19 November, 2024
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Sabato mattina i sindaci dell’Unione dei Comuni del Sulcis parteciperanno alla manifestazione di protesta pacifica che si svolgerà a partire dalle 9.30 on partenza dalla Piazza Basilica in Tratalias, sullo stato di dissesto in cui versano le strade del Basso Sulcis. Lo comunica, con una nota, il presidente dell’Unione, l’avvocato Gianfranco Trullu, sindaco di Perdaxius.

Con i sindaci, che sfileranno con la fascia tricolore, ci saranno, i consiglieri di diversi Comuni e gruppi di cittadini in bicicletta. La manifestazione è stata organizzata per denunciare il grave stato di dissesto in cui versano le strade che giornalmente i cittadini del Basso Sulcis percorrono senza le dovute sicurezze: le SP 77, 78 e 80, nonché la S.S. 293 sino all’altezza del ponte ove passa il Rio Mannu in territorio di Piscinas, già oggetto di numerose segnalazioni ai vari enti interessati, visto l’alto numero di sinistri che si sono verificati, anche mortali, su tali assi viari, ma ad oggi rimaste inascoltate.

Su tale ponte si svolgeranno un breve sit-in e una conferenza stampa. La manifestazione avrà luogo rigorosamente con i partecipanti in bicicletta; l’apertura del corteo sarà effettuata da parte dei Sindaci, seguiti dai consiglieri comunali e dagli altri, comprese associazioni di bikers; avrà, come detto, inizio alle ore 9.30 con partenza dalla Piazza Basilica in Tratalias; percorrerà la SP n. 77 (lato destro) con direzione Pesus-Narcao (SP 78), quindi proseguirà sulla SP 80 da Narcao a Villaperuccio e qui, sempre su tale SP sino all’incrocio-rotatoria Santadi-Nuxis-Piscinas, quindi svoltando a destra sulla SS 293 con direzione Piscinas fino al ponte sul Rio Mannu (vedi cartina del percorso allegata); si prevede la durata di circa tre ore.

La carovana di partecipanti, dall’inizio alla fine, per motivi di sicurezza, sarà preceduta e seguita dai mezzi della Protezione Civile di Santadi, con i lampeggianti accesi, e seguiti anche da una ambulanza messa a disposizione dall’associazione “Volontari Soccorso Narcao”.

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I giudici del tribunale di Oristano hanno accolto solo in parte (per 1 milione sui 4 richiesti) le richieste del comune di Oristano che intimava ad Abbanoa di corrispondere oltre 4 milioni di euro per le spese sostenute nel passaggio della gestione. I giudici hanno annullato l’ingiunzione emessa nel 2011 nei confronti di Abbanoa sulle spese sostenute durante il periodo transitorio della gestione del servizio idrico integrato tra il 2006 e il 2008. Il Gestore deve al Comune soltanto le somme riscosse e non gli importi, pari al quadruplo, che le precedenti amministrazioni avevano inserito nei bilanci di quel periodo.

«Questa sentenza – commenta l’amministratore unico di Abbanoa, Alessandro Ramazzotti – che conclude un lungo periodo di conflitto, può essere l’occasione per riprendere un rapporto costruttivo e di collaborazione come avviene con gli altri Comuni azionisti, nell’auspicio che anche Oristano entri a far parte della compagine sociale di Abbanoa. La via giudiziaria, che deve essere sempre l’estrema ratio, mal si addice a rapporti tra pubbliche amministrazioni tenute, invece, a trovare accordi che ricompongano i contenziosi».

Gli accordi sottoscritti indicavano che Abbanoa «dal 1° gennaio 2006 provvede alla fatturazione agli utenti del servizio reso, applicando le tariffe deliberate dall’Autorità d’Ambito, ed al trasferimento al Comune delle somme riscosse, al netto delle spese sostenute per la fatturazione, in relazione al periodo intercorrente tra il 1° gennaio 2006 e la data del 28 marzo 2008» come previsto nel contratto. Gli importi richiesti dall’amministrazione locale, però, erano stati notevolmente superiori: 4,2 milioni di euro rispetto a un milione e 137mila euro riscossi. «Il Gestore unico – spiega il Giudice nella sentenza – deve considerarsi contrattualmente tenuto a rimborsare le somme per suo conto anticipate, ma l’ente locale ha diritto di essere tenuto indenne solamente nei limiti delle minori somme incassate, per tutto il periodo di contestazione». Per questo motivo «il Tribunale, definendo il giudizio, respinta ogni contraria domanda ed eccezione, annulla l’ingiunzione opposta». 

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Si è conclusa con successo ed emozione la cerimonia tenutasi presso l’ex convento cappuccino di San Francesco per inaugurare i festeggiamenti in onore di Sant’Elena Imperatrice, patrona della città di Quartu.

C’è ima grande attesa per la festa patronale che si svolge ogni anno a partire dal 12 settembre, creando un forte richiamo non solo dagli abitanti di Quartu e del Campidano, ma di tutta la Sardegna.

La festa organizzata dal Comitato Stabile di Sant’Elena in collaborazione con il comune di Quartu e Fondazione di Sardegna e inoltre con il sostegno dello sponsor E.JA Energia vedrà i riti religiosi accompagnati da vari spettacoli di vario genere, mostre di prodotti locali, iniziative culturali e convegni, oltre allo svolgimento della tradizionale Sagra dell’Uva che si terrà sabato 16 settembre.

La festa religiosa in onore di Sant’Elena è di antica tradizione, si hanno le sue notizie a partire dal 1787, «Lo slogan della festa di quest’anno è Chiesa ed Eucarestia – ha detto durante la cerimonia di inaugurazione il parroco mons. Alfredo Fadda – questo per far riscoprire la grandezza della Festa, la quale senza l’Eucarestia non avrebbe né gioia né vita e non vi sarebbe una comunità cristiana».

L’evento organizzato dal Comitato Stabile di Sant’Elena che quest’anno festeggia i suoi 50 anni, vede come nuovo presidente Roberto Follesa. «Per me è un onore avere questa responsabilità, ringrazio la mia famiglia, il Comitato, i cittadini di Quartu, il Comune, il nostro sponsor E.ja Energia, la Regione e la Fondazione di Sardegna – ha detto Follesa – per aver contribuito alla realizzazione di questo evento che per me quest’anno ha un sapore unico ed inaspettato. Il mio impegno è quello di cercare di mantenere vive le tradizioni senza trascurare l’innovazione ma sempre mantenendo salda in me la Fede».

«E’ la manifestazione più alta che un sindaco possa desiderare – ha detto il primo cittadino Stefano Delunas – ed affido la città di Quartu a Sant’Elena Imperatrice».

Alla manifestazione era presente inoltre il Prefetto, rappresentante del Governo, dottor Emilio Dario Sensi il quale ha salutato e ringraziato i numerosi presenti. Alessandro Piludu, vice presidente del Comitato, infine, ha sottolineato la vera Mission del Comitato «Onorare in primis Sant’Elena, organizzando accuratamente i festeggiamenti della Santa e partecipando alla promozione dello sviluppo artigianale ed agricolo della città di Quartu».

Oggi, mercoledì 13 settembre, è il giorno della solenne processione con il simulacro della Santa per le vie della città e l’appuntamento imperdibile è per sabato 16, con la tradizionale sagra dell’Uva.

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Il capogruppo dell’UDC in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, lancia l’allarme per la situazione “intollerabile” venutasi a determinare nell’assistenza dei malati psichici di Iglesias, per il ritardo nell’erogazione e i tagli nei finanziamenti agli enti locali.

«Un esercito di famiglie di Iglesias, che hanno diritto ai fondi previsti dalla legge 20, il contributo regionale che spetta alle persone affette da disturbi psichici (con diverse patologie interessate) e assistite dai centri di salute mentale, contestano le decurtazioni delle risorse e le lungaggini nell’erogazione degli aiuti economici – dice Gianluigi Rubiu -. Si tratta di centinaia di famiglie alle prese con problematiche derivanti da patologie psichiche e legate all’autismo, che hanno necessità del sussidio anche per pagare una badante. E’ una situazione che deve essere assolutamente risolta. Qui si devono fronteggiare ritardi gravi nel pagamento dei contributi, con rinvii che non possono essere tollerati.»

«Oltre il danno la beffa – conclude Gianluigi Rubiu che ha presentato un’interrogazione urgente all’assessore della Sanità – con la decurtazione già consistente dei fondi e il blocco totale dei finanziamenti per i sofferenti mentali da ottobre. E’ necessario che la Regione venga incontro alle esigenze delle famiglie di Iglesias e di altri centri del Sulcis erogando nei tempi stabiliti le somme necessarie e incrementando i fondi per le patologie.»

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Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge n. 446/A (Modifiche alla legge regionale n. 16/2017 “Norme in materia di turismo”).

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau che, dopo le formalità di rito, ha ricordato l’ex consigliere Salvatore Ladu, scomparso recentemente a Cagliari dopo una non breve malattia.

Al termine del minuto di silenzio in ricordo dell’ex esponente di Dc, Ppi e Pd, il capogruppo del Partito dei sardi, Gianfranco Congiu, ha contestato la nomina dei componenti il Cda dell’Ersu di Sassari e le modalità adottate da parte del presidente del Consiglio: «Con i poteri sostitutivi contestiamo l’abuso fiduciario del rapporto politico tra le forze della maggioranza e per tale ragione annunciamo l’abbandono dei lavori dell’Aula».

Il presidente Ganau ha ribadito la correttezza delle procedure e l’opportunità della scelta ed ha quindi sospeso i lavori per qualche minuto. Alla ripresa il Consiglio ha proseguito l’esame della proposta di legge n.446/A (Modifiche alla legge n.16/2017 “Norme in materia di turismo”) interrotto ieri per mancanza di numero legale. Sono stati approvati, con distinte e successive votazioni, l’articolo 1 (abrogazioni), con 27 voti a favore su 28 votanti; l’emendamento aggiuntivo n. 10 (Crisponi e più) che introduce, dopo il comma 4 dell’articolo 10 della legge 16/2017, le campagne di sensibilizzazione  regionali per contrastare l’asportazione di sabbia, ciottoli, sassi  o conchiglie dal litorale o dal mare; gli emendamenti aggiuntivi a firma Lotto e Pietro Cocco, n. 2, n. 3,  n. 4 e n. 9 che specificano e introducono precisazioni tecniche singole parti del provvedimento approvato lo scorso luglio.

Aperta la discussione sull’articolo 2 (Entrata in vigore) il consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa, ha rivolto un appello ai consiglieri della maggioranza per il ritiro della proposta di legge in discussione («volete abrogare una norma di buon senso e non tenete conto delle indegne speculazioni in atto proprio sul tema dell’accoglienza»). «Faccio appello alla resipiscenza da parte dei colleghi – ha concluso l’esponente della minoranza –  ritirate questa proposta e concentriamoci sul tema dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti».

Il consigliere di Fi, Antonello Peru, ha insistito sulla bontà della norma approvata per il tramite del suo emendamento alla legge 16 e che, come noto, imponeva, a chi beneficiava dei contributi regionali per il miglioramento delle strutture e dei servizi turistici, l’utilizzo di tali strutture soltanto ai fini della ricettività turistica per almeno cinque anni. «Non si comprende – ha affermato l’esponente della minoranza – perché il centrosinistra si accanisca a cancellare un provvedimento di buon senso che ha raccolto il favore di tanti, ad incominciare da quello degli albergatori». Antonello Peru ha quindi concluso con l’invito al centrosinistra a ritirare la proposta di legge in discussione.

Posto in votazione l’articolo 2 è stato approvato con 27 a favore e 12 contrari. Per dichiarazione di voto sono intervenuti i consiglieri, Luigi Crisponi (Riformatori) che ha ribadito il voto contrario («l’emendamento Peru faceva una giusta distinzione tra operatori del turismo e dell’accoglienza») e Attilio Dedoni (Riformatori), anch’egli contrario («chi usa la carità pelosa per fare proselitismo politico, chi fa il terzomondista in maniera indegna, è fuori della realtà») e Giuseppe Fasolino (Fi), contrario, («non entro nel merito dell’accoglienza perché abbiamo approvato la legge sul turismo: o questa maggioranza pensa che l’accoglienza possa rientrare in una qualche strategia turistica oppure state sottraendo risorse al turismo»). 

Il consigliere Marco Tedde, vice capogruppo di Forza Italia, ha condiviso le affermazioni del collega Fasolino perché, ha sostenuto, «la maggioranza si sta accollando un brutto rischio quello di far partecipare a bandi per il turismo strutture che fanno altro, dovendole per giunta finanziare; è un gravissimo errore politico e culturale, una cosa incomprensibile per gli imprenditori turistici e per tutti i sardi». L’accoglienza ha sostenuto, infine, «ha bisogno di provvedimenti ad hoc e non della solita carità pelosa della sinistra radicale».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha affermato che «anche all’interno della maggioranza si sta facendo strada la consapevolezza dell’errore, che però non si ha il coraggio di portare all’esterno». «Sui migranti peraltro – ha osservato – avremo molto da dire, per esempio su un recente bando da 11 milioni per 800 ospiti, segno inequivocabile che le risorse ci sono, a proposito, domani sarà qui il Capo della Polizia e noi domani non ci saremo proprio per protestare contro la gestione del problema dei migranti in Sardegna da parte del Governo». «Noi non facciamo lo scendiletto di nessuno – ha concluso Pittalis – e non dobbiamo sempre chinare il capo a qualcuno che viene da Roma, dobbiamo anzi alzare l’asticella nei confronti dello Stato per dire ad alta voce che la Sardegna, anche in riferimento alla vicenda delle scorie nucleari, non può diventare la pattumiera del continente».

Il presidente della commissione Attività produttive Luigi Lotto (Pd) ha condiviso buona parte del ragionamento del collega Crisponi, ricordando che «la commissione ha profuso un grande impegno per una legge in grado di rilanciare il turismo sardo». «Dispiace perciò – ha lamentato – di aver impiegato molto tempo a discutere di un argomento estraneo alla legge; ragioneremo in seguito di accoglienza e soprattutto di integrazione per ospitare i migranti presso le nostre comunità in maniera umana, e resta il rammarico per un emendamento che ha trascinato la legge su un altro terreno rendendo necessaria e giusta la modifica di quella parte».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la legge, che il Consiglio ha approvato con 27 voti favorevoli e 12 contrari.

L’Assemblea ha quindi proseguito i sui lavori con l’esame del documento relativo all’attività 2017 del Corecom (Comitato regionale delle comunicazioni).

La relatrice Daniela Forma (Pd) ha ricordato in apertura che il 2017 è stato un anno record per le conciliazioni con un dato tendenziale vicino alle 1.500 istanze nella materia dei contratti fra privati e gestori della telefonia mobile e della pay-tv. «Per quanto riguarda quelle già definite – ha proseguito la Forma – sono state oltre 700 di cui più di 400 a favore dei cittadini nella sedi di Cagliari e Sassari, a testimonianza di una attività incisiva ed efficiente del Comitato e del gradimento da parte dell’utenza di decentrate l’esame delle pratiche anche a Sassari, scelta che sta incontrando l’interesse di altri Comuni». «Per quanto riguarda le risorse disponibile – ha aggiunto la consigliera – la commissione ha deciso una riduzione rispetto alla richiesta confermando lo stanziamento dell’anno precedente di oltre 200.000 euro». «Da sottolineare – ha concluso Daniela Forma – l’attività svolta dal Comitato nel monitoraggio delle stazioni televisive che utilizzano contributi regionali in collaborazione con l’Università di Cagliari attraverso due borse di studio».

Successivamente è stato presentato un ordine del giorno di condivisione dell’attività del Corecom che il Consiglio ha approvato.

Subito dopo il presidente ha tolto la seduta aggiornandola a domattina alle 9.30 per la cerimonia cui parteciperà il Capo della Polizia Franco Gabrielli ed ha convocato la conferenza dei capi gruppo.

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ll Parlamento europeo questa mattina ha approvato mercoledì lo stanziamento di mezzo miliardo di euro per finanziare ulteriormente l’Iniziativa per l’occupazione giovanile, parte di un finanziamento totale di 1,2 miliardi di euro già concordato per il periodo 2017-2020.

La risoluzione per aggiungere 500 milioni di euro al bilancio dell’UE per il 2017 è stata approvata con 574 voti favorevoli, 113 contrari e 2 astensioni.

Nella risoluzione sul progetto di bilancio rettificativo n. 3/2017, si esortano Commissione e Stati membri a garantire che l’intero importo supplementare di 500 milioni di euro sia pienamente utilizzato entro la fine del 2017.

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Sotto il segno dell’Arte, anello di congiunzione tra passato e presente, linguaggi contemporanei ed espressioni antiche si incontrano al Museo Archeologico Ferruccio Barreca di Sant’Antioco. Ritorna EstArte, manifestazione culturale rientrante nel cartellone di eventi estivi allestito dall’Amministrazione comunale di Sant’Antioco, la cui inaugurazione è prevista per sabato 16 settembre prossimo a partire dalle 21.00, con ingresso gratuito. La mostra, al cui allestimento partecipano anche gli studenti del Liceo Emilio Lussu di Sant’Antioco nell’ambito del progetto alternanza scuola lavoro in collaborazione con la Cooperativa Archeotur, resterà in esposizione fino al 24 settembre.

Un evento capace di coniugare l’arte contemporanea di 37 artisti con sfiziose degustazioni enogastronomiche e musica di qualità, nella suggestiva cornice del #MAB, spazio museale ricco e prezioso, scrigno del passato di un luogo unico: Sant’Antioco.

Le distanze temporali si annullano e la creatività diviene la principale connessione tra le opere esposte e gli oggetti antichi, tra ciò che siamo stati e le molteplici espressioni del nostro tempo che, attraverso la sperimentazione, rivelano una spiccata tensione verso il futuro. La mostra d’arte contemporanea vede il coinvolgimento di differenti artisti, una miscellanea di opere che spaziano dalla pittura alla scultura, dal collage al riciclo, dall’utilizzo di tecniche sperimentali alla fotografia.

La sezione fotografica della mostra, rappresentata da 17 scatti del “Circolo fotografico f 7.1 – Isola di Sant’Antioco”, offrirà un’originale lettura del patrimonio culturale dell’isola di Sant’Antioco.  Partendo dalle testimonianze della prima presenza dell’uomo sull’isola durante la preistoria, si percorreranno le diverse epoche storiche attraverso monumenti e oggetti nuragici, fenici, punici e romani, per giungere alla storia moderna e contemporanea rappresentata da torri costiere, fari, postazioni militari e impianti industriali dismessi. Il racconto di luoghi antichi, oggi profondamente trasformati dal trascorrere del tempo, viene immortalato dallo sguardo contemporaneo di Gloria Asunis, Giorgio Baghino, Alessandra Balia, Angelo Balia, Fedele Balia, Cristian Calabrò, Massimo Calabrò, Davide Cau, Viviana Frau, Virginia Locci, Fiorella Meloni, Paola Mercenaro, Stefano Puddu, Sergio Pusceddu, Alessandro Siddi, Marco Siddi, Stelio Usai.

Oltre ai diciassette fotografi del “Circolo fotografico f 7.1 – Isola di Sant’Antioco”, saranno presenti venti artisti con due opere ciascuno: Gianmarco Basciu, Chiara Caredda, Giuliana Cauli, Nicola Derf, Fabio, Marco Fontana, Francesco Garau, Luca Lindiri, Antonietta Mascia, Federica Nocco, Bruno Piga, Maristella Portas, Claudio Rosa, Serena Salis, Antonello Sanna, Ines Sitzia, Giuseppe Tuveri e Marco Vigo. Una sezione della mostra sarà inoltre dedicata al maestro Gianni Salidu con l’esposizione di quindici opere sagomate dalle sue sapienti mani nei legni locali di ginepro, olivastro e limone, ma anche nell’onice, l’alabastro e la trachite. La sua arte richiama radici ancestrali legate al mare, alle fede cristiana espressa dai presepi e dalle rappresentazioni di Cristo, con una evidente sensibilità nella raffigurazione di soggetti sofferenti. Ciò che spicca maggiormente sono le figure femminili, legate in modo indissolubile alla terra e alla fertilità, elementi fondanti dell’arte umana fin da epoche remote.

Il tutto sarà accompagnato dalle degustazioni di prodotti gastronomici tipici del territorio e produzioni locali di Carignano a Km zero, con le cantine private “Arrevesa”, “Binu Forti”, “Primu” e “Xabarra”. Cosa può mancare ancora ad EstArte se non la magia di musiche originali e vintage? Spazio, dunque, alle sonorità del trio jazz creato dalla fusione dei linguaggi musicali di Andrea Schirru al piano, Massimo Spano al contrabbasso e Alessandro Garau alla batteria. E dopo l’attesissima esibizione di musica jazz, la serata proseguirà con le variopinte melodie delle “The Longuettes”, un frizzante trio vocale accompagnato dal piano di Andrea Schirru e creato dalle vocalità di Daniela Puggioni, Michela Mura e Silvia Follesa. Un viaggio musicale che fa tappa per i grandi classici swing e le armonie delle grandi big band, attraversa il ritmo sfrenato dei boogie-woogie del pre e del dopo guerra, passa per l’easy pop al femminile e approda ad alcune indimenticabili hit italiane e straniere dei magici anni ’60.

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I gruppi di minoranza in Consiglio regionale sollecitano una commissione d’inchiesta su Ottana per capire le ragioni del fallimento e dare vita ad un nuovo progetto di sviluppo.

«Ricostruire la storia dell’industria nell’area di Ottana per capire le cause del fallimento di un progetto che ha lasciato un territorio devastato dal punto di vista ambientale, economico-ociale ed occupazionale, nonostante l’enorme spreco di risorse pubbliche» ha spiegato il consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi illustrando in una conferenza stampa la proposta del partito, sottoscritta da tutta l’opposizione e da alcuni esponenti della maggioranza.

Per il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis la commissione sarà anche il luogo in cui «per individuare gli interventi prioritari in quell’area che secondo noi devono essere principalmente due: la bonifica dei siti inquinati e la creazione di un grande polo dell’agro-alimentare, per restituire quelle terra alle sue vocazioni a dare a quelle comunità una occasione di riscatto».

Angelo Carta, capogruppo del Psd’Az, ha ricordato in apertura che «la zona industriale di Ottana nacque per contrastare il banditismo spingendo i pastori ad abbandonare le campagne ma quel progetto è fallito e, in questi decenni, si sono create le condizioni per costringere le popolazioni o ad emigrare o ad accettare tutto, compreso il deposito delle scorie nucleari». «Noi non ci stiamo – ha concluso – e vogliamo dare alla Sardegna centrale una vera opportunità di sviluppo, dando un ruolo centrale ai Comuni finora sempre esclusi dalle grandi scelte».

A nome dell’Udc il capogruppo Gianluigi Rubiu ha affermato che la crisi di Ottana, «come quella di tante altre aree della Sardegna da Portovesme a Porto Torres», è il risultato di una decisione precisa della Regione di “uscire” dal settore industriale. «Il sito di Ottana va restituito alla produzione – ha concluso – e sotto questo profilo immagino in quell’area la realizzazione di un grande polo regionale per la refrigerazione del latte”.

Il presidente del gruppo dei Riformatori sardi nelle conclusioni, ha messo l’accento sulla necessità di andare fino in fondo su quanto accaduto ad Ottana con la commissione d’inchiesta ma, soprattutto, «di indicare una via di sviluppo per la Sardegna, voltando pagine rispetto ad una stagione costellata di fallimenti che, nello specifico, ha aggravato la crisi ed il malessere delle zone interne della Regione».

 

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Il Consiglio regionale ha approvato ieri sera la legge che finanzia il comparto ovi-caprino per 47 milioni di euro, 45 dei quali destinati direttamente ai pastori e 2 al bando indigenti per acquisto pecorini sardi.

«Abbiamo mantenuto un impegno preso con il mondo delle campagne e con le sue associazione di categoria. Un intervento di urgenza per il comparto ovicaprino spinto anche dall’emergenza della siccità che si è sommata alla crisi del prezzo del latte, sceso a livelli bassissimi nelle ultime due stagioni», ha detto l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, nel commentare l’approvazione del disegno di legge, licenziato dalla Giunta il primo settembre scorso, che predispone l’incremento del finanziamento iniziale di 17milioni di euro per il comparto ovicaprino con ulteriori 30milioni. Ben 45 milioni saranno quindi destinati direttamente ai pastori, mentre i rimanenti due sono dedicati ad aumentare il primo stanziamento da 4,1 milioni per il bando sull’acquisto dei pecorini sardi da destinare agli indigenti.
L’erogazione dei 45milioni sarà gestita direttamente da una task force costituita ad hoc con personale dell’assessorato dell’Agricoltura e dell’Agenzia regionale Argea Sardegna. I pastori dovranno comunicare il numero dei capi allevati, le produzioni di latte per le annualità del 2015-2016 e del 2016-2017. Sulla base di tali dati saranno quindi subito emessi i decreti di pagamento.
L’Assessore ha inoltre ricordato l’impegno della Giunta nel provare a reperire ulteriori risorse, anche attraverso gli strumenti del Programma di sviluppo rurale e le interlocuzioni con il governo nazionale, per venire incontro alle criticità di tutto il resto del mondo zootecnico e agricolo isolano. Caria ha poi fatto il punto su tutte le azioni e gli stanziamenti sul piano strutturale che l’Esecutivo ha messo in campo negli ultimi mesi: dai 30milioni di euro destinati ai Consorzi di Bonifica, ai 50 milioni per incrementare la raccolta delle acque nelle dighe e negli invasi della Sardegna, passando per il sostegno alla creazione dell’Organismo interprofessionale latte ovino sardo (Oilos).

 

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Sono in arrivo novità importanti per lo smaltimento rifiuti delle aziende e, di conseguenza, per le tariffe da applicare e corrispondere.

A breve, un decreto del ministero dell’Ambiente stabilirà quali saranno i rifiuti delle attività produttive che potranno essere immessi nel servizio pubblico e da quali superfici dovranno derivare. Secondo ciò che verrà approvato si capirà quali saranno le nuove norme per regolamentare il servizio pubblico di smaltimento per le aziende, quindi la regolamentazione dell’applicazione della tariffa da imporre.

«É dal 1984 che attendiamo il decreto – afferma Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – per questo, da alcuni mesi, la Confartigianato porta avanti un confronto con i funzionari del Ministero dell’Ambiente, proponendo il punto di vista delle imprese e sottolineando le molte differenze comportamentali e di regolamentazione dei singoli Comuni”.  Le nostre proposte sono semplici e chiare – precisa Matzutzi – chiediamo l’esclusione dell’assimilazione dei rifiuti urbani prodotti nelle superfici dei laboratori, nei magazzini, di materie prime e prodotti finiti e nelle mostre, lasciando comunque la possibilità alle singole imprese di richiedere il servizio pubblico al comune.»

Tale indicazione potrebbe significare che la non assimilazione dei rifiuti,  avrà come inevitabile conseguenza la non applicazione della tassa (TARI). Se invece la singola impresa richiederà il servizio di smaltimento comunale, allora dovrà pagare l’apposito tributo. Questo è ciò che è stato sostenuto nel confronto con il ministero dell’Ambiente.

Confartigianato Imprese Sardegna sottolinea come molti Comuni, indipendentemente dalla effettiva produzione di rifiuti assimilabili, impongano il pagamento del servizio di smaltimento per il semplice fatto di essere previsto. In molti casi viene poi ancora applicata la TARI su quelle superfici in cui sono installati macchinari e attrezzature, aree in cui è evidente l’impossibilità di produrre rifiuti.

«Noi auspichiamo che il decreto venga approvato senza alcuna modifica rispetto alla bozza che conosciamo e per la quale abbiamo lavorato – riprende il presidente di Confartigianato Sardegna – anche se crediamo che questa difficilmente verrà condivisa delle Pubbliche amministrazioni.  In ogni caso, questo passaggio chiarirà definitivamente alcuni aspetti oggetto di confronto e, a volte, scontro, fra aziende e pubbliche amministrazioni.»

Per Confartigianato Sardegna è una normativa quindi molto attesa che potrebbe rivoluzionare l’impostazione del servizio pubblico ma che offre anche la possibilità alle Pubbliche amministrazioni di dare una diversa impostazione al servizio basandolo prevalentemente sull’effettivo peso dei rifiuti consegnato e applicando il giusto costo (ognuno paga per i rifiuti che produce e smaltisce), e questo renderebbe tutti, cittadini e imprese, più consapevoli dell’importanza del servizio.