24 November, 2024
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La consigliera regionale del Partito Democratico, Rossella Pinna, ha presentato un’interrogazione all’assessore dei Lavori pubblici per sollecitare l’inserimento tra gli itinerari di maggior rilievo  all’interno della rete regionale del sistema di mobilità ciclistica a livello regionale, quello che abbraccia l’area “San Gavino Monreale – Montevecchio (Arbus, Piscinas)”.

«La Regione Sardegna – spiega Rossella Pinna – da alcuni anni ha posto l’attenzione sul tema della mobilità ciclistica e attraverso il Programma Regionale di Sviluppo 2014-2019 individua precisi interventi finalizzati alla costruzione di un sistema di rete regionale di sentieri e piste ciclabili, con l’obiettivo di rendere la Sardegna agevolmente percorribile a piedi e in bicicletta, sia in ambito urbano che rurale. Il cicloturismo – aggiunge Rossella Pinna – è un fenomeno in grande espansione sia a livello europeo che italiano, con una domanda in continua crescita, e l’itinerario “San Gavino Monreale – Montevecchio (Arbus, Piscinas)” risponde alle nuove esigenze di un turismo particolarmente interessato alla filiera integrata “agroalimentare, beni culturali, parchi naturali e archeo-minerari.»

«Un percorso che offre fascino e specialità comunemente riconosciuti, un viaggio – sottolinea ancora Rossella Pinna – tra insospettabili scenari che hanno conservato intatto il fascino di un suggestivo mondo passato, che si vanta di far parte della rete dei Geoparks dell’UNESCO come area di valore per l’intera umanità (2005), con la presenza del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, attraversato dal cammino di Santa Barbara, lungo 400 km circa che si snoda attraverso luoghi di culto, siti minerari dismessi, antiche strade, mulattiere ed ex ferrovie minerarie.»

«Un sito eccezionale che rappresenta un vero gioiello dell’archeologia industriale mineraria unico nel suo genere, testimonianza di un’attività estrattiva svolta dal 1848 al 1991, con l’importante riconoscimento del premio Eden nel 2011. Escludere o non valutare attentamente la potenzialità di questi luoghi – dice ancora Rossella Pinna – che esprimono turismo culturale, sarebbe una grave, mancata opportunità per un territorio dove la storia del mondo minerario della nostra isola, qui ha lasciato un segno indelebile. Questo sito ha tutte le caratteristiche per poter essere annoverato tra gli itinerari della rete regionale, che si fa interprete di un turismo che spazia dal settore vacanziero ricreativo a quello naturalistico, culturale, archeologico. Lo dicono gli appassionati della bicicletta, lo dicono i Sindaci del territorio, pronti a innovare e ad affrontare nuove sfide per coniugare la valorizzazione turistica e culturale del territorio con la promozione di stili di vita sani e corretti.»

«Tutti insieme chiedono di conoscere le eventuali cause ostative, offrendo la massima disponibilità e collaborazione per rimuovere ogni possibile ostacolo al raggiungimento dell’obbiettivo. Chiedo pertanto – conclude la consigliera Rossella Pinna – che in relazione alla specificità dell’area l’Assessore ponga in essere, anche attraverso un tavolo tecnico a vari livelli istituzionali, un’ulteriore e approfondita analisi per rivalutare la possibilità di inserire tra gli itinerari ritenuti rilevanti il percorso “San Gavino Monreale – Montevecchio (Arbus, Piscinas)” alla rete regionale della mobilità ciclistica.»

 

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Proseguono gli incontri della Protezione civile regionale sul territorio per trasferire informazioni sugli eventi emergenziali. Dopo le giornate di Sassari, Nuoro e Oristano, che hanno visto incrementare la partecipazione di sindaci e amministratori, il prossimo appuntamento è per domani a Cagliari, con due iniziative: la prima, con inizio alle 10.30, aperta alle amministrazioni della Provincia sud Sardegna (ex Cagliari) e a quelle dell’Area metropolitana di Cagliari; la seconda, con inizio alle 15.30, è invece dedicata ai Comuni della Provincia sud Sardegna (ex province di Carbonia Iglesias e del Medio Campidano).

«Confrontarsi con i Comuni per toccare con mano le problematiche dei territori è fondamentale per decidere tutti insieme le soluzioni – dice l’assessore della Difesa dell’ambiente con delega alla Protezione civile Donatella Spano, presente a ciascun incontro – e questo è il motivo per cui ho voluto partecipare in prima persona a tutti gli appuntamenti. Abbiamo fatto molti investimenti per il miglioramento del sistema hardware per previsioni, monitoraggio e sorveglianza, dal nuovo radar meteorologico che entrerà in funzione fra pochi giorni, alla rete idrometri che conta 17 punti in più, rispetto ai 9 precedenti, fino alle nuove stazioni meteorologiche che si aggiungono alle esistenti e sostituiscono quelle vecchie. Ma oltre ai mezzi e agli strumenti è necessario un capillare lavoro di formazione e informazione – conclude l’assessore dell’Ambiente – la collaborazione con i sindaci, l’ascolto dei territori per un aggiornamento sempre più preciso del Piano regionale di protezione civile e infine la responsabilizzazione di tutti i cittadini attraverso comportamenti di autoprotezione.»

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Sono più di 6.000 le persone a Cagliari e provincia affette da psoriasi, che in un terzo dei casi evolve e diventa di grado severo. Chi ne è affetto, però, spesso non ne conosce i sintomi e non si reca tempestivamente dallo specialista, con conseguente ritardo nella diagnosi e nell’inizio del percorso terapeutico che potrebbe rallentare l’evoluzione della malattia. Per informare e sensibilizzare i cittadini, per far luce sulle varie forme di psoriasi e sulle terapie, in occasione della Giornata Mondiale della Psoriasi, a Cagliari, il 29 ottobre, presso il Parco della Musica, saranno allestiti gazebo informativi con medici e volontari.

Gli specialisti saranno a disposizione del pubblico e risponderanno alle domande di chi vorrà saperne di più sulla malattia, che non è di un solo tipo. La più diffusa è quella ‘a placche’ (80-90% dei casi), ma esistono anche altre forme più rare, poco conosciute e per questo sottostimate. Una di queste è la ‘psoriasi intertriginosa o delle pieghe’, caratterizzata da chiazze rosse non desquamate sotto le ascelle, sui genitali e sull’addome di chi è in sovrappeso, fino al solco sottomammario. La forma più frequente tra gli adolescenti invece è la ‘psoriasi guttata’, caratterizzata da piccole chiazze desquamate su tronco, braccia, gambe e cuoio capelluto. Esistono poi la ‘psoriasi pustolosa’ e quella ‘eritrodermica’: la prima è caratterizzata da pustole sulle mani e piedi o diffuse al corpo, mentre nella seconda la pelle appare infiammata e arrossata, provoca prurito o bruciore ed è tra le forme più gravi. Su queste l’attenzione è ancora poco concentrata.

La maggior parte dei pazienti in cerca di risposte raramente si rivolge ai centri di riferimento (ex Psocare) dove, oltre a ricevere diagnosi tempestive, potrebbero essere presi in carico e seguiti a 360 gradi con terapie personalizzate, anche in considerazione delle frequenti comorbidità, come artrite, depressione, obesità, diabete, ipertensione e malattie cardiovascolari che fanno della psoriasi una malattia sistemica. Per non parlare del supporto psicologico, fondamentale nel caso dei pazienti psoriasici, perché non si scoraggino e non abbandonino le cure.

«ll malato di psoriasi  spesso si fa prendere dallo sconforto  perché non riesce a vedere alcuna via d’uscita – spiega il prof. Franco Rongioletti, Direttore della Clinica Dermatologica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Cagliari situata presso l’Ospedale San Giovanni di Dio di Cagliari -. Per cui, come dimostrano anche i dati, si reca sempre meno dallo specialista, aggravando notevolmente la sua situazione e precludendosi  la possibilità di venire a conoscenza delle nuove terapie. Per questo il supporto psicologico ha un ruolo fondamentale nella cura del paziente psoriasico, perché serve a far si che questi non si arrenda e non cada in depressione – come succede nella maggior parte dei casi – abbandonando le terapie. Per cui  il nostro messaggio ai pazienti è questo: aiutateci a curarvi al meglio. Oggi abbiamo a disposizione farmaci che possono migliorare moltissimo le forme gravi di psoriasi e fornire  risultati sorprendenti ed impensabili fino a pochi anni fa. Quindi soprattutto nel momento della diagnosi non fatevi prendere dall’ansia: fatevi visitare perché quando si “diagnostica” la malattia  allo stadio iniziale è più facile tenerla sotto controllo impedendole di evolversi e di coinvolgere gli altri organi. Se vi affidate agli specialisti e seguite tutte le loro indicazioni, potrete essere realmente parte attiva nella vostra  terapia  e fare la differenza. Alla Clinica Dermatologica di Cagliari c’è un ambulatorio dedicato esclusivamente alla diagnosi e terapia della psoriasi che funziona a pieno ritmo cercando di offrire tutte le attenzioni e le cure che sia la malattia che lo stato psicologico del paziente richiedono

Il risultato – afferma Mara Maccarone, presidente di ADIPSO – è che 8 pazienti su 10 sono delusi dalle cure e quasi 9 su 10 le abbandonano, cadendo in depressione nell’ 80% dei casi. Sono dati certificati da interviste svolte durante la giornata mondiale dello scorso anno a più di 5000 pazienti. Un’ulteriore conferma viene dal costante calo di presenze nei centri italiani: in pochi anni siamo scesi da 12mila a 6mila. Per questo è fondamentale creare una inversione di tendenza facendo tanta informazione: vogliamo colmare il grave gap di comunicazione e informazione tra chi soffre e chi può offrire le cure necessarie, per cui bisogna spronare i malati a recarsi nei centri di riferimento presenti sul territorio. Questa “rete”, infatti, offre tutti i mezzi per curarsi a patto di non abbandonare i percorsi terapeutici che possono essere rimodulati sul paziente fino a trovare le cure più efficaci.»

 

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Domani 25 ottobre, una delegazione Nazionale dell’OSAPP – Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria – a partire dalle ore 10,00 e fino alle ore 13,00, effettuerà una capillare ispezione ai posti di servizio della Casa Circondariale di Sassari.

A dare la notizia è il Segretario Generale dell’O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) Leo Beneduci.

«Una puntuale ispezione ai posti di servizio, da parte di una delegazione del sindacato nazionale da me coordinata – aggiunge il leader dell’OSAPP – si è resa urgente a seguito delle continue aggressioni, delle intemperanze e degli atti di violenza di cui l’Istituto penitenziario di Sassari è da tempo palcoscenico senza che, a nostro avviso, la situazione abbia in qualche modo ingenerato le debite attenzioni da parte delle autorità del D.A.P. (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) e competenti in sede giurisdizionale.»

«Al termine della visita e all’esterno della struttura – conclude Leo Beneduci – e, soprattutto, dopo aver debitamente rincuorato il locale personale di Polizia Penitenziaria fin troppo oggetto in Sassari di disagi e di rischi oltre l’ordinario, la delegazione OSAPP incontrerà i rappresentanti degli Organi di informazione che vorranno partecipare.»

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Domani l’assessore degli Affari Generalie del Personale Filippo Spanu sarà a Sassari, alle ore 16.00, nella sala convegni di Promocamere, in via Predda Niedda al civico 18, per presentare il concorso per dirigenti. Alle 18.00 l’assessore Spanu incontrerà gli iscritti all’Ordine degli Ingegneri, nella sede di viale Umberto, al civico 112.
16 dirigenti saranno destinati all’amministrazione centrale, 2 all’Ente Acque della Sardegna (Enas) e altri 2 all’Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro (Aspal).
Le domande devono essere presentate entro le ore 23.59 dell’8 novembre 2017 e inoltrate esclusivamente on line, tramite il link disponibile sul sito della Regione (www.regione.sardegna.it), nella sezione Servizi al cittadino-Concorsi, selezioni, mobilità e comandi. Nella guida, disponibile nello stesso sito, sono contenute le indicazioni per la corretta compilazione e presentazione della richiesta.

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Il Parlamento europeo chiede il divieto totale entro dicembre 2022 degli erbicidi a base di glifosato e restrizioni immediate sull’uso della sostanza. Il Parlamento si è opposto alla proposta della Commissione di rinnovare per dieci anni la licenza del controverso erbicida. Per i deputati, l’Unione dovrebbe innanzitutto eliminare la sostanza partendo con un divieto per l’uso domestico e un divieto per quello agricolo non appena saranno a disposizione alternative biologiche (ad esempio i cosiddetti sistemi di difesa integrata) sufficienti per il controllo delle erbe infestanti.

L’obiettivo finale deve essere un divieto totale nell’UE entro il 15 dicembre 2022, con le necessarie restrizioni intermedie, chiedono i deputati.

Il processo comunitario di valutazione dei rischi, da effettuare prima di rinnovare la licenza della sostanza, desta preoccupazione, poiché l’Agenzia per i tumori dell’ONU e le Agenzie dell’UE per la sicurezza alimentare e per i prodotti chimici sono arrivate a conclusioni divergenti per quanto riguarda la sua sicurezza.

Per i deputati, inoltre, i documenti interni della Monsanto – l’azienda proprietaria e produttrice del Roundup, di cui il glifosato è la principale sostanza attiva – che sono stati resi pubblici, hanno fatto sorgere dubbi in merito alla credibilità di alcuni studi utilizzati dall’UE ai fini della valutazione della sicurezza del glifosato.

La procedura di autorizzazione comunitaria, inclusa la valutazione scientifica delle sostanze, dovrebbe basarsi unicamente su studi soggetti a revisione paritetica e su studi indipendenti pubblicati e commissionati dalle autorità pubbliche competenti. Le agenzie dell’UE dovrebbero essere dotate di risorse sufficienti per consentire loro di lavorare in questo modo. 

La risoluzione non vincolante è stata approvata con 355 voti favorevoli, 204 voti contrari e 111 astensioni. Gli Stati membri dell’UE voteranno domani la proposta della Commissione per rinnovare l’autorizzazione all’immissione in commercio di glifosato per 10 anni, a partire dal 15 dicembre di quest’anno, data di scadenza della licenza attuale.

Un’iniziativa cittadina europea, che chiede un divieto dell’erbicida, ha raggiunto più di un milione di firme in meno di un anno e sarà quindi discussa durante un’audizione pubblica in Parlamento nel mese di novembre.

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Il Parlamento europeo propone l’introduzione di un reddito minimo per uscire dalla povertà e tornare alla vita attiva. Un’apposita relazione non legislativa è stata approvata oggi con 451 voti favorevoli, 147 voti contrari e 42 astensioni. 

• Tutti gli Stati membri dovrebbero introdurre regimi di reddito minimo adeguati

• Garantire anche l’accesso all’alloggio, all’assistenza sanitaria e all’istruzione

• Sostegno ai bambini, ai disoccupati, alle famiglie monoparentali e ai senzatetto

L’introduzione ed il rafforzamento di regimi di reddito minimo in tutti gli Stati membri dell’UE è uno dei modi più efficaci per far uscire le persone dalla povertà.

La maggior parte dei Paesi dell’UE già dispone di programmi simili, ma non tutti forniscono sufficiente sostegno a coloro che ne hanno bisogno. I deputati esortano tutti i paesi UE a introdurre regimi di reddito minimo o, se necessario, a rafforzare quelli esistenti.

Per migliorarne l’efficacia, il Parlamento propone di:

• fissare un reddito minimo utilizzando la soglia di rischio di povertà ed altri indicatori Eurostat

• garantire alla misura un finanziamento pubblico adeguato

• rendere i regimi di reddito minimo più adattabili alle esigenze dei più vulnerabili

• rivedere i requisiti per garantire che siano coperte tutte le persone bisognose

I regimi di reddito minimo dovrebbero combinare il sostegno finanziario con un accesso più facile ai servizi sociali pubblici come l’alloggio, l’assistenza sanitaria, l’istruzione e la formazione. Coloro che possono lavorare dovrebbero essere aiutati ad accedere al mercato del lavoro, poiché un lavoro dignitoso è il modo migliore per combattere la povertà.

L’obiettivo del reddito minimo non dovrebbe essere solo quello di assistere le persone, ma soprattutto quello di accompagnarle dall’esclusione sociale alla vita attiva.

Inoltre è necessario rivedere gli attuali regimi di reddito minimo per affrontare meglio la sfida della disoccupazione giovanile. 

La relatrice Laura Agea (EFDD, IT), ha dichiarato: «La povertà e l’esclusione sociale non appartengono ai singoli Stati membri, ma riflettono lo stato dell’Europa, che deve rispondere a questa emergenza. Nella relazione proponiamo un approccio duplice: in primo luogo, ridurre l’impatto sociale della crisi economica adottando misure efficaci per far uscire dalla povertà 120 milioni di cittadini dell’UE e, in secondo luogo, incoraggiare politiche attive che creino posti di lavoro garantendo un’occupazione sostenibile».

Quasi 120 milioni di persone nell’UE, circa il 25% della popolazione, sono a rischio di povertà ed esclusione sociale (dati del 2015). I bambini, le donne, i disoccupati, i nuclei familiari monoparentali e le persone con disabilità sono considerati particolarmente vulnerabili.

Le informazioni, paese per paese, sull’evoluzione dei regimi di reddito minimo nell’UE28, sono disponibili nello studio del servizio di ricerca del Parlamento europeo sulle politiche di reddito minino, consultabile in inglese.

Il Parlamento ha già sottolineato l’importanza dei regimi di reddito minimo nello scorso mese di gennaio, nella risoluzione su un pilastro europeo dei diritti sociali.

Il concetto di reddito minimo – secondo i proponenti – non va confuso con il concetto di salario minimo e di reddito universale.

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L’apertura di un confronto a tutto campo in commissione “Attività produttive” ed una verifica delle risorse disponibili per venire incontro alle richieste del comparto già nella manovra finanziaria 2018. Sono i due impegni assunti dalla conferenza dei capigruppo del Consiglio regionale con la delegazione dei pescatori del Sulcis al termine della manifestazione di protesta svoltasi questa mattina.

Dopo aver ascoltato le rivendicazioni dei lavoratori e dei rappresentanti sindacali sui danni causati al settore ittico sulcitano dai delfini e dall’attività di pesca a strascico, i capigruppo hanno deciso all’unanimità di chiedere l’apertura di un tavolo tecnico in Quinta Commissione.

«Siamo consapevoli delle difficoltà del settore – ha detto il vicepresidente del Consiglio Eugenio Lai che ha presieduto i lavori della Conferenza in sostituzione del presidente Ganau – serve ora un confronto serrato tra il mondo della pesca, l’assessorato e il Consiglio per studiare le misure utili al  comparto.»

I capigruppo hanno concordato sulla necessità di dedicare alla pesca un dipartimento o una direzione generale dell’assessorato, come indicato dalla mozione 232, primo firmatario Gianfranco Congiu del Pds, votata dal Consiglio il 28 aprile del 2016. Nel documento approvato dall’Aula si  sollecitava l’istituzione di una struttura tecnico-organizzativa autonoma e potenziata cui attribuire le funzioni in materia di pesca, acquacoltura e molluschicoltura. Unanimità anche sull’esigenza di una nuova legge  in grado di governare le politiche di settore e di disciplinare tutti gli aspetti di un comparto finora trascurato.

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Basterebbero i numeri per presentare Rezia Cantat, il festival della coralità italo-svizzero in programma nel giugno 2018 tra Chiavenna e Piuro in provincia di Sondrio: 132 cori e oltre 3.500 coristi provenienti dai Grigioni e dalla Valtellina, oltre a grandi cori nazionali e internazionali che si esibiranno in 70 ore di concerti consecutivi.

Un evento unico, che vedrà esibirsi nello stesso luogo tutti i cori delle due zone confinanti, che fin d’ora si annuncia come una grande festa che unirà, attraverso il cordone ombelicale della musica, due popoli legati da secoli.

Una manifestazione all’insegna del folklore e della cultura che rivestirà anche un carattere storico, rievocando le gesta del passo Sublime nell’800, quando i due territori iniziarono a “parlarsi” attraverso lo Spluga, per arrivare alla prossima estate, quando canteranno insieme.

Da segnare quindi sul calendario le date dell’8, 9 e 10 giugno 2018, anche grazie all’annunciata partecipazione di alcuni dei migliori cori italiani come Crodaioli, SAT (Coro della Società Alpinisti Tridentini), Sunshine Gospel Choir e Coro Giovanile Italiano, ai quali si affiancheranno Coro Giovanile Svizzero e Coro Giovanile dei Grigioni.

Alla base del progetto la voglia di condividere esperienze e capacità di produrre un prodotto musicale di qualità, unite a bellezza dei paesaggi naturali, qualità turistico-ambientale, arte dei luoghi ed alla sempre più ricercata enogastronomia della Valchiavenna, per cui i Crotti (Cantine naturali formatesi sotto i massi di antiche frane da cui spira il “sorel”, una corrente d´aria a temperatura costante, fresca d´estate e tiepida d´inverno, che rende l´ambiente ideale per la maturazione del vino e la stagionatura di salumi ed insaccati) rappresentano molto più di un luogo per la conservazione dei prodotti tipici.

Rezia Cantat richiamerà la prossima estate appassionati e curiosi, in quella che si può chiamare a pieno titolo “valle della cultura”, con almeno 10.000 presenze stimate, grazie alla grande carovana corale delle Alpi. Ospti che riempiranno le strutture ricettive non solo in Valchiavenna, ma anche al passo Spluga e al Maloja, in bassa Valtellina ed alto Lario.

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E’ stata presentata questa mattina, a Sassari, a Palazzo Ducale, la terza edizione della “Guido Sieni Judo Cup”, alla presenza del sindaco di Sassari Nicola Sanna, dell’assessore delle Politiche per lo Sport Alba Canu, del presidente del Centro sportivo Guido Sieni Stefano Urgeghe e del presidente del comitato regionale della Fijlkam Gavino Piredda.

Sarà un’edizione ancora più ricca e partecipata, con atleti che arrivano da numerose società sportive isolane e da diverse regioni della penisola, raddoppiando le presenze rispetto allo scorso anno. Domenica 29 ottobre il PalaSantoru di via Rizzedddu, vedrà scendere sui quattro tatami, che saranno allestiti dal sabato sera, circa 250 atleti. Questa, inoltre, sarà anche un’edizione nel segno del ricordo, quello di Franco Sieni, ideatore del trofeo internazionale, scomparso a giugno di quest’anno.

La manifestazione si preannuncia quindi ricca di spettacolo e di agonismo, visto che tra i judoka in gara sono tanti i medagliati oro, argento e bronzo agli ultimi campionati italiani. «L’appuntamento di domenica – ha detto in apertura Stefano Urgeghe – è una conferma per il judo, soprattutto per quello giovanile che dimostra la volontà di tornare protagonista sulla scena nazionale e internazionale». Arriva, inoltre, a breve distanza dai mondiali Master e Kata di judo che, con enorme successo, in particolare per gli atleti italiani – molti i sardi sul podio – si sono svolti a Olbia nella prima settimana di ottobre.

E se la Guido Sieni Judo Cup vuole far ricordare il trofeo internazionale “Guido Sieni”, domenica sarà anche l’occasione per ricordare il patron dell’evento che, per venticinque, anni portò in città judoka da tutto il mondo, Franco Sieni. Scomparso a giugno scorso, Franco Sieni, con la sua grinta e la sua grande passione, attraverso quest’arte marziale portò Sassari e la Sardegna a essere quasi sinonimi di judo.

«La manifestazione è dedicata quest’anno a un uomo a cui la città deve molto, Franco Sieni, recentemente scomparso. Un uomo la cui passione ha reso possibile il trofeo internazionale “Guido Sieni” a cui la Guido Sieni Judo cup, iniziativa sportiva giunta alla terza edizione si ispira apertamente», ha dichiarato il sindaco di Sassari Nicola Sanna.

«Sono coinvolti nel Guido Sieni Judo Cup adolescenti che imparano il rispetto delle regole, il rigore, la sana competitività, tutte virtù necessarie per dedicarsi a una disciplina sportiva», ha aggiunto l’assessore delle Politiche sportive Alba Canu.

Quest’anno la location si sposta al PalaSantoru, per indisponibilità del PalaSerradimigni che, nella stessa giornata, vedrà la partita della Dinamo Sassari. Una situazione che comporterà non pochi sacrifici per gli organizzatori che potranno allestire il campo soltanto nella tarda serata di sabato, per gli impegni sportivi delle società di pallamano. Il palazzetto di via Rizzeddu, però, consentirà la sistemazione di ben quattro materassine e la possibilità di più combattimenti in contemporanea.

La terza “Guido Sieni Judo Cup” metterà a confronto tra loro le nuove leve del judo, i giovani delle categorie esordienti B (13-14 anni) e cadetti (da 15 a 17 anni), maschili e femminili.

La mattina alle 8 sono previste le fasi del peso, mentre le eliminatorie inizieranno alle ore 9. Tra le 14,30 e le 16,30 circa si svolgeranno le finali e le premiazioni.

La terza edizione della manifestazione si presenta così in crescita, da una parte perché coinvolge le giovani speranze della disciplina, dall’altra perché ottiene l’adesione di alcune tra le più quotate società sportive della penisola.

Tre anni fa il Centro sportivo Guido Sieni aveva organizzato il campionato regionale assoluto che aveva portato sui tatami del PalaSerradimigni oltre 40 società isolane. La prima edizione della “Guido Sieni Judo Cup” nel 2015, invece, dedicata ai pre-agonisti e agonisti ha visto la partecipazione di circa 500 atleti, dai 4 ai 14 anni, sardi, liguri e romagnoli, che hanno dato vita a uno spettacolo di colori e sport. Quella dello scorso anno, dedicata alle due categorie degli Esordienti, A e B, e ai Cadetti aveva visto esprimersi al meglio circa 200 judoka. L’edizione 2016 era “volata” in Sicilia, con le rappresentative organizzate dai maestri Corrado Bongiorno ed Elios Manzi fare manbassa di medaglie.

L’appuntamento di domenica a Sassari rappresenta un valido banco di prova per i giovani atleti sardi, che hanno sempre dimostrato doti caratteriali e tecniche di spessore. Per loro sarà una occasione imperdibile di confronto con gli atleti d’oltre Tirreno. Una opportunità da cogliere al volo, senza le spese che comportano le trasferte nella Penisola, per misurarsi con atleti che agli ultimi campionati nazionali hanno conquistato medaglie d’oro, d’argento e di bronzo.