Verrà sancito martedì 22 agosto il gemellaggio tra il comune di Sant’Antioco e la municipalità di Tiro, cittadina del Libano.
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Verrà sancito martedì 22 agosto il gemellaggio tra il comune di Sant’Antioco e la municipalità di Tiro, due centri separati da un ampio tratto di Mediterraneo, ma intimamente legati da radici comuni. Furono, infatti i Fenici, provenienti da Tiro, in Libano, tra la fine del IX e dell’VIII secolo a.C., a fondare la città di Sulky, l’attuale Sant’Antioco. Un legame antico e profondo che verrà rafforzato nelle date del 21 e del 22 agosto, quando una delegazione dell’Amministrazione comunale di Sant’Antioco (composta dal sindaco Ignazio Locci e dall’assessore della Cultura Rosalba Cossu, accompagnati dalla dottoressa Sara Muscuso e dal professor Piero Bartoloni, rispettivamente Curatore e Direttore scientifico del Museo Archeologico Ferruccio Barreca di Sant’Antioco) si troverà a Tiro per la sottoscrizione di un accordo di collaborazione istituzionale. Obiettivo: sviluppare la conoscenza, intesa come fattore di crescita socio-economica, sia attraverso l’investimento in capitale umano capace di valorizzare le competenze e le abilità presenti delle due comunità, sia attraverso azioni di governo del territorio in grado di mettere in giusta luce l’identità, la specificità e la qualità dei beni culturali locali.
Il gemellaggio tra le due realtà istituzionali è stato promosso dall’antiochense Francesco Olla, Generale di Brigata “Granatieri di Sardegna”, comandante della missione UNIFIL in Libano (operazione Leonte), che ha inoltre offerto la disponibilità del Contingente militare ad accogliere e gestire la visita della nostra delegazione in territorio libanese.
Il comune di Sant’Antioco e la municipalità di Tiro, oltre a poter vantare entrambi un notevole complesso di beni archeologici (il sito di Tiro è stato peraltro riconosciuto Patrimonio Unesco), condividono molteplici finalità: dalla realizzazione di programmi finalizzati al miglioramento della qualità della vita, alla promozione di progetti applicati al territorio che possano garantire un duraturo sviluppo sociale, economico e culturale. Ed è proprio sulla base di questi presupposti che verrà avviato un proficuo rapporto di collaborazione istituzionale.
«Siamo certi che azioni come queste si inseriscano nel solco della promozione culturale attraverso la valorizzazione del patrimonio archeologico antiochense che definisce la nostra identità – spiegano il sindaco Ignazio Locci e l’assessore della Cultura Rosalba Cossu -. E in quest’ottica, sulla scorta del legame creato dai Fenici, l’incontro tra le comunità di Sant’Antioco e Tiro rappresenta un ponte tra Italia e Libano idealmente ricostruito, rinsaldato a distanza di millenni.»
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