Sull’Agenzia sarda delle Entrate, la Corte Costituzionale ha dato ragione alla Sardegna.
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– «La sentenza è molto favorevole per la Regione perché riconosce la legittimità dell’Agenzia sarda delle Entrate in tutti i suoi principali aspetti. Eravamo certi delle nostre ragioni, tanto che abbiamo chiesto con forza al Governo di ritirare il ricorso. Siamo invece arrivati alla sentenza e adesso, con grande soddisfazione, vediamo che avevamo ragione, che delle nove eccezioni sollevate ne viene accolta soltanto una e peraltro marginale, il che permette all’Ase di essere pienamente operativa. Particolarmente importante il fatto che non sia stato accolto il ricorso sull’articolo 3: questo significa che possiamo proseguire con la trattativa verso l’intesa con lo Stato per il riversamento dei tributi. E’ infine significativo che la Corte richiami lo Stato all’obbligo di un confronto chiaro e trasparente con la Regione per garantire la salvaguardia delle risorse e il rispetto delle prerogative dell’autonomia speciale.»
Lo ha detto il presidente della Regione, Francesco Pigliaru ,in merito alla sentenza della Corte Costituzionale sul ricorso del Governo.
«L’unica norma che la Corte ha considerato illegittima è un aspetto assolutamente secondario della legge – spiega l’assessore del Bilancio Raffaele Paci -. I giudici cioè dicono che i tributi non possono essere versati in prima battuta nei conti dell’Ase ma in quelli della Tesoreria unica intestati alla Regione: una questione davvero marginale per noi, visto che fra l’altro era già previsto che l’Ase entrasse nel sistema della Tesoreria unica, dunque, non c’è alcun problema a fare le correzioni formali che ci vengono richieste. Quello che invece conta è il riconoscimento pieno delle funzioni dell’Agenzia, quelle sì particolarmente importanti per garantire l’autonomia finanziaria sul controllo e la trasparenza dei nostri conti. Un concetto su cui la Corte insiste particolarmente, sottolineando che la Vertenza Entrate è stata generata proprio dalla mancanza di confronto e controllo sulle entrate a cui la Regione ha diritto, e ribadendo che se lo Stato negasse quel confronto sarebbe “un’ingiustificata compressione dell’autonomia stessa della Regione. Un quadro molto chiaro, insomma – conclude Raffaele Paci – che ci soddisfa pienamente e ci dà ragione del lavoro fatto: ora andiamo avanti con la selezione per il direttore generale in modo che da gennaio l’Ase possa essere pienamente operativa.»
«L’unica norma che la Corte ha considerato illegittima è un aspetto assolutamente secondario della legge – spiega l’assessore del Bilancio Raffaele Paci -. I giudici cioè dicono che i tributi non possono essere versati in prima battuta nei conti dell’Ase ma in quelli della Tesoreria unica intestati alla Regione: una questione davvero marginale per noi, visto che fra l’altro era già previsto che l’Ase entrasse nel sistema della Tesoreria unica, dunque, non c’è alcun problema a fare le correzioni formali che ci vengono richieste. Quello che invece conta è il riconoscimento pieno delle funzioni dell’Agenzia, quelle sì particolarmente importanti per garantire l’autonomia finanziaria sul controllo e la trasparenza dei nostri conti. Un concetto su cui la Corte insiste particolarmente, sottolineando che la Vertenza Entrate è stata generata proprio dalla mancanza di confronto e controllo sulle entrate a cui la Regione ha diritto, e ribadendo che se lo Stato negasse quel confronto sarebbe “un’ingiustificata compressione dell’autonomia stessa della Regione. Un quadro molto chiaro, insomma – conclude Raffaele Paci – che ci soddisfa pienamente e ci dà ragione del lavoro fatto: ora andiamo avanti con la selezione per il direttore generale in modo che da gennaio l’Ase possa essere pienamente operativa.»
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