Il Comitato cittadino “Porto Solky” di Sant’Antioco esprime la netta contrarietà agli attuali interventi previsti dal Piano Sulcis che ricadono nel territorio.
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Il Comitato cittadino “Porto Solky” di Sant’Antioco esprime la netta contrarietà agli attuali interventi previsti dal Piano Sulcis che ricadono nel territorio. «La realizzazione di un nuovo ponte di collegamento tra l’isola di Sant’Antioco e l’isola madre, che in realtà è un lungo viadotto, e relativa circonvallazione – si legge in una nota -, un’infrastruttura assolutamente inutile e dannosa per la comunità antiochense, per il paesaggio e per l’ecosistema lagunare, oltreché economicamente improponibile. La realizzazione delle opere portuali in fase di progettazione che prevedono oltre ad un ridotto escavo del porto, la sola realizzazione di due moli frangiflutto e di una nuova banchina finalizzata al potenziamento del lato commerciale e militare dell’attuale porto.»
«Vogliamo rimarcare che non è previsto nessun progetto per la riconversione del porto e delle aree adiacenti all’ex Sardamag finalizzate alla realizzazione del porto turistico, della cantieristica e dei servizi – si legge ancora nella nota del Comitato -. Gli ex terreni Sardamag confluiti alla IGEA, a seguito delle recenti fusioni societarie tra Seamag e Palmascave, di fatto precludono all’Amministrazione qualsiasi opportunità di scelta per il futuro economico del territorio. Ad oggi non è previsto nessun progetto per la messa in sicurezza del tratto più critico della SS126 compreso tra Sirai e San Giovanni Suergiu. Per quanto sopra il comitato Porto Solky ritiene che i finanziamenti debbano essere proficuamente rimodulati, così come previsto dalle norme del Piano Sulcis, e investiti in opere utili e capaci di garantire un ritorno economico per l’intero territorio quali ad esempio, la riconversione del porto commerciale di Sant’Antioco in porto turistico che sia in grado di ospitare anche grosse imbarcazioni; un approdo in grado di ospitare la marineria locale in perenne stato di precarietà. Poiché le opere portuali previste non rispondono a queste finalità, anzi compromettono il progetto di porto turistico e porto peschereccio e pertanto devono essere ripensate totalmente. Vogliamo ricordare che il comune di Sant’Antioco nel 2009 ha acquisito un valido progetto dell’intero sistema portuale e lagunare della città. Chiediamo che le aree Sardamag vengano bonificate quanto prima e destinate alla ricettività turistica con annessi servizi. La riqualificazione del tratto di SS 126 tra Carbonia e Sant’Antioco, in certi tratti ormai trasformato in una lunga periferia urbana.»
Il Comitato, in rappresentanza dei circa 1.000 cittadini firmatari all’atto della sua costituzione, ancor prima dell’avvio della campagna di raccolta firme, infine, chiede che «l’Amministrazione regionale e quella comunale, al coordinatore del Piano Sulcis, e tutti gli enti interessati rivedano le proprie posizioni e si adoperino per una rimodulazione dei finanziamenti e lo studio progettuale degli interventi sopra citati di cui il territorio ha reale necessità».
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