Sabato sera, a Nuoro, nell’ambito della rassegna della 29ª edizione dei Seminari Jazz, “Il fior d’ogni bellezza”.
[bing_translator]
Quali affinità possono esistere tra una forma compositiva come il madrigale, che ha avuto il suo periodo di maggior sviluppo nel Seicento, e l’estetica di una musica mutevole, interculturale e variegata come il jazz del ventunesimo secolo? Prende le mosse da questo quesito di fondo “Il fior d’ogni bellezza”, la produzione originale in programma domani sera (sabato 26) a Nuoro, con inizio alle 21.00, nel consueto spazio dei cortili del Museo del Costume – nell’ambito della rassegna di concerti che accompagna la ventinovesima edizione dei Seminari Jazz. Un progetto che vede impegnati il Complesso vocale di Nuoro diretto da Franca Floris ed un quartetto strumentale formato dal pianista Salvatore Spano (suoi gli arrangiamenti), il sassofonista Emanuele Cisi, il contrabbassista Salvatore Maltana (tutti docenti dei seminari) e il batterista Massimo Russino, in un’interpretazione e riscrittura jazz della Sestina di Claudio Monteverdi, uno dei lavori forse più noti del grande compositore cremonese vissuto a cavallo tra Cinque e Seicento, tra Rinascimento e Barocco. Attraverso la giustapposizione e il dialogo tra l’ensemble corale e i quattro jazzisti si sviluppa un percorso sonoro che porta l’ascoltatore a effettuare una sintesi e a trovare relazioni talvolta nascoste o appena accennate; un percorso che a poco a poco svela la ricchezza di un matrimonio stilistico che pur prendendo spunto da un passato ormai remoto trova il modo di comunicare la sua freschezza anche alla nostra epoca.
NO COMMENTS