23 November, 2024
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L’assessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio, Barbara Argiolas, ha partecipato, a Barumini, al convegno “Le tecnologie della realtà virtuale e del gaming applicate ai beni culturali: opportunità e volano di sviluppo territoriale”, tenutosi nell’ambito della quarta Expo del turismo culturale in Sardegna.

«I nuovi strumenti digitali sono fondamentali per valorizzare e promuovere un patrimonio archeologico e culturale unico come quello della Sardegna – ha detto nel suo intervento Barbara Argiolas -. Una fruizione innovativa dei beni culturali può anche attrarre in Sardegna quei turisti più giovani che ora preferiscono altre mete e creare nuovi motivi di vacanza da cui nascano occasioni di sviluppo per i nostri paesi.»
Dal mondo digitale opportunità promozionali inedite. Creatori di videogame, esperti di tecnologie digitali e piattaforme di realtà virtuale, amministratori locali e esponenti del MiBact come il direttore del Museo Archeologico di Cagliari Roberto Concas, col coordinamento del giornalista Andrea Frailis, si sono confrontati su come il nuovo mondo digitale possa aprire scenari inediti e dalle molteplici potenzialità per la valorizzazione dei beni culturali e archeologici della Sardegna. Dalla voce di Fabio Viola, creatore del gioco “Father and Son”, realizzato in collaborazione col Museo Archeologico di Napoli e giunto a oltre un milione di download, a quella di Marco Vigelini, mentor italiano di Minecraft, il videogioco più popolare tra bambini e ragazzi e sorta di Lego che al posto dei mattoncini usa i pixel per creare interi mondi, a quella di Giuditta Mauri, che ha illustrato le potenzialità del Geocaching, la caccia al tesoro virtuale che sfrutta il GPS degli smartphone, gli esempi concreti di come dall’hi-tech arrivino ricadute reali sul territorio. Il team SJM Tech, che ha organizzato il convegno, con Giampaolo Bruno, esperto di Marketing e Comunicazione e fondatore di ‘Inventiva’, Paola Porcu, consulente di Sviluppo Business e Jorma Ferino, produttore multimediale e cofondatore di SJM, ha illustrato cosa si sta facendo in Sardegna.

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Spano amianto

L’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano, nel suo ruolo di coordinatrice della Commissione Ambiente in Conferenza delle Regioni, è stata invitata a chiudere i lavori della ‘Terza conferenza nazionale dell’amianto’ insieme al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e all’assessore alla Sanità della Regione Piemonte e coordinatore Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, Antonio Saitta.
«Su tutte le problematiche dell’amianto abbiamo necessità di coordinamento e omogeneizzazione per avere una visione unitaria sui piani dell’ambiente, della sanità e del lavoro», ha detto Donatella Spano nella conferenza organizzata dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, ieri e oggi a Casale Monferrato, in Piemonte. L’assessora ha anche voluto ricordare Luciano Musu, un ex lavoratore per 22 anni della Sardit di Oristano, scomparso oggi, oltre che esprimere la solidarietà a tutte le vittime in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
L’assessore Spano ha evidenziato l’attesa da parte delle Regioni del Piano nazionale amianto e di un Testo unico che metta ordine alle 248 leggi nazionali e 400 regionali. «Abbiamo fiducia nel lavoro del Tavolo interistituzionale sull’Amianto – definito dal Governo per affrontare la frammentazione della normativa nazionale -, che sta dando un importante contributo per uniformare le azioni e fronteggiare il problema dell’amianto, portando ad esempio le migliori pratiche regionali, come quelle del Friuli o della Sardegna. Vogliamo che questa conferenza governativa e il documento che dobbiamo approvare segnino la roadmap delle attività del da intraprendere nel 2018 a livello regionale e nazionale», ha aggiunto Donatella Spano che ha specificato che non vanno considerate solo le aree Sin, i siti di interesse nazionale ai fini della bonifica: «Vogliamo che siano inclusi anche i poli industriali contaminati, come ad esempio i siti sardi di Oristano ed Ottana. E non possiamo ammettere disparità tra lavoratori e familiari. La prossima conferenza deve portare perciò i risultati del lavoro svolto nel 2018 ai diversi livelli ma credo anche che sia importante avere una visione chiara in tutte le regioni. Per questo motivo propongo che la conferenza diventi itinerante».

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lavoro, servizi

Aiutare i giovani a fare impresa e avviare nuove iniziative imprenditoriali, stimolando lo sviluppo sostenibile in un territorio, l’area del Monte Linas, che ha tutte le potenzialità per far crescere il settore turistico e valorizzare il comparto agroalimentare e le produzioni tipiche. Sono gli obiettivi del Progetto LINAS (Lavoro Inserimento Nuove Attività Sostenibili) che prevede percorsi formativi finanziati nell’ambito del Programma Green & Blue Economy POR FSE 2014-2020 per permettere lo sviluppo di competenze spendibili nel territorio, promuovere il lavoro autonomo e favorire l’avvio di nuove imprese. Il Progetto, che vede il coinvolgimento dell’Agenzia formativa ENIAL in collaborazione con il GAL Linas Campidano, è stato presentato ad Arbus nel corso di un convegno al quale ha partecipato anche l’assessora del Lavoro, Virginia Mura.
«Il Programma Green & Blue Economy prevede uno stanziamento di circa 53 milioni di euro – ha ricordato l’assessore Mura – è basato su un modello di formazione strutturato sui bisogni occupazionali e sulle caratteristiche dei contesti locali e, soprattutto, punta alla sostenibilità economica e ambientale. È un nuovo modo di intendere la formazione professionale, non più costruita dall’alto ma creata con il contributo degli attori locali, le agenzie formative, gli enti e tutti gli organismi che possono concorrere a impostare percorsi di qualità, legati alla peculiarità dei territori e alle loro potenzialità.»
L’area del GAL Linas Campidano, che comprende i Comuni di Arbus, Gonnosfanadiga, Guspini e Villacidro, può puntare a creare sviluppo attraverso i rafforzamento di settori quali il turismo e l’agrifood che, se accompagnati da politiche adeguate, sono in grado di favorire anche la ripresa del mercato del lavoro locale. «Stiamo creando strutture immateriali, vogliamo promuovere la creazione d’impresa e il lavoro autonomo – ha detto ancora l’assessore Mura – e l’invito lo rivolgiamo innanzitutto ai giovani che, avviando un percorso formativo di questo tipo, possono mettersi in gioco e scoprire la vocazione del lavoro autonomo, spesso scoraggiata dall’assenza di adeguati supporti. Molti dei corsi del Progetto LINAS sono infatti rivolti ad aspiranti imprenditori e, in particolare, imprenditrici, dato che l’intero Programma Green & Blue Economy prevede di destinare il 49% dei percorsi formativi alle donne. La conoscenza del territorio che hanno organismi come il GAL – ha sottolineato l’assessore – è una risorsa importante che permette di realizzare modelli di crescita sostenibile, partendo dalla valorizzazione dei fattori ambientali, culturali e identitari, a garanzia di un maggiore successo delle iniziative economiche che saranno intraprese».

Il Progetto LINAS prevede di realizzare 3 percorsi per 60 allievi, i quali potranno accedere alla qualifica di operatore di grafica pubblicitaria, tecnico per l’organizzazione di manifestazioni e hostess e steward per eventi. La durata di ciascun corso è di 210 ore, articolate in diversi moduli formativi: uno dedicato all’acquisizione di conoscenze e competenze imprenditoriali, uno rivolto alla consulenza preliminare all’avvio delle nuove attività economiche e il terzo dedicato allo start up dell’impresa. Si tratta di un intervento complessivo che accompagna l’allievo aspirante imprenditore in tutte le fasi, da quella iniziale di sviluppo dell’idea imprenditoriale a quella intermedia di elaborazione del Piano d’impresa e dell’analisi di mercato, fino all’avvio vero e proprio, sia nella fase di start up che nella ricerca dei canali di finanziamento. Molti dei destinatari dei percorsi nell’ambito di questo progetto potranno anche partecipare all’Avviso Microcredito.

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L’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu rappresenta la Regione Sardegna al convegno dal titolo ‘Sud – Le nuove opportunità per i giovani’, in programma oggi a Castel dell’Ovo a Napoli. Promosso dal ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti, che aprirà e concluderà i lavori, l’incontro ha al centro le ultimissime misure prese dal Governo a favore dei giovani meridionali. In programma anche l’intervento del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina.
Nel corso della sessione pomeridiana, dedicata al tema delle ‘Terre abbandonate’, l’assessore Erriu, anche a nome dell’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria, porterà la buona pratica del bando ‘Terre ai giovani’ ideato e finanziato dalla Regione. Il modello, individuato dagli uffici del ministero per la Coesione territoriale, è quello della società agricola Il Mandorlo Srl, che ha proposto un piano di valorizzazione dei terreni del lotto di Is Figus tra i comuni di Serramanna e Villasor. La società è amministrata dal coltivatore diretto Francesco Matta, laureato in Scienze zootecniche presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Sassari, che insieme al socio Dino Pontis (anche lui laureato in Agraria) ha suddiviso il terreno in tre parti: una destinata a mandorleto, un’altra alla coltivazione super intensiva di asparagi e infine la terza dedicata alla produzione di colture ortive. L’asparagiaia prevede la dimora di 44mila piante. Un’area, infine, è stata adibita a vivaio/ombraio, già esistente ma in parte compromesso dallo stato di abbandono.
«La Regione – sottolinea Cristiano Erriu – ha messo a disposizione di giovani under 40 una serie di appezzamenti di sua proprietà, sparsi nell’Isola. Erano abbandonati da anni, oggi danno lavoro a decine di agricoltori e ad altre persone dell’indotto. Il bando ‘Terre ai giovani’ è non solo un incentivo per tornare alla terra in un periodo di crisi di altri settori produttivi, ma anche un tentativo di salvare il paesaggio delle aree rurali a rischio di spopolamento. Il successo dell’iniziativa dimostra che, anche tra i giovani sardi, si guarda di nuovo con interesse al lavoro nelle campagne, magari con tecniche innovative e nuove colture da proporre sui mercati locale e nazionale. Allo stesso tempo favoriamo lo sviluppo della cultura d’impresa tra i giovani e la creazione di start-up.»

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Si è tenuta sabato, a Nuoro, la conferenza regionale della lingua sarda Sardu e benidore, sardu est benidore”. Una giornata interamente dedicata al tema, alla presenza degli studenti, degli operatori del settore, di linguisti, giornalisti, amministratori regionali e locali. Presenti alla Conferenza anche esponenti di altre Regioni con lingue minoritarie, come il friulano e il ladino, che hanno portato la loro esperienza poiché hanno già legiferato sull’argomento.
Due i grandi temi del dibattito. La presenza delle lingue minoritarie nel mondo della comunicazione, dai media all’etichettatura dei prodotti locali, passando per i cartoni animati per bambini e i laboratori didattici per le scuole di ogni ordine e grado. E’ necessario infatti approfondire come si possa veicolare un idioma minoritario e tramandarlo correttamente alle nuove generazioni, attraverso tutte le forme di comunicazione e informazione. Altro tema in discussione è la legge che dovrà essere discussa in Consiglio regionale, che fa sintesi delle precedenti tre proposte.
Ad aprire i lavori l’assessore della Pubblica Istruzione e Cultura Giuseppe Dessena che, prima di parlare di lingue minoritarie, ha chiesto che i presenti osservassero un minuto di silenzio per lo studente scomparso ieri a Ittiri e ha ricordato che, oggi, è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
«Il sardo l’ho imparato in famiglia – ha detto l’assessore Dessena – l’abbiamo sempre parlato e dunque l’ho potuto acquisire. Siamo qui oggi per discutere di molti argomenti, ma in particolare di come lavorare per dare un futuro alla nostra lingua, che è la sintesi della nostra identità e tradizione. Non è un caso che la sala sia piena di studenti: i ragazzi sono i nostri principali destinatari e gli eredi più prossimi con i quali lavorare per dare un futuro alla lingua, parlata e scritta. Come Regione stiamo portando avanti tanti progetti per le scuole in lingua sarda – anche attraverso i laboratori di Tutti a Iscol@ – e le Università: grazie al professor Maurizio Virdis sono stati sostenuti esami in lingua sarda all’Università di Cagliari. Ancora, molte opportunità di diffusione ci arrivano ovviamente dai media e dalla comunicazione, in generale. Sono molto convinto, per esempio, dell’importanza di restituire alla lingua sarda i prodotti commerciali: l’etichettatura del prodotto nella sua lingua di provenienza è importantissima.»
L’assessore si è inoltre rivolto agli studenti, chiedendo loro di esprimere pareri in base alla loro esperienza con la lingua sarda: «Noi come Amministrazione e programmatori regionali abbiamo bisogno del vostro aiuto, del parere degli insegnanti e degli operatori del settore, per i finanziamenti dei progetti in limba, che devono essere sempre cuciti in base alle vostre esigenze e interessi, perché non è semplice cimentarsi in qualcosa di così articolato come la lingua e i suoi processi». 
In questi anni sono state investite dalla Giunta regionale ingenti risorse per progetti di lingua sarda legati al mondo della comunicazione, o rivolti alle scuole e alla società civile, perché ci fosse la massima diffusione possibile nell’uso della lingua. Finanziamenti alle tv, alle radio e ai giornali che hanno presentato programmi in lingua sarda. E, infine, ma non da ultimo, gli sportelli linguistici che operano attivamente sul territorio.
La Regione ha investito ingenti risorse nella comunicazione e nei media. Nel triennio 2015-2017 si calcola un totale di 5milioni 330mila euro. Alle emittenti radiofoniche per trasmissione notiziari e programmi in lingua sarda sono stati stanziati un totale di 700mila euro.
Alle emittenti televisive per trasmissione di informazione, attualità, cultura e trasmissioni in lingua sarda sono stati destinati 4milioni e 200mila euro. Per la Convenzione con la RAI e per la realizzazione e diffusione di programmi radiofonici e televisivi in lingua italiana e lingua sarda nel 2016 sono stati stanziati 200mila euro.
Alla Stampa periodica per pubblicazioni in lingua sarda sono state date risorse per 40mila euro (2017). Mentre, per l’informazione on line per articoli in lingua sarda, sono stati investiti 40mila euro (2017). Alla realizzazione, interpretazione, registrazione e diffusione di opere audiovisive di animazione in lingua sarda e di prodotti musicali, nell’ambito di manifestazioni a rilievo nazionale e internazionale, destinati a bambini e ragazzi sono andati 150mila euro per il 2017.
La Regione nel triennio 2015-2017 ha inoltre finanziato conferenze sulla cultura e la lingua sarda, i corsi delle Università tenuti sia a Cagliari che a Sassari, gli sportelli linguistici, la lingua insegnata in orario curricolare nelle scuole, premi letterari e giornate come Sa die de sa Sardigna, con le annesse attività nelle scuole, le celebrazioni per personaggi illustri, i cori e bende musicali e le Pro Loco, per un totale di 10milioni 182mila euro.
Il Servizio Lingua e Cultura Sarda si struttura nel 2008, quando vengono istituiti anche gli Sportelli linguistici comunali, provinciali e territoriali. Inizialmente in quasi tutti i comuni della Sardegna era presente uno sportello linguistico, poi a seguito della diminuzione delle risorse, si è privilegiata l’aggregazione di più soggetti in un unico sportello sovracomunale, con un comune capofila che coordina le iniziative sul territorio: questo ha però permesso di attuare una politica linguistica più omogenea.
Gli sportelli linguistici. Hanno consentito non solo lo svolgimento di attività istituzionali presso gli Enti che li hanno attivati, ma anche la realizzazione di progetti culturali e di formazione ai dipendenti pubblici e alla popolazione interessata, fornendo così gli strumenti per un primo approccio alla lingua sarda sia orale che scritta.
Lo scopo dello sportello linguistico è, infatti, la promozione dell’uso orale e scritto della lingua sarda sia all’interno dell’Amministrazione che nei rapporti con i cittadini, in conformità alla legge nazionale 482/99 (“Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”).
Lo sportello linguistico ha un ruolo centrale e di grande valenza istituzionale nella politica linguistica regionale e svolge le seguenti attività:
Svolgimento di corsi di lingua sarda: CUBASCursi Bàsicu de Sardu, uno introduttivo e uno avanzato, IN-CHAT Incontri informali per parlare in sardo di tematiche attuali.
Redazione di testi didattici e illustrativi per apprendere la lingua sarda: es. 2014 Sa rebellia, 2015 Màndigos de Sardigna e Impara su sardu quaderno di attività didattiche con regole e esercizi.
Utilizzo di tecnologie e programmi informatici e telematici destinati a facilitare e rafforzare l’uso della lingua sarda: CROS, Correttore Regionale Ortografico Sardo, SINTESA (implementazione con database già esistenti, perché realizzati in precedenti progetti: es. ALIMUS) Ditzionàriu de sa Limba e Cultura Sarda di Mario Puddu.
Produzione, funzionamento e/o supporto a eventi culturali e promozionali sull’uso della lingua sarda (convegni, seminari, dibattiti, conferenze e attività di alfabetizzazione) promosse dall’Assessorato: SUNS Festivaldella canzone in lingua minoritaria in collaborazione con l’Arlef l’Agenzia regionale della lingua friulana, BABEL FILM FESTIVAL, festival film in lingua minoritaria in collaborazione con la Cineteca Umanitaria.
Attività quotidiana di front-officecon il pubblico (accoglienza e consulenza linguistica).
Collaborazione in maniera più strutturata con altri Assessorati e/o Enti regionali che ne facciano richiesta per traduzione di atti e/o promozione di eventi culturali e linguistici: SUNS, Sa Die, FRED radio (Fondazione Sardegna Film Commission) BABEL FIM FESTIVAL.

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E’ in programma questo pomeriggio, dalle ore 16.30, presso la Sala Conferenze della provincia del Sud Sardegna (in via Mazzini a fianco ex scuola media Pascoli, a Carbonia), l’incontro pubblico dal titolo “Primi risultati scientifici ottenuti grazie al Sardinia Radio Telescope”, a cura della dottoressa Valentina Vacca, ricercatrice INAF – Osservatorio Astronomico di Cagliari. L’evento è promosso da Unisulky S’Ischiglia Network – Università Popolare del Sulcis. Ingresso libero.

Riprenderanno da gennaio 2018, intanto, i seminari con gli IIS che hanno partecipato a SulciScienza dal 13 al 19 novembre scorsi.

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La scorsa estate (il 6 luglio) lanciammo l’allarme sul depotenziamento dei servizi pubblici in corso nel Sulcis Iglesiente, con particolare riferimento alle sedi Inps di Carbonia e Giba, che negli ultimi anni hanno registrato una contrazione sensibile degli organici (a Carbonia da 16 a 4 dipendenti, a Giba da 4 a 1 dipendente), negli orari (apertura in entrambe le sedi da 5 a 3 giorni la settimana) e nelle prestazioni (nella sede di Carbonia è stato chiuso lo sportello per le imprese, accentrato nella sede di Iglesias).

Oggi, senza alcuna sorpresa, il piano di ristrutturazione dell’Istituto previdenziale, denominato “MODELLO DI PRESIDIO TERRITORIALE A OPERATIVITA’ DIFFERENZIATA Proposta per una evoluzione del ruolo dell’Agenzia e del modello di distribuzione dei servizi e delle attività produttive”, pone a forte rischio l’ufficio Inps di Giba.

Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, ha presentato un’interrogazione con la quale chiede alla Giunta Pigliaru di intervenire e a chiedere un incontro immediato con l’Inps, per scongiurare la soppressione dei servizi previdenziali.

«La decisione sui tagli sarà presa in base a diversi criteri che vanno dalla popolazione residente nel distratto, il personale in forza alla filiale e la percentuale di ipercopertura sul territorio (con la distanza dalle altre sedi) – spiega il rappresentante Udc -. Con questi parametri, è di fatto scontata la chiusura dell’agenzia Inps sita a Giba, che copre tutto il Basso Sulcis, sulla via Principe di Piemonte, che eroga una serie di servizi prioritari ai cittadini del distretto.»

Sul piede di guerra le organizzazioni sindacali. «La Cisl di Cagliari si è già espressa in modo nettamente contrario alla riorganizzazione disegnata dall’Inps, dichiarandosi pronta a mettere in atto tutte le iniziative, in sede locale e nazionale, necessarie per far cambiare idea all’Istituto di previdenza – aggiunge Gianluigi Rubiu -. E’ l’ennesima scelta calata dall’alto. Non si tiene conto dell’elevato indice di vecchiaia nel Sulcis Iglesiente e non si guarda alle difficoltà di collegamento sul territorio. La Giunta regionale – conclude Gianluigi Rubiu – non può certo restare assente da questa proposta riorganizzativa che incide enormemente sulla qualità della vita delle categorie più deboli dei cittadini. Insomma anche la vertenza Inps è bene che finisca davanti al Governo».

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«Abbiamo sottoscritto e sostenuto convintamente l’emendamento della senatrice Venera Padua sull’Istituzione del registro nazionale talassemie e emoglobinopatie. La modifica, approvata in commissione bilancio del Senato nell’ambito della manovra finanziaria, consentirà di migliorare la diagnosi, la prevenzione, la cura e la ricerca su questa patologia che in alcune regioni, tra cui la nostra isola, è purtroppo particolarmente presente. Sarà un contributo importante alla ricerca e alla prevenzione di queste patologie in campo nazionale ed europeo.»

Lo affermano in una nota il senatore del Partito democratico Silvio Lai e quello di Campo progressista Luciano Uras. Con l’emendamento vengono stanziati 100mila euro per tre anni. Entro 90 giorni dall’entrata in vigore della manovra il ministro della Salute dovrà emanare un decreto mentre le regioni, entro 60 giorni dall’istituzione del registro, dovranno raccogliere e trasmettere i dati epidemiologici e le altre informazioni utili a propria disposizione.

«L’esperienza della Sardegna nel campo delle Talassemie dimostra che è possibile ottenere risultati ragguardevoli e limitare la diffusione di queste patologie tra le giovani generazioni. Questa esperienza sarà ancora più utile con l’istituzione della Rete nazionale della talassemia e delle emoglobinopatie – conclude Silvio Lai – che dovrà adottare le linee guida specifiche per la corretta applicazione dei protocolli terapeutici e dei percorsi di assistenza.»

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Racconti di miniere e di fatica, di un lavoro senza sole né stelle, ma soprattutto, storie di vita di uomini e donne, minatori e cernitrici, spesso dimenticate. Sono stati questi i temi più gettonati all’interno della lunga serie di presentazioni dei libri editi in Sardegna, durante la tre giorni di “Una Grande Miniera di Cultura”, l’evento coordinato dall’AES alla Grande Miniera di Serbariu e tappa conclusiva dell’Isola dei libri.

“Senza sole né stelle” (Edizioni della Torre) di Sandro Mantega, ha offerto uno spaccato di vita della Carbonia degli anni ‘60, e sui giacimenti di carbone del Sulcis, sulle speranze e le disillusioni nelle testimonianze dirette dei protagonisti di quegli anni, le cui interviste sono state immortalate in un reportage proiettato durante l’incontro all’Auditorium.

Non solo storie ma anche immagini di paesaggi, macchinari, ma soprattutto di volti intensi e di sguardi, sono state offerte dalla presentazione di “Miniere e minatori nelle terre del Gerrei” (Soter Editrice). Assieme a Ugo Lallai (autore con Valentino Caredda e Ignazio Congiu), sono intervenuti Paola Atzeni e l’editore Salvatore Ligios, che ha ricordato come quello delle miniere sia uno dei tanti miti sulla Sardegna, che la fotografia ha il grande pregio di riportare alla dimensione del reale.

Uno sguardo attuale sulle più spettacolari aree del “Sud Ovest Sardegna” lo ha permesso Lino Cianciotto con “La costa delle miniere” e “Iglesiente selvaggio”, due pubblicazioni nelle quali sono inseriti tredici itinerari sugli straordinari percorsi escursionistici offerti da questo magico territorio: un luogo che racconta 540 milioni di anni di storia della terra e 150 anni di realtà minerarie, tra favolosi itinerari costieri proiettati in mezzo alle montagne.

Lo spettacolo “Per assassinarvi” ha portato in scena l’intensità interpretativa di Savina Dolores Massa, capace di ipnotizzare il pubblico con il suo repertorio poetico dal linguaggio crudo, simbolico e profondo, accompagnata da un incalzante sottofondo sonoro del poliedrico strumentista Gianfranco Fedele.

L’evento AES si è chiuso ieri con tre presentazioni. Valeria Pecora ha presentato “Mimma” (La Zattera Edizioni), opera vincitrice al XV Premio letterario Antonio Gramsci per la sezione inediti. Il testo narra il riscatto della figlia di una cernitrice e di un falegname, tra personaggi che si muovono come pedine sulla scacchiera della storia, a partire dal ventennio fascista per attraversare la guerra e infine il clima di terrore delle Brigate Rosse.

Ilario Carta ha illustrato i contenuti del suo “Lo scorpione nello stomaco” (Arkadia), un romanzo definito ironico, dissacrante, tragico e realista, quasi una premonizione dei tempi futuri in un momento di profonda confusione ideologica che fotografa arroganza, ipocrisia, inaffidabilità e distacco dalla realtà della classe politica.

“L’isola delle donne” è invece il titolo del libro di Giovanna Sotgiu (Paolo Sorba Editore), che raccoglie piccole vicende di donne dell’isola della Maddalena. Nelle trame del volume scopriamo figure leggendarie della tradizione, bambine che mostrano i loro antichi giochi, donne forti che impongono la loro volontà e altre umili, inconsapevoli comparse in avvenimenti drammatici.

Cornice cinematografica a sfondo letterario, dedicata a Grazia Deledda, è stata la proiezione, a cura della Società Umanitaria di Carbonia, del celebre film muto del 1916 “Cenere” di Febo Mari, interpretato da Eleonora Duse e ispirato all’omonimo racconto della scrittrice premio Nobel.

La tre giorni – nata come sperimentazione per diffondere e rendere più capillare la presenza delle opere pubblicate in Sardegna anche nelle aree periferiche – è stata caratterizzata da una forte presenza di studenti, dalle scuole dell’infanzia alla superiori. Grande interesse sabato mattina è stato rivolto al laboratorio “Galileo in tasca”, a cura di Logus Mondi Interattivi di Pier Luigi Lai. I liceali in particolare hanno seguito con attenzione le presentazioni e gli spettacoli, mostrando sensibilità e attenzione per il mondo editoriale e per i numerosi aspetti culturali dell’isola.

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Vent’anni di attività che hanno cambiato il volto dell’ex isola carcere che, trasformata in oasi naturalistica, ha puntato a preservare l’ambiente e la natura dei suoi 52 km quadrati di superficie. Un traguardo che il Parco nazionale dell’Asinara il 28 novembre festeggerà con un annullo filatelico e la possibilità di timbrare i francobolli creati nel 2007 e nel 2015. Un’occasione per ricordare la nascita di quell’area e dell’istituzione Parco, avvenuta grazie al decreto del ministero dell’Ambiente che perimetrò l’intera isola. Da quel 28 novembre 1997 è passato un ventennio e l’Ente di via Josto ha lavorato con impegno per raggiungere gli obiettivi istituzionali.

In questo periodo si sono succeduti tre presidenti: Eugenio Cossu, Pietro Deidda e Pasqualino Federici. Da oltre un anno le funzioni di presidente sono esercitate dal vicepresidente Antonio Diana, coadivato dal consiglio direttivo composto da Marco Vannini, Luciano Mura, Sean Wheeler, Gigi Pittalis, Delfo Poddighe, Riccardo Paddeu e Angelo Amelio e dal direttore Pierpaolo Congiatu.

«Il parco si è contraddistinto per aver puntato da subito sulla conservazione della natura e la cura della biodiversità dell’isola – afferma il vicepresidente Antonio Diana – con un occhio di riguardo all’educazione ambientale e alla ricerca scientifica. È importante ricordare che il Centro di educazione ambientale alla sostenibilità Ceas Asinara ha ottenuto l’eccellenza della regione Sardegna, e ospitato migliaia di ragazzi di tutte le scuole della Sardegna.»

Vent’anni durante i quali il Parco non ha mai dimenticato la storia dell’isola che lo ospita, con la realizzazione dell’Osservatorio della Memoria a Cala d’Oliva volto al recupero degli archivi del carcere. E poi la Casa del Parco e il recupero delle strutture di Cala Reale. La realizzazione dell’Osservatorio del mare alla casa del fanalista, il centro di recupero animali marini, l’Osservatorio della fauna a Tumbarino, con oltre un ventennio di attività di studio delle migrazioni, rappresentano poi i fiori all’occhiello dell’attività di valorizzazione della natura che il parco ha costantemente ricercato.

«Il turismo sostenibile – aggiunge Antonio Diana – con la creazione di un sistema di operatori e di servizi per la visita sull’isola ha rappresentato un altro punto fermo per il Parco che deve puntare a aprirsi al territorio e al mondo. Si sono sviluppate oltre 50 microaziende con più di 300 addetti che offrono attività come escursioni a vela, visite guidate, pesca turismo, bici, trekking, cavallo.»

Numerosi gli eventi organizzati quest’anno per festeggiare questi lunghi 20 anni di attività. A partire dalla giornata di pulizia delle spiagge dell’Asinara, organizzata dagli operatori del parco, per passare alla festa di Legambiente e al seminario sulle aree protette che ha posto l’accento sull’importanza anche delle aree marine. E ancora il Life Cleansea Life, la liberazione di tartaruge marine curate all’Asinara, Monumenti Aperti, l’apertura del sito archeologico sommerso di Cala Reale, la “Officina Cosmetica Farmasinara”, il viaggio del Postale, la rassegna di cinema Pensieri&Parole a Cala Reale, quindi dalla rassegna di poesia sardo-catalana con Obra Cultural di Alghero, la traversata a nuoto Fornelli-Porto Torres, l’Osservatorio della memoria al tour della Pace in bici dall’Ungheria all’Asinara, dalla scuola residenziale di economia e ecologia all’annullo filatelico. È proprio da qui, punto di partenza e di arrivo allo stesso tempo, che il Parco vuole proseguire la sua attività. In occasione dell’annullo, intanto, potranno essere timbrati i francobolli realizzati nel 2007, in occasione dei 10 anni del parco e che nel bozzetto di Anna Maria Maresca rappresenta le razze italiane di asini da tutelare e tra queste quella sarda e quella dell’Asinara, e nel 2015 con un’opera di Giustina Milite che ritrae il faro dell’Asinara.

«Sono ancora tanti gli obiettivi che il Parco ha davanti a sé – conclude il vicepresidente Antonio Diana – sfide importanti che metteranno al centro l’isola dell’Asinara, bene comune di tutto il territorio. La nostra ambizione è quella di far diventare il parco un centro europeo di scienza e cultura.»

Tra i progetti in cantiere quello per la scuola residenziale di formazione all’ex carcere di Campo Perdu, quello che punta a un’isola a emissioni zero e che grazie ai fondi dellla Fondazione di Sardegna potrà portare a un futuro solo con macchine elettriche che circoleranno sull’isola. Si lavora anche al libro dei venti anni del Parco, al concorso di idee per l’ex carcere di Fornelli porta del parco, alla videosorveglianza del Parco, al marchio del Parco, un processo di qualificazione delle aziende del parco e del territorio, e alla nuova e prestigiosa sede del Parco a Porto Torres nel 2018.