Davide Marcello (presidente provinciale Confesercenti): «Casa Romana nel Corso Vittorio Emanuele di Cagliari, una storia senza fine».
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Da diversi anni il Corso Vittorio Emanuele II è interessato da una serie di lavori di rifacimento che lo riqualificano, rendendolo una delle zone più belle della città di Cagliari. In particolare, la parte iniziale, fino quasi all’incrocio con via Sassari è diventata, grazie anche alla pedonalizzazione integrale, uno degli spazi più ambiti per la realizzazione di manifestazioni ed eventi che, sistematicamente, fanno il pieno di visitatori.
Ma, all’incrocio con via Sassari, ci troviamo di fronte a un “monumento” formato da palizzate in legno, completamente storte, che dovrebbe proteggere i resti di un alloggio di epoca romana, che tutto fa tranne che richiamare turisti.
«La situazione è drammatica e paradossale allo stesso tempo – tuona Davide Marcello, presidente della Confesercenti provinciale di Cagliari – poiché le imprese che stanno al di la del muro stanno risentendo in maniera esagerata della lungaggine dei lavori. Ma allo stesso tempo il rimpallo di responsabilità tra il comune di Cagliari e la Sovrintendenza (che dovrebbe occuparsi di salvaguardare i reperti) è davvero paradossale.»
«Non solo – aggiunge Davide Marcello – i lavori infiniti per il rifacimento della seconda parte del Corso ed i ritardi per i collaudi di legge impediscono agli operatori di poter fare le domande per le autorizzazioni per i tavoli all’esterno, penalizzandoli in modo esponenziale rispetto ai loro colleghi del primo pezzo del Corso.»
Nonostante i ripetuti solleciti e le promesse dei vari assessori sulla pronta chiusura del “cantiere Casa Romana”, purtroppo, ad oggi registriamo ancora una situazione insostenibile e che sta lentamente facendo morire imprese che fino a ieri erano in grado di dare posti di lavoro e far crescere una economia che navigava tra mille difficoltà. «Vogliamo sapere dal comune di Cagliari – conclude Davide Marcello – quali sono i tempi previsti per eliminare il tappo del Corso Vittorio e vogliamo sapere quanto ancora le attività saranno costrette a sopportare questi disagi in un momento difficilissimo come questo».
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