I sindaci dei Comuni della Gallura si mobilitano per la provincia del Nord Est, Carbonia e Iglesias che fanno?
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I sindaci dei Comuni della Gallura si mobilitano per la provincia del Nord Est, Carbonia e Iglesias che fanno? La commissione Autonomia del Consiglio regionale, presieduta da Francesco Agus (Misto-Campo progressista), due giorni fa ha ascoltato una delegazione di sindaci della Gallura, i consiglieri regionali eletti nel territorio ed il presidente dell’Anci, sulla proposta di legge n. 405 (Meloni e più) che prevede l’istituzione della provincia del Nord Est. Forze politiche e sociali della Gallura sono compatte nella rivendicazione dell’istituzione del nuovo ente intermedio, sostenuta anche da forze politiche e sociali regionali. Il primo firmatario Giuseppe Meloni, del Partito democratico, ha manifestato la preoccupazione per un possibile “effetto domino” derivante dall’inserimento di altri territori nel dibattito, «con il rischio di non fare niente».
Carbonia e Iglesias e l’intero Sulcis Iglesiente, che fanno? Ieri a Carbonia si è assistito a quasi quattro ore di dibattito di una seduta del Consiglio comunale occupata in larga parte dal problema dei “costi della politica”, in relazione ad un “abuso dei rimborsi” che sarebbe stato fatto da alcuni assessori della Giunta Massidda non residenti in città. Una tematica rispettabilissima, sulla quale ci siamo già soffermati ampiamente, ma sicuramente di minor rilievo rispetto a quella che è la riorganizzazione degli assetti degli enti locali che, dopo il referendum del 6 maggio 2012 che ha cancellato le quattro province regionali, tra le quali quelle di Carbonia e Iglesias e Olbia e Tempio, l’approvazione della legge 2 di riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna che ha istituito la città metropolitana di Cagliari e la provincia del Sud Sardegna, e la bocciatura del referendum costituzionale che avrebbe dovuto cancellare tutte le province italiane, vede il Sulcis Iglesiente parte di una “mastodontica” provincia del Sud Sardegna che ha inglobato le vecchie province di Carbonia Iglesias e del Medio Campidano e si estende dalla Barbagia di Seulo a Villasimius, da Guspini a Sant’Antioco e Teulada (107 Comuni), ed appare lontanissima dai bisogni dei cittadini amministrati (con 355.371 al 28 febbraio 2017). I risparmi li ha conseguiti quasi interamente lo Stato che ha “tagliato” drasticamente i trasferimenti, con pesantissime conseguenze per i servizi e per la stessa sopravvivenza delle province superstiti.
I territori e in particolare il Sulcis Iglesiente, negli ultimi anni hanno perso numerosi servizi, mentre quelli sopravvissuti hanno subito in molti casi un drastico ridimensionamento (è il caso dell’Inps a Carbonia). Il tutto è avvenuto, come sottolineato altre volte, nel silenzio e nell’indifferenza delle forze politiche e delle amministrazioni locali. Carbonia e Iglesias si sono spesso distinte per “assurde guerre di campanile“, nella rivendicazione di una presunta leadership del territorio. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, l’accentramento di tutto o quasi, verso Cagliari… Che lo si chiami Sulcis Iglesiente, Carbonia Iglesias o Sud Ovest sardo, il territorio è ridotto ad un ruolo marginale che pagano tutti i suoi abitanti…
La Gallura ha rialzato la testa, come già detto, ha compiuto sensibili passi avanti verso l’istituzione della nuova provincia del Nord Est, per la quale c’è già una proposta di legge, il cui primo firmatario auspica “un percorso autonomo della legge“, per evitare l’“effetto domino” derivante dall’inserimento di altri territori nel dibattito, «con il rischio di non fare niente».
A Carbonia è nato il Comitato per l’istituzione di una nuova provincia del Sulcis Iglesiente e per il decentramento degli uffici e dei servizi pubblici regionali e statali, al fine di proporre la modifica della legge regionale n. 2 del 4 febbraio 2016 sul “riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna”, attraverso una proposta di legge regionale di iniziativa popolare, con una raccolta di 15.000 firme. Poco, troppo poco. La Gallura è molto più avanti. Per raggiungerla, è necessaria la mobilitazione di tutte le forze politiche e sociali, e delle amministrazioni locali, perché solo facendo fronte unito si potrà raggiungere il risultato. Se oggi il Sulcis Iglesiente è l’area più povera d’Italia, le responsabilità vanno ricercate lontano, nelle scelte fatte dalle forze politiche nel corso degli anni, ma probabilmente la mazzata finale gli è arrivata cinque anni fa con la cancellazione della provincia di Carbonia Iglesias.
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