19 November, 2024
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Trasferta a Norbello (OR) per il Centro internazionale del fumetto di Cagliari. Domani pomeriggio (mercoledì 27 settembre, al MIDI, Museo dell’Immagine e del Design Interattivo, si inaugura alle 18.00 la mostra “Angeli fra le nuvole”.  

Incentrata sul tema dell’immaginario angelico rappresentato attraverso i comics, l’esposizione apre una finestra sull’ottavo Festival Internazionale NUES, Fumetti e Cartoni nel Mediterraneo, un nutrito cartellone con un nucleo centrale di iniziative in programma a Cagliari dal 18 al 24 novembre, che sarà presentato il prossimo mese.

La serie di “suggestioni alate dal mondo del fumetto”, come recita il sottotitolo della mostra che rimarrà aperta al pubblico fino al 30 novembre nel museo comunale in vico San Giovanni, si articola in tre sezioni.

La prima comprende una selezione di immagini, corredate da didascalie, che raccontano come, negli anni, la figura angelica è stata rappresentata dalla cultura del fumetto mondiale: dal Sandman di Neil Gaiman al bonelliano Dylan Dog, dal manga giapponese Wish all’umoristico Pallino.

La seconda sezione della mostra propone invece oltre quaranta tavole di altrettanti disegnatori di fama internazionale che, ognuno con il proprio stile e la propria sensibilità, hanno interpretato appositamente il tema angelico per l’edizione 2016 del Festival Nues: Mario Alberti, Sonia Aloi, Gildo Atzori, Gihèn Ben Mahmoud, Yiorgos Botsos, Carmelo Calderone, Elena Cannas, Eros Cara Jr., Petros Christoulias, Laura Congiu, Roberto De Angelis, Spiros Derveniotis, Luca Enoch, Antonio Fara, Otto Gabos, Sergio Giardo, Yiorgos Gousis, Maurizio Gradin, Michalis Kountouris, Tasos Maragkos, Panos Maragos, Panayotis Mitsobonos, Giovannella Monaco, Leo Ortolani, Giuseppe Palumbo, Panif, Fotis Pehlivanidis, Elena Pianta, Emilio Pilliu, Stefania Potito, Sergio Riccardi, Carol Rollo, Simone Sanna, Andrea Serio, Daniele Serra, Niccolò Storai, Stathis Stravopoulos, Mattia Surroz, Marco Tanca, Romeo Toffanetti, Maria Tzamboura, Petros Zervos.

La terza sezione, infine, presenta schizzi, bozzetti, character design e tavole originali de “I Custodi del Golfo, l’albo a fumetti pubblicato l’anno scorso dal Centro Internazionale del fumetto di Cagliari che racconta la leggenda legata al Golfo degli Angeli e alla nascita della Sella del Diavolo, uno dei luoghi simbolo del capoluogo sardo. Firma la sceneggiatura Bepi Vigna, i disegni sono di Stefania Costa, i colori di Laura Congiu.

In parallelo, Nues rinnova la collaborazione con il festival di letterature applicate Marina Cafè Noir, partecipando a Cagliari al Bibliopride, la Giornata nazionale delle biblioteche. Per la manifestazione promossa dall’AIB, Associazione Italiana Biblioteche, e realizzata alla MeM – Mediateca del Mediterraneo dall’associazione culturale Chourmo da mercoledì 27 a sabato 30 settembre all’interno della quindicesima edizione del Marina Cafè Noir, il regista, sceneggiatore e direttore artistico di Nues, Bepi Vigna, conduce un laboratorio per ragazzi di sceneggiatura nel fumetto, nel cinema e nel teatro.

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«Non si poteva trovare uno scenario migliore per ragionare di ambiente e, nello specifico, di educazione ambientale.» Lo ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru ieri sull’isola di Tavolara, aprendo il suo breve saluto all’incontro per discutere sul futuro della rete dei CEAS, i Centri di Educazione ambientale della Sardegna, organizzato dall’Area marina protetta Tavolara-Punta Coda Cavallo e al quale ha preso parte il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio.
«L’organizzazione della conoscenza e un concreto e costante lavoro sull’educazione alla sostenibilità sono fondamentali – ha detto Francesco Pigliaru -, ed è dovere delle istituzioni investire risorse, idee ed energie in questa direzione. Lo abbiamo fatto sulle infrastrutture e basti citare gli ultimi esempi: 20 milioni per la mobilità elettrica e l’avvio della grande rete ciclabile, oltre 2000 km di cui 1230 di ciclovia turistica. Ora ci impegniamo a finanziare in misura importante i laboratori sull’ambiente dentro Iscol@, nella parte del progetto dedicata alla didattica. Vogliamo far funzionare le scuole come luoghi di intelligenza collettiva di un territorio: dare ai nostri ragazzi gli strumenti per conoscere e rispettare lo straordinario ambiente della Sardegna – ha concluso il presidente della Regione -, è un passaggio essenziale.» 
Concetti ripresi dal ministro Graziano Delrio, che ha sottolineato come si tratti di un passaggio fondamentalmente politico. «Noi dobbiamo incoraggiare chi si occupa di educazione, perché chi lo fa semina un valore straordinario nella società – ha detto Graziano Delrio, spiegando che si tratta del valore che crea la fiducia nell’agire insieme per uno sviluppo durevole e sostenibile -. Di questa fiducia è fatto il capitale sociale – ha concluso Il ministro Delrio -, ed è questo il valore che determina successo o insuccesso». 

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E’ iniziato, in Consiglio regionale, l’esame della proposta di ridefinizione della rete ospedaliera. All’esterno del Palazzo è montata la contestazione da parte di associazioni ed amministratori di diversi territori, con l’intero Consiglio comunale di Carbonia riunito in seduta straordinaria, che chiedono uno stop alla riforma per una sua completa revisione.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il presidente ha comunicato che le elezioni di un nuovo vice presidente dell’Assemblea e del Garante regionale per l’infanzia si terranno in una delle prossime sedute.

Successivamente hanno preso la parola diversi consiglieri regionali, con interventi sull’ordine dei lavori.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha sottolineato che «la presenza di due relatori di maggioranza che forse non è conforme al regolamento, è cosa davvero inusuale, come se la relazione di maggioranza di Raimondo Perra non fosse completa o affidabile per la stessa maggioranza, segno evidente delle difficoltà della coalizione sul piano politico, con molte componenti che non si fidano l’una dell’altra». Il provvedimento, ha concluso, «parte col piede sbagliato e deve essere ritirato, così è un teatrino delle parti; se avesse dignità politica, il collega Raimondo Perra si dovrebbe dimettere perché, evidentemente, è sotto tutela».

Il presidente Gianfranco Ganau ha chiarito che il regolamento prevede la presenza di uno o più relatori.

Il consigliere Domenico Gallus (Psd’Az-La Base) ha denunciato quello che, a suo avviso, «è un gravissimo fatto, una mascalzonata nei confronti di 30 Comuni compiuta dall’Egas che li ha pugnalato a tradimento con la delibera che li costringe ad entrare in Abbanoa». Appena ho giurato, ha ricordato Gallus, «ho prospettato all’assessore dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini una leggina per quei Comuni che volevano proseguire nella gestione autonoma, assicurando servizi e risparmi per la Regione; Edoardo Balzarini ha assicurato il suo impegno ma poi l’ha tradito favorendo l’approvazione della delibera, così come il sindaco di Sassari che aveva garantito una riunire con quegli amministratori locali». Ora, ha annunciato, «su questo problema farò una battaglia a tutto campo».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi), tornando sulla sanità, ha segnalato «la situazione incresciosa dell’Azienda per l’emergenza urgenza, perché pare che esista la nomina del direttore che viene citata in altri atti dell’assessorato ma il provvedimento non si trova più, per cui o siamo davanti ad un falso in atto pubblico questa delibera non è stata mai consegnata».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, dopo aver polemizzato con il collega Pittalis per il suo intervento definito «del tutto fuori luogo e di pessimo gusto», ha messo in luce sul piano politico che «la riforma è il frutto di un lavoro corale della commissione andato avanti per mesi con un confronto molto intenso con i territori e degli amministratori locali; in questo contesto il presidente Perra ha il pieno sostegno di tutta la maggioranza e la divisione dei compiti è stata una idea condivisa».

Il capogruppo di Art. 1 – Sdp Daniele Cocco, rivolgendosi al presidente Pigliaru, lo ha invitato «a farsi carico di quanto dichiarato da Gallus, un fatto gravissimo contro 30 Comuni della Sardegna».

Il consigliere Emilio Usula (Misto-Rossomori) ha sollecitato un chiarimento formale perché «il documento relativo alla riforma contenuto nella convocazione del Consiglio è presente sul sito internet ma in versione diversa da quella esitato dalla commissione; non credo sia una cosa regolare perché fra i due documenti ci sono differenze profonde».

Il presidente Ganau ha chiarito che il documento ufficiale è quello della commissione distribuito ai consiglieri assieme alla convocazione.

Il consigliere Antonio Solinas (Pd), in apertura ha risposto al collega Pittlis affermando che, «se ha letto relazioni, avrà capito la scelta di differenziare i compiti». Riferendosi poi all’intervento del consigliere Gallus, ha ricordato che «si era trovato un accordo con il precedente assessore dei Lavori pubblici Maninchedda per lasciare ad alcuni Comuni la gestione autonoma del servizio idrico, perché in effetti questi Comuni hanno una situazione molto diversa dagli altri; il discorso va quindi ripreso dal nuovo assessore che deve riferire al più presto in commissione».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, dopo aver lamentato che «da tempo assistiamo in Consiglio a discorsi fuori tema, ha condiviso le considerazioni del collega Usula, perché nella realtà il testo finale della riforma è parzialmente diverso da quello trasmesso all’Aula e per correttezza doveva essere rettificato».

Al termine di questo intervento, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la discussione generale del Documento n.16/XV/A “Proposte di ridefinizione della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna”.

Il presidente ha dato la parola al primo relatore di maggioranza, il presidente della commissione Sanità Raimondo Perra (Cps-Psi).

Dopo aver premesso di voler rinunciare ad ogni polemica, Raimondo Perra ha ribadito l’ampia condivisione della riforma da parte di tutto il centro sinistra ed ha ringraziato per il grande lavoro iniziato nel 2016 sia la commissione che i consiglieri Oppi e Gallus,   l’assessore Arru e i funzionari degli uffici, perché «tutti hanno contribuito in modo importante ad documento fondamentale per il riordino del servizio sanitario regionale, una opportunità fondamentale per un cambiamento lungamente atteso che, come tale, non poteva che suscitare comprensibili preoccupazioni pur essendo necessario perché la Sardegna è agli ultimi posti in Italia per efficienza del sistema». La riforma, ha aggiunto, «riqualifica la sanità sarda senza tagli né chiusure, facendo sintesi e raggiungendo posizioni condivise, anche attraverso un testo della commissione notevolmente differente dalla prima ipotesi della Giunta, frutto sia dell’ascolto dei territori e del coinvolgimento degli operatori, che di un confronto di merito con opposizione». Esprimo quindi soddisfazione, ha continuato Perra, «per un buon risultato ottenuto lavorando su problemi complessi fermo restando che, se ci sono errori, questo è il momento di correggerli, non per accontentare questo o quello ma per garantire appropriatezza sul tutto il territorio regionale». C’è d’altra parte il rammarico, ha concluso, «per non essere riusciti a spiegare bene la riforma, fatta di buone pratiche e costruita sulle migliori acquisizioni della scienza medica, senza smantellamento delle strutture esistenti e con la massima considerazione della specificità della Sardegna».

Sempre per la maggioranza, il secondo relatore Luigi Ruggeri, del Pd, ha sottolineato che la riforma non opera nessuna chiusura e non fa riferimento a priorità legate ad equilibri finanziari, «individua invece precisi paletti nella costruzione di una offerta  sanitaria in rete, perché è sbagliato parlare di salute uguale posti letto mentre la medicina è cambiata e dà risposte efficaci proprio fuori dall’ospedale e la rete serve ad esaltare le specializzazioni di ciascuna struttura». In Sardegna, ha continuato Ruggeri, «ricoveriamo molto per problemi di bassa complessità a differenza della Penisola, per cui abbiamo operato una classificazione corrispondente ad un dato demografico, per concentrare le casistiche aumentando il livello di sicurezza». Inoltre, «la nostra struttura regionale è stata resa più omogenea sul territorio, come ad esempio in Ogliastra, zona più decentrata rispetto agli hub principali». Piuttosto, ha osservato il consigliere, «c’è bisogno di far leggere meglio il documento perché molte richieste delle comunità sono in realtà contenute e vanno magari specificate in alcuni passaggi; una classe politica che si rispetti non esclude nessuno, perciò riteniamo di aver fatto una riforma equa che garantisce i cittadini molto più di chi chiede il mantenimento dell’esistente».

Parlando per l’opposizione il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) ha criticato l’accesso di ottimismo della maggioranza, rispetto ad una sanità migliore che per i cittadini non c’è, «anzi questa riforma ha enormi lacune per tante ragioni ma soprattutto perché, pur nel confronto formale, non sono stati ascoltati i cittadini più deboli, e lo stesso testo è pieno di acronimi e neologismi per addetti ai lavori incomprensibili ai più: altro che comunicare meglio». Sintetizzando il suo lavoro in commissione, Tocco ha ricordato di aver compiuto «diversi sopralluoghi in molte realtà dove rispetto alle disfunzioni riscontrate non si è fatto alcun intervento, a differenza dell’attivismo che ha caratterizzato nomine molto discutibili di manager chiamati a riformare una sanità che i Sardi non vedranno così come non vedranno l’elisoccorso». La verità, ha aggiunto Tocco, «è che ci sono molte cose che non quadrano, provvedimenti da adottare e persone da ascoltare, mentre purtroppo ha prevalso all’interno della maggioranza la linea di chi vuole andare avanti fino al disastro: i sardi non lo dimenticheranno».

Sempre per Forza Italia, il consigliere Stefano Tunis ha auspicato che la riforma non venga approvata, evitando «il titolo di coda del mandato di questa Giunta». Ricostruendo l’iter della legge Tunis ha detto che «vuol dire che c’era dolo nel portare all’ultimo momento la riforma della rete ospedaliera, cominciando dalla fine per non farsi cadere tutto in testa». Quella che doveva essere la Giunta delle competenze attenta all’oggettività delle cose, ha osservato Tunis, «è la stessa che poi non è riuscita nemmeno a chiudere il bilancio della sanità sarda costringendo lo stesso Sabatini ad una difesa d’ufficio che si scontra con numeri inattaccabili, e mette in luce l’enorme contraddizione fra la Sardegna Regione canaglia e quella miracolosamente salvata da una grande riforma». Nel concreto, ha spiegato Tunis, «la Regione sarà commissariata nonostante il maxi mutuo che forse nemmeno coprirà il disavanzo e rappresenterà invece l’ennesima ipoteca sullo sviluppo della nostra Isola». Confido ancora in un sussulto, ha auspicato infine il consigliere, «anche se sappiamo che non andrete a casa occorre mettere il Consiglio nelle condizioni di fare una buona riforma, cancellando gli errori di un progetto irrealizzabile, senza una verifica sui costi di produzione, senza emergenza urgenza e senza la garanzia sulla fase del trattamento dei pazienti post acuti a costi accettabili: tutto il resto è avanspettacolo e fumo negli occhi per nascondere ai sardi la verità».

Il consigliere Lorenzo Cozzolino (Pd), ha riconosciuto che l’argomento trascina inevitabilmente molte polemiche, e tuttavia «la Sardegna ha bisogno di una riforma per una sanità efficiente, moderna e a dimensione umana, eliminando sprechi e migliorando le prestazioni; la sanità sarda non è in uno stato fallimentare, anzi è ricca di professionalità e punte di eccellenza rispetto a realtà italiane ed estere più famose, però è una struttura vecchia, piena di doppioni che va cambiata». Non ci siamo affatto appiattiti sulle normativi nazionali di settore, ha assicurato Cozzolino, «anzi abbiamo lavorato due anni per costruire un percorso aderente a specificità del territorio regionale, una proposta originale, un meccanismo complesso che ci fa fare un salto in avanti verso la medicina moderna, fatta di buona prevenzione e e del trattamento efficace dei post acuti, è un cambiamento epocale». Inoltre, ha aggiunto, «con la riforma arriveranno anche 250 milioni di euro per ammodernare strutture, che non basteranno ma daranno comunque una prima significativa risposta». Sul piano politico, Lorenzo Cozzolino ha riconosciuto che «è vero che la maggioranza ha posizioni diversificate perché è una grande riforma all’interno della quale alcune realtà territoriali hanno rinunciato a qualcosa, e comunque si tratta di un provvedimento emendabile con lacune che vanno colmate nell’emergenza urgenza e nella medicina territoriale, così come occorre lavorare sui difetti di comunicazione e sulla percezione indotta della legge nelle zone disagiate che si sono sentite abbandonate, mentre al contrario queste strutture saranno potenziate con servizi che consentiranno ai pazienti acuti di essere stabilizzati e trasferiti per i trattamenti più complessi».

Dopo l’on. Lorenzo Cozzolino ha preso la parola l’on. Domenico Gallus che ha detto. “La legge di riforma arriva in aula dopo tre lustri e il percorso accidentato che ha avuto fa capire l’importanza del provvedimento. La riforma paga il prezzo di essere un tetto della costruzione di un edificio a cui mancano le stesse mura e le fondamenta: l’Areus e la sanità di prossimità o territoriale. E’ inspiegabile che a distanza di un anno l’Areus non abbia ancora un direttore perché ogni anima della maggioranza, e soprattutto del Pd ha il proprio cavallo da far correre per nominare il direttore”. L’oratore ha proseguito: “Chiunque si sieda sullo scranno della Sanità sarda è ormai evidente che non riesca ad evitare l’aumento dei costi. In realtà la Sanità sarda va del tutto rifondata e anche le obiezioni avanzate dai sindaci e dai territori dopo l’approvazione del testo in commissione sono sacrosante.  E la minoranza, voglio dirlo, è stata determinante per l’iter della legge, garantendo sempre il numero legale in commissione. Per tutti noi è chiaro che la riforma è necessaria e urgente”.

Per l’on. Emilio Usula (Rossomori) “questa riforma ha come obiettivo il risparmio e a nulla vale il dato che in Sardegna non si spende certo più della media nazionale e che i costi della sanità sarda sono insopprimibili. Alla fine questa riforma porterà più spesa e meno sanità, meno garanzia di servizi per il cittadino . E’ inaccettabile che in periferia non ci possa essere qualità della sanità, è inaccettabile che si accentri tutto nelle grandi città. Questo atteggiamento ha creato un danno di credibilità verso i medici che non lavorano negli ospedali cittadini, in  contrasto se posso dirlo con la mia storia professionale ma anche quella dell’assessore. Con questo riordino si concentrano risorse e fiducia nei grandi ospedali di Cagliari e di Sassari, con grandi accorpamenti che creeranno mega conflitti e megaconfusione”. L’oratore ha poi aggiunto: “In Sardegna la Sanità ce la paghiamo noi e da noi si dimensionano i servizi utilizzando i criteri della popolosità dei territori delle vecchie province. Non un criterio che tenga conto delle condizioni orografiche della Sardegna e non certo contrastando il fenomeno di spopolamento che investe ampie aree della Sardegna. Non posso poi tacere la mia grande preoccupazione per il destino dell’ospedale San Francesco di Nuoro, per il quale pretendo una classificazione come Dea di secondo livello”.

E’ intervenuto poi per Forza Italia l’on. Marco Tedde, che ha detto: “Mi piacerebbe poter dire, caro assessore Arru, che andiamo al riordino della rete ospedaliera dopo aver fatto funzionare l’Areus o in generale dopo aver riorganizzato la sanità sarda nel suo complesso. Invece non abbiamo avuto il piacere di aver visto nulla di tutto ciò. Questa riforma ha una gamba sola, considera solo gli ospedali e ha generato vere e proprie rivolte nei territori, con migliaia di sardi che si stanno lamentando. Questo vostro piano di riorganizzazione non è frutto di una scelta normativa, il più volte invocato DM70, ma di una scelta politica: dovete dire come stanno davvero le cose. Voi potete fare un piano che tenga conto delle esigenze reali della Sardegna ma non vi interessa, al di là delle parole che pronunciate. E se il buco della Sanità sarda si allarga ancora vuol dire che non funziona chi è al volante”.

L’on. Rossella Pinna (Pd) ha esordito dicendo: “Cercherò di non usare toni trionfalistici per descrivere questa riforma ma ho ascoltato quelli apocalittici del collega Usula che mi lasciano pensare che abbiamo visto un film diverso. Il centrosinistra ha messo con coraggio il diritto alla salute al centro delle sue politiche e lo fa in un momento storico in cui il consenso dei cittadini verso le istituzioni è molto affievolito. E altri strumentalizzano la nostra riforma a scopi demagogici. Noi abbiamo dedicato spazio alla mediazione e all’ascolto: forse non siamo riusciti a comunicare bene con questa riforma e forse non abbiamo fatto politica. Almeno, quella giusta: perché la buona politica è comunicazione. Solo così si spiega la percezioni infondata, di tanti, secondo cui questa riforma porterà a un taglio dei servizi.  Per questo non ci stancheremo di dialogare in questi giorni, soprattutto con il sistema delle autonomie locali della Sardegna.   Se avessimo applicato pedissequamente il DM 70 avremmo dovuto chiudere 15 presidi ospedalieri della Sardegna”.

L’esponente dem ha aggiunto: “Stiamo, dunque, riordinando un sistema che ha inefficienze e costa metà del bilancio regionale. La nuova rete riequilibra l’offerta ospedaliera nelle diverse aree della Sardegna, aumentando la sicurezza delle cure in un’ottica di rete. E nella consapevolezza che aumentano gli anziani e diminuiscono le nascite”.

Ha preso la parola l’on. Augusto Cherchi (Pds), che ha detto: “Inutile dire che stiamo sprecando risorse nella Sanità e non possiamo far finta di niente. Dobbiamo cambiare la Sanità, facendola arrivare a tutti e con qualità . Certo non basta riorganizzare la rete ospedaliera: serve potenziare le strutture territoriali e di questo siamo consapevoli.   Ma deve essere chiaro che l’ospedale non è la risposta a tutti i bisogni sanitari, a soddisfare ovunque il diritto all’assistenza.  Siamo consapevoli della complessità del tema e della necessità di garantire certezza di assistenza: noi non abbandoneremo i territori al loro destino e difenderemo i pronto soccorso e le chirurgie, abbiamo chiesto la migliore definizione degli ospedali di Tempio e di Alghero. Abbiamo tempo  per discutere ancora e per ascoltare le richieste di Ghilarza e di Iglesias per i centri territoriali.  Ma non firmeremo cambiali in bianco su accordi che non conosciamo e mi riferisco particolarmente a Olbia”.

L’on. Fabrizio Anedda (Misto) ha preso la parola e ha detto: “L’altro giorno ho visto sfilare a una manifestazione esponenti di estrema sinistra e di destra. Mi sono chiesto che cosa li unisca: la sanità pubblica è sempre un buon affare per i politici spregiudicati. E mi riferisco a quelli del passato che hanno governato. In Sardegna ci sono circa 50 mila anziani che non possono acquistare la dentiera: protestare è lecito e doveroso ma per cambiare in meglio. Non per tutelare rendite di posizione. E nel merito della riorganizzazione ospedaliera, il testo che la commissione della quale faccio parte ha licenziato prevede la perdita di qualche primariato di famiglia ma in compenso le esigenze dei territori sono potenziate. Ecco, dobbiamo potenziare i servizi territoriali ancora di più”.

“Rinuncio a dirvi di soprassedere con questa riforma, avete intrapreso questa strada”, ha detto l’on. Alessandra Zedda (Forza Italia), “ormai non riflettete più. Mi limito ad osservare quanto stridono le cose che dite con quello che scrivete nel testo. Intanto, visto che il carico della spesa sanitaria è sulla nostra testa valeva la pena davvero di derogare alle prescrizioni del DM70: io mi auguro che questa riforma possa migliorare i servizi territoriali e farci risparmiare. Ma purtroppo so che non sarà così. Anche perché non avendo riformato la rete dei servizi non porterà grande risultato la riforma della rete ospedaliera. Voi tagliate da subito 261 posti letto e le conseguenze le pagheranno i cittadini: chi non sarà ricoverato per assenza di posti letto? Che faranno i medici e gli infermieri dei posti letto soppressi? Pensate davvero di ridurre la spesa sanitaria così?”.

L’on. Alessandra Zedda ha detto, rivolta all’assessore: “Forse sono miei limiti ma io non capisco tante cose, tanti accorpamenti di reparti, tanti doppi incarichi anche negli ospedali di Cagliari. Da subito io scorgo una riduzione dell’offerta ospedaliera, questo io leggo tra le righe della riforma”.

Critico anche l’on. Paolo Truzzu (FLI), che rivolto all’on. Fabrizio Anedda ha detto: “Da tre anni e sei mesi governa il presidente Pigliaru, è a lui che dobbiamo rivolgerci: non al centrodestra. Questa vostra riforma è da bocciare in toto perché non è migliorabile: se non vengono potenziati i servizi territoriali non si riduce il fenomeno dei ricorsi inappropriati. Era il caso di potenziare i territori e garantire a tutti i sardi un elevato livello di cura: non lo avete fatto e vedrete che il numero dei ricoveri non calerà né si fermerà l’intasamento negli ospedali dei grandi centri. In questi anni avete compiuto una serie di atti del tutto contrari alle vostre enunciazioni e posso portare innumerevoli esempi, anche banali, per dimostrarlo. I vostri manager contraddicono quel che voi dite”. Poi l’esponente di FLI ha proseguito: “Siete gli stessi che hanno rinunciato ai ricorsi contro lo Stato per un piatto di lenticchie, quelli che hanno detto sì al referendum sulla Costituzione e che hanno raccontato ai sardi che la Asl unica avrebbe garantito qualità migliore e riduzione della spesa. Perché dovremmo avere fiducia in voi”.

L’on. Antonio Solinas (Pd) ha detto rivolto all’ultimo oratore. “Non intendo fare polemiche ma potevamo fare questa riforma e fare finta di nulla. Invece non sarà così. Mi sarei aspettato qualche proposta nel merito dalla minoranza, visto che abbiamo lavorato per mesi. E invece non abbiamo ricevuto nulla da parte loro. Certo, se avessimo riorganizzato prima la rete territoriale e fatto partire l’Areus, se avessimo fatto tutto questo e solo all’ultimo la riorganizzazione della ospedaliera è chiaro che ci saremmo risparmiati qualche critica e il malcontento, che in alcuni casi è dovuto a posizioni strumentali.   Certo, si poteva e doveva comunicare meglio ma non è vero. Ma la commissione ha lavorato molto e bene, modificando il testo di legge che proveniva dalla Giunta”.

Rivolto all’assessore Luigi Arru, l’on. Solinas ha detto: “Visto che in questi giorni è in circolazione l’atto aziendale della Asl unica a mio parere va evitato di parlare di tre dipartimenti e dobbiamo anche preferire i reparti all’eccellenza sanitaria. Abbiamo fatto la scelta in questa legislatura di non applicare ticket, di non aumentare Irpef e Irap. E le conseguenze di queste scelte si pagano”.

Il consigliere Pizzuto (Art. 1 – sinistra per la democrazia e il progresso) ha detto che in materia sanitaria non si deve fare una questione di soldi e di risparmio ma si deve tendere  a garantire a tutti i cittadini il diritto alla salute. Per Luca Pizzuto bisogna partire dalla domanda se il sistema sanitario attuale funzioni o meno e se i pazienti siano contenti. Per Luca Pizzuto bisogna cambiare le cose perché oggi la possibilità di cura è “riservata al caso”. Questo tema – ha aggiunto – è particolarmente delicato. Troppo spesso i pazienti sono considerati solo un mezzo per costruire carriere politiche o sanitarie. Questa Riforma, seppure da emendare, comincia a far diventare il paziente un fine. Per il consigliere di Art.1  questa riforma è  l’unico atto di sovranità vera che questo Consiglio regionale sta facendo.

Il presidente Gianfranco Ganau ha chiuso la seduta. Il consiglio è convocato alle 15,30.

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L’incantevole cornice della spiaggia di Cea (comune di Tortolì), ospiterà dal 28 settembre al 1 ottobre, la terza edizione della Blind Pedalò Race, competizione internazionale nella quale equipaggi misti formati da un cieco e un vedente si sfidano in mare.

Nelle acque cristalline di questo splendido angolo della Sardegna si svolgeranno una serie di gare sprint di pedalò su un percorso di 100 metri.

Nei primi due giorni le eliminatorie, sabato gli equipaggi godranno di un giorno di riposo, mentre  domenica sono previste i turni di semifinale e le finali.

«Una manifestazione di grande importanza – sottolinea Pietro Manca, presidente dell’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti – Onlus di Nuoro che ha organizzato l’evento -. Ancora una volta si offre la possibilità concreta di creare una sinergia reale fra i ciechi e la società dimostrando, grazie ad una sana competizione sportiva, che anche i portatori di handicap sensoriali possono vivere l’esperienza agonistica. Il raid è inoltre è l’occasione per dimostrare che la Sardegna oltre a detenere il primato per la bellezza naturalistica e marina, è terra di grande ospitalità e la sua gente mostra enorme sensibilità accogliendo con entusiasmo la gare dei ciechi:»

I quattro giorni di sport ed integrazione saranno allietati da una ricca programmazione culturale, musicale e turistica ed ai partecipanti sarà data la possibilità di visitare i principali siti turistici, archeologici e culturali della zona.

«Ringraziamo per l’aiuto, l’impegno, il sostegno e l’attenzione mostrata la Fondazione di Sardegna – conclude Pietro Manca – il comune di Tortolì e L’Ufficio Marittimo di Arbatax che hanno permesso l’organizzazione ed il successo dell’iniziativa.»

I risultati delle gare, che vedranno impegnati in un’unica categoria circa venticinque equipaggi, saranno consultabili in diretta sul sito blindpedalorace.com e sui profili facebook ed instragram collegati alla manifestazione.

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Si moltiplicano gli sbarchi di migranti sulle coste del Sud Sardegna, in larga parte nel Sulcis. Il loro numero è in continuo aggiornamento. Dopo i 62 sbarcati ieri sera, intorno alle 23.00, a Porto Pino, presi in carico dalla Guardia di Finanza che ha rinvenuto 3 barchini; i 26 arrivati intorno alle 3.30 ancora a Porto Pino (tra i quali c’erano due donne), presi in carico dai carabinieri della Compagnia di Carbonia guidati dal maggiore Pino Licari, e i 14 al porto di Cagliari, presi in carico dalla Guardia Costiera, altri sbarchi sono stati registrati questa mattina. 4 algerini sono sbarcati a Domus De Maria; 9 a Sant’Antioco, 5 dei quali sono stati trovati in piazza e 4 si sono consegnati agli uomini della Guardia di Finanza; altri 37, tra i quali due donne e un bambino, sono arrivati alle 10.10 a Porto Pino, su due barchini; l’ultimo sbarco, al momento, a Porto Tramatzu, 13 uomini, all’interno del Poligono militare.

Altri 9 algerini sono stati rintracciati a fine mattina in località Corrumanciu, a Porto Pino. In serata ne sono arrivati 4 a Porto Tramatzu. Il numero complessivo della sola giornata odierna è arrivato, dunque, a quota 178.

La traversata e gli sbarchi ieri sera e nel corso della notte sono stati favoriti dalle favorevoli condizioni meteorologiche, da stamane il tempo sta cambiando ma gli arrivi, per il momento, non si fermano.

Nonostante tutti gli impegni assunti nelle ultime settimane, tra la Regione Sardegna, il ministero dell’Interno e le autorità nordafricane, continuano incessantemente gli sbarchi sulle coste del Sulcis di migranti provenienti dall’Algeria e la situazione per l’accoglienza si fa ogni giorno più difficile.

Foto d’archivio.

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Per medici, coordinatori e infermieri sarà un’occasione di riflessione sulle patologie che interessano l’anziano, con uno sguardo attento all’appropriatezza delle cure. L’attuale edizione del congresso “Una (sesta) giornata con il malato anziano”, in programma all’hotel Catalunya di Alghero il 6 e 7 ottobre, si presenta ricca di spunti di lavoro che troveranno ulteriore occasione di confronto anche in temi quali la valutatazione multidimensionale e le decisioni cliniche nell’anziano, la nutrizione artificiale in ospedale e sul territorio.

Per la due giorni algherese, che negli anni è diventata un appuntamento fisso nel panorama della formazione e informazione nell’ambito della cura del malato anziano, sono accreditati 150 medici e 90 infermieri, con oltre 50 tra relatori e moderatori. Un’affluenza che dimostra l’importanza di garantire, sia nel territorio che nell’ospedale, la miglior qualità di cure per gli anziani, con professionalità ed umanità, anche tramite l’aggiornamento scientifico che quest’anno, in particolare, propone relatori di chiara fama nazionale ed internazionale.

«La popolazione italiana si avvia verso un invecchiamento sempre più prolungato. Pertanto – afferma Antonio Uneddu, direttore della lungodegenza dell’Aou di Sassari – per medici e infermieri diventa sempre più necessario, da una parte, considerare un cambiamento culturale in termini di approccio del paziente geriatrico e, dall’altra, ripensare all’efficacia di determinati trattamenti.»

Il congresso, organizzato dall’unità operativa complessa di lungodegenza ha ottenuto il patrocinio dell’Aou di Sassari, dell’Ordine dei medici e del Collegio professionale Ipasvi della provincia di Sassari.

Numerose le discipline mediche interessate all’argomento, dai medici di medicina generale a quelli di Cardiologia, Chirurgia generale, Dermatologia e venereologia, direzione medica di presidio ospedaliero, Gastroenterologia, Geriatria, Igiene epidemiologia e sanità pubblica, Pneumologia, Medicina e Chirurgia di accettazione e urgenza, Medicina interna e Neurologia, Oncologia, Psicoterapia, Reumatologia e Urologia.

Nel corso del congresso si parlerà quindi di appropriatezza nelle cure dell’anziano, di approccio multidimensionale e decisioni cliniche, e ancora di embolia e ipertensione polmonare, scompenso cardiaco, dolore e farmaci. Sarà quindi preso in esame l’approccio alla broncopneumopatia cronica ostruttiva riacutizzata, le patologie tiroidee e la gestione delle comorbilità nell’anziano diabetico.

Una sessione sarà dedicata agli infermieri e, tra i vari temi, saranno affrontate problematiche cliniche importanti quali il paziente a rischio delirium, la gestione del paziente e le infezione ospedaliere.

La sessione conclusiva vedrà medici ed infermieri assieme, in aula, sul tema comune della nutrizione artificiale.

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L’ASD Amicinelpallone di Torino si è aggiudicata il titolo italiano CSEN di Calcio a 5 over 45 vincendo le finali nazionali che si sono svolte nel fine settimana a Stintino, nelle strutture sportive del Cala Rosa Hotel. Seconda classificata l’ASD La Rocca, di Firenze, terza l’ASD Uniti per lo Sport, di Sassari, quarta classificata Cral Regione Sardegna, di Cagliari.

La manifestazione, organizzata dal Comitato regionale Sardegna del CSEN, con il patrocinio del comune di Stintino e degli assessorati del Turismo e dello Sport della Regione Sardegna, non ha sorriso alle due compagini sarde impegnate nella competizione: l’ASD Uniti per lo Sport e CRAL Regione Sardegna, sono state sconfitte entrambe in semifinale, e si sono scontrate fra loro nella finalina per il 3° posto, vinta dalla squadra sassarese.

La finalissima, trasmessa in diretta streaming sulle fan page Facebook di Directa Sport Live Tv e CSEN Sardegna, ha visto confrontarsi l’ASD Amicinepallone e l’ASD La Rocca: i piemontesi si sono imposti con il risultato di 5 a 3 e hanno così conquistato il titolo italiano 2017.

Sabato sera si sono svolte le premiazioni alla presenza del sindaco di Stintino, Antonio Diana, del componente della Direzione Nazionale CSEN, Gian Franco Sartini e di Francesco Corgiolu, presidente regionale CSEN Sardegna. Tutte le squadre hanno ricevuto dei riconoscimenti, mentre premi speciali sono stati assegnati a Nicola Dondoglio di Amicinelpallone (miglior portiere del torneo), Delfio Caserta di Amicinelpallone (miglior giocatore), Paolo Martorano di La Rocca (capocannoniere delle finali con 7 gol), Adamo Piras – Uniti per lo sport (miglior giocatore della squadra di Sassari), e Giorgio Balestrino – Cral Regione Sardegna (premio Fair play).

Gli atleti delle quattro squadre e i loro accompagnatori, in tutto un gruppo di oltre 150 persone, hanno alloggiato all’Hotel Cala Rosa e hanno potuto approfittare del soggiorno a Stintino per conoscere e ammirare le bellezze naturali del territorio, sfruttando al meglio la formula sport-turismo promossa dal CSEN Sardegna già da qualche anno per dare un contributo all’allungamento della stagione turistica nell’isola.

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Un altro anno da vivere in compagnia della natura con le stupende immagini del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena: l’Ente Parco ha pubblicato una manifestazione d’interesse rivolta a fotografi amatoriali e professionisti appassionati dei paesaggi dell’Arcipelago per coinvolgerli nella realizzazione del calendario 2018. Per favorire la più ampia partecipazione all’iniziativa, compatibilmente con il numero di aderenti, il calendario verrà realizzato da 13 diversi fotografi con tredici distinte immagini: copertina e una per ogni mese. Per ogni immagine verranno riportati i crediti dovuti: nome dell’autore con la relativa didascalia.

Il calendario 2018 conterrà immagini scattate di recente che riescano a rappresentare le bellezza e le particolarità ambientali e paesaggistiche del territorio del Parco Nazionale. Sono ammesse fotografie inedite di paesaggi, flora, fauna, foto subacquee, sentieri, fortificazioni, tutto ciò che può raccontare l’Arcipelago dal punto di vista naturalistico e storico. Non saranno prese in considerazione le immagini che contengono persone.

I fotografi concederanno gratuitamente l’utilizzo dell’immagine all’Ente Parco esclusivamente per la realizzazione del calendario e per la riproduzione dello stesso sugli strumenti digitali. Ad ogni fotografo selezionato verranno regalate n. 10 copie del calendario come ringraziamento per il contributo alla realizzazione. Tutti gli autori interessati potranno recarsi presso l’Ufficio stampa e comunicazione dell’Ente Parco in via Giulio Cesare e consegnare un massimo di n. 3 immagini in formato digitale al dott. Siro Corriga o alla dott.ssa Carla Caredda entro e non oltre il 7 ottobre pv. alle ore 13.00 oppure inviarle via mail al seguente indirizzo ufficio.stampa@lamaddalenapark.org .

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Continuano senza sosta gli sbarchi di migranti sulle coste del Sulcis. Il loro numero è in continuo aggiornamento. Ieri sera, intorno alle 23.00, sono stati ben 62 i clandestini arrivati a Porto Pino, altri 26 intorno alle 3.30. Sul posto nel primo caso si sono recati gli uomini della Guardia di Finanza che li hanno presi in carico per tutte le incombenze di competenza, nel secondo i carabinieri della Compagnia di Carbonia guidati dal maggiore Pino Licari.

Altri 14 algerini sono arrivati al porto di Cagliari, presi in carico dalla Guardia Costiera ed altre segnalazioni di sbarchi sono arrivate da Sant’Antioco e dal Poligono militare di Capo Teulada, il cui numero è in corso di aggiornamento.

La traversata e gli sbarchi ieri sera e nel corso della notte sono stati favoriti dalle favorevoli condizioni meteorologiche ma da stamane il tempo sta cambiando e, presumibilmente, questo peggioramento dovrebbe portare ad un rallentamento degli sbarchi.

Nonostante tutti gli impegni assunti nelle ultime settimane, tra la Regione Sardegna, il ministero dell’Interno e le autorità nordafricane, continuano incessantemente gli sbarchi sulle coste del Sulcis di migranti provenienti dall’Algeria e la situazione per l’accoglienza si fa ogni giorno più difficile.

Foto d’archivio.

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Barbara Argiolas.

«Gli articoli della nuova legge approvata a luglio sulle tipologie di turismo tracciano una strada chiara, i cui pilastri sono le comunità, la sostenibilità, l’ambiente e il paesaggio. Nei borghi ritroviamo questa idea di Sardegna che parte dalle persone, dalla cultura e dall’identità più autentica: da qui può essere avviato uno sviluppo turistico sano, che valorizzi i progetti territoriali attraverso una governance centrale capace di creare sinergie tra tutti i soggetti coinvolti.»
Lo ha detto, a Tonara, l’assessore regionale del del Turismo Barbara Argiolas nell’intervento che ha chiuso la tavola rotonda dedicata all’approfondimento dell’articolo 39 del nuovo provvedimento legislativo: “La rete dei borghi della Sardegna – Costruiamo insieme il futuro”. 
All’iniziativa, organizzata dalla delegazione sarda dell’associazione Borghi Autentici in collaborazione con il Comune e la Pro Loco del centro montano, hanno partecipato consiglieri regionali, sindaci del territorio, docenti universitari, che si sono confrontati sulle opportunità di valorizzazione dei piccoli centri isolani legate soprattutto all’allungamento della stagione turistica. «Il turismo balneare, dopo 50 anni, è il settore trainante della Sardegna – ha spiegato Argiolas – ma non basta e non può bastare: dobbiamo capire quali sono i segmenti forti, infrastrutturare un’offerta su nuove tipologie di turismo che attragga flussi tutto l’anno, creare servizi e mettere chi fa impresa nelle condizioni di investire nella destagionalizzazione. Questi obiettivi si pone la legge sul turismo, un testo finalmente moderno, che il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità dopo un grande lavoro di elaborazione e confronto tra la Quinta commissione consiliare e l’Assessorato». 
Tra gli obiettivi della norma quello di dare una governance al sistema turistico. «La nascita della DMO (Destination Management Organization) della commissione permanente del turismo ci aiuterà ad avere una regia centralizzata che valorizzerà i progetti territoriali. Perché – ha ricordato Barbara Argiolas – abbiamo davanti una congiuntura favorevole e quasi irripetibile: grazie ai fondi della programmazione comunitaria e alle misure del POR abbiamo i soldi, ora occorre pianificare e mettere insieme enti, persone, imprese e comunità in una visione condivisa, che parta dai tanti progetti e dalle tante opportunità in campo. Sono linee che si intersecano dalle quali far nascere sviluppo soprattutto nelle aree interne». 
E i borghi sardi possono avere un ruolo importante nella crescita del turismo, soprattutto nei mesi di spalla:«Nelle varie declinazioni associative, sono quasi 70 i Comuni sardi che sono certificati e hanno progettualità legate ai borghi. Con la nuova legge istituiamo la Rete dei borghi della Sardegna e ci troveremo per definire in base a quali indicatori si entrerà a farne parte. Ma ciò che conta sono l’interconnessione dei progetti, la complementarità delle vocazioni territoriali perché non si può fare turismo da soli e dobbiamo porre la giusta attenzione verso aspetti delicati come il vivere quotidiano delle comunità, l’infrastruttura digitale, la mobilità interna. Il faro vero è la sostenibilità, non solo ambientale, ma anche sociale, economica e paesaggistica».

E proprio per finanziare azioni di consolidamento, sviluppo e integrazione del turismo nei borghi, l’assessore Argiolas ha annunciato lo stanziamento di 1,3 milioni contenuto, insieme alla riprogrammazione di altri fondi POR sull’azione 6.83, in una delibera approvata ieri dalla giunta regionale. «La legge sul turismo ha tracciato la linea strategica – ha concluso l’assessore regionale del Turismo – e stiamo iniziando a finanziarla per darle gambe. Abbiamo un cronoprogramma rigoroso che vuole includere tutti, enti locali, imprese, consorzi associazioni sapendo che non possiamo creare una destinazione in un anno ma che possiamo raccogliere risultati se abbiamo una visione condivisa e guardiamo a lungo termine».