18 July, 2024
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Dopo alcuni giorni di tregua, con il clima mitigato dal tanto atteso maestrale, in Sardegna ritorna l’allerta per il caldo intenso. Oggi il Centro Funzionale Decentrato – Settore Meteo dell’Arpas ha diffuso un nuovo avviso di condizioni meteorologiche avverse dalle 11.00 di domani, 16 agosto 2017, alle 19.00 di venerdì 18 agosto 2017. Si prevede un ulteriore lieve aumento delle temperature che potranno localmente superare i 40 °C nelle zone interne della Sardegna Occidentale e Centrale.

 

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Il mare di Nebida.

Il bilancio finale di Goletta Verde 2017 di Legambiente anche quest’anno ha registrato la situazione migliore in Sardegna, che si distingue con sole 5 situazioni critiche rilevate in corrispondenza di foci di fiumi, fossi e canali.

Il Mar Mediterraneo non gode di ottima salute: mala depurazione, rifiuti galleggianti, ma anche i cambiamenti climatici e illegalità ambientali minacciano sempre di più il Mare Nostrum oggi in forte sofferenza. È quanto denuncia Goletta di Verde 2017 di Legambiente che, nel bilancio finale del suo viaggio lungo i 7.412 chilometri di costa, ci restituisce un quadro poco rassicurante: su 260 punti campionati lungo tutta la costa italiana, sono 105 – pari al 40% – i campioni di acqua analizzata risultati inquinati con cariche batteriche al di sopra dei limiti di legge. Si tratta di un inquinamento legato alla presenza di scarichi fognari non depurati. Preoccupa anche il perdurare di alcune situazioni critiche, già registrate nelle precedenti edizioni, con ben 38 malati cronici contro i quali Goletta Verde punta il dito: si tratta di quei punti che sono risultati inquinati mediamente negli ultimi 5 anni e che si concentrano soprattutto nel Lazio (8), in Calabria (7), in Campania e Sicilia (5).

Di fronte a questa situazione e dopo i tanti appelli inascoltati e lanciati alle amministrazioni e agli enti competenti per verificare le cause dell’inquinamento, Legambiente ha presentato alle Capitanerie di Porto 11 esposti, uno per ogni regione in cui sono presenti i malati cronici di inquinamento, sulla base della legge sugli ecoreati che ha introdotto i delitti ambientali nel codice penale, tra cui il reato di inquinamento ambientale (art. 452bis cp). Un’azione, quella di Legambiente pensata per chiedere alle Autorità competenti di intervenire per fermare i numerosi scarichi inquinanti che purtroppo ancora oggi, si riversano in mare, soprattutto nella stagione estiva, e che costituiscono una minaccia per il mare, la salute dei bagnanti e la biodiversità.

I risultati conclusivi di Goletta Verde 2017, la storica campagna estiva di Legambiente realizzata grazie al sostegno del Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati (Conou) e dei partner Aquafil, NAU e Novamont, e gli 11 esposti sono stati presentati sabato a Roma da Serena Carpentieri e Giorgio Zampetti, rispettivamente responsabile Campagne e responsabile Scientifico di Legambiente, che hanno illustrato il quadro emerso dalla campagna di monitoraggio scientifico, durante i due mesi di viaggio dell’imbarcazione ambientalista partita a giugno dalla Liguria e arrivata da ultimo in Friuli Venezia Giulia. Sono intervenuti, inoltre, il Corpo delle Capitanerie di Porto, in rappresentanza del Comandante Generale Ammiraglio Ispettore Vincenzo Melone è stato presente il Capitano di Vascello (CP) Mario Valente Capo ufficio Aree Marine Protette del Reparto Ambientale Marino del Corpo della Capitanerie di Porto, Andrea Di Stefano di Novamont e Donato Pulcini, portavoce nazionale Sindacato dei Medici Italiani.

«Il mare italiano continua a soffrire per la presenza di numerosi scarichi non depurati che continuano a riversarsi in mare – dichiara Giorgio Zampetti, responsabile Scientifico di Legambiente – e anche quest’anno i dati di Goletta Verde confermano nuovamente la gravità della situazione, segnata anche dal problema dei rifiuti galleggianti e spiaggiati e delle continue illegalità ambientali che sfregiano coste e territori italiani. Per questo abbiamo deciso di consegnare, in chiusura della campagna 11 esposti, per 38 situazioni particolarmente critiche, alla Capitaneria di Porto – Guardia Costiera, che tra le tante competenze ha anche il monitoraggio e verifica sugli scarichi in mare provenienti da terra. Con la finalità di mettere in atto controlli su tutta il corso d’acqua, il fosso o il canale segnalato, per individuare gli inquinatori e le ragioni dell’inquinamento che, come spesso accade, possono risiedere anche nei comuni dell’entroterra e non necessariamente in quelli costieri, che invece si trovano a subirne maggiormente gli effetti negativi.» La denuncia di Legambiente fa leva sulla legge 68/2015, che inserisce i reati ambientali nel codice penale e che, in questi due anni di applicazione ha già consentito di sequestrare depuratori malfunzionanti, fermare l’inquinamento causato da attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, intervenire su situazioni di inquinamento pregresso o per fermare attività illegali di vario genere.

I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e i tecnici di Goletta Verde hanno considerato come inquinati i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e fortemente inquinati quelli che superano di più del doppio tali valori. Dei 105 campioni di acqua risultati con cariche batteriche elevate, ben 86 (ovvero l’82%) registrano un giudizio di fortemente inquinato. L’87% dei punti inquinati e fortemente inquinati sono stati prelevati alle foci di fiumi, torrenti, canali, fiumare, fossi o nei pressi di scarichi che si confermano i nemici numero uno del nostro mare. Mentre il 13% sono stati prelevati presso spiagge affollate di turisti. La situazione migliore anche quest’anno in Sardegna, che si distingue con sole 5 situazioni critiche rilevate in corrispondenza di foci di fiumi, fossi e canali. A seguire anche la Puglia registra un buon risultato, confermando la performance dello scorso anno. In alto Adriatico, complice anche la forte siccità che ha colpito queste regioni, riducendo molto le portate di fiumi, fossi e canali che si riversano in mare, le situazioni migliori si riscontrano in Emilia Romagna e Veneto. Critiche per quanto riguarda la presenza di diversi scarichi non depurati che finiscono in mare, prevalentemente attraverso fiumi, fossi, canali e tubature, le situazioni registrate in Abruzzo, Sicilia, Campania e Lazio.

Legambiente ricorda che i controlli eseguiti hanno la finalità di verificare lo stato di qualità del mare e delle coste con particolare attenzione al rischio di inquinamento causato dalla mancanza o inadeguatezza del servizio di depurazione. La determinazione dei singoli punti avviene attraverso la raccolta d’informazioni sul territorio da parte dei circoli locali di Legambiente e delle segnalazioni dei cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Il lavoro di Legambiente non vuole in nessun modo sostituirsi ai controlli effettuati dalle Arpa ai fini della balneazione delle acque. Le analisi di Goletta Verde vengono fatte su prelievi eseguiti in particolare in prossimità di foci, canali e fossi, con l’obiettivo di denunciare come ancora oggi questi siano ricettacolo di scarichi non depurati e costituiscono la principale fonte di immissione di inquinanti in mare, come viene indicato dalla normativa comunitaria, che chiede di monitorare anche i punti più a rischio di inquinamento e non limitarsi a verificare la balneabilità delle spiagge. Dei 260 punti di prelievo, infatti, 83 non sono campionati nei controlli sulla balneazione

Non va meglio sul fronte dell’informazione ai cittadini, sui divieti di balneazione e la cartellonistica informativa che dovrebbe essere presente nella spiagge balneabili, obbligatoria a carico dei Comuni costieri da anni. «I cittadini – spiega Serena Carpentieri, responsabile campagne di Legambiente – continuano a navigare in un mare di disinformazione. Così come in buona parte d’Italia, stenta ancora a decollare un sistema davvero integrato tra i vari enti preposti per fornire informazioni chiare. I tecnici di Goletta Verde hanno avvistato solo 16 di questi cartelli informativi, presenti solo nel 9% dei punti. Per quel che riguarda invece i cartelli di divieto di balneazione, dei 91 punti vietati alla balneazione dalle autorità competenti, solo 23 presentano un cartello di divieto di balneazione. Nel 10% dei casi dove i cartelli di divieto sono assenti, troviamo una presenza media o alta di persone che, ignare, fanno il bagno».

 

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Nella diatriba tra la Pro Loco e l’Amministrazione comunale di San Giovanni Suergiu, che ha visto l’associazione turistica locale abbandonare le iniziative estive in aperta contestazione della distribuzione delle risorse stanziate per gli spettacoli estivi, si inserisce oggi, giorno di Ferragosto, Erminio Meloni, consigliere comunale di minoranza e componente del direttivo Pro Loco.

«La materia del contendere, se così vogliamo chiamarla – scrive Erminio Meloni in una nota -, è la delibera di Giunta n. 60 del 24.07.2017 avente come oggetto i contributi alle associazioni per le manifestazioni culturali e di spettacolo per il 2017. Presenti, oltre al sindaco, il suo vice avv. Marco Zusa, l’ing. Giuseppe Pinna, la dott.ssa Camilla Melis, il sig. Gianfranco Ghisu ed il dott. Giampiero Cabras che, con voti unanimi, ripartiscono 12.400 € nel seguente modo:

€ 1.500,00 alla Pro Loco per le feste patronali delle frazioni, la Pro Loco fa da tramite per l’assegnazione di 500,00 € a Palmas, 500,00 € ad Is Urigus e 500,00 € a Matzaccara;

€ 150,00 alla Pro Loco per manifestazione teatrale. La Pro Loco ha avuto l’incarico di pagare la SIAE ed il suolo pubblico, facendo risparmiare quasi il 50% all’amministrazione in virtù della convenzione nazionale UNPLI-SIAE;

€ 2.000,00 finanziamento diretto al COMITATO FESTA PATRONALE San Giovanni Battista;

€ 300,00 finanziamento diretto alle ACLI MANI AMICHE per la manifestazione “Sfila la tradizione”;

€ 300,00 finanziamento diretto all’ASSOCIAZIONE GIOCONDA per la manifestazione “La memoria del suono”;

€ 300,00 finanziamento diretto alla COMPAGNIA TEATRALE SA PRAMA;

€ 300,00 finanziamento diretto all’Associazione S’ARRIU DE IS FAINAS per la manifestazione “Note d’estate”;

€ 300,00 finanziamento diretto all’Associazione PALMAS VECCHIO per “Il giardino delle idee”;

€ 250,00 alla Pro Loco per pagare la navetta utilizzata per monumenti aperti e commissionata dall’amministrazione;

€ 500,00 alla Pro Loco, finanziamento devoluto sotto forma di manifestazioni estive ma finalizzato ai contributi dovuti ai carri allegorici e ai gruppi mascherati per la partecipazione al carnevale sangiovannese;

€ 6.500,00 (seimilacinquecento) finanziamento diretto all’Associazione PALMAS VECCHIO per manifestazioni estive.

Appare chiaro – aggiunge Erminio Meloni – che la Pro Loco non abbia ricevuto nessun contributo per la sua programmazione ma che sia stata utilizzata solo sporadicamente come passa carte in momenti di difficoltà e fatta fuori in modo poco elegante dalla ripartizione dei fondi. Credo che sia evidente a tutti la disparità di trattamento, non a caso qualcuno ha polemizzato giustamente, in modo agonistico e spiritoso, sul fatto che Palmas abbia battuto San Giovanni 7.300 a 4.100 € e che le altre frazioni, Is Urigus e Matzaccara, siano rimaste al palo, in fondo alla classifica, con 500,00 € a testa.»

«Aldilà della legittima distribuzione delle risorse – sottolinea ancora Erminio Meloni -, che comunque evidenziano chiaramente la volontà politica di questa amministrazione, si deve sapere che per quanto riguarda i finanziamenti che transitano nella Pro Loco, e quindi inseriti nel bilancio dell’associazione, pur non avendo nessun ritorno immediato, sarebbe stato un vantaggio per la gestione del 2018, in considerazione del fatto che la Regione Sardegna elargisce contributi alle Pro Loco nella misura del 15% rispetto al fatturato rendicontato. Pertanto, la Pro Loco, per il 2018, avrà un contributo regionale pari a € 360,00 (€ 2.400 x 0.15), che aiuteranno la programmazione delle manifestazioni del prossimo anno. Se l’amministrazione avesse fatto la scelta di far passare i finanziamenti riguardanti la delibera di Giunta n. 60 tramite Pro Loco, con la stessa destinazione, si avrebbe avuto un ritorno economico pari a € 1.860,00 (€ 12.400 x 0,15). Da qui la decisione della Pro Loco di informare la comunità sull’impossibilità di portare avanti la programmazione degli avvenimenti estivi per mancanza di fondi.»

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Inizierà domenica 24 settembre, su Canale 5, la programmazione della fiction in 6 puntate “L’Isola di Pietro”, diretta da Umberto Carteni, prodotta da Lux Vide, ambientata a Carloforte e girata tra Carloforte, Calasetta, Carbonia, Sant’Antioco, Portoscuso e Cagliari, con alcuni ciak a Roma e Viterbo.

Il grande, attesissimo protagonista della fiction, è il 72enne Gianni Morandi nel ruolo di Pietro, il medico del paese, coinvolto nelle indagini condotte dalla figlia poliziotto che ha deciso di far ritorno nel luogo di origine. Un padre vedovo ed una figlia andata via di casa adolescente, divisi da un doloroso segreto, un mistero da risolvere ed una storia di rinascita. Al centro della storia c’è anche il crollo di una vecchia tonnara.

Gianni Morandi ha pubblicato nei giorni scorsi in anteprima, su Facebook, il trailer della fiction in cui si vedono, tra l’altro, l’esplosione di un edificio, la figlia che torna a casa, una ragazzina adolescente che, dopo aver scoperto di essere rimasta incinta, tenta un gesto estremo, ma anche lunghe corse del protagonista in spiaggia con il cane, lui a contatto con i suoi piccoli pazienti, la semplice vita con la gente del luogo.

Nel cast ci sono anche Chiara Baschetti (Elena, figlia di Pietro), Ninni Bruschetta, Cecilia Dazzi (la preside Ines), Cesare Bocci, Clotilde Sabatino, Federico Russo, Michele Rosiello, Alma Noce, Daniele Rampello.

Durante la registrazione della fiction, Gianni Morandi s’è letteralmente innamorato dell’Isola di San Pietro e prima della partenza, lo scorso autunno, ha regalato a Carloforte e alla Sardegna uno straordinario concerto. Come lui, si sono innamorati di Carloforte anche alcuni protagonisti. Non più tardi della scorsa settimana, Chiara Baschetti, figlia di Gianni Morandi nella fiction, in vacanza a Carloforte, ha partecipato alla presentazione del libro “Oltre l’indizio”, di Rita Cavallaro.

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La Dinamo Banco di Sardegna ha tesserato l’ala slovena Erazem Lorbek che si unirà al gruppo di coach Federico Pasquini per un mese e nei prossimi giorni sarà in Sardegna per le visite mediche e per la successiva partenza per il Geovillage di Olbia, dove il 20 agosto prenderà il via il ritiro biancoblu.

Classe 1984, 209 centimetri di altezza per 113 chilogrammi, Erazem Lorbek porta in casa Dinamo uno straordinario patrimonio di esperienza e tecnica, frutto di una carriera spesa per quasi 15 anni ai massimi livelli europei che lo ha visto tra le file di top club continentali come CSKA e Barcellona. Un elemento che garantirà al gruppo biancoblu una presenza importante e di livello per tutto il periodo della preparazione precampionato.

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La scuola di danza “Carbonia Dance Academy”, diretta dagli insegnanti Emanuele Ledda e Silvia Loi, ha organizzato, con il patrocinio e il contributo del comune di Carbonia, la seconda edizione dello spettacolo “History of Passion”, uno show di danza sportiva che si svolgerà in due date e due location differenti: domenica 20 agosto, alle 21.30, in Piazza Venezia, a Cortoghiana, e domenica 27 agosto, alle 21.30, all’Anfiteatro di Piazza Marmilla, a Carbonia.

Lo spettacolo di danza sportiva è stato organizzato in occasione dei festeggiamenti per il 38° anniversario della prima scuola di ballo fondata in città da Franco Ledda (Club Danza Sportiva L3).

Il programma delle due serate è molto articolato e prevede danze latino americane, danze caraibiche, liscio unificato, synchro dance, show dance, funky, danze orientali, danza moderna, hip hop e duo synchro latin.

I ballerini della scuola si esibiranno anche in una performance dedicata interamente alla nostra città, dal titolo “Si chiamerà Carbonia”.

La serata del 20 agosto sarà presentata da Massimo Concas, mentre il 27 agosto la conduzione sarà a cura di Alessia Simoncelli.

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“Cinema sotto le stelle”, ecco la risposta iglesiente, dopo la chiusura del cinema multisala, avvenuta nel 2014, in attesa della sua riapertura, che appare ormai certa, dopo l’acquisto all’asta da parte di un gruppo di imprenditori romani che gestisce multisale nella Capitale. Dopo aver rappresentato un primato nell’industria dello spettacolo della Provincia (8 sale per un pubblico potenziale di 1.500 spettatori), la sua chiusura in questi tre anni, a Iglesias, ha lasciato agli amanti del cinema come uniche possibilità, lo spostamento in altri centri o lo streaming di poca qualità… O forse no: quest’estate, per 2.318 persone non è stato così.

Organizzato dal Centro Iniziative Culturali ARCI di Iglesias con il patrocinio dell’Amministrazione comunale di Iglesias, “Cinema sotto le stelle”, dal 1 luglio al 6 agosto (data di proiezione dell’ultimo film in lista), ha portato colore al programma dell’Estate Iglesiente presentando, nei giardini della biblioteca comunale, una rassegna di undici film nel corso di ventun serate. I film, tutti del 2016 e due del 2017, hanno incontrato l’interesse di diversi tipi di pubblico: a partire dai bambini, che hanno rappresentato la maggioranza degli spettatori per “Il GGG – Il Grande Gigante Gentile” (Steven Spielberg), agli amanti del fantasy con “Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali” (Tim Burton) e del romantico con “La La Land” (Damien Chazelle). Non manca il cinema sardo di grande successo con “L’accabadora” di Enrico Pau, che ha registrato il tutto esaurito in entrambe le serate (nella prima era presente anche il regista) con un totale di 481 spettatori, nonostante la tematica difficile e il tema “oscuro”. Grande partecipazione però anche per il film comico “L’ora legale” (Ficarra e Picone) che ha contato, nel corso delle due serate di chiusura della rassegna, 240 ingressi, e per il grande classico “La bella e la bestia” (Bill Condon) che, di produzione Disney, fa tornare tutti un po’ bambini.

Altri titoli in rassegna sono stati “La verità sta in cielo” (Roberto Faenza) che ha aperto le danze del cinema all’aperto, “Snowden” (Oliver Stone), “La luce sugli oceani” (Derek Cianfrance), “Jackie” (Pablo Larraín) e “Hacksaw ridge” (Mel Gibson).

Così, in conclusione della terza edizione del “Cinema sotto le stelle”, Iglesias si dimostra ancora una volta una città culturalmente attiva ed affamata di eventi, in cui il cinema e lo spettacolo non possono mancare. Il grande successo dell’“Accabadora”, sia nelle due giornate iglesienti, che in un panorama regionale, illumina una parte dello spirito popolare che, soprattutto in questo periodo e specialmente da parte delle nuove generazioni, viene denigrato e messo in disparte a favore della globalizzazione e dell’imposizione dei “grandi colossi”: l’importanza della produzione locale e la valorizzazione della storia del proprio territorio – in questo caso di un personaggio tipicamente sardo.

La location, nel cuore della città, mostra come si possa affiancare la pregnanza qualitativa dell’offerta alla disponibilità del proprio territorio, e l’eterogeneità dello staff organizzativo (in cui sono stati coinvolti anche quattro giovani ragazzi) prova che l’incontro tra generazioni sotto un obiettivo comune è possibile e – ancor più importante – estremamente fruttuoso.

In conclusione, le parole di Pietro Angelo Tocco, presidente dell’ARCI (l’associazione organizzatrice dell’evento): «È stata un’esperienza fortemente formativa, graditissima dal pubblico, con un’offerta che ha soddisfatto ogni genere di preferenza cinematografica. Cinema di qualità, cinema per tutti, è stata questa la formula scelta in occasione di questa terza sperimentale edizione che ci vedrà coinvolti anche il prossimo anno in un’organizzazione più attenta alla promozione e magari più estesa sia nell’offerta dei film che nei giorni di programmazione».

E così, chi l’ha perso quest’anno, la prossima estate (o prima, in occasione del Cinema del Mediterraneo) potrà godersi l’emozione di un bel film mescolata al vento fresco di una notte al “Cinema sotto le stelle”. In attesa della riapertura del cinema multisala di Monte Figu.

Viola Bonesu

 

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Seconda giornata per Mamma Blues, il festival nel festival dedicato alla musica del diavolo e ai suoi immediati dintorni in corso a Nureci. Nella seconda delle tre giornate della kermesse, che chiude il diciannovesimo Dromos festival e che quest’anno taglia l’ambito traguardo delle dieci edizioni, è in programma dalle 22.00 una ricca serata, che ha il suo momento più significativo nel concerto di un grande protagonista della scena blues internazionale: il newyorchese Eric Bibb.

Musicista talentuoso e colto, figlio d’arte, bluesman dalla voce calda ed espressiva e chitarristica di grande tecnica, Bibb in duo con il chitarrista svedese Staffan Astner presenta a Mamma Blues il suo ultimo disco, “Migration Blues”, pubblicato lo scorso marzo. Nato nel 1951 in una famiglia di musicisti (il padre Leon, cantante, era un nome della scena folk di New York negli anni ’60, mentre suo zio era il pianista jazz e compositore John Lewis, membro del Modern Jazz Quartet e famoso in tutto il mondo), inizia a suonare la chitarra a sette anni, a sedici è già un componente dell’orchestra del padre, ma è all’inizio degli anni settanta che Bibb intraprende il suo percorso nel mondo della musica, suonando prima in varie band Usa per poi trasferirsi in Europa, prima a Parigi e più tardi in Svezia. Nel paese scandinavo ha modo di arricchire la sua formazione musicale contaminandola con altre sonorità, grazie alle collaborazioni che mette in piedi con artisti di tutto il mondo. Sul finire degli anni Novanta la sua fama è oramai di respiro internazionale, con diversi album di successo e tour nel Regno Unito, negli States, Canada, Francia, Svezia e Germania. 

“A Family Affair” è il primo lavoro che vede insieme padre e figlio: Leon & Eric Bibb, mentre con “Friends ha modo di duettare con amici e musicisti incontrati nei suoi viaggi, come Taj Mahal, Odetta, Charlie Musselwhite, Guy Davis, Mamadou Diabate e Djelimady Toukara. Con le sue band, nel corso degli anni, si è esibito nei più importanti festival mondiali, tra cui Glastonbury (due volte) e il Cambridge Folk Festival nel Regno Unito. È stato con Robert Cray in due tour americani nel 2001 e nel 2002 e ha aperto per Ray Charles nell’estate del 2002. In carriera si è visto tributare una Grammy Nomination (per “Shakin’ a Tailfeather”) e da quattro W.C. Handy nominations (per gli album “Spirit and the Blues”, “Home To Me” e “A Ship Called Love”; per “Kokomo” come miglior canzone blues acustica e come miglior artista blues acustico dell’anno). Il suo è un folk blues infuso con abile destrezza e realizzato con grazia, che mette insieme lo stile tradizionale americano “rootsy” con una sottile sensibilità contemporanea.

In apertura di serata, alle 22.00, sul palcoscenico il quintetto Blues Tales (Mino Mereu, voce; Alberto “Benga” Floris, chitarra; Gianmatteo Zucca, chitarra; Marco Pinna, basso; Giovanni Collu, batteria) e il suo racconto in musica della Storia del blues, dopo festival con The Ticks (Bibo Mura, voce; Samuele Corona, chitarra, cori; Walter Argiolas “Tata Doc Fasol”, contrabbasso, cori; Luca Fanutza “Vlad Aldo”, batteria, cori).

 

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Ancora una giornata particolarmente intensa al festival “Time in Jazz” edizione numero trenta, in pieno svolgimento da martedì scorso fino a mercoledì 16 agosto, tra Berchidda e gli altri quattordici centri del nord Sardegna che fanno parte quest’anno del suo circuito. 

La musica ha preso il via, come sempre, a metà mattina: alle 11 tappa a Olbia, nella chiesa di San Paolo, per riascoltare Tomasz Stanko e David Virelles, stavolta in duo, dopo il concerto che la sera prima li avrà visti in azione a Berchidda con il New York Quartet intestato al trombettista polacco. 

Nel tardo pomeriggio, alle 18.00, il festival si sposta a L’Agnata, la tenuta vicino a Tempio Pausania che fu uno dei principali luoghi di ritiro di Fabrizio De André e che ha ospitato momenti memorabili di sette edizioni di Time in Jazz. E sarà un evento decisamente in tema a sancire questo ritorno, proposto in collaborazione con la Fondazione De André: “Le Rondini e la Nina”, questo il titolo, è infatti un omaggio musicale tra jazz e canzone d’autore a Fabrizio De André e a un altro grande cantautore scomparso, Lucio Dalla, attraverso una rilettura originale dei loro repertori. Un progetto nato proprio a Berchidda, nel giugno di cinque anni fa (con il titolo “Laber per Lucio e Faber”), e poi ripreso in qualche altra occasione (come lo scorso dicembre a Orvieto per Umbria Jazz Winter), che vede insieme Gaetano Currei e Fabrizio Foschini, rispettivamente voce storica e pianista degli Stadio (band “pop-rock d’autore” per auto-definizione), con Paolo Fresu (tromba e flicorno) e Raffaele Casarano (sax) uno dei più promettenti astri del nuovo jazz italiano.

Ma “Le rondini e la Nina” è più di un semplice concerto: è un tributo a due uomini e artisti, Lucio Dalla e Fabrizio De André, che, pur provenendo da contesti differenti, hanno toccato le stesse corde dell’anima, portando con la musica, la poesia e la loro stessa vita, messaggi universali spesso “scomodi”, con una grande capacità di osservazione e apertura al nuovo, come sottolinea Gaetano Curreri: «[…] Non sarà solo una contaminazione tra jazz ed esperienza cantautorale, ma si proseguirà un percorso in cui i vari linguaggi e generi dell’arte trovino nuove direzioni di sperimentazione, creazione e ricerca, ecco sarà proprio cosi, anzi… sarà vera Improvvisazione, come sarebbe piaciuto a Lucio e a Faber…».

Il riconoscimento di Curreri come uno dei più autorevoli cantautori italiani (sua la firma di molti grandi successi musicali degli ultimi trent’anni, da Vasco Rossi a Patty Pravo) e il suo stretto rapporto umano e artistico con Lucio Dalla, iniziato nel 1979 con la partecipazione al celebre tour Banana Republic di Dalla e De Gregori, ne fanno l’interprete perfetto per questo tributo alla musica d’autore e al genio di questi grandi artisti.

Lucio e Faber sono anche stati portatori di una serie di valori umani e artistici di cui, pur non avendoli conosciuti personalmente, si sente permeato anche Paolo Fresu: «La canzone di De André è sempre di più la canzone di tutti noi e travalica il senso generazionale. Perché è in grado di parlare a tutti e arriva dritta alla mente e al cuore […] e c’è un parallelismo tra la sua figura e quell’altra amatissima di Lucio Dalla […] perché anche le canzoni di Dalla hanno dato parola agli umili e ai perdenti […]. Parafrasando ancora De André, se ‘dal letame nascono i fiori’ una semplice canzone potrà suggerirci una via luminosa in questo momento buio e Gaetano Curreri, estimatore di Fabrizio e vicino a Lucio più di chiunque altro, lo saprà fare come solo lui sa: con la leggerezza di chi volerà alto sul nostro immaginario, per molto tempo. Voleranno le rondini dunque. Quelle di Lucio con la Nina di Faber».

Altri suoni e atmosfere attendono il pubblico al rientro a Berchidda con la consueta parata per le vie del paese degli Huntertones con le loro sonorità funk, jazz e rhythm & blues a precedere il doppio concerto serale in programma sul “Palco centrale” del festival, in Piazza del Popolo.

Il primo set, alle ore 21.30, propone le atmosfere elettrizzanti del Pipon Garcia Trio, progetto d’avanguardia in arrivo dalla Francia, frutto dell’incontro di musicisti provenienti dalle scene jazz, hip-hop e electro, che mette in comunicazione universi sonori differenti, giocando con le convenzioni e riferimenti alla musica dagli anni Sessanta a oggi. Al timone del trio Philippe “Pipon” Garcia, figura emblematica della sperimentazione e batterista di grande esperienza, che torna a calcare le scene di Berchidda dopo otto anni dalla sua esibizione con il duo “electro-drum’n’jazz” Cosmik Connection, questa volta con un nuovo progetto di fusione all’insegna della sperimentazione estrema e dell’improvvisazione, in cui lo affiancano il cantante senegalese Sir Jean e il contrabbassista Thibaud Soulas.

L’eclettico Philippe Garcia ha trascorso sei anni in Turchia nei ranghi dell’Orchestra Sinfonica di Istanbul, ha collaborato con Don Cherry, Barre Philips, e accompagnato anche alcune coreografie di Carolin Carlson e Carine Wener. Nel 1994 è stato tra i fondatori del Collectif MU con il sassofonista Gaël Horellou, col quale ha poi dato vita, nel 1997, alla Cosmik Connection, con cui ha realizzato tre album, collaborando parallelamente con Erik Truffaz, Michel Benita, Laurent de Wilde, sviluppando inoltre un progetto dal vivo sotto il nome di Kpt’n Planet.

Artista poliedrico, non stupisce che Thibaud Soulas abbia messo il suo contrabbasso al servizio di questo progetto; cantante, trombettista e tanto altro ancora, si è dedicato alla totale sperimentazione dei più diversi generi musicali, spaziando dal jazz delle radici a quello più moderno, dal fado alla musica gnawa, dalla classica al sound painting. Tra le sue collaborazioni spiccano quelle con Enrico Rava, Gary Bartz, Stephane Belmondo, Bruno Ruder e Vincent Le Quang, quella con il pianista bulgaro Mario Stanchev e le incursioni nella musica africana con l’Imperial Quartet del Mali o afro-cubana con il trio “Belem”.

Nato a Dakar, Sir Jean ha iniziato a suonare reggae – zouk a 17 anni con la band The Messengers, trasferendosi poi a studiare in Francia nel 1991, e entrando nei Crazy Skankers, band a base di reggae, ska e rocksteady. Per otto anni entra nei ranghi del gruppo cult Meï Teï Sho, lasciando spazio anche a numerose altre collaborazioni come quelle con Le peuple de L’Herbe, Zenzile, JMPZ, Ezekiel, Grosso Gadgetto, Simeo, e prendendo parte all’album “African Legacy” del collettivo hip hop Dokhandeme. Voce unica e riconoscibile, apprezzato in tutta la Francia, grazie anche ai suoi testi impegnati, Sir Jean è forse la figura più emblematica della scena meticciata di Lione.

Come già annunciato, Enrico Rava, che da programma avrebbe dovuto suonare nel secondo set della serata di lunedì 14 con il suo gruppo Tribe, non potrà partecipare al festival per motivi di salute. In alternativa, a salire sul palco di piazza del popolo sarà, dunque, l’2enfant du pays” Paolo Fresu, ideatore e direttore artistico di Time in Jazz, alla testa del suo quintetto “storico”, la stessa formazione ad aver acceso la scintilla del festival nel 1988: Tino Tracanna ai sassofoni tenore e soprano, Roberto Cipelli al pianoforte, Attilio Zanchi al contrabbasso e Ettore Fioravanti alla batteria, oltre allo stesso Fresu, naturalmente, alla tromba e al flicorno. Ospiti d’eccezione, due membri del gruppo di Rava Tribe: il trombonista Gianluca Petrella e, al piano Fender, Giovanni Guidi. Nel corso della serata è previsto un collegamento telefonico con Enrico Rava al quale il festival di Berchidda tributerà un premio alla carriera.

Paolo fresu 5th © Roberto Cifarelli

 

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Verrà inaugurata questa sera, alle 19.00, nei locali del Palazzo baronale di Teulada, la mostra di opere d’arte dei maestri del Novecento sardo e ricamo artistico tradizionale “Tutta d’oro e di rosa. Il mito di Teulada agli albori dell’arte identitaria sarda”, curata da Maria Paola Dettori.

L’Amministrazione comunale di Teulada ha organizzato la mostra con il contributo della Fondazione di Sardegna, Progetto AR/S, Arte condivisa in Sardegna,per raccontare, attraverso le opere dei principali artisti del Novecento sardo, come l’immagine di Teulada abbia costituito un mito alla base dell’arte identitaria, nel momento della presa di coscienza della specificità isolana e della costruzione di una rappresentazione positiva della sua individualità e storia. Ai nomi più noti degli artisti che hanno rappresentato Teulada, Giuseppe Biasi, Cesare Cabras, Tarquinio Sini, Mario Mossa de Murtas, si affiancano nella mostra molti altri, la cui attenzione verso il paese sulcitano era passata inosservata, come Eugenio Tavolara, Edina Altara e Melkiorre Melis, di cui si presentano opere pittoriche, collage, stampe, pupazzi e ceramiche, molti dei quali inediti. Un panorama articolato e ricco di grazia, tra ironia, devozione e splendore delle vesti e dei tessuti, che dal primo Novecento arriva oltre la metà del XX secolo.

Il fascino d iTeulada nasceva dai suoi meravigliosi abiti tradizionali, ornati da preziosi ricami, unici nel loro genere; ad illustrare questo patrimonio e a corredo della mostra d’arte, il Palazzo baronale espone anche una notevole raccolta di esempi del ricamo artistico teuladino, tradizione resa viva ed attuale dalla presenza dei laboratori a cura delle ricamatrici della locale associazione Is Sinnus.

La mostra sarà visitabile fino al 10 settembre 2017.