25 July, 2024
Home2017 (Page 168)

[bing_translator]

Si è concluso oggi, nella Biblioteca comunale di viale Arsia a Carbonia, il Festival “Tuttestorie”, “Dipende da come mi abbracci. Racconti, visioni e libri sui legami che ci fanno noi”. La tappa cittadina del Festival di Letteratura per ragazzi ha visto la partecipazione di circa 2.000 studenti appartenenti a 120 scuole del territorio. Studenti che sono rimasti entusiasti dell’iniziativa ideata e organizzata dalla “Cooperativa e Libreria per Ragazzi Tuttestorie”, con la collaborazione dello SBIS (Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis), di cui il comune di Carbonia è capofila. 

Il sindaco Paola Massidda, presente per i saluti finali insieme all’assessore della Cultura Sabrina Sabiu e all’assessore del Personale Paola Argiolas, ha ringraziato tutti gli studenti e gli organizzatori per «un’iniziativa di promozione della lettura che è stata capace di coinvolgere scuole di vario ordine e grado (dalla Scuola dell’Infanzia sino alle Superiori) di Carbonia, Cortoghiana, Is Gannaus, Is Meis, Serbariu, Carloforte, Giba, Masainas, Nuxis, Paringianu, Perdaxius, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Santadi, Sant’Anna Arresi, Sant’Antioco, Teulada, Terresoli, Tratalias, Villamassargia e Villaperuccio. Partecipazione, entusiasmo e coinvolgimento degli alunni sono stati i principali tratti salienti del Festival di Letteratura per ragazzi».

Nelle giornate dedicate alla manifestazione, negli spazi interni alla Biblioteca si sono svolti 16 incontri con gli autori. È stata allestita una mostra di illustrazione di Fabian Negrin, dal titolo “L’arte di raccontare con le immagini”, a cura dell’Associazione Lughenè. Il Parco di Villa Sulcis, dal 5 al 9 ottobre, è stato teatro di numerose attività, tra le quali “Attenzione, abbracci in vista”, uno spazio curato dalla Cooperativa Scila, che si è occupata dell’accoglienza dei gruppi, dell’animazione e dell’allestimento di percorsi tematici. 

Numerosi sono stati anche i laboratori riservati alle varie classi: da “Vicini vicini per non perdere il filo” a “Il colore dell’abbraccio. Sfumature di storie locale”, da “I miei disegni sono come il vento” a “Un piccolo abbraccio digitale”.

[bing_translator]

Il vicepresidente del Consiglio regionale Eugenio Lai (Art. Uno – Sdp), sostiene la battaglia intrapresa dai farmacisti, titolari e dipendenti di parafarmacia, rappresentati dalle sigle di categoria FNPI Sardegna, e anche da LPI e MNLF, unite per salvaguardare tanti posti di lavoro.

«Siamo di fronte ad un tentativo di blocco delle nuove aperture e di indebolimento delle attività di parafarmacia, a favore di interessi politici e personali di pochi e, come sempre, a discapito di molti. Parliamo di migliaia di posti di lavoro in Sardegna e in Italia, garantiti dagli esercizi commerciali avviati con la riforma Bersani del 2006 – spiega Eugenio Lai -. La necessità di un intervento in questo senso, è dettata dall’evolversi della situazione soprattutto in questi ultimi mesi. Questi professionisti si dissociano da proposte di riassorbimento, di blocco di rilascio di codici univoci per le nuove aperture e di eliminazione della presenza obbligatoria del farmacista, la quale significa garanzia e tutela della salute pubblica.»

«È in corso un chiaro attacco ai diritti acquisiti di questi professionisti, che ad oggi possono esercitare la professione in piena libertà e lontano dagli schemi di ereditarietà feudale che ha sempre contraddistinto il settore delle farmacie – aggiunge Eugenio Lai -. Non si possono buttare via anni di sacrificio e duro lavoro. Si deve, invece, potenziare questa esperienza che ha dato, sino ad oggi, degli ottimi risultati. Le attività di parafarmacia sono diventate talvolta presidio di tutela della salute, in tante realtà sarde e di tutta Italia. A breve, con l’appoggio del gruppo consiliare Articolo Uno – Sdp – conclude Eugenio Lai -, mi impegnerò a presentare una mozione per la difesa dei diritti di questa categoria.»

[bing_translator]

Il commissario straordinario del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna Tarcisio Agus, ha avviato una serie di contatti formali con i Comuni per rilanciare l’azione dell’Ente ed affrontare i problemi diffusi, proponendo risposte alle diverse istanze presentate dalle otto aree del Parco.

Di seguito, in sintesi, la relazione del commissario Agus sui contatti avuti.

Lula  Il primo incontro si è tenuto presso il comune di Lula con il sindaco Mario Calia. Questi ha manifestato l’esigenza di riattivare le visite presso il complesso minerario di “Sos Enattos”, da due anni chiuso al pubblico. Nel corso dell’incontro il sindaco ha altresì evidenziato i danni provocati dall’ultima inondazione la quale ha compromesso la viabilità e danneggiato il depuratore che serviva il centro servizi, il ristorante e l’ostello. Sono in corso le azioni necessarie per ripristinare i luoghi e riattivare le visite nel sottosuolo entro il 2018.

Pau e Masullas – Il successivo incontro ha avuto luogo in Marmilla, presso il Museo dell’Ossidiana Pau e a Masullas. Il sindaco Mansueto Siuni ha rammentato lo straordinario patrimonio museale del Comune cui si aggiungono percorsi escursionistici tematici dedicati all’ossidiana ossidiana. La loro fruizione e valorizzazione è già operante sebbene si sia rilevata la necessità di un maggior raccordo con i siti turistico-culturali già strutturati presenti in Sardegna.

Gadoni – Altra importante visita si è svolta nell’area del Sarcidano a Gadoni, ove si trova l’importante complesso minerario di “Funtana Raminosa”, anch’esso meritevole di cura e attenzione. Si auspica di poter riattivare le visite entro il 2018 grazie anche all’azione di tutela e di salvaguardia posta in campo con convinzione dalle istituzioni e dalla comunità locale.

Iglesias e Buggerru – I problemi sono differenti a seconda dei diversi luoghi e siti. Per quanto riguarda l’accessibilità al sito di “Porto Flavia” ad Iglesias, fra i più visitati, urge un intervento per assicurarne la piena fruibilità. Peraltro sarebbe possibile la sua integrazione con il “Pozzo Sella” a Monteponi, oggetto di certosino recupero da parte dell’omonima associazione.

Altrettanti problemi si riscontrano il ordine alla piena fruizione della spettacolare “Galleria Henry” a Buggerru, gestita in concorso con l’Igea S.p.A., che già vanta un importante numero di visitatori.

Montevecchio, Fluminimaggiore e Gonnesa – Non sono da meno i problemi riscontrati presso lo storico sito minerario di Montevecchio il quale, si ricorda, insiste nei territori di Guspini ed Arbus. Nonostante alcune parti siano visitabili, a cominciare dalla magnifica Direzione della Miniera, ancora non è possibile la visita della Galleria Anglosarda, elemento di forte richiamo al pari di tutti i tratti di sottosuolo che ancora rimangono preclusi al pubblico.

Particolarmente significativo è stato l’incontro tenuto presso la Miniera di “Su Zurfuru”, a Fluminimaggione, dove una parte del vecchio impianto di produzione idroelettrica è stato meritoriamente recuperato da un gruppo di ex lavoratori riuniti in associazione culturale ed aperto al pubblico con regolarità.

A Gonnesa con la guida del sindaco Hansal Cristian Cabiddu si è visitato il complesso minerario di Monti Onixedda ed il Nuraghe Seruci che attende la ripresa dei lavori di valorizzazione. Si è potuto constatare che anche quest’ultimo sito è già strutturato per la sua prossima apertura al pubblico.

Nuxis – Ultima in ordine di tempo è stata la visita a Nuxis dove il locale Gruppo Speleoclub ha curato un interessante allestimento geo-speleologico in località “Sa Marchesa”, già sede di una miniera, con interessanti affioramenti geologici e minerari. In compagnia del sindaco Piero Andrea Deias si è percorso il sentiero allestito con interessanti didascalie in Italiano ed in Sardo. Interessante anche la Grotta de su Montisceddu, utilizzata come polveriera durante l’attività estrattiva della vicina miniera, che conserva le tracce di un insediamento della Cultura di Monte Claro databile agli albori del primo bronzo. Si tratta di un altro sito che merita d’essere posto in rete con quelli più importanti del Parco Geominerario.

Ulteriori attività – La prossima visita sarà dedicata alla Miniera dell’Argentiera a Sassari. La piena conoscenza del vasto patrimonio fruibile del Parco dovrà determinare una pianificazione organica di valorizzazione e promozione alla quale si aggiungerà gradualmente il resto del patrimonio che per varie ragioni non è ancora godibile.

Al commissario straordinario è dato curare l’ordinaria gestione dell’Ente. Tale approfondita conoscenza sarà prezioso materiale per il prossimo Consiglio Direttivo che potrà pianificare e programmare a lungo respiro, azione finora impedita dai continui commissariamenti.

[bing_translator]

L’Amministrazione comunale di Portoscuso replica oggi al gruppo politico di minoranza “Portoscuso nel Cuore” che ha criticato duramente la mancata presentazione di progetti e richieste di finanziamento alla Regione per la pulizia e la messa in sicurezza dei corsi d’acqua.

«L’Amministrazione comunale di Portoscuso – si legge in una nota – già a fine luglio, una volta insediata la nuova Giunta comunale, ha inviato una richiesta all’assessorato dei Lavori pubblici che aveva pubblicato il 10 luglio 2017 il bando con breve periodo di scadenza (dal 10 al 28 luglio), nella quale richiesta si evidenziava che, insieme al comune di Portoscuso, moltissimi dei comuni sardi che erano stati interessati dalle elezioni nell’ultima tornata elettorale non avevano potuto materialmente predisporre i progetti e le schede nei termini e quindi partecipare al bando in questione. In particolare, – prosegue la nota –nell’evidenziare che il Rio Paringianu, corso d’acqua più importante che attraversa il territorio comunale, aveva ed ha urgente necessità di manutenzioni e pulizie ma la competenza, come noto, è provinciale, è stata inoltrata la richiesta, insieme ad altre Amministrazioni che ricadevano nel turno elettorale, di riapertura dei termini, per poter comunque accedere alle risorse di spettanza per i corsi d’acqua minori effettivamente di competenza comunale.»

[bing_translator]

La Sulcispes ha esordito con una netta vittoria casalinga sulla Pol. Serramanna nel nuovo campionato di serie D.

I ragazzi di coach Paolo Massidda sono partiti alla grande, chiudendo il primo quarto con uno scarto di ben 22 punti: 30 a 8. Il secondo quarto è proseguito sulla medesima scia del primo: la Sulcispes ha mantenuto il pallino del gioco, mostrando carattere e sicurezza nei propri mezzi, portandosi sul 57-21. Nel penultimo quarto la sostanza non è cambiata (79 a 33) con i lagunari che hanno amministrato la gara con lucidità, necessaria per gestire le situazioni di gioco senza troppi problemi. L’incontro si è concluso sul punteggio di 100 a 45. Bravi tutti, anche le giovani leve che al loro ingresso in campo hanno speso tutto ciò che avevano per ripagare la fiducia concessa.

«Un test poco attendibile per fare delle valutazioni concrete, in quanto abbiamo trovato un avversario decisamente sottotono – ha commentato l’allenatore Paolo Massidda – siamo comunque contenti per la vittoria conquistata e, soprattutto, per aver fatto esordire tutti e quattro i nostri under nell’arco del match. Felici anche per il clima e l’atmosfera regalata dal pubblico, ma non bisogna abbassare la guardia: già dalla prossima partita ci sarà da soffrire parecchio, per cui sarà necessaria la massima concentrazione.»

Il prossimo appuntamento è in programma domenica 15 ottobre, sempre alle 18.30, ancora al PalaGiacomoCabras, contro la Polisportiva Genneruxi.

Sulcispes – Serramanna 100 a 45 (30 a 8,  57 a 21, 79 a 33).

Sulcispes: Casula 12, Rasset 16, Aralossi 16, Basciu 1, Tosadori 10, Era 2, Cera 4, Castiglia 21, Borghero 8, Peloso 10, Ingrande. All. Massidda.

Serramanna: Setzu, Corronca 2, Secci 3, Serpi, Batzella, Lasio, Caboni, Perra 17, Ortu, Porcedda 7, Porcu 8, Caredda 8. All. Porcedda.

Arbitri: Mulliri e Porcu.

Paolo Massidda.

[bing_translator]

L’assessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio, Barbara Argiolas, è intervenuta a Santu Lussurgiu al workshop di presentazione del progetto che raccoglie sotto un unico marchio sette tenute e giardini isolani. 
«Abbiamo l’obiettivo – ha detto Barbara Argiolas – di rendere il patrimonio culturale materiale ed immateriale un motivo di viaggio al di fuori della stagione estiva, con una declinazione di offerte di qualità: il progetto “Giardini storici di Sardegna”, insieme a quelli della rete dei borghi, dei cammini religiosi e minerari, della rete escursionistica regionale, è un altro passo in questa direzione.»
“Giardini storici di Sardegna” riunisce, infatti, in un percorso di eccellenza il parco di San Leonardo di Siete Fuentes (Santu Lussurgiu), il Parco inglese dell’ingegner Benjamin Piercy (Bolotana), l’Orto botanico Patrizio Gennari (Cagliari), il Giardino all’italiana di Ignazio Aymerich (Laconi), l’Isola giardino di Giuseppe Garibaldi a Caprera (La Maddalena), il Giardino degli agrumi dello stabilimento Pernis-Vacca e la Vega di Palazzo Boyl (Milis), il parco di Monserrato (Sassari). «Il progetto inizia con questi sette giardini – ha spiegato l’assessore –, ma è aperto e contiamo di inserire altre tappe in questo itinerario delle eccellenze botaniche e paesaggistiche della Sardegna».
La firma dell’intesa tra i sette Comuni coinvolti, l’Unione dei Comuni del Marghine, il polo Museale della Sardegna, l’Università di Cagliari e l’agenzia regionale Forestas è, secondo Argiolas, «un punto di arrivo importante per una iniziativa nata grazie alla passione e alla lungimiranza di amministratori e comunità. Ma – ha aggiunto – è anche un nuovo punto di partenza, perché questo protocollo non finisca per rimanere sulla carta: vogliamo invece mettere a sistema e valorizzare questi luoghi e farli diventare un vero prodotto che possa inserirsi nel mercato del turismo botanico, che interessa e muove tanti appassionati in Italia ed Europa. In questo senso, è importante il contributo dell’agenzia Forestas, che farà da supporto scientifico e tecnico determinante per la fruibilità e la valorizzazione dei giardini».
La nascita del circuito dei giardini storici si inserisce delle politiche della Regione e dell’assessorato del Turismo per la creazione di nuove stagionalità che trovino nelle zone interne il loro punto di forza. «Progetti come “Primavera nei borghi di eccellenza” e “Territori del vino e del gusto” sono già avviati – ha spiegato l’esponente della Giunta Pigliaru – ma siamo al lavoro su altri fronti: venerdì scorso a Galtellì abbiamo firmato un protocollo d’intesa sulle destinazioni religiose e ieri a Meana Sardo abbiamo ribadito che attività millenarie come la viticoltura contribuiscono alla valorizzazione turistica dei territori». 
Il fulcro dell’azione regionale è costituita dalla legge sul turismo, approvata a luglio: «Con la nuova legge – ha ribadito Barbara Argiolas – abbiamo ridato forza al partenariato e stiamo introducendo un modello di governance che la Sardegna aspettava da tempo: la nascente DMO regionale servirà a dare dignità alle progettualità che arrivano dal basso, perché il compito della Regione è quello di creare le condizioni affinché i progetti che arrivano dalle comunità, vere detentrici del nostro patrimonio culturale, abbiano gambe e possano diventare prodotti che attirano nuovi viaggiatori». 
«La nostra forza è il valore riconosciuto del marchio Sardegna – ha concluso Barbara Argiolas – perché evoca mare e paesaggi incontaminati, ma anche una storia millenaria e antica e la capacità di rinnovare la tradizione in chiave contemporanea. Non siamo solo una foto del mare e la ricchezza culturale dei territori non può essere soltanto qualcosa da proporre ai turisti quando in spiaggia soffia troppo vento. La sfida delle iniziative che stiamo mettendo in campo è la capacità di valorizzare il nostro patrimonio, con lo scopo di creare nuove stagionalità e un’offerta che sia autonoma e complementare al balneare, ed è una sfida culturale al modello che abbiamo seguito negli ultimi cinquant’anni.»
Al workshop hanno partecipato, oltre agli amministratori dei Comuni partecipanti, anche: il ricercatore di AGRIS Antonino Soddu Pirellas, che ha tratteggiato il contesto storico-botanico del progetto (di cui è ideatore); la direttrice di Bell’Italia e Gardenia Emanuela Rosa-Clot, che ha sottolineato l’importanza della creazione di servizi nei giardini; il docente di Economia del Turismo Carlo Marcetti, che ha auspicato la creazione di un percorso di gestione del network che favorisca l’autonomia economica; la direttrice del Polo museale della Sardegna Giovanna Damiani, per la quale la rete dei giardini storici è un passo avanti che rafforza il sistema culturale sardo e favorisce la sua conoscenza al di là dei confini isolani.

[bing_translator]

Galtellì

«Un progetto strutturato e ‘maturo’ che coniuga la valenza culturale e spirituale dei territori con quelli che con quelli che sono gli elementi che caratterizzano il modello di sviluppo turistico della Sardegna: sostenibilità, ambiente, paesaggio e comunità autentiche, la qualità della vita. La sfida è ora quella di dare immediata fruibilità a questi cammini per restituire un nuovo motivo di viaggio: il turismo lento che si affianca a quello balneare.»

Con queste parole l’assessore del Turismo, Artigianato e Commercio Barbara Argiolas ha avviato una nuova fase di strutturazione e promozione del prodotto turistico culturale-religioso nell’Isola, sancita ufficialmente a Galtellì dalla sigla del protocollo d’intesa per ‘l’implementazione della rete lungo le destinazioni di pellegrinaggio in Sardegna’. 
La firma sul documento da parte dell’assessorato regionale, dei rappresentanti della Conferenza episcopale sarda e degli amministratori dei sei Comuni coinvolti nel progetto (Dorgali, Galtellì, Gesturi, Laconi, Luogosanto e Orgosolo), ha formalizzato un’importante tappa di un iter quinquennale, condotto in stretta sinergia tra amministrazioni coinvolte ed enti religiosi con la regia regionale, iniziato proprio nel borgo della Baronìa nel 2012 col primo forum regionale ‘Cultura religiosa e turismo’. 
Nel corso degli anni,sono stati definiti con vari gradi di strutturazione e fruibilità cammini, percorsi e destinazioni di pellegrinaggio: «L’obiettivo finale – ha aggiunto l’assessore Argiolas – è la proposta e il successivo posizionamento in contesti nazionali e internazionali di un nuovo prodotto e di un’offerta omogenea e ‘leggibile’ che includa tutti i circa 80 centri ‘vocati’, meta di fedeli e pellegrini, coinvolti dal progetto regionale, che in parte coincidono con i Comuni della futura rete dei borghi della Sardegna». 

[bing_translator]

Alghero, firma protocollo genitorialità

E’ stato firmato ad Alghero il protocollo Sardegna-Trentino per politiche a sostegno delle famiglie. Sardegna e Trentino proseguono l’alleanza tra la Regione e la Provincia Autonoma di Trento che, ad Alghero, nel corso delle iniziative per la Settimana della famiglia, ha portato alla firma del protocollo di collaborazione tra le due istituzioni rappresentate dall’assessore della Sanità e Politiche sociali, Luigi Arru, ed il direttore dell’Agenzia per la famiglia, Luciano Malfer.
«Stiamo facendo delle politiche per generare valore per le nostre Comunità – ha detto l’assessore Arru – partendo dalla famiglia al centro delle nostre azioni di welfare. Siamo la Regione che spende di più, pro capite in Italia per le politiche sociali, ma senza poter verificare poi quale impatto queste risorse hanno sull’inclusione delle persone. La Sardegna vive una fase di malessere profondo, legato allo spopolamento e alla denatalità. Ma questi processi sono partiti 20 anni fa, senza che si facessero scelte per contrastarli, quelle stesse scelte che ha fatto, invece, il Trentino, individuando politiche per sostenere la genitorialità.»
«È il momento del coraggio di scelte di lungo periodo – ha detto ancora Arru – senza fermarci agli indicatori economici, ma mettendo in campo azioni innovative. L’invecchiamento della popolazione è l’altro fattore che deve guidare le nostre decisioni, dobbiamo trasformarlo in ricchezza, in un processo attivo e che non si può affrontare con l’istituzionalizzazione dell’anziano, con le Rsa. La collaborazione con l’Agenzia della famiglia rappresenta per la nostra Regione una grande occasione per estendere anche in Sardegna politiche a sostegno della famiglia, della genitorialità, misure necessarie per contrastare la denatalità , spopolamento, in sintesi misure finalizzate allo sviluppo sociale ed economico delle comunità.»

[bing_translator]

Isili, Assessore Mura e Ministro Orlando

Valorizzare il patrimonio paesaggistico ed identitario dei territori in cui insistono le colonie penali, e mettere insieme le risorse ambientali e culturali per promuoverle, in un’ottica inclusiva, in chiave turistica e imprenditoriale. Con queste finalità sono stati finanziati i corsi di formazione del progetto “Liberamente”, nell’ambito del programma Green & Blue economy, presentati a Isili alla presenza dell’assessore del Lavoro, Virginia Mura, e del ministro della Giustizia, Andrea Orlando.
«L’iniziativa ha il grande merito di coniugare il recupero della memoria storica dei luoghi attraverso il racconto dei detenuti, con finalità educative e di promozione dell’inclusione socio-lavorativa, insieme alla valorizzazione di territori di elevato pregio – ha affermato l’assessore Mura –. Gli allievi avranno l’occasione di calarsi in una dimensione esperienziale dal profondo valore umano, ed entrare in contatto con la realtà delle colonie agricole penali, che finalmente si aprono all’esterno per raccontare le storie di chi le abita e la voglia di riscatto e di riabilitazione. È un progetto dal forte impatto sociale, che mette al centro le persone, le comunità e contesti territoriali spesso lasciati ai margini, per valorizzarne le potenzialità produttive e promuovere la creazione di iniziative d’impresa, capaci di includere e di dare un’opportunità di lavoro a chi ha espletato una pena, lanciando un messaggio di speranza di cambiamento – ha aggiunto Virginia Mura -. L’idea è frutto dalla proficua collaborazione tra la Regione ed il ministero della Giustizia, peraltro già avviata da tempo, con la stipula di protocolli d’intesa, anche per l’esigenza di sopperire ad alcune carenze dell’amministrazione giudiziaria in Sardegna.»
«Nel progetto rientrano le azioni svolte in collaborazione con il Centro di Giustizia minorile e l’adozione dei tirocini atipici, strumento utile alla riabilitazione dei detenuti, che offre l’opportunità concreta di recupero e di reintegro nella società attraverso il lavoro – ha sottolineato l’assessore Mura -. La Regione, inoltre, ha stanziato nell’ultima finanziaria un apposito fondo di 1milione di euro a favore dell’inclusione sociale e lavorativa degli detenuti, che ha permesso di attivare importanti progetti anche nell’ambito della mediazione penale e civile.»

Il ministro Orlando, dal suo canto, ha affermato che «le colonie agricole penali sono un patrimonio prezioso per l’amministrazione penitenziaria e per i territori in cui insistono. Iniziative come questa sono l’occasione per dare concretezza a uno dei pilastri dell’esecuzione penale, che è il lavoro. Nel percorso di riforma che si sta compiendo – ha sottolineato il Ministro – sarà reso più stringente il rapporto tra l’esecuzione della pena e le opportunità di lavoro per i detenuti. Occorre superare il muro di diffidenza e creare ponti di inclusione, e il primo ponte è certamente il lavoro».
Il ministro Orlando ha anche citato gli interventi del ministero della Giustizia sul fronte della riqualificazione delle strutture carcerarie e delle stesse colonie penali. Il progetto “Liberamente”, proposto dal raggruppamento temporaneo d’impresa composto da Ifold, Confcooperative, Poliste e Byfarm, è stato finanziato nell’ambito del Fondo sociale europeo, per un importo di 670mila euro. Sono due i percorsi finanziati: Tecnico del web marketing territoriale, della durata di 600 ore, che si svolgerà in due edizioni, una a Cagliari ed una a Sassari; un percorso di formazione per la creazione d’impresa, della durata di 140 ore, con sede a Nuoro, con l’effettuazione di una esperienza di mobilità transnazionale per ciascun partecipante. I percorsi sono rivolti ai giovani entro i 35 anni di età, fino al 45% donne.

[bing_translator]

La Regione chiude il Piano di Rinascita della Sardegna a 23 anni dalla sua entrata in vigore e 18 anni più tardi rispetto a quando l’ultima tranche dell’importo complessivo avrebbe dovuto essere erogata. Due anni fa nell’assessorato del Bilancio guidato da Raffaele Paci ci si è accorti che lo Stato non aveva ancora pagato la somma prevista per l’ultimo anno di attività, il 1999, perché le amministrazioni regionali precedenti non avevano mai presentato il rendiconto finale: 90 milioni di euro, circa il 10% del totale, che sono stati ora finalmente riconosciuti e saranno utilizzati per pagare debiti della Regione andati in perenzione.
«Controllando la documentazione ci siamo resi conto che quel Piano dopo 23 anni non era mai stato chiuso, che ben 90 milioni non erano mai stati riscossi e che, incredibile ma vero, nessuno se ne era mai preoccupato. A quel punto, gli uffici si sono messi al lavoro per ricostruire tutti i passaggi e i dettagli, e hanno riaperto il rapporto con Roma su questo versante – spiega Raffaele Paci -. Scoprire tutto questo è stato possibile grazie al lavoro di ripulitura dei conti regionali che, come ho spiegato altre volte, rientra in un’operazione trasparenza che vogliamo portare fino in fondo, con forza e convinzione per lasciare in ordine le casse regionali. Chiudere il Piano di rinascita, e ancor prima accorgersi che era rimasto sospeso, è un grande risultato di due anni di duro lavoro per il quale ringrazio i miei uffici. Con questi 90 milioni pagheremo altre perenzioni, abbattendo così ulteriormente l’enorme debito della Regione che abbiamo trovato accumulato.»
La legge n. 402 del ‘94 ‘Provvedimenti urgenti per lo sviluppo economico e sociale della Sardegna in attuazione dell’art. 13 dello Statuto Speciale’ destinava 910 miliardi di lire (461 milioni di euro) per il programma di investimenti urgenti da realizzare nell’Isola. La Regione ha provveduto a redigere e proporre al Cipe un programma complessivo di interventi urgenti per gli anni 1994-1998, approvato dal Consiglio regionale il 17 febbraio 1995. La riprogrammazione è stata approvata dal Consiglio il 7 agosto 1998 e presentata a settembre al Cipe, che a dicembre ha approvato il “Programma di intervento per gli anni 1998-1999”. Dopo aver verificato che l’annualità relativa al 1999 non era mai stata versata, l’Assessorato ha aperto un confronto con Ragioneria dello Stato, Dipe e Cipe per ottenere il saldo. La relazione di chiusura e la richiesta di erogazione del saldo è stata trasmessa a fine 2016 al Cipe che, nella seduta del 10 luglio scorso, ha preso atto della chiusura del Piano di rinascita sancendo così il diritto della RAS ad avere il trasferimento dell’importo rimanente.
Con i 90 milioni del Piano di rinascita, a cui la Giunta su proposta dell’assessore del Bilancio ha deliberato di aggiungere altri 60 milioni, saranno pagate le perenzioni con cifre assegnate a ciascun Assessorato. «Sono soldi che permetteranno alla Regione di saldare i debiti con i Comuni e con le imprese, dando ossigeno al sistema economico della Sardegna. Soldi che arriveranno agli enti locali, che potranno così utilizzarli per pagare le imprese che hanno realizzato le opere – spiega il vicepresidente della Regione. Fra gli interventi più rilevanti a cui sono destinati i pagamenti troviamo opere di riqualificazione urbana, interventi contro la dispersione scolastica e per la promozione della lettura, piani di edilizia residenziale pubblica, strade, emergenza idrica, opere fognarie, eliminazione delle barriere architettoniche dagli edifici pubblici, internazionalizzazione delle imprese. A fine 2013 le perenzioni della Regione ammontavano a 2,7 miliardi e nel 2016 si erano ridotti a un miliardo e 300 milioni, risultato fortemente apprezzato dalla Corte dei Conti come scritto nell’ultima relazione sulla parifica del Bilancio e ribadito durante la seduta pubblica. Nel 2017 saranno pagati altri 200 milioni, quindi alla fine dell’anno i debiti perenti ancora da pagare saranno un miliardo e 100 milioni. «Questo significa che, dall’inizio della legislatura, le perenzioni della Regione sono state ridotte di ben un miliardo e 600 milioni. Un risultato – conclude il vicepresidente della Regione – che è frutto di un lavoro duro, costante, serio che continueremo a fare per favorire la ripresa del sistema economico sardo».