22 November, 2024
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«Un altro passo importante verso la modernizzazione della rete ferroviaria della Sardegna». Così il presidente della Regione Francesco Pigliaru definisce l’attivazione del SCMT, Sistema di controllo della marcia del treno, anche nella tratta Macomer-Chilivani. Si arriva così a circa 130 chilometri di rete adeguata con il Sistema di controllo necessario per consentire il pendolamento dei treni Atr oltre che per innalzare gli standard di sicurezza.
«Sulle nostre ferrovie arrivano i primi risultati tangibili degli interventi che sono stati resi possibili grazie alle risorse messe a disposizione dal Patto per la Sardegna – sottolinea il presidente Pigliaru -. La ‘cura del ferro’ va avanti e gli oltre 400 milioni su cui possiamo contare diventano interventi concreti per migliorare la nostra mobilità.»
«Siamo molto soddisfatti per aver raggiunto questo ulteriore obiettivo nei tempi e nei modi che avevamo previsto grazie all’impegno congiunto con Rfi – dice l’assessore dei Trasporti Massimo Deiana -. Ciò dimostra come i lavori di installazione del SCMT stiano procedendo con celerità e senza intoppi così da poter garantire la velocizzazione sulla intera tratta Sassari-Cagliari entro l’anno e sulla Chilivani-Olbia e nei collegamenti del Sulcis-Iglesiente, entro il primo semestre del 2018.»

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«Un progetto comune che parta dai collegamenti aerei e marittimi, con il potenziamento dei trasporti e nuove infrastrutture in grado di garantire una vera mobilità tra le Isole e il continente, che si allarghi al turismo e agli scambi commerciali.»

E’ quanto auspica il consigliere regionale Edoardo Tocco (FI), uno dei delegati all’interno della Consulta interistituzionale corso-sarda che si è riunita ieri nella sala consiliare di Santa Teresa di Gallura. Il rappresentante degli azzurri guarda anche oltre: «Non disperdiamo il patrimonio di identità ed autonomia della Corsica – conclude Edoardo Tocco – cercando di riprodurre lo stesso copione anche per la Sardegna. Solo con la rivendicazione degli spazi di autonomia potremmo risollevare le sorti della nostra  Isola. Gli accordi devono poi assicurare il rilancio economico attraverso la valorizzazione delle strutture ricettive ed alberghiere in grado di agevolare l’industria delle vacanze».    

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La Corte Costituzionale ha respinto il ricorso sugli accantonamenti ma nella sentenza ci sono almeno tre elementi favorevoli alla Regione messi nero su bianco dai giudici: non ci può essere nessuna imposizione unilaterale di nuovi tributi, non è ammissibile l’allungamento a tempo indeterminato degli accantonamenti e c’è la assoluta necessità di tenere conto, prima di qualunque decisione, delle singole situazioni economiche in cui si interviene. Proprio da questi elementi riparte la battaglia della Giunta per chiedere la forte riduzione degli accantonamenti.
«La sentenza tocca in modo importante la componente accantonamenti che riguarda il finanziamento alla sanità: non riceviamo contributi dal sistema nazionale ma ci viene chiesto di sostenerlo e questo è un evidente paradosso – spiega il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Il terreno di confronto è politico e una sentenza sfavorevole non ci può convincere a desistere. C’è un accordo con lo Stato, ma se le entrate vengono progressivamente ridotte violando in modo sistematico quanto stabilito dall’articolo 8 dello Statuto, quell’accordo viene meno per decisione unilaterale. Per questo è necessario tornare a fare un forte, robusto appello alla leale collaborazione, punto per noi fondamentale. Sentirò subito anche gli altri presidenti delle Regioni a Statuto speciale accomunate dalla stessa sentenza per valutare un’azione comune che porti ai risultati che vogliamo.»
«Siamo assolutamente convinti delle nostre ragioni sulla questione degli accantonamenti e già da oggi rilanciamo la battaglia per il riconoscimento dei nostri diritti. Una battaglia che vogliamo accelerare e combattere insieme a tutta la maggioranza e non solo, perché appartiene a tutta la Sardegna e vogliamo garantire pari diritti ai nostri cittadini – sottolinea l’assessore della Programmazione Raffaele Paci -. Dal 2012 abbiamo pagato 3 miliardi e 300 milioni di accantonamenti, è il momento di dire basta. Siamo di fronte a una sentenza complessa, che ovviamente rispettiamo e che ricordo interviene sulla correttezza procedurale senza entrare nel merito. A noi spetta invece il confronto politico e una ferma rivendicazione: non cederemo di un passo, perché quei 700 milioni all’anno che ci vengono chiesti sono soldi nostri, che vogliamo poter usare per politiche di sviluppo e crescita calibrate sulle necessità della Sardegna. Con questi accantonamenti viene di fatto cambiato lo Statuto della Sardegna arbitrariamente, perché si porta la nostra compartecipazione nel caso per esempio dell’Irpef, da 7 a 5 decimi, modificando una norma di rango costituzionale con una legge normale. Allora andiamo avanti, si apre un confronto e se serve anche un conflitto. Lo Stato non ci può imporre accantonamenti perpetui senza scadenza.»
«La sentenza di oggi è inaccettabile, a maggior ragione a fronte del percorso virtuoso che la Regione ha avviato negli ultimi anni in Sanità. Stiamo soppesando la spendita di ogni euro – aggiunge l’assessore della Sanità Luigi Arru – riuscendo al contempo ad assicurare cure importanti come quella per le persone con epatite C o le terapie con farmaci innovativi. Il diritto alla salute è garantito costituzionalmente e i pazienti sardi non sono cittadini di serie B.»
Nella sentenza i giudici scrivono anche che, in virtù delle norme di attuazione che hanno chiuso la vertenza entrate, lo Stato non può rivendicare riserve erariali con la Sardegna. Proprio oggi la Giunta ha impugnato per la seconda volta il decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze che prevede di tenere nelle casse dello Stato, appunto come riserve erariali, il maggior gettito generato dalle tasse automobilistiche in conseguenza di una legge del 2006, poco meno di 4milioni e mezzo di euro. «Una cifra non enorme, ma noi lo impugniamo per una questione di principio – conclude Raffaele Paci -. Nelle norme di attuazione è stabilito con molta chiarezza che alla Regione Sardegna non si applicano le riserve erariali se non in caso di eventi eccezionali e imprevedibili. Quindi, ancora una volta, quei 4 milioni devono restare nelle nostre casse».

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Si è tenuta ieri, presso l’auditorium del Convitto Nazionale di Cagliari, l’Assemblea Straordinaria del personale educativo di Cagliari alla presenza delle organizzazioni sindacali Flc-CGIL, Cisl- Scuola, Cobas, Snals e del personale educativo della provincia di Cagliari per discutere del seguente ordine della panoramica generale sull’attuale grave e precaria situazione del personale educativo e sull’insufficiente dotazione organica del personale educativo della provincia di Cagliari che compromette gravemente l’organizzazione del servizio per l’anno scolastico 2017/2018.

L’Assemblea, convocata per esaminare ed assumere decisioni conseguenti alle recenti disposizioni dell’USR relative all’organico di diritto del personale educativo 2017-2018 della Regione Sardegna,

premesso che:

  • la dotazione organica di diritto del personale educativo in servizio presso le Istituzioni convittuali sarde determinato dall’USR risulta pari a 149 posti (prudentemente definito in assenza di indicazioni ministeriali relative al contingente di posti da assegnare per l’A.S. 2017/18) anziché  184, ovvero la consistenza prevista sulla base dei parametri del D.P.R. n.81/2009, normativa vigente già gravemente restrittiva,  per avere a suo tempo  modificato in peggio i parametri preesistenti (vedi art. 8 D.I. n. 131/2002 confermato con Nota 13 febbraio 2007 per l’A.S. 2007/08);
  • il personale educativo, non essendo incluso nella L. 107/2015, non può sperare in un incremento numerico mediante il potenziamento dell’organico (così come previsto dal comma 85 L. 107/2015);
  • la categoria del personale educativo subisce il sottodimensionamento degli organici ormai dal 2012/2013 rendendo l’organizzazione dei servizio sempre più difficoltosa e precaria;

considerato che:

  • Il servizio reso dalle Istituzioni Educative  attiene alle garanzie del Diritto allo Studio e del Diritto all’Istruzione, entrambi da ascriversi tra i diritti esplicitamente previsti dal dettato costituzionale;

preso atto:

–          che l’USR ha provveduto ad inoltrare specifica istanza alla Direzione Generale per il personale scolastico presso il MIUR per richiedere la copertura dell’effettivo fabbisogno sulla base del D.P.R. n. 81/2009;

–          che i Dirigenti scolastici delle Autonomie scolastiche interessate hanno espressamente evidenziato la gravità delle condizioni derivanti dal provvedimento adottato in ordine alla dotazione prevista nell’ambito dell’organico di diritto  comunicato;

richiede:

  • di ripristinare i precedenti parametri di calcolo degli organici del personale  educativo (D.I. n.131/2002), poiché le norme successive si sono dimostrate inadeguate e prive di senso a fronte di una popolazione scolastica in continua crescita (vedi art.19 c. 7 Legge n.111/2011); le continue richieste di fruizione dei servizi del Convitto sono la dimostrazione di una esigenza sempre crescente e il loro soddisfacimento è inscrivibile nella tutela del diritto allo studio;
  • l’incremento della dotazione organica come previsto dal D.P.R. n. 81/2009,relativo alla Regione Sardegna per l’A.S. 2017/18,  sino alla concorrenza di 184 posti, ovvero sulla base della consistenza effettiva delle convittrici e dei convittori e delle semiconvittrici e dei semiconvittori che frequentano le istituzioni educative della Sardegna (in crescita da 2.506 studenti dell’A.S. 2015/16 ai 2.783 dell’A.S. 2017-2018);

in conclusione:

  • per poter affrontare le questioni sin qui esposte e definirne le relative problematiche, l’Assemblea  con il sostegno e l’assistenza delle OO.SS. della provincia di Cagliari: FLC-CGIL; CISL-Scuola; SNALS; COBAS, chiede uno specifico ed urgente incontro, per il tramite delle rappresentanze sindacali nazionali, al MIUR per richiedere la ridefinizione dell’organico regionale.

Nel caso in cui le richieste avanzate non venissero accolte, il personale educativo del Convitto di Cagliari,di concerto con il personale educativo di tutti i convitti della Sardegna, si riserva di promuovere azioni di protesta per la tutela dei diritti degli studenti e dei lavoratori.

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Dalla Regione alle Province 6 milioni e 618mila euro per il controllo e la lotta contro gli insetti nocivi e i parassiti dell’uomo, degli animali e delle piante e per la lotta ai roditori. Lo ha deciso oggi la Giunta regionale su proposta dell’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano. «Il contributo regionale alle Province è fondamentale per poter esercitare le funzioni di carattere sanitario e ambientale e mettere in atto la campagna di disinfestazione del 2017 – ha spiegato l’assessore Spano -. Le risorse sono necessarie, infatti, per contrastare la proliferazione dei parassiti che abbiamo visto crescere in maniera costante ed esponenziale negli ultimi anni, anche a causa degli andamenti meteorologici con temperature più elevate per diversi mesi».

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La Giunta conferma e rafforza il contributo straordinario a favore di comuni e province per la pulizia e la manutenzione dei corsi d’acqua del reticolo idrico con un avviso da 16 milioni di euro per il triennio 2017-2019, che sommati ai 5 milioni già stanziati per l’anno in corso, ammontano in totale a 21 milioni. «Un’azione di continuità per contrastare una delle principali cause di pericolosità idraulica dei corsi d’acqua – spiega l’assessore dei Lavori pubblici, Edoardo Balzarini -. Pur trattandosi di interventi che rientrano fra le competenze degli enti locali, riteniamo queste attività fondamentali per la sicurezza dei cittadini e le sosteniamo con un contributo mirato e vincolato a opere di prevenzione che, in mancanza di fondi, rischierebbero di non essere realizzate».

A breve sarà quindi disponibile l’avviso, a cui potranno partecipare Comuni e Province in forma singola o associata, per un finanziamento minimo di 15 mila euro ciascuno. Lo stanziamento prevede 7 milioni per ogni anno: 2 andranno a integrare i 5 milioni previsti per il 2017, destinati ai soggetti che non hanno beneficiato del precedente avviso, e i restanti 14 milioni saranno divisi fra 2018 e 2019 e assegnati in tre quote. Una prima quota sarà ripartita in proporzione alla lunghezza dei corsi d’acqua, mentre la seconda sarà assegnata attraverso un punteggio che tiene conto di diversi elementi, fra cui la presenza di interventi precedenti, la collocazione all’interno o all’esterno di un centro abitato, la vicinanza di infrastrutture come scuole e ospedali, il fatto che si tratti di un corso d’acqua aperto o coperto. La terza quota, invece, sarà suddivisa in base alla popolazione residente, all’interno del territorio comunale, in aree a pericolosità idraulica elevata e molto elevata. A queste attività, di competenza degli enti locali, si sommano quelle che potranno essere svolte da Forestas nell’ambito delle recenti nuove attribuzioni.

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L’assessorato regionale della Pubblica istruzione ha pubblicato gli avvisi per la concessione dei contributi finalizzati allo sviluppo del cinema in Sardegna.
I bandi riguardano:
– la concessione di contributi a scuole, a istituti pubblici e privati, alle università per l’incremento e l’innovazione della didattica del cinema;
– la concessione di contributi a soggetti qualificati operanti in Sardegna per studi e ricerche e per progetti di ricerca e sperimentazione sui nuovi linguaggi e tecnologie audiovisive.
Le domande dovranno pervenire entro le ore 13.00 del 31 luglio 2017 con una delle seguenti modalità:
– tramite raccomandata all’indirizzo: Regione autonoma della Sardegna – Assessorato della pubblica Istruzione, informazione, spettacolo e sport – Direzione generale dei beni culturali, informazione, spettacolo e sport – Servizio sport, spettacolo e cinema, viale Trieste, 186 – 09123 Cagliari;
– tramite consegna a mano presso l’ufficio protocollo dell’Assessorato;
– tramite pec all’indirizzo: pi.dgbeniculturali@pec.regione.sardegna.it.

 

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«Come gruppo consiliare di Art. 1 – Sdp sosteniamo con convinzione la battaglia di Coldiretti per la modifica del trattato Ceta con il Canada ed anche a livello regionale interverremo con iniziative adeguate presso il presidente della Giunta e l’assessore dell’Agricoltura per cambiare questo accordo che, a nostro giudizio, danneggia gravemente le produzioni sarde.»

Lo scrivono in una nota, i quattro consiglieri regionali Daniele Cocco, Eugenio Lai, Luca Pizzuto e Paolo Zedda.

«Il Trattato, partendo dalla premessa condivisibile di aumentare gli scambi commerciali fra Europa e Canada, determina però conseguenze pesanti per i prodotti identitari, tradizionali e di qualità come quelli sardi, che potrebbero essere confezionati altrove e perfino “taroccati” in nome della libertà del commercio. Parliamo del “cuore” della nostra economia: di grano duro, la cui produzione in Sardegna è già in caduta libera proprio per la politica di prezzo molto aggressiva del Canada, di formaggi e di carni – aggiungono i quattro consiglieri di Art. 1 – Sdp -. Per noi libertà significa, soprattutto, non livellare verso il basso il settore dell’agro-alimentare e non annullare le differenze fra le diverse realtà locali, che sono anche il prodotto di tradizioni, culture e storie che, nel caso della Sardegna, rappresentano un patrimonio immateriale di valore inestimabile. Libertà è anche mettere il consumatore nelle condizioni di scegliere in modo informato e trasparente – concludonoDaniele Cocco, Eugenio Lai, Luca Pizzuto e Paolo Zedda – in un mercato guidato da regole comuni, sia in materia di sostenibilità ambientale che di sicurezza alimentare.»

 

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La concessione di circa 150 ettari di specchi acquei del Golfo di Olbia, da parte della Regione Sardegna al Consorzio Molluschicoltori di Olbia (CMO), è stata ufficializzata ieri con la stipula dell’atto notarile lo scorso 23 giugno e con il deposito avvenuto poi il 28 giugno. Per i prossimi 15 anni il CMO, composto da 18 cooperative per un totale di circa 90 addetti, potrà posizionare gli impianti di miticoltura e ostricoltura, programmando investimenti e migliorie sulle attività già in essere che oggi sono maggiormente regolamentate grazie alla concessione avuta dalla Regione dopo un bando di evidenza pubblica e tutte le autorizzazioni necessarie presentate dai soggetti preposti.

«Come assessorato abbiamo accompagnato questo percorso di riordino in un settore fondamentale per l’economia non solo di Olbia ma di tutta la Sardegna. Abbiamo infatti favorito il confronto e l’aggregazione fra gli operatori che hanno superato, con grande determinazione e visione del futuro, una situazione di frammentazione e caos – ha detto l’assessore dell’Agricoltura con delega alla Pesca, Pierluigi Caria, intervenendo alla conferenza stampa organizzata nella sala consiliare della ex provincia a Olbia, a cui ha partecipato il presidente del CMO, Mauro Monaco -. Da oggi c’è una pagina tutta nuova da scrivere per lo sviluppo del comparto che ha tutte le carte in regola per creare nuove economie e nuova occupazione. Le istituzioni hanno fatto e continueranno a fare la propria parte creando le condizioni migliori affinché le imprese possano investire e crescere».

L’assessore dell’Agricoltura ha ricordato quindi il grande lavoro fatto da chi lo ha preceduto e i 25 bandi, con una dotazione finanziaria di 17milioni 308mila euro, dedicati agli investimenti su Pesca e Acquacoltura che lui stesso ha voluto uscissero il può presto possibile.

«Dobbiamo fare in modo che le risorse disponibili siano spese fino all’ultimo centesimo è impensabile che nella scorsa programmazione siano stati utilizzati appena 6milioni dei 15 disponibili. Per la nuova programmazione abbiamo in cassa 36milioni di euro del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) ed è nostro obiettivo utilizzare tutte queste risorse per migliorare il comparto isolano. Le potenzialità – ha concluso Pierluigi Caria – ci sono tutte, le risorse anche, adesso è necessario presentare progetti validi che creino crescita ed economie importanti per tutta la Sardegna». Nell’ultimo anno il mondo della pesca è stato finanziato con ben 22milioni 596mila 275euro.

Mauro Monaco ha fatto il punto sui traguardi d’impresa che il CMO si è dato per i prossimi anni. «Con questa concessione vogliamo puntare a valorizzare al massimo tutte le potenzialità e la tradizione che contraddistingue la storia del comparto olbiese. Nei prossimi cinque anni vogliamo raddoppiare gli addetti, passando da 90 a 200, tra fissi e stagionali. Lo stesso abbiamo in programma di raggiungere sul fatturato e quindi sulle produzioni che oggi sono fra i 30-35mila quintali di cozze, con un fatturato globale di circa 6milioni di euro, mentre fra cinque anni si dovrebbero raggiungere i 60-70mila quintali di cozze e fra i 4 e 6mila quintali di ostriche». Così il presidente del CMO che ha aggiunto: «Vogliamo puntare a nuovi mercati nazionali ed esteri ottimizzando la comunicazione e il marketing nel promuovere al meglio i nostri prodotti di eccellenza. Allo stesso tempo, puntiamo sulla ricerca da portare avanti in collaborazione con le università e i centri specializzati. Il nostro grande obiettivo – ha concluso Monaco – è l’istituzione del Marchio IGP Cozza di Olbia». Il CMO valorizzerà quindi la raccolta da banchi naturali di vongole (arselle), tartufi, cannolicchi e bocconi. Il Consorzio e le coop potranno partecipare, attraverso la predisposizione di progetti, ai numerosi bandi del FEAMP e non solo.

Con i suoi 1.709 chilometri la Sardegna è la regione d’Italia con la maggiore estensione di coste, il 21,6% del totale nazionale, seguita dalla Sicilia con 1.430 chilometri. Terza regione per numero di battelli, 1.292, dopo i 2.946 della marineria siciliana e i 1-572 della Puglia. Secondo i dati Istat 2016, lavorano nel comparto pesca sardo 2.003 persone, mentre sono 123 gli operatori dell’acquacoltura e 342 gli addetti alla trasformazione. I pescatori sardi lavorano anche su circa 9mila ettari di lagune costiere produttive, nella specificità della nostra isola, che includono le eccellenze della pesca dei mitili (cozze, vongole, ostriche), crostacei, cefali, spigole, orate ed anguille.