17 July, 2024
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L’organizzazione degli ospedali, la gestione del rischio, l’igiene e la sicurezza sono stati alcuni dei temi che hanno caratterizzato il 43esimo congresso nazionale dell’Anmdo che si è svolto nei giorni scorsi a Firenze, nella suggestiva e storica cornice dell’Istituto degli Innocenti. Il meeting, dal titolo “rischio clinico e responsabilità professionale: obiettivo sicurezza in ospedale”, ha messo a confronto diverse realtà italiane. Tra queste anche quella sassarese, con gli interventi del direttore generale dell’Aou di Sassari Antonio D’Urso, del direttore sanitario Nicolò Orrù e della responsabile della struttura di Igiene e medicina preventiva dell’Aou sassarese Ida Mura, responsabile scientifica dell’Associazione nazionale medici di direzione ospedaliera.

Il punto centrale del congresso è stato il ruolo delle direzioni ospedaliere che, nell’inquadramento della gestione del rischio nella giusta cornice, diventano vere e proprie cabine di regia di un processo articolato e insieme unitario. Un processo che, se opportunamente gestito, ha ricadute positive su qualità, equità e buon utilizzo delle risorse.

Concetti messi in evidenza dal direttore sanitario dell’Aou di Sassari Nicolò Orrù che ha ribadito che «le direzione sanitarie hanno un ruolo programmatorio e di gestione delle risorse che l’azienda mette a disposizione, tecnologiche e umane». Una funzione che emerge in maniera evidente con il progetto Domino, relativo a un percorso di cura del paziente diabetico con complicanze oculari. «La direzione sanitaria – ha aggiunto – funge un ruolo catalizzatore di risorse in un sistema in cui è possibile creare “buone prassi gestionali e organizzative”, così da sviluppare i migliori percorsi di cura per i cittadini».

Nell’appuntamento congressuale fiorentino è emersa la necessità di dare più importanza alla formazione e maggior spazio a momenti di incontro, durante i quali confrontare esperienze e modelli operativi, lavorare per limitare le disuguaglianze e promuovere percorsi condivisi.

Un momento di confronto sui temi del rischio clinico, sugli attori e i modelli di gestione quindi sulla sicurezza delle cure e sulla nuova responsabilità dei medici, ha visto protagonisti i manager di alcune realtà italiane, tra le quali l’Aou di Sassari con il direttore generale Antonio D’Urso e la Valdisieve Hospital con il direttore sanitario Laura Ombroni.

«La sicurezza, e non soltanto quelle delle cure, è un diritto da garantire a 360 gradi – ha sottolineato il direttore generale dell’Aou di Sassari Antonio D’Urso – ecco perché, nella gestione della prevenzione del rischio è necessario partire dall’esame dell’organizzazione e non dall’evento avverso. L’organizzazione delle attività santiarie, programmate e urgenti svolte all’interno di un ospedale, deve prevedere un approccio sistemico che punti al miglioramento continuo. Tra gli operatori deve esserci un coinvolgimento culturale ed emotivo, oltre alla disponibilità al cambiamento.»

Di organizzazione ha parlato anche Ida Mura ricordando che proprio questa rappresenta il punto centrale: «Un’organizzazione – ha detto Ida Mura – quella ospedaliera, che ha consapevolezza che l’approccio non deve essere individuale ma di sistema. Ecco perché è necessaria la formazione degli operatori. Senza una corretta gestione del rischio e senza l’attenzione alla sicurezza della persona, paziente e operatore sanitario, non è possibile pensare all’ospedale stesso. Perché questo – ha concluso Ida Mura – non deve essere inteso semplicemente come struttura e insieme di processi, ma luogo in cui le persona ricerca la salute».

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«Questa maggioranza sta prendendo in giro i lavoratori dell’agenzia Forestas. Con la proposta di legge presentata dal nostro gruppo  si potrebbe applicare da subito il contratto regionale ai dipendenti dell’ente, con una nuova classificazione del personale. Un disegno di legge, che non è stato ancora discusso, in grado di risolvere le contraddizioni contrattuali.»

E’ l’attacco del capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale di Forza Italia Pietro Pittalis sull’accordo raggiunto con i sindacati per sottoscrivere un’intesa che anticipa il rinnovo del contratto nazionale del lavoro. «In realtà, la Giunta appare distratta rispetto alle istanze dei dipendenti – aggiunge il capogruppo di Forza Italia – che non godono di un quadro normativo equilibrato ed omogeneo. Non possiamo permettere che venga dunque siglato un contratto integrativo regionale di secondo livello, che non può scavalcare una situazione giuridica esistente. Ci sono leggi che devono essere rispettate e, soprattutto, vanno rispettati i lavoratori. Non si consentirà a nessuno di illudere i dipendenti dell’agenzia».

«Il disegno di legge presentato dal gruppo di Forza Italia mira a superare queste contraddizioni. Si tenga conto, infatti, che il regime contrattuale applicato ai dipendenti di Forestas è distinto da quello in vigore per tutte le amministrazioni del sistema Regione e trovano applicazione, per le categorie operai, impiegati e quadri, le regole previste per il contratto degli addetti alla sistemazione idraulico e forestale. Per i dirigenti – conclude Pietro Pittalis – vige la cornice dei dirigenti delle imprese agricole, non applicata perché incompatibile.»

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Il consigliere di minoranza del Consiglio comunale di Sant’Antioco Massimo Melis (Sant’Antioco attiva) ha presentato un’interrogazione al sindaco, Ignazio Locci, sugli avanzamenti procedurali relativi ai bandi che riguardano la viabilità nel comune di Sant’Antioco.

«Il 5 ottobre 2017, si è tenuto a Cagliari, presso la Presidenza della Regione, una riunione, a cui hanno partecipato l’assessorato dei Lavori pubblici della Regione Sardegna, l’ANAS e i sindaci dei Comuni del Sulcis, per fare il punto sugli avanzamenti procedurali relativi ai bandi che riguardano la viabilità – scrive Massimo Melis in una nota -. La posizione del sindaco Locci, riguardo ai lavori previsti dal Piano Sulcis inerenti la viabilità, Ponte Alto e Circonvallazione, sia stata prima‐durante‐dopo la campagna elettorale, chiaramente contraria; nella sua maggioranza il sindaco detiene da una parte due ex consiglieri comunali di minoranza (oggi uno di loro è assessore), che sul tema, in contrapposizione ai lavori attualmente previsti dal Piano Sulcis, avevano firmato una mozione di sfiducia al sindaco Corongiu. Dall’altra due consiglieri comunali, uno anche assessore nell’Amministrazione Corongiu, e uno attualmente assessore nella Giunta Locci, che hanno difeso aspramente i lavori previsti dal Piano Sulcis inerenti il Nuovo Ponte Alto e la Circonvallazione.»

«Il sindaco nelle Linee Programmatiche di Mandato Quinquennio 2017‐2022 presentate al Consiglio comunale – aggiunge Massimo Melis – ha dichiarato, per quanto riguarda le Infrastrutturazioni del Piano Sulcis, che “Le opere previste nel Piano Sulcis e destinate all’isola di Sant’Antioco sono state calate dall’alto e prevedono la realizzazione di un nuovo ponte e la circonvallazione Sant’Antioco-Calasetta. Il Consiglio comunale antiochense si espresse invece a suo tempo a favore del sottopasso e, di conseguenza, che non si capisce quale sia il ruolo ed il peso dell’Amministrazione cmunale, visto che le indicazioni fornite dall’Assemblea civica sono state letteralmente ignorate dagli organi decisori. Siamo ben consci che da qui alla conclusione dell’iter procedurale passerà parecchio tempo e, per questo, intendiamo ritagliarci quel ruolo decisionale che fino a oggi ci è stato negato. Riteniamo che questa Amministrazione comunale debba partecipare attivamente alle procedure di Via e Vas”.»

Nell’interrogazione, il consigliere di minoranza Massimo Melis invita il sindaco Ignazio Locci a riferire in Consiglio comunale, rispetto alla discussione tenutasi in occasione della riunione del 5 ottobre 2017, presso la Presidenza della Regione Sardegna a Cagliari e, in particolare, per sapere:

«Se il Sindaco ha illustrato, in tale occasione, la stessa posizione espressa al Consiglio comunale con la presentazione delle Linee Programmatiche, riguardo a Ponte Alto e Circonvallazione; nel caso, quanto scritto al punto precedente sia avvenuto, come hanno reagito i partecipanti alla riunione e in particolare come hanno reagito i rappresentati dell’assessorato dei Lavori pubblici della Regione Sardegna; nell’eventualità che il Sindaco abbia omesso di intervenire per far conoscere la nuova posizione del suo Comune, riguardo al tema in oggetto, è importante sapere quali siano i motivi strategici che hanno portato a tale silenzio.»

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Il Comitato cittadino “Porto Solky” di Sant’Antioco esprime la netta contrarietà agli attuali interventi previsti dal Piano Sulcis che ricadono nel territorio. «La realizzazione di un nuovo ponte di collegamento tra l’isola di Sant’Antioco e l’isola madre, che in realtà è un lungo viadotto, e relativa circonvallazione – si legge in una nota -, un’infrastruttura assolutamente inutile e dannosa per la comunità antiochense, per il paesaggio e per l’ecosistema lagunare, oltreché economicamente improponibile. La realizzazione delle opere portuali in fase di progettazione che prevedono oltre ad un ridotto escavo del porto, la sola realizzazione di due moli frangiflutto e di una nuova banchina finalizzata al potenziamento del lato commerciale e militare dell’attuale porto.»

«Vogliamo rimarcare che non è previsto nessun progetto per la riconversione del porto e delle aree adiacenti all’ex Sardamag finalizzate alla realizzazione del porto turistico, della cantieristica e dei servizi – si legge ancora nella nota del Comitato -. Gli ex terreni Sardamag confluiti alla IGEA, a seguito delle recenti fusioni societarie tra Seamag e Palmascave, di fatto precludono all’Amministrazione qualsiasi opportunità di scelta per il futuro economico del territorio. Ad oggi non è previsto nessun progetto per la messa in sicurezza del tratto più critico della SS126 compreso tra Sirai e San Giovanni Suergiu. Per quanto sopra il comitato Porto Solky ritiene che i finanziamenti debbano essere proficuamente rimodulati, così come previsto dalle norme del Piano Sulcis, e investiti in opere utili e capaci di garantire un ritorno economico per l’intero territorio quali ad esempio, la riconversione del porto commerciale di Sant’Antioco in porto turistico che sia in grado di ospitare anche grosse imbarcazioni; un approdo in grado di ospitare la marineria locale in perenne stato di precarietà. Poiché le opere portuali previste non rispondono a queste finalità, anzi compromettono il progetto di porto turistico e porto peschereccio e pertanto devono essere ripensate totalmente. Vogliamo ricordare che il comune di Sant’Antioco nel 2009 ha acquisito un valido progetto dell’intero sistema portuale e lagunare della città. Chiediamo che le aree Sardamag vengano bonificate quanto prima e destinate alla ricettività turistica con annessi servizi. La riqualificazione del tratto di SS 126 tra Carbonia e Sant’Antioco, in certi tratti ormai trasformato in una lunga periferia urbana.»

Il Comitato, in rappresentanza dei circa 1.000 cittadini firmatari all’atto della sua costituzione, ancor prima dell’avvio della campagna di raccolta firme, infine, chiede che «l’Amministrazione regionale e quella comunale, al coordinatore del Piano Sulcis, e tutti gli enti interessati rivedano le proprie posizioni e si adoperino per una rimodulazione dei finanziamenti e lo studio progettuale degli interventi sopra citati di cui il territorio ha reale necessità».

 

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Anteprima a Cagliari per Nues, il festival internazionale dei fumetti e cartoni nel Mediterraneo che si accinge a vivere, dal 18 al 24 novembre prossimi, la sua ottava edizione sotto il titolo “Storie oltre”. Questa sera un altro impegno attende l’autrice di fumetti e illustratrice Sara Colaone, già ospite nella giornata di ieri alla MeM del convegno internazionale Spaced out / Spazi tra le nuvole – Lo spazio nel fumetto, organizzato dalla Facoltà di Studi Umanistici – Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Cagliari. Alle 18.00, alla Libreria La Feltrinelli Point in via Paoli 19, l’autrice friulana presenta “Leda” (edizioni Coconino Press), la biografia a fumetti scritta da Francesco Satta e Luca de Santis e da lei disegnata, di Leda Rafanelli (1880-1971), scrittrice, anarchica e futurista, musulmana e anticonformista: una vita da romanzo, una storia vera che attraversa gli anni più tumultuosi del Novecento. Nella nazione da poco unita, nella piccola Pistoia, Leda fa il suo apprendistato da tipografa e scrittrice e si inizia all’anarchismo. A Firenze, accanto al compagno della vita, Giuseppe Monanni, si affaccia al nuovo secolo come portabandiera dell’individualismo anarchico. Intanto sogna Alessandria d’Egitto e matura la sua conversione al sufismo, corrente mistica dell’Islam. A Milano, è compagna di strada dei futuristi e ama il pittore Carlo Carrà. Il giovane Benito Mussolini, astro del socialismo rivoluzionario e direttore dell’Avanti! ne è sedotto. Più tardi, obbedendo ai dettati del suo cuore e in spregio alle leggi dell’Italia fascista, non esiterà ad amare uomini d’Etiopia e d’Eritrea. Sapiente costruttrice della propria immagine dal sapore orientale provocatoriamente kitsch, Leda la zingara, Leda la maliarda dai profumi inebrianti non mancherà di conquistare il cuore dei lettori di oggi con la forza delle sue contraddizioni.

Insieme a Sara Colaone – fresca vincitrice del premio Gran Guinigi come migliore disegnatore, il riconoscimento che ogni anno celebra il meglio della produzione fumettistica in Italia, decretato da una serie di esperti nell’ambito del Festival Lucca Comics & Games – parteciperanno all’incontro lo sceneggiatore della graphic novel Francesco Satta e il direttore artistico del festival Nues Bepi Vigna.

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Il 20, 21 e 22 ottobre sono stati rinnovati il Consiglio Direttivo ed il Collegio Revisori dei Conti tra gli oltre 920 infermieri-infermiere pediatriche-assistenti sanitari iscritti al Collegio IPASVI di Carbonia Iglesias, uno degli ultimi costituiti in Italia.

Il rinnovo del Consiglio Direttivo e del Collegio Revisori dei Conti IPASVI avviene ogni triennio ed è il momento determinante per la tutela della professione e dei cittadini.

Sono state elette 11 donne su 13 componenti il Collegio, e ben 4 neolaureate che rappresentano la futura classe dirigente per il governo dell’istituzione infermieristica.

Gli infermieri, andando ad esercitare il diritto di voto, hanno gettato le basi per il ricambio generazionale confermando la politica del Direttivo uscente, a garanzia di tutela degli assistiti nel Sulcis Iglesiente e degli iscritti all’’Albo.

 

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Il dottor Giorgio Lenzotti, 64 anni, originario di Tortolì, è il nuovo direttore generale dell’Areus, l’Azienda per le emergenze urgenze. Per la nomina del direttore generale dell’Areus, sollecitata da diversi mesi da numerosi consiglieri, sia di maggioranza sia di opposizione, la Giunta regionale ha superato tutti i dubbi tra la candidatura di Giorgio Lenzotti e quella di Piero Delogu, attuale responsabile della centrale operativa del 118. La candidatura di Giorgio Lenzotti, era sostenuta dall’assessore regionale della Sanità Luigi Arru, sostenitore di una guida “manageriale” per l’Azienda dell’emergenza e urgenza. Giorgio Lenzotti in passato ha diretto la Asl di Sassari, la Asl di Olbia dal 2007 al 2009, fino all’ultima esperienza alla guida della Asl di Modena. La candidatura di Piero Delogu era sostenuta da una parte del Partito democratico, dal presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, e dalle associazioni convenzionate con il 118.

 

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L’assessore regionale dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, ha illustra l’iter che ha accompagnato la legge sui 45 milioni destinati all’aiuto del comparto ovicaprino, fino alla firma della declaratoria apposta ieri dal ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf), Maurizio Martina. Tempi rapidi che hanno accompagnato l’espletamento di tutti gli obblighi normativi. Dalla manifestazione del 2 agosto a Cagliari all’approvazione in Consiglio regionale della legge 20, del 14 settembre 2017, e la successiva pubblicazione sul Buras il 21 settembre. E poi il 27 settembre due delibere: una sulla variazione di bilancio dedicata alle risorse stanziate per la nuova legge e l’altra per la declaratoria sullo stato di siccità inviata al Mipaaf il 2 ottobre. L’assessore Caria ha fatto poi un appello a tutti gli allevatori di pecore e capre affinché presentino le domande. Dal 16 ottobre, giorno di apertura degli sportelli Laore, sono arrivate 1.400 domande su un potenziale di circa 12mila aziende presenti su tutta l’Isola.

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“Bye Bye” è il nuovo videoclip ufficiale del rapper oristanese Ako.

La canzone, dalle ritmiche tipicamente estive, abbraccia e spazia tra parecchie tematiche: si passa, infatti, dai riferimenti cinematografici alle metafore di taglio più letterario, dalle prese di posizione verso la nuova scena rap italiana all’attualissima fuga da parte dei giovani alla ricerca di lavoro fino alle citazioni delle spiagge più belle e conosciute della sua isola, la Sardegna.

Il video ufficiale, letteralmente disegnato ed animato da Marco Busatta, video-maker Vicentino, già noto alla scena rap italiana per aver prodotto gli ultimi video di Enigma e Mezzosangue, è la combinazione di oltre 3.000 disegni uniti fra loro grazie al “rotoscoping”, una tecnica di animazione utilizzata per creare un cartone animato in cui le figure umane risultino realistiche. Guardando attentamente il video possiamo ritrovare i principali simboli della Sardegna e alcune fra le sue spiagge più belle: dalle Bombarde a Marina Piccola, da Cala Coticcio a San Giovanni di Sinis passando per le tradizionali maschere dei Boes e dei Merdules fino ad arrivare all’amatissima birra Ichnusa.

“Bye Bye” è un chiaro saluto all’estate che tornerà presto a scaldare la vita della Sardegna, può essere interpretata come un modo di vivere “Nella testa sempre il sole come fossi alle Hawaii” ma, soprattutto, è destinata a diventare una canzone popolare fra i più giovani: potranno, infatti, ascoltarla gratuitamente su Spotify e guardarla sul canale YouTube di Ako che non smette mai di stupire il suo pubblico regalando, ancora una volta, un prodotto di qualità tutto “Made in Sardinia”.

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L’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu ha presenziato alla giornata formativa di educazione alla pace, un progetto pilota che ha visto coinvolti 250 studenti di seconda e terza media dell’Istituto comprensivo di via Stoccolma, a Cagliari. L’iniziativa, promossa dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, e dal Coordinamento nazionale degli Enti locali, vede la Regione protagonista di una serie di iniziative che si terranno in vista del 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, sottoscritta il 10 dicembre 1948.
All’incontro con gli studenti hanno preso parte, oltre alla dirigente scolastica Maria Marcella Vacca, il coordinatore nazionale della Tavola della Pace, Flavio Lotti, e il responsabile della comunità di accoglienza La Collina, don Ettore Cannavera.
«La Regione – ha sottolineato l’assessore Erriu – insieme al coordinamento degli enti locali sardi sta svolgendo un ruolo di animazione e promozione sul tema della cultura della pace. L’articolo 11 della Costituzione dice che l’Italia ripudia la guerra: questo comporta azioni positive che devono essere svolte nei territori e nelle istituzioni culturali dei Comuni, dunque anche all’interno delle scuole. Questo percorso deve costruire le condizioni affinché la pace, la solidarietà, la fratellanza, la tolleranza e l’integrazione sociale diventino un fatto condiviso, diffuso e pervasivo in tutto il territorio regionale. Ci sono ormai numerosi episodi di intolleranza legati alla presenza di flussi migratori, che pure stiamo cercando di governare tra tante difficoltà, non solo in Sardegna. Ciò comporta da parte di tutte le istituzioni un impegno maggiore verso il dialogo, il confronto e una nuova cultura di solidarietà, anche attraverso iniziative come quelle di oggi.»
Vita, salute, nutrizione, acqua, uguaglianza, libertà, casa, lavoro, cittadinanza, famiglia, informazione, giustizia, salario, dignità, parola, pensiero, voto e religione: sono i principali diritti individuati dagli studenti nel corso dei lavori. «Sono diritti fondamentali dell’Uomo, eppure ancora oggi 800 milioni di bambini non hanno diritto allo svago, una delle cose più elementari – ha sottolineato Flavio Lotti -. Ci sono persone ‘invisibili’ che non sono mai state registrate all’anagrafe e praticamente non esistono. C’è ancora molto da fare, se pensiamo che soltanto nel 2016 l’Onu ha riconosciuto il diritto alla pace, che non era riportato neppure nella Dichiarazione universale del 1948. Lo stesso discorso vale per la difesa dell’ambiente.»