18 July, 2024
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In arrivo 100.000 euro di borse per giovani ricercatori e studenti del polo agro-forestale. Il Consorzio Universitario (UniNuoro) ha stipulato una convenzione con l’Agenzia Regionale Forestas per l’assegnazione di assegni di studio e favore di tre ricercatori in materia di selvicoltura per le attività di collaudo sperimentale di porzioni di foresta interessate alla pianificazione, botanica sistematica, per le attività di implementazione della carta botanica della Sardegna, coltivazioni arboree, per lo studio dei modelli di propagazione degli incendi in ambito forestale. L’importo delle borse senior ammonta a 20.000 euro annui per ogni ricercatore.

La convenzione prevede inoltre delle somme dedicate al programma “Concorso adotta uno studente” – Premio per la promozione degli studi universitari – per la realizzazione la tesi di laurea rivolto a studenti universitari su temi di interesse scientifico/territoriale.

Sarà conseguentemente pubblicato un avviso rivolto agli studenti universitari iscritti o che che intendono iscriversi al corso di laurea magistrale in Sistemi Forestali e Ambientali sede di Nuoro nei successivi cinque anni accademici i quali intendono realizzare la relativa tesi di laurea su temi di interesse territoriale.

Oltre all’Agenzia Forestas che interviene in maniera cospicua hanno manifestato interesse di adesione al programma la Camera di Commercio di Nuoro, il BIM Taloro,

L’Associazione d Apiaresos che raduna 200 produttori di miele, la rete dei produttori ortofrutticoli del Gennargentu, l’associazione castanicola di Desulo e numerosi comuni e imprese e, naturalmente, UniNuoro.

Le materie su cui gli studenti potranno svolgere la loro tesi di laurea magistrale spaziano, dall’agricoltura di montagna (piante offcinali e frutticultura montana, apicoltura e funghi eduli e tartufi, zootecnia montana) alla tecnologia del legno alla protezione civile in campo forestale (Agrometeorologia e analisi e monitoraggio del cambiamento climatico, Tecniche di protezione civile, Sistemi di telecomunicazione per la protezione civile).

I premi rivolti agli studenti ammontano a circa 1000 euro l’uno e saranno erogati a tutti gli studenti iscritti alla laurea magistrale in scienze forestali nei prossimi cinque anni.

Nelle prossime settimane sarà reso pubblico il programma contenete le modalità di concessione degli aiuti.

Attraverso questa misura gli studenti oltre che ricevere una misura di sostegno al diritto allo studio saranno invogliati e stimolati ad occuparsi di temi e questioni di impatto territoriale e di interesse degli soggetti finanziatori che li ospiteranno nelle aziende, pubbliche e private, per svolgere il lavoro di tesi “sul campo”.

Le tesi, dopo la discussione accademica, saranno presentate in pubblico presso le sedi degli enti fnanziatori aderenti al programma e dovranno menzionare i soggetti finanziatori.

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Sono più di 6.000 le persone a Cagliari e provincia affette da psoriasi, che in un terzo dei casi evolve e diventa di grado severo. Chi ne è affetto, però, spesso non ne conosce i sintomi e non si reca tempestivamente dallo specialista, con conseguente ritardo nella diagnosi e nell’inizio del percorso terapeutico che potrebbe rallentare l’evoluzione della malattia. Per informare e sensibilizzare i cittadini, per far luce sulle varie forme di psoriasi e sulle terapie, in occasione della Giornata Mondiale della Psoriasi, a Cagliari, il 29 ottobre presso il Parco della Musica, saranno allestiti gazebo informativi con medici e volontari.

Gli specialisti  saranno a disposizione del pubblico e risponderanno alle domande di chi vorrà saperne di più sulla malattia, che non è di un solo tipo. La più diffusa è quella ‘a placche’ (80-90% dei casi), ma esistono anche altre forme più rare, poco conosciute e per questo sottostimate. Una di queste è la ‘psoriasi intertriginosa o delle pieghe’, caratterizzata da chiazze rosse non desquamate sotto le ascelle, sui genitali e sull’addome di chi è in sovrappeso, fino al solco sottomammario. La forma più frequente tra gli adolescenti invece è la ‘psoriasi guttata’, caratterizzata da piccole chiazze desquamate su tronco, braccia, gambe e cuoio capelluto. Esistono poi la ‘psoriasi pustolosa’ e quella ‘eritrodermica’: la prima è caratterizzata da pustole sulle mani e piedi o diffuse al corpo, mentre nella seconda la pelle appare infiammata e arrossata, provoca prurito o bruciore ed è tra le forme più gravi. Su queste l’attenzione è ancora poco concentrata.

La maggior parte dei pazienti in cerca di risposte raramente si rivolge ai centri di riferimento (ex Psocare) dove, oltre a ricevere diagnosi tempestive, potrebbero essere presi in carico e seguiti a 360 gradi con terapie personalizzate, anche in considerazione delle frequenti comorbidità, come artrite, depressione, obesità, diabete, ipertensione e malattie cardiovascolari che fanno della psoriasi una malattia sistemica. Per non parlare del supporto psicologico, fondamentale nel caso dei pazienti psoriasici, perché non si scoraggino e non abbandonino le cure.

«ll malato di psoriasi  spesso si fa prendere dallo sconforto  perché non riesce a vedere alcuna via d’uscita – spiega il prof. Franco Rongioletti, Direttore della Clinica Dermatologica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Cagliari situata presso l’Ospedale San Giovanni di Dio – Cagliari -. Per cui, come dimostrano anche i dati, si reca sempre meno dallo specialista, aggravando notevolmente la sua situazione e precludendosi  la possibilità di venire a conoscenza delle nuove terapie. Per questo il supporto psicologico ha un ruolo fondamentale nella cura del paziente psoriasico, perché serve a far si che questi non si arrenda e non cada in depressione – come succede nella maggior parte dei casi – abbandonando le terapie. Per cui  il nostro messaggio ai pazienti è questo: aiutateci a curarvi al meglio. Oggi abbiamo a disposizione farmaci che possono migliorare moltissimo le forme gravi di psoriasi e fornire  risultati sorprendenti ed impensabili fino a pochi anni fa. Quindi, soprattutto nel momento della diagnosi, non fatevi prendere dall’ansia: fatevi visitare perché quando si “diagnostica” la malattia  allo stadio iniziale è più facile tenerla sotto controllo impedendole di evolversi e di coinvolgere gli altri organi. Se vi affidate agli specialisti e seguite tutte le loro indicazioni, potrete essere realmente parte attiva nella vostra  terapia  e fare la differenza. Alla Clinica Dermatologica di Cagliari c’è un ambulatorio dedicato esclusivamente alla diagnosi e terapia della psoriasi che funziona a pieno ritmo cercando di offrire tutte le attenzioni e le cure che sia la malattia che lo stato psicologico del paziente richiedono.»

«Il risultato – afferma Mara Maccarone, presidente di Adipso – è che 8 pazienti su 10 sono delusi dalle cure e quasi 9 su 10 le abbandonano, cadendo in depressione nell’ 80% dei casi. Sono dati certificati da interviste svolte durante la giornata mondiale dello scorso anno a più di 5000 pazienti. Un’ulteriore conferma viene dal costante calo di presenze nei centri italiani: in pochi anni siamo scesi da 12mila a 6mila. Per questo è fondamentale creare una inversione di tendenza facendo tanta informazione: vogliamo colmare il grave gap di comunicazione e informazione tra chi soffre e chi può offrire le cure necessarie, per cui bisogna spronare i malati a recarsi nei centri di riferimento presenti sul territorio. Questa “rete” infatti offre tutti i mezzi per curarsi a patto di non abbandonare i percorsi terapeutici che possono essere rimodulati sul paziente fino a trovare le cure più efficaci.»

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Venerdì 20 ottobre 2017, alle ore 18.00, la sala conferenze della Fondazione di Sardegna, nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della 1ª Guerra Mondiale, ospiterà il quarto incontro storico culturale incentrato sulla ricorrenza del 100° anniversario dai fatti d’arme di Caporetto, organizzato dal Comando Militare Esercito Sardegna e dal Comitato Sardo per il Centenario della Grande Guerra.

Il Generale Gian Luca Giovannini, vice comandante del Comando Militare Esercito Sardegna, introdurrà la manifestazione dando poi spazio agli interventi sul tema “Caporetto, metafora della storia italiana? al generale Giuseppenicola Tota, Capo del V Reparto Affari Generali dello Stato Maggiore dell’Esercito e al professor Aldo Accardo.

Nel corso della serata sarà allestita a cura dell’associazione “Club Modellismo Storico Cagliari” una mostra storica afferente alla Grande Guerra.

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Domani, venerdì 20 ottobre, il “VII Festival pianistico del Conservatorio” prosegue con una serata monografica dedicata a Robert Schumann.

L’appuntamento è alle 18,30 nell’aula magna dell’istituzione musicale cagliaritana, in piazza Porrino, per una serata che vedrà impegnati Angela Oliviero al pianoforte, Marco Ligas al violino, Dimitri Mattu alla viola e Oscar Piastrelloni al Violoncello. Sarà proposto un programma che spazierà dalle Tre Romanze per violino e pianoforte, op. 94 all’Adagio e Allegro op. 70 per viola e pianoforte per concludersi sulle note del Fünf Stücke im Volkston, op. 102 per violoncello e pianoforte.

Dopo l’appuntamento di domani, il festival ritorna lunedì 20 novembre con una “Conversazione Pianistica” curata dal presidente del Conservatorio, Gianluca Floris, che incontrerà il Maestro Stefano Figliola.

Nato da un’idea del docente del Conservatorio Stefano Figliola, il “VII Festival pianistico” è realizzato in collaborazione tra il  “Dipartimento Tastiere” e i Dipartimenti di “Strumenti ad Arco e a corde”, di “Nuove Tecnologie e Linguaggi Musicali (Scuola di Jazz)” e l’associazione culturale musicale “Ennio Porrino” di Elmas. 

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La consigliera regionale del Partito Democratico Daniela Forma manifesta la propria soddisfazione per l’approvazione, nel corso dei lavori sulla “Proposta di ridefinizione della Rete Ospedaliera”, di uno specifico emendamento di cui è firmataria che affronta la questione Project Financing di Nuoro.

«L’emendamento, a cui hanno chiesto di apporre la firma anche i consiglieri del Gruppo del Partito dei Sardi e che è stato sostenuto dall’intera maggioranza – dichiara Daniela Forma – stabilisce che gli interventi previsti dal Project Financing di Nuoro, a prescindere dalle controversie legali tra la ex Asl n. 3 di Nuoro e la società Polo Sanitario della Sardegna Centrale, verranno realizzati». Viene quindi inserito nella Rete Ospedaliera un criterio specifico di salvaguardia della programmazione sanitaria della Sardegna Centrale che aveva affidato al Project Financing la ristrutturazione edilizia ed impiantistica dei Presidi Ospedalieri del San Francesco e dello Zonchello di Nuoro, del Presidio Ospedaliero San Camillo di Sorgono, dei Presidi sanitari di Macomer e Siniscola, nonché l’erogazione di vari servizi.

«Inoltre – prosegue Daniela Forma – l’emendamento approvato prevede che “Le risorse che verranno risparmiate a seguito dell’annullamento del Project Financing di Nuoro potranno essere utilizzate per il potenziamento dell’offerta sanitaria – ospedaliera e territoriale – della Azienda Socio Sanitaria Locale Nuorese”. In questo modo – conclude Daniela Forma – viene fatto salvo il principio che i risparmi legati all’annullamento del Project Financing dovranno essere reinvestiti nel potenziamento della sanità della Sardegna Centrale.»

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Confronto, collaborazione, formazione e gestione delle emergenze sono le parole d’ordine che animeranno un ciclo di incontri sul territorio promosso dalla Protezione civile regionale e rivolto alle amministrazioni comunali della Sardegna. Il primo dei quattro appuntamenti in calendario, con apertura dei lavori affidata all’assessora della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, si terrà domani mattina, alle 10,30, a Sassari, in via Coppino 18, nella sede dell’ERSU. Tutti i sindaci della provincia sono invitati a partecipare.

L’iniziativa sarà dedicata all’aggiornamento tecnico sull’operatività del Centro funzionale regionale e del manuale operativo delle allerte ai fini di Protezione civile per rischio meteorologico, idrogeologico e idraulico. Gli incontri proseguiranno il prossimo 23 ottobre a Nuoro ed Abbasanta: il primo appuntamento si terrà alle 10,30, nella sede dell’ISRE, in via Papandrea, mentre il secondo alle 15,30 nel Centro Agorà, in via Guiso 7. Il 25 ottobre sarà dedicato ai comuni del Sud Sardegna con due iniziative organizzate a Cagliari: la mattina alle 10,30, al CISAPI in via Caravaggio, aperto alle amministrazioni della provincia Sud Sardegna (ex Cagliari) e a quelle dell’Area metropolitana di Cagliari. Sempre nella stessa sede, ma alle 15,30, si terranno i lavori dedicati ai comuni della provincia sud Sardegna (ex province di Carbonia Iglesias e del Medio Campidano).

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Ritmo Naturale è il tema della XXII edizione della Sagra delle Olive. Il programma è stato presentato questa mattina in conferenza stampa nella Biblioteca Regionale di viale Trieste, a Cagliari. Presente tutta l’Amministrazione comunale di Villamassargia che ha illustrato il ricco calendario di eventi che animeranno questo fine settimana il suggestivo Uliveto Storico di S’Ortu Mannu.

«È un’occasione straordinaria di crescita per il nostro territorio, far conoscere Villamassargia attraverso i valori della cultura e dell’ambiente; è, inoltre, un’opportunità di promozione per le produzioni locali, di lavoro per le nostre aziende, di valorizzazione del paesaggio e dell’economia», ha affermato il sindaco Debora Porrà.

La Sagra delle Olive è il grande evento annuale organizzato dal comune di Villamassargia, con una crescita esponenziale di visitatori negli ultimi due anni sta crescendo grazie anche al riconoscimento come Grande evento di interesse turistico “Sardinia Endless Island” rilasciato dall’assessorato regionale al Turismo dal 2016.

Laboratori, escursioni, intrattenimento e tante degustazioni:

Il venerdì sarà presente  il consueto assaggio dell’olio e l’accoglienza ai bambini e ragazzi delle scuole che parteciperanno ai laboratori archeologici.

Il tema del sabato sarà all’insegna del folklore e della tradizione: Voci, Parole e Passi di un Tempo, a partire dall’esibizione del Coro Montanaru di Desulo e dei gruppi Folk di Villamassargia, Dolianova e Desulo per finire con il concerto di Piero Marras.

La domenica sarà invece dedicata alla Festa nel Paesaggio dei Sensi, passando dal Cooking Show di Stefano Deidda fino al Concerto di Goran Bregović.

Durante tutte le giornate del sabato e della domenica, immancabile la passeggiata nel viale degli stand: hobbistica, artigianato ed enogastronomia proporranno le peculiarità del territorio a cura delle associazioni e delle imprese locali.

Per due giorni, sabato 21 e domenica 22, l’oliveto costituirà il fulcro dei servizi turistici del paese, con escursioni e visite guidate, servizi di trasporto turistico gratuito forniti dall’Amministrazione Comunale alla scoperta del Parco di S’Ortu Mannu e del Villaggio Minerario di Orbai.

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Il Consiglio regionale ha approvato i capitoli 10 “Ospedali privati”, 11 “Le strutture complesse per disciplina”e 12 “Le principali reti per una risposta efficace al bisogno” della proposta di legge di riforma della rete ospedaliera. Martedì prossimo è previsto il voto finale.

In apertura di lavori, il relatore della minoranza, Edoardo Tocco (Fi) introducendo i temi della sanità privata ha ricordato l’importanza del capitolo 10 ed ha denunciato il “drammatico momento della sanità privata nell’Isola” a seguito della riduzione dei budget nonostante le ricadute occupazionali («la sanità privata sarda occupa 1.500 dipendenti con un indotto non inferiore ai 4.000 addetti»). Edoardo Tocco ha invitato la Giunta a ripristinare le adeguate quote di budget per le strutture private ed ha lamentato che, nonostante gli impegni a suo tempo assunti dall’assessore Luigi Arru, gli operatori delle cliniche Sant’Anna e Villa Elena di Cagliari che avevano perso il lavoro, “continuano a non averlo”.

Nel merito del Mater Olbia, l’esponente forzista ha dichiarato: «Non abbiamo nulla in contrario per il Mater che per noi deve mantenere quella mission specialistica per il quale è nato, in una visione sinergica con le altre strutture pubbliche e private gia operanti in Sardegna».

Stefano Tunis (Fi) ha insistito sul concetto di sanità privata: «la sanità privata è, in sintesi, una sanità pubblica erogata da soggetti privati, perché finanziata dalla Regione con risorse pubbliche». «Questa precisazione – ha spiegato il consigliere  della minoranza – serve anche ad affermare che, a proposito del Mater, deve essere calibrata quale quota di sanità privata finanziata dal pubblico erogherà e quanto sarà quella erogata e finanziata dal privato». In conclusione del suo intervento Tunis ha ricordato che per il Mater Olbia non c’è ancora l’accreditamento ed ha auspicato sul tema un dibattito “senza pregiudizi ideologici”.

Giorgio Oppi (Udc) ha svolto una serie di precisazioni e puntualizzazioni sulla sanità privata nell’Isola e nel ripercorrere la questione del budget ha anche affermato che molte case di cura private non raggiungono però neppure i budget di cui sono destinatari, mentre altre, particolarmente efficienti addirittura li superano. L’esponente della minoranza si è poi soffermato su alcune strutture private come Kinetika e San Salvatore di Cagliari («un imbroglio destinare risorse finanziarie perché erano strutture chiuse, non operanti») ed ha denunciato il rischio posti letto per il Policlinico di Sassari («potrebbe perdere 50 posti su un totale di 130»). Sul ruolo dei privati nel sistema della sanità sarda, Oppi ha riconosciuto un ruolo sostitutivo rispetto al pubblico come nel caso dell’Aias ma ha rivolto critiche al Mater Olbia. «Il Mater Olbia – ha proseguito il leader centrista – non ha fatto niente, non hanno attrezzature,  hanno cambiato strutture e patologie rispetto al progetto originario, hanno detto no ai posti letto in oculistica, no ai 22 posti di pediatria, no a chirurgia, no urologia, no cardiologia mentre potenziano ginecologia e oncologia ai danni di Sassari, Olbia e del Businco di Cagliari». «Il Mater – ha concluso Giorgio Oppi – deve invece operare dove è carente il pubblico».  

Giuseppe Fasolino (Fi) ha aperto il suo intervento ricordando l’intervento dell’assessore Arru a proposito dei privati («il privato può aiutare il pubblico per erogare servizi di qualità insieme a quelli che il pubblico non riesce ad offrire») ed ha definito il progetto del Mater Olbia “un progetto lungimirante che deve essere considerato un investimento e non un costo”. L’esponente della minoranza ha quindi ricordato che “il Mater è un progetto positivo per l’intera sardegna” ed ha polemicamente affermato che “forse gli investitori privati hanno sbagliato il territorio dove insediare la struttura”. Fasolino ha concluso dichiarando contrarietà all’ipotesi di rinviare le decisioni che riguardano il Mater Olbia: «Non serve procrastinare le decisioni, serve ricordare a molti che siamo consiglieri della Sardegna e non del collegio di elezione».

Alessandra Zedda (Fi) ha chiesto approfondimenti sul capitolo 10 e ha denunciato “un atteggiamento ostruzionistico verso le strutture della sanità privata («troppi aggravi di procedure e  penalizzazioni nelle fasi di accreditamento e autorizzazione»). «Sono per il Mater Olbia – ha affermato l’esponente della minoranza – perché a suo tempo è stato pensato per garantire al Nord Sardegna e all’intera Isola una sanità di eccellenza ma ad oggi non c’è accreditamento né autorizzazione e per questo serve accelerare le procedure e non posporre le valutazioni». La consigliera ha quindi concluso evidenziando una serie di difficoltà nelle strutture del cagliaritano ed ha dichiarato: «Avere una sanità di eccellenza come quella che dovrebbe offrire il Mater Olbia non può andare contro il resto delle strutture private e della sanità pubblica».

Il consigliere, Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp), ha mostrato una certa diffidenza sull’operato dei privati in sanità («ogni volta che apriamo al privato per le carenze del pubblico poi non riusciamo a governarlo, come accade nella vertenza Aias dove i lavoratori non riescono a prendere gli stipendi»). L’esponente della maggioranza ha quindi insistito sul caso Mater Olbia ed ha affermato: «Ho votato tre anni fa il progetto del mater che però si è rivelato un mezzo imbroglio». Pizzuto ha lamentato la modifica di quel progetto e la variazione dei partner scientifici , nonché una carenza di informazioni sul nuovo progetto tali da impedirne la votazione in Aula. «È inaccettabile – ha proseguito l’esponente Sdp – che si possa votare un qualcosa che non consociamo e per questo chiediamo un supplemento di istruttoria, precisando che si vuole procedere con delle forzature significa modificare il nostro rapporto di fiducia con l’assessore».

Emilio Usula (Rossomori) ha ricordato la riunione del 2014 tra i capigruppo e il presidente della Giunta con l’assessore Arru per dare il via libera al progetto del Mater Olbia: «In quell’occasione dissi che quel progetto non poteva indebolire il resto dell’offerta della sanità privata in Sardegna e ci furono offerte una serie di garanzie in tal senso». «Non sono ideologicamente contro l’iniziativa privata – ha proseguito Usula – ma politicamente sono per la tutela del servizio pubblico  e a distanza di tre anni e mezzo dal via libera dal progetto non sappiamo ancora cosa sarà il Mater Olbia». «Ragioniamoci ancora – ha concluso Usula – perché ci sono troppo poche informazioni per poter decidere».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni,  ha ricordato le perplessità espresse, già ai tempi della Giunta Soru, sul progetto del Mater Olbia ed ha evidenziato che “dopo tre legislature la struttura non è operativa nonostante i ripetuti annunci inaugurali”. «Da anni si annuncia l’apertura del Mater – ha affermato l’esponente della minoranza – e l’ultimo appuntamento è fissato per il prossimo novembre ma niente è pronto nell’ospedale gallurese».

Il capogruppo del Pds, Gianfranco Congiu, ha ribadito le richieste politiche del partito dei sardi “per un sistema sanitario equo ed efficiente, ben distribuita nei territori in un’ottica di perfetta fusione tra privato e pubblico ma con la governante in mano al pubblico”.  Il consigliere della maggioranza ha dichiarato di attendere una proposta emendativa al capitolo 10 e ha ribadito l’esigenza che “gli standard di sicurezza imposti al pubblico siano estesi ai privati e che nella cessione dei posti letto anche il privato sia chiamato a rispondere sulla efficienza”.

Il consigliere Gigi Ruggeri (Pd) ha auspicato moderazione nei giudizi ed ha rielencato una serie di interventi  promossi all’interno del documento anche a proposito del Mater («abbiamo inserito un limite temporale perché le proposte del Mater assumano connotazione fattuale e abbiamo previsto la ridistribuzione dei posti letto accreditati».

Gigi Ruggeri ha inoltre ricordato l’inserimento, per la prima volta, delle strutture private nel sistema anche delle acuzie ed ha invocato “elasticità” senza che il tutto possa essere interpretato come “un aprire le porte indiscriminatamente al privato”. «L’ospedale della Gallura – ha concluso l’esponente della maggioranza – compensa una carenza storica del un territorio che ha una media inferiore alla media regionale, l’ultima è quella del Medio Campidano.

Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha replicato anche aspramente al consigliere Pizzutto («forse pensa alla sanità cubana quando parla di mezzo imbroglio riferendosi al Mater Olbia») ed ha rimarcato la riduzione dei budget deliberato dalla Giunta regionale: «Sono stati ridotti del 30% i tetti di spesa». Pietro Pittalis ha evidenziato come sulla delibera si attenda il pronunciamento del Tar ed ha insistito sulle ripercussioni che tale decisioni avrà nei servizi offerti ai pazienti. Il capogruppo della minoranza ha quindi sottolineato la scarsa incidenza del costo della sanità privata (15% del budget della Sanità) ed ha affermato che “se funzionasse la sanità pubblica non ci sarebbe la sanità privata”. Sul caso del Mater, l’esponente Fi ha così concluso: «Rinviare o ritardare le decisioni come propone la Giunta è una danno, non per la Gallura, ma per l’intera Sardegna». 

Intervenendo a nome della Giunta l’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha dichiarato di sentirsi al centro di un destino curioso, «perché da un lato mi si accusa di distruggere la sanità privata e dall’altro di favorirla, noi invece vogliamo consentire ai sardi di scegliere con il massimo garanzie e nello stesso Dm 70 sono molto chiari i chiari i  rapporti che possono intercorrere fra aziende sanitarie pubbliche ed operatori privati». Ribadisco quanto detto in commissione, ha aggiunto, «per sgombrare il campo da una certa dietrologia che sembrava finalizzato ad accelerare il Mater Olbia: la Giunta ha fatto un passaggio chiarissimo, indipendentemente dal nome, perché ne va della credibilità del sistema Sardegna di attrarre investitori stranieri, abbiamo dimostrato di essere credibili partendo dal Piano sanitario del 2008 dal San Raffaele in poi, concentrando la nostra attenzione su bisogni epidemiologici della Sardegna che determinano grandi flussi di mobilità passiva per patologie a bassa diffusione». L’emendamento, ha poi chiarito Luigi Arru, «ha esclusivamente contenuti tecnici e asettici e prevede comunque un passaggio in commissione, non c’è niente di discrezionale ma una continuità con gli obiettivi di integrazione del sistema pubblico che abbiamo perseguito fin dal 2014, anche sulla base di modelli sviluppati in altre Regioni, e non c’è nessuna volontà di depotenziare, anzi tutti gli atti della Giunta vanno nella direzione di una governance più efficiente e chiara nel cui ambito, peraltro, i criteri del piano nazionale esiti valgono anche per privati». Nessun trasferimento di soldi, ha proseguito Luigi Arru, «sulla sanità privata che nei fatti insiste in prevalenza sul Sud Sardegna, ma l’obiettivo di dare vita ad un centro di ricerca di eccellenza». Quanto ai ritardi, ha concluso l’assessore della Sanità, «non ascrivibili alla Giunta ed all’assessorato e, se gli investitori hanno operato cambiamenti non c’è dubbio sul fatto che il Gemelli sia un nuovo partner sia credibile e forte, per cui non dobbiamo aver paura, ma mostrare la capacità di rispettare le condizioni del 2014 che sono ancora valide; nessuno vuole tranelli o ha intenzione di distruggere la sanità pubblica, al contrario stiamo lavorando per far andare a cento all’ora tutte le strutture pubbliche».

Successivamente il Consiglio ha respinto un gruppo di emendamenti proposti dall’opposizione.

Sugli emendamenti sostitutivi totali n. 895 (Cherchi Augusto e più) e 896 (Fasolino), di contenuto identico si è sviluppato un articolato dibattito.

Il consigliere Emilio Usula (Misto-Rossomori) ha annunciato il voto contrario perché a suo avviso significa modificare il numero dei posti letto a favore del privato e a scapito del sistema pubblico.

Voto contrario anche da parte del consigliere Di Art. 1 – Mdp Luca Pizzuto che ha ricordato il voto favorevole espresso in precedenza dal suo gruppo, precisando però che ora il progetto è profondamente cambiato. Si tratta di una forzatura, ha dichiarato, «che registriamo con amarezza anche perchè intacca la fiducia che avevamo riposto sull’assessore, non ci resta che confidare nel presidente, posto che stiamo votando su un progetto che non conosciamo». Dopo tre anni e mezzo e dopo questa riforma, ha poi annunciato, «chiederemo una verifica a tutto campo perché a nostro giudizio ci sono responsabilità da verificare».

Il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis ha registrato un «forte pregiudizio in molti colleghi, l’emendamento sembrerebbe pro-privati ma il testo non dice affatto questo; propongo un emendamento orale con piccole precisazioni e, magari, possiamo fermarci qualche istante per ragionare».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha chiesto una breve sospensione dei lavori che il presidente ha accordato.

Ripresa la seduta, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto di poter aggiungere la firma di tutti i componenti del gruppo di Forza Italia all’emendamento n. 896 del collega Giuseppe Fasolino. Le due proposte consentono alla Giunta, sentita la commissione, di modificare il rapporto dei posti letto fra sanità pubblica e privata accreditata nella misura del 6%, con un corrispondente intervento di recupero proveniente dalle altre strutture (sia pubbliche che private) e dalla cosiddetta “mobilità passiva”.

Per dichiarazione di voto il consigliere del Pds Augusto Cherchi ha tenuto a precisare che nella proposta in esame «non si parla solo di sanità privata ma di pubblico-privato accreditato, non entro poi nel merito di proposte specifiche di privati ed osservo che si tratta di dettare alcune norme che nel testo originario non c’erano; nel merito sono convinto che i posti letto vadano ricercati anche nella sanità privata se ci sono, ma non negli ospedali territoriali o nelle Rsa perché siamo carenti, piuttosto ritengo necessario concentrarsi nel recupero della mobilità passiva».

Sulla proposta hanno inoltre annunciato il voto favorevole i consiglieri Raimondo Perra (Psi), Stefano Tunis (Forza Italia) e Giuseppe Meloni (Pd).

Il consigliere del Pd Lorenzo Cozzolino ha proposto un emendamento orale che prevede il passaggio obbligatorio in commissione delle proposte di riequilibrio dei posti letto.

Il presidente Gianfranco Ganau ha chiarito che, a termini di regolamento, il termine “sentita la commissione” equivale alla previsione di un passaggio obbligatorio cui è collegata l’espressione di un parere.

Il consigliere del Pd Cesare Moriconi ha proposto di inserire la definizione “previo parere”.

Il presidente Gianfranco Ganau ha riconfermato l’interpretazione fornita in precedenza.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha sostenuto la correttezza dell’interpretazione del presidente, osservando che «casomai ci sono perplessità di ordine politico all’interno della maggioranza».

Il relatore Luigi Ruggeri (Pd) ha ribattuto che «la vera preoccupazione emergerà quando non ci sarà questa Giunta». Nel merito, ha precisato che «la proposta comporta una variazione rispetto a quanto proposto nel 2015 dal Consiglio, ma in termini estremamente limitati; la percentuale è di appena il 6% ed è riferita alle specialità e non alle aree omogenee, mentre il recupero dei posti avverrà attingendo da mobilità passiva e inefficienze, per cui non si tratta assolutamente di un cavallo di Troia». Concluse le dichiarazioni di voto, il presidente ha messo in votazione l’emendamento che il Consiglio ha approvato con 49 voti favorevoli e 5 contrari.

Dopo quest’ultimo scrutinio, il Consiglio ha approvato anche il testo del decimo capitolo con  28 voti favorevoli e 20 contrari. 

Il presidente Gianfranco Ganau ha aperto la discussione sul capitolo 11, con i pareri della Giunta e della Commissione.

Respinto l’emendamento 14 e poi respinti 814, 24.

Approvato il testo del capitolo 11.

Sull’emendamento 727 l’on. Annamaria Busia (Cps) non ha aderito all’invito al ritiro. Il testo dell’emendamento prevede che “non potranno essere contemplate duplicazione di strutture nella stessa azienda o nei presidi di appartenenza dell’Ats”. L’Aula ha respinto l’emendamento.

Sul capitolo 12 “Le principali reti per una risposta efficace al bisogno” il presidente Gianfranco Ganau ha aperto la discussione, anche  con i relativi emendamenti.

L’on. Pietro Pittalis ha detto a nome di Forza Italia: “Non alziamo bandiera bianca ma ritiriamo gli emendamenti a una legge che sarà la vostra sconfitta”. Le stesse motivazioni da parte dell’Udc e di Fdi hanno portato al ritiro degli emendamenti soppressivi.

Sull’emendamento 293 l’on. Marco Tedde (FI) ha detto rivolto alla Giunta e alla maggioranza: “L’ospedale di Ozieri merita importanti riconoscimenti, nonostante l’abbiate tanto bistrattato”. Favorevole l’on. Emilio Usula (Misto), contrario l’on. Augusto Cherchi (PDS). L’emendamento 293 è stato respinto.

Sull’emendamento 884 l’on. Franco Sabatini ha suggerito un ulteriore emendamento orale di sostegno al punto nascita dell’ospedale di La Maddalena. Favorevoli anche i Riformatori Sardi, secondo cui “non basta perché l’ospedale versa in una situazione di disagio”.  Favorevole anche l’on. Annamaria Busia (Cps), secondo cui “occorre garantire ovunque e non solo a La Maddalena il servizio di emergenza e urgenza ostetrica”. L’on. Gigi Ruggeri ha chiarito la portata dell’emendamento, che è stato poi approvato all’unanimità.

Respinto l’emendamento 857 a firma Paolo Truzzu, che emendava l’832 (anche questo respinto).

Approvati gli emendamenti 864 (Cherchi), 726 (Cherchi) su pronto soccorso e chirurgia, 873 (Cherchi) sulla struttura di livello Hub, 890 (Cossa) sulle esenzioni per i pazienti con malattie rare.

Approvato il testo del capitolo 12, l’on. Emilio Usula ha chiesto all’Aula il sostegno all’emendamento 658 sulle reti integrate ma l’assessore Luigi Arru ha replicato dicendo che “una commissione tecnica sta lavorando ma ancora in questo momento non è ancora possibile procedere con la rete gastroenterologia”. L’emendamento è stato respinto mentre è stato approvato l’emendamento 833 che aggiunge Carbonia a Oristano nel disposto del paragrafo 1 del capitolo 12.

Respinti 728, 729, 836 e 731. Il presidente Gianfranco Ganau ha disposto una breve pausa.

L’Aula ha affrontato alla ripresa l’emendamento 894 (parere favorevole di Giunta e Commissione), che emenda l’emendamento 730 a firma Busia sui tumori al seno. La prima firmataria del 730 ha ricordato che “si tratta della prima causa di morte dai 35 ai 55 anni per le donne” e che “le possibilità di guarigione aumentano del 18 per cento se il tumore al seno viene curato in un centro specializzato. E’ impensabile che un dipartimento di chirurgia generale  si occupi di chirurgia alla mammella, è necessario scrivere che esiste un dipartimento specialistico per questo”.

Secondo l’on. Gigi Ruggeri (Pd) “l’emendamento 894 prevede le Brest unit di Cagliari, Sassari e Nuoro e dovranno seguire le linee di indirizzo della rete dei centri di senologia”. Sulla stessa posizione  anche l’on. Rossella Pinna (Pd) mentre gli on. Satta (Psdaz) Pizzuto (Articolo 1) hanno annunciato il voto favorevole all’emendamento Busia. Anche l’on. Francesco Agus (Cps) ha invitato la maggioranza a una riflessione sull’emendamento 894 e altrettanto ha fatto l’on. Alessandra Zedda (FI), che ha detto: “Non basta la ricostruzione della mammella per dire che abbiamo una chirurgia specializzata contro i tumori al seno, che non sono localizzati ma originano spesso la morte”.

L’on. Roberto Deriu (Pd) ha detto: “Non capisco come mai il tema non sia emerso con tanta forza anche in commissione. Non vorrei che questo voto fosse inteso come un voto a favore o contro le donne”.

L’assessore Luigi Arru ha preso la parola  per dire che “nelle Brest unit ci sarà personale dedicato e professionale”.

L’emendamento 894, con parere favorevole di Commissione e Giunta, è stato approvato e ha provocato la decadenza dell’emendamento Busia 730.

L’Aula ha quindi approvato l’emendamento 879 (Ruggeri)  che integra il 366 (Pizzuto e più) con il quale si stabilisce che “all’interno delle Brest Unit pubbliche, la Rete promuova l’istituzione di un dipartimento funzionale Tumori femminili basato su un approccio oncologico specifico per il genere femminile e relativo ai tumori della sfera ginecologica e senologica”.

Via libera anche all’emendamento 887 (Lai – Pizzuto) che riconosce la specificità della Radiologia pediatrica all’interno dell’hub pediatrica presso il Microcitemico di Cagliari.

Dopo aver bocciato l’emendamento 835 (Truzzu), il Consiglio ha approvato l’emendamento di sintesi 900 che riunisce il 671 e l’838. La proposta correttiva (Rubiu e più) prevede che la Rete regionale Donazione e trapianti venga costituita da tutti i componenti che partecipano al processo della donazione, del prelievo e del trapianto degli organi e dei tessuti coadiuvata dal Comitato consultivo misto (composto in maggioranza da rappresentanze di cittadini e associazioni di volontariato e in minoranza da rappresentanti dell’Azienda sanitaria, da medici  e dagli enti locali). Il Comitato avrà compiti di supporto all’Azienda Sanitaria, di proposta sui servizi e di verifica sul miglioramento degli stessi.

L’Aula ha inoltre espresso voto favorevole sull’emendamento 883 (Gallus e più) che individua un Centro di emergenza territoriale presso il presidio sanitario di Ghilarza. «Ringrazio Giunta e colleghi per aver accolto la mia proposta. Questa decisione consente di mantenere una assistenza sanitaria di livello nel territorio».

Bocciati invece gli emendamenti 837 e 733. Stessa sorte per l’emendamento n. 734 (Busia- Agus) con il quale si chiedeva si posticipare gli effetti del riordino della rete  ospedaliera all’attivazione dell’Areus. «Non si può approvare una riforma senza aver prima riorganizzato la rete territoriale e quella dell’emergenza urgenza – ha detto Annamaria Busia – in questo modo le aree periferiche saranno ancora più isolate. Non è pensabile eliminare i Pronto Soccorso in certe zone dell’isola, è l’unico punto dove le persone disagiate possono ricevere cure.  Pensare di riorganizzare il sistema senza che si possa garantire assistenza nelle zone periferiche senza le Case della salute e gli Ospedali di comunità avrà conseguenze gravissime».

Si è poi passati all’esame dell’emendamento 888 (Forma) sostitutivo totale dell’emendamento 364 presentato dal consigliere Giovanni Satta (Uds).  

«Il mio emendamento vuole porre rimedio a una grave situazione determinatasi dopo il crollo del Project financing di Nuoro – ha detto Satta – attualmente ci sono decine di persone senza lavoro. Chiedo che venga trovata una soluzione come si è fatto per l’Ipab di Ploaghe. Occorre garantire al personale che lavorava con contratto a tempo indeterminato al Cup amministrativo e ai servizi di ausiliariato l’assunzione diretta alla Asl. Gli addetti al portinariato e ai servizi di vigilanza potrebbero essere invece assorbiti dalla società che ha vinto l’appalto della Regione. Se non si vuole fare questo la Giunta dica quale è il suo progetto».

Il capogruppo di Art1-Mdp Daniele Cocco ha condiviso le preoccupazioni del collega Satta: «Il problema è molto serio – ha detto Cocco – ci  sono persone che lavorano da dieci anni e improvvisamente vedono interrompersi la loro prospettiva di vita. Non possiamo permettere che vivano nell’incertezza. Occorre fare di tutto per garantire loro un futuro. Chiedo che subito dopo l’approvazione della riforma si attivino misure idonee a risolvere il problema».

Annamaria Busia (Campo Progressista) ha attaccato la gestione del Project Financing di Nuoro. «Tutto parte da quel contratto truffaldino – ha detto Annamaria Busia – noi lo avevamo denunciato da tempo. Ora c’è una situazione difficile. Bene ha fatto Satta a fare questa provocazione. Si scopre che a Sassari ci sono vincitori di concorso che protestano perché al loro posto lavorano quelli che, con un gioco di prestigio, il Consiglio regionale ha trasformato in dipendenti di un’azienda pubblica. Se questo si è fatto per l’Ipab San Giovanni di Ploaghe lo si faccia anche a Nuoro».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha chiesto di aggiungere la sua firma all’emendamento 888. «Sull’emendamento Satta – ha detto Congiu – chiedo invece l’impegno dell’assessore per un piano di gestione del personale».

Più attenzione alla situazione dei lavoratori di Nuoro ha invocato Luigi Crisponi (Riformatori): «Siamo al paradosso – ha sottolineato l’esponente della minoranza – su questa riforma della rete ospedaliera abbiamo visto battaglie a difesa di primari e potentati. Poca attenzione invece per la situazione del personale che svolge i lavori più umili. Sono considerati lavoratori di serie B. Io penso invece che svolgano lavori umili ma irrinunciabili perché si occupano di servizi essenziali. Che tipo di riflessione vuole aprire la Giunta?».

L’assessore Luigi Arru ha garantito l’impegno dell’esecutivo: «Il direttore generale ha avviato un percorso per trovare una soluzione che non è facile. Non è vero che facciamo figli e figliastri. Garantisco il mio impegno come assessore e come cittadino di Nuoro». L’Aula ha quindi votato l’emendamento 888 che ha provocato la decadenza del 364. La proposta emendativa della consigliera Daniela Forma stabilisce che gli interventi previsti dal Project financing vengano comunque realizzati a prescindere dalle controversie legali e che le risorse risparmiate a seguito dell’annullamento del contratto vengano utilizzate per il potenziamento dell’offerta sanitaria della ASSL di Nuoro.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi annunciato la votazione degli emendamenti sull’assegnazione dei livelli agli ospedali di Nuoro e Lanusei che erano stati congelati durante il dibattito sul capitolo sesto.   

Il consigliere dei Rossomori Emilio Usula ha chiesto di rinviare la discussione a martedì prossimo: «Mi sembra poco credibile discuterli adesso – ha detto Emilio Usula – arriviamo alla fine di una lunga giornata, si tratta di argomenti che non possono essere liquidati in poche battute». Richiesta appoggiata dal capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu. Di parere diverso il capogruppo del Pd Pietro Cocco: «Gli accordi prevedono di terminare oggi l’esame dei capitoli e degli emendamenti lasciando a martedì prossimo le dichiarazioni finali sulla legge».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, pur condividendo la posizione di Cocco, ha invitato la maggioranza a riflettere sull’opportunità di un immediato rinvio della discussione a martedì prossimo: «E’vero quello che dice Cocco però stiamo parlando di due punti delicati. Abbiamo a disposizione tutto il pomeriggio di martedì, se si vuole continuare si continui. Ma per una questione di buon senso preferirei rimandare». Il presidente Ganau ha quindi messo ai voti la proposta di rinvio che è stata respinta dall’Aula.

Il Consiglio ha poi approvato due emendamenti, col parere favorevole della commissione e della Giunta: il n. 898 (Ruggeri-Perra) che introduce nuovi servizi nella struttura di Lanusei ed il n. 899 sostitutivo totale di sintesi (Ruggeri-Perra), che riscrive il dettaglio della nuova rete ospedaliera attribuendo le funzioni ai due hub principali di Cagliari e Sassari e ad ogni singola struttura.

Sull’emendamento n. 899 si sono espressi numerosi consiglieri regionali con dichiarazioni di voto.

Il consigliere del Misto-Rossomori Emilio Usula ha sostenuto che, a differenza di quanto previsto dall’emendamento, «il riconoscimento del secondo livello a Nuoro è supportato da buone ragioni e, peraltro, non è stato mai contrastato né dalla commissione né dall’assessore, ad eccezione di un parere legale che però non ho mai visto». C’erano gli spazi per una deroga, ha proseguito, «come è stato fatto in altre Regioni come l’Emilia-Romagna divisa in 3 aree vaste corrispondenti all’area nuorese, con ben 13 Dea di secondo livello con distanza massima di 43 km fra l’uno e l’altro mentre in Sardegna la distanza è di circa 200 chilometri».

Il consigliere del Pd Franco Sabatini si è dichiarato «non pienamente soddisfatto rispetto alla sua richiesta di Dea di primo livello per Lanusei; c’è stata una mediazione ma non poteva esserci riconoscimento senza servizi, per cui questo emendamento dà la sicurezza di servizi di livello adeguato anche per l’emergenza urgenza».

Per i Riformatori sardi, il consigliere Luigi Crisponi ha lamentato che «troppe volte si sono affrontati temi con evidenti demarcazioni fra nord e sud della Sardegna dimenticandosi dell’area più sofferente, l’area della Sardegna centrale; nell’emendamento c’è cerchiobottismo e resta il fatto che il mancato riconoscimento del secondo livello a Nuoro è una scelta grave per le popolazioni, gli operatori sanitari e soprattutto i malati, ancora una volta abbiamo assistito a cittadini, professionisti e malati di serie A e serie B».

Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu ha affermato che con l’emendamento «si fa una operazione di verità che riconosce la particolare attrezzatura sanitaria del Nuorese non solo con classificazioni e parametri astratti ma attraverso la ricognizione attenta dei servizi sulla base delle esperienze». Queste strutture, ha continuato, «sono ora dentro una crisi ed il riconoscimento le aiuterà a superarla, in definitiva una misura intelligente che completa l’azione riformatrice della Regione e dà speranza per il futuro».

Secondo il capogruppo del Pasd’Az Angelo Carta «il collega Usula ha ragione a cercare di affermare un diritto dell’ospedale di Nuoro e non si capiscono le difficoltà per il riconoscimento di Dea secondo livello, che avrebbe aiutato il buon andamento della riforma dando risposte alle popolazioni e delineando, anche per la Sardegna, quella ripartizione in tre aree vaste che appare la soluzione migliore». Il problema della scarsità popolazione, ha detto ancora, «non regge perché in Italia si è adottata la stessa misura con una densità di abitanti corrispondente, quindi la richiesta per Nuoro è perfettamente sostenibile».

Il consigliere del Misto Giovanni Satta ha espresso molte perplessità sulla scelta adottata per Nuoro, che «come ha confermato il collega Usula citando numeri inoppugnabili trova fondamento nella realtà». Ancora più preoccupante, ha aggiunto, «la scelta di Olbia come presidio di primo livello, sia pure in attesa dell’entrata in funzione del Mater: secondo me meritava il secondo livello proprio in previsione della prossima apertura del Mater, per cui chiedo questa correzione con un emendamento orale».

Messa ai voti dal presidente Gianfranco Ganau, la proposta è stata respinta.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha ricordato che il suo gruppo «in molte occasioni, provocatoriamente, aveva chiesto l’abrogazione acronimi per concentrarsi invece sulla realtà dei servizi territoriali evitando di dividersi sui nomi, dimenticando che in realtà Nuoro e Lanusei sono effettivamente potenziati: misurare sui servizi e più complicato ma sicuramente più giusto e rispondente ai bisogni delle comunità».

Il consigliere di Art. 1 – Mdp Luca Pizzuto ha definito il dibattito «imbarazzante al punto da rendere determinante ogni voto, per noi sarebbe interesse confermare il principio applicato sul Mater secondo il quale gli accordi non valgono;  ne terremo conto ma in questo caso rispetteremo gli accordi».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha parlato di un dibattito in cui «si è assistito a strani comportamenti, sicuramente non ci si è mossi in modo uniforme affrontando le problematiche delle diverse aree della Sardegna, ma resta il fatto che Nuoro è il terzo polo della Regione ed è inutile giocare con le parole».

Messo ai voti l’emendamento è stato approvato con 38 voti favorevoli ed uno contrario.

Subito dopo il presidente ha tolto la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno  martedì prossimo 24 ottobre, alle ore 16.00.

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“Migranti, inclusione e integrazione” è il tema dell’incontro pubblico, promosso dalla Regione, che si svolge sabato 21 ottobre, nell’Aula Magna degli istituti “Giorgio Asproni” e “Enrico Fermi”, in via Roma, a Iglesias, con inizio alle 9.30.
Al momento di confronto partecipano l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu, la delegata del presidente Francesco Pigliaru per le questioni che riguardano l’accoglienza dei migranti, Angela Quaquero, gli studenti e gli insegnanti della scuola, la dirigente scolastica Maria Romina Lai, il sindaco di Iglesias Emilio Gariazzo, la mediatrice culturale Genet Woldu Keflay, la direttrice di Casa Emmaus Giovanna Grillo e Angely Poullette Stefano, assistente del progetto EASO Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.
Nel corso dell’incontro, aperto al pubblico, verrà approfondito, con diversi contributi e punti di vista, il tema dell’accoglienza dei richiedenti asilo con particolare riferimento alla situazione dei minori non accompagnati e delle donne.
Gli studenti dovranno preparare un video sui contenuti del dibattito. Il servizio, con stile giornalistico, sarà costituito da immagini e interviste realizzate al termine della mattinata.
L’evento rientra nel ciclo di conferenze-dibattito “La Regione incontra le scuole”. Lo scorso 27 maggio l’assessore Filippo Spanu si era confrontato, sempre sul tema delle migrazioni, con gli studenti dell’Istituto “Primo Levi” di Quartu.

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Il 19 ottobre 2017 è l’80° Anniversario del più grave incidente minerario della Sardegna, con 14 minatori morti e 8 feriti sopravvissuti, per un totale di 22 persone coinvolte, a causa di una terribile esplosione di polvere di carbone, accaduto il 19 ottobre 1937 nel Bacino carbonifero del Sulcis, nella Miniera di lignite di Sirai, precisamente nel Pozzo Schisorgiu. In questa stessa Miniera di Sirai si sono verificati altri eventi importanti, infatti 75 anni fa, il 2 maggio 1942, vi fu forse il primo sciopero d’Italia, sicuramente uno dei primissimi, organizzato da cellule clandestine del partito comunista all’interno del sindacato corporativo durante il regime fascista, proprio quando vi fu la gestione militarizzata delle attività estrattive e minerarie, dove le sanzioni più gravi, come l’astensione dal lavoro, furono punite secondo il codice penale militare come sabotaggio! Un’idea dell’organizzazione clandestina comunista, all’interno delle gallerie minerarie, si può avere, ad esempio, visionando qualche scena e diverse inquadrature del film Il figlio di Bakunìn, del 1997, diretto dal regista Gianfranco Cabiddu e ispirato all’omonimo romanzo dello scrittore Sergio Atzeni, prematuramente scomparso. Cenni su questa tragedia della Miniera di Sirai si trovano nelle pagine dell’ultimo romanzo Scarpe rosse, tacchi a spillo (Edizioni Il Maestrale 2004) di Luciano Marrocu, docente di storia contemporanea all’Università di Cagliari. Si sottolinea che in seguito a questo incidente minerario furono modificate le disposizioni tecniche e regolamentari sulla sicurezza in modo più severo, ma ciò non impedì in seguito altre sciagure come questa!

La descrizione di questa grande tragedia mineraria ci deriva dalla puntuale descrizione dell’unica fonte ufficiale: la Relazione sul Servizio Minerario dell’allora Corpo Reale delle Miniere – Roma, 1937 Anno XLVIII, 63, pp. 325 – 328; ma anche da pubblicazioni tecniche come il volume III (pp. 453 – 454) del libro dell’Ing. Luigi Gerbella, il noto manuale intitolato Arte mineraria, uscito in 3 volumi, tra il 1937-’38, e più volte ristampato. Le cause di questi incidenti furono quasi sempre imputabili ai minatori, colpevoli spesso di essere imprudenti e di non rispettare le regole o di non osservare le prescrizioni disposte dai loro superiori gerarchici nei turni di lavoro. Anzi, secondo le dichiarazioni ufficiali della Direzione Mineraria, prima dei turni di lavoro le gallerie sotterranee risultavano già ispezionate e messe in sicurezza con personale tecnico specializzato su programmi periodici predisposti dalla stessa Direzione. In verità, durante il regime fascista, si attuò nelle attività minerarie, specialmente carbonifere, un sistema di enorme sfruttamento del lavoratore, nel quale la sicurezza del lavoro era ridotta al minimo necessario, tutto ciò solo ed esclusivamente per incrementare la produzione del carbone, con la trasformazione della stessa prestazione lavorativa introducendo per certe prestazioni nelle gallerie il famigerato sistema “Bedaux”, cioè la paga ad economia: ad incentivo o a rendimento con un particolare cottimo.

Il sistema di lavoro a cottimo utilizzato da tutte le società minerarie, soprattutto metallifere e in parte le carbonifere, infatti, fu appunto quello “Bedaux”, che rappresentò un metodo di sfruttamento scientifico dei minatori. Questo sistema di lavoro si basava sulla misurazione della quantità di lavoro che un operaio compiva, con uno certo sforzo, in un minuto primo, chiamato anche “60 di passo”. Un minatore doveva raggiungere il cosiddetto “60 di passo”, cioè doveva, sotto il controllo, compiere un determinato “passo” (trasportare, per l’appunto, un determinato numero di carrelli; caricare una certa quantità di minerale; scavare un determinato numero di metri, ecc.). Se l’operaio non riusciva a raggiungere il “passo” veniva licenziato. Nel momento in cui il “passo” diventava raggiungibile da tutti i minatori, veniva sistematicamente aumentato a tutti. Il sistema di questo particolare cottimo fu approvato dalla Confederazione Nazionale Fascista dei Sindacati dell’Industria sia nei contratti sia negli accordi interconfederali. Contro questa situazione insopportabile si applicò la “direttiva entrista”, cioè organizzare l’opposizione operaia all’interno del sindacato corporativo, disposta dalla Confederazione Generale del Lavoro (comunista) guidata da Giuseppe Di Vittorio in Italia, mentre quella riformista si trovava in esilio.

Alle ore 22,50 circa del giorno 19 ottobre 1937, nel Pozzo Schisorgiu della Miniera di lignite di Sirai, gestita dalla S.M.C.S. (Società Anonima Mineraria Carbonifera Sarda), avvenne il tragico incidente minerario con gravi infortuni sul lavoro, causato da una forte esplosione per accensione di polvere di carbone durante lo sparo delle mine negli avanzamenti del cantiere del IV fascio, fornello n. 3 del livello + 40 m. s.l.m. I minatori addetti agli avanzamenti dei cantieri A ed N, dopo aver preparato ed acceso un totale di 39 mine, scesero dal fornello G nella galleria di livello +40 per mettersi al riparo. Con il potente scoppio delle mine vi furono immediate conseguenze: alla forte esplosione seguì una massa notevole di gas infiammato che si propagò a forte pressione ed a grande velocità nella galleria del livello +40 dove investì i minatori che si trovarono lungo i cunicoli di passaggio, gettandoli violentemente a terra ed ustionandoli al viso, alle mani e in varie parti del corpo. Tale incidente minerario provocò la morte immediata di 5 minatori, che si trovavano vicini al suddetto fornello, furono violentemente colpiti dall’esplosione e dai terribili effetti dell’ossido di carbonio, i loro corpi presentarono gravissime ustioni e fratture del cranio, tanto che 2 morirono sul colpo, mentre gli altri 3 decedettero poco dopo.

Furono, inoltre, ustionati e feriti in modo più o meno grave altri 17 operai, che si trovavano in galleria F, cioè avevano quasi raggiunto la stazione alla base del pozzo E, al livello +40, e sebbene al buio, per essersi spente tutte le lampade, riuscirono a raggiungere il pozzo stesso e ad uscire coi propri mezzi. Di questi minatori feriti 4 furono rilasciati dopo le prime cure; mentre 9 morirono pochi giorni più tardi, portando a 14 il numero definitivo delle vittime del grave incidente. Furono così trasportati e ricoverati agli ospedali civili di Iglesias e di Cagliari gli altri feriti più gravi a causa delle ustioni di 1°, 2° e 3° grado in molte parti del corpo e per fenomeni broncopolmonari infiammatori dovuti a probabile inspirazione di gas tossici e di aria sovra-riscaldata.

I nomi dei 14 minatori ed operai, eroi del lavoro deceduti, furono i seguenti in ordine alfabetico: 01. BALLOCCO FRANCESCO, fu Antioco, nato a Serbariu il 17.11.1891, residente a Serbariu, minatore, all’età di 45 anni morì sul colpo il 19.10.1937 – 02. BARROI MARIO, di Vittorio, nato a Mogoro il 20.02.1912, residente a Serbariu, manovale, all’età di 45 anni scomparve, all’ospedale di Cagliari, il 25.10.1937 – 03. BIAGINI o BIAGGINI PRIMO, di Eugenio, nato a Lizzano in Belvedere (BO) il 26.08.1926, residente a Serbariu, manovale, all’età di 31 anni morì il 31.10.1937 – 04. BUONAFEDE FRANCESCO, fu Giuseppe, nato a Monzuno (BO) l’8.09.1910, residente a Serbariu, minatore, all’età di 27 anni perì, all’ospedale di Iglesias, la sera del 20.10.1937 – 05. FLORIS CORONA SALVATORE, di Antioco, nato a Serbariu il 14.12.1913, residente a Serbariu, manovale, all’età di 23 anni morì il 14.11.1937 – 06. GIACOMETTI EGIDIO, di Pietro, nato a Pedavena (BL) il 31.07.1905, residente a Serbariu, manovale, all’età di 32 anni spirò, all’ospedale di Cagliari, il 24.10.1937 – 07. MELONI SCARTEDDU EMANUELE, di Antioco, nato a Palmas Suergiu l’02.07.1907, residente a Palmas Suergiu, manovale, all’età di 30 anni morì il 29.10.1937 – 08. PILIA CORONA ANTONIO, fu Giovanni, nato a Ulassai l’08.11.1889, residente a Serbariu, manovale, all’età di 47 anni, morì sul colpo il 19.10.1937 – 09. PIREDDU VENERANDO, di Giorgio, nato a Santadi il 15.07.1918, residente a Santadi, manovale, all’età di 19 anni morì sul colpo il 19.10.1937 – 10. PISTORI FRONGIA LUIGI, fu Antioco, nato a Serbariu il 27.08.1910, residente a Serbariu, manovale, all’età di 45 anni si spense, all’ospedale di Cagliari, il 26.10.1937 – 11. RODA FRANCESCO, di Riccardo, nato in America il 23.06.1904, residente a Serbariu, manovale, all’età di 33 anni, spirò all’ospedale di Iglesias, il 25.10.1937- 12. RONDELLI MARIO, di Ciro, nato a Grizzana (BO) l’8.09.1913, residente a Serbariu, manovale, all’età di 24 anni morì il 31.10.1937 – 13. SAIS GIUSEPPE, fu Agostino, nato a Villamassargia il 18.10.1890, residente a Siliqua, manovale, all’età di 47 anni cessò di vivere, all’ospedale di Iglesias, il 23.10.1937 – 14. SERVENTI PISANU SILVIO, di Celestino, nato a Santadi l’1.01.1914, residente a Santadi, manovale, all’età di 23 anni morì il 29.10.1937.

I nomi degli 8 feriti sopravvissuti furono i seguenti in ordine alfabetico: 01. CADDEO BALLOCCO LUIGI, fu Giovanni, nato a Narcao il 27.11.1902, residente a Narcao, manovale, all’età di 34 anni, ferito il 19.10.1937 – 02. CANCEDDA DESSI’ RAIMONDO, fu Giuseppe, nato ad Arbus il 11.03.1899, residente a Serbariu, sorvegliante, all’età di 38 anni, ferito il 19.10.1937, rilasciato dopo le prime cure – 03. CANE’ ANTONIO, di Giovanni,  nato a Serbariu il 16.05.1922, residente a Serbariu, manovale porta-ferri, all’età di 15 anni, ferito il 19.10.1937 – 04. COBIANCHI EUGENIO, di Gaetano, nato a Castel di Casio (BO) il 07.07.1906, residente a Serbariu, minatore, all’età di 31 anni, ferito il 19.10.1937, rilasciato dopo le prime cure – 05. DESSI’ ANTONIO, fu Antonio, nato a Serbariu il 18.04.1896, residente a Serbariu, capo sciolta, all’età di 41 anni, ferito il 19.10.1937 – 06. FARRIS SERRA GUGLIELMO, fu Emanuele, nato ad Antillo (ME) il 25.09.1908, residente a Serbariu, minatore, all’età di 29 anni, ferito il 19.10.1937, rilasciato dopo le prime cure – 07. MEDDA LITTARRU GIULIO, fu Giuseppe, nato a Tratalias il 30.04.1902, residente a Tratalias, minatore, all’età di 35 anni, ferito il 19.10.1937 – 08. TITON o TITTON GIUSEPPE, fu Giacomo, nato a Farra di Soligo (TV) il 18.04.1880, residente a Serbariu, aiuto minatore, all’età di 57 anni, ferito il 19.10.1937, rilasciato dopo le prime cure.

Mauro Pistis