24 November, 2024
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«Non si può non prendere atto con sconcerto e sconforto dell’ennesimo stop imposto, questa volta dalla Provincia Sud Sardegna, all’iter per l’approvazione dell’autorizzazione transitoria a termini di legge all’ampliamento d’uso della discarica di Genna Luas, in attesa dell’esito dell’iter autorizzativo alla nuova discarica per il conferimento degli scarti del processo produttivo della Portovesme srl.»

Cesare Moriconi, consigliere regionale del Partito democratico, primo firmatario della mozione approvata il mese scorso dal Consiglio regionale, interviene sulla nuova manifestazione di protesta dei lavoratori della Portovesme srl, per i tempi lunghi delle procedure autorizzative per la realizzazione della nuova discarica e, nell’immediato, per l’ampliamento di quella giù attiva.

«Tale autorizzazione transitoria avrebbe assicurato nel contingente la continuità produttiva ad una delle ultime realtà industriali sopravvissuta alla grave crisi economica che ha stravolto l’intero sistema produttivo e sociale dell’Intera Isola. Un’Azienda che oggi vanta circa 1300 dipendenti, tra diretti e indotto, con un fatturato annuo di 500 milioni di euro e una ricaduta sul territorio del Sulcis, la provincia più povera d’Italia, di grande rilevanza socioeconomica ai fini della sopravvivenza – aggiunge Cesare Moriconi -. Oggi si viene a sapere che gli uffici preposti della provincia Sud Sardegna sollevano dubbi, postumi, sulla procedura che riguardava un iter amministrativo senza impatto ambientale, ipotizzando un diverso iter che prevede invece un nulla osta ambientale.»

«Dubbi leciti e legittimi – sottolinea ancora Cesare Moriconi -. Ma altrettanti dubbi solleva il fatto che, dopo tantissimo tempo perso in lungaggini burocratiche e dopo una mozione sull’argomento, con primo firmatario il sottoscritto, da cui è scaturito un ordine del giorno approvato da tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale che impegnava la Giunta regionale ad adottare ogni possibile ed urgente iniziativa per ridurre al massimo i tempi delle procedure burocratiche, oggi dopo un altro mese trascorso inutilmente si debba prendere atto dell’ennesimo intoppo burocratico.»

«L’azione di occupazione effettuata dalla maestranze della Portovesme srl che, a causa di questo ennesimo ritardo vedono dietro l’angolo lo spettro della disoccupazione, non può limitarsi da parte della politica ad una sterile ostentazione di solidarietà. E’ necessario un’azione corale che veda tutte le forze politiche che hanno approvato l’ordine del giorno richiedere alla Giunta regionale con la massima fermezza e la necessaria determinazione – conclude Cesare Moriconi – il rispetto degli impegni assunti considerando l’emergenza in atto.»

Il segretario del Partito democratico di Carbonia Iglesias, Daniele Reginali, in una breve nota manifesta «sostegno e vicinanza ai lavoratori della Portovesme srl in lotta per la difesa dello stabilimento. Quanto appreso oggi dai sindacati è un fatto importante cui deve essere trovata una soluzione. E’ necessario che si trovi immediatamente una soluzione al problema – conclude Daniele Reginali – per evitare che la fabbrica del Sulcis possa subire una eventuale fermata».

 

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In Consiglio regionale si riaccende il dibattito sulle Province.

«In questi giorni sta andando avanti il dibattito sul riordino delle Province della Sardegna – scrive in una nota Luca Pizzuto, consigliere regionale del gruppo Art. 1 – Sdp -. In altre occasioni ho espresso il mio parere negativo sulla loro soppressione e non sono stato d’accordo sul sistema che sta alla base della Legge regionale 2 del 2016, che non ho votato. Ad oggi la legge si sta dimostrando inefficace e le Province hanno perso il loro ruolo fondamentale di strumento di sviluppo e organizzazione per le periferie. Anche per questo motivo ritengo fondamentale ritornare ai confini precedenti alla nuova legge, che garantivano maggiore vicinanza tra Ente, territorio e suoi abitanti. In un periodo delicato come quello che stiamo attraversando, dove si registra un costante disinnamoramento dalla politica e dell’amministrazione pubblica, non possiamo assolutamente permetterci che le Province siano Enti sempre più lontani dai cittadini e dalle loro esigenze.»

«Un secondo punto riguarda le elezioni. La democrazia, per essere compresa, amata e sostenuta, va esercitata. La forma più diretta di esercizio democratico è l’elezione diretta. Per questo affermo ancora una volta – conclude Luca Pizzuto – che è necessario avere province democraticamente elette; ogni altra forma non farebbe altro che contribuire al distacco tra cittadini e istituzioni.»

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Una pista da ballo d’eccezione sul Golfo degli Angeli: venerdì 21 luglio 2017, dalle 21.00, la terrazza del Bastione Saint Remy a Cagliari si trasformerà in sala sotto le stelle. Non una serata qualsiasi ma Bell’arrosa, una discoteca di ballo sardo all’aperto. Nessun volume assordante, tutti in cerchio o a braccetto per piccoli gruppi. L’appuntamento, con ingresso gratuito, è stato organizzato dall’associazione culturale Iscandula che da oltre trent’anni si occupa di promuovere e diffondere la musica tradizionale e in particolare le launeddas. Il nome scelto è un omaggio alla figura più acrobatica della danza – detta anche Sciampitta – quando il ballerino, tenuto da altri due compagni, esegue i passi capovolto. Nella lunga serata di festa si alterneranno vari professionisti: Orlando Mascia, alle launeddas e altri strumenti sardi; Bruno Camedda, fisarmonica e organetto; Graziano Montisci e Michele Deiana alle launeddas; Eliseo Mascia, percussioni, e ospite speciale Cosimo Lampis, alla batteria. Ma i veri protagonisti saranno i ballerini di ogni età.

Bell’arrosa si propone di rievocare uno storico evento a venti anni dalla sua realizzazione e dal contagioso successo. Era infatti il 1997 quando Iscandula ideò la serata-pioniera a Quartu Sant’Elena, organizzata dal Circolo Ottocento del compianto Alberto Orrù. Si tenne nei locali della Casa Sarritzu dove si riunirono giovani arrivati dai paesi lontani, adulti, anziani e bambini. Tutti a ballare – esperti e non – senza dover aspettare la festa del patrono o senza doversi iscrivere necessariamente a un gruppo folkloristico. E fu proprio da quell’input che nacquero varie scuole di ballo tra cui Cagliari e Quartu Sant’Elena. Ma al secondo appuntamento arrivarono i controlli e infine la Polizia – verificata l’inadeguatezza dell’impianto elettrico – inflisse una multa di quattro milioni ed una diffida. Dopo qualche tempo e in altre sedi, l’esperimento fu ripetuto ma senza il successo straordinario dell’esordio. Fino a oggi.

Secondo l’antropologo danese Andreas Fridolin Bentzon, il primo in assoluto a studiare – e registrare negli anni Cinquanta – la musica delle launeddas, il loro uso è arrivato fino a noi proprio grazie ai balli del fine settimana. Il suonatore veniva infatti ingaggiato dai giovani di un paese con un contratto scritto detto Tzaracchia con il quale si impegnava ad accompagnare i balli di tutti i sabati e le domeniche per l’intero anno. Questa attività gli garantiva uno stipendio saldato di solito al raccolto. Una ricostruzione confermata anche dal ritrovamento, da parte del dottor Carlo Pillai, di alcune copie dei contratti conservati nell’Archivio di Stato di Cagliari. Poi i balli domenicali caddero in disuso dopo la seconda guerra mondiale con l’arrivo dei fonografi e soprattutto della Siae che imponeva il pagamento di una tassa (non dovuta perché si tratta di musica di pubblico dominio) che spesso superava addirittura il cachet dei suonatori. E così le piazze dei paesi smisero di essere delle piccole ‘discoteche’ all’aria aperta.

 

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I Riformatori sardi ritornano all’attacco della Giunta regionale sulla riforma della rete ospedaliera.

«Il Pd affossa la rete ospedaliera, gli alleati si sfilano, una giunta regionale che non si capisce più da chi è sostenuta». Questa è la situazione secondo i consiglieri regionali dei Riformatori sardi Michele Cossa e Attilio Dedoni dopo lo stop del Pd alla rete ospedaliera. «Francesco Pigliaru e Luigi Arru hanno subito l’ennesima, cocente umiliazione da parte del partito di maggioranza relativa. Si vede che si è ormai vicini alla fine della legislatura: la minaccia di mandare tutti a casa non fa più effetto – aggiungono Michele Cossa e Attilio Dedoni -. La cosa tragica è che nessuno di loro sembra minimamente preoccupato per il caos in cui sta precipitando la sanità sarda, oramai totalmente allo sbando. Con responsabilità ben precise: le lotte interne del Pd impediscono la nomina del direttore dell’Areus; Fulvio Moirano fiuta l’aria e diventa sempre più temporeggiatore e, a quanto pare, si guarda bene dall’adottare un atto aziendale che sarebbe palesemente illegittimo, lasciando che la barca vada alla deriva; numerosi provvedimenti adottati dai direttori generali (Brotzu in testa) anticipano del tutto impropriamente  la rete ospedaliera sono totalmente illegittimi in quanto basati su delibere della Giunta che usurpano il potere di programmazione, proprio del Consiglio regionale; Raffaele Paci non fornisce i numeri reali della spesa sanitaria per il 2016 – o forse non li ha affatto, ciò che sarebbe ancora più grave – contribuendo in modo significativo ad aggravare un intollerabile stato di incertezza. Vadano a casa subito.»

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Rossella Pinna, consigliere regionale del Partito democratico, ha presentato un’interrogazione all’assessore regionale della Sanità, con la quale chiede chiarimenti sulle ragioni dell’interruzione delle attività del centro antiviolenza dell’ex provincia del Medio-Campidano.

«Il fenomeno della violenza di genere contro le donne – afferma la consigliera Pinna – non risparmia neanche la Sardegna che con i recenti drammatici fatti, ultimo dei quali ha visto protagonista una giovane cagliaritana ridotta in fin di vita che fa seguito ad altri gravi  episodi verificatisi  a Sassari, Capoterra e Iglesias, culminati con l’uccisione di tre donne, per mano di uomini che rientravano nella sfera parentale o amicale, ha posto, una volta di più, l’attenzione sul ruolo sociale che i centri antiviolenza rappresentano.»

«Il Consiglio regionale, da parte sua, con un importante segnale politico, riconoscendone il ruolo strategico è intervenuto accogliendo, nell’ambito della recente manovra finanziaria, l’emendamento proposto in primis dalla sottoscritta, teso ad incrementare lo stanziamento per il 2017 da 300mila a 900mila euro, assegnando ulteriori 300mila euro per ciascuna annualità 2018-2019, con l’obbiettivo di rafforzare le attività fin qui poste in essere dai Centri e garantire i compiti e le funzioni loro assegnati dalle norme regionali (L.R. n. 8/2017 e n. 26/2013) – aggiunge Rossella Pinna -. Lo stesso Consiglio ha approvato, inoltre, una modifica normativa alla legge regionale n. 8/2007, che limitava il numero dei Centri, estendendoli opportunamente, al fine di rendere più capillare e articolata la rete dei servizi su tutto il territorio regionale, anche alla luce dell’obiettivo, a livello statale, di rafforzare e diffondere sull’intero territorio la presenza di questi importanti presidi.»

«E’ del tutto evidente il ruolo di primaria importanza che l’Organo legislativo ha voluto attribuire alle attività svolte dai Centri che devono, necessariamente e al più presto, essere posti in condizioni di proseguire il loro importante compito di presidio, di sostegno, di tutela, di prevenzione. Tuttavia, in netto contrasto con l’effettiva volontà espressa dal Consiglio – conclude Rossella Pinna -, dal 1° gennaio 2017, il Centro antiviolenza che opera fin dal 2008 nella provincia del Medio Campidano, essenziale punto di riferimento del territorio, ha interrotto il servizio a seguito della scadenza contrattuale tra l’ex Provincia ed il soggetto gestore.»

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«Manifesto tutta la mia solidarietà ai lavoratori della Portovesme srl che proseguono la loro battaglia per garantire il loro futuro e il mantenimento in attività dell’azienda e nella giornata di oggi hanno occupato, a Carbonia, l’ufficio del commissario della provincia del Sud Sardegna. I rappresentanti sindacali hanno chiesto alla Provincia di velocizzare l’approvazione della proroga per poter depositare nella discarica di Genna Luas altre 25mila tonnellate di scarti di lavorazione. Tutto questo in attesa di approvare il più complessivo progetto per la nuova discarica.»

Lo scrive, in una nota, Luca Pizzuto, consigliere regionale del gruppo “Art. 1 – Sdp“.

«In un territorio da troppi anni coinvolto in una crisi economico-occupazionale dagli effetti devastanti, non possiamo permetterci di portare un solo altro posto di lavoro. Mi unisco alla richiesta dei lavoratori perché si concludano, nel più breve tempo possibile – conclude Luca Pizzuto -, le procedure necessarie per la prosecuzione del lavoro della Portovesme srl.»

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La commissione straordinaria di inchiesta sulla Sanità sarda, presieduta da Attilio Dedoni, questa mattina ha effettuato un sopralluogo a Oristano per incontrare i vertici della Asl 5 ed il direttore amministrativo della Asl unica, Fulvio Moirano.

Assenti i rappresentanti della maggioranza, il presidente ed i commissari Pietro Pittalis (Forza Italia), Angelo Carta (Psd’Az) ed Emilio Usula (Rossomori) sono stati ricevuti all’ospedale San Martino dal direttore Mariano Meloni accompagnato dal suo vice Antonio Pinna e dal direttore del servizio infermieristico Gianni Piras. Impegnato a Cagliari col presidente della Regione, invece, l’assessore Luigi Arru.

Per la Asl unica, invece, era assente il direttore generale Fulvio Moirano, sostituito però dal direttore amministrativo Stefano Lorusso. Proprio quest’ultimo, rispondendo alle domande del presidente Attilio Dedoni, ha detto che «l‘azienda unica ha iniziato a fare le gare unificate, come quella dell’elisoccorso e anche altre. Abbiamo sinora riscontrato che spesso le gare si sono arenate per difetti sui capitolati tecnici. Ma per contenere la spesa stiamo valutando anche iniziative drastiche nei confronti dei 70 medici iperprescrittori (i professionisti che farebbero eccessivo ricorso alla prescrizione di medicine ndr.), che sono già stati individuati».

Sulle difficoltà di attuazione della riforma ha preso la parola anche il direttore della Asl di Oristano, Mariano Meloni: «E’ una fase complessa, anche perché non sono sempre chiari i poteri e le funzioni attribuite a noi direttori. Però ogni giorno affrontiamo un problema nuovo e lo risolviamo: è un fatto che di dà soddisfazione. Soprattutto dal punto di vista amministrativo, perché stiamo collaborando davvero con la direzione generale, a Sassari».

Il commissario Pittalis ha sollevato alcune perplessità sullo stato dei locali («non sembra di arrivare in una struttura ospedaliera») ma soprattutto sui problemi del personale assunto a termine: «Non capisco perché in alcune Asl si attinga alle graduatorie in modo differente, tanto che c’è chi viene chiamato per due anni e chi solo per un anno, nonostante abbiano superato lo stesso concorso. Il rischio di ricorsi e disfunzioni è molto alto». Il direttore Meloni ha toccato il tema affermando che «a breve a Oristano saranno assunte 78 persone a tempo determinato».

Ha preso poi la parola il commissario Angelo Carta, che ha denunciato i ritardi nell’invio di documenti richiesti: «Ho presentato a maggio 2016 una richiesta di accesso agli atti e il dottor Fulvio Moirano mi ha risposto oggi, dopo un anno e due mesi. Vorremo capire, sulla scorta di questa riforma, cos’è cambiato rispetto al passato e qual è la nuova via che si sta percorrendo per risparmiare». Della stessa opinione il commissario Usula: «Sono temi di assoluto valore che affrontiamo qui ma che dovranno essere rivisti anche nella commissione Sanità». 

Secondo il direttore Mariano Meloni «con la riforma si possono e si devono evitare sprechi, si deve garantire la qualità e stanare gli imboscati. Ma ho dubbi che il costo sanitario pro capite della Sardegna, che già è al livello se non più basso di quelli di tante regioni italiane, possa essere diminuito continuando a garantire una sanità all’altezza dei Paesi civili».

Il presidente Attilio Dedoni ha annunciato che, dopo le visite di Nuoro e Oristano, prossimamente la Commissione andrà nel Sulcis Iglesiente e a Sassari: «Intendiamo così completare i sopralluoghi nell’Isola per dare piena attuazione al mandato ricevuto dal Consiglio regionale al momento della istituzione di questa commissione straordinaria».

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Nuova manifestazione di protesta della RSU della Portovesme srl che ha occupato l’ufficio dell’amministratore straordinario della provincia del Sud Sardegna, Giorgio Sanna, in via Mazzini, a Carbonia, per sollecitare l’approvazione della proroga per lo smaltimento di ulteriori 25.000 tonnellate di scarti di lavorazione nella discarica di Genna Luas, necessaria ed indispensabile in attesa del via libera al progetto della nuova discarica che tarda ad arrivare.

La RSU e le rappresentanze sindacali dei lavoratori sono fortemente preoccupati, perché i tempi lunghi delle procedure autorizzative stanno rischiando di portare alla fermata degli impianti, con conseguenze drammatiche in un territorio già alle prese con una crisi gravissima che pone a rischio la sopravvivenza di un intero territorio.

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Entreranno in vigore da lunedì prossimo, sino al 26 agosto, gli orari estivi delle casse ticket del Palazzo Rosa, in via Monte Grappa, e della Stecca bianca in viale San Pietro, dell’Azienda ospedaliera universitaria di Sassari.

Dal 24 luglio quindi gli sportelli del Palazzo Rosa apriranno dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle 13,30 mentre il sabato dalle 8.00 alle 13.00. Inoltre, saranno aperti anche il 14 agosto dalle ore 8.00 alle ore 13.00.

Le casse ticket della Stecca bianca, invece, apriranno dal lunedì al giovedì dalle 7,30 alle 16,30 mentre il venerdì dalle 7,30 alle 13,30. Resteranno chiuso nella giornata di sabato e il 14 agosto.

In questo periodo l’attività di accettazione del laboratorio analisi al Palazzo Rosa sarà a disposizione del cittadino da lunedì a sabato, 14 agosto compreso, dalle ore 7,30.

Dagli uffici amministrativi del presidio ospedaliero, poi, ricordano che è possibile pagare le visite ambulatoriali prenotate al Cup, o le prestazioni di Pronto Soccorso, anche allo Sportello Amico di Poste Italiane. Inoltre, è possibile effettuare il pagamento di tutte le prestazioni del Servizio sanitario nazionale tramite il conto corrente postale n° 93419943, intestato all’Azienda ospedaliera universitaria di Sassari.

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Ora è ufficiale: Marco Borriello ha firmato il nuovo contratto che lo lega al Cagliari per la stagione 2017/2018 con opzione per la stagione successiva.

«Era quello che volevo – ha detto il centravanti rossoblu in conferenza stampa-. L’anno scorso si è creato un rapporto bellissimo con i compagni, l’allenatore e i tifosi. Non avevo motivo per cambiare, è stata una decisione presa quasi in modo naturale.»

Il primo degli obiettivi della nuova stagione è la salvezza del Cagliari, poi il raggiungimento del traguardo dei 100 gol, al quale ne mancano ancora 5, spero di superare quota 100, quindi il sogno Mondiale con la maglia della Nazionale.

Marco Borriello ha sottolineato il bellissimo rapporto creatosi con il mister rossoblu Massimo Rastelli. «Leale, sincero, ci diciamo le cose a viso aperto. L’anno scorso mi faceva svolgere un lavoro differenziato per recuperare energie, qualora avessi avuto bisogno all’inizio della settimana. Gli devo molto se in questo finale di carriera sto rendendo così tanto. Questo non vuol dire che abbia il posto assicurato, dovrò sudarmelo come sempre. Stiamo lavorando tanto con il pallone, è un tipo di allenamento che mi piace».