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I sardi sono primi in Italia per le connessioni a internet con la banda larga mobile. Il 41,3% degli utenti isolani, infatti, naviga alla massima velocità disponibile (il 4G) attraverso smartphone e tablet.
Sono questi i dati elaborati dall’Osservatorio di Confartigianato Sardegna per le MPI (fonte ISTAT 2016 e Agcom 2017) sulle “Famiglie e Imprese con connessione mobile a banda larga”.
L’analisi conferma anche l’exploit degli ultimi 6 anni della nostra regione che è passata dal 12,6% di famiglie che accedevano alla banda larga mobile (2G e 3G) nel 2010 al 41,3% della fine del 2016 (4G), segnando una crescita del +21,5%. A livello nazionale (media italiana del +18,1%) l’Isola è seconda solo alla Campania (+21,8%) e a pari posizione con l’Umbria. In percentuale, le regioni che presentano una quota più elevata di connessioni mobili sono proprio la Sardegna con il 41,3%, il Friuli-Venezia Giulia con il 35,9%, l’Umbria con il 34,7%, l’Emilia-Romagna con il 34,5% la Puglia e la Basilicata con il 33,9%.
«Sono dati molto importanti che dimostrano come la nostra terra sia sempre più interessata a cancellare quel “digital divide” che, in parte, ne ha ostacolato lo sviluppo – sottolinea Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – senza però dimenticare che gli utenti, fino a ora, sono stati costretti a connettersi attraverso gli smartphone proprio per mancanza di infrastrutturazione fisica. Per ovviare a questo gap la Regione e lo Stato, attraverso i lavori per la Banda Ultra Larga, da circa 3 anni, stanno cablando l’intera Sardegna. E su questo intervento c’è il nostro apprezzamento.»
Proprio sulla questione degli appalti per la Banda Ultra Larga in Sardegna, alla fine di maggio, Confartigianato Imprese Sardegna chiese all’assessore regionale degli Affari Generali, Filippo Spanu, «di adoperarsi affinché, nel pieno rispetto della legge, dell’economicità ma anche della qualità dei lavori realizzati con risorse pubbliche», fosse garantita adeguata attenzione alle condizioni di affidamento dei lavori, al valore degli appalti che saranno banditi e ai controlli nei pagamenti alle imprese che lavoreranno in subappalto. Anche a seguito della delibera di Giunta dello scorso 8 agosto si attende di capire meglio come sarà gestita la partita dell’infrastrutturazione.
«In un momento come questo, dove la competitività delle imprese passa anche dalla possibilità di accedere a velocità di connessione adeguate – riprende il presidente Matzutzi – occorre completare la realizzazione delle infrastrutture, far passare la fibra e “accenderla”, per renderla effettivamente fruibile alle imprese. Quest’ultimo passaggio dovrebbe essere scontato ma – prosegue – nelle aree cosiddette “bianche”, da parte degli operatori telefonici, potrebbe non esserci l’interesse a investire nell’accensione. Su quest’ultimo punto l’assessore Spanu ha, anche recentemente, garantito l’impegno della Regione a trovare delle soluzioni con gli operatori.»
Il dossier, a livello nazionale, ha anche evidenziato come nel 2012 solo il 37,2% delle famiglie accedesse al web con connessione fissa a banda larga contro il 48,8% di adesso, registrando una crescita del 18,1% in pochi anni.
Per la banda larga mobile, sempre nello stesso periodo, si è passati dal 13,5% al 31,6%, con una crescita del 18,1%. Sulla base di questo andamento, in quattro anni le famiglie che navigano con connessione in banda larga mobile sono più che raddoppiate, passando da 3.331.000 a 8.022.000 con un aumento del 140,8% mentre la platea di navigatori internet con connessione mobile è cresciuta al ritmo di 1,5 famiglie connesse al minuto.
I dati confermano anche la crescita del mercato del traffico dati: considerando i ricavi da servizi retail fisso e mobile delle due principali tipologie di servizi, telefonia vocale e accesso a banda larga, si osserva che lo scorso anno i ricavi da servizi dati hanno raggiunto gli 11,0 miliardi di euro (+5,6% nell’anno) mentre quelli da servizi voce sono diminuiti a 10 miliardi (con un calo del 7,6% nell’anno). Nel 2016 mediamente una SIM effettua traffico per 1,76 Gigabyte al mese, in salita del 32,6% rispetto a 1,33 Gb/mese del 2015.
«In un contesto in cui aumenta la connessione grazie allo sviluppo di smartphone e tablet – conclude Matzutzi – per le imprese diventa un obiettivo strategico curare la relazione con la clientela attraverso la Rete.»
Il 52,4% delle micro e piccole imprese possiede un sito internet; più ridotta la presenza nelle micro imprese fino a 10 addetti (51%), mentre sale a quote più elevate per le piccole imprese tra 10 e 49 addetti (86%). Sviluppare relazioni con i clienti mediante i social network, oppure accedere ad applicativi gestionali in mobilità diventa un rilevante fattore competitivo.
Dai risultati dell’indagine si evince che il 28% delle piccole e medie imprese italiane utilizza almeno un social medium; relativamente alle piattaforme utilizzate, il 25% delle imprese ha un profilo aziendale su Facebook mentre Twitter è diffuso nel 6% delle imprese. Sul fronte della gestione delle attività aziendali in mobilità si osserva che il 60% delle micro e piccole imprese si connette ad Internet mediante uno smartphone/cellulare e per il 33% mediante un tablet. La connessione mediante smartphone è presente nel 59% dei casi nelle micro imprese e sale all’84% nelle piccole imprese. La connessione via tablet è presente nel 32% delle micro imprese e sale al 56% nelle piccole imprese.