L’assessore del Bilancio Raffaele Paci ha incontrato a Palazzo Viceregio il Cal, Consiglio delle autonomie locali, per illustrare la Finanziaria 2018.
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L’assessore del Bilancio Raffaele Paci ha incontrato a Palazzo Viceregio il Cal, Consiglio delle autonomie locali, per illustrare la Finanziaria 2018, in particolare nelle parti che riguardano le politiche e i finanziamenti destinati agli enti locali. Il Cal, presieduto dal sindaco di Nuoro Andrea Soddu, dovrà poi esprimere il parere sulla manovra che, una volta licenziata in terza commissione, approderà nell’aula di via Roma ai primi di dicembre. Ai lavori, durati oltre due ore e mezzo, ha partecipato anche il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini.
Prima di tutto il Fondo unico per gli enti locali, in proporzione il più finanziato d’Italia con 600 milioni di euro mai ridotti da questa Giunta e confermati anche quest’anno. «A nessuno viene in mente di mettere in discussione il fondo unico, che rappresenta una delle spese qualificanti della manovra – ha detto Raffaele Paci -. Nei confronti degli enti locali abbiamo un’attenzione costante e altissima, non solo col fondo unico ma anche con gli assestamenti che abbiamo fatto per erogare risorse necessarie a garantire i servizi o la chiusura dei bilanci, ultimo esempio quello della provincia di Nuoro un paio di settimane fa. Manteniamo tutti gli interventi per le politiche sociali, 30 milioni del Reddito di inclusione sociale che vengono confermati anche quest’anno e destiniamo 70 milioni a varie forme di accompagnamento al lavoro, dai cantieri verdi ai lavoratori socialmente utili, dalle liste speciali al parco geominerario per almeno un paio di migliaia di posti di lavoro nelle comunità sarde. Infine, ci sono 40 milioni disponibili su cui ragioneremo insieme al Consiglio per individuare come destinarli nel modo più strategico e migliore possibile».
Grazie al Patto del 2014 che ha garantito la fuoriuscita dal Patto di stabilità, quest’anno la Sardegna può contare su 120 milioni di entrate in più rispetto allo scorso anno, circa il 2%, e dal 2015 ha potuto spendere un miliardo in più. E, finalmente, il Pil dopo 7 anni di recessione ininterrotta, ha ripreso pur se di poco a crescere. Un segnale positivo che con la Finanziaria la Giunta vuole consolidare. «Siamo consapevoli che la ricchezza e il lavoro li creano le imprese, e in questa direzione stiamo procedendo con decisione: fra quest’anno e l’anno prossimo ci sono 255 milioni di euro disponibili per le imprese attraverso i bandi, una cifra che muoverà mezzo miliardo di investimenti. Una politica per le imprese mai realizzata prima, forte anche della grande risposta arrivata alla pubblicazione di ogni bando, con tantissime richieste a dimostrazione della voglia di ricominciare a investire dopo la terribile crisi, e il nostro impegno è anche quello di ridurre e semplificare al massimo la burocrazia per accelerare i tempi. Abbiamo fatto tre assestamenti di bilancio per un totale di 250 milioni, e nel 2018 potremo farne altri se ci saranno urgenze a cui dare risposte. E poi scuola, cultura, università, infrastrutture: tutto questo – ha sottolineato Raffaele Paci – lo facciamo senza aumentare le tasse, tenendole al minimo e lasciando così 130 milioni nelle tasche delle famiglie e 100 a disposizione delle imprese, cifre che entrerebbero nelle casse regionali se le aliquote venissero portate alla media nazionale e in particolare delle regioni in piano di rientro dal debito della sanità, situazione in cui di fatto la Sardegna si trova».
Il vicepresidente della Regione ha poi chiarito che il quotidiano lavoro di questi anni ha avuto e continua ad avere un risanamento strutturale del bilancio che si sta realizzando con la ripulitura dei conti, il pagamento di debiti del passato, gli interventi su pezzi del sistema completamente abbandonati, due esempi per tutti l’Arst e le Zir, e che ha avuto inizio con la chiusura delle norme di attuazione della vertenza entrate dopo ben dieci anni. «Non riusciremo mai a fare sviluppo se non consolidiamo le fondamenta – ha concluso Raffaele Paci -, con un bilancio sano e con numeri sotto controllo».
Prima di tutto il Fondo unico per gli enti locali, in proporzione il più finanziato d’Italia con 600 milioni di euro mai ridotti da questa Giunta e confermati anche quest’anno. «A nessuno viene in mente di mettere in discussione il fondo unico, che rappresenta una delle spese qualificanti della manovra – ha detto Raffaele Paci -. Nei confronti degli enti locali abbiamo un’attenzione costante e altissima, non solo col fondo unico ma anche con gli assestamenti che abbiamo fatto per erogare risorse necessarie a garantire i servizi o la chiusura dei bilanci, ultimo esempio quello della provincia di Nuoro un paio di settimane fa. Manteniamo tutti gli interventi per le politiche sociali, 30 milioni del Reddito di inclusione sociale che vengono confermati anche quest’anno e destiniamo 70 milioni a varie forme di accompagnamento al lavoro, dai cantieri verdi ai lavoratori socialmente utili, dalle liste speciali al parco geominerario per almeno un paio di migliaia di posti di lavoro nelle comunità sarde. Infine, ci sono 40 milioni disponibili su cui ragioneremo insieme al Consiglio per individuare come destinarli nel modo più strategico e migliore possibile».
Grazie al Patto del 2014 che ha garantito la fuoriuscita dal Patto di stabilità, quest’anno la Sardegna può contare su 120 milioni di entrate in più rispetto allo scorso anno, circa il 2%, e dal 2015 ha potuto spendere un miliardo in più. E, finalmente, il Pil dopo 7 anni di recessione ininterrotta, ha ripreso pur se di poco a crescere. Un segnale positivo che con la Finanziaria la Giunta vuole consolidare. «Siamo consapevoli che la ricchezza e il lavoro li creano le imprese, e in questa direzione stiamo procedendo con decisione: fra quest’anno e l’anno prossimo ci sono 255 milioni di euro disponibili per le imprese attraverso i bandi, una cifra che muoverà mezzo miliardo di investimenti. Una politica per le imprese mai realizzata prima, forte anche della grande risposta arrivata alla pubblicazione di ogni bando, con tantissime richieste a dimostrazione della voglia di ricominciare a investire dopo la terribile crisi, e il nostro impegno è anche quello di ridurre e semplificare al massimo la burocrazia per accelerare i tempi. Abbiamo fatto tre assestamenti di bilancio per un totale di 250 milioni, e nel 2018 potremo farne altri se ci saranno urgenze a cui dare risposte. E poi scuola, cultura, università, infrastrutture: tutto questo – ha sottolineato Raffaele Paci – lo facciamo senza aumentare le tasse, tenendole al minimo e lasciando così 130 milioni nelle tasche delle famiglie e 100 a disposizione delle imprese, cifre che entrerebbero nelle casse regionali se le aliquote venissero portate alla media nazionale e in particolare delle regioni in piano di rientro dal debito della sanità, situazione in cui di fatto la Sardegna si trova».
Il vicepresidente della Regione ha poi chiarito che il quotidiano lavoro di questi anni ha avuto e continua ad avere un risanamento strutturale del bilancio che si sta realizzando con la ripulitura dei conti, il pagamento di debiti del passato, gli interventi su pezzi del sistema completamente abbandonati, due esempi per tutti l’Arst e le Zir, e che ha avuto inizio con la chiusura delle norme di attuazione della vertenza entrate dopo ben dieci anni. «Non riusciremo mai a fare sviluppo se non consolidiamo le fondamenta – ha concluso Raffaele Paci -, con un bilancio sano e con numeri sotto controllo».
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