Lettera aperta di denuncia e appello della Segreteria della Consulta delle Associazioni del Parco Geominerario della Sardegna per la fine del decennale commissariamento.
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Nel mese di novembre avremmo voluto festeggiare il ventesimo anniversario del primo riconoscimento da parte dell’UNESCO del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna avvenuto il 5 novembre 1997 nell’Assemblea Generale di Parigi, ma a ben vedere c’è stato poco da festeggiare perché gli organismi e le strutture deputate alla gestione del Parco si sono ormai ridotte ad un ectoplasma: sono cioè evanescenti o semplicemente assenti e inconcludenti.
Un anno fa, proprio in questo periodo, dopo quattro anni di inutile e dannoso coinvolgimento del Piano Sulcis, le nostre speranze di vedere la fine del regime commissariale furono riaccese dalla pubblicazione del decreto ministeriale contenente la riforma giuridico-amministrativa del Parco.
Pur non condividendo i contenuti della riforma, che fu data per approvata dalla Comunità del Parco nonostante le contestazioni dei sindaci emerse in un’assemblea a cui partecipò meno del 30 per cento dei componenti della stessa Comunità, ci affrettammo a designare il nostro rappresentante in seno al Consiglio Direttivo del Parco, una persona dal prestigioso curriculum, in modo da accelerarne i tempi di insediamento e concorrere al recupero dei guasti prodotti dalla gestione commissariale.
E’ già trascorso più di un anno, ma il Consiglio Direttivo del Parco non è stato ancora insediato. Nel frattempo, è stato nominato l’ennesimo Commissario straordinario; una nomina da noi a suo tempo sostenuta, nella speranza (purtroppo già svanita) che fosse il preludio di un nuovo assetto dirigenziale del Parco Geominerario idoneo a ridargli testa e gambe.
Non conosciamo le ragioni tecniche e/o politiche che hanno finora impedito il doveroso adempimento di insediare il Consiglio Direttivo e di nominare il presidente del Consorzio del Parco; è certo che aver designato per detto Consiglio persone gravate da procedimenti penali in corso costituisce un grave handicap che, senza voler anticipare sentenze, getterebbe ulteriori ombre sulla credibilità del Consorzio, delle istituzioni che li hanno designati e di quelle che eventualmente decidessero di decretarne la nomina.
In questo contesto, anziché festeggiare, dobbiamo quindi denunciare il fatto che, contrariamente ai proclami sia del governo nazionale che di quello regionale e a causa soprattutto dell’interminabile e ormai scandaloso e dannoso regime commissariale, il Parco è stato abbandonato dalle istituzioni deputate alla sua vigilanza facendogli perdere buona parte della sua credibilità sia a livello internazionale che a livello locale.
La nostra denuncia – chiaramente rivolta agli organi politici e istituzionali che portano interamente la responsabilità di questa situazione e che di ciò saranno chiamati a rendere conto di fronte ai cittadini – è contemporaneamente un appello a tutti i cittadini e agli amministratori direttamente interessati, affinché insieme facciamo sentire la nostra protesta e la nostra volontà di pretendere ed ottenere un Parco degno di questo nome. Un Parco che smetta di essere luogo di dispute fra Stato e Regione e tra i partiti politici per la nomina del commissario di turno e perché sia affidato a soggetti e organismi gestionali privi di condizionamenti che sappiano farne strumento di progresso e di crescita per le nostre popolazioni.
I fallimenti finora registrati non hanno fatto venir meno le ragioni e la grande potenzialità del Parco Geominerario che può ancora diventare il motore dello sviluppo sostenibile delle aree minerarie dismesse della Sardegna come è stato possibile fare con ottimi risultati negli altri bacini minerari europei.
La Segreteria della Consulta delle Associazioni del Parco Geominerario della Sardegna
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