23 July, 2024
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Alla Maratona di New York di domenica 5 novembre correrà anche un pezzo di Sardegna: ventisei atleti avranno nelle loro canotte i loghi dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari e della Regione per dimostrare anche praticamente quanto sia importante il binomio sport e salute.

I magnifici ventisei (tra di loro diversi dipendenti dell’Aou di Cagliari) sono partiti ieri alla volta della Stati Uniti. «È una bellissima esperienza – spiega Paolo Serra, medico allergologo e patron di Cagliari Respira, l’ormai tradizionale appuntamento della mezza maratona Città di Cagliari – e siamo orgogliosi di portare nella Grande Mela le insegne della Sardegna e della nostra azienda che, con Policlinico e San Giovanni di Dio, è fortemente impegnata a promuovere sani stili di vita e prevenzione».

Per Giorgio Sorrentino, direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, «è un evento molto importante e siamo orgogliosi che i ventisei maratoneti sardi abbiano deciso di correre con il nostro logo nel cuore. L’attività fisica è fondamentale per la prevenzione delle malattie. Gli stili di vita sani sono fondamentali e noi ci crediamo tantissimo».

I maratoneti arriveranno a New York questa sera. Domani le prove generali e domenica la gara.

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TRENORD è una società di oltre 4.000 dipendenti esclusivamente dedicata al trasporto pubblico ferroviario. La società è nata il 3 maggio 2011 dall’unione di esperienza, competenza e strutture di Trenitalia e Gruppo FNM (LeNORD). Per affrontare le nuove sfide della mobilità e realizzare i suoi ambiziosi traguardi, TRENORD cerca persone dinamiche e motivate. I candidati selezionati parteciperanno ad un percorso formativo per il conseguimento dell’abilitazione all’accompagnamento treni.

Le due figure ricercate, a cui ci si potrà candidare entro il 7 novembre, sono quelle di capotreno e macchinista.

Il capotreno svolge attività di vendita a bordo treno ed assistenza ai clienti.

I requisiti richiesti sono:

– Diploma di scuola media superiore (o laurea)

– Capacità relazionali…

L’articolo completo è consultabile nel sito: http://www.suntini.it/diariolavoro_trenord.html .

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Intervista di Sébastien Madau a Jean-Yves Frétigné, autore della prima biografia di Antonio Gramsci scritta in francese: “Gramsci è un pensatore allo stesso tempo classico e attuale.

Traduzione e cura  di Paolo Pulina

1) Al prof. Jean Yves Frétigné (Università di Rouen), specialista francese della storia italiana dell’Otto-Novecento, autore di una biografia di Gramsci di recentissima pubblicazione (la prima in francese o almeno la prima scritta da un Francese), si devono due importanti saggi sulla diffusione delle opere e del pensiero di Gramsci in Francia: “La réception et l’influence de Gramsci chez les intellectuels français de 1945 à nos jours” in “La Rassegna storica del Risorgimento”, aprile-giugno 2003, pp. 293-324; “L’âge d’or de l’influence de Gramsci en France (1968-1977)”, in “Maria-Antonietta Macciocchi, figure intellectuelle et penseur politique des années Vincennes”, 2010.

2) Sébastien Madau, nato a La Ciotat (comune a poco più di 30 chilometri da Marsiglia) da padre sardo originario di Ozieri, oggi caporedattore del quotidiano regionale “La Marsellaise”, ha dedicato la sua tesi di laurea a Gramsci (la ha presentata nel dicembre 2002 a Cinisello Balsamo per iniziativa del locale circolo “A.M.I.S. – Emilio Lussu”) e ha continuato l’approfondimento con successivi saggi: “Vita e ricezione di Antonio Gramsci” (redatta in italiano nel 2002 con la collaborazione del prof. José Guidi, Università di Provenza); “Antonio Gramsci. De la Question méridionale à la Voie italienne au Socialisme (1926-1964)” (redatta in francese nel 2003 con la collaborazione della prof.ssa Théa Picquet, Università di Provenza).

Sia Frétigné che Madau sono stati coinvolti dalla F.A.S.I. (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia), insieme a relatori indicati dalla Fondazione Istituto Gramsci, per due convegni sul tema “A ottanta anni dalla morte di  Antonio Gramsci (1891-1937). La diffusione in Francia delle sue opere e del suo pensiero”, che avranno luogo, rispettivamente,  a Roma, nella mattinata di martedì 5 dicembre 2017, presso l’auditorium (155 posti) gentilmente concesso dall’Istituto Francese di Cultura (Institut Français – Centre Saint-Louis, Largo Toniolo, 20/22, 00186 Roma, www.ifcsl.com) e a Cornaredo (vicino a Milano), nel pomeriggio di giovedì 7 dicembre 2017, presso il Teatro comunale “La Filanda”, gentilmente concesso al Circolo culturale sardo “Amedeo Nazzari” di Bareggio-Cornaredo.

Sul suo giornale “La Marseillaise” Madau ha appena pubblicato un colloquio  su Gramsci con Jean Yves Frétigné, in occasione della citata recentissima uscita del volume di Frétigné “Antonio Gramsci: vivre c’est résister”, edizioni Armand Colin, 317 pagine, euro 24,90. Qui di seguito la traduzione in italiano.

L’INTERVISTA
Lo storico  Jean-Yves Frétigné ha pubblicato una biografia di Antonio Gramsci (1891-1937) nella quale traccia il percorso fuori del comune del filosofo marxista italiano.

Quali approcci nei confronti di Antonio Gramsci?

In tre maniere possibili: la sua vita, l’eredità presso i posteri e l’analisi filosofica. Io ho scelto la sua vita. Studio da lungo tempo la storia dell’Italia e desideravo restituirlo alla sua epoca. Non c’era nessuna sua biografia in francese. Come se non si volesse ripercorrere la sua esistenza.

Antonio Gramsci è stato incarcerato per 11 anni dal fascismo. Alcuni hanno parlato di una doppia prigione attorno a lui. Quella reale del regime fascista e quella presunta eretta dall’Unione Sovietica…

Il rapporto di Gramsci con l’URSS era complicato perché affettivo, dato che sua moglie era sovietica. In breve, egli constata che lei non gli scrive più. Vede in questo fatto una metafora dell’evoluzione del comunismo reale. Dopo gli anni Venti, ha la consapevolezza di una rigidità crescente del sistema sovietico. Gramsci è d’accordo con Stalin sul “socialismo in un Paese solo”, non teorizza la rivoluzione mondiale. Ma critica la burocrazia e la sorte riservata agli oppositori. Quando scrive a Palmiro Togliatti, che rappresenta il Partito Comunista a Mosca, questo gli risponde che si sbaglia e che in questo modo  fa il gioco dell’opposizione.

Queste riserve fanno di lui un comunista dissidente?

No. Gramsci è e resta comunista. Non diviene liberal-democratico come alcuni hanno potuto dire. L’Internazionale comunista gli aveva chiesto di prendere la direzione del PCI. E questo egli fa nel difendere la linea della grande unione antifascista. Dopo il suo arresto, egli sarà quasi eliminato politicamente. Egli non ha alcuno scambio con Togliatti al quale era comunque molto vicino.

Giustamente non si può evocare Gramsci senza evocare Palmiro Togliatti, che, dopo la sua morte, ha fatto vivere la sua eredità politica. Come definire la loro relazione?

Molto è stato detto a questo proposito. Una cosa è sicura: Togliatti ha salvato i “Quaderni del carcere” di Gramsci dopo la sua morte facendoli arrivare in URSS per evitare che cadessero in mano ai fascisti. È Togliatti che si occuperà della pubblicazione dei suoi Quaderni. Gli si farà un cattivo processo a questo proposito. Certo, delle parti sono state tagliate. Ma era il modo per pubblicarli in maniera tematica e non cronologica. Per farli conoscere meglio. Togliatti ha tradito Gramsci per salvarlo meglio e  lo ha salvato per tradirlo meglio.

Lo tradisce per quali motivi?

Quando legge i “Quaderni” Togliatti non li fa tradurre nelle lingue dell’Internazionale Comunista. Egli scrive soltanto delle note in modo che gli scritti non siano troppo divulgati, in rapporto a certi contenuti. Li protegge così.

Dalla Sardegna all’URSS passando per l’ Italia, quale avvenimento decisivo ha segnato la sua vita?

La Rivoluzione d’Ottobre del 1917. Diventa allora comunista. La sua grande idea sarà quella di tradurre in Italia ciò che si era verificato in Russia, partendo però dalle specificità  italiane e non riproducendo un modello.

Perché ha insistito sul contesto italiano?

Perché la situazione del Paese era differente rispetto a quella della Russia. In Italia il fascismo aveva messo salde radici. Non era soltanto una spinta della borghesia. Gramsci considerava che il  fascismo  era una risposta alla crisi del capitalismo e che bisognava dunque, per batterlo, radunare tutti i movimenti dell’antifascismo. Un orientamento differente, questo, rispetto a quello dell’Internazionale Comunista che non voleva sentire parlare di alleanza con coloro che essa considerava dei social-traditori.

Gramsci muore nel 1937. Nel 1944 il PCI esce ingrandito dalla guerra. Cosa divengono allora i suoi scritti e la sua immagine?

Togliatti fa di Gramsci il martire  del fascismo. Il simbolo della classe operaia,  a scapito del suo pensiero. Le sue “Lettere dal carcere”, più personali, saranno pubblicate d’altronde prima dei suoi Quaderni.

Il filosofo non sarà stato dunque che un’immagine?

No. In effetti, se gli si è data all’inizio l’immagine del martire, il PCI ha tirato fuori i suoi scritti nel momento della destalinizzazione, negli anni Cinquanta, spiegando che proponeva una via diversa dallo stalinismo, che da esso  prendeva le distanze.

Dove Gramsci ha attinto i fondamenti del suo pensiero?

Nella sua vita! Gramsci è un intellettuale in un corpo sofferente, una forza dello spirito. Evidentemente  la sua infanzia in Sardegna lo ha segnato per sempre. È lì che emerge la sua teoria sulla Questione meridionale. Egli propone l’alleanza dei contadini  del Sud  dell’Italia con gli operai del Nord.  Quando andò a studiare a Torino, egli fece la conoscenza della classe operaia. Fu uno degli artefici dei Consigli di Fabbrica, una sorta di Soviet all’italiana. È un’esperienza più avanzata. E la partenza per l’URSS gli permetterà di continuare questa formazione intellettuale.

Oggi la sua opera gode di un ritorno di interesse. Per quali ragioni?

Gramsci è molto meno strumentalizzato che in passato. È un pensatore utile a comprendere la nostra epoca su concetti come la guerra di posizione, l’ egemonia, la capacità di rinascita del capitalismo, ecc. Egli è un pensatore allo stesso tempo classico e attuale.    

Sébastien Madau (“La Marseillaise”, 28/29 ottobre 2017)

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“Il percorso multidisciplinare integrato del paziente con disturbi del movimento e del paziente con disturbi cognitivi: diagnosi clinica, imaging e terapia” sarà l’argomento centrale del convegno che si svolgerà a Sassari il 10 e 11 novembre, nell’aula magna della Facoltà di Medicina e Chirurgia, in viale San Pietro.

L’appuntamento scientifico vuole sottolineare l’importanza della gestione multidisciplinare integrata di alcune patologie a elevato impatto sociale, quali sono i disturbi del movimento e i disturbi cognitivi, mettendo a confronto i maggiori esperti del settore.

Il convegno, nel quale sono previste relazioni frontali, discussione di casi clinici e tavole rotonde di confronto tra le varie figure professionali, sarà articolato in 2 sessioni: nel pomeriggio del 10 novembre verranno affrontate le tematiche relative ai disturbi del movimento, con particolare riguardo per la malattia di Parkinson e i Parkinsonismi, mentre nella mattina dell’11 novembre saranno trattati i disturbi cognitivi, con un focus mirato sulle demenze conclamate e le forme pre-cliniche.

Nel corso delle due giornate verranno analizzati gli aspetti clinici e i quadri della moderna diagnostica strumentale di imaging medico nucleare e radiologico nonché le attuali possibilità terapeutiche.

I lavori saranno presieduti da Angela Spanu, direttore dell’Unità operativa complessa di Medicina Nucleare dell’Aou di Sassari, mentre i responsabili scientifici del convegno sono Susanna Nuvoli, ricercatrice medico nucleare dell’Università degli Studi di Sassari, e Maria Rita Piras, neurologa e già ricercatrice dell’Ateneo turritano.

L’evento è stato accreditato con 9 crediti formativi Ecm sia per i medici chirurghi (Neurologia, Geriatria, Medicina Nucleare, Radiodiagnostica, Medicina Generale, Medicina Fisica e Riabilitazione, Neurofisiopatologia, Psichiatria) che per le categorie professionali di fisioterapista, psicologo, tecnico di Neurofisiopatologia e tecnico sanitario di Radiologia medica.

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I tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico della Sardegna hanno concluso ieri sera, intorno alle 20.00, l’intervento di recupero di due arrampicatori francesi in difficoltà nelle falesie di Cala Gonone, nel territorio comunale di Dorgali.

Il ragazzo, R.V. e la ragazza C. P. rispettivamente di 28 e 29 anni, entrambi di nazionalità francese, mentre si trovavano nella falesia denominata Millennium, in località Biddiriscottai, durante la progressione sulla via di arrampicata ‘Innocenti deviazioni, son purtroppo rimasti bloccati su una delle 5 soste a causa dell’impossibilità di recuperare la corda rimasta bloccata, probabilmente su uno spuntone di roccia. Impossibilitati a proseguire l’arrampicata o calarsi a terra, hanno dovuto attivare i soccorsi.

Allertata dalla stazione dei carabinieri di Siniscola intorno alle 18.00, la Centrale operativa del CNSAS della Sardegna ha provveduto ad attivare immediatamente i suoi tecnici della stazione di Nuoro, che sono partiti per raggiungere la località indicata e fornire soccorso ai due arrampicatori.

La squadra del Soccorso Alpino, dopo averli raggiunti dal basso sulla stessa via di arrampicata attraverso la progressione con tecniche alpinistiche, ha provveduto a metterli in sicurezza e calarli alla base della falesia.

Sul posto era presente anche una squadra del personale del C.N. dei Vigili del Fuoco che si è unita ai tecnici del Soccorso Alpino per riaccompagnarli a Cala Gonone.

 

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Il Consiglio comunale di Domusnovas ha approvato all’unanimità, nella seduta svoltasi ieri pomeriggio, la delibera contenente l’atto d’indirizzo per l’istituzione della zona franca al consumo, consegnata in prototipo via pec dal Movimento Sardegna Zona Franca, al sindaco Massimiliano Ventura. Un altro prototipo di delibera è stato recapitato anche al sindaco di Quartu Sant’Elena, Stefano Delunas, direttamente dalla dott.ssa Maria Rosaria Randaccio. Al Consiglio comunale di ieri, a Domusnovas, erano presenti molti cittadini ed alcuni membri del Consiglio Direttivo del Movimento Sardegna Zona Franca, incaricati di verificare la perfetta registrazione della pratica.

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Si chiama Ferdinando Unterkincher, il viandante originario di Bolzano, che ha completato la tappa n. 22 (da Carbonia a Nuraxi Figus) del Cammino Minerario di Santa Barbara e si appresta a concludere l’intero percorso, con arrivo a Iglesias.

Ieri mattina, il capogruppo della maggioranza consiliare, Manolo Cossu, ha timbrato la credenziale, il documento che attesta la partecipazione del pellegrino al Cammino Minerario di Santa Barbara, presente il presidente della Fondazione Cammino di Santa Barbara, Giampiero Pinna.
Il Cammino di Santa Barbara si snoda per circa 400 km, attraverso le località di Iglesias, Nebida, Masua, Buggerru, Portixeddu, Piscinas, Montevecchio, Perd’e Pibera, Villacidro, Monti Mannu, Arenas, San Benedetto, Marganai, Domusnovas, Orbai, Rosas, Nuxis, Santadi, Is Zuddas, Masainas, Sant’Antioco, Carbonia, Nuraxi Figus e Bacu Abis.
Un itinerario suggestivo che ha consentito all’escursionista bolzanese di ammirare tutte le bellezze naturalistiche e storiche del Sulcis Iglesiente.

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Tutte all’insegna di Napoli le serate di oggi e domani a Cagliari per Creuza de Mà: il festival diretto dal regista Gianfranco Cabiddu dedica infatti un ampio spazio della sua undicesima edizione alla città partenopea e al suo rapporto privilegiato con la musica per il cinema, esplorando colori, suoni e sfumature di una produzione autonoma e riconoscibile nella sua vena espressiva.

Preceduta in mattinata, dalle 10.00 alle 13.00 nell’Aula Porrino del Conservatorio – dalla seconda masterclass di Filippo Porcari sulla tecnica del suono applicata al cinema e da quella del fonico di missaggio Gaetano Musso, la finestra su Napoli si apre domani pomeriggio (venerdì 3) alle 16.00 al Cinema Odissea (in viale Trieste, 84) con la proiezione di “MaLaMènti”: un cortometraggio sperimentale di Francesco Di Leva, con le musiche di Francesco Forni, che affronta con ironia, e ispirandosi al mondo dei fumetti, il tema della criminalità.

Spazio poi, alle 16.30, al docu-film di Giorgio Verdelli “Pino Daniele – Il tempo resterà”: canzoni e parole del cantautore scomparso nel gennaio del 2015 fanno da filo conduttore a un percorso emozionale tra i luoghi della sua Napoli, per raccontare la sua idea di musica in movimento perenne, come la società di quegli anni che Pino Daniele ha interpretato con una cifra innovativa e inimitabile. Molto del materiale utilizzato è inedito ed è stato selezionato attraverso una lunga ricerca che ha permesso che la voce narrante del film fosse quella dello stesso Pino Daniele, supportato dal contributo di Claudio Amendola, e con un racconto che si sviluppa anche attraverso le voci dei tanti musicisti della scena nazionale e internazionale con cui ha lavorato o che l’hanno conosciuto: Tony Esposito, Tullio De Piscopo, James Senese, Stefano Bollani, Ezio Bosso, Lorenzo Jovanotti, Eric Clapton, Francesco De Gregori, Giorgia, Fiorella Mannoia, Al Di Meola, Pat Metheny, Eros Ramazzotti, Massimo Ranieri, Ron, Vasco Rossi, Giuliano Sangiorgi, tra gli altri. Al termine della proiezione, Giorgio Verdelli (autore di oltre 200 programmi musicali per la televisione) converserà sul documentario con il compositore e musicologo Riccardo Giagni, conduttore abituale degli incontri con gli ospiti del festival Creuza de Mà. 

Altre immagini e suggestioni alle 18.00 con “Gatta Cenerentola”, una fiaba animata che, partendo dal racconto seicentesco di Giambattista Basile e dall’opera di Roberto De Simone del 1976, racconta le due anime di Napoli, tra passato e presente, speranza e rassegnazione. Diretto da Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone, il film ha ricevuto una pioggia di premi alla settantaquattresima mostra del cinema di Venezia dello scorso settembre (Sezione Orizzonti). “Gatta Cenerentola” è il frutto di due anni e mezzo di lavoro di un gruppo di artisti, animatori, disegnatori, musicisti e produttori che si erano conosciuti durante il lavoro de “L’Arte della Felicità“, il film in animazione vincitore degli European Film Awards nel 2014, e che hanno deciso di continuare a lavorare insieme, dando vita a uno studio nel cuore di Napoli.

A seguire, sarà ancora Riccardo Giagni a moderare l’incontro con Alessandro Rak, Marino Guarnieri e Dario Sansone, e, alle 21.00, quello con i compositori Pivio e Aldo De Scalzi, autori della colonna sonora dell’ultimo film in programma questa sera, “Ammore e malavita”

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L’utilizzo di una tecnologia intelligente per risolvere la carenza di acqua globale”, è il titolo dell’articolo del Telegraph che analizza il progetto realizzato da Abbanoa con la collaborazione di Hitachi, a Oliena. Un progetto di gestione della risorsa idrica che intervenendo sulla infrastruttura ha aggredito il problema delle perdite idriche consentendo un notevole risparmio di acqua, tanto da essere citato sulla stampa britannica come esempio da seguire. Soprattutto, un progetto pilota che sancisce la collaborazione tra la società di gestione del servizio idrico sardo e un grande player internazionale come Hitachi.

Per diversi mesi sono stati passati al setaccio i 38 chilometri di rete idrica del paese con particolari apparecchiature che hanno consentito di individuare le criticità e ridurre drasticamente le perdite.

Il paese alle pendici del Monte Corrasi aveva il poco invidiabile record regionale di avere circa il 70 per cento di acqua dispersa in un dedalo di condotte colabrodo. Con un piano che ha coinvolto la Hitachi, azienda vincitrice del bando per eseguire le verifiche nel sistema idrico del paese, è stata rivoluzionata la rete idrica del paese. Verifica della rete, analisi dei flussi d’acqua, installazione di valvole regolatrici di pressione nei punti strategici, riparazioni e sostituzione di interi tratti di condotte. Ora l’intera rete idrica è coperta da un sistema innovativo di misura e gestione del servizio che garantisce una notevole efficienza e risparmio di preziosa risorsa idrica.

Il Progetto Oliena verrà replicato in altri 30 Comuni, comprese le più importanti città della Sardegna con le più alte percentuali di perdite idriche. Seguirà, sempre sulla base di gare a evidenza pubblica, la realizzazione dello stesso progetto in altri 100 Comuni nel 2018 e in altri 100 ancora nel 2019. 

Il progetto Oliena è rientrato anche tra i migliori progetti italiani raccolti in “Utili all’Italia”, la banca dati che contiene i risultati del primo censimento delle migliori pratiche nei Servizi Pubblici realizzato da Utilitalia, la federazione che riunisce 500 imprese italiane dei servizi idrici, energetici e ambientali. Un vero e proprio compendio dei progetti più avanzati che stanno disegnando le città del futuro: 274 progetti operativi raccontati da 134 aziende che dimostrano come responsabilità sociale e ambientale (90 progetti), innovazione tecnologica (83), efficienza energetica (52) e processi di sviluppo aziendale (49) stiano cambiando in meglio servizi che sono alla base della qualità della vita di ogni cittadino. Tra questi c’è anche Abbanoa: il “progetto Oliena” è stato infatti selezionato nella categoria “Innovazione tecnologica”.

Dalle buone pratiche relative all’innovazione tecnologica emerge infatti l’impegno delle aziende sul tema della digitalizzazione e del miglioramento dei servizi ai cittadini: mappatura delle reti sotterranee, sistemi di geolocalizzazione degli interventi, telecontrollo delle reti, gestione delle risorse e reportistica avanzata. Il “Progetto Oliena” rientra appunto in questa categoria.