A Thiesi l’assessore dell’Agricoltura ha fatto il bilancio sulle attività dell’assessorato.
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Oltre cento persone tra allevatori, agricoltori, amministratori locali, esponenti delle associazioni di categoria, ma anche agronomi e rappresentanti politici del territorio si sono confrontati venerdì con l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, nella sala Aligi Sassu di Thiesi. Ad aprire i lavori, che hanno spaziato a 360 gradi su tutte le maggiori tematiche di interesse agricolo, il sindaco Gianfranco Soletta. Dopo l’intervento di bilancio sulle attività portate avanti in questi 7 mesi di mandato, l’assessore dell’Agricoltura ha iniziato a rispondere alle numerose domande poste dal pubblico. Un question time fittissimo di argomenti che ha animato il confronto per oltre 3 ore.
«Uno degli strumenti migliori per arricchire e migliorare l’attività svolta in questi mesi – ha detto Pierluigi Caria – è andare nei territori per confrontarsi con i cittadini e gli operatori del settore. Solo in questo modo le azioni della politica possono avere le giuste integrazioni e le buone proposte per migliorare l’efficacia degli interventi.»
Fra i numerosi temi affrontati, subito quello della legge 20/17 sui 45 milioni dedicati al comparto ovicaprino per i danni da siccità e la riduzione del prezzo del latte di queste ultime stagioni. Proprio lo scorso 8 novembre, a 47 giorni dall’entrata in vigore della norma, la Regione ha iniziato a pagare le domande di aiuto sui 13 euro a capo ovino e caprino presente nelle aziende sarde al 30 giugno 2017. Fino a questo week end erano state mandate in liquidazione oltre 400 pratiche a fronte delle 5mila già presentate dai pastori nei 32 sportelli territoriali dell’Agenzia Laore Sardegna. «Tutte le circa 12mila aziende del comparto sono beneficiarie del finanziamento», ha ricordato l’assessore che rivolgendosi alla platea ha aggiunto: «I soldi ci sono per tutti. Presentate le domande». Su invito anche di alcuni interventi venuti dal pubblico Pierluigi Caria è tornato sulla questione della regolarità dei pagamenti INPS: «Si tratta di verifiche obbligatorie per legge, una legge nazionale, che tutti gli Enti pubblici sono tenuti a effettuare prima di erogare qualsiasi tipo di pagamento alle imprese. Qualora gli imprenditori agricoli non fossero tuttavia in regola con i pagamenti ci si può accordare con l’INPS per una rateizzazione del dovuto o per una compensazione totale attraverso l’ammontare dell’aiuto dei 13 euro». Anche coloro che quindi avessero qualche rata in arretrato nei pagamenti previdenziali sarebbero sempre beneficiari dell’intervento.
L’assessore ha poi ricordato che il riconoscimento da parte del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) della declaratoria presentata dalla Regione sull’emergenza siccità, e nello specifico sulla riduzione delle produzioni foraggere, permetterà a tutte le aziende zootecniche, quindi anche a coloro che allevano bovini o cavalli, di poter accedere agli strumenti messi a disposizione dal Fondo di solidarietà nazionale: dalla possibilità di richiedere, per dodici mesi, la riduzione fino al 50% dell’INPS, all’attivazione della sospensione delle rate sui mutui agrari. Sul versante delle criticità dovute al perdurare della siccità Caria ha ribadito l’impegno preso lo scorso 5 settembre, da parte della Giunta e del Consiglio regionale con le associazioni di categoria agricola, nel cercare di reperire ulteriori 20 milioni di euro per il comparto bovino e per il resto dell’agricoltura, attraverso fondi da individuare nella prossima legge finanziaria o con la rimodulazione di risorse già esistenti per interventi di carattere strutturale. «Stiamo lavorando a una declaratoria sulla siccità per i danni che hanno colpito tutti gli altri comparti agricoli – ha aggiunto Pierluigi Caria – dove dobbiamo completare i controlli sul campo e le rendicontazioni sulle diverse criticità affrontate dai territori».
Sul piano delle azioni di contrasto alla siccità si è poi fatto il punto sull’investimento da 30milioni di euro di fondi FSC per il miglioramento delle funzionalità dei Consorzi di bonifica, piuttosto che dei 50milioni stanziati dall’Assessorato dei Lavori pubblici per aumentare le capacità di raccolta delle acque nelle dighe o per effettuare i collaudi sui nuovi interventi fatti negli invasi.
«Senza la conoscenza dei dati sulla produzione del latte in Sardegna, ancora sconosciuti fino a oggi, è impensabile ragionare seriamente su qualsiasi intervento di programmazione delle produzioni dei formaggi e quindi di calmierizzazione delle fluttuazioni finanziarie che, fra rialzi e crolli ingovernabili, fanno pagare ai pastori il prezzo più alto di queste crisi». Lo ha voluto puntualizzare Pierluigi Caria nel ricordare che aver chiesto ai pastori le fatture sulle produzioni del latte delle stagioni 2015-2016 e 2016-2017 servirà finalmente per fare chiarezza sul reale stato dei numeri che interessano il comparto. L’assessore dell’Agricoltura ha inoltre ricordato che «qualora gli aventi diritto all’aiuto dei 13euro a capo non avessero emesso fatture di vendita o corrispettivi sulla produzione del latte, avendolo autoconsumato o trasformato in formaggi, verranno comunque ammessi all’erogazione delle risorse». L’aiuto spetta a tutti anche ai pastori che non hanno fatture del latte prodotto nelle due annualità richieste. Si può infatti inviare una mail PEC all’Agenzia Agris Sardegna con una autocertificazione delle produzioni di latte autoconsumate.
Una riflessione è stata poi dedicata all’Organismo interprofessionale latte ovino sardo, dove sono rappresentati tutti i portatori di interesse del comparto: dai pastori ai trasformatori privati o del mondo della cooperazione. «Il prezzo del latte – ha osservato l’assessore – non lo possiamo decidere noi Regione o Oilos. Lo decide il mercato. Per cercare di far risalire il prezzo del latte è necessario puntare seriamente sulla diversificazione e fare in modo che i tanti mercati internazionali in crescita, che chiedono sempre di più formaggi o derivati del latte ovicaprino, abbiano a disposizioni le nostre produzioni. Per questo abbiamo promosso un bando sulla diversificazione investendo 3milioni dove per le prima volta tutte e tre le Dop sarde (Pecorino romano, pecorino sardo e fiore) si muovono assieme. Abbiamo uno studio di mercato che ci prospetta, qualora le cose dovessero andare come da programma, una crescita delle vendite del 20% nel prossimi anni».
Il pagamento dei 45milioni è stato il banco di prova per le strutture regionali, e in particolare per l’Agenzia Argea Sardegna, sul piano della gestione finanziaria autonoma in campo agricolo. Anche sul versante della programmazione e della costruzione degli applicativi, in autonomia rispetto all’Agea nazionale, l’Argea sta dimostrando di saper fare da sola. Negli ultimi mesi infatti, in mancanza dei software che Agea si era impegnata a far avere alla Regione Sardegna per la gestione delle Misure 4.1, 4.2, e 6.1, sono stati creati dalla nostra Agenzia. Si è quindi passati da istruttorie fatte a mano, con carta e penna, a istruttorie lavorate con i programmi informatici: nelle prossime settimane dovrebbero arrivare novità importanti attraverso la pubblicazione delle graduatorie. «L’iter per l’istituzione dell’Ente pagatore autonomo – ha spiegato Pierluigi Caria – è a un buon punto e presto porteremo in Giunta una delibera che ci farà fare un nuovo passo in avanti così da far nascere l’Organismo pagatore regionale alla fine del 2018».
Con 1 miliardo e 308 milioni di euro, la Sardegna ha il quarto Programma di sviluppo rurale più ricco di tutta Italia. Le risorse dedicate agli investimenti che riguardano soprattutto le Misure 6.1, sul primo insediamento dei giovani in agricoltura, 4.1 sugli investimenti nelle aziende agricole, 4.2 sugli investimenti a favore degli impianti di trasformazione/commercializzazione, hanno ormai esaurito le risorse. A fronte di tutte le domande ricevute in questa programmazione sarà necessario attendere il nuovo PSR 2020-2026, che partirà presumibilmente fra il 2022 e il 2023. «Dobbiamo decidere quindi se vogliamo una programmazione agricola che punti sugli investimenti o sul sostegno – ha chiesto l’assessore ai presenti in sala – perché la coperta dei fondi disponibili è corta. I soldi per far crescere la nostra agricoltura sono quasi tutti impegnati. Possiamo rimodulare il PSR e trovare nuove economia, ma questo lo dobbiamo decidere insieme. Ecco perché, probabilmente all’inizio del prossimo anno, faremo gli Stati generali sull’agricoltura: un momento di confronto importantissimo dove tutti i portatori di interesse del mondo delle campagne potranno dire la loro su come programmare il futuro agricolo della nostra regione. In quell’occasione – ha concluso Pierluigi Caria – tutti noi saremo chiamati ad assumerci le nostre responsabilità».
Tanti altri temi sono stati poi affrontati nel corso dei lavori thiesini: dai programmi sul Pegno rotativo finanziati per i formaggi in stagionatura e non ancora venduti, al Prestito di conduzione agraria costruito in accordo con le banche per la compensazione degli interessi a 12 mesi da parte della Regione verso gli agricoltori. E poi i ritardi sui pagamenti del PSR e le nuove anticipazioni attese per il prossimo mese, il bando sui riproduttori bovini e il benessere animale sempre dei bovini.
All’assemblea era presente, intervenendo in sala, il presidente della Commissione Attività produttive del Consiglio regionale, Luigi Lotto.
Fra i numerosi temi affrontati, subito quello della legge 20/17 sui 45 milioni dedicati al comparto ovicaprino per i danni da siccità e la riduzione del prezzo del latte di queste ultime stagioni. Proprio lo scorso 8 novembre, a 47 giorni dall’entrata in vigore della norma, la Regione ha iniziato a pagare le domande di aiuto sui 13 euro a capo ovino e caprino presente nelle aziende sarde al 30 giugno 2017. Fino a questo week end erano state mandate in liquidazione oltre 400 pratiche a fronte delle 5mila già presentate dai pastori nei 32 sportelli territoriali dell’Agenzia Laore Sardegna. «Tutte le circa 12mila aziende del comparto sono beneficiarie del finanziamento», ha ricordato l’assessore che rivolgendosi alla platea ha aggiunto: «I soldi ci sono per tutti. Presentate le domande». Su invito anche di alcuni interventi venuti dal pubblico Pierluigi Caria è tornato sulla questione della regolarità dei pagamenti INPS: «Si tratta di verifiche obbligatorie per legge, una legge nazionale, che tutti gli Enti pubblici sono tenuti a effettuare prima di erogare qualsiasi tipo di pagamento alle imprese. Qualora gli imprenditori agricoli non fossero tuttavia in regola con i pagamenti ci si può accordare con l’INPS per una rateizzazione del dovuto o per una compensazione totale attraverso l’ammontare dell’aiuto dei 13 euro». Anche coloro che quindi avessero qualche rata in arretrato nei pagamenti previdenziali sarebbero sempre beneficiari dell’intervento.
L’assessore ha poi ricordato che il riconoscimento da parte del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) della declaratoria presentata dalla Regione sull’emergenza siccità, e nello specifico sulla riduzione delle produzioni foraggere, permetterà a tutte le aziende zootecniche, quindi anche a coloro che allevano bovini o cavalli, di poter accedere agli strumenti messi a disposizione dal Fondo di solidarietà nazionale: dalla possibilità di richiedere, per dodici mesi, la riduzione fino al 50% dell’INPS, all’attivazione della sospensione delle rate sui mutui agrari. Sul versante delle criticità dovute al perdurare della siccità Caria ha ribadito l’impegno preso lo scorso 5 settembre, da parte della Giunta e del Consiglio regionale con le associazioni di categoria agricola, nel cercare di reperire ulteriori 20 milioni di euro per il comparto bovino e per il resto dell’agricoltura, attraverso fondi da individuare nella prossima legge finanziaria o con la rimodulazione di risorse già esistenti per interventi di carattere strutturale. «Stiamo lavorando a una declaratoria sulla siccità per i danni che hanno colpito tutti gli altri comparti agricoli – ha aggiunto Pierluigi Caria – dove dobbiamo completare i controlli sul campo e le rendicontazioni sulle diverse criticità affrontate dai territori».
Sul piano delle azioni di contrasto alla siccità si è poi fatto il punto sull’investimento da 30milioni di euro di fondi FSC per il miglioramento delle funzionalità dei Consorzi di bonifica, piuttosto che dei 50milioni stanziati dall’Assessorato dei Lavori pubblici per aumentare le capacità di raccolta delle acque nelle dighe o per effettuare i collaudi sui nuovi interventi fatti negli invasi.
«Senza la conoscenza dei dati sulla produzione del latte in Sardegna, ancora sconosciuti fino a oggi, è impensabile ragionare seriamente su qualsiasi intervento di programmazione delle produzioni dei formaggi e quindi di calmierizzazione delle fluttuazioni finanziarie che, fra rialzi e crolli ingovernabili, fanno pagare ai pastori il prezzo più alto di queste crisi». Lo ha voluto puntualizzare Pierluigi Caria nel ricordare che aver chiesto ai pastori le fatture sulle produzioni del latte delle stagioni 2015-2016 e 2016-2017 servirà finalmente per fare chiarezza sul reale stato dei numeri che interessano il comparto. L’assessore dell’Agricoltura ha inoltre ricordato che «qualora gli aventi diritto all’aiuto dei 13euro a capo non avessero emesso fatture di vendita o corrispettivi sulla produzione del latte, avendolo autoconsumato o trasformato in formaggi, verranno comunque ammessi all’erogazione delle risorse». L’aiuto spetta a tutti anche ai pastori che non hanno fatture del latte prodotto nelle due annualità richieste. Si può infatti inviare una mail PEC all’Agenzia Agris Sardegna con una autocertificazione delle produzioni di latte autoconsumate.
Una riflessione è stata poi dedicata all’Organismo interprofessionale latte ovino sardo, dove sono rappresentati tutti i portatori di interesse del comparto: dai pastori ai trasformatori privati o del mondo della cooperazione. «Il prezzo del latte – ha osservato l’assessore – non lo possiamo decidere noi Regione o Oilos. Lo decide il mercato. Per cercare di far risalire il prezzo del latte è necessario puntare seriamente sulla diversificazione e fare in modo che i tanti mercati internazionali in crescita, che chiedono sempre di più formaggi o derivati del latte ovicaprino, abbiano a disposizioni le nostre produzioni. Per questo abbiamo promosso un bando sulla diversificazione investendo 3milioni dove per le prima volta tutte e tre le Dop sarde (Pecorino romano, pecorino sardo e fiore) si muovono assieme. Abbiamo uno studio di mercato che ci prospetta, qualora le cose dovessero andare come da programma, una crescita delle vendite del 20% nel prossimi anni».
Il pagamento dei 45milioni è stato il banco di prova per le strutture regionali, e in particolare per l’Agenzia Argea Sardegna, sul piano della gestione finanziaria autonoma in campo agricolo. Anche sul versante della programmazione e della costruzione degli applicativi, in autonomia rispetto all’Agea nazionale, l’Argea sta dimostrando di saper fare da sola. Negli ultimi mesi infatti, in mancanza dei software che Agea si era impegnata a far avere alla Regione Sardegna per la gestione delle Misure 4.1, 4.2, e 6.1, sono stati creati dalla nostra Agenzia. Si è quindi passati da istruttorie fatte a mano, con carta e penna, a istruttorie lavorate con i programmi informatici: nelle prossime settimane dovrebbero arrivare novità importanti attraverso la pubblicazione delle graduatorie. «L’iter per l’istituzione dell’Ente pagatore autonomo – ha spiegato Pierluigi Caria – è a un buon punto e presto porteremo in Giunta una delibera che ci farà fare un nuovo passo in avanti così da far nascere l’Organismo pagatore regionale alla fine del 2018».
Con 1 miliardo e 308 milioni di euro, la Sardegna ha il quarto Programma di sviluppo rurale più ricco di tutta Italia. Le risorse dedicate agli investimenti che riguardano soprattutto le Misure 6.1, sul primo insediamento dei giovani in agricoltura, 4.1 sugli investimenti nelle aziende agricole, 4.2 sugli investimenti a favore degli impianti di trasformazione/commercializzazione, hanno ormai esaurito le risorse. A fronte di tutte le domande ricevute in questa programmazione sarà necessario attendere il nuovo PSR 2020-2026, che partirà presumibilmente fra il 2022 e il 2023. «Dobbiamo decidere quindi se vogliamo una programmazione agricola che punti sugli investimenti o sul sostegno – ha chiesto l’assessore ai presenti in sala – perché la coperta dei fondi disponibili è corta. I soldi per far crescere la nostra agricoltura sono quasi tutti impegnati. Possiamo rimodulare il PSR e trovare nuove economia, ma questo lo dobbiamo decidere insieme. Ecco perché, probabilmente all’inizio del prossimo anno, faremo gli Stati generali sull’agricoltura: un momento di confronto importantissimo dove tutti i portatori di interesse del mondo delle campagne potranno dire la loro su come programmare il futuro agricolo della nostra regione. In quell’occasione – ha concluso Pierluigi Caria – tutti noi saremo chiamati ad assumerci le nostre responsabilità».
Tanti altri temi sono stati poi affrontati nel corso dei lavori thiesini: dai programmi sul Pegno rotativo finanziati per i formaggi in stagionatura e non ancora venduti, al Prestito di conduzione agraria costruito in accordo con le banche per la compensazione degli interessi a 12 mesi da parte della Regione verso gli agricoltori. E poi i ritardi sui pagamenti del PSR e le nuove anticipazioni attese per il prossimo mese, il bando sui riproduttori bovini e il benessere animale sempre dei bovini.
All’assemblea era presente, intervenendo in sala, il presidente della Commissione Attività produttive del Consiglio regionale, Luigi Lotto.
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