25 November, 2024
Home2017Ottobre (Page 29)

[bing_translator]

Approda a Cagliari, al Teatro Massimo, il 15° Grande Teatro dei Piccoli, lo storico cartellone per famiglie targato Is Mascareddas in corso tra la città capoluogo e Monserrato al MoMoTI fino al 24 dicembre. Sabato 21 e domenica 22 ottobre, alle 17.00 nella sala M2 del teatro in viale Trento, la tranche cagliaritana della stagione per i più piccoli apre i battenti con il CTA, Centro Teatro Animazione e Figure, in scena – nell’ambito anche della rete di festival 10Nodi – nello spettacolo “Cip Cip Bau Bau”. La nuova produzione allestita da CTA – un progetto di Antonella Caruzzi, con Loris Dogana, per la regia di Roberto Piaggio e con scene e oggetti di Elisa Iacuzzo – racconta ai più piccoli una lingua particolare e affascinante, quella che intorno a loro parlano tanti piccoli amici a quattro zampe, o che svolazzano con becco e piume.

Liberamente ispirato a una delle fiabe popolari italiane rilette da Italo Calvino – fiaba che si ritrova anche nel repertorio dei fratelli Grimm – lo spettacolo racconta la storia di un ragazzo che imparerà a comunicare con gli animali e che, grazie a questa capacità così speciale, riuscirà non solo a mettersi in salvo (e a mettere in salvo le persone che incontra sul suo cammino) da situazioni intricate e pericolose, ma diventerà alla fine persino… una persona assai importante!

Dopo la recita di “Cip Cip Bau Bau” per le scuole in programma lunedì 23, alle 11.00, Il Grande Teatro dei Piccoli fa ritorno a Monserrato al MoMoTI il 4 e 5 novembre per le famiglie (e il 6 per le scuole): alla ribalta il maestro burattinaio modenese Moreno Pigoni de I Burattini della Commedia con lo spettacolo di teste di legno “Il Dottore Innamorato”.

[bing_translator]

C’è tempo sino al 31 ottobre per iscriversi alla terza edizione del “Co.li.Mus”, il Corso per operatori liturgico-musicali nato dalla collaborazione tra il Conservatorio “Giovanni Pierluigi da Palestrina” e l’Ufficio liturgico dell’Arcidiocesi di Cagliari.

Il corso è indirizzato a organisti, cantori, direttori e a quanti operano a vario titolo nel campo liturgico-musicale.

Obiettivo del corso è far prendere consapevolezza dei significati profondi del fare musica all’interno dei sacri riti, ed offrire la possibilità di acquisire competenze musicali teorico-pratiche, liturgiche e  storico-musicologiche.

Il corso ha durata annuale, con un impegno di due lezioni settimanali, a partire da inizio novembre. Nel piano di studi sono contemplate 10 diverse materie, per una formazione completa degli operatori liturgico-musicali.

[bing_translator]

«I licenziamenti collettivi alla Rosa del Marganai sono le prime ricadute negative della riforma della rete ospedaliera, che sta imponendo alle strutture accreditate dei vincoli sui posti letto e sul volume dei servizi sanitari contrattualizzati con l’Azienda tutela della salute. Un riordino che di fatto sta mettendo in difficoltà una grande fetta di complessi privati, tra questi anche la residenza sanitaria assistenziale Rosa del Marganai di Iglesias.»

E’ il duro commento del capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, all’annuncio della società San Raffaele Spa – che gestisce la struttura – di procedere al licenziamento collettivo di 29 operatori tra operatori socio assistenziali, infermieri ed operai.

«Sono i contraccolpi avversi di una riforma che costringe le case private a porre un limite alle prestazioni e, quindi, programmare un dimensionamento dell’organico – aggiunge Gianluigi Rubiu -. Una vicenda incredibile. Una vera e propria beffa per i lavoratori che da tempo prestano il loro servizio nella residenza Rosa del Marganai. Gli operatori licenziati, dichiarati esuberi non collocabili nella pianta organica in seguito ai nuovi metodi, hanno praticamente il loro destino già segnato. Non si comprende – conclude Gianluigi Rubiu – come la Regione possa imporre alle strutture socio assistenziali dei limiti assurdi ed inconcepibili tra posti letto e spese sostenute. Si esprime la più totale vicinanza ai lavoratori per questa battaglia.»

[bing_translator]

Il “genio” italiano e sardo è sempre più copiato e ogni anno migliaia di prodotti, idee, marchi, software, packaging, macchinari, procedure produttive e brevetti vengono “scippati” e utilizzati da imprese concorrenti di tutto il mondo. Di conseguenza, per tantissime aziende, soprattutto della manifattura, della moda e dell’agroalimentare, aumenta la difficoltà di tutelare ciò che realizzano e commercializzano. Difficoltà che si trasforma in dramma quando ci si accorge di non poter più piazzare i propri beni sui mercati nazionali ed esteri perché avversari sleali hanno registrato o brevettato un brand o una produzione identica. Secondo alcune recenti indagini, alle aziende europee, negli ultimi 5 anni, il “furto” di marchi e brevetti è costato oltre 300 miliardi di euro e circa 2,1 milioni di nuovi posti di lavoro. Responsabili di queste azioni, nel 70% dei casi, sarebbero i Paesi asiatici.

Di questi rischi si parlerà con le imprese domani, venerdì 20 ottobre a Cagliari, nell’incontro organizzato da Confartigianato Sud Sardegna, dalle ore 17.00, presso la sala convegni di via Riva Villasanta, a Pirri. Per informazioni si può chiamare il 3299544864.

Il seminario, dal titolo “Il brand aziendale. Come tutelarlo in Italia e all’estero”, verrà introdotto da Fabio Mereu, vicepresidente di Confartigianato Sud Sardegna e coordinato da Pietro Paolo Spada, segretario della stessa associazione. Successivamente l’intervento di Stefano Mameli, segretario regionale di Confartigianato Sardegna, dal titolo “Le azioni di Confartigianato per la tutela e lo sviluppo delle piccole imprese sui mercati nazionali ed esteri. La convenzione con la Praxi IP” e di Gabriella Reniero, di Praxi IP, con “Il marchio aziendale: come scegliere un marchio forte. Deposito e tutela in Italia e all’estero”. Al termine le testimonianze di alcune imprese che illustreranno i loro casi aziendali.

Ai partecipanti verranno fornite anche soluzioni chiare per l’individuazione degli elementi forti di un marchio ma anche idee chiare delle azioni possibili da intraprendere per valorizzare e proteggere i propri prodotti sui mercati nazionali e internazionali, oltre che dei vantaggi fiscali che ne derivano.

«I marchi, i brevetti, il design e il know-how rientrano tra i “diritti di proprietà industriale” e rappresentano i principali strumenti di tutela del patrimonio immateriale dell’impresa – afferma Fabio Mereu, VicePresidente di Confartigianato Sud Sardegna – ciò permette alle aziende di “ritagliarsi” un proprio ambito di operatività nel mercato, evitando che i terzi concorrenti possano immettersi nella rete dei loro rapporti commercialiQuindi, se l’imprenditore non ha provveduto a tutelarsi precedentemente – sottolinea Mereu – o subisce la copiatura di un proprio marchio o, addirittura, trova su uno stesso scaffale un prodotto con marchio simile, ma più scadente, magari di qualche concorrente italiano o azienda straniera

Eclatanti sono i casi di molte aziende italiane che, attratte dalle opportunità di conquista di mercati esteri, soprattutto extraeuropei, si sono trovate bloccate nella commercializzazione o nella registrazione del proprio marchio in quanto registrato (identico o quasi) da un produttore concorrente locale per prodotti certamente non italiani.

«È prioritario – sottolinea il vicepresidente – prevenire questi rischi e conoscere tutti gli strumenti di tutela che sono a disposizioneOgni anno vengono depositate nel mondo decine di migliaia di nuovi marchimolti dei quali “copiati” finiscono per affermarsi adeguatamente sul mercatoL’incontro – conclude Fabio Mereu – ha quindi lo scopo di offrire alle imprese informazioni e strumenti con la speranza che possano essere di incentivo per la tutela della propria capacità innovativa, indispensabile in un mercato sempre più globalizzato

[bing_translator]

William Hatcher.

Nuova grande occasione sciupata, per la Dinamo Banco di Sardegna, nella seconda giornata del girone eliminatorio della Basketball Champion League. Dopo l’amarissimo ko casalingo subito ad opera dei turchi del Pinar Karsiyaka, di un solo punto, con due tiri liberi a 2 secondi dalla sirena finale, la squadra di Federico Pasquini ieri sera ha perso ancora in casa, contro i tedeschi dell’Ewe Baskets Oldenburg, questa volta di 7 lunghezze ma con un crollo nel finale (76 a 83, primo tempo 46 a 43), dopo aver condotto per 36 minuti, con un vantaggio massimo di 10 punti.

Coach Federico Pasquini inizialmente ha schierato un quintetto con due italiani, il sassarese Marco Spissu e l’azzurro Achille Polonara, Bamforth, Randolph, Jones e Polonara. Coach Maden Drijencic ha risposto con Allen, Wohlrath, Mahalbasic, McConnell e Schwethelm. L’avvio Dinamo è stato positivo, con Levi Randolph e l’esordiente William Hatcher (due triple strepitose in pochi secondi, alla fine per lui 11 punti in 14’52” giocati, con 3 su 4 da 3 punti e 1 su 2 da 2 punti)  in evidenza. La coppia Rok Stipcevic – Darko Planinic ha permesso alla Dinamo di chiudere il primo quarto avanti di 5 lunghezze: 29-24.

Nel secondo quarto, scatto in avanti della Dinamo e reazione Oldenburg, con canestro dell’ottimo Paulding (miglior realizzatore del match con 18 punti) che ha fissato il 46 a 43 dell’intervallo lungo.

L’avvio del terzo quarto è stato un autentico show della Dinamo, con due triple in pochi secondi di uno scatenato Scott Bamforth ed una tripla di Achille Polonara (gli unici punti della sua opaca serata) ha portato la Dinamo al massimo vantaggio di 10 punti. Quando tutti si aspettavano lo scatto decisivo della Dinamo, è arrivata invece l’immediata reazione tedesca che, con un parziale di 8 a 3, s’è riportata sotto nel punteggio ed ha chiuso il parziale a soli 3 punti dalla Dinamo: 64 a 61.

La Dinamo ha retto il confronto ancora per alcuni minuti in avvio dell’ultimo quarto, poi s’è persa. L’attacco sassarese s’è inceppato improvvisamente e l’Oldenburg ne ha approfittato con grande mestiere, piazzando un parziale di 22 a 12 e facendo sua la partita con il punteggio di 83 a 76.

«C’è poco da dire, siamo entrati in campo vuoti a livello difensivo, privi di un minimo di forza di reazione e di voglia di difendere nell’uno contro uno – ha commentato a caldo Federico Pasquini -. Nei primi due quarti siamo stati fermi a guardare in difesa mentre nella terza frazione abbiamo fatto 5 minuti di buona difesa e siamo andati sopra in doppia cifra poi però ci siamo rimessi a guardare. Quando succede questo il responsabile è l’allenatore ed evidentemente la squadra non aveva l’energia necessaria per affrontare una partita con una squadra del livello di Oldenburg. Questo si è capito perché abbiamo sempre avuto la possibilità di spendere il fallo, senza avere il bonus, ma non l’abbiamo mai speso, spostandoci e lasciando completamente uno contro uno semplice a loro. Quando succedono queste cose io sono il primo a metterci la faccia ma quello che posso garantire è che non capiterà più, non è più tempo di aspettare, è ora di lavorare in una certa maniera: d’ora in poi avrà spazio chi avrà una mentalità di un certo tipo. Un capitolo a parte è quello relativo all’arbitraggio, perché non è possibile che anche oggi, a distanza di una settimana, ci siamo ritrovati in una condizione in cui nei momenti chiave della partita viene fischiato un antisportivo a noi e nelle due situazioni successive quando la maglietta del nostro giocatore si allarga di due metri, di antisportivo non viene fischiato niente. Chiediamo di avere lo stesso tipo di trattamento. Ma il discorso arbitrale viene dopo, la mia rabbia è per la prestazione difensiva della mia squadra. Evidentemente abbiamo bisogno di chiuderci dentro lo spogliatoio e guardarci bene in faccia come abbiamo fatto poco fa, e lo faremo ogni santo giorno fino a migliorare – ha concluso Federico Pasquini –, perché non vogliamo presentare questo spettacolo difensivo al nostro pubblico e a noi stessi.»

Il calendario degli impegni non concede tregua e La Dinamo già oggi tornerà al lavoro per preparare la partita di domenica contro la neopromossa Segafredo Virtus Bologna di Alessandro Gentile, capocannoniere delle prime tre giornate, con 59 punti, alla media di 19.7 punti a partita, ben due di vantaggio sui primi inseguitori, Moore Dallas della VL Pesaro e Behanan Chane della Dolomiti Energia Trentino.

Dinamo Banco di Sardegna 76 – Ewe Baskets Oldenburg 83

29-24; 17-19; 18-18; 12-22.

29-24; 46-43; 64-61; 76-83.

Dinamo Banco di Sardegna. Spissu 3, Gallizzi, Bamforth 16, Planinic 4, Devecchi, Randolph 14, Pierre 2, Jones 17, Stipcevic 6, Polonara 3, Hatcher 11, Picarelli. All. Federico Pasquini.

Ewe Baskets Oldenburg. Allen 16, Jones 2, Hujic, Tadda 7, De Zeeuw 8, Kessen 4, Wohlrat, Paulding 18, Mahalbasic 10, McConnell 12, Schwethelm 6, Loesing. All. Maden Drijencic.

[bing_translator]

Il responsabile regionale di CasaPound, Fabio Corrias, ha diffuso una nota nella quale denuncia che «questa notte alcuni militanti di CasaPound hanno subito un tentativo di aggressione di fronte alla facoltà di Scienze Politiche da una ventina di sedicenti antifascisti armati di spranghe e mazze. L’episodio si è verificato dopo le minacce lanciate dal “coordinamento antifascista cagliaritano” che preannunciavano pubblicamente la “creazione di situazioni di tensione” in vista dell’inaugurazione della locale sede di CasaPound».

Il responsabile di CasaPound nella stessa nota denuncia inoltre la presenza di scritte minatorie, in viale Fra Ignazio, indirizzate al vicepresidente nazionale Simone Di Stefano ed al responsabile locale Vittorio Susinno, e un episodio verificatosi nel pomeriggio, quando all’imbocco degli ingressi di Economia una ventina di appartenenti al coordinamento antifascista sarebbe uscita da dietro il bar vicino in assetto da guerriglia, brandendo mazze e spranghe e lanciando pietre all’indirizzo dei militanti a bordo delle loro auto, causando danni alla carrozzeria.

«Solo la prontezza di riflesso dei nostri militanti ha evitato esiti ben peggiori della trappola di questa notte – ha dichiarato Fabio Corrias – ribadiamo che ogni tentativo di intimidire CasaPound sul territorio servirà esclusivamente da ulteriore sprone per moltiplicarne le attività, sabato la festa di inaugurazione della sede sarà solo l’inizio di questa promessa.»

[bing_translator]

Archiviata la bella vittoria ottenuta in campionato contro Reggio Emilia, la Dinamo Banco di Sardegna si rituffa in Champions League, con la ferma determinazione di riscattare l’amara sconfitta subita la scorsa settimana davanti al proprio pubblico, per un solo punto, a 2 secondi dalla sirena finale, contro i turchi della Pinar Karsiyaka. L’Ewe Baskets Oldenburg è una vecchia conoscenza della Dinamo, già affrontata nella regular season di Eurocup della stagione 2013/2014.

«Sarà una partita dura che dobbiamo assolutamente vincere per muovere la classifica a livello di Champions – ha spiegato coach Federico Pasquini alla vigilia -. Gli obiettivi che abbiamo sono quelli di allargare i minuti di qualità a livello difensivo e a livello di collaborazione offensiva, muovendo la palla il più possibile. Dobbiamo cercare di fermare il loro playmaker, McConnel, che è un giocatore molto creativo, la guardia Byron Allen che abbiamo visto l’anno scorso con Nymburk e che è un giocatore con punti facili nelle mani. E ancora De Zeeuw, giocatore già visto a Roma, che ha grande tiro e, soprattutto sotto canestro, Mahalbasic, elemento che fa praticamente reparto da solo, dando grande profondità all’attacco.»

Il neo coach della Nazionale Meo Sacchetti, intanto, ha ufficializzato i 24 giocatori convocati in vista delle due sfide in programma 24 e 26 novembre di qualificazione al Mondiale. Tra i convocati c’è Achille Polonara, che con la Nazionale maggiore ha già collezionato 41 presenze. Tra i 24 convocati c’è anche un ex Dinamo, Brian Sacchetti, figlio di coach Meo. Il primo impegno della Nazionale Azzurra sarà la sfida in programma il 24 novembre a Torino contro la Romania, il 26 invece appuntamento a Zagabria per la gara contro la Croazia.

«Sono contento e onorato di essere nella lista dei 24 – ha detto Achille Polonara -, spero di far parte dei 12 che andranno a fare il raduno a Torino. Ringrazio tutto lo staff a partire dal ct e sono molto carico per questa convocazione.»

Ecco gli altri convocati: Awudu Abass, Pietro Aradori, Filippo Baldi Rossi, Paul Biligha, Christian Burns, Andrea Crosariol, Luigi Datome, Amedeo Della Valle, Ariel Filloy, Diego Flaccadori, Simone Fontecchio, Raphael Gaspardo, Alessandro Gentile, Marco Giuri, Daniel Hackett, Antonio Iannuzzi, Niccolò Melli, David Okeke, Giampaolo Ricci, Luca Vitali e Andrea Zerini.

[bing_translator]

La via per un turismo sostenibile esiste e la Regione si sta impegnando per creare un sistema finalmente coordinato che crei sviluppo, favorisca nuove opportunità e ampli l’offerta, nel rispetto dell’ambiente e di tutte le peculiarità che la Sardegna offre ai suoi visitatori. È, in estrema sintesi, il pensiero espresso questa mattina dagli assessori del Turismo Barbara Argiolas e dell’Urbanistica Cristiano Erriu al convegno “Il futuro del turismo sostenibile – La qualità del lavoro come elemento di competitività”, organizzato dalla Filcams Cgil a Cagliari.

«Il turismo è un’industria sempre più complessa e occorre che anche l’assessorato cambi il proprio ruolo e diventi regia strategica dei progetti che si realizzano sul territorio. La nuova legge regionale sul turismo va in questa direzione – ha sottolineato l’assessore Barbara Argiolas – ed è la base di partenza dalla quale, nei prossimi mesi, realizzeremo la governance del sistema turistico sardo attraverso l’istituzione della DMO regionale, il lavoro della Conferenza permanente per il turismo che convocheremo entro l’anno e l’attuazione del nuovo Piano strategico che sarà operativo e orientato sui risultati. L’attività della DMO si concentrerà su marketing e comunicazione, soprattutto quella digitale. Non possiamo pensare, nel 2017, di comunicare con strumenti tradizionali, soprattutto di non sapere cosa cercano i viaggiatori su internet: su questo aspetto il lavoro da fare è tanto. Ma il tema vero è relativo alla qualità dell’offerta ed è questo l’elemento centrale sul quale dobbiamo lavorare per allungare la stagione turistica e rafforzare quelle tipologie di turismo che si affiancano al balneare e valorizzano il nostro patrimonio culturale materiale e immateriale.»

L’assessore Erriu si è soffermato su alcuni dei temi più dibattuti del disegno di legge sul governo del territorio, che avrà ricadute sul turismo: «Sostenibilità e sviluppo sono temi scivolosi e complessi, che talvolta creano contrapposizioni anche all’interno degli stessi enti pubblici, dei partiti e persino delle organizzazioni sindacali, che legittimano posizioni differenti e contrapposizioni talvolta accese. Tutte le posizioni sono legittime, però la politica ha il compito di trovare una sintesi che tuteli il bene collettivo e assicuri condizioni reali di sviluppo. Non possiamo fingere che non ci siano problemi. Per esempio, l’offerta alberghiera in Sardegna è in gran parte obsoleta: su questo sono tutti d’accordo. Ebbene, l’articolo 31 del nostro DDL cerca di dare una prospettiva di sviluppo, naturalmente nel rispetto dell’ambiente e del dettato del Piano paesaggistico regionale, che peraltro già lo prevedeva. Non possiamo cullarci sul boom di arrivi originato dalle tensioni internazionali nel bacino del Mediterraneo: prima o poi dovremo fare i conti con la qualità della nostra offerta ricettiva. E la soluzione non può essere certo quella delle seconde case, che sono troppe e non offrono risposte adeguate. È facile parlare di decrescita felice nelle aree più ricche: in altri territori la realtà ci mostra decine di migliaia di disoccupati del settore industriale e tantissimi giovani che scappano dalla Sardegna perché non ci sono nuove opportunità di lavoro. Qui, più che di decrescita felice, è più corretto parlare di decadenza infelice».

[bing_translator]

Procede a ritmo serrato la circuitazione, presso le associazioni dei sardi emigrati,  del documentario di Sergio Naitza, affidata al Circolo “Nuraghe” di Fiorano Modenese, secondo un progetto regionale approvato dal Servizio Coesione Sociale – Settore Emigrazione dell’assessorato del Lavoro della Regione Autonoma della Sardegna, che lo ha incluso tra i progetti regionali da finanziare nel quadro del programma 2016 a favore dell’emigrazione sarda, con iniziative da sviluppare nel corso del 2017.

Nel pomeriggio di domenica 15 ottobre la proiezione è stata  organizzata, presso Casa Giacobbe, dal Circolo culturale sardo “Grazia Deledda” di Magenta alla presenza del regista, del sindaco – Chiara Calati – e dell’assessore allo Sport e alle Politiche giovanili – Luca Alberto Aloi – del comune di Magenta. A far gli onori di casa hanno provveduto Valter Argiolas, presidente del Circolo, e Antonello Argiolas, presidente onorario del Circolo e membro del Comitato Esecutivo della F.A.S.I.

Dopo la proiezione, Sergio Naitza ha sintetizzato le origini di questo suo lavoro, frutto di una laboriosa selezione – per un film della durata di 90 minuti – dell’immenso patrimonio di  immagini (per una durata di 120 ore di proiezione) custodite nell’archivio della RAI – sede regionale per la Sardegna. Tutte le immagini selezionate (sequenze da inchieste, documentari, servizi giornalistici, molte da celebri programmi come TV7 e AZ) sono state rimontate, sono stati conservati nell’originale solo alcuni spezzoni di interviste.

Il racconto di quindici anni di storia sociale della Sardegna – dalla fine degli anni Cinquanta al 1970 (anno fatidico in cui la squadra del Cagliari conquista lo scudetto), cioè il periodo cruciale in cui la Sardegna esce da una economia agropastorale per entrare, a seguito dell’approvazione del primo Piano di Rinascita (legge n. 588 dell’11 giugno 1962 con  fondi di spesa di circa 400 miliardi di lire diluiti a scaglioni per un decennio), nell’epoca della trasformazione industriale – si “sgomitola” attraverso l’invenzione di uno scambio di comunicazioni  epistolari tra un fratello, costretto a trasferirsi a Cagliari per cercare lavoro, e una sorella, rimasta invece nel piccolo paese dell’interno.

Attraverso il “filo rosso” costituito da questa corrispondenza “ci guardano” dallo schermo “le nostre storie”, le vicende di quel quindicennio di storia della Sardegna che ha visto: la crisi delle miniere di carbone del Sulcis e la perdita di migliaia di posti di lavoro per i minatori; il progressivo aumento del flusso migratorio verso le città del triangolo industriale (Torino, Genova, Milano); l’inizio delle servitù militari in Sardegna a seguito del “Bilateral Infrastructure Agreement” (B.I.A.) dell’ottobre 1954, con la creazione di installazioni nell’isola nei territori di La Maddalena e di Cagliari; la costruzione della diga del Flumendosa per combattere la cronica siccità; la lotta dei pescatori “poveri” di Cabras contro i “Baroni in laguna”, titolo di un famoso libro di Giuseppe Fiori (la cui inconfondibile voce risuona negli spezzoni di alcune  interviste, in particolare al giovane bandito “Grazianeddu” Mesina catturato dalle forze dell’ordine); il banditismo (“L’Anonima sequestri”) che sceglie la strada più atroce ma più economicamente “produttiva” (quella, appunto, dei sequestri di persona) convincendo il Parlamento a istituire una Commissione d’inchiesta sul banditismo in Sardegna; i primi  passi dell’industrializzazione con la nascita dei due poli petrolchimici di Porto Torres e di Sarroch; il sorgere degli insediamenti turistici nella zona destinata a diventare universalmente nota come “Costa Smeralda”; per approdare a Riva, al “Giggi” eroe della conquista di uno scudetto che fa assaporare il gusto dolce della vittoria e del riscatto non solo a una squadra di calcio ma a un intero popolo (residenti ed emigrati, questi ultimi ancora più motivati ad esaltare nei luoghi di nuova residenza nella penisola e all’estero lo “storico” trionfo calcistico).

Il commento delle immagini brilla per la felicità di espressione (i testi sono di Giulia Clarkson e di Sergio Naitza), per le musiche originali (di Romeo Scaccia) e per la professionalità delle voci narranti (Corrado Giannetti, Cristina Maccioni, Marco Spiga). Meritano una citazione sia Davide Melis (per il montaggio) sia Luca Melis  (per la fotografia).

Sergio Naitza ha motivato l’assenza di qualsiasi specificazione didascalica dei nomi delle illustri personalità intervistate, la cui voce ha voluto che si conformasse alle testimonianze rese dalla anonima gente comune. Per i meno giovani, non sarà comunque difficile riconoscere:

• lo  scrittore Giuseppe Dessì che difende i diritti della lingua romanza qual è il sardo contrapponendola al “dialetto italiano”;

• lo storico e giornalista Manlio Brigaglia che spiega il “caso Carbonia” (la città che, con l’adesione dell’Italia nel 1953 alla C.E.C.A – Comunità europea del carbone e dell’acciaio -, dovette fronteggiare la concorrenza dei carboni esteri, più economici e con minore presenza di zolfo, con conseguente crisi del settore estrattivo sulcitano, e perdita di centinaia di posti di lavoro);

• il filosofo Antonio Pigliaru che chiarisce chi è l’intellettuale democratico;

• il senatore Giuseppe Medici che illustra i risultati dell’Inchiesta parlamentare sul banditismo;

• il giovane Aga Khan che rivela come è approdato nell’isola per vedere un terreno che aveva acquistato senza sapere dove fosse collocato e che poi intravvede la possibilità di un insediamento turistico di élite su tutta la costa bagnata da un mare che ha il colore dello smeraldo.

Anziani e giovani non hanno ovviamente difficoltà a riconoscere il mitico “Giggirriva”.         

Il documentario, attraverso la suggestiva potenza delle immagini in bianco/nero, è l’ideale mezzo attraverso il quale insegnanti volonterosi che operano in Sardegna possono far conoscere ai propri allievi un pezzo importante della storia dell’isola nel Novecento, che i manuali in uso liquidano in poche righe (se va bene).

Così potranno capire che quelle “storie guardate” li “riguardano”. I sardi anziani residenti ed emigrati, nascondendo qualche fremito di commozione, la lezione di queste storie la conoscono già perché l’hanno vissuta.

Un buffet con prodotti alimentari sardi (pane carasau, formaggio, ricotta, salsiccia, dolci) ha allietato i numerosi spettatori (alcuni provenienti da Circoli vicini), ai quali il provetto sommelier cavalier Virgilio Mazzei ed Elena Marongiu, giovane laureata in Scienze e tecnologie alimentari, hanno illustrato le caratteristiche rispettivamente dei vini (cannonau Nepente di Oliena; vermentino Lastima docg di Monti) e de su “Casu Sardu” (latte di pecora con latte di capra di Fanari Formaggi).

Paolo Pulina     

[bing_translator]

Il Consiglio regionale ha approvato oggi i capitoli 8 e 9 della proposta di riordino della rete ospedaliera ed ha iniziato la discussione del capitolo 10 sugli “ospedali privati”.

In apertura di seduta, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha sollecitato una riunione della conferenza dei capigruppo a fine seduta con la partecipazione sia del presidente della Regione che dell’assessore dell’Agricoltura perché, ha spiegato, «la recente legge del Consiglio regionale a favore dei pastori sta creando molti problemi alla categoria, provocando un nuovo profondo stato di malessere nelle campagne sarde».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha ricordato che «il Consiglio ha approvato una legge importantissima per il comparto agricolo sardo per la quale sembra ora che ci siano problemi di applicazione». Proprio stamattina, ha aggiunto, «c’è stato un incontro con l’assessore dell’Agricoltura che ha preso impegno di fare una verifica formale sulle procedure, per cui non è necessaria una conferenza dei capigruppo; il centro destra sta cavalcando malessere mentre noi vogliamo che i pastori ricevano quanto previsto dalle legge regionale senza speculazioni strumentali, magari possiamo sentire l’assessore in conferenza».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha affermato che «abbiamo tutti a cuore il problema dei pastori e ci preoccupiamo delle difficoltà di attuazione di una legge che prevede uno stanziamento di 45 milioni, una legge che conteneva alcuni rischi che noi avevamo evidenziato in sede di discussione». Chiedere oggi all’assessore di spiegare i problemi, ha sostenuto, «significa che non si è compreso il meccanismo e che chi non è in regola con Inps non potrà ricevere nulla; evidentemente si sono fatte promesse impossibili da mantenere ed ora la legge va corretta, su questo devono lavorare i capigruppo, magari insieme alla commissione, per trovare una soluzione che interessa tutti».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) ha detto che «la crisi torna, purtroppo, nelle campagne sarde e gli agricoltori sono allo stremo e Consiglio e politica regionale non possono essere complici di una situazione che sa tanto di accanimento burocratico». Chiedere la regolarità della situazione Inps, ha continuato, «è assurdo perché già oggi di fronte alle calamità naturali le verifiche sulla regolarità contributive sono sospese: è su questo che bisogna intervenire con una moratoria immediata».

Per i Riformatori sardi, Luigi Crisponi ha ricordato che «la madre di tutti i problemi come al solito è la burocrazia che frena e rallenta le leggi, se poi ci si mette la cattiva politica che vuole impedire discussione su una questione serissima siamo alla beffa più assoluta; Pittalis ha fatto una richiesta legittima condivisa dai territori da affrontare con la massima urgenza e la posizione della maggioranza è inspiegabile». Oltre che la conferenza, ha concluso, «serve anche una verifica in commissione per ascoltare l’assessore dell’Agricoltura al più presto».

Il presidente della commissione Agricoltura Luigi Lotto (Pd) si è detto convinto «che su questo tema si debba evitare, come Consiglio regionale, di ritornare sulla legge ad appena un mese di distanza sulla base di una richiesta che lascia perplessi a cui peraltro l’assessore sta dando risposta». L’applicazione delle norme non può essere discussa, ha osservato, «per cui rivolgo a tutti un appello alla serenità su un problema delicato; la commissione è convocata per la prossima settimana e in quella occasione l’assessore riferirà, credo comunque che da subito l’assessorato abbia ha fatto miracoli mettendosi in condizioni di far partire le erogazioni fin dalle prossime settimane».

Il presidente Ganau ha confermato che la conferenza dei capigruppo si riunirà alla fine della mattinata, definendo la richiesta proveniente dal Consiglio «legittima, su un tema su cui nessuno si vuole sottrarre».

Il consigliere del gruppo Misto Giovanni Satta si è detto preoccupato «per la forma mentis di alcuni consiglieri regionali; il collega Pietro Cocco ha detto cose fuori luogo perché Pietro Pittalis e tutti noi ascoltiamo le richieste che vengono dai territori, rivolgo quindi a tutti un appello alla calma ed apprezzo il lavoro fin qui fatto dall’assessore ma la riunione si deve fare».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha dichiarato che «non c’è l’intenzione di negare il confronto con assessore in un incontro da fare subito, ma non dimentichiamo che noi tutti, con assessore, abbiamo fatto un lavoro incredibile e forse tutto sta avvenendo per un difetto di comunicazione, la riunione a fine seduta si deve fare».

Il presidente Ganau ha confermato la riunione dei capigruppo a fine seduta.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, respingendo una serie di emendamenti presentati dall’opposizione, mentre altri sono stati ritirati dai proponenti. Dopo l’approvazione del testo dell’ottavo capitolo (27 favorevoli, 21 contrari) hanno ottenuto il via libera dell’Aula soltanto gli emendamenti n. 892 (Agus-Ruggeri) che prevedono la trasmissione alla commissione Sanità dei report sugli scostamenti sugli standard attesi della riforma, e n. 893 (Agus-Ruggeri) che stende il monitoraggio alle liste d’attesa ed alla mobilità passiva per le patologie trattabili in Sardegna.

Subito dopo è iniziata la discussione generale sul nono capitolo (Principali criticità e fasi del percorso di riorganizzazione della rete).

Il vice presidente della commissione Sanità Edoardo Tocco ha ribadito la posizione del suo gruppo per la soppressione «di un paragrafo che ammette le criticità della riforma, tanto è vero che l’elisoccorso ancora non c’è e il direttore dell’Areus non è stato nominato: sono parti della riforma che si dovrebbero rinviare alla fine della legge, perché al momento non abbiamo eli-superfici né idea di sistema». Se per esempio dovesse verificarsi una urgenza ad Isili o Muravera, ha concluso, «è chiaro che senza interventi immediati un paziente non arriverà mai in tempo a Cagliari e lo stesso discorso si può estendere a La Maddalena o Carloforte».

Il consigliere del Misto-Rossomori Emilio Usula ha affermato che «non si può non pensare a sistema di emergenza urgenza che deve rappresentare il cardine del nuovo sistema sanitario, anzi doveva essere messo a punto prima della rete ospedaliera o almeno contemporaneamente alla rete delle cure territoriali». Questa è la grande incongruenza di fondo, ha lamentato, «ora il servizio di emergenza urgenza è coperto quasi totalmente da risorse pubbliche per cui deve essere valutato con la massima attenzione, e dubito che ci sia un piano dove si dice chi deve fare cosa: servono piuttosto risposte e conferme su sede già individuata a Nuoro, in definitiva ritengo utile un approfondimento in commissione e dico no ad un acritico via libera altrimenti stiamo rinunciando al nostro ruolo di legislatori».

Il consigliere dei Riformatori sardi Michele Cossa ha osservato che il paragrafo «avrebbe dovuto essere elemento di raccordo fra le diverse componenti riforma ma mancano le componenti da raccordare a cominciare dall’ emergenza urgenza». Le nostre proposte, ha spiegato, «riguardano La Maddalena non solo per il punto nascita ma per l’ospedale che ha problemi perfino per il funzionamento di una auto clave, così come le isole minori che hanno bisogno di attenzione particolare anche in prospettiva del turismo sanitario: altre cose inoltre, come gli ospedali di comunità, sono tutte da costruire e la loro assenza rischia di intaccare l’efficacia dell’intera riforma».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha fatto alcune puntuali osservazioni sull’elisoccorso «per il quale i dati forniti non sono sufficienti sia per la localizzazione in aeroporti civili (non opportuna perché intasano il traffico), che per i tempi di percorrenza perché 130 Lm/h di media non possono essere mantenuti in ogni condizione meteo». Oppi ha poi messo l’accento sulla sanità nelle isole minori, ricordando che «Carloforte non ha ospedale ma una casa della salute e deve essere considerata zona disagiata pur avendo meno abitanti della La Maddalena; serve anche un servizio nefropatici, un protocollo per i trasporti secondari, un ambulatorio pediatrico ed una emoteca».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha rilevato che «l’emergenza urgenza doveva essere una delle gambe più forti della riforma ma è stata la più trascurata, nonostante l’annuncio, peraltro tardivo, della nomina del nuovo direttore generale». In generale, ha concluso, «la riforma contraddice in ogni parte il programma del centro sinistra in materia di sanità, perché non riduce i costi ad aumenta la dipendenza del settore dalla politica, mentre la Giunta avrebbe dovuto preparare un piano industriale indicando i costi a regime e tracciando gli obiettivi finali».

Alessandra Zedda, anch’essa vice capogruppo di FI, ha affermato che «a tratti i contenuti evidenziano buone intenzioni però vanificate da una impostazione completamente sbagliata; nella riforma avviata nel 2014 da un lato si è iniziato a parlare di sistema territoriale ma poi si è proceduto con provvedimenti mirati alla salvaguardia degli amici degli amici, e quanto al sistema di emergenza urgenza non si è capito che l’elisoccorso era il servizio più importante, carico di procedure complesse e di criticità come ore notturne». Altre parti della legge come ospedali di comunità, l’ospedale aperto cittadino e l’appropriatezza dei ricoveri sono le solite buone intenzioni ma non si capisce chi fornirà l’assistenza all’interno di queste strutture».

La consigliera del Pd Daniela Forma ha sollevato il problema del codice rosa, «l’accesso al pronto soccorso delle vittime della violenza di genere, che dal 2014 veniva garantiva la presa in carico delle pazienti attraverso un protocollo sostenuto da una sorta di semi volontariato». Nello specifico, ha aggiunto, «questo servizio a Nuoro ha avuto una vita molto travagliata perché non gli è stata concessa una deroga per attività in regime di convenzione e, dopo una nuova richiesta ancora senza risposta, di fatto da giugno 2016 il servizio di supporto psicologico per le donne a Nuoro è sospeso, una grave macchia per la città e tutta la Sardegna centrale, perché i codici rosa sono parte integrante di tutte le strutture di emergenza urgenza».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha insistito sulle polemiche inerenti il bando dell’elisoccorso ed ha parlato di “bande del Pd in lotta tra loro” riferendosi alla disputa per la nomina tra Piero Delogu e Giorgio Lenzotti. «Sono stati presentati – ha affermato il consigliere della minoranza – curriculum migliori ma che sono certo non saranno presi in considerazione». A giudizio del consigliere Attilio Dedoni l’assessore Arru “ha fallito perché presenta un piano di riordino della rete ospedaliera sena senso e senza prospettiva”.

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha rielencato i paragrafi ricompresi nel capitolo 9 del documento per evidenziarne l’importanza “così da poter meglio sottolineare le criticità del piano di riordino della rete ospedaliera”. L’esponete della minoranza ha accusato l’esecutivo regionale di aver praticato “negli ultimi quattro anni” una indiscriminata politica di tagli al personale e di perseguire nell’indebolimento delle strutture esistenti nei diversi territori della Sardegna: «Per il centronistra razionalizzare significa solo tagliare personale e servizi».

Il capogruppo di UPC-Socialisti, Pierfranco Zanchetta, si è concentrato sul paragrafo del capitolo 9 che si riferisce alle isole minori («trovo elementi di prospettiva ma anche io guardo con preoccupazione alla situazione di Carloforte») ed ha affermato che anche alla Maddalena, dove pure è presente un ospedale, “non vi sono condizioni di garanzia nelle cure”. Il consigliere della maggioranza ha quindi insistito sull’urgenza di risposte tempestive ai bisogni dei cittadini e sulla necessità che nelle due isole minori della Sardegna operino sempre professionalità adeguate: «A Carloforte come alla Maddalena chiedono interventi in sicurezza, adeguati a salvare le vite umane».

La capogruppo del Misto, Annamaria Busia, ha rimarcato il “costante e progressivo incremento negli accessi al pronto soccorso da cui discende un affollamento delle aree intraospedaliere” ed ha evidenziato come tali accessi registrino “patologie cliniche di media e bassa intensità”. A giudizio dell’esponente del “Campo progressista” serve realizzare “una rete di assistenza primaria e percorsi organizzativi integrati per evitare accessi impropri al sistema sanitario”. La consigliera ha quindi rivolto un appello perché possa essere migliorata la proposta di riordino della rete ospedaliera ed ha invitato i consiglieri a far cessare la “battaglia navale in atto” per ricercare vantaggi in favore dei territori di riferimento in danno di altre aree dell’Isola.

Il consigliere del Pds, Augusto Cherchi,  ha reclamato l’avvio urgente della cosiddetta “emergenza-urgenza” con la piena operatività dei servizi Areus, nonché l’attivazione della rete territoriale: «Senza queste condizioni il riordino della rete ospedaliera non potrà produrre gli effetti attesi».

L’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha replicato alle critiche ed ha ricordato i diversi passaggi che hanno portato all’istituzione dell’Areus («una nuova azienda che ingloba le due centrali del 118»).Luigi Arru ha quindi comunicato di aver invitato i vertizi dell’Ats a produrre un esposto in Procura sulle eventuali interferenze nell’appalto per i servizi dell’elisoccorso. L’assessore ha difeso le scelte fatte in ordine all’individuazione delle basi adatte ad ospitare gli elicotteri («nel pieno rispetto delle direttive Enac») ed ha parlato anche di nuove specialità mediche come ad esempio “il medico rurale”. «C’è una visione del territorio – ha spiegato Luigi Arru – e il problema è creare un modello diverso di presa in carico di una popolazione anziana con patologie cronica». L’esponente dell’esecutivo ha rassicurato sulla situazione nelle isole minori :«A Carloforte è stata avviata una casa per la salute e alla Maddalena restano dialisi e camera iperbarica».

Il presidente del consiglio ha messo in votazione gli emendamenti 12=550= 744; 16= 551= 797; 552; 553; 554; 555; 556, con parere contrario di relatore e giunta, che sono stati tutti respinti.

Aperta la discussione sugli emendamenti 17=557=798, il relatore della minoranza Edoardo Tocco (Fi) ha ribadito la lamentazione su ritardi nella rete territoriale dell’emergenza-urgenza ed ha rimarcato l’assenza di un’elisuperficie a Carloforte mentre ha auspicato la presenza di un elicottero alla Maddalena. 

Il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, ha fornito alcuni dati significativi sull’elisoccorso («l’assessore nicchia in proposito») denunciando come soltanto il 30% dei circa 300 interventi annui operati dall’elicottero dei Vigili del fuoco risulti nell’area di Cagliari («è evidente che la maggior parte dei voli si operino nelle aree critiche del nuorese e in quelle congestionate del nord dell’Isola nel periodo turistico»). Il consigliere della minoranza ha quindi concluso evidenziato gli alti costi che si registreranno per le chiamate improprie.

Il consigliere Giuseppino Pinna (Udc) ha lamentato l’indebolimento di una serie di strutture ospedaliere nei territori periferici ed in particolare dell’ospedale Marino di Alghero («nel corso degli anni sono stati ridotti pesantemente personale e servizi»). L’esponente della minoranza si è detto contrario al trasferimento del reparto di ortopedia dall’ospedale Marino all’ospedale Civile di Alghero.

Posti in votazione, con distinte e successive votazioni, il Consiglio non ha approvato gli emendamenti 17= 557= 798; 558; 18=560=799; 20=562=801; 805; 21= 553= 802; 22= 564= 803; 565.

L’Aula ha poi respinto gli emendamenti n.566, 567, 568, 569, 808, 806.

Approvato l’emendamento 870 (sostitutivo totale dell’emendamento 720), con parere favorevole della commissione e della Giunta.

Respinto l’emendamento 807 e anche il 657 (uguale a 810).

Approvato il testo del capitolo 9, respinto l’emendamento 654.

Approvato, invece, l’emendamento  811 a firma del presidente della commissione Sanità sull’ospedale di comunità, “aggiuntivo e complementare rispetto all’offerta dello stabilimento ospedaliero”.

Su richiesta del capogruppo del Pd Pietro Cocco, il presidente Ganau ha convocato la Conferenza dei capigruppo per decidere sulla prosecuzione dei lavori.
Al termine della Conferenza il presidente ha dichiarato chiusa la seduta e convocato il Consiglio per domani mattina, alle 10.00.