Sono in arrivo novità importanti per lo smaltimento rifiuti delle aziende e, di conseguenza, per le tariffe da applicare e corrispondere.
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Sono in arrivo novità importanti per lo smaltimento rifiuti delle aziende e, di conseguenza, per le tariffe da applicare e corrispondere.
A breve, un decreto del ministero dell’Ambiente stabilirà quali saranno i rifiuti delle attività produttive che potranno essere immessi nel servizio pubblico e da quali superfici dovranno derivare. Secondo ciò che verrà approvato si capirà quali saranno le nuove norme per regolamentare il servizio pubblico di smaltimento per le aziende, quindi la regolamentazione dell’applicazione della tariffa da imporre.
«É dal 1984 che attendiamo il decreto – afferma Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – per questo, da alcuni mesi, la Confartigianato porta avanti un confronto con i funzionari del Ministero dell’Ambiente, proponendo il punto di vista delle imprese e sottolineando le molte differenze comportamentali e di regolamentazione dei singoli Comuni”. “Le nostre proposte sono semplici e chiare – precisa Matzutzi – chiediamo l’esclusione dell’assimilazione dei rifiuti urbani prodotti nelle superfici dei laboratori, nei magazzini, di materie prime e prodotti finiti e nelle mostre, lasciando comunque la possibilità alle singole imprese di richiedere il servizio pubblico al comune.»
Tale indicazione potrebbe significare che la non assimilazione dei rifiuti, avrà come inevitabile conseguenza la non applicazione della tassa (TARI). Se invece la singola impresa richiederà il servizio di smaltimento comunale, allora dovrà pagare l’apposito tributo. Questo è ciò che è stato sostenuto nel confronto con il ministero dell’Ambiente.
Confartigianato Imprese Sardegna sottolinea come molti Comuni, indipendentemente dalla effettiva produzione di rifiuti assimilabili, impongano il pagamento del servizio di smaltimento per il semplice fatto di essere previsto. In molti casi viene poi ancora applicata la TARI su quelle superfici in cui sono installati macchinari e attrezzature, aree in cui è evidente l’impossibilità di produrre rifiuti.
«Noi auspichiamo che il decreto venga approvato senza alcuna modifica rispetto alla bozza che conosciamo e per la quale abbiamo lavorato – riprende il presidente di Confartigianato Sardegna – anche se crediamo che questa difficilmente verrà condivisa delle Pubbliche amministrazioni. In ogni caso, questo passaggio chiarirà definitivamente alcuni aspetti oggetto di confronto e, a volte, scontro, fra aziende e pubbliche amministrazioni.»
Per Confartigianato Sardegna è una normativa quindi molto attesa che potrebbe rivoluzionare l’impostazione del servizio pubblico ma che offre anche la possibilità alle Pubbliche amministrazioni di dare una diversa impostazione al servizio basandolo prevalentemente sull’effettivo peso dei rifiuti consegnato e applicando il giusto costo (ognuno paga per i rifiuti che produce e smaltisce), e questo renderebbe tutti, cittadini e imprese, più consapevoli dell’importanza del servizio.
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