19 July, 2024
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Giovedì pomeriggio, alle 16.00, verrà inaugurata la mostra fotografica “Passeggiamo per Carbonia”.

Un’ampia raccolta di fotografie, a colori e in bianco e nero, dei quartieri della città di Carbonia, verrà esposta all’interno della mostra realizzata dai ragazzi del Centro per disabili “Pensami adulto”, gestito dalla Cooperativa sociale NOA.

La mostra fotografica verrà allestita nella Sala dei Pittori, in piazza Roma, fino a domenica 17 settembre.

L’iniziativa è patrocinata dal comune di Carbonia.

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Nella giornata in cui scade il termine per la presentazione di osservazioni ed opposizioni al progetto nazionale per l’individuazione del deposito unico nucleare, il coordinatore regionale ed il presidente dei Riformatori sardi, Pietrino Fois e Roberto Frongia, si schierano contro qualsiasi ipotesi che la scelta possa ricadere sulla Sardegna.

«La Sardegna si è dichiarata totalmente contro qualsiasi ipotesi di deposito unico nucleare già nel 2003 e poi nel 2011 – sostengono Pietrino Fois e Roberto Frongia -. Ricordiamo a tal proposito lo straordinario risultato del referendum. E’ inaccettabile l’idea che l’isola possa ospitare un deposito unico nucleare. Per la Sardegna, già abbondantemente devastata dal punto di vista ambientare, sarebbe il colpo di grazia. Piuttosto siamo ancora in attesa di conoscere quali sono le volontà della Giunta regionale in merito alle mancate bonifiche in numerosissime zone dell’isola. Ne ricordiamo alcune: Iglesias ed il Sulcis, Porto Torres, Portovesme, Ottana.»

«I sardi – concludono Pietrino Fois e Roberto Frongia -, pagano un prezzo altissimo anche per le immense aree occupate dalle servitù militari.»

 

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Comunicato stampa

Per la prima volta nella sua storia la città di Carbonia ha deciso di dotarsi di una Consulta handicap. Ciò è stato sancito dall’approvazione della deliberazione n. 26 del Consiglio comunale, datata 27 aprile 2017. E’ un organo consultivo ed autonomo, di cui fanno parte associazioni e cittadini, con l’obiettivo di tutelare le persone con disabilità. La Consulta è nata a seguito di un lungo lavoro di interlocuzioni portate avanti dalla IV Commissione Consiliare permanente (Servizi sociali, Pubblica istruzione, Politiche della Casa, Patrimonio).

Domani, giovedì 14 settembre, alle ore 16.30, presso la sala polifunzionale di Piazza Roma, si terrà la prima riunione ufficiale della Consulta, che diventerà così una realtà a tutti gli effetti. In quell’occasione, si procederà all’elezione delle figure del presidente, vicepresidente e alla nomina del segretario verbalizzante.

«Con la riunione di domani prende vita ufficialmente a Carbonia la Consulta handicap. Si tratta di una conquista della nostra città sul terreno dei diritti delle persone disabili. Un passo avanti nel campo dell’inclusione sociale – ha spiegato l’assessore ai Servizi sociali, Loredana La Barbera -. La Consulta sarà un momento di ascolto, partecipazione e condivisione, finalizzato a promuovere azioni in grado di rimuovere ogni ostacolo alla partecipazione dei cittadini disabili alla vita sociale. Grazie a questo nuovo strumento sarà possibile formulare proposte agli organi comunali su qualsiasi argomento inerente la disabilità e chiedere audizioni con gli assessori competenti. La Consulta handicap sarà un punto di riferimento per l’Amministrazione Comunale, le scuole, i servizi sanitari, le associazioni culturali e sportive della città.»

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«Concordo convintamente con le affermazioni del Ministro Franceschini sui risultati delle politiche per il turismo nel nostro Paese. I numeri del 2017 mostrano un aumento delle presenze che premia il lavoro fatto in questi anni dal Governo, tutto concentrato sulla qualità dell’offerta, sul piano delle strutture ricettive come sulla promozione della cultura e del paesaggio. Aumentano le presenze in montagna e al mare e si sviluppano le strade innovative, dal turismo rurale a quello culturale.» Sono parole del senatore del Partito democratico Silvio Lai che commenta i numeri sulla stagione estiva 2017 e le dichiarazioni del ministro Dario Franceschini.

«Occorre proseguire sulla strada indicata oggi dal ministro a partire dallo stimolo agli investimenti privati nel campo turistico, anche per evitare di uscire dal mercato internazionale quando finisca la coincidenza di fattori straordinari che favoriscono nel Mediterraneo, il turismo nel nostro Paese. Il turismo – conclude il senatore del Pd – non è un patrimonio acquisito per sempre, ma l’Italia e le sue regioni sono in grado di promuovere politiche che confermino i numeri attuali e li facciano crescere, nel rispetto del patrimonio paesaggistico e culturale, che è certamente unico nel mondo.»

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«Il centrosinistra ha fatto un errore tragico a lasciare aperta la porta dei finanziamenti destinati alle imprese turistiche anche a soggetti che si occupano di tutt’altre cose, di fatto sottraendo risorse a quel  miglioramento dell’offerta turistica di cui la Sardegna ha urgente bisogno e che era l’obiettivo prioritario della legge». Lo ha dichiarato il consigliere regionale dei riformatori Michele Cossa nel motivare il proprio voto contrario alla modifica approvata stamane dall’aula di via Roma. «La maggioranza ha usato toni e argomenti del tutto fuori luogo per motivare questa scelta: la Sardegna ha dimostrato ampiamente di essere una terra accogliente e solidale con chi è costretto a fuggire per cercare migliori opportunità di vita. Ma una cosa è l’accoglienza – ha concluso Michele Cossa – altra cosa è cercare di incrementare la quota di PIL derivante dal turismo, che paradossalmente in Sardegna è inferiore alla media nazionale. Disperdere le poche risorse a disposizione è l’ultima delle cose da fare».

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Il Consiglio regionale tornerà a riunirsi giovedì 21 settembre alle 10,30. All’ordine del giorno il disegno di legge 449 Disposizioni finanziarie e seconda variazione al Bilancio 2017/2019”. Slitta di una settimana, così come richiesto dal presidente della commissione Sanità Raimondo Perra, l’esame del provvedimento sulla rete ospedaliera per permettere un ulteriore incontro tra i capigruppo e l’Anci che è stato programmato per giovedì 21 settembre alle ore 15.00. Martedì 26 settembre dalle 10,30 la proposta di legge sulla rete ospedaliera entrerà in aula. La discussione generale si concluderà martedì sera ed il termine per presentare gli emendamenti è stato fissato alle 12.00 di mercoledì 27 settembre. Il 28 settembre comincerà l’esame dell’articolato e degli emendamenti presentati. Nella seduta di questa mattina tutti i capigruppo hanno deciso di sottoscrivere la mozione sulla violenza di genere che sarà illustrata domani nella seduta di Consiglio alla presenza del capo della polizia Franco Gabrielli. L’opposizione ha annunciato che non parteciperà ai lavori di domani. Si tratta di un’assenza politica per protestare – hanno detto i capigruppo dei partiti di minoranza – contro le politiche sui migranti messe in atto dal governo nazionale. 

«Non è giustificabile che l’opposizione in Consiglio regionale, adducendo pretestuose motivazioni, dichiari di non partecipare alla riunione convocata in Consiglio regionale con la presenza del Capo della Polizia di Stato Franco Gabrielli prevista per domani sulla violenza di genere – ha detto Pietro Cocco, capogruppo del Partito democratico -. In un momento storico in cui su un tema così sensibile e delicato si presenta un’occasione importante, non facilmente ripetibile, di incontro con una figura istituzionale che ai massimi livelli è impegnata ogni giorno nell’affrontare e contrastare la violenza tra cui quella di “genere”, fenomeno che ha ormai raggiunto livelli allarmanti e che riguarda tutta la società civile ”l’opposizione non si presenta?” Questa non è una riunione né di destra né di sinistra, non esiste né maggioranza né opposizione di fronte a certi argomenti, e ricordo che il ruolo di opposizione e di critica può essere svolto efficacemente nelle sedi e nei momenti di discussione politica evitando di utilizzare motivazioni non credibili – ha concluso Pietro Cocco – per giustificare l’assenza dalla partecipazione al dibattito su un tema così urgente, sul quale c’è ancora troppo silenzio.»

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La Regione Sardegna e il CIC, il Consorzio italiano compostatori, hanno sottoscritto il rinnovo dell’Accordo di programma triennale per promuovere in Sardegna la raccolta differenziata e il trattamento dei rifiuti organici compostabili. Il protocollo, siglato oggi a Cagliari dall’assessora della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano e dal presidente del CIC Alessandro Canovai, è una delle azioni previste dall’aggiornamento del Piano regionale dei rifiuti urbani approvato un anno fa dalla Giunta regionale. Nel triennio 2017-2019 la Regione destinerà risorse sino a 20mila euro l’anno per una serie di attività con il Consorzio italiano compostatori destinata a promuovere sul territorio l’economia circolare.
«In Sardegna abbiamo un’alta raccolta pro capite di frazione organica che ci colloca tra le cinque migliori regioni italiane: vogliamo rafforzare la buona tendenza del recupero della frazione secondo i prefissati obiettivi di economia circolare – annuncia l’assessore Donatella Spano -. Intendiamo infatti riciclare il 70 per cento dei rifiuti nel 2022 e l’organico può contribuire notevolmente a raggiungere la percentuale. In questo caso, ci avvarremo del supporto del Consorzio per l’informazione e la formazione degli agricoltori tramite le due agenzie agricole regionali Agris e Laore con cui i nostri Uffici hanno avviato un’importante collaborazione. Sarà possibile – conclude l’assessore Donatella Spano – incentivare la produzione e la valorizzazione del materiale in agricoltura ma punteremo in modo particolare sugli acquisiti pubblici ecologici, sensibilizzando gli Enti locali a utilizzare il compost sardo per la manutenzione del verde pubblico.»
«Il recupero della frazione organica in Sardegna sta dando ottimi risultati – sottolinea Alessandro Canovai, presidente del Cic -. In Italia, la quantità raccolta di frazione umida e verde pro-capite ha raggiunto la soglia dei 100 kg per abitante anno e la Sardegna si attesta tra le Regioni con i valori più alti, con 124 kg per abitante l’anno. Un impegno che ha un risultato tangibile: circa 41.000 tonnellate di compost prodotto nel solo 2015 in Sardegna.»
Gli ultimi dati Ispra attestano la quinta posizione della Sardegna tra le regioni più virtuose nella raccolta della frazione organica. L’Isola, con 124,4 chilogrammi per abitante per anno, si piazza infatti nelle posizioni più alte dopo Emilia Romagna, Veneto, Marche e Friuli Venezia Giulia. La Sardegna produce, secondo gli ultimi dati, circa 41mila tonnellate l’anno totalmente riutilizzato nel territorio. Il rinnovo dell’accordo di programma certifica la bontà delle azioni attuate sinora. Sui dati dell’organico 2017 sarà realizzato un nuovo Rapporto sull’utilizzo del compost in Sardegna per aggiornare il documento del 2014.

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È stata pubblicata oggi sul sito della Regione la determinazione che ripartisce i 16 milioni di euro stanziati dalla Giunta come contributo ai Comuni per la manutenzione dei corsi d’acqua e la mitigazione del rischio idrogeologico, a seguito di una delibera approvata lo scorso luglio su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini.
«La Regione è in prima linea nella lotta ai rischi idrogeologici e sostiene gli enti locali per permettere loro di svolgere le opere di prevenzione di propria competenza, che in mancanza di fondi rischierebbero di non essere realizzate – dice l’assessore Balzarini -. Interveniamo perciò con un contributo mirato e vincolato, in continuità con i 15 milioni già stanziati in precedenza, perché riteniamo queste attività fondamentali per la sicurezza dei cittadini.» 
I fondi sono assegnati in tre quote: una prima quota è ripartita in proporzione alla lunghezza dei corsi d’acqua, mentre una seconda viene assegnata attraverso un punteggio che tiene conto di diversi elementi, fra cui la presenza di interventi precedenti, la collocazione all’interno o all’esterno di un centro abitato, la vicinanza di infrastrutture come scuole e ospedali, il fatto che si tratti di un corso d’acqua aperto o coperto. La terza quota, invece, è suddivisa in base alla popolazione residente, all’interno del territorio comunale, in aree a pericolosità idraulica elevata e molto elevata. 

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L’Istat certifica un calo della disoccupazione anche in Sardegna. L‘istituto di statistica certifica sensibili miglioramenti tanto del tasso di occupazione, che sale al 51,2%, che del tasso di disoccupazione che scende al 15%, il valore più basso dal 2012. La Sardegna stacca il resto del Mezzogiorno (dove il dato medio del tasso di disoccupazione resta al 19,2%), e conferma i miglioramenti già evidenziati di recente dai dati amministrativi diffusi dall’Inps e, nei giorni scorsi, dall’Aspal, che attraverso un’elaborazione dei dati del Sil (il Sistema Informatico del Lavoro), aveva calcolato 13mila occupati in più nell’Isola, con una variazione percentuale di quasi il 3%.
«Oltre alla chiarezza dei dati, che man mano che andiamo avanti certificano un consolidamento dell’orientamento positivo, ci sono almeno due punti da mettere in evidenza: il riallineamento del tasso di disoccupazione al 2012, cioè prima della fase più acuta della crisi che abbiamo attraversato, ed il posizionamento deciso della Sardegna ben al di sopra della media del Mezzogiorno – commenta il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Significa che stiamo facendo la nostra parte per portare la Sardegna fuori dalla congiuntura negativa, con l’impegno sulle politiche attive per il lavoro e utilizzando bene le opportunità fornite dalle politiche nazionali – aggiunge il presidente Pigliaru -. Da non dimenticare le azioni dirette portate avanti dalla Regione a partire dai mille cantieri di Iscol@, con i tremila posti di lavoro diffusi in tutta l’Isola. Oltre 40 cantieri sono arrivati grazie al nostro investimento sulla fibra, con la banda ultralarga per 314 Comuni. E se circa 300 cantieri sono stati aperti e vanno avanti grazie alla scelta di attivare il mutuo infrastrutture, moltissimi sono partiti grazie al bando a sportello con il quale abbiamo ‘salvato’ 70 milioni di fondi europei della programmazione 2007-2013 destinandoli ai Comuni per i loro interventi più urgenti. Va detto, in aggiunta, che le politiche del turismo hanno successo, iniziando a mostrare effetti anche in un trimestre di spalla. Sta tornando l’occupazione e con l’occupazione torna la fiducia. Andiamo avanti in questa direzione – conclude Francesco Pigliaru -, perché i numeri ci confermano che è quella giusta».
«Vogliamo inserire l’analisi approfondita di questi dati all’ordine del giorno del prossimo incontro con le parti sociali, per esaminarne insieme e nel dettaglio tutti gli aspetti – dice l’assessore del Lavoro Virginia Mura -. Mi sembra comunque che si possa dire che la difficile strada intrapresa con decisione dalla Giunta con la definizione di nuove politiche attive per il lavoro, in linea con alcune coraggiose scelte nazionali, stia dando i primi significativi risultati. Gli indicatori, tutti di segno positivo e con l’importante ripresa del lavoro femminile – conclude l’assessore del Lavoro – denotano un miglioramento del clima di fiducia del tessuto imprenditoriale nei confronti delle politiche avviate e ci danno più forza per andare avanti, ben consapevoli che c’è ancora tanto da fare». 
Nel secondo trimestre del 2017 l’Istat misura un calo del tasso di disoccupazione al 15%, contro il 16,7% dello stesso periodo dell’anno passato. Calano sia la componente maschile (che passa dal 16,7% al 15,6%) che quella femminile (che scende addirittura dal 16,6% al 14,3%). La performance della Sardegna si differenzia totalmente da quella del resto del Mezzogiorno, dove il tasso di disoccupazione resta sostanzialmente stabile (da 19,3% al 19,2%), e si avvicina all’andamento nazionale, che registra un calo dall’11,5% al 10,9%. Secondo l’Istituto di statistica i disoccupati in Sardegna scendono da 112.400 dello stesso periodo del 2016 a 100.600 (-10,5%, di cui -7,3% della componente maschile e un incoraggiante -15,1% di quella femminile). Cresce il tasso di occupazione dal 50,3% al 51,2%, con un aumento sia della componente maschile (da 58,5% a 59,4%) che femminile (da 42,0% a 42,8%). Gli occupati passano, complessivamente da 562.000 a 568.200 (+1,1%). Guardando gli andamenti tendenziali dei singoli settori, spicca il +23,6% delle costruzioni, a seguire il +10,3% del commercio, alberghi e ristoranti ed il +2,0% dell’industria in senso stretto. Flessione invece del -5,0% per altre attività dei servizi. Invariato il dato dell’agricoltura. 

Fin qui i numeri dell’Istat, ma poi ci sono la realtà quotidiana e la reale percezione di tutti i sardi. La situazione nell’Isola era e resta drammatica, con punte particolari nel Sulcis Iglesiente.

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Il Parlamento europeo ha approvato una proposta legislativa in base alla quale i Paesi devono compensare le emissioni prodotte dalle foreste con la capacità di assorbimento delle stesse foreste, delle colture e dei pascoli.

A partire dal 2030, gli Stati membri dovrebbero aumentare la capacità di assorbimento di CO2 fino a superare le emissioni prodotte, in linea con gli obiettivi a lungo termine dell’UE e con l’accordo di Parigi.

La relazione è stata approvata con 532 voti favorevoli, 144 voti contrari e 20 astensioni.

Se la capacità di assorbimento di CO2 è maggiore delle emissioni derivanti dall’uso del terreno nei primi 5 anni dopo l’entrata in vigore di queste regole, tale “credito” può essere “depositato” e utilizzato successivamente, per rientrare negli obiettivi di riduzione del quinquennio successivo. Gli Stati membri possono anche utilizzare una parte di tali crediti per rispettare gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati dal regolamento che limita le emissioni nazionali del gas a effetto serra (GHG). 

Anche i prodotti derivanti dal legno, come i materiali da costruzione o i mobili, eliminano le emissioni di CO2, poiché immagazzinano il carbonio assorbito dagli alberi durante la crescita. La loro inclusione incoraggerà gli Stati membri a sviluppare l’uso di prodotti ottenuti da legno già tagliato. 

Gli Stati membri dovranno comunicare ogni anno i valori delle loro emissioni, con l’obiettivo di equilibrare emissioni e capacità di assorbimento nei due quinquenni 2021-25 e 2026-2030. Qualora uno Stato membro non adempisse ai propri impegni nei periodi definiti, il disavanzo sarà contabilizzato nell’ambito del regolamento sulle emissioni GHG.