E’ ripreso questo pomeriggio, in Consiglio regionale, l’esame della proposta di ridefinizione della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna.
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E’ ripreso questo pomeriggio, in Consiglio regionale, l’esame della proposta di ridefinizione della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna. La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau e, dopo le formalità di rito, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il settimo capitolo (distribuzione discipline e posti letto).
Intervenendo sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha osservato che la seduta si è aperta con un’ora di ritardo per cui, a nome dell’opposizione, ha chiesto una sospensione di almeno 30 minuti per una riunione della minoranza nella quale concordare una posizione comune sugli emendamenti da discutere.
Il presidente Ganau ha accolto la richiesta e sospeso la seduta per 30 minuti.
Alla ripresa dei lavori, la commissione e la Giunta hanno espresso il parere sugli emendamenti presentati.
In sede di discussione generale, il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) ha sottolineato che «intento della riforma è quello di risparmiare ma lo si fa nel modo peggiore riducendo i posti letto senza aver programmato una rete territoriale; esempio emblematico di tale situazione è quello degli ospedali di comunità che in Sardegna hanno ancora una presenza molto limitata e lasciano scoperte esigenze fondamentali per i pazienti come quelle del decorso post-operatorio mentre, soprattutto per quelli più anziani magari provenienti da zone distanti dalle principali strutture sanitarie, la degenza andrebbe prolungata negli ospedali evitando inutili trasferimenti nei cosiddetti ospedali di comunità, dove sono attivi». «Dopodomani – ha ricordato Edoardo Tocco Tocco – ci sarà un’altra mobilitazione sotto il palazzo, segno evidente di un malessere profondo che la stessa maggioranza ha percepito senza però sentire la necessità di una riflessione profonda sulle scelte principali della riforma e sulla stessa ripartizione dei posti letto sul territorio. Quanto al Mater Olbia – ha concluso – non si capisce quando questa struttura potrà entrare a far parte del sistema sanitario regionale».
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