[bing_translator]
L’associazione culturale Le Sorgenti di Nuxis, grazie alla sapiente guida del presidente Giangacomo Aru, sta compiendo un’importante operazione culturale. Lo studio, la catalogazione e il rilancio della cassa fiorita del Sulcis. Una cassa molto bella e solare, diffusa a Nuxis e nel Sulcis, ma sconosciuta fuori. Così, a metà agosto, nel contesto della festa paesana de Su ‘Addeu, organizzata dalla Pro Loco, ha allestito una mostra di quindici casse, messe a disposizione da altrettante famiglie, che hanno mostrato il valore di questo bel manufatto, frutto della cultura materiale della zona. Non se ne conosce l’origine, anche se sono evidenti gli influssi mediterranei e africani. Si sta però decriptando la simbologia. Era la cassa della sposa, che la portava col carro nella nuova casa familiare con all’interno il corredo. La cassa, dunque, coi suoi fiori e i suoi disegni, esprime la gioia per l’amore degli sposi, la fertilità della donna, la vita che prosegue.
Tutto questo è espresso nei disegni che s’ispirano ad una simbologia antica. Se ne trovano le tracce in documenti celebri, come la porta del sepolcro ebraico di Kefer Yesef, di epoca romana (esposto al Louvre).
Questa porta sepolcrale è stata presa dagli studiosi come esempio paradigmatico di decifrazione del significato simbolico delle figure geometriche. Ne abbiamo già richiamato l’interpretazione di Rutten nel suo “Arts et Styles du Moyen-Orient Ancien”. Qui interessa utilizzare quei risultati in relazione alle casse sulcitane, che presentano, seppure in tante fantasiose varianti, uno schema fisso: sulla facciata un motivo floreale promanante da un vaso e inserito in una cornice geometrica. I lati sono affrescati con una stella o, più raramente, con un elica dentro un cerchio.
Orbene, il motivo floreale anteriore, indica la vita che rinasce, promanando da un vaso, simbolo del dono; la cornice, in cui il vaso e il fiore sono contenuti, simboleggia le rivoluzioni terrestri. La stella motivo più ricorrente ai lati evoca il sole, Venere, l’amore; l’elica, meno frequentemente presente sempre ai due lati, simboleggia invece la luna, la fertilità femminile, e Cibele, la divinità lunare protettrice della vita delle donne. Stella ed elica sono contenuti in un cerchio, simbolo dell’eternità.
La cassa della sposa assume così un valore simbolico pregnante: anche quando ai lati ha l’elica, in luogo della stella, in essa c’è un augurio di eterno amore per la coppia, fertilità e abbondanza per la donna che con la cassa reca alla casa coniugale non solo il proprio corredo, ma il dono più prezioso: la promessa della vita che continua e si riproduce.
L’associazione Le Sorgenti ha fatto costruire la cassa fiorita, qui riprodotta, da Lino Tocco falegname e dal pittore Giuseppe Secci, seguendo lo schema tradizionale, seppure con belle innovazioni sui colori, perché intende valorizzare gli artigiani locali, nel convincimento dell’alto valore culturale di queste competenze materiali. Vuole però rilanciare anche la produzione e la diffusione del manufatto per il suo importante valore simbolico. C’è l’auspicio che la cassa, anche in un contesto radicalmente mutato, possa ridivenire un regalo di nozze o comunque un pezzo prezioso dell’arredamento della casa. Si vorrebbe farle prendere piede come è avvenuto per le casse intagliate delle zone interne, che sono oggetto molto ricercato per l’abbellimento degli ambienti. Per questo nei prossimi giorni la cassa fiorita del Sulcis sarà in esposizione e in vendita presso lo showroom de l’I.S.O.L.A. in via Baccaredda 176 – Cagliari (telefono: 070 492756), dove si vende l’artigianato sardo di eccellenza.
Andrea Pubusa