18 July, 2024
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Masterclass di bandoneon, milonghe sotto le stelle, concerti di alcuni tra i più apprezzati rappresentanti di tango al mondo. Dal 22 al 27 agosto Calasetta ospita l’ottava edizione di “ARTango&jazz festival”, manifestazione organizzata dall’associazione culturale Anton Stadler, sotto la direzione artistica di Fabio Furìa, pensata  per esplorare il tango in tutte le sue sfaccettature. Per l’occasione arriverà per la prima volta in Sardegna il bandoneonista Juanjo Mosalini, erede della tradizione musicale argentina e interprete appassionato dei principali compositori dell’inizio del XXI secolo. 

Sarà lui il maestro a cui è affidata la conduzione della terza Masterclass internazionale di bandoneon e prassi stilistica del tango, realizzata in collaborazione con l’Accademia italiana del bandoneon, in programma dal 22 al 25 agosto nel Centro velico di Calasetta.

Oltre alla masterlcass, che richiamerà nel Sulcis iglesiente bandoneonisti da tutto il mondo desiderosi di affinare la propria tecnica con un grande maestro, giovedì 24 agosto alle 20.00 la manifestazione proporrà anche uno stage di tango per principianti ed intermedi, con i maestri Antonello Pateri e Lucia Fiorillo. E alle 21,30, nella terrazza del Museo d’arte contemporanea, i preziosi consigli dati durante la lezione potranno essere messi a frutto nella serata “Milonga sotto le stelle”. Sabato 26 agosto alle 22, sempre al Macc, a esibirisi saranno invece gli allievi della Masterclass internazionale di bandoneon. Mentre domenica 27 agosto (alle 22.00 nella suggestiva piazza della Torre Sabauda), la chiusura della rassegna è affidata al concerto “Chamuyo” che vedrà sul palco Juanjo Mosalini insieme al suo quartetto composto da Leonardo Teruggi (contrabbasso), Sébastien Surel (violino) e Romain Descharmes (pianoforte).

 

 

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Verrà sancito martedì 22 agosto il gemellaggio tra il comune di Sant’Antioco e la municipalità di Tiro, due centri separati da un ampio tratto di Mediterraneo, ma intimamente legati da radici comuni. Furono, infatti i Fenici, provenienti da Tiro, in Libano, tra la fine del IX e dell’VIII secolo a.C., a fondare la città di Sulky, l’attuale Sant’Antioco. Un legame antico e profondo che verrà rafforzato nelle date del 21 e del 22 agosto, quando una delegazione dell’Amministrazione comunale di Sant’Antioco (composta dal sindaco Ignazio Locci e dall’assessore della Cultura Rosalba Cossu, accompagnati dalla dottoressa Sara Muscuso e dal professor Piero Bartoloni, rispettivamente Curatore e Direttore scientifico del Museo Archeologico Ferruccio Barreca di Sant’Antioco) si troverà a Tiro per la sottoscrizione di un accordo di collaborazione istituzionale. Obiettivo: sviluppare la conoscenza, intesa come fattore di crescita socio-economica, sia attraverso l’investimento in capitale umano capace di valorizzare le competenze e le abilità presenti delle due comunità, sia attraverso azioni di governo del territorio in grado di mettere in giusta luce l’identità, la specificità e la qualità dei beni culturali locali. 

Il gemellaggio tra le due realtà istituzionali è stato promosso dall’antiochense Francesco Olla, Generale di Brigata “Granatieri di Sardegna”, comandante della missione UNIFIL in Libano (operazione Leonte), che ha inoltre offerto la disponibilità del Contingente militare ad accogliere e gestire la visita della nostra delegazione in territorio libanese.

Il comune di Sant’Antioco e la municipalità di Tiro, oltre a poter vantare entrambi un notevole complesso di beni archeologici (il sito di Tiro è stato peraltro riconosciuto Patrimonio Unesco), condividono molteplici finalità: dalla realizzazione di programmi finalizzati al miglioramento della qualità della vita, alla promozione di progetti applicati al territorio che possano garantire un duraturo sviluppo sociale, economico e culturale. Ed è proprio sulla base di questi presupposti che verrà avviato un proficuo rapporto di collaborazione istituzionale.

«Siamo certi che azioni come queste si inseriscano nel solco della promozione culturale attraverso la valorizzazione del patrimonio archeologico antiochense che definisce la nostra identità – spiegano il sindaco Ignazio Locci e l’assessore della Cultura Rosalba Cossu -. E in quest’ottica, sulla scorta del legame creato dai Fenici, l’incontro tra le comunità di Sant’Antioco e Tiro rappresenta un ponte tra Italia e Libano idealmente ricostruito, rinsaldato a distanza di millenni.»

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«Continua il vergognoso furto di sabbia dalle spiagge che offende e violenta l’intera Sardegna. Con l’aggravante che la sfrontatezza e il senso di impunità dai ladri è tale da consentirgli di vendere il bottino per pochi euro sui siti di e-commerce internazionale!»

E’ questo il doloroso grido di allarme lanciato da Pierpaolo Vargiu e Roberto Frongia, rispettivamente deputato e presidente dei Riformatori sardi, con un’interrogazione urgente al Ministero competente sul demanio marittimo, a cui è unito un esposto alle procure della Repubblica sarde, con le schermate del sito www.ebay.de , che mette in vendita per pochi euro la sabbia sarda.

«Il bottino vigliacco di sabbia, che è il frutto del tradimento della ospitalità dei sardi – denunciano Vargiu e Frongia – è messo in vendita nei siti di e-commerce per pochi euro: la sabbia del Poetto, di Cala Sinzias, di Sant’Elmo e di Alghero Maria Pia è stata venduta per 2,50 euro. Per 5,99 euro è stata venduta la sabbia dello Scoglio di Peppino, con 9,99 euro di un “compralo subito” si può ancora portare a casa la sabbia evidentemente più pregiata di Porto Pollo.»

«E’ una vergogna che deve finire! – concludono Vargiu e Frongia -. Il turismo è un’attività economica di scambio tra culture, non può diventare la spoliazione fraudolenta delle risorse ambientali, che sono un bene indisponibile, da tutelare e trasmettere ai figli! E’ per questo che chiediamo l’intervento immediato del Ministero competente e sottoponiamo i fatti alle procure sarde perché accertino – ed eventualmente perseguano – fatti illeciti.»

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Nuova sfida internazionale, per Adelasia di Torres. Il team velico sardo, fondato dall’imprenditore e armatore gallurese Renato Azara con l’obiettivo di promuovere la Sardegna attraverso la vela, ha ufficializzato la partecipazione alla prossima Maxi Yacht Rolex Cup, tra le grandi classiche dell’altura mediterranea, in programma dal 3 al 9 settembre prossimi a Porto Cervo sotto l’egida dello Yacht Club Costa Smeralda.

Per l’equipaggio si tratta del ritorno nelle acque di casa. Dopo il debutto, giusto un anno fa nel trofeo Formenton a Porto Rafael vinto nella categoria regata, il team aveva conquistato il terzo posto overall e primo di classe alla Rolex Middle Sea Race 2016, chiuso in quinta posizione il Sailing arabia the tour e – nelle ultime settimane – colto due secondi posti di classe al Velafestival 2017  e alla 151 miglia, prima di una trionfale Giraglia Rolex Cup, conclusa con la vittoria di classe, nella classifica overall ORC e nella combinata Inshore+offshore.

Ora, la nuova sfida. Per la Maxi Yacht Rolex Cup, Adelasia scenderà in mare a bordo di Pendragon, 70’ progettato da Laurie Davidson, di proprietà di Nicola Paoleschi, fresco della seconda vittoria consecutiva in tempo reale alla 151 miglia, tra le regate più amate e competitive del calendario nazionale. 

Lo stesso armatore toscano sarà a bordo, assieme ai 22 membri del team Adelasia, forgiato da Phi!Number, che schiera tra gli altri Duccio Colombi alla tattica, Azara come skipper e alcuni tra i più talentuosi velisti sardi, in ruoli chiave: Antonello Ciabatti al timone e Riccardo Piseddu, alla randa.

La presenza di tanti nomi locali a bordo, risponde alla precisa volontà di costruire un team sardo che difenda i Quattro Mori nelle acque di casa, in un’occasione doppiamente speciale. Dal 1980, la Maxi Yacht Rolex Cup rappresenta infatti la regata di punta del calendario sportivo dello Yacht Club Costa Smeralda, che proprio in questi giorni festeggia i suoi primi 50 anni di intensa attività.

Anche la ventottesima edizione, radunerà nelle banchine di Porto Cervo il top della cantieristica navale e del design a livello internazionale, con la speranza di superare il record di iscritti fissato nel 2016, con 52 imbarcazioni in gara suddivisi in più flotte, tra cui i Maxi72 Class che si confronteranno per il titolo iridato.

«Da ragazzo, negli anni Settanta,  seguivo  con interesse le regate dello Yacht Club Costa Smeralda mentre mi dilettavo con la mia deriva nel Golfo di Cugnana e mi chiedevo se mai sarei potuto salire su quelle barche importanti che già da allora si sfidavano nel nostro mare di Sardegna – il ricordo di Renato Azara – a distanza di tanti anni, il coronamento di un progetto assai recente come Adelasia di Torres passa proprio con la partecipazione alla Maxi 2017: è un sogno che si realizza per il team, per la Sardegna che vede finalmente sulla linea dello start una barca che celebra la sua storia, la sua tenacia e la bellezza della sua terra. Regatare in uno dei santuari internazionali della vela, per me sardo è una grande sfida che mi rende ancora più orgoglioso delle mie origini di questa terra unica…la Sardegna.»

La partecipazione di Adelasia di Torres alla Maxi Yacht Rolex Cup, patrocinata dalla Regione Autonoma della Sardegna, da Oman Sail e DHL, è sostenuta dal main sponsor Hotel Cala di Volpe di Porto Cervo, che ha scelto di affiancare il team proprio in occasione della celebrazione del cinquantenario dello Yacht Club Costa Smeralda, e dai seguenti partner: Oman Sail, DHL, Phoenix immobiliare, Phi!number e Sys – Sardinia Yacht Services.

A supportare Adelasia anche Usail, Cantiere Savona, Navigo Sardegna, Vento di Shardana e Mannalita.

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Momo Cosa giocherà anche il prossimo campionato di Promozione con la maglia del Carbonia; Daniele Contu è ufficialmente un nuovo giocatore del Latte Dolce, formazione sassarese che milita nel campionato di serie D. Sono queste le ultime due novità in casa Carbonia, in vista della nuova stagione agonistica. Momo Cosa, calciatore in crescita, in grado di ricoprire più ruoli, ha annunciato il raggiungimento dell’accordo con i nuovi dirigenti con un post pubblicato in serata nel suo profilo facebook. Il tornante Daniele Contu, figlio di Geppo, uno dei nuovi vicepresidenti biancoblu, aveva iniziato la preparazione con il Latte Dolce in prova e, superato l’esame, ha raggiunto l’accordo, ritrovando così il giovane centrocampista Nicola Serra, già approdato alla stessa società dal Carbonia alcune settimane fa.

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E’ dedicato al libro digitale l’ultimo appuntamento di LiberEvento, il festival culturale organizzato dall’associazione Contramilonga, sotto la direzione artistica di Claudio Moica e Fabio Furìa.

Alle 22.00 di sabato 19 agosto, a Calasetta, sulla terrazza del Macc, il museo d’arte contemporanea, il musicista e scrittore Alessandro Muroni dialogherà con i direttori artistici del festival sul mondo degli ebook e loro importanza, anche dal punto di vista della salvaguardia ambientale.

Seguirà un reading tratto da “Dietro la pensilina”, il libro recentemente pubblicato da Arkadia editore, in cui Muroni tratta con delicatezza il tema dell’autismo (la prefazione è del poeta Umberto Piersanti). In scena ci sarà l’attore Fausto Siddi.

Alle 23.00 si proseguirà con la proiezione di un documentario sul Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna, con cui si calerà il sipario sull’edizione 2017 di LiberEvento.

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L’obiettivo è quello di proteggere le aragoste rosse, in particolare quelle ancora piccole e non commerciabili, marcarle e inserirle all’interno della zona di ripopolamento lungo l’area marina protetta dell’Asinara. Il progetto si chiama “Difendiamo l’aragosta” ed è stato realizzato dal Parco nazionale dell’Asinara mentre vedrà all’opera gli specialisti del Crama e del dipartimento di Scienze della vita e dell’ambiente dell’Università di Cagliari. A essere protagonisti consapevoli saranno i pescatori professionisti che operano nel Golfo dell’Asinara.

«La pesca all’aragosta rossa rappresenta un’importante attività e fonte di reddito per i nostri pescatori – spiega il vicepresidente del Parco nazionale dell’Asinara Antonio Diana – e vorremmo fare in modo di proteggere quelle di piccola taglia, così che diventino pescabili al momento opportuno.» Un’occasione per preservare la biodiversità dell’area che circonda l’ex isola carcere: da una parte difendendo quando ancora è troppo piccolo un crostaceo pescato per la sua bontà oltre che per l’alto valore economico; dall’altra consentendo di stimare la popolazione delle aragoste che si trovano nell’area marina protetta, così da valutare anche il loro stato di salute.

«I pescatori – afferma ancora Antonio Diana – avranno un ruolo importantissimo, perché consegneranno i crostacei sotto taglia pescati agli specialisti del Crama, a Cala Reale. I pescatori avranno un rimborso sul pescato a prezzo di mercato. Uno stimolo a consegnare le aragoste troppo piccole, così da preservare la specie, e dare un sostegno alla loro attività.»

Saranno al Crama a occuparsi della rilevazione dei dati sulle aragoste, cioè il loro peso, la lunghezza del carapace, lunghezza totale, il sesso e la metodologia di pesca. Gli esemplari non commerciabili saranno così marcati e rilasciati dopo tre giorni. Le potenziali ricatture potranno fornire informazioni sui tassi di crescita e di spostamento rispetto alle zone di rilascio. Il dipartimento di Scienze della vita e dell’ambiente dell’Università di Cagliari si occuperà della supervisione scientifica del progetto e dell’analisi dei dati.

Il progetto, preparato dagli uffici del Parco con il direttore Pierpaolo Congiatu e dell’area marina protetta con il direttore Vittorio Gazale, è stato avviato in questo mese di agosto in via sperimentale e riprenderà la prossima stagione di pesca delle aragoste, nel marzo 2018.

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Grandi emozioni, ieri sera, all’anfiteatro di piazza Marmilla, a Carbonia, al concerto di Carla Cocco, la cantante originaria di Carbonia che, nell’ambito degli spettacoli dell’Estate a Carbonia, ha regalato ai suoi concittadini, tra i quali la mamma, la sorella, altri familiari e tanti amici, il meglio del suo repertorio. E’ stato un “ritorno a casa” bellissimo, nella “sua” Carbonia, dove ha iniziato quasi per gioco più di vent’anni fa la sua carriera (ha ricordato le serate di piano bar al Bar Torino e al Bar Pero), con Renato Cicalò che ha voluto al suo fianco insieme a Cristian Medda, con il quale ha diviso tante tappe della sua carriera. Carla Cocco fin dai primi brani, molte cover di grandi autori ma anche sue canzoni, due delle quali presentate ieri in anteprima assoluta, ha coinvolto il pubblico (purtroppo, non numeroso come avrebbe meritato l’evento), rendendo l’atmosfera quasi familiare. Alcune delle canzoni le ha proposte su precisa richiesta di amici e fans, vecchi e nuovi, come vuole il titolo del suo spettacolo, “Scegli la musica che vuoi”, proposto sul palco dell’anfiteatro di Carbonia su iniziativa dell’Associazione Culturale Gruppo Origine, con il patrocinio e il contributo del comune di Carbonia. “Scegli la musica che vuoi” è un gioco, una condivisione ed una serata durante la quale Carla Cocco, 39 anni, ha ripercorso i principali brani che hanno caratterizzato i suoi 20 anni di carriera, contrassegnati da successi e riconoscimenti.

Il percorso musicale di Carla Cocco è partito nel 1995, nel panorama locale, con l’interpretazione di brani di Aretha Franklin, la cantautrice americana considerata un’icona della musica gospel e soul. All’età di 18 anni, si è trasferita a Roma, per inseguire il suo sogno: cantare, suonare e comporre. Nel 1997 ha superato il provino per la trasmissione musicale Sarabanda in onda su Italia 1, facendo parte del cast del programma fino al 2001. Nel 2003 ha vintola sezione cantautori del “Festival del Mare” con un brano intitolato “Mamma”. Nel 2006 il musicista Stelvio Cipriani l’ha scelta per interpretare alcune sue canzoni nell’ambito del concorso nazionale “Prove d’autore”. Nel 2010 si è aggiudicata, insieme ad Andrea Saponaro e Gabriele Valdes, il XV Premio Mediastars per aver realizzato il miglior jingle nella sezione “Televisione e cinema”.

Carla Cocco ha all’attivo tre album musicali: il primo è uscito nel 2004, avente come titolo proprio il nome dell’autrice, “Carla Cocco”; il secondo nel 2008: “Una carezza, nessun valore”; il terzo nel 2012, intitolato“Respiro”. Negli ultimi anni Carla Cocco ha ricevuto attestati di stima anche oltre i confini nazionali. Il 15 settembre 2013 è stata ospite del Festival Brasil, dove ha cantato, in duetto con il musicista brasiliano Toquinho, il brano “La voglia e la pazzia”.

Alleghiamo un ricco album fotografico del concerto di ieri sera, e il video della canzone “Vorrei che fosse amore”, uno dei grandi successi di Mina.

                                                                                                                                                 

 

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Inizia oggi, a Giba, il Festival “Boxis de Perda” , una tre giorni di concerti live in un piccolo paese del Sulcis.

Questa sera si alterneranno diversi gruppi con musica rap e rock. Spicca il nome del gruppo Golaseca ed il gruppo Menhir.

Organizzato dalla Pro Loco di Giba assieme all’Associazione Folkloristica Luciano Loi e al comune di Giba e sponsorizzato da aziende sarde come Cantina Mesa, E.JA SpA, Birra Ichnusa, Cantina Giba, il festival della durata di tre giorni è ricco di appuntamenti dalla mattina sino alla sera. 

«Si potrà assistere alla preparazione e degustazione del pane, partecipare a seminari sulle tradizioni alimentari, si terranno incontri letterari, e ci si potrà immergere nel passato grazie alla riscoperta di giochi antichi sardi; si potrà assistere a diversi spettacoli e concerti e si potrà dormire sotto un cielo stellato, in quanto vi è la possibilità di fare campeggio – spiega Roberto Cossu, voce e autore dei testi del gruppo Golaseca –Giba è un piccolo paese del Sulcis, un paese che si sta spopolando, ma ricco delle sue tante tradizioni. Credere in un festival organizzato a Giba, un evento meraviglioso in una piccolissima realtà, sarà un modo per far nascere una scintilla negli abitanti di questo piccolo centro. Le vere eccellenze, le vere tradizioni e autenticità delle piccole realtà non possono essere dimenticate.»

I Golaseca nascono a Carbonia dall’incontro tra Roberto Cossu ed alcuni musicisti locali, subito dopo la loro popolarità sale a livello nazionale a seguito delle proteste e dell’occupazione dell’Alcoa di Portovesme, dove alcuni membri della band lavorano, diventando veri e propri esportatori musicali della protesta. Amano definire il loro genere come “Rock Fiabesco”, molto vicini alla musica mediterranea, per suoni e identità, tuttavia nei loro brani è presente una forte influenza sarda. Cantano alla propria terra sedotta, usata e depredata da uno Stato distratto, che per anni ha conquistato l’isola come una splendida donna, per poi abbandonarla. Tutti questi eventi segnati dalle lotte in corso all’Alcoa e su tutta l’isola portano la band a comporre “La rogna dei Re” un brano che troverà un forte impatto mediatico anche sul sito dell’Ansa.

Tra il 2011 e il 2014, nonostante qualche modifica nell’Ensemble che porterà a una rodata stabilità, riescono a comporre un Demo e a vincere diverse Rassegne, tra le più importanti il contest dell’Unione Sarda (storico giornale dell’isola), il FestivalPub Italia (con la presenza di Radio e Video Italia) e l’Accademy di Sanremo. Inoltre apriranno i concerti di Eugenio Finardi, Pino Scotto e suoneranno con Omar Pedrini, leader dei Timoria, e Franco Caforio, batterista storico dei Litfiba.

I Golaseca sono orgogliosi di aver partecipato e di esser stati presentati da Fiorella Mannoia al live in piazza San Giovanni a Roma davanti a 100mila persone (diretta nazionale Rai News 24 & Sky Tg 24). Tra il 2013 e il 2014, grazie alla collaborazione con 2 registi isolani, pubblicano ben 3 video musicali con migliaia di visualizzazioni su Youtube.

I Golaseca sono stati tra gli otto finalisti nella sezione giovani alla quarta edizione del Premio Pierangelo Bertoli, che si è tenuta a Modena il 26 novembre scorso, al Teatro Storchi, con il singolo “Sud dei Sud”, brano dedicato all’integrazione, un chiaro rifiuto in chiave rock del razzismo fomentato da una certa parte politica. Il video del brano è interpretato da attori non professionisti di varie nazionalità.

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L’assessore regionale dei Trasporti, Carlo Careddu, interviene nella polemica scatenatasi nei giorni scorsi, sulle tariffe per i non residenti nei collegamenti con le isole minori.

«L’attenzione sui collegamenti in continuità territoriale con le isole di La Maddalena e di Carloforte è massima, anche per quanto riguarda le tariffe applicate ai non residenti», ha detto ieri l’assessore dei Trasporti che ha ricordato il recente provvedimento varato dalla Giunta regionale finalizzato all’abbattimento dei costi dei biglietti con questo obiettivo. «Abbiamo destinato 330mila euro ai comuni di La Maddalena e di Carloforte, perché adottino soluzioni concrete a vantaggio dei viaggiatori non residenti, come buoni sconto o simili e idonee agevolazioni – ha aggiunto Carlo Careddu -. Le amministrazioni territoriali sono quindi chiamate a elaborare proposte operative sulla base delle risorse messe a disposizione dalla Regione per l’anno in corso». 
«Naturalmente le isole minori sarde scontano ulteriori problemi legati alla mobilità rispetto a quelli fisiologici che già gravano sulle zone periferiche e che incidono su crescita e sviluppo economico pertanto – ha sottolineato ancora l’assessore dei Trasporti – la Regione non solo vigila sulla corretta applicazione del contratto di servizio che regolamenta la continuità territoriale interna, ma interviene con azioni mirate a tutela del diritto alla mobilità dei sardi e a sostegno delle comunità più svantaggiate sotto il profilo del trasporto pubblico e della libera circolazione, naturalmente nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie. Ricordo inoltre – ha concluso l’assessore Careddu – che sul biglietto per La Maddalena pesa in più una tassa di sbarco di 2,50 € da aprile a settembre adottata dal Comune ed applicata proprio a chi non risiede nell’isola». 
Il finanziamento erogato dalla Regione sarà ripartito in parti uguali tra le due amministrazioni locali tenuto conto anche dei dati di traffico: su un flusso totale di quasi 1 milione e 500mila utenti per La Maddalena, il 48% è costituito da non residenti, mentre su Carloforte i viaggiatori non residenti sono pari al 51% su un totale di 927mila. Complessivamente, i passeggeri non residenti trasportati nelle due isole sono 1.134.164 di cui il 58% su La Maddalena e il 42% su Carloforte.