagogia familiare nello stesso Comune. 

«Non un punto di partenza né un punto di arrivo, ma un punto di incontro per raccogliere l’esperienza degli ultimi 30 anni e riconoscere le vittorie emblematiche fin qui raggiunte, non solo in tutto il territorio nazionale ma anche in Africa (Angola), Spagna, Ecuador, Albania e Grecia», ha dichiarato il presidente Palmieri.

Grande commozione per l’invito di due missionari, Pedagogisti Familiari dell’Angola, che hanno parlato anche a nome dei loro fratelli, formati presso l’I.N.PE.F. (Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare) che li hanno preceduti ed hanno istituito missioni di Pedagogia Familiare in Africa: «Veniteci a trovare, noi chiederemo alle Istituzioni Governative angolesi di fare in modo che la Pedagogia Familiare sia ufficiale come servizio territoriale». «Da noi il matrimonio non è l’unione tra due persone ma tra due famiglie» – le parole di Don Chilumbo Sizano Da Costa Bunda, sacerdote della Diocesi di Sunde – cui si lega il messaggio di suor Florinda Muvandje, membro della Congregazione delle Suore di Santa Caterina, per la quale «la famiglia è il luogo dove si impara ad amare, è il pilastro su cui viene costruita la società». Entrambi hanno sottolineato come, insieme alla Formazione Teologica e Morale, quella in Pedagogia Familiare li abbia resi oltremodo specialisti nell’affrontare le problematiche familiari. 

Prezioso il contributo dei relatori, esperti ed esponenti del Mondo Accademico, che hanno fatto il punto sul metodo scientifico, lo stato presente e le prospettive future di una Professione sempre più al centro della domanda sociale, come il prof. Giuseppe Palmieri, Ricercatore all’Università di Cordoba, che per la prima volta ha pensato di applicare la metodologia multidisciplinare e olistica alla base della Pedagogia Familiare ai risultati della ricerca archeologica, con l’intento di rendere il patrimonio culturale alla portata di tutti, in primis dei bambini, raccontando di percorsi culturali intergenerazionali, dai piccoli ai nonni.

Significative le riflessioni sulla funzione educativa della Scuola e della Famiglia del consigliere del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Luciano Chiappetta e della Senatrice Elena Ferrara (Componente VII Commissione Istruzione Pubblica e Beni Culturali, Commissione Straordinaria per la tutela e la promozione dei Diritti Umani, Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali) che in particolare ha evidenziato il sostegno concreto che la Pedagogia Familiare può dare in questo senso, perché non possono esserci bambini soli, famiglie sole, né una Scuola sola. Importanti e condivise le parole dell’on. Mario Marazziti, presidente della XII commissione Affari sociali e Sanità della Camera dei deputati, per il quale il tema della debolezza, della fragilità, dell’imperfezione è e deve diventare sempre più un tema pedagogico familiare al centro di una profonda e articolata riflessione.

La senatrice Enza Blundo (Vicepresidente della Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza), ponendo l’accento sull’urgenza di rivisitare quelle leggi che non hanno portato i risultati attesi, ha tenuto a riconoscere all’A.N.PE.F. il fatto di essere una realtà capace di farsi carico dei problemi quotidiani della gente, risolvendoli.

Efficace ed emozionante la riflessione dell’on. Antonio Guidi, già ministro per la Famiglia, che così si è espresso: «L’orgoglio che si prova nel momento in cui si riesce a riportare un bambino a scuola o a restituire il sorriso ad una famiglia, è il punto da cui occorre ripartire insieme, lavorando su quelle Leggi e su quelle sinergie in cui crediamo fermamente».

Illuminanti gli spunti dell’avvocato Francesco Morcavallo, già Giudice del Lavoro e dei Minori, e dell’avvocato Francesco Miraglia, esperto in Diritto di Famiglia, i quali hanno posto l’attenzione su importanti aspetti legati alla riforma della Giustizia e sul valore normativo della professione del Pedagogista Familiare, temi che – come sottolineato dal presidente Palmieri – «ci vedono da anni così concordi, affiancati e determinati». Una disciplina tra l’altro che, come delineato dalla Prof.ssa Stefania Petrera, Responsabile Relazioni Istituzionali dell’I.N.PE.F., esprime una professionalità specialistica sempre adeguata e al passo coi tempi e capace, con estrema flessibilità e capacità di reazione, di valorizzare quelle positività e risorse esistenti in ogni contesto e in ogni famiglia.

Incentrati sulla famiglia anche gli interventi dell’on. Eleonora Bechis (VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione Camera dei Deputati), per la quale solo attraverso un’unica rete nazionale e locale di politiche familiari è possibile tutelare la famiglia quale risorsa e bene sociale, e della dott.ssa Daniela Salvati, consulente ONU e Componente del Direttivo CISCoD (Comitato Italiano Sport contro Droga), la quale ha ricordato come la Famiglia sia un fenomeno sociale in continua evoluzione e per questo rappresenti l’Istituzione più moderna della nostra Società ed ha fatto un plauso a chi – come l’A.N.PE.F. – mette in atto una professione ispirata ai Diritti inviolabili dell’Uomo e del Bambino.

Potenti e orgogliosamente concrete le testimonianze dei Pedagogisti Familiari dell’A.N.PE.F., che hanno portato la loro esperienza professionale sul campo, nelle diverse Regioni italiane, con uno spirito di rete ma anche di grande unione come gruppo di Professionisti.

Emiliana Alessandrucci, presidente del CoLAP (Coordinamento Libere Associazioni Professionali), a cui l’A.N.PE.F. ha aderito sin dalla sua Costituzione, ha sostenuto la necessità di riconoscere e valorizzare le competenze professionali e l’importanza del percorso di definizione dei requisiti e della verifica trasparente degli Standard qualitativi propri delle professioni, in base ai criteri di valutazione previsti dalle recenti norme sulle libere professioni. Il commento del presidente Palmieri: «Un altro importante traguardo che ci rende fieri della fermezza con cui abbiamo portato avanti un progetto etico sulla Professione che rappresenta, anche tutelati dalle norme, una Risorsa, una Proposta ed una Risposta».

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L’Amministrazione comunale di Iglesias stamane ha partecipato, a Cagliari, all’incontro con l’Agenzia Sarda per le politiche attive del lavoro. All’ordine del giorno vi era la stipula dell’accordo procedimentale con gli Enti pubblici ammessi al catalogo, approvato dalla RAS, per l’assunzione a tempo determinato dei lavoratori ex Ati-Ifras.

Il comune di Iglesias aveva partecipato alla manifestazione di interesse presentando sei progetti per l’utilizzo di un gruppo di 10 lavoratori (compatibilmente con le proprie capacità assunzionali) per lavori inerenti le finalità del Parco Geominerario.

«Auspico fortemente – commenta il Sindaco Emilio Gariazzo – un ulteriore sforzo per poter occupare tutti i lavoratori ex Ati-Ifras, in questa fase di transizione verso il bando internazionale.»

Questo perché non sono molti i lavoratori assorbiti dai comuni, per l’impossibilità ad assumere di molti di essi per la mancanza di capacità assunzionale. Circa 240 lavoratori saranno impiegati tra IGEA e Parco del Monte Arci.

«Spero – aggiunge Emilio Gariazzo – che anche il Parco Geominerario possa fare altrettanto, considerando anche il fatto che tutto il progetto dell’utilizzo dei lavoratori è finalizzato proprio a perseguire gli scopi del Parco Geominerario. Per questo ho scritto recentemente al presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, invitandolo a formalizzare la proposta per la nomina del presidente del nuovo Consiglio direttivo del Parco Geominerario.»

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Si terrà domani, giovedì 8 giugno, alle 9,30, nel Salone d’Onore del Comune di Cuneo la Consegna dei Rinoscimenti di BITEG – Borsa Internazionale del Turismo Enogastronomico e di MEG Mercato Enogastronomico che si sono svolti a Cuneo il 28 e 29 aprile.

All’evento parteciperanno l’assessore regionale alla Cultura e al Turismo Antonella Parigi, il sindaco di Cuneo, il presidente Mauro Bernardi e il direttore dell’ATL di Cuneo Paolo Bongioanni, Patrizia Dalmasso in rappresentanza della Camera di Commercio, DMO Piemonte Marketing, le associazioni di categoria e tutti i partner che hanno supportato la realizzazione degli eventi e gli studenti degli istituti Donadio e Grandis.

Il 1° giugno scorso in Lussemburgo, presso la Residenza dell’Ambasciatore d’Italia, è avvenuta la prima uscita internazionale di “MEG”, il Marchio che comprende diverse aziende del “made in Italy”, che così ha partecipato alla prima edizione dell’IF Lussemburgo, che si concluderà con la settimana della cucina italiana nel mondo (in programma nella terza settimana di novembre) con un programma di iniziative, nei settori agro-alimentare, vini, abitare (design, prodotti per la casa) e moda persona e accessori.

A Lussemburgo hanno preso parte 12 produttori: La fattoria dell’aglio, Salumificio Chiapella (salame cotto e crudo), Caseificio Ceirano-Villosio (Bra duro e Fontal), La Meiro Terre di Castelmagno, Caffè Fantino Sas, Palent srl (Infusi alcolici biologici (amaro, genepy, rosa, achillea), Relais du chocolat srl (Cuneesi al rum), Azienda produttrice Carni Dock srl (Prosciutto crudo Cuneo), Associazione autonoma panificatori Cuneo, Che bun srl (salsiccia), Kwattzero srl (marmellate e yogurt alla stevia), Inaudi Clemente & c. Srl (crema ai tartufi e funghi).

MEG un viaggio tra le eccellenze enogastronomiche italiane, le aziende che vi aderiscono presentano prodotti unici, autentici e tradizionali. E’ l’incontro con i produttori che raccontano insieme la loro storia. Le aziende che aderiscono a MEG Mercato Enogastronomico: rappresentano un valore aggiunto per il turismo enogastronomico; realizzano produzioni tradizionali legate ai territori; producono e vendono direttamente ai turisti sul posto con attività di degustazione; valorizzano le particolarità e le eccellenze territoriali e soprattutto si caratterizzano per unicità, qualità, autenticità.

«MEG – spiega Simona Rossotti, ad della società Olos Group srl – ha avuto il suo battesimo come valore aggiunto a Biteg, la Borsa Internazionale del Turismo Enogastronomico a fine aprile a Cuneo e nel prosieguo delle attività ha fatto la sua prima uscita internazionale in Lussemburgo assieme all’Ente Turismo di Alba e Roero, Ente Fiera Internazionale del Tartufo e Enoteca di Barbaresco, grazie al Direttore di TU Langhe e Roero Mauro Carbone e alla Presidente dell’Ente Fiera Liliana Allena. A MEG possono aderire aziende con eccellenze italiane di prodotti unici, autentici e tradizionali, vera ‘forza nascosta’ di tante aree d’Italia.»

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A Carbonia, d’ora in poi, sarà possibile celebrare il proprio matrimonio presso siti diversi e alternativi rispetto alla Casa Comunale. Oltre al matrimonio civile tradizionale nelle sale istituzionali del Municipio, la Giunta comunale di Carbonia, con delibera n. 93 del 29 maggio 2017, ha individuato tre sedi particolarmente significative e rappresentative della città, in cui sarà possibile unirsi in matrimonio.

Si tratta dell’Anfiteatro di Piazza Marmilla, dell’Anfiteatro di Monte Sirai e del pozzo n. 1 della miniera, ubicato presso la Grande Miniera di Serbariu.

L’iniziativa di celebrare i matrimoni in sedi distaccate rispetto al Municipio è ancora poco diffusa nelle città della Sardegna.

«Con questa decisione – ha spiegato l’assessore Paola Argiolas in una conferenza stampa tenuta con il sindaco Paola Massidda – il comune di Carbonia mira a rispondere alle richieste pervenute da cittadini residenti e da turisti, e si conferma pienamente al passo con i tempi e con l’evoluzione dei costumi e della società. In via sperimentale, per tutto il 2017, l’utilizzo di queste sedi sarà a titolo gratuito. La gratuità – seppur temporanea del servizio – fa di Carbonia la città apripista in Sardegna in questa modalità di fruizione. Il modo migliore per celebrare quella che per tutte le coppie rappresenta una giornata memorabile.»

«L’Amministrazione comunale ha deciso di partire – in sede di lancio del servizio – con tre sedi all’aperto. Ma si tratta di un progetto non definitivo: nel corso degli anni intendiamo incrementare il numero di locations in cui si potrà celebrare il matrimonio civile. Siamo convinti – ha concluso l’assessore degli Affari Generali del comune di Carbonia – che l’opportunità di celebrare il proprio matrimonio in luoghi che rappresentano la storia e l’identità della città di Carbonia possa rappresentare anche un volano per il turismo locale.»

  

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Ultimi giorni di campagna elettorale per le Amministrative in programma domenica 11 giugno. A Sant’Antioco sono quattro i candidati alla carica di sindaco e 64 i candidati alla carica di consigliere comunale.

Tra i candidati a sindaco non c’è il sindaco uscente Mario Corongiu che ha completato i due mandati previsti come limite massimo dal Testo unico per l’ordinamento degli enti locali nei Comuni con una popolazione superiore ai 3.000 abitanti, e si è candidato alla carica di consigliere comunale nella lista “Insieme per Sant’Antioco” che candida a sindaco Marco Massa, vicesindaco uscente.

Gli altri tre candidati sono Ignazio Locci, vicepresidente del Consiglio regionale, che guida la lista “Nautica, Edilizia e Turismo”; Alberto Mariano Fois, candidato della lista “Genti Noa”; e, infine, Massimo Melis, candidato della lista “Sant’Antioco Attiva”.

Di seguito, le quattro liste con tutti i candidati, nell’ordine di pubblicazione sulla scheda elettorale.

Lista “Sant’Antioco Attiva”. Candidato a sindaco: Massimo Melis. Candidati alla carica di consigliere comunale: Luca Cabras, Maria Tiziana Cinquemani, Ilaria Frau, Massimo Giamminelli, Valerio Lecca, Marco Locci, Enrico Marangoni, Salvatore Massa, Daniela Mazzarisi, Michele Mileddu, Filippo Mura, Daniela Pinna, Barbara Piras, Maria Gabriella Piras, Antonio Pittau, Annarella Zedda.

Lista “Genti Noa”. Candidato a sindaco: Alberto Mariano Fois. Candidati alla carica di consigliere comunale: Maria Laura Cara, Sabina Cosseddu, Gabriele Cossu, Daniela Dessena, Jean Francois Dessì, Ester Fadda, Fernando Fois, Massimiliano Grosso, Carlo Lai, Marco Locci, Davide Massa, Marco Matta, Francesco Pani, Alessandra Sanna, Alessandra Ternullo, Mattia Uccheddu.

Lista “Insieme per Sant’Antioco”. Candidato a sindaco: Marco Massa. Candidati alla carica di consigliere comunale: Francesca Culurgioni, Danilo Crastus, Giovanni Cammilleri, Francesca Mulas, Lucia Pittau, Lino Longu, Paolo Franco Garau, Mario Corongiu, Fernando Volta, Marta Concas, Roberto Lai, Isabella Federico, Enzo Ligas, Bruno Lecca, Mariella Piredda, Tommaso Ennas.

Lista “Nautica, Edilizia e Turismo”. Candidato a sindaco: Ignazio Locci. Candidati alla carica di consigliere comunale: Renato Avellino, Giuseppe Bullegas, Giorgio Corsini, Rosalba Cossu, Mario Esu, Francesco Garau, Salvatorina Iesu, Giovanni Antonio Inguscio, Roberta Manunza, Giangiuseppe Marongiu, Edoardo Mascia, Pasquale Renna, Laura Rubisse, Roberta Serrenti, Eleonora Spiga, Alessandro Vacca.

Nadia Pische ha intervistato i quattro candidati alla carica di sindaco.

 

 

 

 

 

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La RSU Eurallumina rilancia la mobilitazione con un presidio presso l’assessorato regionale dell’Ambiente, in via Roma, a Cagliari, per sollecitare una rapida approvazione della delibera per la VIA.

«Il lunghissimo iter istruttorio per l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie alla ripresa produttiva di Eurallumina, dopo due presentazioni pubbliche del progetto, due conferenze dei servizi a distanza di 13 mesi una dall’altra (29/30 dicembre 2015 – 30/31 gennaio 2017) e dopo un supplemento di conferenza conclusosi l’8 febbraio 2017 (dopo 930 giorni dall’avvio dell’iter – si legge in una nota della RSU Eurallumina -, ha visto i 23 enti partecipanti esprimersi con parere favorevole al progetto ed è stata ufficialmente decretata la chiusura positiva della conferenza dei servizi.»

«La Rusal-Eurallumina, volontariamente si è proposta di consegnare ulteriore documentazione tecnica a completamento e chiarimento del già dettagliato e voluminoso fascicolo progettuale, prima della predisposizione del verbale da parte dell’assessorato dell’Ambiente della Regione Sardegna, che prelude alla delibera regionale per l’autorizzazione denominata V.I.A. (valutazione di impatto ambientale) – si legge ancora nella nota della RESU Eurallumina -. Tale documentazione a completamento e chiarimento, è stata consegnata e protocollata in data giovedì 11 maggio 2017. L’impegno che era stato preso con i rappresentanti dei lavoratori Eurallumina, al tavolo della sede della Giunta regionale l’8 febbraio 2017, alla conclusione della conferenza dei servizi, da parte dei dirigenti del servizio S.V.A. fu quello che, all’avvenuta consegna di tale documentazione, in 30 giorni si sarebbe proceduto alla predisposizione del verbale, utile per la successiva delibera regionale. Dal momento in cui la documentazione della proponente Rusal-Eurallumina è stato depositato (11 maggio 2017), pur non avendole mai interrotte, abbiamo avviato ed intensificato più costanti interlocuzioni con le istituzioni coinvolte, al fine di monitorare il rispetto delle scadenze indicate. Nell’ultima assemblea generale del 23 maggio 2017, si è condivisa la necessità  di richiedere conferma dei tempi, per noi variabile imprescindibile per arrivare agli step successivi e definitivi (A.I.A.), con la sempre più incombente eventualità che la lungaggine (ad oggi sono 1.049 i giorni di istruttoria) possa far accantonare il progetto dagli azionisti e che vengano a cessare gli strumenti di sostegno ai lavoratori, per i quali si avvicina la conclusione e che sia pur impegnati in sempre più costanti presenze operative in stabilimento, da quegli strumenti non possono prescindere.»

«Nel sempre affermato e confermato pieno rispetto dei tecnici e dirigenti preposti alla valutazione del progetto, consapevoli delle  altrettante priorità legate alle proprie funzioni e che assumono sempre maggiori, ampie e gravose competenze – sottolinea ancora la RSU Eurallumina -, RITENIAMO CHE PER QUANTO RIGUARDA IL PROGETTO DI RIPRESA PRODUTTIVA DI EURALLUMINA E NELLO SPECIFICO L’AUTORIZZAZIONE DI V.I.A., alla scadenza ormai prossima dei TRE ANNI (mancano 19 giorni), si debba procedere in tempi più rapidi possibile alla predisposizione del VERBALE ed alla successiva definitiva DELIBERA REGIONALE. SI PROCEDA!!! CON TUTTE LE GARANZIE PRESCRITTIVE CHE SI RITIENE APPLICARE!!! MA SI PROCEDA!!!»

«Auspichiamo di non dover mettere in atto e che non siano necessarie iniziative di più forte mobilitazione che i lavoratori Eurallumina sono stati costretti, a costo di grandi sacrifici, ad attuare in questi anni per rivendicare il diritto al lavoro, per la difesa e rilancio del comparto industriale, per il territorio del Sulcis Iglesiente e per lo sviluppo economico e sociale della Sardegna. Ma se questo sarà necessario – conclude la RSU Eurallumina -, non recederemo di un passo, aumentando la nostra determinazione per il raggiungimento dell’obiettivo che ci siamo prefissati.»

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La Confesercenti provinciale sollecita il comune di Cagliari all’attuazione del Piano delle Aree per la disciplina del commercio su area pubblica.

«Non vi è più traccia del piano delle aree concordato tra la Confesercenti e il comune di Cagliari con la precedente amministrazione – dice Marco Medda, presidente dell’ANVA (Associazione degli operatori su area pubblica) aderente alla Confesercenti provinciale – che aveva l’ambizione di creare oltre 1.500 posti di lavoro, riversando gli stessi numeri nell’abusivismo così visibile nelle nostre strade. Da qualche anno ormai avevamo impostato una trattativa con il comune di Cagliari per la definizione di alcune zone dove è possibile sviluppare dei piccoli mercati su area pubblica sia per fornire un servizio di quartiere molto richiesto, sia per trovare una soluzione a un abusivismo che sta assumendo dimensioni preoccupanti e che invece potrebbero avere soluzioni molti semplici. Purtroppo, l’interlocuzione con il comune si è interrotta – conclude Marco Medda – e, nonostante la nostra associazione abbia anche fornito diverse proposte per una serie di aree della città che avrebbero bisogno di un servizio come quello del mercato, dagli uffici comunali tutto tace.»

In ogni caso l’ANVA si rende disponibile per un confronto con il comune di Cagliari per trovare soluzioni, in particolare «per risolvere il problema di una sacca di abusivismo che esiste ma per la quale si possono trovare diverse possibilità per permettere a queste persone di lavorare in regola e di sopravvivere in un momento storico così difficile».

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E’ stato sottoscritto stamane tra Aspal e Consorzio del parco del Monte Arci l’accordo procedimentale che permetterà di avviare la procedura per l’assunzione a tempo determinato di oltre 120 lavoratori ex Ati Ifras, che dallo scorso 31 dicembre sono rimasti senza occupazione a seguito della scadenza della convenzione con la Regione. Il documento – sottoscritto dal presidente del Consorzio, Renzo Ibba, durante la riunione alla quale erano convocati oltre 39 sindaci e amministratori della Sardegna – da avvio alla procedura di assegnazione delle risorse previste per la realizzazione degli interventi approvati dall’assessorato regionale degli Enti locali il cui catalogo è stato approvato con la relativa delibera di Giunta regionale. Il prossimo passo sarà l’avvio di una selezione dei lavoratori già profilati e la gestione operativa delle fasi di inizio degli interventi. I lavori previsti e approvati, riguardano la sistemazione complessiva di itinerari di valorizzazione del compendio del Parco del Monte Arci, la manutenzione dei sentieri e le attività di comunicazione – soprattutto a fini turistici – dell’imponente patrimonio archeologico e naturalistico ricompreso nell’area del Parco.

«L’iniziativa rappresenta una opportunità concreta per il territorio e per i lavoratori provenienti anche dai comuni limitrofi e garantirà oltre che la salvaguardia temporale dei posti di lavoro anche una significativa azione di impulso alle attività dell’ente» ha sottolineato il presidente Ibba. L’iniziativa del Consorzio rappresenta un apprezzabile intervento per garantire il futuro occupazionale dei lavoratori, visto che molti Comuni, a causa dei vincoli di legge, sono impossibilitati alle assunzioni. 

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La Regione punta sulla riqualificazione e valorizzazione delle testimonianze più significative dell’archeologia mineraria e industriale della Sardegna. «La gestione museale ed il recupero di alcuni siti – spiega l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras – hanno finora comportato per la Regione e il Parco Geominerario Storico e Ambientale un notevole impegno finanziario. I risultati ottenuti sono positivi ma non basta. Occorrono interventi più incisivi per consentire una piena fruizione dei siti dal punto di vista turistico e museale. Penso a realtà come la Laveria La Marmora di Nebida, nel comune di Iglesias, e la Galleria Henry di Buggerru.»
Per consentire l’esecuzione di nuove opere di valorizzazione in questi due siti, la Giunta, su proposta dell’assessore Piras, ha deciso di accelerare le procedure per restituire alla Regione alcune aree e alcuni beni sui quali attualmente grava un vincolo del demanio marittimo. L’esecutivo ha approvato una delibera che dà mandato agli uffici dell’Assessorato degli Enti locali, Finanze e Urbanistica per avviare il procedimento di “sclassifica” dal regime demaniale marittimo di quelle aree, comprese nei comuni di Iglesias e di Buggerru, sulle quali al momento non è possibile intervenire con opere di riqualificazione. I beni saranno poi trasferiti al patrimonio della Regione.