L’assessore Raffaele Paci a Barumini: «Cultura e turismo sono il nostro futuro, il futuro della Sardegna».
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«Cultura e turismo sono il nostro futuro, il futuro della Sardegna. Su questo vanno costruite le imprese che porteranno occupazione e ricchezza. Bisogna superare per sempre l’idea dell’assistenzialismo: il settore turistico-culturale deve essere un traino, e questo è possibile passando dal patrimonio al bene, dalla risorsa all’investimento, all’impresa, per creare ricchezza e posti di lavoro indispensabili anche per superare lo spopolamento delle nostre zone interne.»
L’ha detto il vicepresidente della Regione Raffaele Paci aprendo a Barumini la tre giorni della quarta edizione dell’Expo del turismo culturale in Sardegna, organizzato dalla Fondazione Barumini Sistema Cultura in collaborazione col Polo museale della Sardegna, occasione per celebrare il ventennale di iscrizione dell’area archeologica Su Nuraxi alla prestigiosa lista redatta dall’Unesco (organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura), riconoscimento risalente al 1997.
«Abbiamo messo gli attrattori culturali e turistici al centro della nostra strategia di sviluppo intelligente, la nostra S3 che serve per individuare gli elementi di sviluppo della nostra regione – ha ricordato Raffaele Paci -. Con le nostre imprese dobbiamo puntare sulla nostra identità, sui prodotti tipici, sull’ambiente, sul nostro patrimonio millenario: nessuno potrà copiare ciò che abbiamo e che ci proviene dal nostro passato, è questo è il vero, unico nostro punto di forza. Un messaggio che voglio arrivi chiaro ai tanti studenti presenti qui oggi dagli istituti alberghieri, da licei scientifici e dall’università: non stiamo facendo discorsi da convegno, non è un confronto accademico tra amministratori locali e ospiti esterni. Questo è il nostro futuro, il futuro della Sardegna, e non ne abbiamo altro.»
Per trasformare il patrimonio culturale in volano di crescita e sviluppo il primo passo è dunque riuscire a valorizzarlo. «Su Nuraxi, i Giganti di Mont’e Prama, i pozzi sacri legati al rito dell’acqua sono cose che abbiamo fatto noi sardi, che abbiamo solo noi e solo qui, e che dobbiamo valorizzare. Non sono una muta testimonianza del passato ma una grande opportunità. 52 addetti che lavorano qui a su Nuraxi sono una grande azienda: queste sono le imprese del futuro che si devono poi legare a tutta la filiera dell’agroalimentare, dell’artigianato, dell’ambiente nell’isola della longevità, nella Sardegna dei centenari – ha sottolineato il vicepresidente della Regione -. Dobbiamo portare qui turisti in queste stagioni che ci regalano magnifiche temperature, non nei resort semi abbandonati in questa stagione lungo le coste, ma nei nostri paesi, per farvivere loro le nostre tradizioni, il nostro artigianato, la nostra storia, insegnare loro come si preparano i prodotti tipici e come si fa la tessitura, in modo che loro stessi si facciano poi nostri promotori nel mondo».
«Solo intorno a questo possiamo costruire una regione che abbia occupazione e ricchezza. Questa è l’idea che sta alla base della nostra programmazione territoriale, progetti di sviluppo che puntino sull’identità: abbiamo oltre il 90% dei Comuni sardi ormai coinvolti nella programmazione territoriale con la quale mettiamo in gioco oltre 300 milioni, e siamo certi che con progetti validi lo spopolamento delle zone interne si può combattere. Questo è il messaggio che vogliamo lasciare come istituzione, soprattutto ai giovani – ha concluso Raffaele Paci -. Abbiate fiducia in quello che insieme stiamo facendo, perché le prospettive di sviluppo della nostra regione sono chiare e attraverso la cultura e il turismo sicuramente riusciremo, e riuscirete, a costruire il vostro futuro.»
«Abbiamo messo gli attrattori culturali e turistici al centro della nostra strategia di sviluppo intelligente, la nostra S3 che serve per individuare gli elementi di sviluppo della nostra regione – ha ricordato Raffaele Paci -. Con le nostre imprese dobbiamo puntare sulla nostra identità, sui prodotti tipici, sull’ambiente, sul nostro patrimonio millenario: nessuno potrà copiare ciò che abbiamo e che ci proviene dal nostro passato, è questo è il vero, unico nostro punto di forza. Un messaggio che voglio arrivi chiaro ai tanti studenti presenti qui oggi dagli istituti alberghieri, da licei scientifici e dall’università: non stiamo facendo discorsi da convegno, non è un confronto accademico tra amministratori locali e ospiti esterni. Questo è il nostro futuro, il futuro della Sardegna, e non ne abbiamo altro.»
Per trasformare il patrimonio culturale in volano di crescita e sviluppo il primo passo è dunque riuscire a valorizzarlo. «Su Nuraxi, i Giganti di Mont’e Prama, i pozzi sacri legati al rito dell’acqua sono cose che abbiamo fatto noi sardi, che abbiamo solo noi e solo qui, e che dobbiamo valorizzare. Non sono una muta testimonianza del passato ma una grande opportunità. 52 addetti che lavorano qui a su Nuraxi sono una grande azienda: queste sono le imprese del futuro che si devono poi legare a tutta la filiera dell’agroalimentare, dell’artigianato, dell’ambiente nell’isola della longevità, nella Sardegna dei centenari – ha sottolineato il vicepresidente della Regione -. Dobbiamo portare qui turisti in queste stagioni che ci regalano magnifiche temperature, non nei resort semi abbandonati in questa stagione lungo le coste, ma nei nostri paesi, per farvivere loro le nostre tradizioni, il nostro artigianato, la nostra storia, insegnare loro come si preparano i prodotti tipici e come si fa la tessitura, in modo che loro stessi si facciano poi nostri promotori nel mondo».
«Solo intorno a questo possiamo costruire una regione che abbia occupazione e ricchezza. Questa è l’idea che sta alla base della nostra programmazione territoriale, progetti di sviluppo che puntino sull’identità: abbiamo oltre il 90% dei Comuni sardi ormai coinvolti nella programmazione territoriale con la quale mettiamo in gioco oltre 300 milioni, e siamo certi che con progetti validi lo spopolamento delle zone interne si può combattere. Questo è il messaggio che vogliamo lasciare come istituzione, soprattutto ai giovani – ha concluso Raffaele Paci -. Abbiate fiducia in quello che insieme stiamo facendo, perché le prospettive di sviluppo della nostra regione sono chiare e attraverso la cultura e il turismo sicuramente riusciremo, e riuscirete, a costruire il vostro futuro.»
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