Tore Piana (Energie Per l’Italia): «Nelle province e nella città metropolitana in Sardegna si ritorni ad eleggere il Presidente ed il Consiglio provinciale con le elezioni popolari. La riforma non ha portato nessuna risparmio».
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«Si metta la parola fine ad una riforma voluta dal Governatore Pigliaru che si è rivelata un vero e proprio fallimento. Una riorganizzazione che aveva danneggiato soltanto gli enti intermedi i quali rappresentavano un punto di riferimento per i comuni e per i cittadini nella gestione di importanti servizi.»
Lo scrive, in una nota, Tore Piana, coordinatore regionale di Energie Per l’Italia.
Il voto diretto restituirebbe la parola ai cittadini ristabilendo regole importanti di democrazia. L’auspicio – sottolinea Tore Piana – è quello che un governo espressione dei cittadini possa rimettere in moto gli enti sovra comunali facendoli tornare ad essere il punto di riferimento dei nostri territori.»
Con la bocciatura del Referendum Istituzionale le Province sono rimaste in piedi in tutta Italia, in Sardegna si è passati così alle 4 province storiche di Sassari, Cagliari, Nuoro e Oristano, La legge regionale ne ha ridotto le competenze ma a oggi sono restati in forza tutti i dipendenti, con tutte le spese di sempre e sono governate da un commissario, la stessa legge regionale prevede l elezione di un Presidente e di un Consiglio formato da sindaci (che verrebbero sostituiti in continuazione) senza nessuna elezione popolare, ma eletti dai sindaci stessi.
«La Regione Autonoma della Sardegna dovrebbe presentare richiesta al Governo e alla Corte Costituzionale per tutelare la potestà statutaria della Sardegna in materia di ordinamento degli Enti locali e per difendere il diritto dei cittadini ad eleggere i propri rappresentanti – aggiunge Tore Piana -, anche a seguito del voto popolare sul referendum costituzionale dello scorso Dicembre e, quindi, nel solco dei principi di democrazia diretta fatti propri dall’Unione Europea. Un’inversione di rotta rispetto al passato – conclude Tore Piana -, che lanci un segnale chiaro a Palazzo Chigi.»
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