29 July, 2024
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La Fondazione di Sardegna ha concluso la valutazione selettiva delle proposte progettuali ricevute dalle scuole dell’obbligo della Sardegna che hanno partecipato al Bando del Progetto Scuola 2017.

L’investimento complessivo della Fondazione relativo a questo Bando è pari a 1 milione e 700.000 euro ed andrà a finanziare complessivamente 168 iniziative, il cui percorso realizzativo sarà oggetto di un’attenta attività di monitoraggio e valutazione.

Si tratta principalmente di progetti didattici innovativi, di ammodernamento delle dotazioni informatiche, tecniche e scientifiche degli istituti e di soluzioni per favorire l’integrazione degli studenti con il mondo del lavoro.

Il processo valutativo ha premiato i progetti che hanno evidenziato la migliore capacità di coinvolgimento dei destinatari, di impatto concreto, di pronta realizzabilità e, sul piano economico-finanziario, di congruità e sostenibilità delle iniziative previste.

Nell’ambito della propria attività istituzionale, la Fondazione di Sardegna, grazie anche alla fattiva collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale, con l’avvio del Progetto Scuola ha inteso offrire un supporto attivo al settore scolastico regionale chiamato ad affrontare vecchie e nuove difficoltà, tra le quali si evidenzia il fenomeno della dispersione scolastica.

Sulla base della risposta positiva da parte del mondo della scuola e del livello quanti-qualitativo delle progettualità espresse, la Fondazione proseguirà anche nell’anno scolastico 2018-2019 il Progetto Scuola, attraverso ulteriori forme di intervento.

L’elenco dei progetti ammissibili è consultabile nel sito www.fondazionedisardegna.it .

La sede della Fondazione di Sardegna a Sassari.

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Il SISN – Sindacato Sociale Notarile, firmatario del Codice di Autoregolamentazione delle Astensioni Collettive dalle Funzioni e/o dalle Attività svolte dai Notai (Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana Serie Generale n. 233 del 7/10/2016), ha proclamato l’astensione collettiva dei notai dalle loro funzioni.

«L’articolo 4 della legge 16 febbraio 1913 n. 89 prevedeva che ad ogni sede notarile corrispondesse una popolazione di almeno 7.000 abitanti ed un reddito annuo di almeno 50.000 euro di onorari professionali – spiega Edoardo Mulas Pellerano, presidente del SISN Sindacato Sociale Notarile -. Tale minimo reddito è stato oggi abrogato con il provvedimento in oggetto.

La norma originaria non tutelava l’interesse del singolo notaio ad un guadagno minimo garantito, bensì l’interesse pubblico:

– al corretto esercizio della funzione notarile (il notaio deve essere incorruttibile, giacché a lui sono affidate dall’ordinamento funzioni pubbliche essenziali, quali tra le altre l’esazione delle imposte da versare allo Stato);

– alla regolare distribuzione ed effettiva occupazione delle sedi notarili in tutto il territorio nazionale (anche in quei luoghi geografici ad economia depressa che sarebbero poco appetibili per l’esercizio della funzione pubblica per l’esiguo numero di atti ordinariamente richiesti al notaio).

Le sedi notarili devono essere dislocate anche nei luoghi più remoti, disagiati e poveri della Nazione, in modo tale da assicurare la prestazione di un servizio pubblico fondamentale, che deve essere a vantaggio di tutti i cittadini, senza distinzione di luoghi di residenza geografica e di classe sociale.»

«Per la legge notarile (quanto alla norma oggetto di abrogazione), pertanto, tanto più le Regioni ed i Comuni sono sviluppati e floridi sotto l’aspetto economico, tanto maggiore deve essere il numero delle sedi notarili loro assegnati, secondo un principio di intuitiva ragionevolezza – aggiunge Edoardo Mulas Pellerano -. In mancanza del criterio economico suddetto (che l’appena approvata legge “Concorrenza” ha abrogato), si determinerà giocoforza un’artificiosa e pericolosa moltiplicazione delle sedi notarili, sganciata da ogni riferimento al tessuto economico dei luoghi in cui il notaio opera e senza alcuna assicurazione che costui abbia alcuna prospettiva di poter sostenere le spese di gestione dello studio e di poter ricavare un guadagno, seppur minimo. In conseguenza di tale modifica legislativa, le zone più remote del Paese saranno di fatto abbandonate e si accentuerà la loro deriva di sottosviluppo economico.»

«Il dato reddituale connesso a ciascuna sede notarile attribuiva alla funzione pubblica un connotato sociale e solidaristico, in assenza del quale si verificherà una “fuga” dei notai verso le zone più prospere del Paese e quindi la desertificazione dei servizi notarili nelle zone economicamente depresse – sottolinea ancora Edoardo Mulas Pellerano -. La generale crisi economica e la riduzione di svariate competenze in capo ai notai hanno già fortemente compromesso la tenuta del sistema notarile (circa il 70% dei notai italiani riporta un reddito pari allo stipendio di un quadro intermedio senza particolari responsabilità; di questi, circa il 25% ha un reddito che consente a malapena di sostenere le spese di studio, e solo una ristretta minoranza gode di guadagni così elevati da sollevare di molto la media statistica dei redditi notarili aggregati); ciò senza tener conto degli elevati costi di gestione di uno studio notarile.

Tenuto conto di questi dati oggettivi, sarà davvero difficile sopportare, senza danni sistemici, ulteriori aperture nel numero dei notai, a meno di una sostenutissima ripresa economica e dell’attribuzione di nuove competenze alla categoria. Oltre alla desertificazione notarile di vaste zone depresse, si prevede come concreto il rischio di vero e proprio fallimento economico di molti Notai della Repubblica, con la conseguente ricaduta occupazionale – circa 35.000 addetti nel comparto – e, per altro verso, il rischio di sostegno alla sciagurata organizzazione imprenditoriale/capitalistica degli studi notarili, fonte di corruttela del tutto incompatibile con l’esercizio della funzione pubblica.»

«Poiché quindi il dato reddituale minimo delle sedi notarili è fondamentale per la buona ed equilibrata fruizione, da parte dei cittadini e delle imprese, della funzione pubblica notarile, il SISN Sindacato Sociale Notarile, quale organizzazione di tutela sindacale dei richiamati interessi settoriali all’interno della categoria e richiamando altresì la propria funzione sociale, proclama l’astensione collettiva dei notai per protestare contro l’approvazione del cosiddetto “DDL Concorrenza”.

L’astensione – conclude Edoardo Mulas Pellerano – riguarderà le attività notarili, ad eccezione di quelle prestazioni indispensabili di cui all’articolo 5 del vigente Codice di Autoregolamentazione, che saranno comunque garantite.»

L’astensione avrà decorrenza dalle ore 00.01 del giorno 19 settembre 2017 fino alle ore 24.00 del giorno 22 settembre 2017.

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Dal 7 al 9 settembre, Napoli ospiterà l’VIII Congresso AISU (Associazione Italiana di Storia Urbana): “La città, il viaggio, il turismo. Percezione, produzione e trasformazione”. Tra i relatori sarà presente l’assessore della Cultura del comune di Carbonia Sabrina Sabiu che, in veste di studiosa di storia locale, presenterà un intervento dal titolo “La memoria del terzo paesaggio: il sistema industriale integrato nel territorio del Sulcis Iglesiente”. Un’occasione utile per far conoscere la storia di Carbonia e del territorio al di fuori dei confini isolani.

Nella sua relazione, l’assessore Sabiu concentrerà l’attenzione anche sulle attività minerarie che hanno caratterizzato l’asse portante dell’economia della città di Carbonia fino agli anni Cinquanta. «L’industria estrattiva e le attività ad essa collegate hanno lasciato un segno indelebile nei territori in cui hanno operato, come nelle comunità che a quelle intraprese hanno partecipato. La conservazione delle testimonianze, il riutilizzo delle aree interessate da queste attività e la conservazione della memoria antropologica costituiscono oggi una sfida – ha detto Sabrina Sabiu -. I siti minerari e gli apparati industriali dismessi smettono di essere un’eredità ingombrante per essere trasformati in una nuova risorsa economica come giacimento culturale, che pone in primo piano la riqualificazione degli spazi ormai deindustrializzati, urbani o rurali che siano, il ripristino del territorio e la conservazione del patrimonio architettonico, tecnico e della memoria».

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Dopo il doppio incarico del sindaco eletto l’11 giugno, Ignazio Locci, che a distanza di quasi tre mesi non ha ancora esercitato l’opzione tra la carica di primo cittadino e quella di vicepresidente del Consiglio regionale, c’è un nuovo motivo di scontro aperto tra maggioranza e minoranza al comune di Sant’Antioco, l’avviso pubblico (datato 23 agosto 2017) per il conferimento di un posto di Istruttore amministrativo “Capo di gabinetto” – Cat. C1 da assegnare all’ufficio di staff del Sindaco ai sensi dell’art. 90 del D.lgs. 267/2000.

Due settimane fa il comune di Sant’Antioco ha indetto una procedura selettiva pubblica per titoli e colloquio ai sensi dell’articolo 90, del D.Lgs. 267/2000, finalizzata alla formazione di un elenco di candidati idonei da cui attingere per l’assunzione a tempo determinato, part-time 30 ore settimanali (83,33%), per un anno, di 1 istruttore amministrativo “Capo di Gabinetto”, cat. C1, da destinare all’ufficio di staff del Sindaco e della Giunta, salvo proroga espressa. La durata del mandato non potrà comunque superare la scadenza del mandato del sindaco.

I candidati prescelti dovranno fornire attività di supporto al Sindaco nell’elaborazione ed attuazione delle politiche pubbliche, curare le connesse attività di comunicazione, i processi partecipativi con la cittadinanza e le istituzioni locali; dovrà occuparsi dei rapporti con i componenti della maggioranza consiliare, i partiti politici e gli altri enti locali del territorio; e, infine, svolgere attività di supporto relative alle funzioni di rappresentanza ed onorificenze pubbliche, al cerimoniale di manifestazioni civili, religiose, culturali e sportive.

La reazione delle opposizioni a questa scelta del sindaco e della Giunta di dotarsi della figura del Capo di Gabinetto con le competenze suelencate, è stata durissima ed oggi il gruppo consiliare Genti Noa ha manifestato la sua contrarietà in un video che alleghiamo, realizzato dal capogruppo Alberto Fois e dai consiglieri Ester Fadda e Daniela Dessena.

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Dura presa di posizione dei consiglieri regionali del gruppo Art. 1 – Sdp Eugenio Lai, Daniele Secondo Cocco, Luca Pizzuto e Paolo Zedda. sulla chiusura del reparto di radiologia pediatrica all’ospedale Microcitemico di Cagliari.

Il mancato riconoscimento, nell’atto aziendale dell’Azienda Ospedaliera Brotzu, della Struttura Semplice Dipartimentale di radiologia pediatrica del Microcitemico, è di assoluta gravità – si legge in una nota -. Ricordiamo che la Struttura Semplice Dipartimentale di radiologia pediatrica sarebbe l’unica in Sardegna e con la sua eliminazione saremmo l’unica regione Italiana a non avere una radiologia pediatrica dedicata, con autonomia tecnico-professionale e gestionale-organizzativa.

«Questo atto – dice il vicepresidente del Consiglio regionale, Eugenio Lai – creerebbe un grosso danno ai bambini della Sardegna e alle loro famiglie. L’eliminazione della SSD, infatti, costringerebbe gli utenti all’esodo in altre strutture di rilievo a livello nazionale e internazionale, con grossi sacrifici e costi per i pazienti».

«Non si può non far notare, inoltre, che nella SSD di radiologia pediatrica è stato fatto un importante aggiornamento tecnologico, con costi pubblici di milioni di euro tra acquisto e manutenzioni – aggiungono i quattro consiglieri di Art. 1 – Sdp -. Si fa notare, ancora, come nel corso degli anni il personale già specializzato ha acquisito capacità e competenze di tipo pediatrico e non sarebbe ricollocabile in altre strutture a vocazione diversa da quella pediatrica. Il personale si è professionalizzato, con grosso investimento da parte dell’Azienda, attraverso stage e formazione presso ospedali di massimo rilievo nazionale e europeo al fine di implementare la specializzazione su malattie rare (tra cui la talassemia) che affliggono la nostra terra, su tumori infantili e malattie neurologiche e endocrinologiche. In ultimo, la cancellazione della SSD di radiologia pediatrica porterebbe alla soppressione degli esami pediatrici qualificanti attualmente offerti come unica struttura a livello regionale.»

Per tutti questi motivi il gruppo consiliare regionale Articolo 1 – SDP, prende le distanze da questa scelta aziendale, che andrebbe a scapito del servizio sanitario locale e dei suoi pazienti. Chiediamo pertanto a chi di dovere di rivedere al più presto questa decisione.

 

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Questa mattina, nell’assessorato regionale dell’Ambiente, si è tenuta una riunione per condividere con altri soggetti istituzionali interessati i contenuti del documento che la Regione Sardegna trasmetterà al ministero dell’Ambiente la prossima settimana, nei tempi previsti per la chiusura della fase di consultazione nell’ambito del procedimento di valutazione ambientale strategica (Vas) per il Programma Nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi.
«Resta fermo il nostro no a un deposito delle scorie in Sardegna – ha ribadito l’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano con riferimento alla posizione già espressa nel 2015 -. Siamo assolutamente contrari a un deposito nella nostra terra e continuiamo a ripeterlo a ogni occasione anche quando, come in questo caso, la procedura non concerne la cosiddetta ‘Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee’, ancora non resa pubblica, ma le modalità gestionali del trattamento rifiuti nel futuro sito nazionale ancora da individuare. Abbiamo già detto no al nucleare in Sardegna davanti al Consiglio regionale, al ministro dell’Ambiente e al ministero per lo Sviluppo economico perché non vogliamo una nuova servitù, oltre quelle militari di cui l’Isola è già pesantemente gravata – ha concluso Donatella Spano -, mentre siamo impegnati in lunghe e complesse operazioni di bonifiche per restituire ai Sardi il loro territorio.»

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Novità editoriale targata Centro Internazionale del Fumetto di Cagliari: vede la luce “L’uomo che sognava gli struzzi”, un racconto di Bepi Vigna illustrato da Giovannella Monaco, in arte GioMo, che ripercorre l’avventura pionieristica di uno “struzzodromo” realizzato a Tortolì negli anni Dieci del secolo scorso dal maestro elementare Peppino Meloni.

La pubblicazione, edita da Grafica77 Editori, inaugura I Quaderni del cantastorie, collana ideata dallo stesso Bepi Vigna, sceneggiatore e regista nonché direttore del Centro Internazionale del Fumetto: un progetto editoriale che intende raccogliere e diffondere narrazioni di fatti reali che si sono tramandati nella tradizione orale; accadimenti sedimentati nella memoria di comunità e gruppi familiari, che hanno come protagonisti personaggi capaci di realizzare una loro piccola, speciale epopea e di rappresentare, con la loro straordinaria esperienza, il senso del tempo in cui sono vissuti.

Ne “L’uomo che sognava gli struzzi” tutto inizia nel 1910, in piena belle époque, quando in uno sperduto paesino sardo, il maestro elementare Peppino Meloni ha un’idea curiosa: allevare degli struzzi per venderne le piume, molto usate nella moda del tempo per ornare i cappelli e confezionare i boa esibiti dalle dive del teatro. Peppino riesce a realizzare il sogno e per qualche anno gli affari vanno bene, ma poi scoppia la guerra e tutto sembra finire. Peppino Meloni è però un sognatore caparbio e così trasforma il suo allevamento in uno “struzzodromo”, dove abili fantini in groppa agli struzzi si affrontano in gare spericolate ed emozionanti. Inizia così un’avventura che porterà Peppino, suo figlio Franceschino, il fantino Periccu e un gruppo di struzzi camelus, a percorrere le strade d’Europa, per esibirsi nelle principali città: Vienna, Parigi, Bruxelles. 

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Sarà un settembre ricco di eventi quello programmato dall’Amministrazione comunale di Carbonia per favorire una destagionalizzazione dei flussi turistici. Stasera, mercoledì 6 settembre, è previsto l’ultimo appuntamento con Nottinsieme che, per la prima volta nella sua storia, non ha chiuso i battenti ad agosto, ma si protrae fino al primo mercoledì di settembre. Nottinsieme 2017 chiude in bellezza con il decimo appuntamento della rassegna, che sarà contraddistinto da animazioni, musica, esibizioni sportive di arti marziali e di minimoto.

Venerdì 8 e sabato 9 settembre Carbonia ospiterà il Carbonia Wine Festival, organizzato dall’Associazione Event’s Partners con il patrocinio e il contributo del comune di Carbonia. L’evento propone un variegato menù: dalle degustazioni guidate delle 25 cantine presenti e appartenenti ai Consorzi di Tutela dei Vini, al cibo e alla buona musica.

Il teatro sarà protagonista domenica 17 settembre del NurArcheoFestival, organizzato dalla compagnia il Crogiuolo, con il patrocinio e il contributo economico del comune di Carbonia, e la collaborazione della Cooperativa Mediterranea, che offrirà ai presenti, per l’occasione, una visita guidata a prezzo ridotto. Il NurArcheoFestival è una lezione-spettacolo di testi giullareschi, con un omaggio dedicato all’antica tecnica del grammelot, realizzata da Matteo Belli.

Sempre per la giornata di domenica 17 settembre, l’Associazione culturale Sturmtruppen ha organizzato, con il patrocinio del comune di Carbonia, l’Addio all’estate 2017 – in ricordo di Francesca – giunto alla sua terza edizione. Una festa dedicata ai bambini fino ai 15 anni di età. L’appuntamento è per le ore 17.30 nel parco di Villa Sulcis.

Dal 23 al 30 settembre presso la Saletta del portico, adiacente il Teatro Centrale, si terrà la mostra di pittura dell’artista Luigi Angius.

Venerdì 29 settembre, a partire dalle ore 16.30, nell’ambito della Notte europea dei Ricercatori 2017, la Sotacarbo ha organizzato, con il patrocinio del comune di Carbonia, visite guidate alla piattaforma pilota e ai laboratori chimico-fisici del centro di ricerca.

Venerdì 29 e sabato 30 settembre, nella cornice della Grande Miniera Sebariu, si potranno rivivere le emozioni della musica anni Ottanta e Novanta, con l’evento REVIVAS, con il cantante Gazebo, interprete di “I like Chopin”, e Richard Sanderson, con “Reality”, famosa colonna sonora del film “Il Tempo delle mele”. Saranno presenti sei dj noti nel panorama regionale, come Carlo Oliva, Sandro Murru, Dario Prefumo, Cesare Monni, Robertino Gessa e Luca Pescarolo.

Revivas è un evento organizzato dall’Associazione Primavera Sulcitana con il patrocinio del Comune di Carbonia.

 

 

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agricoltura

Sono stati pubblicati sul sito istituzionale i bandi di Argea, dedicati all’erogazione di aiuti per gli imprenditori produttori di cereali e di leguminose.
I bandi dell’agenzia regionale per la gestione e l’erogazione degli aiuti in agricoltura della Regione Sardegna sono frutto di due interventi, del valore di quasi 2 milioni di euro, deliberati dalla Giunta regionale lo scorso primo agosto su proposta dell’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria. Con i provvedimenti dell’Esecutivo vengono premiate le coltivazioni del grano duro con 1,5 milioni di euro e, con uno stanziamento da 500mila euro, quelle dei cereali minori, grani antichi e leguminose da granella. In entrambi i casi interessa gli imprenditori che aderiscono ad accordi di filiera e, per quanto riguarda il grano duro, l’intervento comprende le adesioni con imprese sia di prima sia di seconda trasformazione (mulini, pastifici e panifici). Nel primo intervento la concessione degli aiuti prevista è pari a 150 euro per ettaro, incrementabili fino a 200 euro qualora vengano usate sementi certificate. La superficie minima è pari a cinque ettari per azienda, mentre quella ammissibile agli aiuti non può superare i 20 ettari. Nel secondo bando è fissata a 200 euro a ettaro la concessione per i produttori regionali di cereali minori, grani antichi e leguminose da granella. In questo caso, tenuto conto del carattere innovativo della misura, la superficie minima per azienda è di un ettaro, quella massima è di 20 ettari.
Il capofila degli accordi di filiera dovrà presentare ad Argea entro il 30 settembre la proposta di accordo, che sarà esaminata dagli Uffici regionali per una verifica di congruità. Seguirà la formalizzazione degli accordi e la presentazione delle domande delle imprese agricole secondo il calendario riportato negli avvisi pubblici. Le condizioni di accesso agli aiuti sono pubblicate sull’home page del sito della Regione. 

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Sono tre le imprese che hanno partecipato alla gara per l’affidamento ed esercizio del servizio di elisoccorso della Regione Sardegna. Si tratta di due ditte italiane, la Airgreen srl e la Babcock mission critical service Italia spa, e di un azienda belga, la Nhv Nv (che si è presentata con un raggruppamento temporaneo di impresa insieme all’azienda italiana Rotar Italia sas).
Questa mattina nei locali della Assl di Olbia si è tenuta, alla presenza dei rappresentanti di diverse ditte, la seduta pubblica per l’accesso alla documentazione amministrativa delle imprese che hanno partecipato al bando.
«Sono soddisfatto che alla gara d’appalto abbiamo partecipato ben tre imprese – ha detto il direttore dell’Ats, Fulvio Moirano -. Si tratta di un importante passaggio in vista dell’aggiudicazione del contratto d’appalto che, per la prima volta nell’Isola, consentirà di attivare il servizio di elisoccorso, che avverrà presumibilmente entro l’anno.»
Così come da convenzione siglata con l’Anac, l’elenco degli offerenti, insieme all’elenco dei candidati commissari di gara, verranno inviati all’Autorità nazionale anticorruzione per la valutazione ad essa riservata.
In seguito a questo parere, l’Ats procederà alla nomina della Commissione di gara che avrà il compito di valutare le offerte e aggiudicare la gara.