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Durissima presa di posizione del segretario generale Cisl Sulcis Iglesiente Fabio Enne e del segretario generale Femca Cisl Nino D’Orso, sulla situazione d’emergenza della Portovesme srl.
«A distanza di 2 settimane, esattamente dal 4 luglio, data in cui si è svolto un incontro richiesto da Confindustria Sardegna per fare il punto della già gravissima situazione della Portovesme srl – scrivono in un comunicato Fabio Enne e Nino D’Orso – la Cisl presente ai massimi livelli confederali e di categoria, dichiarava un sonoro rifiuto verso la scandalosa indifferenza istituzionale per la soluzione, transitoria e definitiva, delle problematiche che impedissero la fermata degli impianti.»
«A questo la Cisl, nella stessa sede di Confindustria, ha espresso malessere nei confronti dell’Azienda invitandola a recuperare corrette relazioni industriali, nello stesso tempo dichiarava a Cgil e Uil, un comportamento corretto, rispettoso ed attento, in particolare sull’unità di intenti – aggiungono Fabio Enne e Nino D’Orso -. La registrazione delle cose dette in riunione può essere utile per capire la nostra posizione odierna, oltreché, documentare la nostra linea sulla vertenza. La stessa Confindustria, dopo avere sentito le nostre posizioni, condivideva e invitava tutti ad essere più efficaci nelle azioni da mettere in campo per portare a casa i risultati. La nostra proposta oggi è confermata dalla mancanza di risposte immediate e utili ad evitare la fermata produttiva. Abbiamo indicato una direzione verso Roma, Ministero Ambiente, perché alcune soluzioni percorribili dipendono dallo stesso.»
«Sono state fatte richieste di incontro verso il Ministero, a dire il vero, anche in questa occasione con richieste separate, e per essere conseguenti, pareva ovvio arrivare al Dicastero, con la sana determinazione che in altre circostanze abbiamo inseguito e perseguito unitariamente. Anche oggi assistiamo ad iniziative che dovevano prevedere una decisione da intraprendere fra tutti i soggetti coinvolti, ivi compresa la Cisl, ma purtroppo registriamo le solite azioni inconcludenti e poco utili – sottolineano ancora Fabio Enne e Nino D’Orso –. Occupare una sede in “disuso”, può servire a togliere le ragnatele. Proseguire a far finta di niente pur di non disturbare chi ha le responsabilità sulle procedure da attivare immediatamente per salvaguardare la continuità di marcia dello stabilimento, non rientra nella nostra caratteristica. Lo stabilimento è un bene prezioso che non può essere gestito nelle sue problematiche da stati ansiosi né tantomeno da metodi che tendono a primogeniture poco funzionali, quando esse oltre a non ottenere i risultati sperati, creano fratture nei rapporti e nel raggiungimento degli obiettivi. Vogliano, questa volta, informare i livelli regionali della Cgil e della Uil, partendo da una nostra convinzione che, in considerazione di quanto suddetto, ci obbliga ad attraversare il Tirreno in solitudine come organizzazione ma in forte compagnia con i tanti che sono stufi di una Politica del nulla.»
«Partiremo a Roma e faremo tutto ciò che sarà possibile per ottenere veloci soluzioni da questo Governo e dal Ministero competente. Restiamo convinti – concludono Fabio Enne e Nino D’Orso – che il nostro ruolo sindacale debba essere autonomo dai partiti e preferiamo un serio confronto con l’Azienda, anche con toni altri se necessario, esigendo dalla stessa e dai suoi rappresentanti, il massimo rispetto.»