Dal Patto per la Sardegna 24 milioni di euro per interventi nelle Università di Cagliari e Sassari.
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Grazie al sostegno finanziario della Regione e al Patto per la Sardegna, i poli universitari di Cagliari e Sassari realizzeranno due progetti pilota per sperimentare lo sviluppo di Smart Grid e rendere più efficienti dal punto di vista energetico le strutture degli Atenei. Lo prevede una delibera illustrata oggi in una conferenza stampa a Cagliari dal presidente della Regione Francesco Pigliaru e dall’assessora dell’Industria, Maria Grazia Piras, alla presenza dei Rettori delle Università di Cagliari e Sassari, Maria Del Zompo e Massimo Carpinelli. Gli interventi, per uno stanziamento pari a 24 milioni di euro (12 milioni per ogni Università), rientrano nelle azioni previste dal Piano Energetico Ambientale Regionale approvato dalla Giunta nel 2016 e si inseriscono nella più ampia strategia energetica della Regione che punta modernizzare il sistema, passando da un modello centralizzato a uno regionale, distribuito, integrato, interconnesso e, soprattutto, sostenibile.
«Stiamo per avvicinare il futuro, un futuro nel quale produrremo energia a costo basso e senza danni per l’ambiente. Più si investe in intelligenza e risorse, più la tecnologia avanza e più in fretta possiamo cambiare le cose in meglio. Ne siamo profondamente convinti e lavoriamo con grande impegno in questa direzione, certi che è quella giusta – ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru. –Insieme ad azioni come l’investimento sulla mobilità elettrica e il successo del bando sull’efficientamento energetico degli edifici pubblici, questo è un altro tassello di una strategia precisa. Vogliamo essere in prima fila nella transizione verso le energie rinnovabili con cui tutta Europa sta facendo i conti. Questi progetti di sperimentazione e innovazione portati avanti con le due Università, in particolare, aiuteranno la Sardegna a capire sempre meglio come fare a meno di un’energia basata sui fossili, in un percorso in cui il metano è un passaggio fondamentale – ha sottolineato Francesco Pigliaru, ricordando che le risorse provengono interamente dal Patto firmato con il Governo – e che ancora una volta dimostra la sua concretezza – ha concluso – traducendosi in benefici per la Sardegna.»
«Efficientare gli edifici pubblici deve diventare una priorità. La Regione, gli Enti regionali, le Università, i Comuni e tutte le amministrazione pubbliche, hanno il dovere di fornire il buon esempio. Stiamo investendo risorse importanti – ha detto l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras – perché le prestazioni energetiche degli edifici pubblici siano migliorate. Occorre promuovere e usare le tecnologie innovative, utilizzare in modo efficiente le fonti rinnovabili e migliorare la stabilità e l’efficienza del nostro sistema energetico. Abbiamo scelto di coinvolgere in questa strategia le due università sarde, sostenendole anche dal punto di vista finanziario perché, essendo i poli della ricerca in Sardegna, possono diventare il veicolo più adatto per divulgare la nuova cultura dell’energia, peraltro condivisa dal PEARS e dall’Unione Europea. I progetti, che dovranno essere presentati entro 60 giorni e che saranno valutati dall’assessorato dell’Industria, dovranno consentire di risparmiare sui costi, migliorare la qualità del servizio energetico e ridurre le emissioni climalteranti. Ciò farà dei due poli universitari anche un luogo di buona pratica, oltre che di interesse da parte di altri ricercatori. Le reti intelligenti della Cittadella Universitaria e del Campus di Ingegneria costituiscono un vero laboratorio sperimentale, dei glocal lab, che non hanno uguali nello scenario nazionale e internazionale. Luoghi dove soprattutto i giovani potranno essere sensibilizzati sui temi dell’efficienza e del risparmio energetico.»
«Il progetto dell’Università di Cagliari – ha detto il Rettore Maria Del Zompo – è ambizioso e molto complesso: rappresenta una sfida di alto livello che l’Ateneo sente di cogliere. Vogliamo creare uno ‘smart campus’ per rendere la Cittadella universitaria di Monserrato efficiente e attenta al benessere dei luoghi di lavoro e di studio. Ma il progetto, aspetto ancora più importante, vuole anche mettere le competenze e conoscenze dell’Ateneo cagliaritano a disposizione delle imprese e del territorio, perché i moduli che costruiremo a Monserrato saranno replicabili in tante realtà pubbliche della Sardegna.»
«Il cuore della proposta progettuale ‘Unissmartgrid’ – ha detto il Rettore dell’Università sassarese, Massimo Carpinelli – è realizzare, per i poli più energivori dell’Ateneo, una Smart grid dotata di impianti di produzione fotovoltaica e di accumulo che consenta di minimizzare gli assorbimenti di energia da rete e innalzare il livello di autosufficienza energetica del singolo polo. Il progetto consentirebbe di raggiungere l’ambizioso traguardo di una autonomia energetica dei poli di quasi il 72%. Dal 2012 al 2016 abbiamo risparmiato il 28%; nel 2020, raggiungeremo l’obiettivo di un risparmio pari al 63% rispetto al 2012. Un effetto collaterale importante del progetto riguarda la disseminazione culturale sui temi della gestione intelligente e l’uso efficiente dell’energia, attraverso la comunità studentesca universitaria e gli istituti superiori scolastici del nord Sardegna.»
L’Università di Cagliari propone di trasformare la Cittadella Universitaria di Monserrato e il Polo di Ingegneria in due reti intelligenti, intervenendo contemporaneamente e sinergicamente su tutti i livelli: produzione, consumo e l’accumulo. L’approccio è di orientare l’utilizzo della generazione e dell’accumulo distribuito per il soddisfacimento istantaneo della domanda energetica per la componente elettrica, termica e mobilità. L’implementazione della rete intelligente nella Cittadella di Monserrato consentirà di ridurre le emissioni associate agli attuali livelli di consumi di energia del 56% e di ridurre il costo finale dell’approvvigionamento energetico di circa il 40%. Un intervento simile ma in scala ridotta è previsto anche per il Polo di Ingegneria.
L’ateneo sassarese vuole diventare un laboratorio energetico dove coesistono gestione, produzione e consumo dell’energia, paradigma per tutti i protagonisti della filiera dell’energia elettrica. L’obiettivo è di arrivare ad una autonomia energetica del 72% nei poli universitari dove verranno realizzate le smart grid, con una riduzione del 50% del prelievo globale dell’Ateneo. La realizzazione delle smart grid dotate di impianti di produzione e di accumulo di energia consentirà, nei quattro poli più energivori dell’Ateneo, di minimizzare gli assorbimenti dalla rete nazionale innalzando il livello di autosufficienza energetica del singolo polo a circa il 72%.
«Stiamo per avvicinare il futuro, un futuro nel quale produrremo energia a costo basso e senza danni per l’ambiente. Più si investe in intelligenza e risorse, più la tecnologia avanza e più in fretta possiamo cambiare le cose in meglio. Ne siamo profondamente convinti e lavoriamo con grande impegno in questa direzione, certi che è quella giusta – ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru. –Insieme ad azioni come l’investimento sulla mobilità elettrica e il successo del bando sull’efficientamento energetico degli edifici pubblici, questo è un altro tassello di una strategia precisa. Vogliamo essere in prima fila nella transizione verso le energie rinnovabili con cui tutta Europa sta facendo i conti. Questi progetti di sperimentazione e innovazione portati avanti con le due Università, in particolare, aiuteranno la Sardegna a capire sempre meglio come fare a meno di un’energia basata sui fossili, in un percorso in cui il metano è un passaggio fondamentale – ha sottolineato Francesco Pigliaru, ricordando che le risorse provengono interamente dal Patto firmato con il Governo – e che ancora una volta dimostra la sua concretezza – ha concluso – traducendosi in benefici per la Sardegna.»
«Efficientare gli edifici pubblici deve diventare una priorità. La Regione, gli Enti regionali, le Università, i Comuni e tutte le amministrazione pubbliche, hanno il dovere di fornire il buon esempio. Stiamo investendo risorse importanti – ha detto l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras – perché le prestazioni energetiche degli edifici pubblici siano migliorate. Occorre promuovere e usare le tecnologie innovative, utilizzare in modo efficiente le fonti rinnovabili e migliorare la stabilità e l’efficienza del nostro sistema energetico. Abbiamo scelto di coinvolgere in questa strategia le due università sarde, sostenendole anche dal punto di vista finanziario perché, essendo i poli della ricerca in Sardegna, possono diventare il veicolo più adatto per divulgare la nuova cultura dell’energia, peraltro condivisa dal PEARS e dall’Unione Europea. I progetti, che dovranno essere presentati entro 60 giorni e che saranno valutati dall’assessorato dell’Industria, dovranno consentire di risparmiare sui costi, migliorare la qualità del servizio energetico e ridurre le emissioni climalteranti. Ciò farà dei due poli universitari anche un luogo di buona pratica, oltre che di interesse da parte di altri ricercatori. Le reti intelligenti della Cittadella Universitaria e del Campus di Ingegneria costituiscono un vero laboratorio sperimentale, dei glocal lab, che non hanno uguali nello scenario nazionale e internazionale. Luoghi dove soprattutto i giovani potranno essere sensibilizzati sui temi dell’efficienza e del risparmio energetico.»
«Il progetto dell’Università di Cagliari – ha detto il Rettore Maria Del Zompo – è ambizioso e molto complesso: rappresenta una sfida di alto livello che l’Ateneo sente di cogliere. Vogliamo creare uno ‘smart campus’ per rendere la Cittadella universitaria di Monserrato efficiente e attenta al benessere dei luoghi di lavoro e di studio. Ma il progetto, aspetto ancora più importante, vuole anche mettere le competenze e conoscenze dell’Ateneo cagliaritano a disposizione delle imprese e del territorio, perché i moduli che costruiremo a Monserrato saranno replicabili in tante realtà pubbliche della Sardegna.»
«Il cuore della proposta progettuale ‘Unissmartgrid’ – ha detto il Rettore dell’Università sassarese, Massimo Carpinelli – è realizzare, per i poli più energivori dell’Ateneo, una Smart grid dotata di impianti di produzione fotovoltaica e di accumulo che consenta di minimizzare gli assorbimenti di energia da rete e innalzare il livello di autosufficienza energetica del singolo polo. Il progetto consentirebbe di raggiungere l’ambizioso traguardo di una autonomia energetica dei poli di quasi il 72%. Dal 2012 al 2016 abbiamo risparmiato il 28%; nel 2020, raggiungeremo l’obiettivo di un risparmio pari al 63% rispetto al 2012. Un effetto collaterale importante del progetto riguarda la disseminazione culturale sui temi della gestione intelligente e l’uso efficiente dell’energia, attraverso la comunità studentesca universitaria e gli istituti superiori scolastici del nord Sardegna.»
L’Università di Cagliari propone di trasformare la Cittadella Universitaria di Monserrato e il Polo di Ingegneria in due reti intelligenti, intervenendo contemporaneamente e sinergicamente su tutti i livelli: produzione, consumo e l’accumulo. L’approccio è di orientare l’utilizzo della generazione e dell’accumulo distribuito per il soddisfacimento istantaneo della domanda energetica per la componente elettrica, termica e mobilità. L’implementazione della rete intelligente nella Cittadella di Monserrato consentirà di ridurre le emissioni associate agli attuali livelli di consumi di energia del 56% e di ridurre il costo finale dell’approvvigionamento energetico di circa il 40%. Un intervento simile ma in scala ridotta è previsto anche per il Polo di Ingegneria.
L’ateneo sassarese vuole diventare un laboratorio energetico dove coesistono gestione, produzione e consumo dell’energia, paradigma per tutti i protagonisti della filiera dell’energia elettrica. L’obiettivo è di arrivare ad una autonomia energetica del 72% nei poli universitari dove verranno realizzate le smart grid, con una riduzione del 50% del prelievo globale dell’Ateneo. La realizzazione delle smart grid dotate di impianti di produzione e di accumulo di energia consentirà, nei quattro poli più energivori dell’Ateneo, di minimizzare gli assorbimenti dalla rete nazionale innalzando il livello di autosufficienza energetica del singolo polo a circa il 72%.
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