Antonio Gaia (Popolari Socialisti): «Il mondo delle campagne sta vivendo forse la peggiore crisi della sua storia millenaria e non deve essere affossato dalla burocrazia».
[bing_translator]
«Non si può dare un aiuto chiedendo di essere a posto con il d.u.r.c, chi non ha pagato l’Inps non l’ha potuto fare perché da un anno non incassa premi comunitari, il latte viene pagato a 50 centesimi al litro, le campagne sono aride per la siccità che dura da nove mesi e famiglia e gregge devono mangiare»
«Chi non ha pagato l’inps ha anche 3 o 4 bolle di mangime da pagare, affitti dei terreni, fornitori vari e in più si ritrova ancora le pecore morire di lingua blu dopo aver per anni regolarmente eseguito le vaccinazioni»
«I 45 milioni promessi per scongiurare al morte del comparto ovicaprino non saranno spesi sicuramente per l’aiuto alle campagne, perchèé almeno il settanta per cento dei pastori non ha potuto versare i contributi… quei pochi fortunati, che per riserve e/o aiuti da altro reddito in ambito familiare saranno in regola per ricevere questi “aiuti” non li vedranno erogati prima di gennaio-febbraio 2018, dato che le domande hanno termine il 09/12/2017.»
«Questi sono alcuni dei messaggi che questi giorni mi arrivano dai pastori, alcuni sono molto più brutali, dettati dalla rabbia che esplode dopo mesi di attesa vana, perché proprio i più disperati rimarranno tagliati fuori dagli aiuti.»
E’ quanto scrive in una nota il consigliere regionale dei Popolari Socialisti Antonio Gaia.
«La risposta che dopo settantacinque giorni arriva dall’assessorato dell’Agricoltura suona come una campana a morto per la stragrande maggioranza degli allevatori; il procedimento, con il termine di presentazione dal 16 ottobre al 9 dicembre, risulta lungo, difficile e complesso, richiede l’invio di tutte le fatture di acquisto mangime, e, superato questo scoglio, al momento dell’erogazione, (che non potrà essere prima di gennaio 2018) i dati del richiedente saranno utilizzati per controllare la regolarità nel versamento dei contributi e andranno automaticamente a finire nelle casse dell’Inps – aggiunge Antonio Gaia -. Lasciare andare avanti il procedimento così come è stato predisposto dall’assessorato dell’agricoltura significherebbe decretare la fine del comparto ovicaprino, la morte della stragrande maggioranza delle imprese allevatoriali, che in questo arido prolungamento della stagione estiva devono dare ancora e solo mangime alle greggi, ed hanno bisogno di aiuto tutti e subito.»
«Dobbiamo individuare dei correttivi immediati perché i contributi stanziati dal Consiglio regionale vadano, come stabilito, all’acquisto dei mangimi, perché se le pecore muoiono muore l’impresa ed i versamenti previdenziali distolti d’imperio si ritorcerebbero contro l’intera economia regionale, determinando ulteriori fallimenti, nuova disoccupazione e gravi criticità sotto il profilo sanitario veterinario, determinate dalla denutrizione e dalla morte di migliaia di capi ovini. Per consentire al comparto ovicaprino di sopravvivere alla perdurante emergenza-siccità i 45 milioni devono essere ora espressamente vincolati all’acquisto del mangime e devono essere individuate procedure snelle che ne consentano l’utilizzo rapido, magari con il coinvolgimento dei comuni, con meccanismi di assegnazione basati per esempio sul numero dei capi registrati. Il mondo delle campagne sta vivendo forse la peggiore crisi della sua storia millenaria – conclude Antonio Gaia – e non deve essere affossato dalla burocrazia ipocritamente travestita da dispensatrice di aiuti per superare l’eccezionale emergenza.»
NO COMMENTS