20 July, 2024
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La Manovra 2018 potrebbe approdare in Aula già il prossimo 5 dicembre: è questa l’ipotesi formulata dalla commissione Bilancio al termine della giornata di audizioni che ha avuto come protagonisti i vertici delle organizzazioni delle imprese e delle associazioni degli Enti locali. Il calendario proposto dal presidente, Franco Sabatini (Pd), ipotizza inoltre la scadenza dei termini per la presentazione degli emendamenti entro lunedì 20 novembre e la conclusione delle audizioni, martedì 14 novembre con l’intervento dell’assessore della Sanità, Luigi Arru.

Il parlamentino del Bilancio questa mattina ha ricevuto invece nella prima sessione delle audizioni, il presidente di Confindustria, Alberto Scanu, il segretario della Cna, Francesco Porcu, il segretario di Confartigianato, Stefano Mameli ed il presidente di Confapi, Mirko Murgia. I rappresentanti delle organizzazioni dei produttori, nel corso dei rispettivi interventi, hanno espresso apprezzamento per i tempi con i quali si procede nell’approvazione della Manovra da 7.7 miliardi («auspichiamo il via libera del Consiglio entro l’anno») e per il mantenimento del livello minimo delle aliquote Irap e Irpef, mentre hanno puntato il dito sui ritardi nella spesa delle risorse regionali e contro il cosiddetto appesantimento burocratico («rischia di vanificare le poche iniziative indirizzate allo sviluppo e all’occupazione»).

Alberto Scanu (Confindustria) ha rimarcato il condizionamento dell’economia sarda dalla spesa pubblica nazionale («alla luce della simpatie per la Catalogna ricordo ai sardi che la nostra Regione ha un residuo fiscale negativo di 5.3 miliardi di euro e i trasferimenti esterni pesano in Sardegna tremila euro per ciascun residente») e l’urgenza di misure strategiche per favorire la crescita. «Proponiamo – ha dichiarato Scanu – l’indizione di una conferenza regionale dell’industria, al fine di promuovere azioni e iniziative per attrarre investimenti e migliorare la competitività del sistema»).

Francesco Porcu della Cna ha definito il sistema regionale “poco competitivo” ed ha parlato di “spesa pubblica bloccata” evidenziando la carenza di interventi mirati al rilancio della piccola e media impresa nell’Isola. «La Sardegna – ha dichiarato Porcu – è la Regione che registra la più alta percentuale di riduzione delle impresse artigiane (-15% tra il 2009 e il 2016 che significano 6.515 aziende in meno) e la scarsa efficacia delle politiche dello sviluppo fa il paio con una scarsa qualità istituzionale, perché è evidente che dopo l’approvazione della riforma degli Enti locali, in Sardegna, vi è un disordine amministrativo conclamato».

Critica anche Confartigianato che con Stefano Mameli ha auspicato«un passo più coraggioso verso le imprese e gli artigiani». «Rivendichiamo un ruolo strategico per l’artigianato – ha dichiarato Mameli – e vogliamo che nella legge di stabilità ci siano riconosciuti incentivi per l’assunzione dei giovani e un piano straordinario per la rilevazione dei fabbisogni occupazionali».

Mirko Murgia (Confapi) ha criticato lo scarso confronto (nonostante precisi impegni assunti in tal senso)  con le organizzazioni dei produttori ed ha definito la proposta di finanziaria “buona ma poco coraggiosa”. Il presidente della Confapi ha inoltre denunciato “ingiustificabili” ritardi nelle graduatorie del “Piano Sulcis” ed ha auspicato un serio progetto di rilancio delle aree industriali e la riorganizzazione del sistema dei porti sardi.

Nella sessione riservata alle organizzazioni dell’agricoltura, Sergio Cardia, è intervenuto in rappresentanza di Agrinsieme, l’organismo che comprende Cia, Confagricoltura, Copagri e Agci Agrital, ed ha lamentato il mancato rispetto di quanto stabilito nel protocollo sottoscritto lo scorso 5 settembre con la Regione, dove si era previsto uno stanziamento di 20 milioni di euro a favore dei comparti del cosiddetto extraovino. «Chiediamo che siano stanziate le risorse promesse – ha affermato Cardia – e la conferma dell’impegno per la conferenza regionale del sistema agricolo».

Alfonso Orefice, in rappresentanza della Coldiretti, ha concentrato il suo intervento su alcuni aspetti tecnici ed in termini più generali ha criticato una serie di appesantimenti nelle procedure, ad incominciare da quelle relative al riconoscimento dei danni da calamità, ed ha concluso chiedendo lo stanziamento di ulteriori risorse rispetto ai 20 milioni ipotizzati nel protocollo del 5 settembre.

Pietro Tandeddu (Copagri) ha auspicato non solo la positiva definizione della vertenza accantonamenti ma la riapertura delle vertenza entrate («i costi di sanità e trasporti sono insostenibili come il peso degli accantonamenti»).

Luca Sanna (Confagricoltura) ha chiesto l’istituzione di un fondo per le assicurazioni contro i danni delle calamità naturali mentre il presidente dell’Oilos, Tore Pala, ha definito “indispensabile” un’accelerazione del Psr ed in particolare delle misure del cosiddetto pacchetto giovani.

Fabio Onnis, presidente di alleanza delle cooperative, l’organismo che raggruppa Agci, Confocoperative e Legacoop, ha chiesto l’incremento degli stanziamenti della legge 5/57 (legge quadro della cooperazione) ed ha affermato: «Il sistema cooperativistico è il primo sistema produttivo della Sardegna».

Nel pomeriggio Giuseppe Scura (Confcommercio) e Roberto Bolognesi (Confesercenti) hanno espresso le posizioni dei commercianti definendosi “tiepidamente ottimisti”. «Nella manovra c’è poco per le imprese – ha dichiarato Scura – e lo stanziamento di 180 milioni per energia, turismo, competitività e sviluppo economico è del tutto insufficiente».

«Il comparto è in grave difficoltà – ha dichiarato Bolognesi – e chiediamo al Consiglio interventi per abbattere i costi delle pratiche dei Confidi, una riduzione dei costi contributivi e interventi per l’ambulantato».

Le audizioni si sono concluse con l’intervento del presidente dell’Anci, Emiliano Deiana, che ha parlato anche a nome di Aisel e Aicre. «Serve riaprire la vertenza entrate – ha dichiarato Emiliano Deiana – insieme a quella degli accantonamenti e rivedere il sistema istituzionale sardo». Emiliano Deiana ha auspicato una modifica della riforma degli Enti locali, alla luce della mancata soppressione delle Province, ed ha denunciato il taglio di 300 milioni ai Comuni nel periodo 2009-2014. «Il sistema dei Comuni – ha aggiunto Emiliano Deiana – si regge solo sul fondo unico e bene fa l’assessore ad insistere per la regionalizzazione della finanza locale». Sui temi specifici della manovra, il presidente Anci, ha chiesto un incremento degli stanziamenti per il Reis e scelte strategiche per affrontare due questioni fondamentali: le zone interne e lo spopolamento.  

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«Il Consiglio regionale ha tutto l’interesse a tutelare le produzioni di qualità della Sardegna. Insieme alla Giunta proveremo a trovare una soluzione per tutelare la filiera che ruota intorno al grano Cappelli». Lo ha affermato il presidente della Commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale, Luigi Lotto, al termine dell’audizione dei rappresentanti del Consorzio “grano Cappelli” preoccupati per la decisione del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) di assegnare alla Società Italiana Sementi la certificazione del prodotto. La multinazionale semenziera bolognese avrà il diritto in esclusiva sulla varietà di frumento nata nel 1915 grazie al genetista Nazareno Stampelli e ribattezzata Cappelli in omaggio al senatore Raffaele che alla fine dell’800 diede il via alle trasformazioni agrarie in Puglia.

«E’ un’autentica ingiustizia che non tiene conto del lavoro fatto da noi sardi negli ultimi 25 anni – ha detto Santino Accalai, titolare della ditta semenziera Selet di Tuili che per prima, nei primi anni ’90 decise di scommettere sulla riscoperta di questa varietà di grano – con l’esclusiva alla Sis si mette in ginocchio un’intera filiera. Intorno al grano Cappelli è nato un Consorzio che comprende agricoltori, mugnai, panificatori e commercianti. Una realtà importante per l’economica sarda che rischia adesso di sparire.»

«In Sardegna si producono 8.000 quintali di grano da seme e 10.000 da macina – ha aggiunto Roberto Congia, socio del Consorzio – con la decisione del Crea nessun agricoltore potrà in futuro certificare il proprio prodotto. Noi chiediamo di lavorare e di poterlo fare serenamente.»

Dello stesso avviso Valentina Sirigu, titolare di Kentos, azienda che da nove anni ha deciso di puntare sul pane di qualità: «La mia azienda lavora solo grano biologico – ha affermato Valentina Sirigu – il Consorzio è nato per sopperire alla carenza della materia prima. Con l’aggiudicazione del bando a Sis, che promette di pagare il prodotto a 80 euro al quintale, si rischia di drogare il mercato. Aziende come la nostra rischiano di non essere più competitive.»

Tutti i componenti della Commissione hanno espresso preoccupazione per la situazione creatasi e sollecitato un approfondimento con la Giunta per studiare un’azione comune a tutela della filiera. Il consigliere del Pd Piero Comandini, dopo aver rimarcato il ritardo con cui si arriva ad affrontare la questione ha sollecitato l’approvazione di una risoluzione in Commissione. Proposta che potrebbe essere attuata dopo le interlocuzioni con l’assessore all’Agricoltura Pierluigi Caria, la cui audizione è in programma per giovedì 9 novembre. «Il Crea non ha tenuto conto del percorso che ha portato alla valorizzazione del grano Cappelli – ha detto Comandini – in  questo modo si autorizza uno scippo e si va verso una situazione di monopolio con tutte le conseguenze del caso».

Da parte del consigliere Antonio Gaia (Cps) è invece arrivata la proposta di costituire un marchio Deco coinvolgendo i comuni dove si produce il grano Cappelli: «Il marchio comunale a tutela delle produzioni di qualità potrebbe essere la soluzione per arginare il dominio delle multinazionali».

«Perdere una produzione di eccellenza è inaccettabile – ha aggiunto Gianluigi Rubiu dell’Udc – sarebbe una sconfitta per il Consiglio che da poco ha approvato una legge sul pane di qualità. La Sardegna faccia fronte comune con la Puglia contro la multinazionale emiliana». Una soluzione positiva ha invocato anche il consigliere Fabrizio Anedda di Sinistra Sarda mentre Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha chiesto di accertare eventuali responsabilità delle agenzie regionali per l’agricoltura.

«La Sardegna non può subire inerme questo scippo – ha detto il consigliere del Pd Alessandro Collu – il Consorzio ha creato le condizioni per una filiera perfetta. Adesso che si gioca una bella partita qualcuno ha deciso di venire a prendersi il pallone.»

Mario Tendas (Pd), infine, ha sollecitato un coinvolgimento dell’Ufficio legale della Regione: «La gara è ormai aggiudicata – ha detto Mario Tendas – ho paura che si possa risolvere solo per via giudiziaria accertando se il bando è stato regolare o meno».

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La commissione Governo del territorio, presieduta dal vice presidente Antonio Solinas (Pd) in attesa dell’elezione del nuovo presidente, ha ascoltato l’assessore dei Lavori Pubblici Edoardo Balzarini su alcuni importanti temi: legge di stabilità 2018, capitalizzazione di Abbanoa Spa ed istituzione dell’Ente di governo dell’ambito della Sardegna.

Sui contenuti delle legge di stabilità, Edoardo Balzarini ha parlato di una azione di “mantenimento” della programmazione pluriennale già avviata, che trova copertura finanziaria in fondi nazionali ed europei e, per quanto riguarda la Regione, nel mutuo per le infrastrutture. Fra gli interventi più significativi l’assessore ha segnalato il sostegno ai Consorzi di bonifica per il contenimento dei costi dell’acqua, l’abbattimento degli interessi per l’acquisto della prima casa ed il contrasto al rischio ideo geologico.

Nel corso del dibattito, durante il quale hanno preso la parola i consiglieri regionali Pier Mario Manca (Pds), Salvatore Demontis e Giuseppe Meloni (Pd) e Giovanni Satta (Misto) il presidente della commissione ha richiamato l’attenzione dell’assessore sulla grave situazione delle strade provinciali, in gran parte prive di manutenzione ordinaria. Edoardo Balzarini, dopo aver ricordato gli interventi contenuti nel “Patto per la Sardegna” finalizzati al miglioramento della sicurezza delle infrastrutture stradali, ha riconosciuto che quello della manutenzione ordinaria è un problema reale che determina “disagio e malessere” in molti territori e vi si potrà porre rimedio, sia pure parzialmente, all’interno della legge di stabilità.

Per quanto riguarda la capitalizzazione di Abbanoa, la commissione ha espresso parere positivo alla delibera della Giunta con cui si sottoscrive (con 10 milioni per l’annualità 2017) la quota di capitale della Regione, parte di una manovra più ampia che dovrebbe portare alla ristrutturazione della società ed all’allargamento della compagine azionaria.

Sul Dl 459 della Giunta che, modificando la legge regionale 4/2015, ridisegna l’assetto dell’Ente di governo dell’ambito della Sardegna, il presidente della commissione Antonio Solinas ha brevemente ricordato la situazione che ha visto contrapposti 29 Comuni della Sardegna e l’Egas, per una delibera che obbliga gli enti locali ad entrare nella società, contro la quale è stata manifestata l’intenzione di proporre ricorso al Tar, nonostante le spese elevatissime dell’azione giudiziaria.

A questo punto, ha affermato Solinas, le soluzioni che abbiamo di fronte sono due: attendere che l’Egas sospenda la delibera, come sembra orientata a fare nella giornata di domani, o stralciare dal disegno di legge la norma che riguarda i Comuni. «Serve comunque un approfondimento – ha concluso – che però possiamo concludere in tempi brevissimi anche perché la commissione è già convocata per domani».

L’assessore Balzarini, pur non volendo interferire sulle libere determinazioni della commissione e del Consiglio e sottolineando le complessità interpretative della normativa in materia, ha definito preferibile una nuova norma organica rispetto ad un provvedimento parziale che, a suo avviso, potrebbe presentare rischi di impugnativa.

«Il disegno di legge – ha sostenuto – va valutato in tutte le sue parti perché, oltre a superare l’attuale fase di incertezza dei Comuni autonomi, dà attuazione alle indicazioni dell’Anaac sul controllo analogo e prevede meccanismi graduali di superamento della posizione dominante della Regione che scenderà al 20% del capitale entro il 2020 e consentirà da subito la designazione del nuovo vertice, espressione dei Comuni con una sorta di voto ponderato in base alla popolazione.»

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«Un percorso innovativo, da portare avanti con convinzione, per realizzare in città un polo sanitario di medicina specialistica diurno al servizio dell’area vasta e non solo da inglobare nel San Giovanni di Dio, dando risposte più efficaci ai bisogni di salute dei cittadini, puntando non solo su una rete ospedaliera di qualità, ma anche sul potenziamento della prevenzione e dei servizi territoriali per costruire un nuovo modello di sanità più vicina alle persone.»

E’ la proposta del consigliere regionale di Forza Italia Edoardo Tocco, vice presidente della commissione Salute, per evitare la chiusura dell’ex ospedale civile del capoluogo isolano: «Un’esigenza che scaturisce dal territorio per affrontare la dismissione di diverse strutture sanitarie. Un processo per favorire il pieno utilizzo degli spazi e delle attività utili agli utenti. Il San Giovanni di Dio potrebbe così essere restituito alla città, destinandolo all’ambito dei codici bianchi. Una sorta di nuovo centro diurno. Un poliambulatorio che possa dare risposte più efficaci e adeguate ai bisogni in un settore così delicato e complesso. Siamo convinti – conclude Edoardo Tocco – che vadano potenziati i servizi di qualità, ma occorra anche una porta sempre aperta verso la comunità, in modo tale che tutti si facciano carico dei problemi di chi è più fragile, favorendone la giusta attenzione verso i problemi socio sanitari».

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Seconda sconfitta consecutiva, prima casalinga, per la Sulcispes Sant’Antioco, nella sesta giornata di andata del campionato di serie D di basket maschile. Il Sinnai ha violato il PalaGiacomoCabras con un punteggio molto netto: 88 a 66, primo tempo 48 a 27. La partita non ha avuto storia fin dal primo quarto, concluso con la squadra ospite avanti di 11 punti: 20 a 9. La fisionomia del match non è cambiata nel secondo quarto, che ha visto il Sinnai allungare ancora e portarsi al riposo dell’intervallo lungo con ben21 punti di vantaggio: 48 a 27. Timida reazione nel terzo quarto, concluso con 7 punti di vantaggio, 19 a 12, ma nell’ultimo quarto il ritardo s’è ulteriormente dilatato, fino al definitivo 66 a 88.

«Abbiamo iniziato il match un tantino intimoriti – ammette coach Paolo Massidda – le assenze di Castiglia e Aralossi hanno pesato, ma bisogna essere obiettivi: il Sinnai ha dimostrato certamente qualcosa in più rispetto a noi, soprattutto a livello fisico, pertanto sarà necessario lavorare con ulteriore impegno affinché le prestazioni possano progredire. Non dobbiamo drammatizzare la sconfitta, il campionato è lungo, per cui andremo a Selargius decisi a dare il massimo per cercare di fare bene e vincere l’incontro.»

Sulcispes – Sinnai 66-88

Parziali: 9 a 20, 18 a 28, 19 a 12, 20 a 28.

Sulcispes: Casula 17, Cera, Massidda 7, Rasset 14, Pintus 4, Piras 3, Cavassa 10, Tosadori 9, Peloso 2, Era. All. Paolo Massidda.

Sinnai: Pisu 2, Novelli 4, Olla, Spetiu, Neri 6, Mattana 4, Carrucciu 17, Jordan 42, Farci, Orrù 2, Granara 2, Paddeo 6. All. Tony Atella.

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«Anche quest’anno la continuità territoriale diventa una farsa nei periodi di punta dell’anno: i sardi non hanno nessuna possibilità di rientrare da Milano nei giorni immediatamente precedenti il Natale». Lo denuncia il consigliere regionale dei Riformatori sardi Michele Cossa, che ha annunciato la presentazione di una interrogazione al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore regionale dei trasporti Carlo Careddu. «Il 21, 22 e 23 dicembre non c’è un solo posto disponibile – aggiunge Michele Cossa – forse si può trovare qualcosa nella tarda serata del 24 dicembre, ma per il momento Alitalia non prevede posti aggiuntivi. Una situazione inaccettabile, che richiede un intervento immediato della Regione per garantire ai tanti sardi che lavorano o studiano nel Nord Italia di poter festeggiare il Natale in famiglia. Tante volte ci fosse bisogno di ulteriori dimostrazioni che quesito modello non funziona – conclude Michele Cossa -, va in tilt nei momenti di maggiore necessità, non garantisce la Sardegna e rappresenta una pesante spada di Damocle sulla nostra e economia e sulla accessibilità della nostra Isola.»

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Gli ex lavoratori Ati Ifras, sino al 31 dicembre 2016 impegnati nelle attività del Parco Geominerario della Sardegna, non smobilitano dai due presidi di Sassari, sul duomo della città, e Cagliari, con le tende piazzate sotto il palazzo della Regione. 

La decisione è stata presa dopo l’incontro tra l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu, e i sindacati che parlano di “piccoli passi in avanti, che non risolvono la vertenza”. Tanto che i manifestanti sono pronti a passare il Natale in tenda se non arriverà una soluzione definitiva per i 490 ex operatori del Geoparco sugli originari 520, nel prossimo incontro previsto per mercoledì 29 novembre. Nel Tavolo partenariale l’assessore Spanu ha fatto il punto della situazione ed illustrato le ultime novità: 27 lavoratori sono stati già assunti da Igea. Per altri 35, non sussistendo certezze sulla volontà della società Ifras di mettere a disposizione le attrezzature, verranno definiti, sulla base di una stretta collaborazione tra la stessa Igea e l’Aspal, percorsi formativi che consentano l’assunzione a tempo determinato entro il prossimo 27 novembre. Viene inoltre confermato l’inserimento di 10 addetti entro il prossimo primo dicembre e di altri 46 entro il primo gennaio del 2018. Anche il Comune di Sassari ha presentato cinque proposte per l’inserimento di 46 lavoratori e il Parco Geominerario sta verificando gli spazi per le assunzioni. Infine va avanti, con il coordinamento dell’Insar, il piano dell’esodo che prevede il coinvolgimento di 145 lavoratori: già sottoscritti gli accordi transattivi con 65 operatori.

«Non siamo soddisfatti di questo incontro ma anzi rimaniamo molto scettici sulle soluzioni che per ora sono solo sulla carta – spiega il segretario dell’Ugl, Simone Testoni – bisogna accelerare su tutte le questioni sul tavolo, a partire dal pagamento degli arretrati e del tfr con l’azienda Ati Ifras, ma il problema più grave riguarda quei lavoratori che oggi percepiscono 460 euro al mese con la Naspi. Si tratta il più delle volte di famiglie monoreddito che si trovano sotto la soglia della povertà.»

«Il prossimo incontro del 29 novembre deve essere quello risolutivo: non bisogna permettere che questi lavoratori passino il Natale in presidio al freddo e al gelo – tuona Cristiano Ardau della Uil -. Non è né umanamente né sindacalmente possibile che accada questo nel 2017. Il progetto c’è, i lavoratori pure e anche la volontà politica occorre però sconfiggere la burocrazia.»

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La Consulta handicap entra nel pieno delle sue funzioni. Dopo l’insediamento degli organi direttivi, avvenuto nel mese di Settembre, comincia ora il ricco calendario di incontri previsti per dare concretezza a un organo consultivo e autonomo che si prefigge come obiettivo cardine la tutela delle persone con disabilità. 

«La Consulta, nata a seguito di un lungo lavoro di interlocuzioni portate avanti dalla IV commissione consiliare permanente (Servizi sociali, Pubblica istruzione, Politiche della Casa, Patrimonio), è formata da 16 componenti, tra associazioni, cittadini e famiglie con persone disabili – spiega l’assessore dei Servizi sociali Loredana La Barbera -. Si tratta di un passo avanti importante compiuto dalla nostra città nel campo dell’inclusione sociale.»

Giovedì 9 novembre, alle ore 17.00, nella sala riunioni della Torre civica, si svolgerà un’assemblea ordinaria per discutere i seguenti punti all’ordine del giorno:

1. Presentazione dei servizi offerti dalle associazioni aderenti alla Consulta;

2. Presentazione dello sportello informazioni;

3. Varie ed eventuali.

 La riunione sarà presieduta da Fabrizio Cucchiara, il quale sarà affiancato dal Vicepresidente Marco Vargiolu. La verbalizzazione sarà a cura di Martina Emmolo.

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Giovedì 9 novembre, dalle ore 16.30, l’Istituto Comprensivo “Satta” plesso di Is Gannaus – Scuola Primaria di via Cellini, ospiterà il primo seminario nel Sulcis sul mutismo selettivo dal titolo: “Che voce ha il silenzio?”

Il seminario ha come obiettivo la diffusione di informazioni a sostegno di una sinergia di interventi tra docenti e famiglie.

All’incontro parteciperanno la referente regionale A.I.Mu.Se Sardegna, Donatella Pes, e la referente provinciale A.I.Mu.Se Cagliari, Gian Piera Giobbe.

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Dal 15 novembre al 2 dicembre si terrà tra Cagliari ed Iglesias la IX edizione delle “Giornate del cinema del Mediterraneo”.

Il 17 novembre è previsto a Cagliari presso il Teatro Massimo un evento d’apertura della rassegna con il film-documentario su Carmelo Bene, “Tracce di bene” di Giuseppe Sansonna Italia 2017, durata 56’. Saranno presenti il regista Giuseppe Sansonna, l’attore Luigi Mezzanotte, l’attrice Barbara Maria Caruso, Massimo Mancini, Direttore generale di Sardegna Teatro. Coordina Enrico Pau, regista e Direttore artistico delle “Giornate del cinema del Mediteraneo”.

Dal 18 novembre gli eventi sono programmati ad Iglesias presso la nascente “Casa del cinema” – Centro culturale con il film “L’accabadora” di Enrico Pau ed il film “L’ordine delle cose” di Andrea Segre. Saranno presenti oltre al regista Enrico Pau, la sceneggiatrice Antonia Iaccarino, l’attrice Valentina Carnelutti, lo scrittore e giornalista Ottavio Olita.

La programmazione proseguirà fino al 2 dicembre con un ricco calendario di eventi ed ospite.

Il 15 novembre inizierà un seminario di cinematografia presso il Liceo Artistico e Scientifico di Iglesias, in collaborazione con il CELCAM dell’Università di Cagliari.

Le“Giornate del cinema del Mediterraneo”, giunte alla IX edizione, sono promosse ed organizzate  dal Centro Iniziative Culturali ARCI-Iglesias e si svolgono  nella omonima  cittadina mineraria nel Sud Ovest della Sardegna. La manifestazione ha come obiettivo quello di stimolare riflessioni sul reale, facendo dialogare il linguaggio cinematografico e documentario con altri linguaggi quali musica, immagini fotografiche, incontro del pubblico con gli autori, confronto e dibattito tra studenti,  autori e operatori degli audiovisivi, iniziative sulle arti visive e scrittura, oltre alla promozione della conoscenza delle produzioni audiovisive più recenti nell’ambito del Mediterraneo e non solo. Verranno quindi proposte diverse pellicole rappresentative delle cinematografie delle varie sponde del Mediterraneo e se possibile, per motivi di budget, anche con il coinvolgimento delle stesse Cineteche Nazionali (con la presenza diretta o con un sostegno di carattere culturale attraverso indicazioni di film, di tematiche o di messaggi di adesione e saluto).

Tre le tematiche  principali che caratterizzano l’evento di cultura cinematografica: 1) migrazioni, integrazioni e contaminazioni, 2) lavoro e solidarietà, 3) cinema e Sardegna, 4) altri luoghi, altre storie.

Ad arricchire le rassegne si aggiungono i convegni tematici, i seminari formativi rivolti alle scuole superiori, le mostre fotografiche ed altre interessanti iniziative.

Le “Giornate del cinema del Mediterraneo” nel corso di questi anni si sono conquistate un loro spazio nel campo delle iniziative di cultura cinematografica diventando un importante riferimento in Sardegna e non solo per quanti intendono conoscere e confrontarsi sulle produzioni italiane e di altri  paesi mediterranei, europei ed asiatici, che difficilmente hanno opportunità di essere conosciute nei circuiti tradizionali degli audiovisivi.

Nelle varie edizioni la manifestazione si avvale della collaborazione di festival, cineteche, enti e associazioni italiane e internazionali, per la miglior riuscita dell’evento.