Da domani e fino a sabato specialisti a confronto, a Cagliari, sul “Percorso multi disciplinare integrato del paziente con carcinoma del colon retto”.
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Domani, giovedì 21, alle 17.00, al Caesars Hotel – via Darwin, Cagliari – si apre il corso sul tema “Percorso multi disciplinare integrato del paziente con carcinoma del colon retto”. Ai lavori – che proseguono fino a sabato 23 settembre – sono attesi i principali esperti isolani e nazionali. L’evento è curato da Michele Boero (responsabile scientifico) con Giuseppe Binaghi (presidente onorario), Raffaele Sulis e Antonio Maccioni (presidenti).
Dai medici di medicina generale a chirurghi, gastroenterologi-endoscopisti, oncologi, internisti, fisiatri, anestesisti, radioterapisti ma anche quanti si occupano di diagnostica per immagini, stadiazione e terapia quali anatomo-patologi, radiologi, medici nucleari e terapisti del dolore costituiscono la filiera che si occupa della patologia. Il comitato scientifico del corso è composto da Maria Bernardetta Aloi, Nicola Cillara, Daniele Farci, Raimondo Murgia e Michela Piga.
Domani, dopo i saluti delle autorità, il calendario prevede, tra l’altro, la lezione magistrale di Stefano Cascinu, direttore Oncologia-Policlinico Modena, su “Lo stato dell’arte del carcinoma del colon retto: dalla ricerca alla pratica clinica”. Di rilievo la tavola rotonda “Creare salute in epoca da spending review: una sfida sostenibile?”, moderata da Giacomo Mameli con Luigi Arru (assessore regionale Sanità), Michele Boero (segretario nazionale Associazione italiana medicina nucleare), Ottavio Davini (direttore radiodiagnostica Città scienza e salute, Torino), Francesco Enrichens (direttore sanitario Ats Sardegna), Mario Scartozzi (direttore Oncologia medica Aou Cagliari), e Paolo Tecleme (direttore Asl Cagliari). Il corso prevede anche gli interventi di Luca Saba (direttore Radiologia Aou – Università di Cagliari) e Francesco Scintu (direttore Chirurgia colo-proctologica Aou Cagliari)
Il carcinoma del colon-retto è una patologia diffusa tra le popolazioni residenti in zone ad elevato sviluppo economico; i dati italiani del 2013 riportano 18.756 decessi correlati a questa malattia e 52.400 nuovi casi sono stati stimati nel 2016. A fronte di questa elevata incidenza si è verificato negli ultimi anni un costante miglioramento degli approcci diagnostici e terapeutici: continua crescita del numero dei biomarkers disponibili, innovazioni tecnologiche nel campo della diagnostica per immagini, miglioramento degli approcci chirurgici e radioterapici nelle fasi iniziali della malattia e terapie farmacologiche nelle diverse fasi, hanno permesso importanti risultati in termini di sopravvivenza. Ma sono potenzialmente in grado di creare condizioni di eccessiva variabilità se non inserite in un sistema standardizzato e coordinato di buone pratiche. «Va definito – spiega il dottor Boero – nel management della patologia un percorso strutturato e condiviso utile per offrire al paziente cure appropriate e tempestive».
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