24 November, 2024
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Il Consiglio comunale di Stintino ha approvato l’imposta di soggiorno e approva il regolamento comunale per la sua istituzione e disciplina. Nei giorni scorsi, l’assemblea civica ha così dato via libera alla giunta che entro gennaio, in occasione della presentazione del bilancio di previsione, dovrà individuare la misura dell’imposta distinta per tipologia di struttura ricettiva. La pratica è stata approvata con i voti favorevoli della maggioranza. A votare a favore anche la minoranza, con due sì e due astenuti.

L’imposta di soggiorno sarà applicata per il pernottamento dal 1 maggio al 31 ottobre di ogni anno. Verrà versata da coloro che pernotteranno nelle strutture alberghiere, extra alberghiere come b&b, case vacanza o unità immobiliari non adibite ad abitazione principale e concesse in locazione con finalità turistiche quindi per aver pernottato in camping e in aree sosta caravan e autocaravan.

«La sua istituzione – ha detto il primo cittadino Antonio Diana – ci consentirà di migliorare i servizi turistici perché i proventi saranno investiti nel settore. Il nostro obiettivo è quello di renderla operativa nei mesi di alta stagione, lasciando liberi quelli di minor affluenza turistica. Riteniamo, poi, che questo strumento consentirà anche di far emergere il mercato degli affitti sommersi. Una misura necessaria – ha concluso il sindaco di Stintino – perché è giusto che tutti contribuiscano a far crescere il settore.»

L’imposta, si legge nel regolamento, è determinata per persona e per numero di pernottamenti ed è articolata in maniera differenziata secondo la tipologia delle strutture ricettive.

«Il prelievo non colpisce il pensionato o il piccolo proprietario – ha aggiunto il vicesindaco Angelo Schiaffino – ma le organizzazioni che immettono sul mercato interi comparti usufruendo dei servizi offerti dal territorio e sfuggendo a qualsiasi tipo di contributo. Lo strumento potrebbe inoltre fornirci dati utili per una corretta imposizione della Tari.»

Il regolamento, inoltre, prevede esenzioni dal pagamento dell’imposta e consente al gestore la facoltà di trattenere sino al massimo del 3 per cento dell’imposta lorda riscossa direttamente, a titolo di parziale rimborso delle spese gestionali connesse alle attività di riscossione e rendicontazione.

Il documento approvato dal consiglio, poi, regolamenta i versamenti, gli obblighi del gestore, i controlli, le sanzioni, la riscossione coattiva, i rimborsi e le compensazioni quindi i benefici. «Il soggetto passivo di imposta – recita il regolamento all’articolo 15 – esibendo la ricevuta di pagamento, avrà diritto di beneficiare di sconti sul biglietto di ingresso al Museo della Tonnara nonché di riduzioni per l’acquisto di beni e servizi presso le strutture convenzionate».

Alla dibattito è intervenuta anche l’assessora alla Cultura e Turismo Francesca Demontis secondo la quale l’imposta «non farà diminuire le presenze turistiche». Hanno mostrato perplessità i consiglieri di minoranza Vincenzo Vallebella e Mara Sanna che si sono astenuti. Un giudizio positivo quindi è stato espresso dagli altri due consiglieri di minoranza, Pietro Maddau ed Enrico Scano, che hanno votato per l’approvazione. A chiudere il dibattito in aula è stata la presidente del consiglio Marilena Gadau che ha sottolineato come l’imposta consentirà un incremento dei servizi e ha dato atto del parere favorevole del revisore dei conti.

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Il Consiglio regionale ha approvato stamane la proroga al 30 giugno 2019 del piano casa regionale, dopo la relazione del governatore Pigliaru sull’accordo raggiunto col Governo sulle servitù militari.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con le comunicazioni del presidente della Regione Francesco Pigliaru (ai sensi dell’art.121 del Regolamento) sulle servitù militari.

Aprendo il suo intervento il presidente Francesco Pigliaru ha ricordato l’impegno assunto davanti al Consiglio nel 2014 con ordine del giorno sul problema delle servitù militari approvato all’unanimità, aggiungendo che da allora «è iniziato un lungo e faticoso lavoro con il ministero della Difesa, cui hanno contribuito anche i parlamentari sardi presenti nella commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito». Francesco Pigliaru ha poi ripercorso in sintesi i principali passaggi del complesso rapporto fra Regione Sarda e servitù militari, fondato su alcuni dati strutturali: la Sardegna è dagli anni ’50 la prima piattaforma addestrativa europea e sostiene il 60% del peso nazionale della presenza militare con appena il 2% della popolazione. Una situazione, ha ribadito il presidente della Regione, che «presenta una evidente sproporzione e richiede forti interventi di riequilibrio, che la nuova proposta di accordo definisce con chiarezza nei contenuti e nei tempi, ed è la prima volta che questo accade dagli anni ‘50». Prima di illustrare i dettagli del documento, il presidente si è soffermato sui risultati concreti conseguiti negli anni precedenti: sospensione delle attività militari da giugno a settembre, rispetto delle prescrizioni antincendio affidate al corpo forestale regionale, riconoscimento degli indennizzi anche per i pescatori di Capo Frasca che per vent’anni erano rimasti esclusi.

Francesco Pigliaru ha poi esposto al Consiglio i punti qualificanti del nuovo accordo col ministero della Difesa: sospensione formale giugno a settembre, presenza per la prima volta di osservatori ambientali indipendenti nei poligoni e nelle aree addestrative a garanzia di certezza e trasparenza dati, pagamento annuale degli indennizzi ai Comuni ed alle categorie interessate, rilasci definitivi di porzioni di territorio a Teulada e Capo Frasca, della caserma Ederle a Cagliari e di altri beni non più utili alle esigenze della Difesa. «Ora – ha proseguito Pigliaru – decide il Consiglio ma non c’è dubbio sul fatto che siamo in condizioni di ottenere il rilascio di porzioni di aree finora occupate dai poligoni, primo passo per una graduale dismissione di queste aree come chiedevano lo stesso Consiglio le comunità locali; i Sindaci, anzi, potranno disporre del loro territorio in estate e nelle festività pasquali senza chiedere alcuna concessione temporanea ai comandanti militari». «Ed inoltre – ha aggiunto – saranno localizzate in Sardegna attività di innovazione tecnologica e di ricerca duale nel settore spaziale ed aerospaziale, attraverso la costituzione di un tavolo inter-istituzionale dove saranno definite sia le misure concrete da adottare che la tempistica degli interventi e ciò significa non solo un importante riconoscimento per i nostri ricercatori ma anche crescita, sviluppo e posti di lavoro». Per quanto riguarda la misure compensative per i Comuni sui quali gravano limitazioni per la presenza militare, ha detto ancora il presidente della Regione, «entro 90 giorni sarà insediato un tavolo interministeriale per la verifica delle somme da corrispondere e le modalità dei pagamenti, superando i pensati ritardi dell’attuale sistema di erogazione che era comunque vincolato alla compatibilità con gli equilibri generali del bilancio dello Stato mentre ora è stato introdotto il criterio di compensazione del danno con erogazioni annuali; inoltre abbiamo ottenuto l’insediamento di alcuni reparti dell’Esercito nella caserma di Pratosardo a Nuoro, come chiedeva la comunità ed il riavvio della scuola sottufficiali La Maddalena, che intendiamo trasformare in un polo di eccellenza per l’economia del mare». «La definizione puntuale dei percorsi amministrativi con i quali saranno concretizzati i contenuti nel documento – ha concluso il presidente della Regione, «ci rassicura sul fatto che gli impegni saranno mantenuti, forse qualcuno solleverà obiezioni e dirà che si poteva fare meglio o che erano cose già raggiunte e per noi sarebbe stato facile cavalcare l’onda populista di dire no a tutto ma il nostro obiettivo è fare il bene della Sardegna».

Al termine dell’intervento del presidente il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha chiesto la disponibilità del testo dell’accordo e la sospensione della seduta per almeno 30 minuti, «in modo da poter esaminare il contenuto del documento che, al di là delle cose dette dal presidente, presenta alcune molto delicate che intendiamo verificare».

Il presidente Gianfranco  Ganau ha accolto la richiesta ed aggiornato i lavori del Consiglio alle ore 12.00.

Alla ripresa dei lavori il presidente Gianfranco Ganau che ha messo in discussione la proposta di legge 468 (proroga del Piano casa). A nome della commissione Quarta il presidente on. Antonio Solinas (Pd) ha illustrato la norma più importante, il comma a art. 37 che prevede «e comunque non oltre il 30 giugno 2019». L’oratore ha sollecitato l’approvazione confidando sul fatto che per quella data la riforma della legge urbanistica sarà completata.

L’on. Marco Tedde (Forza Italia) è intervenuto ha detto: «Con questa proposta di legge è chiaro che la maggioranza, con onestà, sta certificando il fallimento di tutte le sue politiche urbanistiche. Presidente, nel suo programma lei ha censurato tre anni di proroga del precedente Piano casa e invece non avete fatto nulla di quello che avete annunciato, anche per i contrasti interni al partito di maggioranza relativa. Oggi l’edilizia sarda piange la perdita di diecimila addetti nel biennio, come dice l’Ance. E nel terzo trimestre 2016 hanno chiuso 297 aziende della filiera edile mentre il piano casa 2009 del centrodestra ha prodotto 46 mila pratiche edili fino al 2015».

Per il capogruppo del Pd, on. Pietro Cocco, «la proposta è necessaria perché c’è una scadenza ma nei giorni scorsi sono stati presentati dati economici che raccontano di una Sardegna che cresce e anche più di altre regioni. Bisogna con forza lavorare per migliorare i numeri dell’edilizia sarda ma non è vero che noi abbiamo abbandonato il campo dell’urbanistica: noi siamo quelli che hanno fatto le riforme e questo pagherà. Se le riforme non le fai puoi solo lamentarti ma nulla cambia. Anche sull’urbanistica noi interverremo: come abbiamo fatto la riforma della sanità e degli enti locali arriveremo anche all’urbanistica nei prossimi mesi».

Per Forza Italia ha preso la parola il capogruppo, on. Pietro Pittalis, che ha parlato proprio di riforme: «Questa mattina in via Roma c’erano i medici, a lamentarsi della loro riforma. E i sindaci fanno altrettanto, contro l’accentramento delle competenze in capo agli assessorati. Avete poco da vantarvi delle vostre riforme. E sul campo dell’urbanistica l’Ance ieri a Bitti ha detto con il suo presidente che avete fatto la più sporca operazione, sul piano politico, che si potesse fare eliminando il piano casa della Giunta Cappellacci. Vi siete mossi sul pregiudizio ideologico, vi siete fatti travolgere dai diktat di Soru che doveva avere per forza soddisfazione». L’oratore ha proseguito: «Avete fatto un’operazione al ribasso, presidente Pigliaru, perché Soru su questo era caduto. Ora che l’edilizia è crollata francamente si rimane allibiti a sentire le parole del capogruppo del Pd. Questa norma che prorogate non ha nulla a che fare con il piano casa di Berlusconi e della giunta Cappellacci. Sosterremo l’emendamento Dedoni, l’unica norma di qualità».

L’assessore Erriu ha preso la parola per la Giunta e ha detto: «Mi pare che il termine del 30 giugno 2019 sia congruo ma riteniamo che molto prima la legge sia approvata. Dunque, il giudizio sulla proposta è positivo».

Per dichiarazione di voto l’on. Giuseppe Fasolino (Pd) si è espresso così: «Mi spiace ma avevamo già detto che il vostro piano casa non ha nulla a che fare con quello della giunta Cappellacci. Come già è stato detto siamo davanti alla certificazione di un fallimento e noi, a differenza vostra, mettiamo davanti il risultato per i cittadini e lo anteponiamo alle appartenenze politiche. E se avete fissato la scadenza al 2019 è chiaro che non ci credete nemmeno voi alla possibilità di approvare la riforma in questa legislatura».

L’Aula ha approvato il passaggio agli articoli e poi gli emendamenti aggiuntivi 1 e 2 sull’articolo 1.

La commissione col presidente Solinas ha invitato al ritiro i presentatori degli emendamenti.

L’on. Attilio Dedoni (Riformatori) ha sollecitato l’approvazione del suo emendamento a fare dell’applicabilità del Piano casa e dell’incremento di cubatura ai centri storici e così l’on. Michele Cossa, che ha detto: «Il vostro pregiudizio ideologico e le conseguenze di tutto ciò meriterebbero un’analisi approfondita. In molti dei nostri centri urbani stanno sorgendo funghi sui lastrici solari, senza nessuna armonia. Questo è un effetto delle vostre norme, che colpisce centri abitati talvolta già non bellissimi sotto il profilo estetico».

Per l’on. Pietro Cocco (Pd) «questo dei centri storici è un tema sentito ed è anche vero che ci sono edifici in centro storico che non hanno nessuna rilevanza architettonica. Per questo rinnovo l’invito al ritiro».

L’on. Marco Tedde (FI) ha aggiunto la sua firma all’emendamento Dedoni: «E’ una norma di buon senso, perché libera il centro storico. Che voi invece avete paralizzato».

Ironico con la maggioranza l’on. Giuseppe Fasolino: «Ora che mi avete detto che approverete la legge urbanistica mi sento molto tranquillizzato. Ma quando pensate di farla, visto che siamo già in campagna elettorale?».

Ha aggiunto la sua firma all’emendamento Dedoni anche l’on. Mariano Contu (FI) e ha parlato anche dei problemi legati all’applicazione del piano di assetto idrogeologico.

Per l’on. Luigi Crisponi (Riformatori) «oltre a far ripartire il comparto edile l’emendamento Dedoni ha la finalità anche di frenare lo spopolamento dei piccoli territori. E i piccoli Comuni sono l’ottanta per cento della Sardegna. Ecco perché dovreste avere il coraggio di votare questa norma insieme a noi, sostenendo gli amministratori locali e i proprietari di immobili nei centri storici».

Per dichiarazione di voto l’on. Attilio Dedoni ha replicato al capogruppo del Pd: «Mantengo gli emendamenti non per arroganza ma per andare davvero incontro ai centri storici ed evitare bruttezze come quelle che sono consentite dalle vostre norme. Ci vorrebbe un po’ di lungimiranza da parte vostra e meno ideologia».

L’assessore Cristiano Erriu ha replicato: «Effettivamente nei centri storici sardi si è visto di tutto, dalle serrande al muralismo come anche i media ormai ci fanno notare. Ma non è possibile applicare il piano casa, come chiedete, in assenza di un piano particolareggiato o di piani di riqualificazione da parte dei Comuni. Questi problemi non possono essere risolti senza il piano particolareggiato, che spetta ai Comuni. Poi possiamo discutere di metri cubi e di legge urbanistica organica ma questo emendamento aggiunge problemi e non risolve nulla».

Il testo dell’articolo è stato approvato mentre sono stati respinti i due emendamenti Dedoni e più.

E’ stato approvato anche l’articolo 2 e il testo finale della legge.

Il presidente Gianfranco Ganau ha sospeso la seduta. Il Consiglio regionale riprenderà i suoi lavori alle 16.00.

 

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E’ stato effettuato questa mattina un nuovo sopralluogo, disposto dal sostituto procuratore Paolo De Angelis, nella villetta di via Cristoforo Colombo 31, in località Medadeddu, alla periferia di Carbonia, nella quale alle prime luci dell’alba dello scorso 2 agosto ha perso la vita una donna di 58 anni, Anna Maria Merola, vittima di un’asfissia a causa del violento incendio che ha avvolto l’abitazione. Da quel giorno la villetta si trova sottoposta a sequestro penale. Il sopralluogo odierno segue il primo effettuato il 16 agosto, due settimane dopo la tragedia.

Sul posto sono intervenuti carabinieri, vigili del fuoco e uomini del RIS. Al sopralluogo hanno partecipato anche i consulenti delle parti.

    

 

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Sono 3.623 i laboratori e le botteghe artigiane sarde dell’agroalimentare che nelle prossime festività, con acquisti diretti e on line, proporranno a circa 140mila famiglie isolane, pane, pasta, dolci, vini, birre, carni, formaggi, pesce e conserve per soddisfare ogni tipo di richiesta e palato, garantendo qualità, gusto, tradizione e genuinità.

Sulle tavole e sotto l’albero, anche quest’anno, fate trovare i prodotti agroalimentari artigianali della Sardegna: sono tipici della nostra isola, buoni e soprattutto genuini. Ma attenzione che siano realmente realizzati nella nostra terra, con ingredienti semplici e naturali”.

Con questa frase, Stefano Mameli, Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, invita i consumatori a scegliere prodotti enogastronomici tradizionali e genuini, evitando l’acquisto di quelli di imitazione o di scarsa qualità.

«In un periodo come il Natale – aggiunge Stefano Mameli – anche se in un momento economicamente difficile, è importante affidarsi alla tradizione e alla qualità che possono garantire i nostri straordinari artigiani dell’alimentazione e della ristorazioneAnche un solo acquisto di questo genere è un “piccolo valore” che può contribuire a dare ulteriore forza a un comparto che è tra i pochi a resistere alla crisi garantendo occupazione e lavoro a decine di migliaia di lavoratori sardi

L’associazione artigiana, così, rilancia l’idea di un Natale all’insegna della tradizione e della genuinità alimentare isolana, ribadendo la necessità di marchi di qualità e disciplinari per le produzioni artigianali e ponendo l’accento sulla questione della commercializzazione e dell’acquisto dei prodotti di imitazione o di qualità non eccelsa.

«Non è una novità che sul mercato vengano immessi in maniera sempre più preoccupante i cosiddetti “cibi-fotocopia” ma i consumatori, in questi ultimi anni, sono sicuramente più attenti nello scegliere gli alimenti tradizionali sardi quali formaggi, salumi, pane, pasta, i dolci, vini e liquori, anche se nei negozi cresce il panorama dei prodotti “simil-Sardegna”

Ma le circa 140mila famiglie sarde che, secondo una recente indagine dell’Ufficio Studi di Confartigianato, hanno intenzione di consumare prodotti tradizionali, staranno ben alla larga dall’ampio elenco di prodotti “sardinian fake food”, veri e propri “inganni culinari”, in cui prodotti di evidente importazione vengono spacciati come “originali sardi” come i malloreddus multinazionali, i maialetti olandesi, l’olio ottenuto da olive greche e tunisine, le salsicce “tipo sardo” confezionate in altre regioni d’Italia, le sebadas slovacche o il liquore di mirto ottenuto da bacche della Slovenia.

«Siamo certi che le Panadas di Oschiri, il formaggio Greviera di Ozieri, l’Aranzada di Nuoro, i Culurgionis ogliastrini, la Birra di Tertenia, il vino di Sorso, le Tiliccas della Gallura, i Mostaccioli di Oristano, il Torrone di Tonara o l’olio di Gonnosfanadiga – riprende Stefano Mameli – non temano confronti dal punto di vista qualitativo perché crediamo che il loro sapore, profumo e gusto non siano riproducibili artificiosamente.»

Infatti, in tanti fuori dall’Isola provano a “copiare” l’eccellente qualità, i profumi e i sapori che, per esempio, si possono trovare nei dolci che vengono ancora preparati in laboratori artigianali, con la più antica tradizione casalinga dell’isola, preziosa per la genuinità e semplicità dei suoi ingredienti base, sempre quelli da centinaia d’anni: uova, zucchero, farina, miele, mandorle, buccia di limone o arancia, mosto di vino cotto o pecorino freschissimo. Stesso discorso anche per la produzione delle paste fresche e ripiene, ancora oggi vengono prodotte con elementi naturali come la semola, l’acqua, le uova, o per i formaggi freschi, che non hanno ne’ additivi chimici, ne’ conservanti.

Delle oltre 3.600 imprese attive nell’artigianato alimentare nella regione, secondo i dati dell’Osservatorio di Confartigianato Sardegna per le MPMI riportati nel dossier “Food economy e l’artigianato alimentare nell’Isola”, 1.427 sono pasticcerie, panifici e gelaterie, 1.648 sono attive nei servizi da asporto, 224 sono pastifici, 51 sono attive nella lavorazione e trasformazione della carne, 51 nel lattiero caseario, 43 nell’ambito delle spezie e condimenti, 41 nella produzione di oli e grassi vegetali e animali, 26 nella lavorazione e conservazione di frutta, ortaggi e pesce, 37 nell’ambito dei vini, birre e distillati vari, 33 nella lavorazione delle granaglie e altre 42 in altre produzioni, attività che nel primo semestre 2017 hanno esportato 86milioni di euro di valore, di cui 73 per i prodotti alimentari e 12 di bevande. A livello provinciale, a Cagliari ci sono 1.508 imprese, a Sassari-Gallura 1.107, a Nuoro 721 e a Oristano 287.

Negli ultimi dodici mesi (settembre 2016 – agosto 2017), a livello nazionale, le vendite all’estero di “Torte, pane con uva passa, panettoni, panettone di Natale, cornetti e altri prodotti dolci della panetteria, della pasticceria o della biscotteria”, compresi i dolci da ricorrenza, hanno registrato un incremento tendenziale del 5,8%, combinazione di una crescita del 5,0% sui mercati dell’Unione europea e dell’8,6% per i mercati extra Ue; tra i principali mercati aumenti a doppia cifra per Stati Uniti (+31,4%), Belgio (+24,2%), Polonia (+15,1%) e Svizzera (+13,9%).

Ormai le vendite di prodotti agroalimentari vòlano anche on line, nonostante il settore abbia enormi prospettive di crescita. Nel 2017, secondo l’analisi dell’Osservatorio eCommerce B2c, il mercato italiano online food&grocery vale 812 milioni di euro, +37% rispetto al 2016. Nonostante la crescita sia la più alta tra quelle registrate nei principali comparti merceologici online (tutti compresi tra +6% e +27%), questo incide solo per il 4% del mercato eCommerce B2c italiano, pari complessivamente a 23,1 miliardi di euro. Nel food&grocery la componente principale, in termini di valore degli acquisti, è rappresentata dall’Alimentare, con l’87% del comparto, per un valore di 708 milioni di euro, in crescita del +39% rispetto al 2016. Tra i prodotti più acquistati nell’alimentare, troviamo con il 54% i “secchi” (ossia confezionati, incluso il caffè), con il 31% i prodotti “freschi” (inclusi il cibo pronto e verdura/frutta), con il 9% le bevande alcoliche (birra, vino, distillati e liquori), con il 5% le bevande analcoliche (acqua, bibite e succhi) e con l’1% i prodotti surgelati.

«Infine, è doveroso ricordare i 193 prodotti agroalimentari tradizionali che la Sardegna annovera insieme alle centinaia di imprese artigiane sarde che si dedicano alle produzioni a marchio garantito Dop, Igp e Stg – conclude Stefano Mameli – numeri che dimostrano quanto sia forte il collegamento della popolazione sarda con le sue tradizioni più profonde. Legame che si deve sempre più tradurre in un sistema integrato e sinergico tra prodotti di qualità, territorio e percorsi turistici enogastronomici

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Ci sono nuove assunzioni per postini in Poste Italiane e le candidature scadono il 3 gennaio 2018. La ricerca è rivolta a giovani diplomati in tutta Italia ma ovviamente potranno partecipare anche i laureati, compresi quelli con lauree triennali. L’ultimo avviso di candidatura c’era stato appena due mesi fa. L’azienda apre quindi a nuove selezioni per diplomati nel 2018. La figura professionale ricercata è sempre quella del portalettere. Le assunzioni avverranno in tutta Italia con contratto a tempo determinato a decorrere da gennaio 2018, in relazione alle specifiche esigenze aziendali sia in termini numerici che di durata. Inoltre potrà ricandidarsi anche chi ha aderito ad un precedente avviso senza essere stato contattato. L’avvio dell’iter di selezione viene anticipato da…

L’articolo completo è consultabile nel sito: http://www.suntini.it/diariolavoro_poste.html .

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Parate e spettacoli in piazza, sotto Il segno del Natale. E’ la ricetta, e il titolo, della mini rassegna con cui Il Crogiuolo animerà le vie e le piazze del centro, e non solo, di Cagliari, dal 13 al 23 dicembre, un progetto realizzato per l’assessorato comunale del Turismo e, insieme, un’iniziativa di solidarietà a favore delle famiglie SMA, i cui figli sono colpiti da atrofia muscolare spinale.

Domani, mercoledì 13, si parte con Babbo Natale e i suoi amici, un corteo chiassosamente festoso che, dalle 17.00, percorrerà le vie e le piazze del quartiere di Castello. La parata si ripeterà, sempre con inizio alle 17.00, snodandosi il 15 fra le strade della Marina, il 19 fra quelle di Villanova e il 22 dicembre nel quartiere di Sant’Elia.

Babbo Natale e i doni scomparsi è invece lo spettacolo che la compagnia del Crogiuolo presenta sabato 16 in Piazza Carlo Alberto, alle 17.00, e replicherà, sempre con lo stesso orario, il 17 in Piazza San Sepolcro, il 21 in piazza San Domenico ed il 23 dicembre al Lazzaretto di Sant’Elia. Il testo e la regia sono di Rita Atzeri, in scena Alessandra Leo, Antonio Luciano, Daniela Vitellaro e Marta Gessa.

Polo Nord, casa di Babbo Natale: il fermento è tanto, la vigilia si avvicina e ci sono ancora molti doni da preparare. Babbo Natale è impegnato nel tentativo di interpretare il desiderio di un bambino che al posto della classica letterina ha inviato un disegno. Purtroppo non si sente bene, un brutto raffreddore lo rende un po’ sordo, così fraintende spesso ciò che gli dicono gli gnomi Vanillina e Frollino. Anche Alfredo, la renna, per contagio, si ammala. Nella casa di Babbo Natale, intanto, succedono strani avvenimenti: giocattoli che si animano e rischiano di far cadere Babbo Natale; la manomissione degli omini di zenzero a cui vengono fatte facce tristi; la sostituzione dello zucchero con il pepe nell’impasto dei dolci e, come se non bastasse, la scomparsa dei doni da consegnare ai bambini! Il consulto con gli gnomi anziani per risolvere il caso non produce il risultato sperato, non resta quindi che chiedere aiuto alla Befana e ai bambini. Il loro compito sarà quello di tenere gli occhi bene aperti per aiutare Babbo Natale a ritrovare i doni, scoprire il significato del disegno e che cosa sta succedendo. Verranno poi invitati a visitare i centri commerciali naturali dei quartieri dove si tiene lo spettacolo per trovare, come in una caccia al tesoro, un pacco nel quale far arrivare i loro doni ai bambini che soffrono di atrofia muscolare spinale.

 

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L’evento “Iglesias Anno Domini 1324” in programma sabato 16 e domenica 17 dicembre è stato rinviato al 14 e 15 aprile 2018 a causa del maltempo.

«Le avversità meteorologiche non danno tregua all’evento – ha scritto poco fa il vicesindaco Simone Franceschi nel suo profilo facebook -. Questa mattina in considerazione delle pessime previsioni per il prossimo fine settimana (da venerdì a domenica) l’organizzazione ha deciso a malincuore di rinviare l’evento in programma per il 16 e 17 dicembre. La rievocazione si svolgerà in primavera dopo le festività pasquali – ha concluso Simone Franceschi -. Le nuove date individuate sono il 14 e 15 aprile 2018.»

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Domani, martedì 12 dicembre, alle ore 10,30, nella sala retablo al secondo piano del Municipio di Cagliari, si terrà una conferenza stampa per la presentazione di un ordine del giorno, primo firmatario Federico Ibba, consigliere comunale e vice presidente commissione Lavori pubblici. intitolato:Linee guida per l’individuazione degli operatori economici da invitare alle procedure negoziate per l’affidamento di lavori pubblici di importo inferiore a 1 milione di euro”.

Saranno presenti rappresentanti delle imprese dei professionisti e degli operatori del settore, ivi compresi i sindacati dei lavoratori. Durante la conferenza stampa, saranno diffusi i numeri aggiornati della crisi del comparto.

«Le imprese sarde – dice Federico Ibba – si trovano svantaggiate rispetto a quelle della penisola nell’aggiudicazione dei lavori pubblici degli enti locali, soprattutto alla luce del nuovo codice degli appalti e delle linee guida dell’ANAC. Questo ordine del giorno è volto a stabilire dei criteri oggettivi e nel rispetto delle normative al fine di garantire un’adeguata partecipazione delle imprese sarde nell’aggiudicazione degli appalti procedura negoziata dei lavori pubblici sotto la soglia del milione di euro. Questo provvedimento – conclude  Federico Ibba – tiene conto della grave crisi del comparto edile che ha attanagliato la Sardegna ed è volto a stabilire una “buona pratica” anche per gli altri comuni dell’Isola.»

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Innovazione tecnologica

Si chiama Contest Open Data Sardegna. E’ un concorso promosso dalla Regione, attraverso l’assessorato degli Affari Generali, in collaborazione con Formez PA, nell’ambito del progetto “OpenRas: dati aperti per la trasparenza e l’accountability”. L’iniziativa è rivolta a cittadini singoli o associati, scuole, università e imprese dell’Unione Europea con l’intento di favorire lo sviluppo di servizi innovativi, basati sui dati esposti in formato aperto sul portale Open data http://opendata.regione.sardegna.it/, e valorizzare il patrimonio informativo pubblico.

Il Contest Open Data Sardegna vuole dare visibilità e il meritato riconoscimento alle più interessanti proposte di riuso dei dataset esposti dalla Regione sul suo portale in una delle seguenti categorie: applicazioni, utilizzabili da smartphone, tablet o desktop in grado di offrire un servizio utile ai cittadini, studenti e imprese ma anche alla stessa amministrazione regionale; rappresentazioni visuali dei dati, in grado di offrire una lettura facilitata dei dati stessi (infografica); articoli di Data Driven Journalism, elaborati di taglio giornalistico, a partire dai dati pubblicati nel catalogo Open Data della Regione Sardegna utilizzati anche in integrazione con altre fonti; dati geografici, applicazioni per la rappresentazione di dati geo-riferiti, a partire da quelli pubblicati nel catalogo Open Data della Regione Sardegna.

«La Giunta – spiega l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu – considera il rafforzamento del sistema dei dati aperti un passaggio fondamentale per far crescere i livelli di trasparenza della pubblica amministrazione. Il nostro sistema, con un portale che acquista contorni sempre più definiti, è a disposizione di tutti e non solo di una ristretta cerchia di specialisti. Siamo di fronte a uno strumento dalle grandi potenzialità che apre la strada a nuove sfide per molti giovani sardi che in questo ambito possono trovare nuove opportunità di lavoro. Il progetto OpendataRas, voluto e sostenuto dalla Giunta, si inserisce in un percorso che rende i cittadini più informati e consapevoli e migliora la qualità dei servizi con il supporto delle più recenti innovazioni tecnologiche. Il Contest è un modo per promuovere la conoscenza degli open data della Regione e per valorizzarli in modo dinamico con il contributo dei cittadini, del mondo della scuole e dell’università.»

Le proposte di riuso dei dataset devono essere presentate entro il prossimo 21 gennaio.

È prevista l’assegnazione di un premio per i vincitori di ciascuna delle quattro categorie. In palio tablet e kit per robotica. Scuole e Università concorrono in una categoria dedicata.
Una giuria composta da esperti qualificati valuterà le proposte candidate con l’obiettivo di premiare quelle che meglio rispondono alle finalità del contest. Per ciascuna delle categorie di concorso verrà stilata una graduatoria. L’invio della proposta di utilizzo dei dataset deve avvenire, attraverso il modulo presente sul sito http://contest.formez.it. L’annuncio delle proposte vincitrici verrà fatto in occasione dell’evento conclusivo del progetto “OpenRAS: dati aperti per la trasparenza e l’accountability” che si terrà nel mese di febbraio 2018.

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Tutto è nato dalla domanda del padre di Daniele. Daniele è un mio piccolo paziente, dato che faccio il pediatra, che ha il diabete. Una malattia che in Sardegna, purtroppo, è diffusa più che in altre Regioni e nazioni.

“Ma non è possibile” mi chiedeva, scuotendo il capo, il papà «evitare di venire qui a prendere questa ricetta, lo sanno che Daniele deve fare l’insulina, sempre, che deve usare siringhe e aghi».

Ha ragione ho detto qualcosa si può fare, anzi possiamo fare.

Innanzitutto, basta sapere che in Sardegna si stampano ogni anno circa 19.586.837 di ricette, in Italia 356 milioni. Quindi milioni di persone in Italia tutti i giorni si recano nello studio del medico e del pediatra. Non è quindi solo Daniele, ad avere necessità di recarsi periodicamente in ambulatorio, basta citare qualsiasi malato cronico, gli anziani, con artrosi, pressione alta, cardiopatici, o affetti da malattie renali, oppure malattie mentali. Pensiamo quanti necessitano di presidi ed ausili.

La cosa paradossale che invece a seguito del D.M. 2 del 2011, tutti sono obbligati ad inviare telematicamente le ricette alla farmacia, oltre a consegnare al paziente un “promemoria” cartaceo. Ebbene questo promemoria nel 2011 era “temporaneo” serviva per garantire il farmaco in caso di inefficienza del sistema. Tuttavia ad oggi solo il Trentino ha provveduto ad eliminare questa incombenza del promemoria. Segno questo che si può provvedere alla sua eliminazione. Sappiamo anche che ogni anno vengono spesi milioni di euro per il sistema di informatizzazione o ITC di ogni regione compresa la Sardegna. Purtroppo, i sistemi telematici delle regioni non dialogano tra loro, creando delle piccole repubbliche informatiche, e spesso anche tra stesse strutture della Regione.
L’ausilio delle tecnologie informatiche potrebbe, se applicate in maniera estesa rendere molto più facile ed economico, gestire l’assistenza. Immaginate un paziente che giunge in pronto soccorso, magari anche non in grado di spiegare tutte le sue patologie, bene senza chiedere niente il medico risalendo tramite il suo codice fiscale può sapere tutta la sua storia clinica.

Tuttavia questo obiettivo ambizioso si può raggiungere a piccole tappe, per ora sarebbe sufficiente che la nostra Regione di sua iniziativa programmi ed attui il più rapidamente possibile questa modernizzazione.

Immaginiamo i risultati, diminuiranno la lunghezza e la frequenza delle visite negli studi dei medici e dei pediatri di famiglia, e contemporaneamente questi potranno aumentare la disponibilità di tempo per l’assistenza medica, anche di iniziativa per i cittadini  senza costi aggiuntivi, non gravati dall’uso di stampanti di difficile settaggio. Inoltre avremmo un grande risparmio di inchiostro e toner oltre che di carta, contribuendo a ridurre l’inquinamento ambientale anche nel microclima.

La stampa del promemoria si può relegare solamente nei casi in cui sia momentaneamente impossibile trasmettere la ricetta per via telematica. Oppure per la prescrizione di alcuni farmaci speciali.

La legittima domanda che ci si pone a questo punto, quale possa essere la via da percorrere per poter realizzare questa piccola rivoluzione per i pazienti della Sardegna. Se siamo in tanti a condividere questa idea, si può procedere con la sottoscrizione  di una petizione che è stata pubblicata su change.org al seguente link

https://www.change.org/p/basta-alle-inutili-file-negli-ambulatori-dei-medici-e-pediatri-di-famiglia

E’ sufficiente andare sulla pagina e sottoscriverla, evitando anche di pagare i due euro richiesti, quindi in maniera completamente gratuita. Le sottoscrizioni verranno poi inviate alle figure istituzionali preposte a realizzare questo cambiamento. Quanto più saranno numerose tanto più saranno tenute in considerazione.

Faccio queste affermazioni perché da decenni lavoro come medico sia presso ospedali e strutture pubbliche, e poi sul territorio, come medico di famiglia ed ora come pediatra. Conosco quindi tutte le problematiche relative a questa incombenza che si sta rivelando sempre più un ostacolo alla professione medica e alla assistenza sanitaria soffocata da adempimenti burocratici.

Da cittadini di questa bellissima isola chiediamo con forza, sottoscrivendo questa petizione una sanità più centrata sulla persona, che dia un segnale a tutti i cittadini di questa nazione. Cambiare si può se lo chiediamo uniti ed in tanti, diamo un piccolo grande aiuto a Daniel ed a tutti noi.

Paolo Zandara

Medico pediatra