19 July, 2024
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Si è svolta questa mattina, durante l’incontro nell’ambito della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile 2017, la presentazione dei primi risultati dello studio sulla “Rete regionale degli Itinerari ciclabili della Sardegna“.  

«Dotare la Sardegna di un sistema di mobilità ciclistica, da un lato vuole rendere l’isola più attrattiva e competitiva al più alto numero di appassionati, dall’altro vuole fare della mobilità ciclistica un’occasione di sviluppo e di crescita della Sardegna – dice Luca Pizzuto, consigliere regionale del gruppo Articolo UNO – SDP –Siamo molto soddisfatti del fatto che si sia deciso di raccordare la “Ciclovia Turistica della Sardegna con l’area ciclopedonale del Sulcis. In un primo momento, infatti, il nostro territorio era stato escluso da questo progetto ma grazie alle pressioni della maggioranza di centrosinistra si è riusciti a ottenere questo importante risultato.»

«L’inserimento del Sulcis nella Ciclovia della Sardegna permetterà di mettere in rete i percorsi già esistenti (San Giovanni Suergiu- Carbonia) e quelli in cantiere (San Giovanni Suergiu-Sant’Antioco, San Giovanni Suergiu-Tratalias, Sant’Anna Arresi-Porto Pino), realizzati grazie ai fondi regionali, ai Comuni, all’ex provincia di Carbonia Iglesias e al Piano Sulcis. L’opera della Ciclovia della Sardegna risulta strategica per la valorizzazione di un territorio come il Sulcis Iglesiente – conclude Luca Pizzuto – sia per il sostegno a nuove forme di turismo ecologico e culturale che ormai stanno prendendo piede.»

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Dopo il dibattito svoltosi ieri con la partecipazione e gli interventi di numerosi cittadini che hanno esposto le numerose problematiche esistenti nel sistema sanitario nel Sulcis Iglesiente e le conseguenze negative che avrebbe sullo stesso l’approvazione della riforma della rete ospedaliera così come concepita dalla Giunta regionale, il cui testo approderà a breve sui banchi del Consiglio regionale per la definitiva approvazione, il Consiglio comunale di Carbonia è stato convocato nuovamente in seduta straordinaria urgente per la giornata di domani, 20 settembre, alle ore 18.00, con lo stesso ordine del giorno: dibattito sul riordino della Rete ospedaliera e azioni da intraprendere.

 

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«Mentre la città discute animatamente se le corsie della Via Roma lato portici, da sole, possono diventare una vera piazza, a poco più di cento metri di distanza, a cinquanta metri da Palazzo Bacaredda che non può far finta di non vedere, ammazzata dall’incuria, dal degrado e dalle cattive frequentazioni, muore Piazza del Carmine, la piazza storica della Cagliari del diciannovesimo e ventesimo secolo.»

La denuncia arriva dal parlamentare dei Riformatori sardi Pierpaolo Vargiu che, per l’ennesima volta, con un’interrogazione urgente, richiama l’attenzione del ministero dei Trasporti (competente sulle Poste) e del ministero dell’Interno sulla drammatica situazione di abbandono della Piazza.

«La Piazza del Carmine – denuncia Vargiu -, su cui si affacciano alcuni degli edifici storici più prestigiosi della città, che ancora oggi ospita TAR e Scuole elementari, dedicata al culto della Madonna “che si voltò”  sul piedistallo, facendo gridare al miracolo durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, è oggi interdetta alla “gente normale”, ai residenti e ai commercianti perché in mano ad un piccolo cabotaggio di spacciatori, prostitute, senzatetto e nullafacenti a caccia di Wi-Fi gratuito che le tolgono ogni dignità, rendendola simile ad un bivacco a cielo aperto che, tra scazzottate e risse da Far West, diventa una vera e propria latrina nel recinto delle Poste di Via Malta!»

«Comune, Prefettura e Questura – conclude Pierpaolo Vargiu – non possono restare fermi: devono invece progettare immediatamente la restituzione della piazza al suo ruolo e alla sua identità, programmando il coinvolgimento di associazioni, dei residenti e dei commercianti che contribuiscano a “caratterizzare” la piazza, rendendola attrattiva e vivibile, restituendole un ruolo utile alla sviluppo e alla identità della città!»

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Domani, mercoledì, 20 settembre, dalle 16.00, la Cittadella dei musei – piazza Arsenale, n.1, Cagliari, e dopodomani, giovedì 21, dalle 9.00, e la Sala settecentesca della Biblioteca universitaria – via Università, Cagliari – ospitano il convegno internazionale dal titolo Selling and collecting: printed book sale catalogues and private libraries in early modern Europe”. I lavori sono curati da Giovanna Granata, docente di Storia del libro (dipartimento Pedagogia, psicologia e filosofia, facoltà studi Umanistici, Università di Cagliari) in collaborazione con Angela Nuovo (ateneo di Udine).

Al convegno prendono parte studiosi di fama internazionale e giovani ricercatori per un confronto su un innovativo e fecondo campo di ricerca con gli studiosi dell’ateneo di Cagliari in prima linea. I relatori affrontano un argomento di rilievo e impatto nell’ambito della storia del libro e delle biblioteche: i cataloghi di vendita prodotti da librai ed editori nella prima età moderna, esaminati in connessione con il tema del collezionismo privato al quale si deve la conservazione di molti di questi materiali. L’evento è un’importante occasione per far conoscere e valorizzare a livello internazionale il patrimonio librario antico presente in Sardegna. Gli specialisti esplorano il tema della circolazione del libro a stampa tra ‘500 e ‘600 da due diversi punti di osservazione. Da un lato, i cataloghi di tipografi e librai come espressione delle tecniche di pubblicizzazione e di vendita che ne hanno sostenuto la diffusione. Dall’altro, focus sulle biblioteche private, in quanto espressione del grande fenomeno del collezionismo che ha garantito la ricezione, l’accumulo e, spesso, la sopravvivenza fino ai nostri giorni dei prodotti usciti dalle tipografie.

«L’attenzione per i due aspetti ha caratterizzato e contribuito a rinnovare gli studi di storia del libro e delle biblioteche in questi ultimi decenni che sono stati segnati da  pubblicazioni e momenti di riflessione dedicati ora all’uno ora all’altro tema: il commercio librario, da un lato, con le sue logiche e le sue modalità organizzative. La costruzione delle grandi raccolte bibliotecarie private, dall’altra, mossa da progetti di impianto e respiro enciclopedico che valgono al tempo stesso come paradigmi culturali di un’epoca. Solo in maniera occasionale – spiega la professoressa Granata – i due ambiti sono stati messi in relazione tra loro e sono stati esaminati in una cornice unitaria. Il convegno muove dalla constatazione che le biblioteche private, proprio in ragione del loro dinamismo, non solo hanno rappresentato un mercato importante, ma  hanno anche guardato con attenzione alle occasioni e agli strumenti messi a punto dagli operatori del libro nei primi secoli della stampa per far conoscere e commercializzare i loro prodotti.»

In breve, esistono pochi esemplari superstiti di un genere così fragile, quale è quello rappresentato dai cataloghi di editori e librai, che sono prevenuti al presente attraverso biblioteche private che li hanno conservati e collezionati. Tra queste, merita un cenno la biblioteca del giurista sardo Monserrat Rossellò (1568-1613), confluita nella Biblioteca universitaria di Cagliari.

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Accordo raggiunto tra comune di Carbonia e Carbonia calcio. Questa mattina, nel corso di un incontro convocato d’urgenza prima della clamorosa manifestazione di protesta annunciata ieri che avrebbe portato questo pomeriggio, alle 16.30, tutte le squadre ad allenarsi in Piazza Roma, le due parti hanno affrontato la situazione che le aveva portate ad un punto di scontro, riuscendo a superare i problemi e quindi a trovare un’intesa sulla gestione dello stadio Comunale “Carlo Zoboli”.

Tutte le squadre, Promozione, Juniores, Allievi e Giovanissimi, sono state convocate comunque per le ore 16.30, sempre in Piazza Roma, dove si svolgerà un incontro con l’Amministrazione comunale che spiegherà i termini dell’accordo raggiunto con il Carbonia Calcio.

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Questa mattina, a partire dalle ore 9.30 presso la Sala anfiteatro in via Roma, 253 a Cagliari, si terrà il convegno “La rete regionale degli Itinerari ciclabili della Sardegna”.
Durante l’incontro, inserito nell’ambito della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile 2017, l’assessore regionale dei Lavori pubblici, l’ing. Edoardo Balzarini, l’assessore regionale del Turismo, la dott.ssa Barbara Argiolas, insieme al direttore generale dei Lavori pubblici, l’ing. Marco Dario Cherchi, al direttore del Cirem, il prof. ing. Italo Meloni e al direttore dell’Arst, l’ing. Carlo Poledrini, presentano i primi risultati dello studio e la proposta di configurazione della rete degli itinerari ciclabili della Sardegna.
Obiettivo dell’iniziativa è quello di dotare la Sardegna di un Sistema di mobilità ciclistica, da un lato per rendere l’isola più attrattiva e competitiva al più alto numero di appassionati italiani e stranieri del turismo dall’altro per fare della mobilità ciclistica un’occasione di sviluppo e di crescita della Sardegna dal cicloturismo agli spostamenti quotidiani in bici. 

“La rete regionale degli Itinerari ciclabili della Sardegna” non include il Sulcis Iglesiente e l’intero Sud Ovest sardo, scelta che ha provocato durissime reazioni nei territori interessati.

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C’è una società interessata alla concessione del sito minerario di Olmedo. Lo ha confermato la Commissione regionale incaricata di valutare le manifestazioni di interesse dopo l’avviso pubblicato nel luglio scorso. Ora saranno necessari altri dieci giorni per completare la verifica di ammissibilità. La Commissione, infatti, ha rilevato che la documentazione amministrativa presentata dalla società che ha partecipato all’avviso è incompleta. Immediatamente è stato avviato il soccorso istruttorio da parte del RUP (Responsabile Unico del Procedimento). Come previsto dal decreto legislativo 50/2016 e successive modifiche e integrazioni, entro dieci giorni la società che ha presentato la manifestazione di interesse dovrà far pervenire la documentazione mancante, a pena di esclusione dall’iter di valutazione tecnica. La Commissione è stata quindi aggiornata al prossimo 29 settembre.

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Il Comitato regionale Sardegna del CSEN (Centro Sportivo Educativo Nazionale) scommette sul binomio sport-turismo per promuovere il territorio e allungare la stagione turistica in Sardegna. Lo fa con le finali nazionali di calcio a 5 over 45, che si disputeranno dal 21 al 24 settembre a Stintino, nelle strutture del Cala Rosa Club Hotel, con il patrocinio del comune di Stintino e degli assessorati del Turismo e dello Sport della Regione Sardegna.

A contendersi il titolo italiano di categoria, affrontandosi in incontri di semifinale e finale, saranno le quattro squadre migliori classificate nelle varie fasi eliminatorie regionali: ASD Uniti per lo Sport (Sassari), CRAL Regione Sardegna (Cagliari), ASD Amici nel pallone (Torino) e ASD La Rocca (Firenze). Le semifinali si giocheranno venerdì 22 settembre dalle ore 18, mentre sabato 23 si disputerà la finale per il terzo e quarto posto (alle ore 17.00) e la finalissima per l’assegnazione del titolo di campione d’Italia (alle 18.00). La finale per il 1° e 2° posto sarà trasmessa in diretta streaming sulle fan page Facebook di Directa Sport Live Tv e CSEN Sardegna.

Gli atleti delle quattro squadre e i loro accompagnatori potranno approfittare del soggiorno a Stintino per conoscere e ammirare le bellezze naturali del territorio sperimentando così la formula sport-turismo promossa dal CSEN Sardegna. «Crediamo nel turismo sportivo perché unisce due valori molto importanti, quello del viaggio e quello dello sport», commenta il presidente del Comitato regionale Sardegna Csen, Francesco Corgiolu; «Mettendo insieme questi elementi si favorisce spontaneamente la possibilità di realizzare scambi culturali e sociali che hanno un alto valore educativo e culturale; inoltre, per quanto riguarda la nostra Isola, il turismo sportivo è una grande occasione per allungare la stagione turistica, offrendo così nuove opportunità di crescita economica al territorio».

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E’ molto dura la replica del capogruppo del Partito democratico Pierto Cocco al capogruppo dell’UDC Gianluigi Rubiu che ha sollecitato l’istituzione di una commissione d’inchiesta per fare luce sul mancato ricollocamento dei lavoratori ex Ati Ifras.

«L’intervento di Rubiu è inattendibile e totalmente fuori luogo, e, se non stessimo parlando di cose molto serie ci sarebbe da sorridere sentendo che è proprio il capogruppo dell’UDC ad invocare una commissione d’inchiesta sulla situazione dei lavoratori ex Ifras – dice Pietro Cocco -. Rubiu dovrebbe avere consapevolezza che le commissioni d’inchiesta verificano atti  e azioni compiute in passato, non vanno certo ad incidere sui progetti e sui risultati futuri. L’obiettivo è a portata di mano e si lavora alacremente per arrivare alla conclusione,  anche se è vero che troppo spesso la burocrazia non viaggia alla stessa velocità dei desideri della politica e quindi bisogna ancora attendere che i processi vadano a conclusione.»

«Il percorso procede verso una  soluzione che è quella di rispettare lo spirito della legge originaria e cioè che tutti i lavoratori trovino spazio all’interno del progetto del Parco Geominerario – aggiunge Pietro Cocco -. Le istituzioni non si sono mai fermate, nessun immobilismo, anche oggi al lavoro con una riunione attraverso una task force, tavolo partenariale che comprende tutti i soggetti deputati, dagli assessori ai sindacati, con l’obiettivo di rafforzare la tutela e le garanzie dei lavoratori.»

«Tutti sanno che il bando di assegnazione diretta non poteva più essere prorogato nonostante una proposta di legge presentata dal sottoscritto (primo firmatario) perché nel frattempo è entrata in vigore una legge nazionale che lo impediva – sottolinea ancora Pietro Cocco -. Abbiamo allora predisposto, nelle more della gara d’appalto internazionale, una legge (che ancora mi vede primo firmatario) per dare prospettive concrete agli oltre 500 lavoratori recuperando lo spirito iniziale del progetto legato al Parco Geominerario; 118 lavoratori hanno già partecipato al bando IGEA e 8 di questi sono già stati già inseriti, altri 54 entro il 10 di ottobre ed i restanti a seguire, così come da verbale sottoscritto dalle parti in data odierna; altri 123 lavoratori avrebbero dovuto essere assunti dai Comuni, i quali però, avendo in gran parte sforato il tetto di spesa legato al personale non hanno potuto ottemperare. Proprio oggi per superare questo problema, è stata riaperta la gara per consentire al Parco Geominerario e ad altri eventuali soggetti di presentare le manifestazioni di interesse; circa 140 lavoratori hanno presentato domanda di incentivo all’esodo e l’INSAR stà completando la procedura di prepensionamento incentivato; 12 lavoratori del nord Sardegna lavoreranno presso il Parco di Porto Conte.»

«Tutti i lavoratori sono sostenuti dalla NASPI e avranno diritto, come concordato, all’integrazione economica che parifica lo stipendio in godimento, risorse che percepiranno alla ripresa in servizio compresi tutti gli arretrati. Ad agosto di quest’anno, attraverso un’altra legge (che anche in questo caso mi vede primo firmatario) è stata anche aumentata la platea dei lavoratori. Altre 20 persone a tempo determinato e con partita iva, come ad esempio archeologi e altre figure con  diverse  professionalità potranno lavorare a servizio del progetto del Parco. Per tutte le persone interessate – conclude Pietro Cocco – si apre una seria prospettiva di lavoro in Igea, nel Parco Geominerario e in quello di Porto Conte così come era stato previsto e mai rispettato, nel progetto elaborato in origine, fuori dalla precarietà di tutti questi anni che ha vincolato il loro impiego alla proroga triennale da parte del Consiglio regionale.»

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Precipitano i rapporti tra il Carbonia Calcio e l’Amministrazione comunale di Carbonia. Dopo il forzato esilio della prima squadra a Villamassargia per la partita di esordio in Coppa Italia (vinta ieri pomeriggio dalla squadra di Andrea Marongiu sul Carloforte per 3 a 2), determinato dall’indisponibilità dello stadio Comunale “Carlo Zoboli”, i dirigenti hanno ricevuto dall’Amministrazione comunale la richiesta di pagamento di debiti maturati dalla vecchia gestione negli anni 2014, 2015 e 2016 per i consumi di acqua ed energia elettrica e per la realizzazione di interventi di manutenzione straordinaria sulle strutture dello stadio, per un importo complessivo di 150.000 euro, richiesta alla quale hanno deciso di rispondere in maniera clamorosa con due azioni molto forti: la prima prevede, martedì pomeriggio, alle 16.30, il raduno dei calciatori di tutte le categorie in Piazza Roma per lo svolgimento del primo allenamento settimanale; la seconda, vedrà i dirigenti recarsi mercoledì mattina in Municipio, dove consegneranno le chiavi della squadra al sindaco Paola Massidda.

«E’ una situazione assurda, inconcepibile – tuona il vicepresidente Checco Fele – la nostra Amministrazione comunale sembra aver deciso di far morire il calcio in città. Come si può pensare di far pagare ai nuovi dirigenti passività eventualmente accumulate dalla precedente gestione? E, soprattutto, mi chiedo come sia possibile rivendicare il pagamento di 50.000 euro per ciascuna delle ultime tre annualità. Ci rendiamo conto che con questo gesto i nuovi dirigenti ci rimetteranno dei soldi, impegnati per l’acquisizione del titolo sportivo e l’inizio dell’attività della nuova stagione agonistica, ma è chiaro che se queste sono le condizioni poste dalla nuova Amministrazione comunale, – conclude Checco Fele – non è possibile continuare a fare calcio in questa città.»