Raffica di sanzioni sull’Isola di Mortorio, nel Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena.
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Un fine settimana di fuoco per le imbarcazioni che incuranti dei limiti e delle prescrizioni da adottare all’interno del perimetro del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena hanno dato l’ancora in prossimità dell’Isola di Mortorio. Gli uomini della Motovedetta CP 709 dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Golfo Aranci hanno provveduto a restituire all’isola il rispetto dovuto ad un’area classificata ad alto livello di tutela sia a terra che a mare: zona MA/TA rispetto alle indicazioni fornita dall’allegato a) del Decreto istitutivo dell’Ente Parco. Sanzioni a raffica volte a scoraggiare abusi che con il crescere dell’affluenza nel corso della stagione andranno a rappresentare un problema sempre più importante. L’oggettiva difficoltà da parte dell’Ente Parco di monitorare con i suoi mezzi un’area così sensibile è stata superata grazie alla collaborazione con le altre istituzioni in questo caso la Capitaneria di Porto che è intervenuta con i suoi mezzi e i suoi uomini a colmare la lacuna. Un lavoro congiunto per provare a contenere gli abusi all’interno dell’area meridionale del perimetro del Parco, quella più difficile da seguire in ragione della distanza rispetto al centro nevralgico delle attività che l’Ente Parco svolge, perlopiù concentrate intorno all’Arcipelago di La Maddalena.
«La collaborazione tra istituzioni – sottolinea il commissario straordinario dell’Ente Parco Leonardo Deri – consente di sopperire ad una difficoltà oggettiva rappresentata dalla perimetrazione del Parco. Per l’Ente, è difficile garantire il costante presidio e monitoraggio della parte meridionale a causa della carenza di uomini e mezzi: la collaborazione con gli organi di controllo presenti sul territorio, in questo caso l’Ufficio Circondariale Marittimo di Golfo Aranci ha consentito un lavoro di verifica altrimenti difficile da svolgere. Momenti di questo tipo – sottolinea ancora il commissario Deri – non devono essere avvertiti come vessatori nei confronti dei fruitori delle specificità ambientali dell’Arcipelago e del suo territorio a terra e a mare, ma vogliono piuttosto riportare ad una corretta fruizione rispetto ai delicati equilibri riconosciuti dalla presenza del Parco.»
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