24 November, 2024
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Gli uffici amministrativi e tecnici dell’Aou di Sassari, in via Coppino e in viale San Pietro, resteranno chiusi nella giornata del 14 agosto.

Resteranno chiuse anche le casse ticket della Stecca bianca.

Nella mattinata del 14 agosto saranno aperti, invece, l’Ufficio protocollo in viale San Pietro numero 10, quindi gli sportelli delle casse ticket del Palazzo rosa che seguiranno l’orario 8.00-13.00.

L’accettazione del laboratorio analisi di via Monte Grappa sarà a disposizione del cittadino dalle ore 7,30.

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Nuovo esposto dell’associazione “Assotziu Consumadoris Sardigna” sullo smaltimento dei rifiuti della Portovesme srl. Nel documento, inviato a tutti gli organismi competenti, il presidente dell’ACS-Onlus Marco Mameli scrive, tra l’altro, che «dall’esame dei pareri espressi dagli Enti competenti, in sede dell’ultima Conferenza dei Servizi, emerge l’esigenza di una molteplicità di ulteriori integrazioni progettuali, indispensabili per consentire la valutazione finale del progetto».

Riguardo la soluzione temporanea individuata per evitare la fermata della Portovesme s.r.l., Marco Mameli richiama l’attenzione dei soggetti interessati «sul fatto che tale soluzione comporta l’assoggettamento del progetto di deposito preliminare (non può essere autorizzata in assenza di un progetto definitivo redatto ai sensi dell’art. 93 del decreto n. 163/2006 e smi) alla valutazione di Impatto Ambientale, all’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e all’Autorizzazione alla realizzazione e gestione di impianti di gestione rifiuti».

Il presidente dell’ACS-Onlus nell’esposto diffida gli organi regionali e provinciali preposti, ad assumere provvedimenti autorizzativi, nulla-osta, ecc., relativi allo smaltimento dei rifiuti prodotti dalla Portovesme s.r.l. in difformità/violazione della normativa nazionale e regionale di settore; ed invita la Procura della Repubblica ad accertare eventuali ipotesi di reato a carico di Pubblici Amministratori e Pubblici Funzionari ed il Nucleo Operativo Ecologico dei carabinieri a vigilare sulle effettive modalità di smaltimento dei rifiuti prodotti dalla Portovesme s.r.l., e sulla legittimità degli atti amministrativi di supporto.

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E’ stata costituita, a Nuxis, una nuova associazione, denominata “Le Sorgenti”. Il percorso intrapreso dai soci fondatori, inizia fattivamente con l’esposizione delle casse fiorite di Nuxis e del Sulcis, interessanti oggetti della tradizione locale, che oscillano tra arte ed artigianato, e proseguirà attraverso la ricerca e la pubblicazione di scritti, l’organizzazione di convegni, seminari, dibattiti e laboratori, mediante l’assunzione «di iniziative concrete, con la finalità di contribuire ad approfondire lo studio e la conoscenza della storia e della realtà sociale del territorio prima di tutto di Nuxis, ma non solo. Siamo convinti che queste attività e iniziative avranno come diretta conseguenza la crescita sia culturale ma anche economica della popolazione locale. Quindi: un luogo di riflessione, di elaborazione, di confronto, di condivisione. Un’occasione di impegno e di partecipazione. Un luogo senza steccati, senza connotazione politica, con un “minimo comune denominatore condiviso” dal punto di vista dei valori».

Il nome “Le Sorgenti” nasce da una lunga riflessione, comune ai soci promotori: l’Associazione ha l’aspirazione d’essere sorgente. «La sorgente – spiegano – non è altro che il sito in cui scaturisce la fonte della vita stessa, l’acqua. E così vorremmo essere: essere uno dei mezzi (la sorgente, appunto) attraverso cui far venire alla luce le tante potenzialità che il nostro paese ha: voi, i cittadini, tutta la popolazione, e noi stessi, siamo l’acqua. Ed è coniugato al plurale proprio perché i mezzi mediante i quali raccogliere proposte e idee sono tanti. Il logo che ci caratterizza ne è una dimostrazione: nasce dal desiderio di voler “dare”, di voler “offrire”: quale organo meglio delle mani esprime questa volontà? E queste mani accolgono l’acqua che, dalle montagne, scorre fino a esse e in esse viene raccolta

“Le Sorgenti”, dal punto di vista giuridico, nasce come un’associazione no profit, i cui organi statutari sono l’Assemblea dei soci, il Consiglio direttivo ed il Presidente: tutte le cariche sociali sono assunte ed assolte a totale titolo gratuito.

Il Comitato direttivo, attualmente, è formato da cinque componenti: il presidente (Giangiacomo Aru), il vice-presidente (Efisio Pinna), il segretario (Manuela Colaci), il tesoriere (Martina Lampis) e un quinto componente (il prof. Andrea Pubusa).

L’associazione si rivolge a tutta la popolazione di Nuxis, a chi ha buona volontà, a chi vuole esprimersi liberamente, a chi ha iniziativa, a chi ha voglia di fare e di pensare, a chi si impegna a far diventare i pensieri attività reali, a chi non si ferma ai “vorrei…” ma pensa anche ai “come”.

«L’associazione, a proposito della condivisione di valori – spiegano i soci fondatori – vuole essere una “casa” per questi nostri concittadini. Ci rivolgiamo anche: a chi fa solo critiche, perché abbia modo di fare proposte e di impegnarsi in positivo; a chi ha idee ma appena c’è da metterle in pratica scappa o ha altro da fare, perché scopra quanto è capace di fare insieme agli altri; a chi dice “in questo paese non c’è niente…”, perché abbia la possibilità di arricchire le proprie esperienze. Ci rivolgiamo soprattutto ai giovani e alle donne. A una domanda che già c’è e a una domanda potenziale, per alimentarla affinché diventi domanda reale. Con quali iniziative? Con iniziative “alte” e “di qualità”, quindi “popolari” e “democratiche” e “non elitarie”: convegni, seminari, tavole rotonde, presentazioni di libri, ma anche manifestazioni artistiche, cinematografiche, teatrali. E con un’attività formativa: da fare con le scuole, nelle scuole, anche per dare loro un aiuto in un momento non facile. Da parte nostra vi invitiamo a iscrivervi all’Associazione, nelle forme previste dallo statuto: come soci ordinari o come soci sostenitori. Abbiamo previsto anche la forma di socio junior dedicata ai minorenni.»

«Da parte mia e di chi mi affianca nei ruoli direttivi – sottolinea il presidente Giangiacomo Aru – ci sarà un impegno costante nel ricercare la vostra partecipazione. Facendo questo patto, ci scopriremo capaci di progettare e fare cultura in modo positivo, fecondo e avremo modo di trascorrere piacevolmente tanti momenti. Per concludere, riteniamo sia importante intessere proficui rapporti con le associazioni similari esistenti sul territorio, per fare rete; rapportarci serenamente con le istituzioni e con la politica: un rapporto chiaro e trasparente, di collaborazione, nella distinzione e nella reciproca autonomia. Siamo sicuri – conclude il presidente Aru – che si riuscirà a comunicare e a collaborare efficacemente.»

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L’on. Mario Tendas (Pd) chiede spiegazioni, in un’interrogazione rivolta al presidente delal Regione e all’assessore dell’Ambiente Donatelal Spano, sul mancato inserimento delle aree industriali di Oristano (ex stabilimento SARDIT) e di Marrubiu (ex stabilimento CEMA) nell’elenco dei SIN (Siti di interesse nazionale).

«Come già denunciato anche dall’associazione ex esposti – dice Mario Tendas – il sito di Casale Monferrato inserito nella mappa nazionale era dello stesso gruppo industriale della Sardit di Oristano e in questo stabilimento si producevano gli stessi identici materiali che hanno creato e creano tutt’oggi inquinamento ambientale come confermano i numerosi decessi di lavoratori e cittadini dovuti all’esposizione alle fibre di amianto. Il decreto legislativo n. 152 del 2006 “Norme in materia ambientale”, all’articolo 252, stabilisce i criteri di individuazione dei Siti di interesse nazionale (SIN) approvati poi con decreto del ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare (MATTM), d’intesa con le regioni interessate, secondo precisi criteri che contemplano anche i siti interessati da attività produttive e astrattive di amianto, ipotesi nelle quali  il rischio sanitario e ambientale deve risultare particolarmente elevato.»

«Tali criteri – aggiunge Mario Tendas -, costituiscono un solido presupposto per sostenere con forza la richiesta di inserimento delle aree industriali di Oristano (ex stabilimento SARDIT)  e di Marrubiu (ex stabilimento CEMA)  nell’elenco dei Siti di interesse nazionale, contribuendo a rendere disponibili le risorse necessarie a realizzare gli interventi di risanamento e recupero ambientale.»

«L’auspicio è che, anche dietro l’interrogazione, ci sia anche da parte dell’amministrazione regionale  un maggiore interesse ed una maggiore attenzione rispetto ad una problematica che ha interessato e interessa in modo specifico il territorio oristanese. Che, nel passato recente – conclude Mario Tendas -, ha registrato la presenza di due importanti realtà aziendali interessate alla attività di manufatti in amianto.»

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L’on. Luigi Lotto, presidente della commissione Attività produttive, interviene nel dibattito sviluppatosi dopo l’approvazione della legge sul Turismo.

«Assistendo ad una serie di considerazioni, non sempre esatte, sulle norme introdotte dalla nuova legge in materia di turismo, recentemente approvata dal Consiglio regionale, ed in particolare per quanto riguarda le norme su i campeggi – scrive Luigi Lotto in una nota -, vorrei riprendere alcune questioni di merito trattate dalla Legge regionale 16/2017.»

«Riguardo alle strutture tipo camper, caravan e case mobili e simili messi a disposizione dei clienti da parte del gestore del campeggio – aggiunge Luigi Lotto -, la legge 14 maggio 1984 n. 22 e successive modifiche prevedeva:

1) Una percentuale massima stabilita in 40% (modifica introdotta con LR 11/2017, disposizioni urgenti in materia di urbanistica ed edilizia) mentre con la LR 16/2017 tale percentuale è stata ridotta al 35%

2) Entro tale limite potevano essere comprese strutture vincolate o non vincolate al suolo mentre con la LR 16/2017 sono state escluse le strutture vincolate al suolo, limitando la disposizione alle sole non vincolate al suolo.

3) Per la installazione di queste strutture non era necessario alcun titolo edilizio (modifica introdotta con l’art. 20 della LR 21 novembre 2011 n. 21 II piano casa) mentre con la LR 16/2017 questa norma è stata abrogata.»

«Questo per chiarire meglio, al di là del giudizio che ognuno dà delle singole questioni, il contenuto della legge sul turismo 16/2017 relativamente ai campeggi – conclude Luigi Lotto – e cosa stabilivano invece le norme in vigore fino all’approvazione della stessa (26 luglio 2017).»

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Si è riunita ieri la commissione Sanità di Italia Attiva ed Energia per L’Italia (di Stefano Parisi) coordinata da Tore Piana e composta da Elena Vidili, Mauro Oggiano, Massimo Tammaro e Alessio Paganini, per analizzare la situazione dei costi sulla sanità in Sardegna. Sono stati analizzati nel dettaglio i bilanci consuntivi 2016 resi pubblici la settimana scorsa da parte delle otto ASSL (ex ASL).

«Dall’analisi dei dati sui bilanci consuntivi 2016 – si legge in una nota di Tore Piana, Elena Vidili, Massimo Tammaro, Mauro Oggiano ed Alessio Paganini – emerge un quadro disastroso sulla gestione della sanità Sarda dopo la riforma. Nessun risparmio, bensì un buco da 232 milioni per le solo otto ASSL a cui si aggiungeranno nei prossimi giorni gli sbilanci in negativo della AOU di Sassari della AOU di Cagliari e dell’Azienda Brotzu di Cagliari. Se si dovesse confermare per l’AOU di Sassari i meno 34 milioni del bilancio previsionale e i meno 41 milioni previsti per il Brotzu e per l’AOU di Cagliari, i meno 20 milioni, si arriverebbe a chiudere i conti con un buco probabile di oltre 330 milioni di euro. Una cifra altissima che non reggerebbe l’impatto sul bilancio regionale per la copertura dei costi. Se poi si considera che nel piano di rientro sui costi proposto dalla Giunta regionale a guida Pigliaru – si legge ancora nella nota – si prevede che per il solo 2016 risparmi per 63 milioni, per il 2017 risparmi per 126 milioni e per il 2018 risparmi per 138 milioni (rientro obbligato per disposizioni nazionali) si può capire come il risultato non sia stato raggiunto ma addirittura aggravato, si può quindi affermare già di un palese fallimento sulle politiche sanitarie regionali della Giunta Pigliaru e della sua maggioranza.»

«Maglia nera anzi nerissima, spetta alla ASSL di Oristano – sottolinea ancora la nota – dove i conti e i costi sono aumentati di oltre il 162%  seguita da ASSL di Sassari, sempre dai dati di bilancio ufficiali e pubblicati dei consuntivi 2016 si attesta maglia grigia, al secondo posto,  con un più 15% dei maggiori costi. Se poi si considera che a Sassari nel 2016 si è iniziata la preparazione e predisposizione del passaggio del presidio ospedaliero Santissima Annunziata dalla ASSL alla AOU DI Sassari, comprendente i 1.272 dipendenti, il dato appare ancora più drammatico; infatti – conclude la nota -, si sarebbe dovuta avere una notevole riduzione dei costi nella sola ASSL sassarese, come  peraltro avvenuto nella ASSL di Cagliari.»

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Il Collegio Ipasvi di Carbonia Iglesias ha inviato le sue osservazioni sull’atto aziendale dell’ATS Sardegna, al Direttore Generale dell’ATS Sardegna, al Direttore sanitario dell’ATS Sardegna, al Direttore amministrativo dell’ATS Sardegna e agli iscritti Albo Ipasvi Carbonia Iglesias.

«Non può essere posto in essere alcun atto aziendale né alcun riordino della rete ospedaliera senza gli attori dell’assistenza e dell’organizzazione del lavoro al posto giusto e valorizzati piuttosto che considerati caselle in un turno di servizio, numeri matricola, pedine di una ipotetica scacchiera, tessera di un effetto domino – scrive il presidente del Collegio Ipasvi Graziano Lebiu – . Il contesto di opportunità e crescita professionale e di carriera tra tutti i collaboratori professionali sanitari infermieri (che in un rapido passaggio in corsia e due chiacchiere con il personale su organizzazione del lavoro, produttività, progressioni e fasce retributive, valorizzazione economica e riconoscimento del merito si potrebbe facilmente rilevare come ancora non pervenuto) è una sfida che rispetto al passato l’ATS Sardegna deve vincere; nel merito dell’Atto Aziendale ATS SARDEGNA, il Direttivo IPASVI CI ritiene che se mantiene alto l’impegno per un’assistenza centrata sulla persona e per la valorizzazione delle competenze dei professionisti che la costituiscono (art. 7 Patrimonio Professionale Atto Aziendale ATS pag. 11) sia attuale e attuabile a condizione che Equità, Centralità persona-paziente-utente, Qualità, Economicità, Trasparenza, Legalità, Crescita professionale-Sviluppo e innovazione per il personale, non restino parole inserite ma inespresse in un documento di settantadue pagine.»

«Un elemento che ci porta a rinviare sin d’ora un giudizio comunque definitivo è però conseguente all’assenza di riferimenti precisi e coerenti al ruolo del Dipartimento delle Professioni Infermieristiche quale entità che dovrebbe muoversi a maggior tutela dell’autonomia, della responsabilità, della risorsa, della dignità, del decoro, dell’immagine, dei diritti e dei doveri del personale che vi afferisce: l’impostazione data è dissonante considerando la declinazione degli altri dipartimenti, senza trascurare che, ormai, innumerevoli progetti di riorganizzazione sono incentrati sui nuovi modelli di assistenza, e tra tutti, in particolare, l’organizzazione per livelli assistenziali affidandone la responsabilità agli infermieri ed esaltandone le specificità e il valore nel processo di assistenza quale incontrovertibile contributo al recupero della centralità del paziente quale fattore di produttività – aggiunge Graziano Lebiu -. Non siamo una controparte della Direzione Generale ATS, non siamo pregiudizialmente ostili a nessuna delle determine che abbiano ricadute anche nella ASSL Carbonia, e consapevoli di avere qualcosa da sottolineare per rafforzare i contenuti dell’atto aziendale con i migliori auspici per il buon fine delle sue intenzioni, ma richiamiamo con decisione l’attenzione su una serie di elementi che riteniamo centrali nella delibera in trattazione.»

«L’ATS Sardegna – scrive tra l’altro Graziano Lebiu – deve trovare la chiave di volta per sanare una volta per tutte la suddivisione di lavoratori di serie A con quelli di serie B. Auspichiamo la piena valorizzazione delle risorse umane, quale elemento distintivo dell’azienda con opportunità di crescita professionale e di carriera per chi sa distinguersi per capacità e impegno e contribuisce in modo leale e responsabile al rafforzamento della mission e al conseguimento degli obiettivi aziendali”, essendo questa una affermazione che riveste particolare importanza in quanto, oltre a potersi incardinare nella lettera del D.lgs. n. 150/09, presuppone una politica del personale che non si limiti al semplice rispetto delle norme di cui agli articoli 16 bis, ter e quater del D.lgs. n. 229/99 ma prefiguri la volontà di creare occasioni e circostanze che consentano effettivamente agli operatori di tutti i ruoli e di tutte le professioni di realizzare compiutamente le loro personali aspettative anche economiche nell’ambito del contesto organizzativo aziendale.

Riteniamo che il fattore di produttività non si individui col bilancino del centro di costo o dei budget o del dipartimento x con struttura complessa y piuttosto che struttura semplice dipartimentale: si misura con l’aumentare del tempo di vicinanza degli infermieri ai pazienti. Maggiore è il tempo da dedicare all’assistito, maggiore sarà la qualità dell’assistenza percepita ed erogata. E puntuale deve essere il riconoscimento formale e sostanziale per gli aventi causa. Alla domanda di salute ed assistenza, la sanità anche privata risponde per tutti i suoi cittadini con la missione universalistica dei professionisti che vi operano: è garantita ogni giorno ogni ora ogni anno assistenza a tutti i suoi abitanti, non solo sardi o italiani ma anche stranieri, integrati o meno, offre sostegno e diritti a che ne ha bisogno, ed essendo un comparto produttivo di beni e servizi, in questa fase di crisi economica rappresenta anche una opportunità di coesione sociale. L’Atto Aziendale ipotizza un rilevante processo di riorganizzazione delle strutture e dei servizi che comporterà necessariamente un riassetto delle dotazioni organiche ed una diversa allocazione e collocazione fisica e funzionale delle risorse disponibili: e troppo auspicare che sia seguito da atti concreti e non si limiti a mere enunciazioni di principio?

Il progetto ivi delineato è di ampio respiro e suggerirebbe il pieno coinvolgimento di tutte le risorse aziendali, nel miglioramento qualitativo e quantitativo delle cure prestate.»

«Venendo, infine, ad alcune questioni propriamente del territorio ASSL Carbonia e sia per il PO Sirai di Carbonia che per il PO CTO e il Po Santa Barbara di Iglesias, gli elementi che emergono e meritano attenzione, per quanto riguarda il personale infermieristico – rimarca Graziano Lebiu -, potrebbero contemplare:

a. La ricerca di operatori con le caratteristiche richieste in ambito aziendale, attraverso specifici avvisi di mobilità interna;

b. La valorizzazione delle risorse già disponibili mediante gli strumenti individuabili dall’ATS e inseribili nell’Atto Aziendale;

c. La valutazione dell’effettivo fabbisogno quali-quantitativo di risorse nei singoli contesti specialistici in cui si articolano le strutture ospedaliere e territoriali;

d. La progettazione, la promozione e l’implementazione di corsi di aggiornamento e di formazione continua relativamente al trattamento dei pazienti presi in carico dalle diverse discipline specialistiche;

e. Valorizzazione delle risorse con particolare riguardo alla gestione delle cronicità, del paziente anziano, del bambino e, più in generale, delle persone fragili.

f. Sulla dislocazione della SC di ginecologia ed ostetricia, del punto nascite e della pediatria, da rilevare che non si evince in quale stabilimento saranno ubicati ed entro quali tempi;

g. Appare alquanto singolare il mantenimento di n. 2 SC di Ortopedia e n. 2 SC di Chirurgia tra il PP.OO. di Iglesias e Carbonia. Quali tra queste saranno operative H. 24 e sette giorni su sette, anche in relazione agli spazi architettonici del CTO di Iglesias, impossibilitato a ricevere 16 pl previsti per l’assegnazione del titolo di SC.

h. La congruenza del numero di posti letto al CTO di Iglesias è stata presa in considerazione e se si da chi e come?

i. Oculistica diventa SC per quale motivazione? (PL? dotazione organica? n. prestazioni?) Continuerà ad operare in Day Surgery?

j. La Pneumologia è cassata. Sarà assorbita in quale Medicina? Con quali criteri assegnare il personale che vi afferiva? Recupererà i PL precedentemente attribuiti e persi con il passaggio al S.B. dal CTO?

k. Le postazioni del 118 in ASSL Carbonia Iglesias saranno mantenute e facenti parte di quale SC?

l. Trasformazione del CTO e del SB in ospedali di comunità con quali risorse sarà possibile?

m. Il Pronto Soccorso del CTO che sorte deve subire?

n. Il Servizio Dialisi diventa una unica struttura con 1 SC a Carbonia e 1 SSD ad Iglesias o viceversa?

o. Idem per Anestesia. Da n. 2 SC ad una. Dove e come saranno allocate?

p. La SSD Terapia del dolore sarà assorbita da chi?

q. Alcun richiamo all’istituzione dell’Hospice, come da legge regionale RAS. Che fine farà?

r. Il Lab. Analisi e il Centro Trasfusionale passano da SC a SSD e con quali assegnazioni?»

«Nel complesso dell’atto aziendale valutiamo come carenza:

– la mancanza di parametri per la definizione del fabbisogno di operatori in rapporto all’intensità o alla complessità delle cure

– la mancata individuazione delle posizioni organizzative per le quali sarebbe auspicabile introdurre almeno un elenco di opzioni

– pochi richiami al ruolo della sanità privata

Riteniamo, infine, preminenti:

1) garantire livelli di qualità e sicurezza agli ospedali e nei servizi territoriali adeguati alle necessità della popolazione in questa determinata fase storica;

2) l’adozione di nuovi modelli gestionali con la reale sperimentazione di una organizzazione dell’assistenza basata sull’intensità delle cure;

3) l’integrazione tra ospedali e territorio e implementazione degli orari di apertura di questi ultimi all’utenza sulle 12 ore;

4) L’integrazione e il rispetto tra professionisti;

5) la riduzione dell’esposizione degli operatori e in particolare degli infermieri a carichi di lavoro eccessivi e mansioni improprie, spesso non giustificate nè giustificabili, che li espongono a maggiori rischi di commettere errori anche non rimediabili sia su essi stessi che sui loro assistiti. In questo contesto sarebbe auspicabile un maggior investimento al miglioramento della comunicazione per la riduzione dei contenziosi;

6) un rafforzamento dell’umanizzazione delle cure e della relazione sanitario-utente: porterebbe a maggior fiducia dei professionisti in se stessi e nel sistema, e nei professionisti da parte dell’utente stesso;

7) valorizzazione della professionalità e delle competenze: chi possiede progetti, obiettivi, idee, ricerche da portare a compimento deve trovare in ATS Sardegna una sponda per poter provare a realizzarli piuttosto che un muro di gomma pronto a respingere qualsiasi sussulto di orgoglio professionale.

Per tutelare maggiormente la dignità della professione ma soprattutto favorire l’accesso dei cittadini al servizio sanitario, sul complesso e sull’applicazione dell’Atto aziendale dobbiamo svolgere un importante ruolo di impulso, contribuendo così a fare della partecipazione uno dei suoi propri punti di forza.

Pur in maniera non esaustiva, abbiamo voluto dedicarci al complesso dell’atto aziendale tralasciando di approfondire e richiamare alcune questioni – conclude Graziano Lebiu -. Ci riserviamo di avviare una ulteriore riflessione per poter maggiormente contribuire al buon esito delle previsioni di atti, determine, delibere, linee guida e quant’altro utile alla miglior risposta assistenziale all’utenza anche nel ns. territorio e nella ASSL di riferimento.»

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Dopo il grande successo di “Opera Zero – Il Sogno”, questa sera, alle ore 22.00, è previsto il secondo dei tre spettacoli organizzati dall’Associazione Culturale Sardegna Cabaret con il patrocinio e il contributo del comune di Carbonia.

Si tratta del concerto dei Beat Street, una band che riporterà sul palco una coinvolgente scaletta musicale anni ’70 e ‘80, con due ore di canzoni tratte dalla discografia nazionale e internazionale di quel periodo. Verranno riproposti brani di cantanti famosi come Lucio Battisti, Madonna, Phil Collins, e di grandi gruppi quali gli Spandau Ballet e i Queen.

Il gruppo dei Beat Street annovera al suo interno Emanuela Siddi, la voce della band, Jimmy Belfiori al basso, Jonathan Tanca alla batteria, Paolo Putzu alla tastiera, Nicola Cardia alla chitarra.

Intanto, cresce l’attesa in città per sabato 26 agosto, quando alle 22.00, sempre all’Anfiteatro di Piazza Marmilla, andrà in scena il terzo ed ultimo appuntamento organizzato dall’Associazione culturale Sardegna Cabaret con il patrocinio e il contributo del comune di Carbonia: Marco Piccu presenterà Ziu Pibioni, “Come piangere, ridendo”.

«L’Amministrazione comunale ha organizzato un ricco e diversificato calendario di appuntamenti, calibrati in base ai gusti di tutti i nostri concittadini”, ha affermato il vicesindaco Gian Luca Lai. “Siamo soddisfatti di come ha risposto la città agli eventi programmati in questa prima parte dell’estate. Sabato scorso Opera Zero-Il Sogno è stato un successo sia dal punto di vista artistico che da quello del numero di spettatori presenti all’Anfiteatro, molti dei quali giunti anche da città come Cagliari e Iglesias. Domani sera andrà in scena il concerto dei Beat Street, che riproporranno gli evergreen della discografia nazionale e internazionale degli anni ’70 e ’80. E sabato 26 Agosto i riflettori dell’Anfiteatro di Piazza Marmilla si accenderanno per un altro appuntamento clou organizzato dall’Associazione Culturale Sardegna Cabaret: il comico Marco Piccu, meglio noto come “Ziu Pibioni”, delizierà la platea in una serata che si annuncia all’insegna delle risate.»

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Su proposta dell’assessore dello Sport Giuseppe Dessena, di concerto con l’assessore della Sanità Luigi Arru, la Giunta regionale ha destinato 200mila euro alle associazioni sportive per la formazione del personale in qualità di esecutore BLSD (Basic Life Support Defibrillation). Le società e associazioni sportive saranno così dotate del defibrillatore, macchinario di pronto intervento e salvavita, e potranno presentare domanda per beneficiare del contributo per la formazione del personale. «Una persona formata nell’uso del defibrillatore all’interno di ogni società sportiva – ha detto l’assessore Giuseppe Dessena – consente un efficace intervento di primo soccorso che spesso si rivela dirimente e vitale in caso di arresto cardiaco per l’atleta. Per questo è fondamentale non solo avere gli strumenti, ma anche chi sappia utilizzarli e sia presente durante le gare e gli allenamenti». 
«Con questo provvedimento – sottolinea l’assessore della Sanità Luigi Arru – abbiamo raggiunto un risultato davvero importante nella tutela della salute degli atleti. Investiamo nello sport per migliorare la salute delle persone, ed è dunque doveroso che siano previsti dei protocolli in grado di dare soccorso immediato in caso di emergenza: questa tutela è garantita grazie alla fondamentale formazione degli operatori BLSD.»
Le società e le associazioni possono presentare istanza per la concessione dei contributi tramite la selezione a sportello prevista dalla Regione, e secondo le percentuali di distribuzione delle risorse calcolate in base alla presenza di società sportive per Provincia.