29 July, 2024
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Lo stanziamento di 1.196.797.579 di euro per il Fondo di solidarietà per l’UE (FSUE) è stato approvato oggi dai membri della commissione europea per i bilanci con 36 voti in favore e uno contrario. Si tratta del più alto versamento della storia del Fondo.

L’Italia ha chiesto il pagamento di un anticipo, già interamente versato dalla Commissione europea il 29 novembre 2016, per un importo pari a 30 milioni di euro (importo massimo che può essere concesso in base al regolamento).

Tra la fine agosto 2016 e la metà di gennaio 2017, una serie di violenti terremoti con magnitudo variabile dai 5,9 ai 6,5 punti della scala Richter, seguita da diverse scosse di assestamento, ha colpito una vasta area degli Appennini nell’Italia centrale, in particolare Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. I terremoti hanno causato 333 vittime, danni rilevanti a infrastrutture e a imprese – in particolare nei settori agricolo e turistico. Nella regione, ci sono oltre 30.000 persone che necessitano assistenza.

Gli aiuti finanziari dell’FSUE possono essere utilizzati per coprire le spese di ricostruzione, le operazioni di emergenza e di sgombero e la messa in sicurezza dell’area colpita. L’Italia è già il maggiore beneficiario del Fondo di solidarietà, avendo ricevuto 1,3 miliardi di euro nei 15 anni di esistenza dell’FSUE.

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«La Giunta regionale non può rimanere inerte di fronte a questo ulteriore colpo assestato ai territori, soprattutto quelli a maggior rischio di spopolamento, com’è il caso di Olzai.» Lo dichiara il consigliere regionale dei Riformatori Michele Cossa a seguito dell’annunciata chiusura da parte del Banco di Sardegna di dodici sedi nel territorio regionale. «Quella che era la banca dei sardi, che per decenni ha sfruttato egregiamente la posizione di tesoriere di un gran numero di comuni della Sardegna per incrementare il proprio portafoglio clienti, oggi decide di abbandonare quegli stessi comuni, piantando un altro tassello nel processo di abbandono del territorio in termini di servizi pubblici e privati», aggiunge Michele Cossa, che si aspetta «una presa di posizione netta nei confronti del Banco da parte del presidente della Regione Pigliaru e dell’assessore della programmazione Paci».

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La direzione generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha pubblicato il decreto che determina la conclusione negativa motivata della Conferenza dei Servizi decisoria relativa al sito di bonifica di interesse nazionale del “Sulcis – Iglesiente – Guspinese”, indetta con  nota del 6 giugno 2017, concernente il “Sistema trasporto gas naturale Sardegna – sezione centro Sud . Piano di caratterizzazione per l’interessamento delle aree del SIN Sulcis” della Società Gasdotti Italia Spa.

La decisione è maturata in considerazione del fatto che non sono pervenute le integrazioni documentali richieste nei termini indicati dalla nota del ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare del 19 giugno 2017 e che, in assenza delle integrazioni documentali richieste, non è possibile proseguire l’istruttoria sul documento “Sistema trasporto gas naturale Sardegna – sezione centro Sud . Piano di caratterizzazione per l’interessamento delle aree del SIN Sulcis” .

Il parere negativo della conferenza dei servizi blocca, di fatto, l’iter del processo autorizzativo del progetto presentato lo scorso 16 maggio nella sala conferenze della provincia del Sud Sardegna, in avvio della procedura di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) dai dirigenti della Gasdotti Italia, secondo trasportatore di gas naturale in Italia per estensione della rete, con 1.500 km di rete e oltre 250 punti di riconsegna a utenze industriali, termoelettriche e reti di distribuzione urbana, società che ha sede a Frosinone, il direttore tecnico Paolo Alessio, l’architetto Marcello Michetti e il dottor Claudio Mordini, presenti anche tre dirigenti del Servizio di Valutazione Ambientale dell’assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente, guidati dalla dottoressa Rosanna Carcangiu.

Il cantiere, nella sua totalità, consisteva nella realizzazione della rete di trasporto di gas naturale nel territorio regionale, come previsto dalle linee di indirizzo strategico del Piano energetico ambientale regionale (PEARS). Il progetto prevedeva la costruzione della dorsale del gas naturale in Sardegna; la realizzazione da parte di altri operatori degli impianti per l’immissione del gas naturale in rete (Oristano, Sarroch, Portovesme, Cagliari e Porto Torres); gli impianti di consegna per l’allacciamento alle reti cittadine di distribuzione, molte di queste già realizzate in diverse città. Le fasi di realizzazione previste erano tre: Centro-Sud, da Sarroch verso Oristano e verso sud-est, da Cagliari al Sulcis; Centro-Nord, da Oristano a Porto Torres, com deviazione verso Ottana e Nuoro (quest’ultima in regime di rete regionale), Nord-Est, da Codrongianus a Olbia.

Ora, per rilanciare il progetto, sarebbe necessario un riavvio dell’iter autorizzativo.

  

             

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Dal Tribunale di Nuoro arriva un’ulteriore bocciatura alle richieste di riduzione del 50 per cento delle tariffe per i periodi di non potabilità. Il caso preso in esame riguarda un cliente di Siniscola che in prima battuta aveva ottenuto lo sconto dal Giudice di Pace. La sentenza di primo grado, però, non si basava sulle normative vigenti e sulla reale situazione del caso preso in esame.

Lo scrive, in una nota, il gestore unico del servizio idrico Abbanoa.

Innanzitutto si chiedeva di applicare una normativa abbondantemente superata – si legge nella nota di Abbanoa -, un vecchio metodo tariffario Cip (Comitato interministeriale prezzi) risalente al ’75, che non era più in vigore addirittura prima che nascesse Abbanoa. Le attuali tariffe si basano a livello nazione sulle disposizioni dell’Autorità per l’Energia elettrica, Gas e Servizi idrici AEEGSI mentre a livello regionale sono stabilite dall’Ente di Governo d’Ambito.  In entrambi i casi sono escluse decurtazioni per i periodi di non potabilità. I Gestori non possono essere penalizzati per le condizioni a volte disastrose in cui versano gli impianti che si sono visti affidare. Devono essere impegnati e controllati affinché attuino gli interventi di regolarizzazione e ammodernamento di questi impianti: sono interventi ai quali è destinata una parte importante della tariffa, che anche per questo deve essere integralmente riscossa.

Per quanto riguarda il caso di Siniscola, tra l’altro, nel periodo della fattura contestata non risulta nemmeno in vigore un’ordinanza di non potabilità nella zona dove era presente l’utenza. Quelle presentate dal cliente riguardavano o altri periodi o altre località. Per questi motivi il Tribunale di Nuoro ha annullato la sentenza del Giudice di Pace e condannato il cliente a pagare sia le spese di primo grado sia quelle dell’appello pari a circa 1500 euro. E’ stata confermata la legittimità di quanto fatturato da Abbanoa, circa 2.400 euro: importo basato su consumi che lo stesso cliente non ha contestato. «Non può essere accolta la domanda della parte appellante volta ad accertare l’inadempimento contrattuale della società appellante – si legge nella sentenza – per l’effetto, non può essere disposta neppure la decurtazione del corrispettivo preteso a titolo di canone per la fornitura d’acqua».

La sentenza del Tribunale di Nuoro – si legge ancora nella nota di Abbanoa – si aggiunge ad altri provvedimenti sulla stessa materia presi da diversi Tribunali. Un caso simile aveva riguardato di recente un’impresa della Maddalena che ugualmente chiedeva la decurtazione delle bollette per i periodi di non potabilità. I giudici del Tribunale di Tempio hanno ugualmente confermato la legittimità delle tariffe applicate da Abbanoa e sottolineato come il vecchio metodo tariffario Cipe del ’75 è stato del tutto superato dalle nuove normative che regolano il servizio a livello nazionale.

Spesso il tema della potabilità, con richiamo a normative ormai del tutto superate come quella del ‘75, viene strumentalizzato per evitare, oppure rinviare quanto più possibile, il pagamento del servizio di cui si è beneficiato che, tra l’altro – conclude la nota di Abbanoa -, non riguarda solo l’idrico, ma anche la raccolta dei reflui fognari e la loro depurazione.

 

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«La situazione di Casa Serena è inaccettabile, la struttura è in emergenza costante». Valentina Pistis, capogruppo di Cas@ Iglesias, ha diffuso una nota nella quale lancia l’allarme su Casa Serena e invita il sindaco Emilio Gariazzo a dimettersi.

«Il sindaco di Iglesias chieda scusa e si dimetta. Casa Serena e il Margherita di Savoia sono il simbolo dell’incapacità politica e amministrativa di questa Giunta – attacca Valentina Pistis -. Faccio appello al Governatore Pigliaru: Casa Serena è un’emergenza per la comunità di Iglesias, trovi i denari per completare il Margherita di Savoia per poter garantire una vita dignitosa ai 50 ospiti e delle condizioni di lavoro umanamente sopportabili per i lavoratori impiegati in tutti i servizi.»

«Dopo aver effettuato numerosi sopralluoghi presso le due strutture, aver partecipato alle commissioni consiliari (convocate su richiesta del nostro gruppo) che si sono tenute nelle scorse settimane, aver verificato di persona la situazione critica all’interno della struttura per gli anziani, attualmente attiva, non posso che, in qualità di amministratore, sollecitare un intervento decisivo e risolutore del Presidente della Giunta regionale – aggiunge Valentina Pistis -. La struttura di Casa Serena drena oltre quattro milioni di euro all’anno dal bilancio comunale. Spendiamo, incomprensibilmente, oltre quattromila euro al mese per la sua manutenzione. Manutenzione affidata a Iglesias Servizi, società In House del Comune di Iglesias. Nonostante questo la struttura è pericolante, gli impianti (idrico e elettrico) fatiscenti, gli infissi (interni ed esterni) danneggiati; assenza di climatizzazione, perdite d’acqua ingenti, gravi infiltrazioni, attrezzature datate, spesso inutilizzabili. Totale assenza di gestione del parco e del verde: spazzatura e ratti la fanno da padrone sul retro della struttura.»

«Siamo venuti a conoscenza che un ospite ha imbiancato la sua camera, che altri cucinano in autonomia – sottolinea ancora il capogruppo di Cas@ Iglesias -. Il settore infermieristico registra una gravissima carenza di organico (non ultime le dimissioni di ieri di altre due infermiere; dal primo agosto ad oggi si sono dimesse in quattro) e l’assenza di un coordinatore. L’infermeria non è a norma, spesso sprovvista dei materiali necessari per l’espletamento corretto delle mansioni quotidiane; non esiste una check list delle bombole di ossigeno e dei pazienti che ne devono fare uso; non esiste un registro ufficiale con le pagine numerate per annotare le consegne da un turno all’altro; i farmaci non sono sotto chiave.»

«A Casa Serena le emergenze sono contanti e quotidiane, la situazione non è più umanamente sopportabile. Non resta che ultimare il Margherita di Savoia e trasferire ospiti e dipendenti nella nuova struttura, offrendo, finalmente, una qualità della vita realmente migliore. Occorre affidare la gestione sanitaria della nuova struttura a delle figure professionali che possiedono titoli e qualifiche – conclude Valentina Pistis -, in modo tale da poter garantire in maniera definitiva la migliore assistenza ai nostri anziani.»

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Ancora un appuntamento e una nuova produzione del Crogiuolo per il NurArcheoFestival – Intrecci nei teatri di pietra, la rassegna diretta da Rita Atzeri.

Francesco “Chichittu” Serra è il titolo della messa in scena che debutta venerdì 1 settembre, alle 19.00, a Talana, in località Su Lompathu. Lo spettacolo – che chiude idealmente il festival nel festival dedicato ai comuni dell’Isola con meno di tremila abitanti – è stato scritto da Rita Atzeri e Vinicio Cannas, la regia è della stessa Atzeri, che sarà in scena con Antonio Luciano, Giovanni Trudu, Marta Gessa e Daniela Vitellaro (e con i piccoli Riccardo Podda, Lorenzo e Marisa Angius) e con i Tenores Murales di Orgosolo a fare da contrappunto musicale.
A essere raccontata è la storia, vera, di Francesco Serra, rapito all’età di 4 anni a Talana, venduto nelle coste del Nord Africa, privato della propria identità e degli affetti più cari, trattato da servo, fino a quando la nonna putativa, in punto di morte, lo invita a fuggire, svelandogli il mistero della sua origine. Francesco, ormai giovane uomo, viaggia da una regione all’altra del continente nordafricano, unendosi e mercanti e a una pattuglia inglese, che sfortunatamente finisce su un campo minato: gli unici sopravvissuti sono Francesco e un soldato inglese.

Grazie a un commerciante di lupini, Chichittu, con l’identità di Giuseppe Di Bello, raggiunge l’Italia, la Sicilia. Lì conosce l’amore e inizia la ricerca sulla sua vera identità. Attraverso gli articoli di alcune riviste viene riconosciuto dai suoi fratelli e dalle sue sorelle. Il ricongiungimento con i familiari a Talana non è coronato dalla gioia di rivedere la madre, già scomparsa. Per mancanza di lavoro dalla Sardegna torna in Sicilia, dove muore nel 2011. La vicenda è ricostruita nella messa in scena partendo dall’intervista che una giovane giornalista fece a Francesco Serra alla fine degli anni ’90. Nello spettacolo presente e passato si fondono in un continuo rimando a ricordi lontani, teatro documento che tocca il tema universale dell’identità, dell’eterna ricerca di sé.

Seguirà una degustazione di prodotti tipici.

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Dal 7 al 9 settembre, a Luogosanto, si svolgerà la “Festa manna di Gaddura”: la ‘Civitas’ Mariana si prepara a rinnovare le celebrazioni religiose e la festa laica per la 789esima edizione. Sono passati, infatti, quasi 800 anni dall’istituzione di questo evento che fin dal Medioevo rappresenta un momento di riconoscimento e appartenenza della comunità gallurese. L’edizione 2017 organizzata dall’amministrazione comunale, dalla Pro Loco e dal Comitato Fidali 73 presieduto da Maddalena Masoni, prevede un cartellone estremamente ricco di appuntamenti, sia religiosi sia laici: l’8 settembre, il giorno più importante della festa, sarà celebrato con il massimo della solennità nel pomeriggio, con la “Missa manna” che sarà officiata dal vescovo di Tempio Ampurias, monsignor Sebastiano Sanguinetti; mentre la sera, a partire dalle 22.00, ci sarà il concerto di Alx Britti. Il cantautore e chitarrista romano salirà sul palco di Piazza Incoronazione per suonare un repertorio ormai ventennale che comprende alcune famose hit, entrate a far parte dei grandi classici della musica leggera italiana, come: “La vasca”, “Solo una volta (o tutta la vita)”, “Oggi sono io” e “7.000 caffè”.

«La “Festa manna di Gaddura” rappresenta il culmine del calendario estivo di eventi di Luogosanto, che comprende anche tantissime feste campestri legate alle numerose chiese situate nel nostro territorio – dice il sindaco, Agostino Pirredda -. È il giusto riconoscimento per celebrare il centro religioso più antico della Gallura: la nostra Basilica risale al 1200, è arricchita dal privilegio della Porta Santa e Luogosanto nel 1954 è stata incoronata “Regina di Gallura”. Tuttora il nostro paese rappresenta un luogo estremamente importante per l’identità del nord est della Sardegna». Nei secoli la festa veniva organizzata con la collaborazione delle confraternite dei centri urbani limitrofi: Bortigiadas, Aggius, Tempio, Olbia, Monti e Calangianus continuano a onorare la “Festa manna” organizzando il calendario degli eventi insieme agli abitanti di Luogosanto: «Questa è una bellissima tradizione che siamo riusciti a mantenere viva a distanza di ben 800 anni – spiega Pirredda – anche grazie al contributo fondamentale delle confraternite dei paesi galluresi che, oggi come in passato, usano trasferirsi a Luogosanto durante i giorni dedicati alle celebrazioni in onore della Madonna, Regina Incoronata di Gallura».

La “Festa manna di Gaddura” inizia il 30 agosto con la celebrazione dei primi riti religiosi: la Novena. Fino a giovedì 7 settembre nella Basilica di Luogosanto si svolgeranno delle messe solenni officiate dai parroci delle chiese galluresi. Il 7 settembre si svolgeranno le processioni con le bandiere dei Comuni che partecipano alla festa e, alle 18.00, è prevista la prima Santa messa solenne cantata, presieduta dal vescovo di Lanusei Antonello Mura. A seguire la processione pomeridiana e alle 22,30 in piazza si esibirà il trio comico “I Tressardi” preceduti da un concerto di musica folk. L’8 settembre alle 9,30 partirà la processione solenne per le vie della ‘Città Mariana’; alle 11.00, il vescovo di Tempio Ampurias monsignor Sebastiano Sanguinetti presiederà la Santa messa solenne e cantata “Missa manna” concelebrata dai parroci delle diocesi. Canterà il Coro polifonico “Regina di Gallura” di Luogosanto. Alle 18.00, in piazzetta Martino Cossu, si esibirà il gruppo folk “Civitas Mariana” e alle 22.00, in Piazza Incoronazione, l’evento clou con il concerto di  Alex Britti. Il 9 settembre, in onore di San Giuseppe, alle 18.00, si svolgerà la processione lungo le vie del paese con la banda musicale di Calangianus “Michele Columbano”; alle 19.00 la Santa Messa officiata dal parroco di Luogosanto don Sandro Serreri; alle 19,30 in piazza della Basilica concerto della banda musicale di Calangianus e infine, alle 22, in piazza Incoronazione il concerto del gruppo etnorock Istentales.

Un evento collaterale molto importante è la mostra del pittore Ernesto Severina, triestino di nascita ma luogosantese d’adozione. L’artista ha illustrato sei delle cinquanta fiabe de “Lo cunto de li cunti, ovvero lo trattenemiento de peccerille”, il “pentamerone” di Gianbattista Basile scritto in lingua napoletana e pubblicato nel 1635. L’inaugurazione della personale avverrà mercoledì 6 settembre alle 19, in collaborazione con la Biblioteca di Locusantu e la libreria Bardamù di Tempio. La mostra rimarrà in esposizione fino al 30 settembre.

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Dirittura d’arrivo per il Seminario Jazz di Nuoro, che venerdì (1 settembre, a partire dalle 19.00) suggella la sua edizione numero ventinove con il consueto concerto-saggio finale che vedrà impegnati tutti gli allievi (affiancati, qui e là, da alcuni dei docenti), quest’anno in scena nell’area archeologica del Nuraghe Tanca Manna, all’interno del moderno abitato del capoluogo barbaricino.

Alla Scuola Civica di Musica “Antonietta Chironi”, mentre le attività didattiche (e in particolare le classi di musica d’insieme) sono volte alla preparazione di questo evento conclusivo, domani (giovedì 31 agosto) si completano altri due impegni collaterali alle lezioni: reduce dal concerto della sera prima al Teatro Eliseo, il pianista americano Kenny Barron, ospite speciale di questa edizione dei corsi nuoresi, tiene alle 15 la sessione conclusiva della sua masterclass; trenta minuti dopo, alle 15.30, parte invece l’ultimo dei “Quattro passi nel jazz” , la serie di incontri divulgativi, aperti al pubblico, del musicista e storico della musica del Novecento Enrico Merlin: tema del giorno, le donne nel jazz, una storia costellata non solo di cantanti come Billie Holiday e Ella Fitzgerald, ma anche di grandi strumentiste, da Mary Lou Williams all’International Sweethearts of Rhythm (un’orchestra degli anni ’40 composta esclusivamente da donne), da Carla Bley a Maria Schneider.  

In serata ultimo appuntamento nei cortili del Museo del Costume con la rassegna di concerti collegata al Seminario. Al centro dei riflettori, a partire dalle 21, il Collettivo Nuoro Jazz composto da Francesca Corrias alla voce, Massimo Carboni al sax tenore, Giovanni Sanna Passino alla tromba, Giovanni Agostino Frassetto al flauto, Salvatore Spano al pianoforte, Angelo Lazzeri alla chitarra, Salvatore Maltana al contrabbasso e Gianni Filindeu alla batteria: sono gli otto musicisti sardi che costituiscono il corpo docente dei Seminari Invernali che si tengono a Nuoro dal 2003, un’iniziativa nata come “ponte” tra un’edizione e l’altra dei Seminari estivi per estenderne, valorizzare e integrare il percorso didattico. Grazie alla possibilità di combinare differenti formazioni al suo interno, il collettivo affronta repertori e generi con riferimenti stilistici ad ampio spettro, riflettendo così nel suo interno le diverse anime del jazz contemporaneo. Nel concerto convivono dunque brani standard e composizioni originali, libera improvvisazione e arrangiamenti scritti, in un immaginario sonoro  che trova il suo più profondo significato proprio nel confronto, nella condivisione e nell’insieme.

 

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Dopo due giorni che hanno fatto registrare il tutto esaurito cala il sipario domani, giovedì 31 agosto, sulle “Notti musicali”, il prestigioso festival inserito all’interno dell’Accademia internazionale di musica di Cagliari.

Alle 21.00 nell’Aditorium del Conservatorio salgono sul palco la stella del flauto Julien Beaudiment e l’eclettico pianista Enrico Pace: il duo affronterà la Sonata per violino e pianoforte di Richard Strauss.

Al trio composto dai grandissimi Frans Helmerson, Mihaela Martin ed Enrico Pace (componenti del celebre Michelangelo string quartet) è invece affidata la seconda parte della serata: sulle note del Piano trio n. 22 di Felix Mendelssohn l’ensemble chiuderà questa edizione delle Notti Musicali.

Le notti musicali non è il solo appuntamento con i concerti pensati all’interno dell’Accademia di musica di Cagliari: sempre domani, ma alle 18.00, nella sala esterna del Thotel proseguono i concerti di “Venti di note. Dal mondo a Cagliari”, un’occasione per  ascoltare i giovani virtuosi in un contesto informale.

Nobuko Imai
photo: Marco Borggreve
always credit name photographer
bach@xs4all.nl

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Succedeva nel lontano 1904, a Buggerru. Un’ondata di scioperi da parte dei minatori per cercare una risposta alle loro rivendicazioni e ottenere un miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro. Il 4 settembre si riunirono davanti alla sede della direzione generale per sostenere il loro delegato, Giuseppe Cavallera, medico piemontese e pioniere del socialismo in Sardegna, ma i titolari della miniera chiamarono l’esercito che fece fuoco. Tre minatori morirono sul colpo, molti furono feriti. Un eccidio che rimase per sempre nella memoria dei sardi e dei lavoratori e che portò alla proclamazione del primo sciopero generale in tutta Italia per l’affermazione dei diritti per una esistenza libera e dignitosa.

Per ricordare quei drammatici avvenimenti e i luoghi in cui si svolsero, ritorna dal 1° al 4 settembre “Cavallera a Buggerru”, la manifestazione celebrativa, organizzata dal comune di Buggerru in collaborazione con l’Associazione Enti Locali, dedicata ai protagonisti della storia della Sardegna e alla memoria dei caduti, simbolo della lotta di una intera isola per il riscatto sociale. Quattro giornate tra musica, escursionismo, celebrazioni religiose, convegni, proiezioni di filmati e testimonianze delle storie di miniera, dedicate al ricordo di quei tragici eventi, alla scoperta di uno dei luoghi più belli e affascinanti del Sulcis-Iglesiente. Non solo memoria indelebile ma anche un’occasione importante per promuovere e valorizzare attraverso eventi culturali, incontri e spettacoli “lungo i sentieri della memoria” il patrimonio materiale ed immateriale di Buggerru, paese sulla costa sud-occidentale della Sardegna di straordinaria bellezza, ricco di storia, siti minerari, cultura, enogastronomia, natura e panorami mozzafiato.

Si parte venerdì 1° settembre nel piazzale antistante gli ex Forni di calcinazione. Alle ore 21.00 il Festival Internazionale Corale “Al Sole della Sardegna” vedrà risuonare l’eco delle incantevoli voci di alcuni Cori provenienti da diverse parti del mondo e dell’isola, come l’ensemble “La Villanelle” (Belgio); “Iraurgi Abesbatza” (Spagna); il “Coro di Iglesias” e il “Coro polifonico Sid Addir Babay” di Fluminimaggiore. Evento organizzato in collaborazione con il Festival Corale Verona Garda Estate.

Sabato 2 settembre nel cortile del Museo del Minatore il concerto “Scavi: storie di miniera” con le musiche originali dal vivo di Mauro Palmas, musicista e autore di spicco della musica sarda e mediterranea, dalla carriera ultratrentennale ricca di collaborazioni con musicisti autorevoli della scena jazz e mediterranea nazionale e internazionale, e di tante produzioni originali. Un live in cui verranno narrate le vicende e le storie umane della gente di miniera tratte dal testo di Mariangela Sedda che dà il titolo allo spettacolo. Storie e vicende ancorate alla Sardegna, alla descrizione minuziosa dei territori negli anni in cui le miniere furono protagoniste di benessere e sviluppo economico e dei cambiamenti che gli anni e il lavoro hanno prodotto nelle comunità dagli anni Trenta fino agli Cinquanta, al culmine dello sviluppo delle città minerarie. In scena Simonetta Soro, voce narrante e Mauro Palmas alle mandole. Arrangiamenti musicali di Mauro Palmas e Silvano Lobina.

Domenica 3 settembre per tutti gli appassionati di escursionismo l’imperdibile itinerario a piedi o in mountain bike “Sulla rotta del minerale”. Partenza alle ore 9.00 dal porto di Buggerru per seguire le tracce degli antichi sentieri dei minatori. Destinazione Cala Domestica, dove è previsto un piccolo ristoro per tutti i partecipanti. Per il rientro sarà disponibile un servizio di bus navetta. L’evento è organizzato in collaborazione con l’associazione culturale “Giorgio Mameli”.

Lunedì 4 settembre, a partire dalle 9.30, nel Cortile del Museo del Minatore e piazza intitolata ai morti dell’eccidio di Buggerru del 1904, una giornata interamente dedicata alla memoria dei caduti. Alla celebrazione religiosa seguirà la cerimonia di deposizione della corona di fiori (CGIL). Alle 11.00, nella Sala convegni “La Centrale elettrica” il convegno dedicato ad uno dei più importanti protagonisti del primo sciopero generale in Italia, Giuseppe Cavallera, pioniere del socialismo in Sardegna. Intervengono: Laura Cappelli, Sindaco di Buggerru; Autorità locali e regionali; Michele Carrus, segretario regionale CGIL; Franco Mannis, storico; Antonio Guaita, medico; Anna Cavallera, pronipote di Giuseppe Cavallera. Seguirà la proiezione di testimonianze filmate di ex minatori e storie di miniera, e un dibattito moderato dal giornalista Francesco Carta.