24 November, 2024
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Sarà un fine settimana all’insegna del divertimento e del buon cibo, dell’animazione e della cultura, quello che prenderà il via domani e proseguirà fino a domenica 17, a Sant’Antioco. In programma diversi eventi che coinvolgeranno l’intero centro di Sant’Antioco, da Via Nazionale a Piazza De Gasperi. Si inizierà sabato 16 con l’apertura della Casa di Babbo Natale e della Fiera Mercato (dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 21.00). Ad impreziosire gli appuntamenti de “Il Villaggio di Natale a Sant’Antioco” sarà la manifestazione “Al Corso con gusto”: le casette della Fiera mercato del Corso Vittorio Emanuele proporranno degustazioni di prodotti tipici locali accompagnate dai vini della Cantina Sardus Pater di Sant’Antioco. I visitatori, tramite l’acquisto di un tagliando a prezzi simbolici, potranno spaziare tra sfiziosi assaggi di mare e di terra. Naturalmente non mancheranno l’animazione per adulti e bambini e le consuete visite alla Casa di Babbo Natale. In programma, dalle 16.30 alle 18.00, in Piazza Italia, “Fiabe e musica in libertà: Le novelline di Antonio Gramsci”. E ancora, alle 18.00, alle 19.00 e alle 20.00 spettacolo itinerante “Old Circus” lungo il percorso de “Il Villaggio di Natale a Sant’Antioco”. Sempre sabato, appuntamento anche nel cuore del centro storico, in Piazza De Gasperi: a partire dalle 17.00 (inaugurazione ufficiale) e fino alle 19.00, nel Palazzo del Capitolo si potrà ammirare la mostra del presepe dello scultore antiochense Gianni Salidu e di una selezione di presepi provenienti da tutta Italia (l’esposizione sarà visitabile fino al 6 gennaio 2018).

Ricco ventaglio di manifestazioni anche domenica 17. Confermati le visite alla Casa di Babbo natale e l’evento “Al corso con gusto”, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 21.00. Nella splendida cornice del centro storico andrà in scena “Su Mercau de na borta”, le botteghe del Capitolo (dalle 10.00 alle 20.00). E poi tanta animazione: dalle 10 alle 22.00, in Via Nazionale, spazio a “Street Music Festival”. Previsti esibizione canora di e per bambini; la ludoteca di Ajò a giogai; la fiaba prende il ritmo; caccia allo shopping; il mercatino dei bambini. E ancora, musica di qualità tra Piazza Italia ed Aula consiliare: alle 18.00, presso il Municipio, è previsto il concerto della scuola civica di musica “Don Tore Armeni” (per l’occasione il maestro Remigio Pili presenterà il suo nuovo cd ed è in programma anche un’esibizione del coro delle Mani Bianche). Mentre alle 18.30 e alle 19.30 in Piazza Italia sarà il turno del “CJ Trio” (Cara Giulia Striano alla voce, Adriano Sarais alla tromba, Riccardo Mannai al piano) che proporrà in chiave jazz i canti natalizi più noti.

 

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Prenderanno il via domani, 16 dicembre, anche nelle strutture ospedaliere dell’Aou di Sassari gli appuntamenti con le novene del Natale. I cappellani del Santissima Annunziata, don Bastianino Pirino, e delle Cliniche di viale San Pietro, don Antonio Tanca e don Eugenio Pesenti, hanno fissato il calendario delle funzioni religiose sino all’Epifania.

Nella cappella al settimo piano dell’ospedale civile le novene saranno alle ore 18.00 e, a seguire, la messa. La messa della Vigilia sarà alle ore 20.00, la mattinata di Natale alle ore 9,30. Quindi il 26 dicembre, alle 9,30, sarà officiata la funzione per Santo Stefano martire.

Sempre nella cappella del Santissima Annunziata, il 30 dicembre dopo la messa delle ore 18.00 si svolgerà la rappresentazione del Presepe vivente a cura dell’associazione “La Sorgente”. Il 31 dicembre sono due le messe in programma: la prima alle 9,30 e la seconda alle 18,30 con il Te Deum.

Il primo gennaio 2018, alle 9,30 sarà celebrata la messa per “Maria Santissima Madre di Dio”. Il giorno dell’Epifania la messa è fissata per le 18,30. Il 7 gennaio, infine, ricorrenza del battesimo del Signore, la messa sarà alle 9,30.

Nel complesso ospedaliero delle Cliniche, nella cappella San Pietro di Palazzo Clemente, al piano terra, le messe del 24 dicembre, di Natale, dell’ultimo dell’anno quindi del 1° gennaio, dell’Epifania e del 7 gennaio sono programmate per le ore 9,30.

Nella cappella al quinto piano del Materno Infantile, gli orari delle messe sono stati fissati alle ore 20,15 nei giorni 23 e 24 dicembre quindi 30 e 31 dicembre e poi ancora 5 e 7 gennaio.

Il 20 dicembre, nella Clinica di Ginecologia e Ostetricia, al quarto piano del Materno Infantile, alle ore 19.00 è in programma il concerto dei “Cantori della Risurrezione”, il coro di Porto Torres diretto dal maestro Fabio Fresi.

Il 28 dicembre, infine, nella ricorrenza dei Santi Innocenti, a partire dalle ore 19.00, al Nido, in Pediatria e in Neonatologia, l’esibizione del coro “Logudoro” di Usini diretto dal maestro Dario Pinna.

 

 

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Secondo l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr), il 2017 è stato in Italia l’anno con la peggiore siccità da quanto esistono misurazioni accurate, cioè dal 1800 a oggi: le precipitazioni a livello nazionale sono diminuite del 30% con picchi in agosto (-82%) e ottobre (-79%). Record anche per le temperature: è stato il quarto anno più caldo di sempre con +1,3°C rispetto alla media.

In Sardegna, dai dati della Rete pluviometrica regionale risulta che già nell’anno idrologico 2015-2016 sono state registrate piogge inferiori alla media. Nell’anno in corso si sono registrati deficit di pioggia ancora maggiori.

I valori più critici sono quelli relativi alle aree idrografiche della Gallura, del Logudoro, del Campidano, dell’Iglesiente, di Montevecchio, del Tirso, nelle quali le altezze di pioggia annuali rilevate nel triennio 2015-2017 sono risultate nell’80-90% (e talvolta del 95%) dei casi inferiori a quelle rilevate nel periodo 1922-2017. Nelle aree idrografiche sopra citate le altezze di pioggia dell’anno idrologico 2016-2017 (periodo ottobre 2016 – settembre 2017) cumulate alla data del 12.09.2017 sono risultate le più basse mai registrate dal 1922. (Fonte Autorità di Bacino della Sardegna/ Indagine conoscitiva sull’emergenza idrica  richiesta dalla VIII Commissione della camera dei Deputati). Non va meglio nel nuorese, dove il 2017 si configura come annata critica, e nonostante gli apporti delle nevicate di gennaio, risulta come il più siccitoso dell’ultimo decennio (Fonte Arpas/Stazione meteo Fonni).

In Sardegna la Regione attraverso l’Enas, Ente Acque della Sardegna, gestisce il Sistema Idrico Multisettoriale dell’Isola, fornendo acqua grezza per gli usi potabili (circa 220 milioni di metri cubi l’anno), irriguo (circa 450 milioni di metri cubi l’anno) e industriale (circa 25 milioni di metri cubi l’anno).

Sul fronte idropotabile, è siccità idrologica quando le riserve d’acqua di una regione si trovano al di sotto della media. Le riserve d’acqua includono la risorsa presente in un bacino idrografico, in un lago, nella falda freatica, nei bacini artificiali. Essendo la Sardegna alimentata per l’85% da invasi artificiali, l’assenza quasi totale di precipitazioni nell’ultimo semestre ha peggiorato una situazione già drammatica, al punto da portare a una preoccupante stima per diverse zone della Sardegna:  in assenza di consistenti perturbazioni si può parlare di disponibilità di risorsa nell’ordine di pochi mesi ancora.

E’ scritto nella relazione dell’Autorità di bacino della Sardegna Secondo la relazione presentata in settembre alla Commissione Ambiente: «I dati dei volumi idrici invasati nel Sistema Multisettoriale regionale al 30.08. 2017 analizzati nel rapporto relativo al Sistema di monitoraggio e di preallarme della siccità, operativo presso la Direzione generale Agenzia regionale del Distretto Idrografico della Sardegna-Servizio tutela e gestione delle risorse idriche, hanno evidenziato un livello di pericolo, e quindi di allerta, per l’intero sistema di approvvigionamento idrico della Sardegna. La situazione delle riserve idriche nell’insieme e dei serbatoi artificiali dell’Isola è stata fortemente condizionata  dagli ultimi anni di precipitazioni scarse che hanno interessato tutte le aree idrografiche dell’Isola. Quello in corso risulta essere il quarto anno consecutivo  nel quale, in una parte dei sistemi idrici, si deve far fronte al fabbisogno idrico multisettoriale regionale andando a utilizzare parzialmente le riserve idriche accumulate nei serbatoi negli anni di apporti più favorevoli».

Abbanoa ha cominciato a prelevare le acque dal fondo negli invasi di Olai-Govassai (nuorese), Temo (Marghine), Bidighinzu (Sassari) alimentato dal Temo poiché in condizioni drammatiche già dalla primavera. Le acque prelevate dal fondo sono caratterizzate da assenza di ossigeno, da estrema variabilità della qualità, da torbidità elevata, alta concentrazione di metalli pesanti quali ferro e manganese,  presenza di ammoniaca, aumento delle sostanze organiche che producono odori e sapori sgradevoli (di terra, di pesce marcio, di garofano, di cocomero, etc.). Questa situazione costringe ad utilizzare quantità doppie di reagenti chimici rispetto alla situazione normale e attuare continui adeguamenti dei processi di potabilizzazione. Abbanoa, proprio in virtù delle criticità legate ai riflessi della siccità sulla qualità dell’acqua, ha incrementato le attività di monitoraggio per garantire la qualità dell’acqua distribuita.

Tecnicamente, le acque prelevate dal fondo diga sono caratterizzate da:

  • Abbondanza di sostanze particellate che rendono problematico il processo di potabilizzazione;
  • abbondanza di composti chimici inorganici tipo ammoniaca, nitriti, acido solfidrico, etc., che negli impianti di potabilizzazione inducono la formazione di sostanze dannose;
  • elevate concentrazioni di metalli pesanti quali ferro e manganese che possono compromettono la potabilità dell’acqua;
  • abbondanza di sostanze organiche che impartiscono odori e sapori sgradevoli, appena mascherati dalla clorazione nel caso di uso potabile. Queste sostanze inoltre hanno proprietà chelanti e complessanti che impediscono i normali processi di potabilizzazione, si depositano sulle pareti dei tubi d’adduzione accelerandone la corrosione e limitandone la portata;
  • l’acqua acquista degli odori e sapori sgradevoli (di terra, di pesce marcio, di garofano, di cocomero, etc.) anche per la presenza di particolari alghe;
  • abbondanza di metano, etano ed acidi umici che, insieme alla sostanza organica durante la potabilizzazione ed in seguito alla clorazione, formano dei cloroderivati, i cosiddetti trialometani, indiziati di mutagenicità;

A causa del perdurare della siccità dal 4 dicembre si è reso necessario anticipare di due ore le chiusure serali a Nuoro e in alcuni centri del nuorese. L’assenza quasi totale di precipitazioni non ha consentito infatti un miglioramento dei livelli delle due fonti di approvvigionamento, gli invasi di Olai e Govossai, che riforniscono di risorsa il potabilizzatore di Janna ‘e Ferru. Nella prima decade del mese la situazione è addirittura peggiorata: oggi il volume complessivo dei due invasi è al di sotto di 1.500.000 di metri cubi (il solo invaso di Olai ha una capienza massima di 16 milioni di metri cubi d’acqua e il Govossai può contenerne circa 3 milioni di metri cubi).  Senza le anticipazioni di restrizione (dalle 19 anziché dalle 21) non sarebbe possibile garantire l’approvvigionamento idrico ai Comuni interessati dal piano di emergenza oltre il mese di febbraio.

La quantità di risorsa oggi disponibile – già sotto il milione e mezzo tra i due, appunto – rappresenta il volume utile, ovvero quello oltre il quale si andrebbero a prelevare le cosiddette “acque morte”, risorsa di scarsissima qualità con caratteristiche al limite della potabilizzazione.

Le dighe del Govossai e di Olai sono le più alte in quota della Sardegna e non sono interconnesse ad altri bacini, non possono quindi ricevere supporto idrico da altri invasi come invece accade per il Temo-Cuga-Bidighinzu.

L’impianto di potabilizzazione, ubicato in agro di Mamoiada, può trattare fino a 450 l/s. Oltre Mamoiada, alimenta anche i centri abitati di Nuoro, Esporlatu, Lei, Bottidda, Oniferi, Burgos, Olzai, Illorai, Ollolai, Sarule, Orotelli, Silanus, Ottana, Gavoi, Orani, Bolotana, Fonni, Orgosolo, Oliena, Dorgali, per un bacino di utenza  complessivo di circa  74.500 abitanti.

Sistema Temo-Cuga-Bidighinzu.

La criticità di questo sistema idrico, tra i più significativi della Sardegna, è sempre più marcata. Solo grazie all’interconnessione con il Temo è possibile alimentare l’invaso Bidighinzu, altrimenti vuoto da tempo, considerata la sua ridotta capacità di accumulo (11 Mm3) a fronte del fabbisogno produttivo, in condizioni standard, di 1,26 Mm3 al mese.

Già da giugno dell’anno 2016, per sopperire alle criticità, si travasa, con grosse pompe, dal lago Temo verso il Bidighinzu ben 370 l/s continui di acqua grezza.

Attualmente il sistema Temo-Bidighinzu ha un volume di risorsa disponibile che non raggiunge i 9 Mm3 ( nel solo Bidighinzu sono disponibili appena 450mila m3). Le restrizioni adottate fin dal periodo estivo nei vari centri abitati, Sassari compreso, hanno consentito di preservare la risorsa per un tempo, il più lungo possibile, in attesa delle piogge autunno/invernali, che però al momento non risultano affatto significative. Nel suo complesso, il sistema Temo Bidighinzu ha riserve idriche per 6 mesi circa, considerate anche le cosiddette “acque morte”.

Il potabilizzatore omonimo approvvigiona diversi centri – parte di Sassari,  Ittiri, Tissi, Ossi, Usini, Uri, Olmedo, Alghero, Borutta (Loc. Rudas), Sennori, Sorso, Osilo, Muros, Codrongianus, Ploaghe, Chiaramonti, Nulvi, Banari, Thiesi, Bonnanaro e Torralba per un totale di circa 88.500 abitanti.

Temo.

Anche il ramo acquedottistico Temo, approvvigionato dal potabilizzatore di Monteleone Roccadoria ha subito contrazioni nella distribuzione. Per consentire il rifornimento dell’impianto, visto il bassissimo livello del bacino che ormai non garantisce più l’arrivo dell’acqua grezza, ENAS sta attivando un sistema mobile (zattera) che permetterà di sollevare dall’invaso verso l’impianto 180 l/s, necessari a coprire il fabbisogno minimo dell’acquedotto. Anche alcuni Comuni alimentati dal Temo sono oggi sotto restrizione.

Le restrizioni.

Abbanoa nel corso dell’estate ha dovuto attuare un piano di emergenza che consentisse di distribuire al meglio la scarsa risorsa disponibile e grazie anche ai lavori straordinari effettuati nei primi sei mesi dell’anno e alle manovre in rete programmate, le restrizioni sono risultate decisamente inferiori rispetto all’anno scorso. Nei mesi di settembre, ottobre e novembre i pochi apporti meteorici hanno permesso di riattivare (purtroppo solo parzialmente) alcune sorgenti ma le poche piogge non sono state in grado di mutare in positivo il quadro di emergenza legato alla siccità.

Al momento in Sardegna è attivo il seguente piano di restrizioni:

DISTRETTO 6 Sassarese

Sassari: 19.00 – 5.00. Chiusura erogazione da serbatoio Q. 300 via Milano con interruzione nelle zone: Lu Fangazzu, San Giuseppe, San Paolo, Porcella Alta, Monserrato, Tingari, Monte Rosello Medio, Sassari 2, Monte Pedrosu.

Alghero: 23.00 – 5.00

Restano programmate, causa basso livello invaso Bidighinzu, le chiusure dalle 21.00 alle 6.00 per i Comuni di Chiaramonti, Codrongianos, Florinas, Ittiri, Martis, Nulvi, Olmedo, Ossi, Ploaghe, Sennori, Sorso, Thiesi, Tissi, Uri, Villanova Monteleone.

Muros: 21.00 – 6.00 riduzione in corso su serbatoio Basso.

Putifigari: 19.00 – 6.00

Bonorva: si effettuano chiusure notturne (22.00 – 6.00) a giorni alterni in base ai consumi e accumulo presente nei serbatoi.

Cargeghe: 22.00 – 6.00

DISTRETTO 5: Nuorese

Restrizioni concentrate nella fascia oraria  19:00 – 06: 00 per Nuoro (esclusi Ospedali, Monte Ortobene e ZIR Pratosardo), Bolotana, Mamoiada, Oniferi, Orani, Orgosolo, Orotelli, Silanus, Sarule, Gavoi.

Restrizioni dalle 21.00 alle 6.00 a Fonni.

DISTRETTO 8 Ogliastra

Loceri: 20.00 – 5.00

DISTRETTO 2 Sulcis – Iglesiente

Iglesias: 23.00 – 5.00 (orario suscettibile di variazioni in base a disponibilità fonti e Igea); Santadi: 00.00 – 5.00

DISTRETTO 4. Marghine – Planargia

Bosa e Macomer: 22.00 – 5.00; Sindia: 22.00 – 6.00

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Lunedì 18 dicembre le celebrazioni per il compleanno di Carbonia si faranno senza il sindaco, Paola Massidda. E’ stata la stessa prima cittadina ad annunciarlo con un post pubblicato nel suo profilo facebook, nel quale scrive:

«Con mia immensa gioia e della città sarò a Roma, a Palazzo Chigi, per firmare la convenzione per la realizzazione del progetto di “Riqualificazione Urbana Quartiere E. Montuori” da 11.662.463,04 di euro, che è stato positivamente valutato dal Governo. Per la sua realizzazione è stato assegnato al comune di Carbonia un finanziamento a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) pari a complessivi 8.261.688,82 euro.
Vedrà la luce la Riqualificazione ex Scuola Via Dante, il Parco lineare di Rio Cannas con il percorso verde ciclo-pedonale lungo il rio, il Parco territoriale Sud con un teatro all’aperto, un’area giochi e gli orti urbani. Ma si faranno anche altri due fabbricati per giovani coppie con edilizia residenziale pubblica da locare a canone agevolato, il rifacimento del manto in erba sintetica del campo “Santa Barbara”, marciapiedi e parcheggi. Si avrà un pacchetto di azioni definito “Energie Sociali” per co-gestire gli spazi pubblici coi cittadini, verrà allestito e avviato uno spazio di co-working e verranno promosse attività didattiche, laboratoriali e di formazione, come workshop, conferenze, corsi e master.
Questo è il più bel regalo di compleanno per la nostra città – ha concluso Paola Massidda -. Auguri a Carbonia e a tutti noi!»

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Parate e spettacoli in piazza, sotto “Il segno del Natale”. È il titolo della rassegna con cui Il Crogiuolo animerà le vie e le piazze del centro di Carbonia sabato 16 e domenica 17 dicembre, all’interno di un progetto realizzato con il patrocinio ed il contributo economico del comune di Carbonia che, come ha spiegato l’assessore della Cultura Sabrina Sabiu, «ha messo in campo una serie di eventi, molti dei quali destinati ai bambini, che attendono con trepidazione la festa più sentita dell’anno».
Domani, sabato 16 dicembre, si parte con SUL-CIRCUS TAM TAM, un corteo festoso che, dalle 9.30 alle 11.30, percorrerà Piazza Roma e via Gramsci.
“Babbo Natale e i doni scomparsi” è invece lo spettacolo che la compagnia del Crogiuolo presenterà domenica 17 dicembre nel parco di Villa Sulcis, alle ore 11.00, con ingresso gratuito. Il testo e la regia sono di Rita Atzeri, in scena Alessandra Leo, Antonio Luciano, Daniela Vitellaro e Marta Gessa.
Lo spettacolo è ambientato nel Polo Nord, nella casa di Babbo Natale. Il fermento è tanto, la vigilia si avvicina e ci sono ancora molti doni da preparare. Babbo Natale è impegnato nel tentativo di interpretare il desiderio di un bambino che, al posto della classica letterina, ha inviato un disegno. Purtroppo non si sente bene, un brutto raffreddore lo rende un po’ sordo, così fraintende spesso ciò che gli dicono gli gnomi Vanillina e Frollino. Anche Alfredo, la renna, per contagio, si ammala. Nella casa di Babbo Natale, intanto, succedono strani avvenimenti: giocattoli che si animano e rischiano di far cadere Babbo Natale; la manomissione degli omini di zenzero a cui vengono fatte facce tristi; la sostituzione dello zucchero con il pepe nell’impasto dei dolci e, come se non bastasse, la scomparsa dei doni da consegnare ai bambini! Il consulto con gli gnomi anziani per risolvere il caso non produce il risultato sperato, non resta quindi che chiedere aiuto alla Befana e ai bambini. Il loro compito sarà quello di tenere gli occhi bene aperti per aiutare Babbo Natale a ritrovare i doni, scoprire il significato del disegno e che cosa sta succedendo. Verranno poi invitati a visitare i centri commerciali naturali dei quartieri dove si tiene lo spettacolo per trovare, come in una caccia al tesoro, un pacco nel quale far arrivare i loro doni ai bambini che soffrono di atrofia muscolare spinale.

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«Ieri, mentre al MISE si faceva il punto sulla vicenda ALCOA, la Camera iniziava ad esaminare i decreti attuativi della legge Europea in materia di energia, che rende possibile la ripresa produttiva nel settore dell’alluminio in Italia.» Lo scrive in una nota, il deputato del Partito democratico Francesco Sanna, autore della proposta nella legge europea di una “manovra” sulle regole dell’energia che farà da base al mantenimento e lo sviluppo dell’industria manifatturiera energivora nel Paese.

«Entro martedì, probabilmente, vi sarà la discussione e votazione dei pareri sulle nuove norme, che così potranno essere applicate, come previsto dalla legge, sin dal 1° gennaio 2018 – aggiunge Francesco Sanna -. Prevediamo che queste nuove regole si applichino a circa 3.000 grandi imprese, con oltre un milione di lavoratori tra diretti ed indiretti. A Portovesme e San Gavino, da subito, anche le produzioni Glencore nel settore piombo-zinco potranno avvantaggiarsene.»

«Un quadro rassicurante e, soprattutto, concordato con l’Europa per chi vuole investire – sottolinea ancora Francesco Sanna -. Spero possa essere bene augurante per la nuova vita dello stabilimento ex ALCOA. E’ chiaro che ora i compiti si dividono. In Parlamento il PD ha promosso l’attuazione degli accordi di Bruxelles ed ha approvato la legge europea (con la contrarietà dichiarata dei Cinquestelle e la fredda astensione di destra, Forza Italia e Lega). Oggi invitiamo il Governo ed il suo apparato tecnico (Invitalia), insieme alla Regione chiamata a cofinanziare gli investimenti,  a valutare presto ma bene serietà e garanzia di piani industriali e finanziari che io mi auguro molto robusti, innovativi ed in linea con gli standard ambientali. Sosterremo inoltre il sindacato – conclude Francesco Sanna – nella richiesta del ritorno al lavoro del più alto numero di lavoratori.»

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Le imprese artigiane sarde dell’agroalimentare e della cosmesi incontrano i buyer di Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Oman, Kuwait, Egitto e Qatar durante la “V Borsa Internazionale delle imprese Italo Arabe”, in programma oggi e domani a Cagliari.

Confartigianato Imprese Sardegna è presente con 7 imprese, le cui lavorazioni rispettano i precetti della legge islamica, produttrici di formaggi, di riso e pasta, e di cosmetici derivati da prodotti naturali. Per questo, il Caseificio Formaggi Sardi Mario Piras di Ozieri (SS), la Fattoria Su Grabiolu di Siamanna (OR), l’Azienda Falchi di Oristano, il Pastificio Porta1918 di Gonnosfanadiga (VS), il Caseificio Silvio Boi di Cardedu (OG), insieme ai produttori di cosmetici Herbsardinia e Fitomediterranea, entrambi di Cagliari, saranno impegnati, durante le 10 ore di contrattazione, in circa 50 incontri “business to business”.

Nell’ambito dei vari workshop proposti dall’iniziativa, il segretario regionale Stefano Mameli, interverrà nel seminario “Internazionalizzazione e incentivi per le imprese” sabato 16, alle ore 9.15.

Per Confartigianato Sardegna, continuare a portare nel mondo l’eccellenza sarda, insieme agli ideatori della Borsa Italo Araba, è uno degli obiettivi principali dei prossimi anni; l’Associazione proseguirà ad aiutare le proprie imprese nei processi di internazionalizzazione, affiancandole in tutte le varie fasi e offrendo loro concrete opportunità di crescita.

«Le imprese hanno ormai capito che il “mercato domestico” non è più sufficiente e che quello globale offre molteplici opportunità da cogliere – afferma Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – per questo le aziende artigiane stanno partecipando, in maniera sempre più crescente alla Borsa Italo Araba, importante evento organizzato per far cogliere le opportunità al sistema produttivo isolanoIl mercato degli Stati Arabi è una realtà fondamentale per lo sviluppo delle imprese sarde e per la Sardegna intera – conclude Antonio Matzutzi – l’export che cresce in questi Paesi significa che le nostre aziende stanno riuscendo a unire tradizione e maestria a ricerca e perfezione, per soddisfare le esigenze di clienti che pretendono innovazione e prodotti qualitativamente perfetti

Alcuni dati tratti dal dossier 2016 sull’export delle imprese manifatturiere (di tutte le tipologie tranne quelle petrolifere) della Sardegna verso i Paesi Arabi, elaborato dell’Osservatorio per le MPMI di Confartigianato Imprese Sardegna.

E’ di oltre 96milioni di euro il bilancio 2016 dell’export delle imprese manifatturiere (di tutte le tipologie tranne quelle petrolifere) della Sardegna verso i Paesi Arabi. Di questi, oltre 50milioni di euro sono rappresentati dalle esportazioni delle imprese artigiane e dalle Micro e Piccole imprese. La vendita verso la sponda sud del Mediterraneo di alimentari, articoli in pelle e tessili, abbigliamento, prodotti in metallo e altre produzioni manifatturiere, nell’anno appena concluso ha registrato una crescita del +2,7% rispetto all’anno precedente.

Sono questi i dati 2016 sull’export della Sardegna verso Arabia Saudita, Libia, Libano, Algeria, Egitto, Marocco, Tunisia, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Oman, Bahrein, Iraq, Giordania, Siria e altri paesi appartenenti alla Lega degli Stati Arabi, elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato, su dati ISTAT.

47,9 milioni di euro di prodotti sardi del manifatturiero sono volati in Arabia Saudita (+45,2% rispetto al 2015), 15,2 verso gli Emirati (-33,1%), 14,9 verso il Bahrein (+ 161,1%), 4,8 verso la Tunisia (+28%), 4,5 verso il Marocco (+90,3%), 2,9 verso l’Egitto (-56,3%) e 2milioni verso la Libia (+187,6%).

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Il Consiglio regionale stamane ha approvato l’articolo 1 con il piano per il lavoro “LavoRas” della Manovra 2018-2020.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con gli emendamenti collegati all’art. 1 (Disposizioni in materia finanziaria e contabile) del Dl n. 455/A – Giunta regionale – Legge di stabilità 2018.

In apertura sono stati respinti numerosi emendamenti soppressivi presentati dalla minoranza e successivamente sono iniziate le dichiarazioni di voto sul testo dell’articolo.

Il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, ribadendo il voto contrario, ha detto che «speravamo che la finanziaria si potesse migliorare mentre invece, l’articolo rimane sterile; speriamo che non ci siano brutte notizie sugli accantonamenti ed auspichiamo che con gli emendamenti successivi si possa ancora migliorare il testo».

L’altro vice capogruppo Marco Tedde ha affermato che «la programmazione delle risorse comunitarie segna il passo e necessita di una decisa sterzata e sotto questo profilo il governo regionale deve mettersi le mani sulla coscienza, impegnandosi di più sulle cose concrete, evitando di fare annunci e verificando le strozzature dell’apparato burocratico»

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi), contrario, ha sostenuto che «oltre alla programmazione delle risorse comunitarie c’è quella sugli accostamenti che si sta valutando con un po’ di sufficienza, stiamo mettendo a bilancio oltre 600 milioni ma in realtà lo Stato ce ne deve molti di più; su questo punto dovremmo tornare perché con una legge di stabilità sub iudice potrebbero verificarsi sgradevoli sorprese, mettendo a rischio l’impianto della legge di stabilità».

Il consigliere di Forza Italia Mariano Contu, contrario, ha messo l’accento sui 10 milioni stanziati attraverso l’Insar per la ricollocazione numerosi soggetti espulsi dal mondo del lavoro dopo la chiusura delle imprese. In passato, ha ricordato, «il percorso ha richiesto non meno di 3 anni ed è evidente che certi meccanismi devono essere accuratamente verificati e non riproposti tali e quali».

Sempre per Forza Italia il consigliere Edoardo Tocco ha osservato che «occorre evitare che molti fondi comunitari tornino al mittente, i problemi non sono stati risolti, bisogna fare di più e rispoindere concretamente alle tante aspettative dei sardi».

Il consigliere dell’Udc Peppino Pinna, contrario, ha evidenziato ancora una volta la criticità del sistema dei trasporti, che «si rivela incapace di garantire una accettabile mobilità ai sardi, mentre a fronte di stanziamenti ingenti della Regione lo Stato aumenta i costi per i passeggeri; è urgente ridefinire la questione della continuità e riorganizzare il sistema per lo sviluppo della Sardegna».

Il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis ha detto che «con gli emendamenti aggiuntivi e soprattutto con gli interventi in materia di lavoro si vedrà se davvero nella manovra c’è qualcosa di buono per i sardi; in questo momento più che quanto si può spendere sono importanti selezione e qualità della spesa». Abbiamo avuto interlocuzioni con la maggioranza, ha concluso, «e ci aspettiamo un approccio diverso e migliore».

Il capogruppo Pietro Pittalis ha ribadito la posizione contraria del gruppo al provvedimento nel suo complesso, «non rispondente alle reali esigenze dei sardi di fronte alle quali a nostro giudizio la maggioranza continua a navigare a vista». Sul lavoro, ha aggiunto, «bisogna capire se il testo è solo della Giunta o ad esso hanno contribuito anche le forze del centro-sinistra perché, in caso affermativo, non si capisce come possa essere sottoscritto un progetto di aria fritta».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha dichiarato che «le politiche economiche delle ultime anni hanno puntato al rafforzamento delle capacità imprenditoriali ma i risultati, a cominciare dal Piano Sulcis, non sono stati all’altezza delle aspettative a causa di insopportabili ritardi burocratici». La finanziaria, a suo avviso, «sotto questo profilo è poco vigorosa e poco innovativa, con un impianto condizionato dalla spesa sanitaria e dall’assistenzialismo, senza azioni davvero incisive, appesantita da troppa spesa corrente»

Il capogruppo di Art. 1 – Sdp Daniele Cocco ha detto che «non vogliamo prendere in giro nessuno, crediamo molto in questo Patto per il lavoro e su risorse che dovrebbero essere destinati a molti sardi rimasti esclusi dalle opportunità di occupazione; chiediamo però garanzie perché vogliamo, a fronte di una aspettativa forte, che le risorse disponibili siano spese in modo rapido ed efficace»

Il consigliere Francesco Agus (Misto-Campo progressista), soffermandosi sul progetto LavoRas ha affermato di non credere nei miracoli «ma in un utilizzo migliore di risorse che già facevano parte della programmazione regionale, capace di organizzare meglio la spesa con una cabina di regia efficiente; questa visione è mancata negli anni passati spesso con risultati molti negativi, fra i fondi riprogrammati ci sono quelli Insar ed anche questa è una buona notizia per i disoccupati sardi».

Il consigliere di Forza Italia Giuseppe Fasolino ha ribadito la posizione contraria del suo gruppo sulla manovra, sottolineando che «l’obiettivo comune del progetto sul lavoro deve appartenere all’intero Consiglio, per cui molti fondi si potevano convogliare nel Fondo unico per gli Enti locali, dato che i Comuni già svolgono alcune funzioni contenute nel progetto a favore della fasce più marginali della società sarda».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha messo l’accento sul progetto-lavoro, giustamente «al centro dell’attenzione perché pilastro portante della manovra perchè agisce sul contingente e sulle prospettive, facendosi carico di una sofferenza di diffusa e migliorando anche alcune misure di flex-security che non hanno dato i risultati sperati». Soprattutto nella catena di governo della spesa, ha sostenuto, «noi riteniamo che al vertice di debba essere una figura commissariale, proposta che ci riserviamo si dettagliare meglio in seguito».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione il testo dell’articolo che il Consiglio ha approvato con 27 voti favorevoli e 18 contrari.

L’aula è poi passata all’esame dell’emendamento 813 (Dedoni e più) che ripropone la storica battaglia dei Riformatori sulle accise (la previsione, tra le entrate spettanti alla Regione, delle imposte di fabbricazione sui prodotti generate in Sardegna anche se riscosse nel restante territorio dello Stato).

Secondo Michele Cossa «la rinuncia della Regione a questa partita è stato un errore. La Corte Costituzionale ha avuto un atteggiamento diverso nei nostri riguardi rispetto alla Sicilia. C’erano i margini per difendere la Sardegna – ha affermato Michele Cossa – oggi riproponiamo questo tema, consapevoli che si tratta di una forzatura. La Sardegna sconta un handicap naturale rappresentato dall’insularità, lo Stato deve riconoscerlo».

A favore della proposta si è schierato Mariano Contu (Forza Italia): «E’ un argomento importante e lo sosteniamo – ha detto Mariano Contu – per questo, insieme al collega Truzzu, abbiamo presentato un altro emendamento su un tema specifico: la tassazione delle birre artigianali prodotte in Sardegna».

Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori sardi e primo firmatario dell’emendamento,  ha ribadito la necessita di reperire nuove risorse per finanziare le politiche del lavoro e dello sviluppo: «La Giunta sa che ci mancano danari, le risorse stanziate per il Piano del Lavoro arrivano da altri capitoli, non si tratta di fondi aggiuntivi. Servono altre finanze, per questo è necessario ricercare altre fonti di finanziamento. L’accordo Prodi-Soru prevedeva un miliardo e 700milioni di euro all’anno per la Sardegna. Quanti ne abbiamo incassati? C’è un arretrato ingente. Di queste risorse la Sardegna ha un bisogno vitale. Fate un tentativo, inserite questo emendamento».

Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha evidenziato il senso della battaglia sulle accise iniziata dal suo partito nel 2013: «Non è solo una questione ideale, le ragioni di questa battaglia sono anche economiche – ha affermato Luigi Crisponi – vogliamo rilanciare un tema importante e profondo che permetterebbe di realizzare i diritti dei cittadini sardi. Le accise devono essere riconosciute per sistemare un deficit del territorio e compensare i danni ambientali causati dalla presenza dell’industria petrolifera in Sardegna».

Marco Tedde (Forza Italia), dopo aver annunciato il suo voto favorevole, ha invitato l’Aula a sostenere la proposta: «La battaglia sulle accise è giusta e va sostenuta da tutti. Va fatto un braccio di ferro con lo Stato che si tiene 674 milioni all’anno,  la vittoria di questa battaglia ci consentirebbe di incassare un miliardo di euro. Lo Stato non riconosce le accise ma le interpreta come imposte di consumo. E’ un errore, un atto odioso e doloso. Questo atteggiamento crea alla Sardegna dei danni incommensurabili».

Voto favorevole ha annunciato anche Gennaro Fuoco (FdI): «E’ una battaglia di correttezza anche nei confronti dello Stato. C’è stato un trattamento diverso per la Sicilia dove sono state riconosciute condizioni migliori sulla distribuzione delle accise – ha detto Gennaro Fuoco – non si possono tollerare comportamenti diversi nei confronti di territori che hanno problemi simili come lo svantaggio dell’insularità e la mancanza di lavoro».

Giudizio condiviso da Paolo Truzzu (FdI): «Bisogna credere in questa battaglia – ha affermato Truzzu – è una strada assolutamente percorribile. La cifra potenziale da incamerare è di circa un miliardo, consentirebbe di garantire alcune soluzioni al problema del territorio. In questi anni ci siamo resi conto come sia difficile sostenere le politiche di sviluppo.  I soldi delle accise libererebbero altre risorse e, per esempio, permetterebbero di azzerare l’Irap. E’ una sfida che va colta. Su questo tema ho presentato un emendamento a favore dei birrifici regionali che consentirebbe loro di recuperare l’accise pagata allo Stato».

Messo in votazione l’emendamento 813 è stato respinto con 24 voti contrari e 17 favorevoli .

Successivamente è stato annunciato il ritiro dell’emendamento n. 887 (Busia) mentre sul 1029 (Congiu e più) è arrivato un invito al ritiro da parte della Commissione e della Giunta. 

L’Aula è quindi passata all’esame del 1052. Stefano Tunis (Forza Italia) ha illustrato i contenuti della proposta: «L’obiettivo è quello di intervenire nei confronti di quelle risorse umane che potrebbero subire gli effetti negativi di una profonda automazione delle aziende. Molte figure professionali potrebbero essere messe in seria difficoltà. Noi chiediamo che la Regione partecipi ai progetti di welfare aziendali integrando gli ammortizzatori sociali o partecipando alla formazione». Tunis ha quindi manifestato la disponibilità al ritiro dell’emendamento e ne ha proposto uno orale al 1027 che prevede un fondo di 500mila, nell’ambito delle risorse assegnate all’Aspal, destinato ai progetti di welfare aziendale all’interno della contrattazione di secondo livello.

L’assessore alla Programmazione Raffaele Paci ha espresso parere favorevole: «I progetti di welfare aziendali sono una tematica importante. Per questo propongo un ulteriore emendamento orale per la costituzione di un apposito osservatorio con la partecipazione delle organizzazioni sindacali. Vogliamo che ci sia il coinvolgimento di tutti sull’andamento del Piano del lavoro»

Non essendoci obiezioni, i due emendamenti orali sono stati acquisiti.

Subito dopo il consigliere Stefano Tunis ha annunciato il ritiro dell’emendamento 1052 e la disponibilità a ritirare anche il 1053 a fronte di un impegno della Giunta per investire sul digitale.

L’assessore Raffaele Paci si è detto favorevole: «Siamo interessati a sviluppare qualunque forma di incentivazione al lavoro. Il digitale, sul quale stiamo investendo molto, rientra in quest’ottica». L’emendamento 1053 è stato quindi ritirato.

Paolo Truzzu (FdI) ha poi illustrato l’emendamento 1054. «Non ha un impatto finanziario – ha affermato – mira a trovare soluzioni per persone inoccupate di età compresa tra i 30 e i 40 anni. Finora la legislazione nazionale e regionale ha previsto bonus per il lavoro fino ai 29 anni. C’è una categoria di persone esclusa dagli incentivi in conto occupazione. E’ opportuno un ragionamento su questa fascia di persone nel Piano del lavoro».

Favorevoli anche il consigliere di FdI, Gennaro Fuoco («E’ una misura che favorirebbe anche i soggetti espulsi dal mercato del lavoro») e Luigi Crisponi dei Riformatori («Un segnale bipartisan sarebbe accolto con favore da lavoratori e imprese»).

L’assessore Raffaele Paci ha espresso parere favorevole: «E’ una proposta condivisibile, come le altre presentata da Truzzu sul lavoro delle donne e su quello degli over 50. Tutte queste categorie saranno prese in esame all’interno del Piano del lavoro. Sono però contrario alla presentazione di emendamenti ad hoc. Saranno previste misure specifiche per tutti quanti. Per questo invito i presentatori a ritirarli». Richiesta accolta dal consigliere Paolo Truzzu che ha ritirato gli  emendamenti 1054 e 1055.

Sul 1056 Paolo Truzzu ha invece voluto spiegare il senso della sua proposta: «E’ un emendamento che punta alla ripresa dell’incremento demografico. Prevede un bonus per chi assume donne con figli di età inferiore a 15 mesi. Chi ha figli piccoli viene sistematicamente escluso dal mercato del lavoro. Dobbiamo cambiare questa logica per due motivi: incrementare il lavoro femminile e allo stesso tempo la natalità. Serve una svolta culturale, rimettiamo le famiglie al centro delle politiche per il lavoro. Diventare mamma non deve essere una condanna, è un investimento per la comunità».

Stessa considerazione da parte di Gennaro Fuoco (FdI): «La Regione ha necessità di intervenire perché su questo fronte non interviene lo Stato. Un pronunciamento dell’Assemblea sarebbe importante per fissare un principio».

D’accordo anche Annamaria Busia (Campo progressista): «E’ un tema importantissimo – ha detto Busia – gli ultimi dati dimostrano che la Sardegna è il fanalino di coda, l’occupazione femminile  è al 48,9% contro la media europea del 72,5. Le poche donne che fanno figli battono in ritirata Altro dato allarmante: nel 2016, il 78% delle richieste di dimissioni ha riguardato lavoratrici madri per l’impossibilità di conciliare il lavoro con la famiglia. Mi aspetto risposte da parte della Giunta, si prenda atto di una situazione gravissima».

L’assessore Raffaele Paci, dopo aver riconosciuto “la grande importanza del tema” e ricordato che per le politiche di conciliazione sono disponibili oltre 22 milioni di euro di fondi Fse e Fsc, ha preso l’impegno per una previsione specifica nel Piano del Lavoro invitando i presentatori a ritirare l’emendamento.

Paolo Truzzu, nell’annunciare il ritiro dell’emendamento, ha offerto la sua disponibilità a collaborare per l’attivazione delle misure a favore delle donne madri: «Se riusciamo ad avviare questo processo creiamo un volano positivo. Lo stipendio alle donne consentirà di mandare il bambino alla scuola materna garantendo lavoro alle maestre. E’ un investimento a lungo termine».

L’Aula ha poi affrontato l’emendamento di maggioranza 1057 (Pietro Cocco e più), che prevede otto milioni di euro per incentivare le ristrutturazioni dell’edilizia privata nell’ambito del Piano Sulcis. Il primo firmatario ha detto: “Si tratta di incentivi addizionali a quelli fiscali esistenti e in questo modo si potranno generare un volume di lavoro di 40 milioni di euro”.

Per l’on. Giuseppe Fasolino (FI) “sarebbe opportuno che l’edilizia in generale, e non solo nel Sulcis, fosse intesa come una risorse per l’economia della Sardegna. Aspetto che discutiamo di urbanistica, a questo punto”.

Secondo l’on. Michele Cossa (Riformatori) “l’emendamento introduce un elemento interessante nella politica regionale, il sostegno diretto all’edilizia dei privati in una zona particolare della Sardegna. Mi chiedo se questo intervento non sia un po’ strano e discutibile, sarebbe meglio destinare le risorse a incrementare il fondo di rotazione dei mutui della Regione. Su questo vorrei anche sentire l’opinione dell’assessore”.

Della stessa opinione l’on.Luigi Crisponi (Riformatori), che si è detto “preoccupato che fondi destinati alle filiere produttive possano venire politicamente distratti, consentitemi il termine, verso l’edilizia privata. Mi sembra francamente difficile che un emendamento alla Finanziaria possa permettere tutto questo. Ci vorrebbe un approfondimento per capire la reale portata di questa norma”.

Per l’Udc ha parlato l’on. Gianluigi Rubiu, che ha detto: “Questo emendamento certifica se ce ne fosse bisogno il fallimento del Piano Sulcis, che a distanza di sette anni dall’approvazione del patto col Governo, stiamo rimodulando denari non spesi. Ma come mai ci sono denari non spesi nonostante il Sulcis sia un’area martoriata? Questi soldi dovrebbero rimanere vincolati al settore per il quale sono stati stanziati”.

L’on. Paolo Truzzu (Sardegna) “non è chiaro perché sia legittimo sostenere l’edilizia privata del Sulcis e non si possa fare altrettanto altrove. E mi preoccupa anche il trasferimento di risorse che avevano un’altra destinazione, non quella di risanare l’edilizia privata dei centri storici”. Perplesso anche l’on. Gennaro Fuoco (Sardegna), che ha ricordato: “Ciò che genera ricchezza in un territorio è la produzione e dunque le filiere produttive. Il nostro compito non è dare contributi a un determinato territorio invece che a un altro”.

Contrario all’emendamento anche l’on. Marco Tedde (FI): “Certo che l’edilizia è importante per la Sardegna, il nostro piano casa ha prodotto 46 mila pratiche. Ma non è questo il modo di affrontarlo, soprattutto in assenza di una legge urbanistica che, nonostante le vostre promesse, non riuscite a portare in aula. Il vostro emendamento introduce un meccanismo pericoloso”.

Per l’on. Giovanni Satta (Psd’Az), «prima di attuare misure come queste, che certificano il fallimento del Piano Sulcis, bisognerebbe uscire dall’assistenzialismo che riguarda il Sulcis come Ottana».

Meravigliato l’on. Giorgio Oppi (Udc): “E’ capitato anche altre volte di dare contributi straordinari, a Sassari come a Iglesias. Ma il fatto che non si riesca a spendere le risorse finanziarie la dice lunga. E sono contrario anche alle fotografie, come quella scritta in questo emendamento”. Contrario anche l‘on. Fabrizio Anedda, che ha puntato il dito contro gli sprechi del Piano Sulcis mentre l’on. Pietro Pittalis (FI) ha affermato “dubbi sull’ammissibilità dell’emendamento: non è possibile modificare unilateralmente un patto, senza che sia stata negoziata la modifica del patto, nemmeno con le organizzazioni sindacali. Non tutto è consentito ed ammesso: se passa questa logica ogni patto è scardinabile. Cosa ne pensa il presidente Tore Cherchi? Lo avete interpellato?”.

Anche l’on. Francesco Agus (Cp) ha sollevato perplessità: “Gli interventi di ristrutturazione hanno un effetto volano, se compiuti nel rispetto dei contesti. Ma questo emendamento mi lascia molti dubbi e suggerisco il ritiro dell’emendamento”.

Per l’on. Luca Pizzuto (Sinistra) “i fondi possono essere utilizzati perché ci sono state interlocuzioni ed è stato concordato con le organizzazioni di categoria. La non approvazione di questo emendamento manda invece in perenzione i fondi del Piano Sulcis: chi vota contro questa norma fa perdere otto milioni a quelle categorie”.

Il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione l’emendamento 1057 ma l’on. Pietro Pittalis (FI) ha ribadito la richiesta di un parere circa l’ammissibilità dell’emendamento “visto che si interferisce su materia pattizia”.  L’on. Crisponi (Riformatori sardi) ha chiesto all’assessore Raffaele Paci se “tutti gli attori istituzionali siano stati sentiti per questa diversa destinazione dei fondi non spesi”. L’on. Alessandra Zedda (FI) ha sollecitato ancora un volta il ritiro dell’emendamento: “Se vi fermate a pensare a chi devono andare davvero i sostegni del Patto Sulcis dovete ritirare questo emendamento”.

L’emendamento 1057 è stato approvato con 24 voti a favore e 15 contrari.

Ritirati, invece, gli emendamenti 1058 (Pietro Cocco) e 1029 (Congiu).

Sull’emendamento 1027 “programma integrato plurifondo per il lavoro LavoRas” della Giunta regionale l’on. Gianfranco Congiu (Pds) ha proposto un emendamento orale che è stato accolto.

L’on. Pietro Pittalis (FI) ha chiesto la votazione per parti, dal punto 1 al punto 3, poi il 3 bis con il 3 ter.

Il presidente della Commissione, Franco Sabatini, parlando della norma in discussione ha detto: “Qui ci sono 100 milioni di risorse riprogrammate per le politiche del lavoro. E altri 27 milioni già programmati che nessuno intende toccare. Dunque, si tratta di un provvedimento che ci rende orgogliosi e che andremo a presentare in tutta la Sardegna. Dopo la Finanziaria avremo 30 giorni per confrontarci e attivare politiche che aggancino la ripresa”.

Il capogruppo di Forza Italia ha replicato: “Per le stesse ragioni, invece, noi andremo in giro in Sardegna a spiegare che avete creato false aspettative in chi attende di trovare un lavoro. Per il resto si tratta di risorse già programmate: non state aggiungendo nulla, non sono risorse aggiuntive. Questo è il gioco delle tre carte”.

L’on. Paolo Truzzu (Sardegna) ha detto: “Le cose che ho appena sentito dalla maggioranza mi hanno fatto pentire di aver ritirato una serie di emendamenti. Tutti siamo d’accordo per incentivare l’occupazione ma come si crea e come si racconta fa la differenza”.

Per il Pd ha preso la parola il capogruppo, Pietro Cocco: “Abbiamo dettagliato il nostro piano e l’alternativa e far cadere tutte le risorse, perdere quei denari e perdere il Piano per il lavoro che abbiamo elaborato per questo anno e per gli anni a venire. Prendiamo atto che la minoranza è contraria a mettere 128 milioni di euro in Sardegna”.

Michele Cossa (Riformatori sardi) ha dichiarato voto contrario: «L’emendamento propone misure di carattere assistenziale come è tradizione del centrosinistra». L’esponente della minoranza ha auspicato politiche con ricadute occupazionali “durature e positive”. Fabrizio Anedda (Misto) ha annunciato voto a favore e confermato piena fiducia al presidente della Regione, invitandolo però a scongiurare il rischio di interventi assistenzialistici. Il consigliere di Fi, Giuseppe Fasolino, ha rimarcato che il piano “LavoRas” prevede l’impiego di risorse già destinate in precedenza per il lavoro “e che quindi non sono state spese”. «È fondamentale – ha concluso l’esponete della minoranza – investire questi fondi per creare posti di lavoro “veri” e non impiegarli per fare assistenzialismo».

Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp) si è detto convintamente a favore dell’emendamento presentato dalla Giunta («diamo risposte a migliaia di disoccupati») ed ha così concluso il suo intervento: «È una misura importante e l’opposizione si ravveda, dimostri di essere più comunista di noi». Annamaria Busia (Misto-Cd) non ha nascosto alcune perplessità sulla proposta emendativa dell’esecutivo ma ha annunciato voto a favore: «Non posso votare contro un emendamento che ha come obiettivo il riconoscimento del diritto al lavoro».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni ha annunciato voto contrario: «Ma nessuno di noi è contrario ad un piano per il lavoro, vogliamo un piano serio del lavoro che porti reale occupazione con lo stanziamento di ulteriori cento milioni di euro». Il capogruppo del Pds, Gianfranco Congiu (Pds) ha dichiarato voto favorevole e compiacimento per il dibattito sviluppatosi in Aula sul tema del lavoro («è il riconoscimento che è il pilastro fondante della nostra finanziaria») ed ha anche mostrato apprezzamento per la volontà della minoranza di procedere con la votazione per parti. Mariano Contu (Fi) si è detto contrario ed ha accusato la maggioranza di centrosinistra “di discutere di minuzie” e di avere commissariato, nei fatti, l’assessore regionale del Lavoro.

Posto in votazione per parti, (dal comma 1.3 e successivamente commi 3bis e 3 ter) l’emendamento 1027 è stato approvato (28 favorevoli e 16 contrari per la prima parte e 41 favorevoli su 41 votanti la seconda parte). La minoranza ha votato a favore sia alle modifiche introdotte dalla proposta del consigliere Tunis (Fi) e che riguardano la finalizzazione di una parte delle risorse per l’economia digitale, sia a quelle avanzate dal capogruppo del Partito dei sardi, Gianfranco Congiu, che introducono il principio della cosiddetta “perequazione” per le zone maggiormente svantaggiate.

In sintesi, con l’emendamento 1027 e le successive modificazioni introdotte, il Consiglio ha approvato il piano per il lavoro “LavoRas” che per il 2018 ha uno stanziamento di 127.960.000 euro mentre per il 2019 e 2020 le risorse sono pari a 70.110.000 euro\anno. Tali fondi (regionali, statali e comunitari) sono dedicati “all’incremento e alla salvaguardia dei livelli occupazionali attraverso politiche di attivazione, conciliazione, incentivazione e altre misure di rafforzamento dell’occupabilità”.  L’emendamento prevede inoltre che “la Giunta, entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge, su proposta della cabina di regia della programmazione unitaria, previo pare delle commissioni consiliari, approva gli ambiti di intervento e le modalità organizzative del programma integrato plurifondo e le conseguenti variazioni di bilancio”.

A conclusione della votazione il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha tolto la seduta ed ha convocato l’Aula per martedì 19 dicembre alle 10.00.

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Slitta al 31 gennaio 2018 il blocco delle nuove abilitazioni per la professione di guida turistica in Sardegna.

La decisione è stata assunta dalla conferenza dei capigruppo del Consiglio regionale al termine di un incontro con le associazioni di categoria “Amici di Sardegna”, “Eidesia”, e “I Love Sardegna”. Per assicurare la proroga sarà presentato un emendamento alla Manovra Finanziaria attualmente all’esame dell’Aula.

Le abilitazioni erano state bloccate lo scorso 28 novembre con l’approvazione dell’assestamento di bilancio, all’interno del quale era stata inserita una norma che, in attesa della definizione di una legge nazionale,  ha congelato le disposizioni della legge regionale n.20 del 2006 (”Riordino delle professioni turistiche di accompagnamento e dei servizi”). L’intervento si era reso necessario per porre un limite all’accesso alla professione. Contrariamente a quanto accade nel resto d’Italia, in Sardegna per diventare guida turistica è infatti previsto un esame di abilitazione per i soli diplomati. Per chi è in possesso di una laurea basta invece un tirocinio di 3 mesi e la partecipazione a 10 visite guidate.

Con la decisione odierna si conferma la volontà del legislatore di bloccare le abilitazioni in attesa dell’approvazione della legge nazionale sulle Guide turistiche già licenziata dalla Conferenza delle Regioni. Il blocco avrà però effetti dal 31 gennaio per consentire a chi ha già terminato i corsi di ottenere il patentino.

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https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10215243219461718/

Ha preso il via stamane, alla Fabbrica del Cinema, Corso pratico di Cinema “Filmare e comunicare per promuovere e sviluppare il territorio”, 12 incontri/giornate per un totale di 24 ore per week (totale di 96 ore), inserito nel programma del Cineporto legato all’attivazione di luoghi artistici e culturali, volti ad ospitare attività didattiche in ambito cinematografico, il Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria – Fabbrica del Cinema, in collaborazione con la Fondazione Sardegna Film Commission, il patrocinio del Comune di Carbonia ed il supporto dello SBIS – Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis e della Cooperativa Progetto S.C.I.L.A. e della Blue Film, propone un workshop pratico di Cinema a cura di un team diretto dal produttore e organizzatore generale Alessandro Bonifazi.

Il corso ha lo scopo di fornire tutti gli elementi utili a comprendere il variegato e complesso mondo della produzione audiovisiva nelle sue principali accezioni: cinema, televisione e new media.
L’esperienza specifica acquisita dai docenti, peraltro, consente di integrare solidi momenti teorici all’indicazione di una ampia prospettiva tecnica allo scopo di consentire agli studenti una conoscenza non sommaria del panorama produttivo internazionale, pur nella brevità delle ore a disposizione. Altra finalità del corso nella sua interezza, è quella di consentire una preparazione abile a confrontarsi con il mercato del lavoro nel settore dell’audiovisivo.
I partecipanti saranno inoltre introdotti al mondo del marketing digitale:
dall’avvento dei media personali alla transizione verso il digitale; dalle Strategie di comunicazione nell’era dei Social Network al nuovo modello di “consum-attore” e al modello virale per un passaparola integrato e sistematico.
Saranno lezioni frontali comprendenti una serie di esercitazioni teorico-pratiche nel campo della gestione del set cine-televisivo, dello spoglio della sceneggiatura e dei social media. Gli studenti saranno periodicamente chiamati a verificare le competenze acquisite attraverso la somministrazione di Piani di Lavorazione (PdL), di moduli di spoglio sceneggiatura, di box office (Cinetel) e controlli su social network, nonché attraverso la scrittura di soggetti audiovisivi e la pianificazione di un agenda per la promozione digitale del prodotto audiovisivo sui principali Social Network.
Alla fine del Corso i partecipanti avranno realizzato un video (documentario o cortometraggio) scritto, diretto e interpretato anche da loro stessi, dopo essersi confrontati con i problemi di scrittura, budget, recitazione, location, fotografia, montaggio, avendo acquisito le conoscenze base del linguaggio cinematografico e televisivo. Gli studenti, come ultima operazione, saranno in grado di “posizionare” il loro prodotto sui Social Network.
Il progetto sarà gestito da quattro docenti, noti professionisti del settore cinematografico che cureranno la pianificazione di ogni aspetto logistico e organizzativo del workshop in collaborazione con il Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria – La Fabbrica del Cinema:
• direttore didattico/organizzatore di produzione
• regista/direttore della fotografia
• montatore
• responsabile della comunicazione/social media marketing and strategy
Il corso sarà organizzato in quattro moduli da tre incontri, di 8 ore ciascuno, che si terranno nei week end (dal venerdì alla domenica), per un totale di 12 incontri e 96 ore, un week end al mese nei mesi di dicembre 2017, febbraio 2018, marzo 2018, aprile 2018, secondo la disponibilità e le esigenze dell’organizzazione del corso.
Il primo modulo da tre incontri si tiene da oggi a domenica 17 dicembre 2017.
I successivi appuntamenti verranno comunicati con un congruo anticipo ai partecipanti al corso.
Al termine del corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione.
I partecipanti sono obbligati a frequentare almeno 80 ore di quelle previste dal workshop.
Il corso è aperto a tutte le persone di età compresa tra i 18 e 40 anni, residenti o domiciliate in Sardegna, in possesso di un diploma di scuola media superiore, di un notebook o, eventualmente, di un tablet che supporti la suite Microsoft Office, o software compatibile, e di una conoscenza base dei programmi Word ed Excel o simili. Ogni partecipante dovrà necessariamente portare al corso il proprio notebook che utilizzerà per le attività previste dal programma.

Stamane abbiamo intervistato Paolo Serra, direttore del Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria – Fabbrica del Cinema.