Cas@ Iglesias e i Riformatori sardi di Iglesias: «La morte annunciata della sanità iglesiente».
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«Gli iglesienti non possono curarsi, la Regione ha cancellato gli ospedali di Iglesias trasformando i suoi cittadini in una mercanzia. La Costituzione afferma che il diritto alla salute è un diritto fondamentale, ad Iglesias negato dalle politiche regionali e dall’incapacità di organizzare i servizi, da interessi che nulla hanno a che fare con quel diritto costituzionale. Cas@ Iglesias ed i Riformatori Sardi di Iglesias da anni denunciano una strategia regionale che ha portato al disastro attuale, così come l’assenza del sindaco di Iglesias che lungi dal difendere gli interessi della sua Città e dei suoi cittadini, ha preferito sottostare alle imposizioni del Partito Democratico, unico vero responsabile, unitamente ai suoi alleati. L’adeguatezza delle misure per la prevenzione delle malattie e per la cura della salute sono diritti sconosciuti. Siamo ormai al collasso ma non ci arrendiamo.»
Cas@ Iglesias e i Riformatori sardi di Iglesias in una nota denunciano quella che definiscono «la morte annunciata della sanità iglesiente».
«La proposta che ancor oggi avanziamo, in estrema sintesi, è la salvaguardia di ciò che resta, mantenendo la rianimazione ed il punto nascita ad Iglesias, in attesa della realizzazione di un ospedale unico e nuovo per il Sulcis Iglesiente – si legge nella nota -. Un DEA di I livello degno di questo nome, secondo scuola, in grado di garantire, oltre alle prestazioni di Pronto Soccorso, anche le funzioni di osservazione e breve degenza, di rianimazione e, contemporaneamente, capace di assicurare interventi diagnostico-terapeutici di medicina generale, chirurgia generale, ortopedia e traumatologia, cardiologia con UTIC (Unità di Terapia Intensiva Cardiologia), oltre le prestazioni di laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologiche, prestazioni trasfusionali, e di diagnostica per immagini.
E’ chiaro che si dovrà ripensare all’utilizzo dei presidi di Iglesias. Lo chiediamo a gran voce da anni. Iglesias non può fare a meno di un presidio ospedaliero in grado di gestire i servizi h24, 7 giorni su 7. Inaccettabile dal punto di vista umano ed aziendale, la gestione attuale dei reparti, aperti cinque giorni alla settimana. Assistiamo quotidianamente a viaggi della speranza da un ospedale all’altro, assenza totale di confort ospedaliero e scarsa attenzione degli standard di sicurezza per il paziente. Occorre terminare i lavori del CTO in pochi mesi per poter finalmente riattivare tutti i servizi che fino a tre anni fa venivano garantiti alla città di Iglesias. Chiediamo ancora una volta l’attivazione dell’Hospice, quella della Dirindin era stata una sceneggiata.»
«Se possiamo vantare un eccellente servizio presso il consultorio familiare di Iglesias, grazie alle professionalità che lo gestiscono, non si può dire altrettanto per i tempi di attesa per i referti – prosegue la nota -. 90 giorni per il risultato. Inaccettabile. Questo accade perché il servizio di screening attivato negli anni scorsi è concluso. Scaduti i contratti a termine dei tecnici addetti non sono stati rinnovati, con tutto ciò che ne consegue. Chiediamo il ripristino immediato di questo prezioso servizio. »
«Riteniamo necessario e imprescindibile dare vita ad un servizio di prevenzione serio ed efficiente. Servizio di Mammografia e Ecografia per la prevenzione del tumore al seno, quattro donne su sei, che si rivolgono ai presidi ospedalieri cagliaritani per un operazione al seno, provengono dal Sulcis. La percentuale delle giovani è in aumento esponenziale – sottolinea ancora la nota di Cas@ Iglesias e dei Riformatori sardi di Iglesias -. Invitiamo la dott.ssa Giua a verificare questi dati e ad accelerare l’iter per l’attivazione di un servizio di senologia multidisciplinare (Breast Unit) specializzato nella diagnosi, nella cura e nella riabilitazione psicofisica delle donne con tumore al seno, dove la gestione del percorso della paziente è affidato a un gruppo di professionisti dedicati e con esperienza specifica in ambito senologico. Un dato, le donne trattate in questi centri hanno una percentuale di sopravvivenza più alta del 18% rispetto a chi si rivolge a strutture non specializzate, e hanno anche una migliore qualità di vita.»
«Proponiamo, infine, un tavolo di confronto tra tutte le associazioni che hanno a cuore la sanità Iglesiente, capace di lavorare nell’interesse del cittadino, di difendere quel diritto alla salute oggi negato. La Regione Sardegna, ma in particolare il Sulcis Iglesiente paga l’assenza di uno studio Epidemiologico anche e soprattutto in relazione alle attività industriali e minerarie. Lo Studio è necessario per poter riorganizzare seriamente i servizi nel nostro territorio. Quella dei registri – concludono Cas@ Iglesias e i Riformatori sardi di Iglesias – è la premessa per poter scrivere un piano sanitario regionale degno di questo nome.»
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