L’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, ha partecipato al seminario organizzato a Nuoro da Legacoop e Confcooperative sul tema delle nuove Linee guida regionali sui servizi alla persona.
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L’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, ha partecipato al seminario organizzato a Nuoro da Legacoop e Confcooperative sul tema delle nuove Linee guida regionali sui servizi alla persona.
«Facciamo un piano di servizi alla persona con la collaborazione del mondo della cooperazione e individuiamo obiettivi, risorse, indicatori di risultato – ha detto Luigi Arru -. I Plus hanno bisogno del contributo di tutti per poter essere un concreto strumento di programmazione sociale e socio-sanitaria.»
Di fronte ad una platea di amministratori comunali, operatori del sociale, tecnici degli Ambiti Plus, l’esponente della Giunta Pigliaru ha ricordato di aver voluto un dibattito pubblico sulle Linee guida, per avere il massimo coinvolgimento di tutti. «Dobbiamo pensare in termini di co-progettazione – ha aggiunto Luigi Arru -. Partire dalle esperienze positive e condividerle. Siamo di fronte ad un processo di invecchiamento e spopolamento che ci richiede scelte coerenti e di organizzazione. Coi Plus vogliamo metterci il problema pratico dei servizi alle persone, ma creando anche sviluppo nel territorio, lavorando sul welfare generativo che produca ricchezza sulla persona e sulla comunità. Proviamo a fare una programmazione sovracomunale e percorsi di formazione, perché l’apprendimento deve essere continuo».
A chi accusa la Giunta di scarsa attenzione per il sociale, l’assessore ha ricordato che «la Sardegna spende oltre 106 euro pro capite per sostenere le persone povere, a fronte di una media nazionale di 36 euro. Siamo quelli che spendono di più pro capite, ma senza avere idea dell’impatto di queste risorse sulla vita di queste persone».
Luigi Arru ha paragonato quanto avviene nel sociale con il dibattito sulla Rete ospedaliera: «Anche in questo caso, si parla di simboli e non di fatti concreti, la popolazione invecchia e sviluppa malattie cerebro-vascolari, ma i sindaci ci chiedono le chirurgie d’urgenza. È la politica dei simboli, della fretta di mettere la bandierina senza tener conto che una maggiore casistica va di pari passo con una maggiore sicurezza dell’esito positivo dell’intervento. Dobbiamo fare scelte e decidere se spendere 3 miliardi di euro per un modello che non dà le risposte che servono ai nostri cittadini – ha concluso Luigi Arru – o avere il coraggio delle scelte e del cambiamento.»
Di fronte ad una platea di amministratori comunali, operatori del sociale, tecnici degli Ambiti Plus, l’esponente della Giunta Pigliaru ha ricordato di aver voluto un dibattito pubblico sulle Linee guida, per avere il massimo coinvolgimento di tutti. «Dobbiamo pensare in termini di co-progettazione – ha aggiunto Luigi Arru -. Partire dalle esperienze positive e condividerle. Siamo di fronte ad un processo di invecchiamento e spopolamento che ci richiede scelte coerenti e di organizzazione. Coi Plus vogliamo metterci il problema pratico dei servizi alle persone, ma creando anche sviluppo nel territorio, lavorando sul welfare generativo che produca ricchezza sulla persona e sulla comunità. Proviamo a fare una programmazione sovracomunale e percorsi di formazione, perché l’apprendimento deve essere continuo».
A chi accusa la Giunta di scarsa attenzione per il sociale, l’assessore ha ricordato che «la Sardegna spende oltre 106 euro pro capite per sostenere le persone povere, a fronte di una media nazionale di 36 euro. Siamo quelli che spendono di più pro capite, ma senza avere idea dell’impatto di queste risorse sulla vita di queste persone».
Luigi Arru ha paragonato quanto avviene nel sociale con il dibattito sulla Rete ospedaliera: «Anche in questo caso, si parla di simboli e non di fatti concreti, la popolazione invecchia e sviluppa malattie cerebro-vascolari, ma i sindaci ci chiedono le chirurgie d’urgenza. È la politica dei simboli, della fretta di mettere la bandierina senza tener conto che una maggiore casistica va di pari passo con una maggiore sicurezza dell’esito positivo dell’intervento. Dobbiamo fare scelte e decidere se spendere 3 miliardi di euro per un modello che non dà le risposte che servono ai nostri cittadini – ha concluso Luigi Arru – o avere il coraggio delle scelte e del cambiamento.»
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