23 July, 2024
Home2017 (Page 130)

[bing_translator]

 

La conferenza dei Presidenti ha deciso oggi di attribuire il Premio Sakharov 2017 per la libertà di pensiero all’Opposizione Democratica in Venezuela: l’Assemblea Nazionale (Julio Borges) e tutti i prigionieri politici, come elencati dal Foro Penal Venezuelano e rappresentati da Leopoldo López, Antonio Ledezma, Daniel Ceballos, Yon Goicoechea, Lorent Saleh, Alfredo Ramos e Andrea González.

Il presidente Tajani ha dichiarato:

«Il Parlamento europeo è da sempre in prima linea per difendere e promuovere la libertà, la democrazia e gli altri diritti umani, dentro e fuori i nostri confini. Oggi abbiamo il dovere di denunciare, ancora una volta, l’inaccettabile situazione del Venezuela. La dittatura di Maduro ha privato i cittadini venezuelani dei loro diritti fondamentali, facendo precipitare il paese in una spirale di crisi economica, sociale, istituzionale e umanitaria. Nel corso degli ultimi anni, le condizioni di vita del popolo venezuelano si sono gravemente deteriorate, spingendo all’esodo un numero crescente di cittadini costretti a fuggire dal Paese.

Non possiamo non levare alta e forte la nostra voce contro un regime che tiene in ostaggio milioni di uomini e donne, calpestando ogni giorno la loro stessa dignità. Per questo abbiamo deciso di conferire il Premio Sakharov per la libertà di pensiero all’Opposizione Democratica in Venezuela, dando il nostro totale sostegno all’Assemblea Nazionale del Venezuela, eletta democraticamente. Vogliamo anche lanciare un appello per una transizione pacifica verso la democrazia che il popolo venezuelano, oggi più che mai, non cessa disperatamente di invocare. 

Questo premio non rappresenta solo un riconoscimento alla coraggiosa resistenza dell’Opposizione Democratica. Oggi, questo Parlamento vuole manifestare la sua vicinanza e rendere omaggio a tutto il popolo venezuelano: a coloro che sono stati imprigionati ingiustamente per aver espresso la propria opinione; a chi, quotidianamente, lotta per sopravvivere a un regime brutale; alle famiglie in lutto per la perdita dei propri cari durante mesi di ininterrotta pacifica protesta per la libertà.»

Opposizione democratica in Venezuela: l’Assemblea nazionale (Julio Borges) e tutti i prigionieri politici figuranti nell’elenco del Foro Penal Venezolano, rappresentati da Leopoldo López, Antonio Ledezma, Daniel Ceballos, Yon Goicoechea, Lorent Saleh, Alfredo Ramos e Andrea González.

 Il Venezuela sta attraversando una crisi politica. Il partito al potere ha continuamente limitato lo Stato di diritto e l’ordine costituzionale e nel marzo 2017 la Corte suprema ha tolto il potere legislativo all’Assemblea nazionale eletta democraticamente. Julio Borges, presidente dell’Assemblea nazionale, ha riassunto la situazione in Venezuela con queste parole: «Non è solo un scontro politico in Venezuela. È uno scontro vitale ed esistenziale basato sui valori».

Nello stesso tempo, il numero dei prigionieri politici è salito a oltre seicento, secondo l’ultima relazione del Foro Penal Venezolano, un’organizzazione venezuelana di spicco per la difesa dei diritti umani che offre assistenza legale gratuita alle persone con limitate risorse economiche e che si presume siano vittime di detenzione arbitraria, tortura o violenze durante le proteste. Tra i prigionieri politici figurano leader di primo piano dell’opposizione quali Leopoldo López, Antonio Ledezma, Daniel Ceballos, Yon Goicoechea, Lorent Saleh, Alfredo Ramos e Andrea González.

Pur avendo ottenuto gli arresti domiciliari in luglio dopo tre anni di detenzione, il capo dell’opposizione Leopoldo López è stato nuovamente incarcerato nell’agosto 2017. Un altro politico di spicco dell’opposizione, l’ex sindaco di Caracas Antonio Ledesma, è agli arresti domiciliari dal 2015 e sono stati incarcerati anche gli ex sindaci di Iribarren, Alfredo Ramos, e di San Cristobal, Daniel Ceballos, come pure lo studente attivista Lorent Saleh. Tra i prigionieri politici figurano due cittadini spagnoli, Andrea Gonzales e Yon Goicoechea.

Dall’inizio dell’anno sono stati uccisi oltre 130 oppositori e più di 500 sono stati arrestati arbitrariamente.

Il premio – un certificato e la somma di 50.000 euro – sarà consegnato in una cerimonia al Parlamento europeo a Strasburgo il 14 dicembre 2017.

 

[bing_translator]

Venerdì 27 ottobre 2017, alle ore 16.00, presso l’Aula Magna “Vera Cao Pinna” della Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche, in Viale Fra Ignazio 74, a Cagliari, si terrà l’incontro dal titolo “La Riforma del Terzo Settore. Nuove opportunità, nuovo sviluppo” organizzato da Acli Sardegna, Arci, Confcooperative, Fish, UISP, Legacoop sociali Sardegna.

In vigore dal 3 agosto di quest’anno, il Codice del Terzo Settore riordina finalmente la legislazione riguardante l’attività delle organizzazioni del Terzo Settore. Quello della Riforma del Terzo Settore è un cammino iniziato già nel 2014, culminando nel 2016 con la legge delega al Governo che sarà completato con i decreti ministeriali che ne permetteranno una concreta attuazione. Tante le novità di questa riforma, fra le quali l’abrogazione di alcune normative e la nuova denominazione delle organizzazioni del Terzo Settore che si chiameranno ora Enti del Terzo Settore (Ets) e comprenderanno sette tipologie diverse di organizzazioni.

All’incontro di approfondimento sarà presente Luigi Bobba, sottosegretario al Welfare, che ha promosso ed accompagnato la riforma, insieme ad altri ospiti tra i quali Franco Marras (Acli Sardegna), Franco Uda (Arci Sardegna), Maria Pina Casula (UISP Sardegna), Silvio Lai (senatore della Repubblica), Francesco Sanna (Federsolidarietà Sardegna), Alfio Desogus (Fish Sardegna), Valter Piscedda (consigliere regionale RAS), Andrea Pianu (Legacoop Sociali Sardegna) e Carlo Mannoni (Fondazione di Sardegna).

[bing_translator]

 

«L’eliminazione della peste suina è un obiettivo di legislatura che vogliamo raggiungere, per risolvere un problema molto complesso per la Sardegna, da inquadrare anche in un contesto nazionale ed europeo.»

Lo ha detto l’assessore della Sanità Luigi Arru illustrando alla commissione Attività produttive i risultati per il 2017 del Piano straordinario della Regione contro la grave malattia animale.

«Complessivamente – ha spiegato Luigi Arru – i focolai sul territorio regionale si sono ridotti ad alcune parti del Nuorese e dell’Ogliastra più una piccola zona del Lugudoro-Anglona ma è fondamentale proseguire con gli abbattimenti per interrompere sia la catena biologica che la consuetudine del pascolo brado, promuovendo sistemi diversi di allevamento e intensificando i controlli, come abbiamo fatto con i nostri veterinari ed anche con la collaborazione del mondo venatorio.»

«I buoni risultati raggiunti – ha detto ancora l’assessore della Sanità – non possono tuttavia farci abbassare la guardia, anzi dobbiamo fare uno scatto in avanti: lo Stato e l’Unione europea ci chiedono interventi ed azioni ancora più efficaci per evidenti ragioni di salute pubblica ma anche per motivi commerciali.»

Successivamente, il responsabile dell’Unità di progetto della Regione contro la peste suina Alessandro De Martini ha fornito alcuni dati sulla campagna 2017.

Su una platea di 14.738 aziende suinicole registrate rappresentative di una popolazione animale di circa 150.000 capi sono stati effettuati 4.120 controlli al termine dei quali sono state certificate 2.807 aziende mentre 1.304 sono risultate non conformi. Altri controlli hanno riguardato porti ed aeroporti (1.697 veicoli e 28.904 passeggeri), oltre alle aziende agrituristiche (439). La collaborazione con 640 compagnie di caccia, inoltre, ha portato all’abbattimento di oltre 15000 cinghiali di cui 237 sieropositivi e 39 virologici positivi.

«Il lavoro dell’Unità di progetto – ha affermato fra l’altro De Martini – ha messo ordine in una situazione molto complessa che in Sardegna ha caratteristiche sistemiche, anche per questo c’è molta attenzione sull’Italia da parte della Ue e molta attenzione dell’Italia sulla nostra Regione». Una attenzione legata principalmente alla preoccupazione per alcuni segnali di presenza della malattia in altre aree d’Europa come Ucraina, Bielorussia, Paesi Baltici e Repubblica Ceca.

[bing_translator] 

Continuano gli incontri organizzati dall’Amministrazione comunale nei rioni e nelle frazioni di Carbonia, con l’obiettivo di illustrare alla comunità le principali novità relative ai Comitati di Quartiere.
Dopo gli appuntamenti tenutisi a Bacu Abis, Cortoghiana e Is Gannaus, domani, venerdì 27 ottobre, alle ore 17.00, presso il salone dell’ex circoscrizione di Serbariu, l’assessore comunale al decentramento Paola Argiolas presenterà ai cittadini il regolamento sui Comitati di quartiere, che a breve verrà approvato dal Consiglio comunale di Carbonia.

«I Comitati di quartiere, che rappresenteranno una novità assoluta nello scenario politico-istituzionale della città, sono stati fortemente voluti dalla Giunta comunale – spiega l’assessore Paola Argiolas – soprattutto per supplire all’abolizione delle circoscrizioni e per garantire nuovamente ai cittadini la possibilità di avere uno strumento di partecipazione attiva alla vita amministrativa.»

Queste entità saranno, quindi, un esempio di democrazia partecipata e potranno collaborare fattivamente con gli organi istituzionali del Comune (Sindaco, Giunta, Consiglio comunale e Consulte).

All’incontro di Serbariu faranno seguito altri appuntamenti con i cittadini di Barbusi, Carbonia Nord, Carbonia Centro e Carbonia Sud.

L’assessore al decentramento Paola Argiolas.

[bing_translator]

Il presidente della Regione Francesco Pigliaru e l’assessore della Sanità Luigi Arru, hanno tenuto una conferenza stampa sull’approvazione della riforma della rete ospedaliera.
Dopo vent’anni la Sardegna ha una nuova organizzazione dell’offerta ospedaliera, con 4.101 posti letto pubblici per acuti (dagli attuali 4.758) e 542 per post acuti (attualmente sono 147). Nessun taglio di ospedali né di servizi, con la riforma l’assistenza sarà potenziata e diversificata.
«Fare riforme è difficile e faticoso – ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Quando mancano il coraggio e la visione, quando l’essere intrappolati nei veti reciproci rende incapaci di autoriformare le proprie istituzioni, il ritardo economico persiste e si rimane indietro. Solo chi ha la capacità di farle si mette in un sentiero di crescita. E la nostra maggioranza ha dimostrato ancora una volta di avere questo coraggio, questa visione, dando alla Sardegna una riforma attesa da vent’anni e di cui andiamo particolarmente orgogliosi – ha aggiunto il presidente Pigliaru, che ha ringraziato l’Assessorato e la Commissione per l’importante lavoro svolto -. Abbiamo sempre tenuto fermo l’obiettivo: non è tagliare, ma dare ai nostri cittadini una sanità più organizzata e di alto livello, offrire servizi migliori e rendere meno frequente la necessità di andare a curarsi in giro per l’Italia o addirittura per l’Europa. I risparmi arrivano dall’eliminazione degli sprechi, perché ogni perdita di soldi significa meno servizi e meno qualità. Come per tutte le riforme importanti ci vorrà del tempo – ha concluso Francesco Pigliaru -, ma la strada è quella giusta.»
L’assessore Luigi Arru ha rivolto un ringraziamento ai consiglieri «di maggioranza, ma anche dell’opposizione, perché la riforma rappresenta un momento importante per tutti e il dibattito è stato una palestra democratica. La Rete viene riorganizzata nell’interesse dei Sardi, dal Consiglio esce un documento equilibrato, che davvero mette il cittadino al centro di un percorso di presa in carico. Saranno ora i direttore generali a dare applicazione a quanto approvato». 
Il testo approvato dal Consiglio regionale mantiene i principi alla base della riforma: sicurezza delle cure e qualità e specializzazione dell’assistenza. Gli interventi più complessi devono essere eseguiti negli ospedali nei quali sono stati trattati più casi simili e con maggiore successo.
Nel “sistema a ruota”, con un centro principale e centri di riferimento collegati, l’offerta assistenziale vede due Hub principali, uno al Nord, in capo all’Azienda Ospedaliero Universitaria di Sassari, e il secondo al Sud, con l’Azienda Brotzu. In questi due Hub, cosiddetti Dipartimenti di Emergenza e Accettazione, si eseguono tutte le prestazioni di alta specializzazione.
All’Aou di Sassari sono collegati gli ospedali San Francesco di Nuoro (con servizi di II Livello); il Giovanni Paolo II di Olbia, con il Paolo Dettori di Tempio come struttura di completamento (quindi con alcuni servizi di I livello); il nodo della Rete costituito dagli ospedali di Alghero e Ozieri, che dal prossimo anno saranno a tutti gli effetti ospedali di I Livello.
Il DEA dell’Azienda Brotzu comprende gli ospedali Businco, come Centro di riferimento regionale per le patologie oncologiche, l’Antonio Cao, riferimento regionale per le patologie pediatriche, il San Michele, riferimento regionale per le emergenze-urgenze.
In rete con l’Azienda lavoreranno il Santissima Trinità di Cagliari, il Policlinico dell’Azienda Ospedaliero-universitaria di Cagliari, il Sirai di Carbonia con il Cto di Iglesias, il Nostra Signora di Bonaria di San Gavino, il San Martino di Oristano, il nodo della Rete di Lanusei, con l’ospedale Nostra Signora della Mercede, che manterrà tutti i servizi di I Livello che ha attualmente.
In considerazione delle caratteristiche del territorio e dei collegamenti, la Riforma riconosce il ruolo degli ospedali cosiddetti di zona disagiata (il Mastino di Bosa, il San Giuseppe di Isili, il Paolo Merlo di La Maddalena, il San Marcellino di Muravera, il San Camillo di Sorgono) mantenendovi i servizi: ci saranno il Pronto soccorso, la Medicina generale, la Chirurgia con posti dedicati, la Radiologia, il Laboratorio.
Per il Delogu di Ghilarza, l’Alivesi di Ittiri e l’ospedale Civile di Thiesi la riforma prevede un ruolo di Centro di emergenza territoriale, con ospedali di comunità per le due strutture sassaresi, mentre il Delogu mantiene 20 posti letto, con Medicina e Chirurgia.

[bing_translator]

«L’approvazione della bozza della legge finanziaria senza una riunione con tutti i consiglieri di maggioranza è un atto grave, ma scoprire un taglio alle leggi di settore e ai fondi del Reis appare ancora più grave e semplicemente ingiustificabile. Confidiamo sia un errore fatto dell’assessore Arru e dal vicepresidente Paci e a cui si porrà rimedio con estrema velocità.»

Lo scrive, in una nota, il gruppo consiliare di Articolo Uno – Sdp.

«Per questo abbiamo chiesto la convocazione urgente di una riunione con la maggioranza per approfondire e chiarire la situazione. A nostro avviso il discrimine con le destre e il populismo è nella lotta per la difesa e l’emancipazione dei più deboli. Se alcune componenti dell’esecutivo non hanno chiaro questo aspetto, possono serenamente cambiare schieramento. Confidiamo nel Presidente e nella sensibilità dimostrata in passato su questi temi – conclude il gruppo di Articolo Uno – Sdp -, affinché si possa rimediare in modo tempestivo.»

 

[bing_translator]

In vista del 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, sottoscritta il 10 dicembre 1948, anche la Regione Sardegna partecipa attivamente alla mobilitazione nazionale promossa dalla Tavola della Pace. Venerdì 27 ottobre sono in programma due appuntamenti che vedranno coinvolti la Regione e i rappresentanti dei Comuni sardi. L’obiettivo è quello di creare un ponte culturale tra i soggetti che agiscono per favorire processi di pace e tolleranza.
In mattinata, all’Istituto comprensivo di via Stoccolma a Cagliari, sarà presentato il corso di formazione ed educazione alla pace riservato agli studenti delle seconde e terze medie inferiori. Si tratta di un progetto pilota promosso, attraverso un Protocollo d’intesa, dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, e dal Coordinamento nazionale degli Enti locali. L’iniziativa, della durata di un anno, tradurrà in pratica le ‘Linee guida per l’educazione alla pace e alla cittadinanza glocale’ divulgate dal MIUR a tutti i direttori degli Uffici scolastici regionali. All’introduzione dei lavori (ore 9.30) parteciperanno l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu, il coordinatore nazionale della Tavola della Pace, Flavio Lotti (che periodicamente organizza la Marcia per la Pace Perugia-Assisi), il direttore dell’Ufficio scolastico regionale della Sardegna Francesco Feliziani, il presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana e il responsabile della comunità di accoglienza La Collina, don Ettore Cannavera.
Di sera, alle 17.15, la comunità La Collina (Serdiana) ospiterà una tavola rotonda dal titolo “Educare alla pace: come?”. I lavori, coordinati dal giornalista Ottavio Olita, prevedono l’intervento di sei relatori: don Ettore Cannavera, l’assessore Cristiano Erriu, Flavio Lotti, monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Jonio, Francesco Feliziani ed Emiliano Deiana.

[bing_translator]

Sono state firmate ieri le proroghe della continuità territoriale aerea anche per gli aeroporti di Alghero e di Olbia. Il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, dando seguito agli accordi con la Regione, ha emanato il decreto che consente di garantire sino a giugno prossimo le tratte sottoposte a oneri di servizio per Roma e Milano. Come previsto, saranno le compagnie Alitalia e Meridiana a gestire i collegamenti con i principali hub della penisola rispettivamente dagli aeroporti “Riviera del corallo” e “Costa Smeralda”.
«Con l’emanazione odierna dei decreti di proroga della continuità territoriale in scadenza a novembre anche per Olbia e Alghero, i voli sottoposti a oneri di servizio saranno garantiti per tutti i sardi e non solo sino a giugno prossimo – dice l’assessore dei Trasporti Carlo Careddu –. Ovviamente questo è solo un punto di passaggio verso la pubblicazione dei nuovi bandi ai quali la Regione sta lavorando, in accordo con il ministero e con il dialogo aperto a Bruxelles. Massima attenzione sarà dedicata in questa fase all’efficienza del trasporto in tutti gli scali e riguardo all’aeroporto di Alghero non sono esclusi incrementi di voli e capienze. Con la Commissione europea – conclude Carlo Careddu – è già stato fissato un appuntamento la prossima settimana per portare avanti il confronto sui contenuti delle prossime gare: difenderemo il diritto alla mobilità dei sardi senza rinunciare alle prerogative per noi irrinunciabili a tutela della qualità del servizio e al rilancio di uno strumento di sviluppo importante per l’economia isolana.»

[bing_translator]

Le imprese devono essere indirizzate verso le buone pratiche industriali ed ambientali per la riduzione dei rifiuti industriali, cioè, trasformarli da rifiuto in risorsa. Questo indirizzo generale può trovare concreta applicazione nel caso dei fanghi rossi che residuano in grande quantità dalla lavorazione della bauxite. Lo prevede una delibera approvata di recente dalla Giunta regionale. Il provvedimento formula un atto di indirizzo per l’adozione di buone pratiche industriali ed ambientali, proprie delle politiche dell’economia circolare, che dovranno essere gradualmente adottate nel trattamento dei fanghi rossi, sinora considerati solo come rifiuti speciali non pericolosi da mettere a discarica. L’obiettivo è incentivare il recupero di sostanze contenute in quantità notevoli quali ferro, alluminio, titanio, o in quantitativi modesti ma di grande valore economico quali scandio e terre rare, che possono essere utilizzate per altre lavorazioni o produzioni. Nel passato tale recupero è stato dichiarato insostenibile dal punto di vista economico. La ricerca tecnologica attuale ha però aperto nuove strade. La valutazione sulle prospettive scientifiche di tali processi industriali è stata certificata dal Centro per la Sostenibilità Ambientale (CESA) costituito nell’ambito del Piano Sulcis. Il rapporto del CESA esprime inoltre un giudizio positivo su una nuova tecnologia, sviluppata da un qualificato centro di ricerca di azienda privata sarda. Questa strada è battuta anche da altri soggetti. Le potenzialità di applicazione sono per ora su scala ridotta ma già rendono possibile la realizzazione di un impianto di dimostrazione industriale di taglia significativa, cioè dell’ordine di 80/100mila tonnellate/anno di fango. Lo stato dell’arte non consente attualmente alternative all’abbancamento dei fanghi rossi, da attuarsi secondo le migliori pratiche disponibili, ma nel tempo la tecnica è destinata a cambiare. Lo sviluppo e l’applicazione industriale delle tecnologie di recupero e utilizzo risponderebbero dunque a molti obiettivi.
«Troppo spesso – sottolineano l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras ed il coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi – interpretiamo il rifiuto come un materiale di scarto, in questo caso molto costoso da smaltire. Questa è una visione lineare della produzione. Ben più intrigante è ragionare in termini di economia circolare, in cui il rifiuto diventa materiale, spesso nobile, per successive lavorazioni. Valorizzare gli studi su questa materia ed applicarli alla produzione industriale è, nelle migliori prassi internazionali, fonte di opportunità di reddito e di occupazione. Su questo sentiero vogliamo lavorare e questa delibera è un primo passo verso lo sviluppo dell’economia circolare.»

[bing_translator]

L’on. Marcello Orrù (PSd’Az) ha presentato un’interrogazione sulla discriminazione di genere nei servizi di sorveglianza attiva antincendio per i presidi ospedalieri dell’ATS.

Nell’interrogazione, Marcello Orrù chiede al presidente della Regione e all’assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale, se siano a conoscenza «dell’inqualificabile ed inaccettabile azione discriminatoria di genere, posta in essere dal Gruppo Servizi Associati S.p.A., in esecuzione di un contratto di fornitura di un servizio pubblico, commissionato da una pubblica amministrazione, quale è l’Azienda per la Tutela della Salute della Regione Sardegna»; li invita a «censurare l’incresciosa opera di discriminazione, posta in essere dal Gruppo Servizi Associati S.p.A., anche in ragione della tutela dell’onorabilità della Regione Sardegna che, indirettamente, verrebbe a trovarsi coinvolta in una imbarazzante vicenda dalla quale, fermo restando la situazione vigente, potrebbero nascere rilevanti conseguenze anche di natura giuridica»; e li invita, infine, con la dovuta sollecitudine, «a promuovere, attraverso il direttore generale dell’ATS, una rigorosa azione amministrativa nei confronti della direzione del Gruppo Servizi Associati S.p.A., al fine di rimuovere le violazioni di legge, di cui alle premesse, attraverso un immediato e paritario coinvolgimento lavorativo del personale di genere femminile nei 16 presidi ospedalieri oggetto di contratto, in subordine anche attraverso una formula di turnazione semestrale tra operatori di sesso maschile e femminile».