19 November, 2024
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Al via la III edizione di “Stile di vita, nutrizione e vela”il progetto a favore di persone affette da sclerosi multipla, che dal 2 all’8 ottobre riapproda nell’Arcipelago.
L’iniziativa, che nasce dall’esigenza di affiancare alla terapia farmacologica degli strumenti che rendano più efficace il trattamento della malattia, è voluta e sostenuta dal Rotary Club di Milano San Babila, patrocinata dal comune di La Maddalena, pensata ed organizzata da Acque Libere grazie alla preziosa collaborazione del Centro Sclerosi Multipla IRCCS Fondazione Don Carlo Gnocchi e dell’associazione CiboèSalute. I pazienti saranno ospiti del Parco Nazionale Arcipelago di La Maddalena che conferma un rapporto di fiducia e di totale collaborazione con Acque Libere.

Gli ingredienti di successo del progetto sono l’alimentazione, l’ambiente, l’esercizio fisico, il benessere mentale e la sfida della vela. A dirlo è la continua attività dei ricercatori della Fondazione Don Gnocchi, con la raccolta dati: le scorse due edizioni hanno offerto l’occasione di effettuare osservazioni scientifiche volte a valutare l’adattamento e le risposte fisiche, cognitive e psicologiche dei partecipanti. L’analisi delle prestazioni motorie, dell’equilibrio, del sonno e delle capacità attentive ha fornito risultati che dimostrano che la partecipazione ad un programma riabilitativo ad elevato impatto psicofisico può mobilitare risorse in qualche modo inaspettate. Di rilevanza ancora maggiore sono i risultati delle valutazioni psicologiche, che dimostrano come l’esperienza sia in grado di favorire il superamento del circolo vizioso che conduce i malati cronici alla passività e alla rassegnazione, ripristinando fiducia e motivazione verso la partecipazione attiva alle terapie. “Stile di Vita, nutrizione e vela” non si pone, infatti, come alternativa a programmi riabilitativi tradizionali delle strutture sanitarie, ma come un’esperienza propedeutica in grado di restituire o rinforzare l’indispensabile motivazione a proseguire ogni percorso di cura.

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Il comitato riconversione RWM ha convocato una nuova riunione per lunedì 25 settembre, alle 18.00, nella saletta del Cuore Immacolato, in via XX Settembre, a Iglesias.

All’ordine del giorno figurano i seguenti punti:

1. – Esame situazione attuale dopo il voto alla Camera (Regione, ev. azione di sensibilizzazione durante la Settimana Sociale, 22-29 ottobre)

2. – Programmazione Convegno locale su Nonviolenza, Sviluppo, Disarmo e Riconversione (organizzazione dei gruppi di lavoro)

3. – Partecipazione del Comitato ad iniziative varie (Covegno MeM 4 ottobre, Marcia della Pace, ecc,)

4. – Accoglimento nuove adesioni

5. – Varie ed eventuali

Saluti di Pace, Arnaldo Scarpa – Cinzia Guaita

Oltre ai soci, possono partecipare alla riunione, senza diritto di voto, anche altre persone interessate alle attività del Comitato.

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Lo Europe Direct Regione Sardegna e il Comitato d’Iniziativa Costituzionale e Statutaria organizzano il 4 e 5 ottobre presso l’Hotel Regina Margherita un convegno dibattito dal titolo: “Lavorare meno, Lavorare meglio, Lavorare tutti – Il lavoro come fondamento della Repubblica e della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea”.

Alla due giorni interverranno filosofi, sociologi, economisti ed esperti del mondo del lavoroPrevisti tavoli tematici dedicati all’”Economia sociale e solidale e agli attori dello sviluppo locale, filiere produttive, imprese, istituzioni, sindacati”. Sarà data voce, inoltre, a nuove realtà produttive dell’Isola.

Le problematiche e i contenuti del convegno-dibattito saranno illustrate giovedì 28 settembre 2017, alle ore 10.30, nella sede dello Europe Direct Regione Sardegna che si trova presso la Mediateca del Mediterraneo in Via Mameli 164, a Cagliari.

Perché un convegno sul lavoro? 

Il lavoro rappresenta sicuramente uno degli obiettivi prioritari dei governi del nostro pianeta. Tutti i programmi fanno riferimento, soprattutto nelle analisi dei documenti economici, al grave problema della disoccupazione e all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Inoltre, come è noto, il lavoro è alla base della Costituzione italiana il cui Art. 1 recita L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Ma anche la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea conferisce al lavoro un ruolo centrale, in particolare l’Art.15 sulla Libertà professionale e diritto di lavorare e l’art. 16 relativo alla Libertà d’impresa.     

Le politiche europee sul lavoro

L’Unione Europea, coinvolgendo gli stati membri e le regioni, ha adottato nel 2010 una strategia decennale, La Strategia Europa 2020, per l’occupazione e una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva definendo per la prima volta alcuni obiettivi principali per:

· incrementare fino al 75%, entro il 2020, la partecipazione al mercato del lavoro delle persone di età compresa tra i 20 e i 64 anni;

· far uscire almeno 20 milioni di persone dal rischio di povertà e di esclusione sociale;

· ridurre il tasso di abbandono scolastico precoce (dal 15%) al 10%, (in Sardegna siamo al 18,1%) e aumentare ad almeno il 40% la percentuale di persone di età compresa fra i 30 e i 34 anni che hanno completato l’istruzione terziaria o di livello equivalente, migliorando così la qualità e l’efficacia dei sistemi di istruzione e formazione.

Tra i finanziamenti destinati al mondo del lavoro, oltre ai fondi strutturali assegnati alla Regione Sardegna tramite il FSE – Fondo Sociale Europeo ed il FESR – Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale, ricordiamo il Programma EASI – Occupazione e Innovazione Sociale a cui si aggiunge  il Piano Juncker incentrato sulla rimozione degli ostacoli agli investimenti, sulla necessità di dare visibilità e assistenza tecnica ai progetti di investimento e su un uso più intelligente delle risorse finanziarie nuove ed esistenti.

 

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«Un anno di alternanza da buttare: Ministro Fedeli quando inizi a lavorare?». E’ il testo degli striscioni affissi in tutta Italia dal Blocco studentesco per evidenziare i pessimi risultati dell’esperimento didattico-lavorativo condotto a partire dalla “Buona scuola” renziana.

«Secondo quanto riportato dagli studenti italiani – si legge in una nota diffusa dal movimento – la linea seguita dall’attuale ministro dell’Istruzione si è rivelata l’ennesimo buco nell’acqua: studenti sfruttati o che svolgono mansioni non inerenti al percorso di studi scelto, oltre ad una profonda differenza organizzativa tra le varie regioni, con il centro e il sud Italia che arrancano soprattutto nei licei.»

«Stando a quanto dichiarato dallo stesso ministro in carica, l’alternanza viene spesso confusa con l’apprendistato – continua la nota – con l’inevitabile conseguenza che gli obiettivi didattici non corrispondono più a quelli lavorativi. Ad oggi l’innovazione tanto sbandierata non trova un riscontro nella realtà, con studenti e imprese ancora troppo distanti.»

«È necessario stabilire delle linee guida per l’alternanza che siano chiare e funzionali al raggiungimento dello scopo perseguito dal progetto – conclude la nota – ponendo fine allo sfruttamento dei ragazzi. Chiediamo quindi una maggiore concretezza alla Fedeli, pronti a muovere battaglia per difendere il futuro degli studenti italiani.»

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La Camera dei deputati ha bocciato l’ordine del giorno presentato dal deputato Mauro Pili (gruppo Misto) che chiedeva la revisione del decreto direttoriale che prevede la ripartizione delle quote tra i vari sistemi di pesca del tonno rosso, oggi gravemente penalizzante per la Sardegna, dove è possibile solo la pesca con tonnare fisse, con una quota di 165 tonnellate sulle 1.950,19 complessive.

«La lobby siciliana con la complicità dei deputati sardi del Pd nega qualsiasi quota alla Sardegna – ha denunciato poco fa Mauro Pili in un post pubblicato nel suo profilo facebook -. Una vergogna inaudita di chi, eletto in Sardegna, continua a ubbidire agli ordini del partito a scapito dei pescatori sardi. Poi pubblico elenco dei voti dei parlamentari sardi al mio ordine del giorno per restituire ai sardi il maltolto e consentirgli pari dignità rispetto alle altre marinerie.

Ecco il testo del mio ordine del giorno (n° 9/00338-A/019), votato a favore da tutti escluso il Pd, compresi i deputati sardi!»

La Camera dei deputati, premesso che:

la pesca del Tonno Rosso è disciplinata da un decreto direttoriale;

dalla lettura si evince che nella ripartizione delle varie quote per sistemi;

la Regione Sardegna vede assegnata solo una quota per le tonnare fisse, mentre nessuna imbarcazione sarda è destinataria di quote con i sistemi circuizione e palangari;

la quota tonno assegnata all’ Italia ammonta a 1.950,19 tonnellate così ripartite:
Tonnellate 1.451 Circuizione
Tonnellate 265 Palangari
Tonnellate 165 Tonnare Fisse
Tonnellate 40 Pesca Sportiva
Tonnellate 29,19 Quota Indivisa;

la quota circuizione è stata assegnata a 12 imbarcazioni (Campane e Siciliane) nessuna imbarcazione sarda;

la quota Palangari è stata assegnata a 23 imbarcazioni di cui ovviamente nessuna sarda;

la quota indivisa tonnellate 29,19 è stata esaurita il 30 maggio 2013 e quindi le imbarcazioni sarde dal 1 giugno 2013 se in maniera accessoria (che vuole dire involontaria con attrezzi consentiti per la cattura di altre specie ad esempio pesce spada) dovessero catturare uno o più esemplari di tonno rosso non potendo essere rigettato in mare (in quanto vietato) la cattura viene sanzionata con sanzione amministrativa di € 4.000 per ogni esemplare;
la regione Sardegna e le organizzazioni di categoria hanno reiteratamente chiesto di aprire un tavolo di concertazione con il ministero Politiche agricole;

l’assegnazione delle quote avviene in base ad un elenco di imbarcazioni individuate a fine anni 80 e da allora mai rivisitato;

a fine anni ’80 la Sardegna non aveva una flotta in grado di praticare la pesca del tonno e quindi non esistono dichiarazioni di sbarco e conseguentemente nessuna barca sarda ha avuto la quota;

dopo oltre 20 anni la situazione della flotta sarda è cambiata;

oggi esiste una flotta competitiva in grado di pescare il tonno e quindi si rende necessario rivisitare l’assegnazione delle quote tonno;

l’unica soluzione è quella di richiedere l’istituzione di un tavolo di confronto tra la Regione ed il Ministero che abbia il compito di individuare le quote da assegnare all’areale (zona GSA 11), in base alle dichiarazione di sbarco degli ultimi 5 anni;

impegna il Governo

a recepire tale esigenza facendo cessare questa gravissima discriminazione a scapito dei pescatori sardi e della marineria sarda;

a predisporre atti di natura attuativa ed eventualmente normativa funzionale al superamento di gravi discriminazioni.

​Mauro Pili

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Lunedì 25 settembre, dalle ore 17.00, nella sala conferenze del Lù Hotel, in via Costituente a Carbonia, si svolgerà la Tavola Rotonda sul tema Industria 4.0. Parteciperanno Gianluca Benamati, deputato e capogruppo Pd in commissione Attività produttive; Emanuele Cani, deputato Pd e componente della commissione Attività produttive; Cesare Moriconi, consigliere regionale componente della commissione Industria; Salvatore Mattana, sindaco di Sarroch e presidente del Cacip. Modererà il dibattito Giuseppe Deiana, caporedattore de L’Unione Sarda. 

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E’ ferma la presa di posizione di Fabio Enne, segretario generale della Cisl del Sulcis Iglesiente, a sostegno dell’allevamento del tonno e della sua filiera, considerata una concreta risposta per un nuovo sviluppo del territorio.

«La Cisl del Sulcis Iglesiente, attiva per le battaglie di sviluppo produttivo ed occupazionale del territorio – afferma Fabio Enne – sostiene in pieno la riproduzione del Tonno Rosso in cattività e di tutta la sua filiera produttiva e commerciale, che il progetto rappresenta. Crediamo e sosteniamo con forza, un progetto lodevole nel merito a cui collegare una seria riconversione produttiva del Territorio anche nel settore agroalimentare. Auspichiamo ancora, che, la burocrazia non limiti ulteriormente, i tempi di avvio di una intrapresa, che in altri paesi del mediterraneo è fonte certa di ricaduta economica e sociale.»

«Oltre alle positive ricadute occupazionali nel Sulcis, non possiamo comprendere il perché si debba procedere alla delocalizzazione in altri Paesi, di una attività che può restare in loco, supportata adeguatamente dalle professionalità presenti nel territorio – aggiunge Fabio Enne -. Vigileremo inoltre, affinché anche le altre parti del progetto, possano essere realizzate nel più breve tempo possibile, come ad esempio il laboratorio scientifico per la riproduzione degli avannotti.»

«Questo territorio deve avere chiare prospettive di sviluppo puntando nei settori di forza come il Turismo, Agroindustria, Agricoltura, commercio, e quindi è indispensabile – conclude Fabio Enne – una ferma volontà per far partire progetti importanti e investimenti su infrastrutture, servizi, trasporti e viabilità.»

 

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I conti che ha fatto lo Stato rispetto al personale della Pubblica Amministrazione ha certificato che i dipendenti hanno in media 50 anni e da troppo tempo non si fa ricambio generazionale per il blocco delle assunzioni. La cosa sta diventando abbastanza drammatica perché, data l’elevata età dei dipendenti attuali, entro i prossimi tre o quattro anni saranno circa mezzo milione le uscite di personale non rimpiazzate.

Per questi motivi, e per dare una svolta al problema della disoccupazione giovanile, il governo sta pensando ad un mega concorso per sostituire i dipendenti della pubblica amministrazione che andranno in pensione in questo quadriennio. Si prevede che il governo possa indire dei bandi nazionali, tipo mega concorsi con le figure che… 

L’articolo completo è consultabile nel sito: http://www.diariolavoro.it/copia-di-assunzioni-stato .

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«Quando la forza vince sul dialogo non è mai la strada giusta. Per questo abbiamo espresso direttamente il nostro sostegno alla Generalitat e per questo la Sardegna è vicina al popolo catalano e alle sue istituzioni.»

Sono le parole del presidente della Regione Francesco Pigliaru, che ha preso subito contatto con la sede istituzionale che la Generalitat de Catalunya ha in Sardegna, ad Alghero, e ha sentito al telefono il direttore Joan Elies Adell.

«Le notizie che arrivano sono preoccupanti, si respira un clima di messa in pericolo delle libertà democratiche – aggiunge il presidente Pigliaru -. Esistono strumenti istituzionali e organi costituzionali che gli Stati possono utilizzare per far valere le proprie funzioni e competenze. Agire con la forza, negare il diritto dei cittadini di esprimere le proprie opinioni politiche e di proporre riforme sull’autodeterminazione – conclude Francesco Pigliaru -, è sempre una lesione grave dei valori e dei princìpi su cui si fondano le democrazie moderne.»

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PSd’Az, Rossomori, La Base, Associazione Sardos, Sardegna Possibile, Sardigna natzione, Irs, Sardigna libera, Liberu e Gentes hanno preso posizione sulle vicende che si stanno verificando in Spagna sul referendum della Catalogna.

«Il popolo catalano e le istituzioni che lo rappresentano stanno vivendo, in questi giorni, ore drammatiche e sconcertanti che riportano alla luce antistoriche e stantie pratiche violente e centralista che rischiano di provocare una inaccettabile ferita alla democrazia e minano la credibilità politica dell’Unione europea – si legge in una nota -. Gli arresti, le violenze e i sequestri ad opera del Governo del Regno di Spagna non fermeranno però il referendum per l’indipendenza della Catalogna e non rallenteranno il camino di libertà intrapreso dai popoli europei, ad iniziare da quello sardo. Le forze identitarie e indipendentiste della Sardegna sono dunque al fianco del popolo catalano nella lotta di liberazione nazionale, per l’affermazione dell’irrinunciabile diritto all’autodeterminazione. L’intesa sul punto tra le organizzazioni culturali, civiche e politiche alle quale apparteniamo, testimoniano la solidarietà e la vicinanza di tutti i sardi ai catalani e ci impegnano tutti a proseguire con ancor più determinazione e maggiore coraggio nel cammino dell’indipendenza, attraverso gli strumenti e i valori della democrazia, della pace e dei diritti dei popoli. Per tutti questi motivi, sosteniamo – e invitiamo tutti i sardi a sostenere – la petizione: peticionpublica.es/pview.aspx?pi=ES83243

Visca Catalunya i el poble català, lliures!»