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Il 100% dei 24 campioni prelevati sui 60 maiali allevati illegalmente e abbattuti lo scorso 16 dicembre nelle campagne di Villagrande Strisaili, dall’Unità di Progetto per l’eradicazione della Peste suina africana in Sardegna, sono risultati sieropositivi alla malattia. Lo ha reso noto oggi l’Istituto zooprofilattico sperimentale (Izs) alla luce dei controlli eseguiti in laboratorio. L’impressionante raccolta di dati fra i suini tenuti allo stato brado illegale, senza controlli sanitari, di proprietà ignota ed abbattuti in queste settimane descrivono e confermano un buco nero terrificante, che si estende fra i territori della Barbagia e dell’Ogliastra.
«Abbiamo a che fare con una bomba ad orologeria – ha osservato il direttore generale dell’IZS, Alberto Laddomada – su cui è necessario intervenire senza indugio, spezzando la catena che, partendo dal pascolo brado, continua ad alimentare la diffusione della PSA, fra maiali e maiali o fra maiali e cinghiali. La situazione complessiva della malattia nella nostra isola è gradualmente molto migliorata negli ultimi due anni, grazie ad un rafforzamento dei controlli sanitari: negli ultimi cinque mesi si è verificato un solo focolaio, prontamente controllato, in allevamenti regolari. Ma questi sforzi rischiano di essere vani: se non si agisce al più presto e con la massima determinazione nei confronti dell’allevamento brado, rischiamo di dover combattere una nuova ondata di diffusione della malattia anche negli allevamenti registrati, in particolare quelli a carattere familiare. Gli allevatori regolari, di fatto la grande maggioranza – ha concluso Alberto Laddomada -, sono perciò i primi ad avere l’interesse che la minaccia rappresentata dal pascolo brado illegale venga eliminata.»
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