27 July, 2024
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Il coordinamento dei Riformatori Sardi si è riunito per discutere e mettere a punto un documento come contributo al confronto in atto nel territorio a seguito dell’approvazione dell’atto aziendale della Azienda per la tutela della salute e in vista della discussione in consiglio regionale della riforma della rete ospedaliera già approvata nella competente commissione consiliare con i soli voti della maggioranza di centrosinistra che governa la Regione.

La situazione della sanità oggi nel Sulcis Iglesiente è caratterizzata da livelli di assistenza in caduta libera, perdita di servizi e prestazioni.

La situazione è più grave di quanto appare perché ancora resiste l’impegno straordinario di medici, infermieri, oss, tecnici, di tutti gli operatori, i quali però si rendono conto di essere impotenti  e di non avere interlocutori in grado di dare risposte: La sanità è senza governo, abbandonata, in attesa che si consumi fisiologicamente. Tanti professionisti si sentono ormai costretti a lasciare il sulcis iglesiente verso altre strutture. I pazienti purtroppo sono costretti a farlo da qualche tempo.

Per i Riformatori sardi, il tema della sanità rappresenta una priorità per l’azione politica da portare avanti nel territorio. Per la prospettiva noi riproponiamo, come già facciamo ormai da dieci anni, la realizzazione di un nuovo ospedale che costituisce la sola condizione risolutiva per ottimizzare l’organizzazione dei servizi sanitari ospedalieri e territoriali così come l’impiego delle risorse professionali e di quelle finanziarie. Un ospedale sicuro, moderno, multi specialistico, ad alta tecnologia che incrementi il numero e lo standard dei servizi esistenti e si completi con nuovi servizi valorizzando pienamente le risorse professionali. Un ospedale che così si mette al centro di una rete di servizi sanitari integrati che possa rispondere adeguatamente  per il futuro alla domanda di salute e di cure della nostra popolazione.

Oggi è necessario ed urgente avanzare una proposta complessiva sulla base dell’esistente al fine di assicurare la migliore funzionalità e qualità dei servizi e delle prestazioni.

In primo luogo dobbiamo partire dalla garanzia di una rete di servizi territoriali in grado di assicurare la necessaria continuità assistenziale di pari passo alla necessità di mettere in sicurezza i servizi e le prestazioni dei presidi ospedalieri di Carbonia e Iglesias assumendo le scelte che in questa fase risultano le più adeguate e funzionali in grado di valorizzare al meglio le professionalità dei medici e di tutti gli operatori; di garantire la migliore qualità di cura per i pazienti. Ciò si può realizzare in un solo modo senza confusione, senza vuote e inutili concessioni di cui nessuno più sente il bisogno tranne, a quanto pare, quella politica che siede sugli scranni della giunta e della maggioranza del Consiglio regionale che ha perso il contatto con la gente e i bisogni reali del nostro territorio.

Sulla base dell’esistente quindi è indispensabile una chiara, netta, corretta, coerente suddivisione di funzioni tra i presidi di Carbonia e di Iglesias. Occorre preliminarmente affermare che è necessario garantire la funzionalità delle reti tempo dipendenti, rete IMA, rete Stroke e rete Trauma, assicurando l’apertura dell’emodinamica H 24 e l’effettuazione della trombolisi in Neurologia. Non ci sono le risorse specialistiche per tenere in piedi due pronto soccorso e non sta in piedi la scelta di due strutture complesse di Chirurgia generale e di ortopedia traumatologia che dovrebbero fare sia prestazioni in urgenza sia in elezione in più presidi.

La nostra proposta come contributo al confronto in atto consiste nella scelta di garantire a Carbonia tutta l’emergenza-urgenza e ad Iglesias tutto il programmato con una distribuzione dei servizi e funzioni come di seguito indicato:

CARBONIA                                                                              IGLESIAS

EMERGENZA URGENZA                                                     PROGRAMMATO

Pronto Soccorso                                                                       Chirurgia

Traumatologia                                                                           Ortopedia

Chirurgia                                                                                     Servizio territoriale di pediatria

Pediatria                                                                                      Servizio territoriale di ostetricia e ginecologia

Otorino                                                                                        Medicina

Medicina                                                                                      Riabilitazione

Stroke                                                                                            Oculistica

Emodinamica                                                                               Otorino

Cardiologia                                                                                    Oncologia

Ostetricia-ginecologia                                                                  Semi intensiva

Rianimazione                                                                                 Servizi di cardiologia e di radiologia

Urologia                                                                                           Laboratorio e dialisi

Nefrologia-dialisi                                                                         Punto prelievi

Trasfusionale                                                                                    Ostetricia territoriale

Laboratorio                                                                                        Diabetologia

Radiologia                                                                                           Medicina dello sport

Endoscopia                                                                                          Endoscopia

Il nostro intento è chiaramente quello di mettere il nostro contributo a disposizione di tutti quelli che hanno a cuore il tema della sanità pubblicando e diffondendo il più possibile la nostra proposta che inviamo alla Regione. All’ATS, alla ASSL e naturalmente a tutti i sindaci del territorio.

Francesco Loi

Coordinatore Riformatori sardi del Sulcis Iglesiente.

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Ogni persona ha il diritto di potersi esprimere nella vita al massimo delle proprie potenzialità; pertanto anche lo sport deve essere occasione di crescita sociale e individuale.

Partendo da questi due concetti fondamentali, il Comitato regionale Sardegna del Csen, con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna, ha organizzato il 1° campionato regionale di Football integrato. Si tratta del primo esempio in Italia di una nuova disciplina sportiva che consente la pratica dello sport ad atleti disabili e non disabili insieme, grazie a un regolamento ideato dal Csen e diffuso in Europa con il progetto europeo “La nuova frontiera dello sport per tutti”.

Lo sport integrato rappresenta la piena realizzazione del principio dell’inclusione: risulta un formidabile strumento per uscire dall’isolamento e dalla solitudine e un buon metodo per attivare o recuperare abilità fisiche e relazionali. Questa disciplina sportiva è stata ideata per permettere a persone con e senza disabilità di giocare nella stessa squadra, consentendo la partecipazione attiva al gioco di atleti, uomini e donne, con qualsiasi tipo di abilità e disabilità (fisica e/o mentale). Fianco a fianco, disabile e non disabile, gareggiano, ognuno con le proprie abilità, ad armi pari. Nella squadra il “peso” dell’atleta disabile è pari a quello di ogni altro atleta, grazie alla complementarità dei ruoli che valorizza la diversità delle condizioni fisiche, tecniche e intellettive. Tutto questo è possibile grazie a tre soluzioni tecniche previste dal regolamento:

1) I ruoli: ogni giocatore ha un ruolo definito dalle sue competenze motorie e si confronterà sportivamente con un avversario dello stesso livello; questi ruoli sono numerati da 1 a 5 e hanno regole proprie;

2) lo spazio: introduzione di porte laterali in aggiunta a quelle di fondocampo e zone protette previste per garantire il tiro nelle porte laterali;

3) il materiale: la possibilità di sostituzione della palla regolamentare con una palla di dimensione e peso ridotti in determinate situazioni di gioco.

Il Csen Comitato Regionale Sardegna intende promuovere questa nuova disciplina, che si sta già sviluppando in altre regioni italiane, e anche in paesi partner coinvolti nell’iniziativa, quali Bulgaria, Germania, Lituania, Portogallo e Slovacchia.

Nei mesi scorsi sono già state formate con appositi corsi istruttivi, le due nuove figure arbitri e allenatori di questo sport che annulla ogni differenza di genere e di età, in quanto le squadre possono essere composte da uomini, donne, giovani, anziani, disabili e non disabili.

Venerdì 29 settembre ad Alghero, in diretta streaming nazionale, il presidente del Csen Sardegna, Francesco Corgiolu, darà il via al campionato regionale con la prima di cinque giornate, ciascuna con tre partite (due la mattina e una il pomeriggio) secondo la formula del cosiddetto “girone all’italiana”. La 2ᵃ giornata si svolgerà il 13 ottobre a Oristano, la 3ᵃ il 27 ottobre a Macomer, la 4ᵃ il 10 novembre a Carbonia e la 5ᵃ ed ultima il 24 novembre a Sennori; per tutti gli eventi è prevista la diretta streaming sulle fan page Directa Sport Live e Csen Sardegna. Al termine delle partite dell’ultima giornata ci sarà la cerimonia di premiazione dei vincitori del campionato e saranno consegnati riconoscimenti a tutti i partecipanti. La squadra che si classificherà prima in campionato avrà accesso alle Finali nazionali.

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L’europarlamentare di Forza Italia Stefano Maullu interviene nuovamente sull’emergenza migranti nella rotta tra Algeria e Sardegna.

«Il silenzio del Governo sulla rotta Algeria-Sardegna è davvero imbarazzante – attacca Stefano Maullu –: dopo aver gongolato per un calo minimo degli sbarchi, il Governo ora sembra ignorare completamente una delle rotte più allarmanti, quella che conduce dall’Algeria alle coste della Sardegna. In pochi giorni gli sbarchi sono stati centinaia, e dall’inizio di agosto gli arrivi sono aumentati a dismisura. I colloqui di Marco Minniti in Algeria evidentemente non sono serviti a nulla: servono misure più concrete – conclude Stefano Maullu -, occorre coinvolgere le navi della Marina militare per istituire un blocco navale tra la Sardegna e il Nord Aftrica.»

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Le coop della Sardegna puntano all’internazionalizzazione. Parte il progetto Sardinia Beyond the sea, programma di internazionalizzazione portato avanti dalla Legacoop Sardegna e finanziato dalla Regione Sardegna, che mette assieme tutte le eccellenze imprenditoriali del mondo cooperativo sardo. Oggi a Cagliari, nella sede di Legacoop la presentazione del piano che mette assieme le diverse realtà produttive.

«L’iniziativa dà la possibilità di andare con un marchio unico – spiega Gianni Locci, vicepresidente di Legacoop Sardegna e coordinatore del progetto – con questa iniziativa è stato coinvolgo il mondo della cooperazione d’eccellenza. Basti il dato dell’agroalimentare: in Sardegna l’80% è rappresentato dalla cooperazione e in questo contesto la porzione maggiore è legata a Legacoop.»

Obiettivo del progetto (423mila euro con risorse regionali e integrato da Legacoop e fondo mutualistico) come spiega Locci «creare un circolo virtuoso che mette assieme agroalimentare, turismo, cultura». Per novembre prevista anche la presenza degli operatori stranieri. «L’intento è quello di aiutare le aziende a crescere andando oltre la Sardegna – prosegue ancora Locci – attraverso un sistema integrato e circolare». A elogiare il progetto ricordando la difficile concorrenza straniera è stato il capo di gabinetto dell’assessorato dell’Industria, Simone Atzeni, che ha spiegato che i programmi tengono conto delle esigenze delle diverse realtà imprenditoriali.

Alessio Coppa, responsabile di Scs, partner del progetto, spiega che «se si investe nel lungo periodo si possono ottenere buoni risultati». Punto di partenza sarà un vero e proprio viaggio nella Sardegna attraverso le aziende coinvolte accompagnando visitatori e investitori stranieri. Poi dal 2018, le fiere nazionali ed internazionali dove saranno proposti i prodotti sardi. «Le azioni saranno seguite da expo manager – aggiunge – che affiancheranno le aziende in tutta la fase del partenariato».

«Per noi è una sfida importante – spiega Claudio Atzori presidente Legacoop Sardegna – perché porta la Sardegna fuori dai confini. Si tratta di un lavoro importante che mette assieme diverse coop impegnate in diversi settori e con un obiettivo ambizioso: raggiungere i mercati internazionali.»

Del progetto fanno parte: Cantina di Gallura, Cantina di Oliena, Cantina della vernaccia di Oristano, Cooperativa Lacesa, Formaggi Cao, Unione pastori Nurri, Coop Sa Costera, Camping Spiaggia del Riso, La memoria storica, Cts, S’Atra Sardigna, Iliana, Acanthus coop, Sandalia sea food.

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Nel 1987 il professor Licinio Contu creò il primo Registro di giovani volontari in Italia (il Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo nacque nel 1989) e nello stesso anno in Sardegna si effettuò il primo trapianto in un ragazzo affetto da leucemia mieloide cronica. Oggi la Regione, con 29.000 iscritti, è in Italia quella con il più alto indice di volontari rispetto alla popolazione residente.

Il traguardo dei 30 anni sarò festeggiato sabato 30 settembre all’Istituto “Primo Levi” di Quartu Sant’Elena, Cagliari, con un appuntamento durante il quale si ripercorreranno tre decenni di storia, con uno sguardo al ruolo dei volontari oggi e alla necessità di individuare strategie efficaci per continuare a diffondere la cultura del dono.

L’Associazione Donatori Midollo Osseo – A.D.M.O. Sardegna da giovedì 28 a sabato 30 settembre festeggia i primi 30 anni di attività assieme al proprio fondatore e presidente, il professor Licinio Contu, luminare della genetica: l’evento centrale della celebrazione del trentennale della prima associazione di volontari dediti alla sensibilizzazione alla donazione del midollo osseo d’Italia sarà la giornata di sabato 30 settembre, durante la quale nell’Aula Magna dell’Istituto “Primo Levi” di Quartu Sant’Elena, Cagliari, si ripercorrerà la storia di donazioni e trapianti negli ultimi tre decenni in Sardegna, con un’attenzione particolare al ruolo indispensabile dei volontari e alla necessità di diffondere la cultura del dono. In questa occasione saranno presenti i rappresentanti delle undici associazioni affiliate alla Federazione Italiana Adoces (Associazioni Donatori Cellule Staminali), che, presieduta da Contu, a propria volta festeggia dieci anni di attività.

La giornata inaugurale di “30 anni di storia in Sardegna” sarà giovedì 28 settembre, con inizio alle ore 16, alla Biblioteca universitaria di Cagliari. Seguirà venerdì il convegno scientifico, dalle 8.30, all’Auditorium Banca Intesa San Paolo di Cagliari.  Presidenti del convegno saranno i professori Giorgio La Nasa, Direttore dell’Unità Ospedaliera Ematologia Centro Trapianti Midollo Osseo dell’Ospedale Binaghi, e Carlo Carcassi, Direttore del Registro Donatori Midollo Osseo Regione Sardegna,  questo evento formativo, accreditato ECM, si prefigge l’obiettivo, grazie al contributo in qualità di relatori tra i più autorevoli esperti nazionali del settore, di fare il punto sull’evoluzione delle procedure trapiantologiche e sulle nuove terapie per la cura delle diverse patologie onco-ematologiche.

La celebrazione del trentennale continuerà sabato 30 settembre, a partire dalle 8.30, nell’Aula Magna dell’Istituto “Primo Levi” di Quartu Sant’Elena, Cagliari. Organizzato in due sessioni, una mattutina presieduta da Francesco Marongiu, professore ordinario di Medicina Interna al Policlinico Universitario di Monserrato dell’Università di Cagliari, e una pomeridiana, condotta da Sergio Del Giacco, internista e immunologo, l’appuntamento si prefigge l’obiettivo di fare il punto sulla donazione di midollo osseo e cellule staminali emopoietiche oggi, sul ruolo del volontario e su difficoltà e proposte per una più efficace comunicazione e sensibilizzazione ai nuovi potenziali donatori. Nel corso della mattinata saranno affrontati ed approfonditi gli aspetti sanitari e medici legati a donazioni e trapianti e interverranno l’assessore regionale alla sanità Luigi Arru, il professor Franco Pitzus, che dedicherà il proprio intervento alla memoria di Ugo Carcassi, pioniere nella lotta alla talassemia scomparso l’anno scorso, Licinio Contu, genetista e presidente di A.D.M.O. Sardegna e della Federazione Italiana Adoces (nella quale convergono associazioni italiane, tra le quali anche A.D.M.O. Sardegna), il ricercatore Sandro Orrù, mentre Alice Vendramin Bandiera, segretario della Federazione Italiana Adoces, e il dottor Diego Carru consegneranno pergamene e medaglie ai donatori di cellule staminale emopoietiche e alle Sezioni di A.D.M.O. Sardegna. Modererà la giornata Andrea Frailis, giornalista de L’Unione Sarda.

Successivamente, invece, i riflettori saranno accesi sul mondo del volontariato e sulla necessità di comunicare e diffondere la cultura del dono: interverranno Gianfranco Tintis, presidente della sezione A.D.M.O. di Quartu, che ricorderà Bianca Maria Pellegrini, già presidente di A.D.M.O. Sardegna, il dottor Giulio Solinas, Antonio Lombardi, vicepresidente della Federazione Italiana Adoces, Alice Vendramin Bandiera, segretario della Federazione Italiana Adoces, Giampiero Farru, responsabile della comunicazione di CsvNet nazionale e presidente del Centro Servizi per il Volontariato della Sardegna. A seguire Licinio Contu e Rosa Lombardi, presidente di DoMos Basilicata (associazione affiliata alla Federazione Italiana Adoces), consegneranno pergamene e medaglie alle Sezioni A.D.M.O. Sardegna e agli operatori del Registro donatori, mentre Salvatore Pinna, portiere della Torres, e Gianni Cacciatori, presidente di Adoces Veneto (affiliata alla Federazione Italiana Adoces) consegneranno pergamene e medaglie ai donatori di cellule staminali emopietiche della regione.

La prima associazione per la donazione di midollo osseo in Italia e il primo registro dei donatori. La storia di A.D.M.O. Saredegna è legata a doppio filo a quella del suo fondatore, il professor Licinio Contu, che dopo aver lavorato al fianco di Jean Dausset al Centro Hayen dell’Ospedale Saint Louis dell’Università di Parigi ed aver collaborato con lui alla scoperta del sistema dell’antigene leucocitario umano (HLA) che decretò nel 1980 l’assegnazione del Premio Nobel per la Medicina allo scienziato francese, tornò in Sardegna per avviare un Laboratorio di analisi chimico cliniche di alto livello a Nuoro.

Successivamente, il laboratorio è diventato anche un Centro per lo Studio delle Talassemie: diagnosi, screening sulla popolazione e ricerca. E’ in questo contesto che ha cominciato a studiare a fondo queste malattie, di fronte ai primi casi pediatrici di Morbo di Cooley, tipo di talassemia che si trasmette in via ereditaria provocata da un basso livello o dalla mancanza totale di emoglobina, per i quali non esisteva allora alcuna terapia e la sopravvivenza massima era 13 -14 anni (in Sardegna erano stati allora censiti 1800 bambini con questa patologia). Di fronte ad una situazione umana, sociale e sanitaria così drammatica, in collaborazione con il professor Ugo Carcassi e un’equipe medica altamente qualificata, Contu ha presentato al National Institut Of Health un progetto pluriennale con l’obiettivo di cercare i fattori di compatibilità per scegliere i donatori compatibili per effettuare il trapianto per questi bambini.

Il primo trapianto è stato compiuto in Sardegna nel 1987 in un ragazzo con leucemia mieloide cronica (che sarà presente alla ricorrenza trentennale di Admo Sardegna) e in una bambina con talassemia che vive a Dublino.

Allora, il 70% dei pazienti non trovava in famiglia un donatore compatibile. A quel punto Contu creò, nell’ambito della Cattedra di Genetica Medica dell’università di Cagliari, un primo Registro di giovani volontari, completamente tipizzati per HLA, disposti a donare il midollo osseo. Il registro sardo è stato istituzionalizzato il 3 ottobre 1988 con Legge Regionale, in quanto non esisteva ancora il Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo con sede all’Ospedale Galliera Genova (avviato nel 1989 e istituzionalizzato con Legge dello Stato nel 2001).

Dopo alcuni mesi i donatori iscritti erano già 38. Nel novembre 1987 quindi fu fondata l’Associazione Associazione Donatori Midollo Osseo con lo scopo di promuovere e sensibilizzare la popolazione alla donazione dei midollo osseo.

L’associazione e i dati odierni. A.D.M.O. Sardegna è organizzata in 25 sezioni operative in tutto il territorio regionale. Le molteplici iniziative e campagne di sensibilizzazione coinvolgono anche le neomamme per informarle riguardo alla donazione di sangue cordonale, altra risorsa preziosa per i trapianti accanto alle cellule staminali midollari. Molte sono state le personalità sarde che, con la loro testimonianza di volontario iscritto al registro per aiutare i pazienti che non hanno in famiglia un donatore compatibile, hanno contribuito e supportato l’incremento delle iscrizioni e di conseguenza dei trapianti. Si segnalano in particolare gli sportivi Gianfranco Zola, Gianfranco Matteoli, e tutti i calciatori della squadra del Cagliari 2002.

Ad oggi il Registro sardo ha consentito 216 trapianti da donatori volontari per altrettanti pazienti: di questi 98 a Cagliari per pazienti sardi, 70 donazioni per pazienti italiani e 48 per pazienti esteri. Oggi la Sardegna conta 29.000 iscritti e rappresenta la regione con il più alto indice di volontari rispetto alla popolazione residente.

Questi dati, alla luce della recente celebrazione della settimana nazionale della donazione di midollo osseo “Match It Now” (16-23 settembre 2017), promossa dal Centro Nazionale Sangue, il Centro Nazionale Trapianti, il Registro Italiano Donatori Midollo Osseo e altre istituzioni e associazioni, rendono onore alla Sardegna e al lavoro dei volontari sul territorio.

Come diventare donatore di cellule staminali emopoietiche e scrivere insieme il futuro di A.D.M.O. in Sardegna.

La conferenza di sabato 30 settembre sarà anche un momento per riflettere sull’importanza della donazione di cellule staminali emopoietiche perché, mediamente, ogni anno sono 1600 i pazienti candidati al trapianto per i quali viene attivata e solo per il 63% di essi si trova un donatore.  E’ necessario quindi riportare l’attenzione su questa criticità ed invitare ragazze e ragazzi in buona salute e di età compresa tra i 18 e i 35 anni a considerare l’importanza della donazione di cellule staminali emopoietiche, procedura ormai più utilizzata nei trapianti di midollo osseo e che favorirà sicuramente l’incremento delle adesioni al Registro.

Saranno infatti presentati due nuovi programmi di sensibilizzazione, il primo vedrà testimonial della campagna di sensibilizzazione “Una corsa per la vita” il campione italiano di ciclismo Fabio Aru, che con entusiasmo ha prestato la propria immagine come giovane sportivo e donatore. «Sono onorato – spiega il campione di Villacidro – di essere il testimonial di una campagna così importante come quella della sensibilizzazione verso le donazioni di midollo osseo e di cellule staminali. Quello che A.D.M.O. e ADoCes fanno ogni giorno è di vitale importanza per tante persone meno fortunate di noi, per questo mi sento di fare un incoraggiamento a tutti quanti di continuare su questa strada lastricata di impegno e dedizione».

L’altra iniziativa, realizzata in occasione del decennale della Federazione Italiana ADoCes, e che sarà presentata per la prima volta a Cagliari: «Sai cosa sono le cellule staminali e come si donano» è un video animato che ha lo scopo di trasmettere la cultura della conoscenza e delle donazioni con il linguaggio dei giovani, attraverso i canali social e durante le attività didattiche.

L’associazione è anche memoria storica della grandezza di quello che è di per sé un gesto semplice: sono moltissime le storie di donazione e di trapianto raccolte in questi 30 anni dai volontari, molte delle quali sono rimaste impresse nella loro memoria e vengono ricordate per spiegare ai più giovani l’importanza della donazione.

Tra queste vi è ad esempio quella del giovane affetto da leucemia mieloide cronica e trapiantato trent’anni fa, per primo in Sardegna, che interverrà al trentennale, o quella di una donatrice che, al momento del trapianto a favore di un paziente, fu costretta a recarsi a Londra per donare il fegato alla figlia e che, una volta tornata si rese subito disponibile anche alla donazione di midollo osseo, salvando così il bambino in attesa. Sono tutte storie di disponibilità e di un piccolo sacrificio, che hanno in comune uno straordinario risultato: l’aver restituito la vita ad un’altra persona.

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Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, ha presentato un’interrogazione urgente sulla mancanza della polizza assicurativa alla Assl di Carbonia.

«La Assl di Carbonia è rimasta senza una polizza assicurativa che tuteli i cittadini e i dipendenti – denuncia Gianluigi Rubiu -. Si tenga conto che per “sfuggire” a polizze sempre più salate, molte Regioni hanno intrapreso con decisione la strada dell’autoassicurazione (o della non assicurazione) per fronteggiare i rischi di responsabilità civile. Dalle verifiche negli ultimi anni le richieste di risarcimento anche nel Sulcis Iglesiente sono andate in aumento, non certo per negligenza del personale medico, di cui si evidenzia la serietà e professionalità, ma per la precarietà in cui operano, privi di strumenti e strutture adeguate con un organico sottodimensionato , costretti a turni massacranti – aggiunge Gianluigi Rubiu – L’abbandono dello strumento assicurativo, lasciando prive di protezione le Asl locali, poiché nel frattempo non pare essere stato costituito un apposito fondo-rischi dall’amministrazione regionale, comporta un più debole sistema di garanzie, dando minori certezze di risarcimenti equi e rapidi a chi è rimasto vittima di un sistema sanitario  carente e inadeguato, rendendo più incerta l’attività del personale sanitario esposto a maggiori rischi professionali. E’ necessario che la Regione agevoli la stipula di una polizza assicurativa della Assl di Carbonia – conclude Gianluigi Rubiu -, per evitare di gravare sulle casse dell’azienda la tutela della salute, obbligata a risarcire i cittadini.»

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La quarta commissione (Governo del territorio) presieduta da Peppino Pinna (Udc Sardegna) ha approvato, con l’astensione della minoranza, il programma di rimodulazione del Piano delle infrastrutture, per un importo complessivo di oltre 15 milioni di euro.

«La rimodulazione – ha spiegato l’assessore dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini – si è resa necessaria per rispettare i tempi molto rigidi di realizzazione degli interventi programmati, che dovranno essere completati entro il 2022, una scadenza apparentemente lunga ma in realtà molto vicina, se si considerano la grande complessità della normativa in materia e la difficoltà dei soggetti attuatori (enti locali, enti strumentali della Regione e la stessa Anas) di predisporre le diverse fasi della progettazione (preliminare, definitiva ed esecutiva) e le gare.»

«Gli uffici – ha aggiunto Edoardo Balzarini – hanno quindi selezionato i settori di intervento e le opere da eseguire con un approccio dinamico, rivolto a quelle progettazioni di taglio minore nel contrasto al rischio idrogeologico, nella viabilità, nel servizio idrico e nella ricostruzione di strutture pubbliche distrutte da calamità naturali, che più di altre presentano procedure semplici e possibilità di spendere le risorse nei termini programmati.»

«Forniremo alla commissione – ha concluso l’assessore – tavole di dettaglio con le quali sarà possibile seguire in tempo reale l’andamento delle diverse opere, sia dal punto di vista procedurale che da quello finanziario anche se, sullo sfondo, resta il grande problema della progettazione che spesso rappresenta un ostacolo insormontabile nella realizzazione delle opere in tempi ragionevoli». «Su questo aspetto – ha concluso – abbiamo preparato un disegno di legge all’esame della commissione e del Consiglio, che contiene molti aspetti innovativi fra i quali la creazione di una unità di progettazione.»

Nel dibattito successivo alla relazione dell’assessore hanno preso la parola diversi consiglieri regionali: il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ed i consiglieri Antonello Peru (Forza Italia), Salvatore Demontis, Antonio Solinas e Giuseppe Meloni (Pd), il capogruppo di Art.1-Mdp Daniele Cocco ed il consigliere dello stesso gruppo Eugenio Lai, la consigliera Annamaria Busia (Misto-Cd).

In particolare, il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ha chiesto una audizione degli assessori dei Trasporti, Carlo Careddu, e dell’Ambiente, Donatella Spano: il primo per fare il punto sul nuovo servizio di collegamento con le isole minori e la seconda sulla situazione dei parchi nazionali della Sardegna.

Anche Antonello Peru di Forza Italia ha sollecitato la presenza in commissione dell’assessore dei Trasporti, ma per avere notizie sulla copertura finanziaria del programma di elettrificazione della rete ferroviaria del Nord Sardegna lungo le direttrici principali Sassari-aeroporto di Alghero, periferia del capoluogo del Nord Sardegna e zona di Sorso.

Il vice presidente della commissione Antonio Solinas (Pd), rilanciando il problema dei 28 sindaci che rivendicano una gestione autonoma del servizio idrico rispetto ad Abbanoa Spa, ha lamentato la mancanza di “rispetto istituzionale” per la delibera adottata dall’Egas che obbligherebbe quei Comuni a far parte del gestore unico, nonostante un confronto aperto da tempo con la commissione per individuare una soluzione condivisa.

Sul punto, l’assessore Edoardo Balzarini ha comunicato che breve si terrà una riunione con gli amministratori locali interessati, precisando inoltre che «la delibera dell’Egas è in realtà un atto di indirizzo che non ha valore esecutivo». «Ci sono quindi margini di dialogo- ha aggiunto – anche se il problema è tecnicamente complesso e ci sono pareri contrastanti».

Il presidente della commissione Peppino Pinna, infine, ha rassegnato le dimissioni dalla sua carica per motivi di salute, assicurando che comunque continuerà a partecipare alle sedute. Tutti i componenti hanno espresso apprezzamento per il lavoro svolto, formulandogli gli auguri di pronta guarigione.

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Domani, giovedì 28 settembre, alle ore 17.00, la sala polifunzionale di Piazza Roma ospiterò il dibattito “Il silenzio…lasciamolo andare!”, incentrato sul tema della violenza nel nostro territorio, in particolare quella nei confronti delle donne. Un argomento di stretta attualità alla luce dei recenti, e sempre più frequenti, casi di femminicidio.

L’incontro è stato organizzato dallo Sportello Antiviolenza curato dall’Associazione “Donne al Traguardo Onlus”, in collaborazione con il Plus del distretto Socio-sanitario di Carbonia.
All’incontro parteciperanno il sindaco Paola Massidda, l’assessore ai Servizi sociali Loredana La Barbera e il presidente del Consiglio comunale Daniela Marras.
«Occuparsi della violenza sulle donne è una priorità per la nostra società e per le istituzioni pubbliche. È necessario affrancarsi da un retaggio culturale maschilista, secondo cui alcuni soggetti non accettano che una ragazza possa essere libera di assumere decisioni non condivise dal proprio compagno, fratello o genitore – ha affermato l’assessore Loredana La Barbera -. Questo convegno consentirà di analizzare il fenomeno della violenza di genere da nuove prospettive e angolazioni, presentando anche alcuni possibili piani di prevenzione.»
L’appuntamento “Il silenzio… lasciamolo andare” sarà l’occasione per tracciare un bilancio dell’attività dei primi sei mesi dell’anno 2017 dello Sportello Antiviolenza, erogato in ambito Plus e ospitato nella sede dei Servizi sociali del comune di Carbonia e di Sant’Antioco. Su questo tema sono previste le relazioni di Maria Mameli, psicologa dello Sportello antiviolenza, e di Silvana Migoni, presidente dell’associazione “Donne al Traguardo”.
Il dibattito sarà inframezzato dalla proiezione di un cortometraggio focalizzato sulla violenza di cui sono spesso vittime le donne, e da un intrattenimento musicale. In chiusura, alle 19, andrà in scena una performance teatrale ad hoc curata da “La Clessidra Teatro”.

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Dopo il successo dello scorso anno, prenderà il via fra pochi giorni la seconda edizione del Forum del giornalismo musicale, un format unico in Italia. È in programma il 30 settembre e 1° ottobre nell’ambito del Mei di Faenza alla presenza di tantissimi giornalisti, da quelli delle grandi testate a quelli delle webzine, sino alle radio e tv. Sarà l’occasione di affrontare da molti punti di vista i temi centrali del giornalismo musicale di oggi: il rischio di estinzione, il nuovo ruolo, la carenza di spazi, l’interazione fra media diversi e molto altro. L’evento, diretto da Enrico Deregibus, si terrà nel palazzo comunale di Faenza e si svilupperà su due giornate.

Sabato 30 settembre dalle 14.00 i giornalisti si incontreranno e confronteranno nella Sala Bigari con varie figure professionali del mondo musicale. Si comincerà con due ospiti internazionali, ovvero i rappresentanti di WIN, l’associazione mondiale dei discografici indipendenti, e del distributore digitale Jamendo.

Verranno quindi consegnate le Targhe Mei Musicletter, dedicate al giornalismo musicale sul web e votate dai giornalisti aderenti al forum. Andranno a Rockol, come “miglior sito”, e L’ultima Thule di Federico Guglielmi quale “Miglior blog personale”. Un premio al “Miglior ufficio stampa” sarà consegnato invece a Big Time. Il Mei, in collaborazione con MusicaBuzz, darà inoltre a Rockol un premio speciale come “Sito musicale più influente d’Italia”.

Toccherà poi agli incontri con un ufficio stampa, lo stesso Big Time, rappresentato da Claudia Felici e Fabio Tiriemmi, e con un artista, Tommaso Cerasuolo dei Perturbazione, che racconteranno del loro rapporto con il giornalismo musicale.

A seguire si svolgerà la prima parte di una assemblea fra tutti gli aderenti al Forum sulla creazione di una associazione di giornalisti musicali e su altri temi sviluppati nella scorsa edizione e verrà annunciata una nuova edizione del Forum nel mese di dicembre a Roma.

Domenica gli appuntamenti saranno nella sala del Consiglio comunale. Al mattino, dalle 9.30 ci sarà spazio per un corso per la formazione professionale continua dei giornalisti iscritti all’albo. Potranno partecipare come uditori anche i non iscritti. I relatori saranno Luca Dondoni (“La comunicazione nella musica”), Fabrizio Galassi (“Giornalismo digitale, mobile e personal branding”), Vincenzo Martorella (“Elementi di scrittura critica”), Federico Guglielmi (su “Giornalismo musicale: professione, o solo hobby?”). 

Nel pomeriggio della domenica, dalle 14.00, infine, si svolgerà la seconda parte dell’assemblea fra tutti i partecipanti.

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Una nuova legge elettorale per restituire rappresentatività e potestà decisionale al Consiglio regionale. Il gruppo Art. 1 – Sdp è pronto a far propria la proposta elaborata dal Coordinamento dei Comitati per la Costituzione, lo Statuto la Democrazia e il Lavoro. Lo hanno annunciato questa mattina i consiglieri regionali di Sdp Daniele Cocco, Luca Pizzuto, Eugenio Lai e Paolo Zedda.

«Entro la prossima settimana depositeremo la proposta di legge – ha detto il capogruppo Daniele Cocco – difficilmente passerà in Commissione lo stralcio della doppia preferenza. In Consiglio ci sono troppe resistenze. Noi siamo d’accordo ad approvare con urgenza questa prima riforma ma, allo stesso tempo, riteniamo urgente l’adozione di una nuova legge elettorale. I tempi sono stretti, con l’attuale sistema non si può andare a votare.»

La proposta dei Comitati, illustrata dal costituzionalista Omar Chessa, si fonda sull’art. 15 dello Statuto Sardo che prevede l’adozione da parte del Consiglio di una legge statutaria per individuare forma di governo e modalità di elezione dell’Assemblea legislativa sulla base dei principi di rappresentatività e stabilità.

«Oggi, con l’elezione diretta del Presidente della Regione, non è più garantita la rappresentatività, il premio di maggioranza è sproporzionato – ha detto Chessa – se la legge elettorale in vigore venisse impugnata davanti alla Consulta sarebbe dichiarata incostituzionale.»

Quattro i principi cardine della proposta: 1) l’eliminazione del premio di maggioranza e delle soglie di sbarramento; 2) l’introduzione del sistema proporzionale con collegi plurinominali; 3) l’adozione della doppia preferenza di genere; 4) l’abbandono del modello presidenziale e il ritorno al sistema parlamentare, come avviene in quasi tutti i paesi europei.

«A livello nazionale il premio di maggioranza non supera mai il 15%. In Sardegna, invece, un presidente eletto con una percentuale del 30% può governare con il 55% dei seggi – ha aggiunto Omar Chessa – il premio è utilizzato per garantire stabilità al presidente indicato direttamente dagli elettori ma così si uccide il principio democratico della rappresentatività.»

«E’ una proposta interessante che vogliamo proporre all’attenzione del Consiglio e del popolo sardo – ha detto il consigliere di Sdp Luca Pizzuto – in questo modo si porrebbe rimedio a due storture: l’esclusione di forze politiche dall’Assemblea Sarda, nonostante le buone percentuali elettorali, e l’assenza in legge della rappresentanza di genere». Sulla stessa linea gli altri consiglieri di Sdp Paolo Zedda ed Eugenio Lai. «Non intervenire con una nuova legge significherebbe avvallare l’elettoralite, patologia della politica sarda che si sta riacutizzando – ha detto Paolo Zedda – per questo appoggiamo in modo convinto l’idea del Comitato».

Sul rischio che troppe proposte possano affossare lo stralcio della doppia preferenza di genere, attualmente all’attenzione della Commissione Autonomia, i rappresentanti del Comitato non hanno dubbi. «La doppia preferenza è uno specchietto per le allodole – ha affermato l’avvocato Giovanna Angius – la realtà è che nessuno vuole modificare la legge elettorale».

Giudizio condiviso da Marco Ligas (Il Manifesto Sardo): «Estrapolare una norma è un errore – ha sottolineato Ligas – serve una riforma complessiva. Questa legge non garantisce rappresentatività basta guardare le percentuali di astensionismo».

Sul mancato rispetto del principio democratico della rappresentatività ha insistito anche l’ex sindaco di Gavoi ed ex assessore del Turismo della Giunta Palomba Salvatore Lai: «Alle ultime elezioni regionali, Sardegna Possibile ha raccolto quasi 100mila voti eppure non è presente in Consiglio. L’attuale sistema elettorale è sbagliato, c’è uno stravolgimento del voto popolare».