26 December, 2024
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L’assemblea delle associazioni aderenti alla Consulta del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna si terrà questo pomeriggio, alle ore 17.00, presso la sala riunioni dell’associazione Remo Branca,  in Via Roma 68, ad Iglesias, per analizzare il problema del riutilizzo e della destinazione del patrimonio immobiliare ex minerario acquisito dalla SNAM a costo zero quasi 20 anni fa e diventando fattore di ostacolo e di freno e non di promozione dello sviluppo delle aree minerarie dismesse come originariamente auspicato.

In considerazione dell’esigenza di assumere una posizione ampiamente condivisa sull’importante problematica di interesse generale, l’assemblea è aperta alla partecipazione di tutti i cittadini e sono invitati a partecipare i Comuni della Comunità del Parco con particolare riferimento a quelli direttamente interessati, i consiglieri regionali ed i parlamentari sardi.

 

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Una mostra fotografica per raccogliere tutte le immagini più belle di uno dei quartieri più affascinanti della città. Si intitola “Una foto per Villanova: colori, immagini e atmosfere dell’antico quartiere” l’evento che si terrà domenica 17 dicembre, alle 10,30, nei locali attigui alla chiesa di San Domenico, a Cagliari.

Un appuntamento patrocinato dal Comune e organizzato dal Lions Club Cagliari Villanova (presieduto da Roberta Sulis), in collaborazione con la Libreria Cocco di via Tuveri, che rappresenta l’evento finale di un concorso fotografico a cui hanno potuto partecipare tutti i cittadini inviando la loro foto on line. La mostra resterà aperta fino al 6 gennaio.

Hanno partecipato alla gara 35 fotografie, tutte di ottima qualità, che una giuria composta da professionisti del settore ha esaminato e valutato, scegliendone alla fine 12 che verranno utilizzate per la creazione di un calendario, che verrà distribuito ai cittadini in cambio di un’offerta libera, ed il ricavato verrà utilizzato dal Lions Villanova per la realizzazione di un Museo con manufatti storici ed artistici del quartiere.

Un evento che ha come finalità la conoscenza, la conservazione, la tutela e la promozione dell’antico quartiere cittadino di Villanova, a favore dei suoi abitanti e di tutti i cittadini.

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«In data odierna l’Aula del Consiglio regionale ha approvato un emendamento  presentato dal sottoscritto insieme ai colleghi Pizzuto e Dessì relativamente alla riprogrammazione di circa 8 milioni di euro di risorse tra quelle assegnate al “Piano Sulcis”, a favore di soggetti privati per consentire la riqualificazione di immobili ed abitazioni.»

Lo scrive, in una nota, dichiara Pietro Cocco, capogruppo del Partito democratico.

«E’ un emendamento che si inserisce all’interno del Piano per il lavoro che questa maggioranza di centro sinistra sta concretamente attivando con la legge finanziaria in discussione, provvedimento che libera risorse da assegnare a favore del territorio del Sulcis per  incentivare interventi di ristrutturazione dell’edilizia privata in aggiunta ai benefici  fiscali esistenti come già accade nel caso del finanziamento per il recupero dei centri storici – aggiunge Pietro Cocco -. Voglio anche precisare che queste somme sarebbero andate perdute e che con un incentivo del venti per cento, si può generare un volume di lavoro pari a quaranta milioni di euro, che apre la strada alla ricrescita in un settore, quello dell’edilizia, che ha subìto l’impatto più pesante della crisi economica.»

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Il presidente Daniela Marras ha convocato il Consiglio comunale di Carbonia in seduta straordinaria per venerdì 22 dicembre, alle ore 17.30, presso la sala polifunzionale del comune di Carbonia di piazza Roma 1. 

Sono 6 i punti all’ordine del giorno:

1. Interrogazioni, interpellanze e mozioni;

2. Riconoscimento dei debiti fuori bilancio, ai sensi dell’art. 194 del Testo unico Enti locali, a favore dell’Unione dei comuni “Metalla e il mare” – cani randagi custoditi presso canile sovracomunale di Musei;

3. Riconoscimento debiti fuori bilancio da sentenza;

4. Approvazione del regolamento sul baratto amministrativo;

5. Approvazione del regolamento dei comitati di quartiere;

6. Modifica del regolamento del commercio su aree pubbliche scoperte, approvato con delibera del Consiglio comunale n. 23 del 24/02/2006 e successive modificazioni.

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I risultati dei test di laboratorio, ormai conclusi, sui campioni prelevati dai tre gruppi di 210 suini abbattuti lo scorso 8 dicembre nelle campagne di Arzana, Desulo e Orgosolo, durante un intervento dell’Unità di Progetto per l’eradicazione della Peste suina africana in Sardegna, non solo confermano un’elevata presenza di maiali sieropositivi (oltre il 75%), ma dimostrano la contemporanea presenza del virus in 9 campioni.

Il picco di maggior criticità sanitaria è rappresentato dagli animali depopolati a Desulo, dove oltre l’80% sono risultati sieropositivi e diversi casi virologici positivi, a conferma della reale presenza della malattia in maiali apparentemente sani. Tale situazione suggerisce che, nei maiali bradi, virus e animali-ospiti abbiano raggiunto un perfetto equilibrio, ossia, purtroppo, una perfetta endemicità e quindi una pericolosità molto elevata per i suini sani, sia domestici che selvatici. Questi dati e queste valutazioni dell’Istituto Zooprofilattico della Sardegna, condivisi e diffusi dalla stessa UdP, dimostrano che la Peste suina africana in Sardegna non potrà essere eradicata se l’allevamento brado del maiale, praticato in forma illegale e al di fuori di ogni controllo sanitario, non viene superato e confermano la necessità degli interventi di depopolamento effettuati nei giorni scorsi dalla Regione.

In questi territori, i suini allevati allo stato brado rappresentano senza alcun dubbio il principale serbatoio del virus e una fonte di contagio non solo per gli altri suini ma anche per le popolazioni dei cinghiali selvatici. Questo è dovuto anche al fatto che i suini sopravvissuti all’infezione, per la particolare natura del virus che “si maschera” dentro l’organismo, possono fungere da portatori sani e diffusori del virus per diversi mesi e settimane (fino a 6 mesi). Pur sieropositivi quindi, a differenza di altre malattie infettive, non guariscono completamente, ma continuano a poter eliminare il virus e quindi a diffondere la malattia. La cosa più allarmante è tuttavia data dal fatto che questi animali non vengono controllati neanche per malattie potenzialmente letali per l’uomo come la trichinella, che in questi territori è presente anche nel cinghiale selvatico.

L’attenzione deve concentrarsi, quindi, sulla reale problematica legata alla convivenza di queste specie, domestiche e selvatiche, alle cattive abitudini radicate nel tempo e sulle attività illecite che non permettono neanche alle aziende regolari di poter svolgere la propria attività in modo ottimale e realmente competitivo. Difficile parlare, infatti, di prodotti locali genuini e venduti come tali, di animali sani allevati in maniera naturale se la garanzia per il consumatore non viene fornita prioritariamente da chi offre il prodotto e da chi continua in maniera illegale a tenere in ostaggio l’intera economia suinicola della Sardegna. La sicurezza alimentare va garantita infatti su tutta la filiera e se questa inizia con una produzione primaria non sottoposta ai controlli ufficiali, difficilmente potrà fornire produzioni di qualità.

Realtà come quelle della Barbagia e dell’Ogliastra, devono caratterizzarsi per prodotti tipici di grande qualità anche sotto l’aspetto della sicurezza alimentare, e provenire possibilmente da produzioni locali e materie prime a km 0. Troppi imprenditori e salumifici sono costretti a fregiarsi di prodotto sardo solo perché vengono preparati in loco, ma fatti con carni di provenienza nazionale o estera. Bisogna quindi uscire da tale circuito vizioso e favorire lo sviluppo economico anche di questo importantissimo comparto che per qualche anno, purtroppo, dovrà fare a meno dell’allevamento brado.

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«La pubblicazione da parte di Legambiente del volume ‘Vista Mare’, presentato ieri a Roma, contiene una accuratissima e documentatissima ricerca sulla trasformazione dei paesaggi costieri italiani e offre l’occasione di una riflessione sullo stato di salute delle coste della nostra Isola. Il valore dello studio, firmato da Edoardo Zanchini e Michele Manigrasso, consiste nel superamento delle valutazioni approssimative e sentimentali, sostituite dall’approccio oggettivo e dall’esame diretto di ogni chilometro della costa nazionale.»
Lo ha detto l’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu, sottolineando che «i risultati gratificano la Sardegna e, al di là di affermazioni allarmistiche non sostenute dall’oggettività dei dati, la collocano al primo posto per sviluppo di costa non urbanizzata, insieme alla Basilicata, con una percentuale del 73%, di cui solo l’1% perso tra il 1988 e il 2012, contro una media nazionale del 49%, di cui una parte importante trasformata nel periodo 1988-2012».
«Lo studio – precisa Cristiano Erriu – non è importante solo per i dati riportati ma anche per le indicazioni verso nuove forme di turismo sostenibile e di utilizzazione delle coste e per gli esempi virtuosi riportati, tra i quali grande spazio è riservato al Comune sardo di Posada, tra i primi a dotarsi di un PUC adeguato al Piano Paesaggistico Regionale ma, allo stesso tempo, come ben sottolineato nel volume, senza congelarne lo sviluppo, anche in termini edificatori affrontati con modalità innovative di sostenibilità ambientale. Le risultanze dello studio, così positive per quanto riguarda la nostra isola, ci stimolano a proseguire nel coniugare sostenibilità ambientale, sociale ed economica, nella convinzione che una delle tre non possa ottenersi senza le altre, come sostenuto, e non mi stanco di ricordarlo, dall’art. 133 dello stesso Codice del Paesaggio, per colmare l’oggettivo gap di offerta turistica, quantitativo, qualitativo e temporale, che ancora contraddistingue la Sardegna.»
«L’occasione – conclude l’assessore regionale dell’Urbanistica – mi offre la possibilità di ricordare, con la stessa logica di affidamento ai dati oggettivi, che la Sardegna offre un esempio virtuoso anche in materia di consumo di suolo, collocata dalle statistiche ISPRA rispettivamente al terz’ultimo posto in percentuale per consumo sull’intero territorio e all’ultimo per consumo sulla fascia 0-10.000 metri.»

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Grande festa ieri per gli appassionati di pallacanestro, a Sant’Antioco, con la Pasta Cellino ospite della Sulcispes.

«È stato un pomeriggio di grande basket – dice Salvatore Ingrande, presidente Sulcispes – soprattutto per i nostri piccoli cestisti che applaudivano i loro beniamini durante le azioni di gioco.»

La Sulcispes e Sant’Antioco hanno ringraziato lo staff della Pasta Cellino per aver scelto la cittadina lagunare.

«È stato sicuramente un appuntamento positivo per il movimento sulcitano – aggiunge Salvatore Ingrande – i ragazzi hanno fortemente bisogno di riferimenti, per cui credo che questo evento, sotto questo aspetto, sia stato per loro di fondamentale importanza.»

La società antiochense ha rivolto inoltre i più sentiti ringraziamenti al presidente Giovanni Zucca ed al suo staff, ed al presidente della Fip Sardegna Bruno Perra, per aver preso parte all’iniziativa, che ha riscosso un notevole successo.

 

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L’Amministrazione comunale di Carbonia, in collaborazione con l’associazione Lions Club di Carbonia, ha organizzato per domenica 17 dicembre, alle ore 17.00, presso la sala polifunzionale di piazza Roma, una serata dedicata ai giovani e alla cultura.
L’incontro avrà il seguente programma: premiazione dello studente più meritevole per l’anno scolastico 2016-2017, a cura dell’Associazione Lions Club di Carbonia; saluto dell’Amministrazione comunale ai ragazzi stranieri che si trovano in città per partecipare al programma di studio internazionale di AFS Intercultura; cerimonia di donazione da parte del signor Gianni Antonio Figus di due opere alla città di Carbonia; buffet per un momento conviviale al termine della serata.

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Crolla la produzione e cresce la richiesta di latte. Da una rilevazione di Coldiretti Sardegna su un campione di 30 pastori di tutta la Sardegna con una media di 300-600 pecore, emerge che nelle prime due settimane di dicembre la produzione è crollata in media del 20 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Trend negativo che, visti i presupposti con i pascoli senza un filo d’erba, dovrebbe purtroppo confermarsi anche per i prossimi mesi.

Siccità, scarsa preparazione del bestiame, meno parti stanno condizionando la campagna del latte. E visto il crollo della produzione cresce la richiesta di latte dal mondo della trasformazione che rischia di non andare a regime con le produzioni e di lavorare meno rispetto alle proprie capacità. 

Per questo crescono di giorno in giorno le richieste di latte che arrivano ai pastori dai trasformatori. Ad alcuni sono arrivate anche proposte di contratto pluriennali (anche di tre anni), come raramente si erano prima viste in Sardegna.

Che l’annata avesse messo in ginocchio i pastori era noto da tempo. Ma adesso si continuano a pagare pesanti le conseguenze, anche perché il clima continua ad essere inclemente verso il mondo delle campagne. Le mancate precipitazioni hanno lasciato i campi radi, senza un filo d’erba ed il freddo e le gelate di questi ultimi giorni hanno completato l’opera. Inoltre nei mesi precedenti i pastori già con le tasche vuote al termine di un annata in cui non sono riusciti a pagarsi i costi di produzione a causa di una remunerazione del latte a 50-60 centesimi al litro, si sono visti costretti anche ad acquistare il fieno a causa della siccità. Tutto questo ha portato a tagliare le spese dell’alimentazione e cura del bestiame che oggi si pagano tutte. Come se non bastasse da fine luglio è ricomparsa la lingua blu, che ha causato un’alta percentuale di aborti e reso improduttive molte pecore.

Intanto, il prezzo del Pecorino romano sale vertiginosamente. Come rivelato dal dossier latte presentato martedì scorso da Coldiretti Sardegna, rispetto al prezzo minimo toccato quest’anno (4,20 euro al kg), il costo della Dop sarda è già cresciuto del 70% e continua a crescere. L’ultima rilevazione di Clal lo da a 7,25 euro/kg.

Dalla rilevazione condotta da Coldiretti Sardegna sulla produzione di latte nelle prime due settimane di dicembre, risulta che nel sud Sardegna rispetto allo stesso periodo di un anno fa è crollata del 30%. L’esempio eclatante arriva da un gruppo di pastori che un anno fa mungeva 5.500 litri ogni due giorni e che quest’anno arriva a malapena 6.500 in tutta la settimana.

Nel Sulcis la situazione non cambia dove la maggior parte dei pastori sta tagliando di netto i costi rinunciando in molti casi anche alla rimonta (non stanno allevando agnelli).

Nel centro Sardegna (Oristanese e Nuorese) e nel sassarese la riduzione del latte è leggermente contenuta e si attesta intorno al 20 per cento. In media negli ovili dove lo scorso anno in questo stesso periodo si mungevano 200 litri di latte adesso si è scesi a 160.

«Purtroppo, è un quadro che conosciamo troppo bene – commenta il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. I tanti fattori negativi che si sono condensati quest’anno hanno indebolito il comparto costringendolo a tagliare le spese e rendendo le greggi meno produttive. E’ un cane che si morde la coda. La notizia positiva arriva dalle vendite del Pecorino romano, con il prezzo che è salito e continua a salire. Le ultime rilevazioni di Clal pubblicate dopo la presentazione del nostro Dossier sul latte lo danno a 7,25 euro al kg, +1% rispetto a cinque giorni prima. Questi sono tutti elementi che diamo ai pastori affinchè li valutino e abbiano gli strumenti per poter contrattare o ricontrattare il proprio latte.»

«Il prezzo del latte deve salire – sostiene il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -, è lo stesso mercato, sbilanciato questa volta sulla richiesta di latte che scarseggia che lo chiede. Un contributo positivo è sicuramente stato dato anche dal pegno rotativo che ha contribuito a sbloccare il mercato del Pecorino romano, congestionato dalla sovrapproduzione dell’annata 2015-2016. Ma proprio per questo adesso non è più rinviabile una cabina di regia per gestire le produzioni di latte e formaggio.»

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Tre appuntamenti per riscoprire la vita e l’opera di Giuseppe Agus, violinista cagliaritano che a metà del Settecento decise di abbandonare il posto nella Cappella civica della sua città per trasferirsi a Londra.

A organizzarli è l’associazione culturale Echi lontani che, insieme con il Conservatorio di Cagliari, sabato 16 e domenica 17 dicembre propone i concerti “Giuseppe Agus. Dall’isola all’isola: la Cagliari del Settecento in viaggio incontra la Londra musicale”. Il 18 dicembre è in programma, invece, “Giuseppe Agus: violinista cagliaritano a Londra e Parigi nel ‘700”, l’occasione per presentare la ristampa di una partitura originale di Agus, recentemente acquistata da un antiquario statunitense.

I tre incontri sono gli ulteriori passaggi del progetto triennale, partito l’anno scorso, volto a far emergere una volta per tutte la figura di Giuseppe Agus. Il musicista cagliaritano ha lasciato, infatti, un’eredità importante, riuscendo a ritagliarsi un posto di primo piano nel vivacissimo panorama culturale della Londra di quegli anni, e dopo anche in quello di Parigi.

L’appuntamento di domani è nella suggestiva chiesa di Santa Maria del Monte, nel quartiere  Castello, dove alle 21.00 si terrà il primo dei due concerti che vedrà protagonisti L’Apothéose & Bizzarria Ensemble (composti da Attilio Motzo e Sara Meloni al violino barocco, Enrico Di Felice al flauto traverso barocco, Alessandro Palmeri al violoncello barocco e Alessandra Artifoni al Clavicembalo). Il programma, oltre a musiche di Giuseppe Agus, proporrà anche brani di Georg Friedrich Händel e Francesco Xaverio Geminiani.

Domenica alla stessa ora, sempre nella Chiesa di Santa Maria del Monte, arriva la seconda parte dell’omaggio musicale ad Agus: il programma spazierà da Joseph Marie Clément Dall’Abaco a Karl Friedrich Abel, da Georg Friedrich Händel a John Stanley e Johann Adolph Hasse, senza dimenticare il musicista nostrano. Protagonisti saranno ancora una volta L’Apothéose & Bizzarria Ensemble.

L’ultimo appuntamento di questo piccolo trittico dedicato a Giuseppe Agus è lunedì, alle 11.00, nell’aula magna del Conservatorio di Cagliari con l’incontro “Giuseppe Agus: violinista cagliaritano a Londra e Parigi nel ‘700”. Dopo i saluti del direttore e del presidente dell’istituzione musicale, Giorgio Sanna e Gianluca Floris, dell’assessore comunale della Cultura, Paolo Frau, del  responsabile relazioni esterne della Fondazione di Sardegna, Graziano Milia, e del direttore artistico del Festival Echi lontani, Dario Luisi, sarà presentata in anteprima la ristampa, risalente al 1760 circa, delle “Sonate a Violino solo e Basso di Giuseppe Agus”, recentemente acquistata dall’associazione Echi lontani.

Seguirà un intervento della musicologa Myriam Quaquero che illustrerà gli ultimi aggiornamenti sulle ricerche in corso attorno alla figura di Agus. Una figura ancora in gran parte avvolta da molti punti oscuri: le ultime ricerche condotte dalla musicologa Myriam Quaquero hanno permesso di acclarare che il violinista sardo nel 1775 si trasferì da Londra a Parigi per sfuggire ai suoi creditori, riuscendo ad acquisire notevole importanza anche nel tessuto musicale della capitale francese. Un fatto che fa cadere l’ipotesi secondo cui in quegli anni Agus si trovasse a Londra accusato di un tentato stupro. Ancora: da alcuni spartiti trovati nel Conservatorio di San Pietro a Maiella di Napoli è emerso che Agus potrebbe aver compiuto qui i suoi studi. E’ da acclarare tuttavia se quelle trascrizioni siano veramente attribuibili a lui o piuttosto al figlio Joseph Francis.

Questi sono solo gli ulteriori frammenti di un percorso alla riscoperta dell’artista sardo, che andranno a costituire, insieme alla copia di spartito recentemente acquisita, un apposito “Fondo Agus” dell’Associazione Echi lontani che sarà custodito nel “Pierluigi da Palestrina”.