Al 43° congresso Anmdo svoltosi a Firenze, la realtà sanitaria sassarese si è confrontata con quella degli altri ospedali della penisola.
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L’organizzazione degli ospedali, la gestione del rischio, l’igiene e la sicurezza sono stati alcuni dei temi che hanno caratterizzato il 43esimo congresso nazionale dell’Anmdo che si è svolto nei giorni scorsi a Firenze, nella suggestiva e storica cornice dell’Istituto degli Innocenti. Il meeting, dal titolo “rischio clinico e responsabilità professionale: obiettivo sicurezza in ospedale”, ha messo a confronto diverse realtà italiane. Tra queste anche quella sassarese, con gli interventi del direttore generale dell’Aou di Sassari Antonio D’Urso, del direttore sanitario Nicolò Orrù e della responsabile della struttura di Igiene e medicina preventiva dell’Aou sassarese Ida Mura, responsabile scientifica dell’Associazione nazionale medici di direzione ospedaliera.
Il punto centrale del congresso è stato il ruolo delle direzioni ospedaliere che, nell’inquadramento della gestione del rischio nella giusta cornice, diventano vere e proprie cabine di regia di un processo articolato e insieme unitario. Un processo che, se opportunamente gestito, ha ricadute positive su qualità, equità e buon utilizzo delle risorse.
Concetti messi in evidenza dal direttore sanitario dell’Aou di Sassari Nicolò Orrù che ha ribadito che «le direzione sanitarie hanno un ruolo programmatorio e di gestione delle risorse che l’azienda mette a disposizione, tecnologiche e umane». Una funzione che emerge in maniera evidente con il progetto Domino, relativo a un percorso di cura del paziente diabetico con complicanze oculari. «La direzione sanitaria – ha aggiunto – funge un ruolo catalizzatore di risorse in un sistema in cui è possibile creare “buone prassi gestionali e organizzative”, così da sviluppare i migliori percorsi di cura per i cittadini».
Nell’appuntamento congressuale fiorentino è emersa la necessità di dare più importanza alla formazione e maggior spazio a momenti di incontro, durante i quali confrontare esperienze e modelli operativi, lavorare per limitare le disuguaglianze e promuovere percorsi condivisi.
Un momento di confronto sui temi del rischio clinico, sugli attori e i modelli di gestione quindi sulla sicurezza delle cure e sulla nuova responsabilità dei medici, ha visto protagonisti i manager di alcune realtà italiane, tra le quali l’Aou di Sassari con il direttore generale Antonio D’Urso e la Valdisieve Hospital con il direttore sanitario Laura Ombroni.
«La sicurezza, e non soltanto quelle delle cure, è un diritto da garantire a 360 gradi – ha sottolineato il direttore generale dell’Aou di Sassari Antonio D’Urso – ecco perché, nella gestione della prevenzione del rischio è necessario partire dall’esame dell’organizzazione e non dall’evento avverso. L’organizzazione delle attività santiarie, programmate e urgenti svolte all’interno di un ospedale, deve prevedere un approccio sistemico che punti al miglioramento continuo. Tra gli operatori deve esserci un coinvolgimento culturale ed emotivo, oltre alla disponibilità al cambiamento.»
Di organizzazione ha parlato anche Ida Mura ricordando che proprio questa rappresenta il punto centrale: «Un’organizzazione – ha detto Ida Mura – quella ospedaliera, che ha consapevolezza che l’approccio non deve essere individuale ma di sistema. Ecco perché è necessaria la formazione degli operatori. Senza una corretta gestione del rischio e senza l’attenzione alla sicurezza della persona, paziente e operatore sanitario, non è possibile pensare all’ospedale stesso. Perché questo – ha concluso Ida Mura – non deve essere inteso semplicemente come struttura e insieme di processi, ma luogo in cui le persona ricerca la salute».